Tesla - Primo calo delle vendite in dieci anni, BYD è a un passo
La Tesla si conferma il leader mondiale del mercato elettrico, davanti alla sola azienda capace, almeno per ora, di impensierirla seriamente, ovvero la BYD. L'azienda guidata da Elon Musk ha registrato il primo calo delle vendite in dieci anni, confermando al tempo stesso il proprio primato, ma il distacco dei cinesi è ormai minimo: nel 2024 sono state 1.789.226 le Tesla consegnate in tutto il mondo, mentre la BYD ha venduto 1.764.992 vetture Bev.
Sorpasso dietro l'angolo. Il divario è di poco più di 24 mila veicoli, ma è il ritmo a lasciare presagire il sorpasso dei cinesi nel consuntivo annuale (a livello trimestrale, i cinesi hanno già superato i texani nel quarto trimestre del 2023 e anche in quello del 2024). Infatti, la Tesla ha chiuso l'anno il 2023 con 1.808.581 vetture, c19 mila in meno rispetto al periodo precedente: la flessione è marginale e pari ad appena l'1,07%, ma si confronta con il tasso di crescita a doppia cifra messo a segno dai cinesi: la BYD ha commercializzato 1.574.822 veicoli 100% elettrici nel 2023 e quindi ha chiuso il 2024 con un incremento del 12,08%. Altri dati confermano il maggior slancio della società cinese. Nel quarto trimestre dell'anno scorso la Tesla ha registrato 495.570 consegne, il 2,28% in più rispetto alle 484.507 del pari periodo del 2023. La BYD, invece, ha venduto 595.413 Bev nello stesso periodo, con una crescita anno su anno del 13,11% e un balzo del 34,28% rispetto al terzo trimestre. I texani hanno anche registrato un peggioramento dei volumi produttivi annuali, da 1.845.826 a 1.773.443, e rimangono fortemente esposti a due modelli sempre più datati: le Model 3 e Y sono state prodotte in 1.679.338 esemplari e consegnate in 1.704.093. Insomma, i due modelli rappresentano oltre il 95% delle attività dell'azienda americana.
I grandi numeri dei cinesi. In ogni caso, la Tesla può ancora beneficiare di una maggior presenza a livello internazionale, mentre i cinesi sono solo all'inizio del loro percorso di espansione fuori dalla madrepatria : il 90% circa delle vendite BYD è infatti concentrato sul mercato cinese, dove si stanno avvantaggiando di un contesto estremamente favorevole per i veicoli elettrificati. Non a caso, la gran parte delle immatricolazioni del colosso cinese sono rappresentante dalle ibride plug-in: nel 2024, le vendite totali di vetture BYD si sono attestate su 4.250.370 (+41,07%) e le Phev sono state 2.485.378, il 72,83% in più rispetto al 2023. E questo dimostra perchè l'azienda di Shenzhen faccia paura non solo alle elettriche della Tesla, ma all'intero settore, ancor di più ai grandi nomi delle quattro ruote: alcuni analisti ritengono che la BYD abbia ormai sorpassato Honda o Ford nella classifica annuale delle vendite. Anche questo è un segnale di quanto il baricentro dell'auto si sia ormai spostato verso la Cina.
Skoda Enyaq - Le prime immagini del restyling
Il 2025 sarà l'anno del restyling della Skoda Enyaq: la Suv elettrica della Casa boema ha debuttato nel 2020 e ora si evolve secondo gli stilemi del Modern Solid, portato al debutto dalla nuova Elroq.
Cambia tanto davanti. La novità più rilevante della nuova Skoda Enyaq riguarda il frontale, con i gruppi ottici sdoppiati e la "firma" costituita da una serie di Led collegati tra loro da una fila di sottili punti luminosi che attraversano il muso. Sparisce anche la grande griglia luminosa, mentre il logo sul cofano viene sostituito dal lettering della Casa. Invariati i fari posteriori, che hanno però un nuovo disegno delle luci a Led al loro interno.
Due varianti. Come il modello attualmente in gamma, la nuova Enyaq sarà disponibile con carrozzeria Suv e Suv-coupé, con il tetto arcuato e un profilo aerodinamico più accentuato. Al momento non sappiamo come cambierà l'abitacolo, ma possiamo immaginare miglioramenti nei materiali e upgrade sostanziali per quanto riguarda la tecnologia di bordo e dell'infotainment. Al momento non ci sono informazioni nemmeno per le motorizzazioni, che potrebbero rimanere quelle già disponibili, con potenze da 179 a 286 CV (fino a 340 per la versione Coupé), trazione posteriore o integrale e batterie da 62 o da 77 kWh.
Mercato italiano - Il prezzo medio "sfonda" i 30 mila euro
Prezzi record per le auto. Nel 2024, le famiglie e le imprese italiane hanno speso oltre 47 miliardi di euro per immatricolare nuove vetture, un importo mai registrato prima. Secondo le prime stime del Centro Studi Fleet&Mobility, elaborate sulla base dei dati ufficiali delle immatricolazioni fornite da DataForce e realizzate grazie al supporto di EVO e di Texa-TMD, l'esborso totale risulta in aumento del 3% rispetto al 2023, nonostante i volumi risultino in flessione dell'1% a 1.576.000 unità. L'aumento della spesa è legato al nuovo rincaro dei prezzi unitari, che sono arrivati mediamente a 30.000 euro. Oltre 1.000 euro in più rispetto al 2023.
Mercato sempre meno popolare. Il boom, spiega il Centro Studi Fleet&Mobility, è attribuibile in parte all'aumento dei listini e in parte ai maggiori acquisti dei privati: il crollo del noleggio a lungo termine, solo in parte compensato da più km 0 e maggiori acquisti del rent-a-car, ha fatto mancare immatricolazioni accompagnate da sconti molto forti, sebbene con mix spostato sui segmenti medio-alti. Per il direttore Pier Luigi Del Viscovo, gli italiani non hanno mai destinato "così tanti soldi all'acquisto di auto nuove, segno che la domanda c'è. Certo, un mercato meno 'popolare' rispetto al passato. L'auto torna a essere una spesa importante, magari da tenere più a lungo, ma questo non è necessariamente un male. Con questo posizionamento voluto dall'industria è una fantasia pensare che possano tornare i volumi pre-Covid: in economia, quando i prezzi salgono i volumi scendono".
Stati Uniti - La provocazione di un senatore: "I marchi Usa via da Stellantis"
Negli Stati Uniti, la crisi del gruppo Stellantis sta facendo riaffiorare sentimenti nazionalisti, rafforzati dall'ormai imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. in questo modo che si possono contestualizzare le dichiarazioni di Bernie Moreno, senatore repubblicano fresco di elezione, che chiede a gran voce la separazione dal Gruppo dei marchi americani.
Riportare Chrysler, Dodge, Ram e Jeep in USA. Moreno, che in passato ha lavorato come venditore d'auto in Ohio, ha rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali suggerisce l'uscita di Jeep, Ram, Dodge e Chrysler da Stellantis, augurandosi un ritorno della proprietà negli Stati Uniti. Durissima la sua posizione sull'operato di Carlos Tavares, criticato per le scelte di prodotto e per la riduzione degli investimenti negli Stati Uniti rispetto ad altre aree.
Favorevole anche il pronipote di Chrysler. Le dichiarazioni di Moreno non sono una novità assoluta: un appello simile, supportato da una petizione, era stato diffuso la scorsa estate da Frank B. Rhodes Jr., pronipote del fondatore della Chrysler Walter P. Chrysler, che già nel 2020 si era espresso contro l'unione tra PSA e FCA. L'uscita di scena di Tavares apre nuove prospettive per il futuro del gruppo, che si trova davanti a numerose scelte critiche per risollevarsi da un momento di difficoltà. Sarà necessario anche fare i conti con le nuove politiche di Trump nel settore dell'auto: taglio agli incentivi sulle elettriche, dazi su batterie e materiali provenienti dalla Cina e incentivi per riportare la produzione negli Stati Uniti.
Auto contro aerei - Come in cielo, così in terra
Una sfida epica, da sempre. Un confronto che ha affascinato a più riprese l'uomo pilota-motorista del Ventesimo secolo, ma non solo. Auto contro aereo, la potenza e la tecnologia pensate per correre sull'asfalto contro quelle concepite per sfrecciare nel cielo. Una questione che si generò spontaneamente nei primi anni del Novecento, quando in realtà auto e aereo erano ancora agli albori della loro storia. Nelle schede qui sopra, ricordiamo le tenzoni più memorabili tra queste due macchine, spesso con protagonisti leggendari. Siete pronti? Allacciate le cinture, perché si parte. Anzi, si decolla.
Las Vegas - Un Cybertruck esplode fuori dal Trump Hotel: ipotesi attentato
Una persona è morta e sette sono rimaste ferite dopo che un Cybertruck della Tesla è esploso fuori dal Trump Hotel di Las Vegas nella mattinata dell'1 gennaio. Stando a quanto riferiscono le autorità la vittima è il conducente del pick-up, che l'avrebbe affittato qualche ora prima in Colorado tramite la app Turo. Lo stesso software utilizzato anche per noleggiare il Ford F-150 esploso nell'attentato di New Orleans, nel quale sono morte quindici persone.
Non è un problema del Cybertruck. In diversi post su , il ceo della Tesla Elon Musk ha spiegato che lo staff senior della Casa americana sta indagando attivamente sulla vicenda, e che l'incendio è stato provocato da fuochi d'artificio e taniche di benzina presenti nel cassone del Cybertruck, che non presentava alcun difetto. La telemetria del veicolo era in ordine, sottolinea Musk, secondo cui le conseguenze dell'esplosione sarebbero state mitigate dalla robustezza del pick-up: "Il Cybertruck ha diretto lo scoppio verso l'alto. Non si sono rotti neppure i vetri della lobby dell'albergo.
Potrebbe essere un attentato. Elon Musk è stato nominato dal neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump responsabile del Doge, il dipartimento per l'efficientamento della macchina burocratica americana. L'esplosione di un veicolo della Tesla fuori da una Trump Tower potrebbe non essere casuale, come ha ammesso anche lo sceriffo di Las Vegas Kevin McMahill: Insomma, un Cybertruck, l'hotel Trump... Ci sono molte domande a cui dovremo dare una risposta. Secondo quanto riferiscono la Cnn e la Abc, gli agenti dell'Fbi incaricati del caso ritengono che possa trattarsi di un possibile attacco terroristico, e stanno cercando collegamenti con l'attentato messo in atto a New Orleans qualche ora prima.
Autostrade - Il "solito" anno nuovo: pedaggi più cari sulla rete Aspi
Dal 1 gennaio 2025, le tariffe autostradali italiane restano invariate per ventidue concessionarie coinvolte nell'aggiornamento dei Piani economico-finanziari, mentre per la rete gestita dalla società Autostrade per l'Italia (2.800 km) è scattato un aumento dell'1,8%, corrispondente al tasso di inflazione programmato per il 2025 (legge 193 del 16 dicembre 2024).
Gli sconti restano. Lo ha deciso il ministero delle Infrastrutture in collaborazione col ministero dell'Economia, allineandosi - dice la nota stampa - all'orientamento dell'Autorità di regolazione dei trasporti. Su richiesta del ministero Aspi manterrà gli sconti per gli utenti: diversamente, si sarebbe registrato un rincaro delle tariffe del 3%. Infine, per la concessionaria Salerno Pompei Napoli è stato riconosciuto un incremento dell'1,677%.
Emissioni 2025 - I nuovi limiti sono in vigore: incubo multe per le Case europee
Il 2025 sarà un anno spartiacque per l'industria dell'auto europea, forse più del temutissimo 2035, e il motivo è noto da tempo: l'1 gennaio sono entrati ufficialmente in vigore i nuovi limiti alle emissioni di anidride carbonica per le vetture commercializzate nel Vecchio Continente. Una spada di Damocle per l'intero settore e perfino per le ambiziose politiche ambientali dell'Unione, che pure ha voluto le misure.
Il regolamento. A niente, almeno finora, sono serviti gli allarmi dei costruttori, in particolare le segnalazioni dell'associazione Acea e del suo ex presidente Luca de Meo (il quale ha appena passato il testimone al numero uno della Mercedes, Ola Källenius). In particolare, è diventata operativa una delle disposizioni previste dal regolamento comunitario 631 del 2019, successivamente modificato dall'851 del 2023, che ha incluso l'obiettivo delle zero emissioni per il 2035, ossia il bando delle vendite di nuove auto endotermiche, e altri obblighi sempre più stringenti e severi. Nello specifico, è entrato in vigore il nuovo limite per il periodo 2025-2029 dei 93,6 grammi per chilometro di CO2, oltre 20 in meno rispetto ai 115,1 imposti per il 2020-2024. Attenzione, però: si tratta di un requisito che si applica all'intera flotta di vetture di nuova immatricolazione. Ogni costruttore ha poi limiti specifici che devono ancora essere stabiliti sulla base di una complessa formula matematica che tiene conto di diversi fattori.
La stangata. Ed è sulla base di tali limiti che saranno, eventualmente, definite le multe. In caso di sforamento dei requisiti, ogni costruttore dovrà pagare 95 euro per ogni grammo/km in eccesso, moltiplicato per il numero totale dei veicoli targati. In base alle prime stime, l'intero settore rischia di pagare sanzioni totali per oltre 15 miliardi di euro, considerando anche il segmento dei veicoli commerciali leggeri (per cui è in vigore il nuovo limite dei 153,9 grammi/km di CO2). A tal proposito, potete leggere un approfondimento nel numero di Quattroruote di dicembre, dove abbiamo anche stimato le potenziali sanzioni a carico di ogni singolo costruttore. Il quale, comunque, ha anche delle armi per difendersi: le sanzioni possono essere ridotte grazie a specifici strumenti previsti dalle stesse normative come il cosiddetto "pooling" con altri concorrenti, che consente di unire le flotte per ridurre le emissioni, oppure il meccanismo Zlev, che garantisce una sorta di premio per chi immatricola più veicoli con emissioni sotto i 50 grammi. Tuttavia, per l'Acea e per tanti manager del comparto, il miglior mezzo per evitare la stangata è rimodulare il mix produttivo: per aumentare il peso delle elettriche fino ad almeno il 25% dell'immatricolato (oltre 10 punti percentuali in più rispetto alla media del 2024), le Case dovranno ridurre la produzione di veicoli tradizionali e quindi l'offerta per i consumatori. Per questo, si ipotizza un taglio dei volumi per almeno 2,5 milioni di veicoli endotermici, l'equivalente di otto/dieci fabbriche. Con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista occupazionale.
Il Dialogo strategico. Come detto, l'Acea ritiene che a rischio ci siano gli stessi obiettivi ambientali imposti da Bruxelles. Per ridurre le multe, le Case dovranno avviare pooling con costruttori "elettrici" come la Tesla o la BYD, ma per farlo dovranno ovviamente pagare, distogliendo così risorse da quei piani di investimento sull'elettrificazione considerati cruciali per adempiere ai diktat normativi e sviluppare l'industria continentale. Insomma, un serpente che si morde la coda. Difficile dire se ci sia davvero spazio per trattare, visti i numerosi "no" già opposti dai funzionari di Bruxelles: di sicuro, però, i limiti 2025, così come la clausola di revisione del bando delle endotermiche, saranno al centro del Dialogo strategico promosso dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che verrà intavolato nel corso delle prossime settimane.
Suzuki - Debutto al CES di Las Vegas con una piattaforma per la micromobilità
La Suzuki partecipa per la prima volta al CES di Las Vegas, dove presenta l'innovativa "micro e-mobility platform": un progetto nato per offrire a terze parti la possibilità di sviluppare soluzioni alternative di mobilità, aprendo nuovi scenari per la Casa giapponese.
Il mini-truck e i veicoli a guida autonoma. Accanto all'ultima versione del mini-truck Super Carry, commercializzato in Giappone dal 1961 ma esposto all'evento americano come esempio della filosofia del marchio, troviamo alcuni concept elettrici a guida autonoma: tra questi, il robot per le consegne dell'ultimo miglio sviluppato da Lomby e il drone V3 di Everblue Technologies. Sul tema dei veicoli veri e propri Suzuki ha invece collaborato con Applied EV per creare il Generation 6 Blanc Robot da utilizzare come base per allestimenti commerciali, e con Glydways per creare veicoli autonomi per servizi di ride-hailing on demand destinati alle grandi metropoli.
QNovità - I modelli più attesi del 2025
Cosa arriverà sul mercato nell'arco dei prossimi dodici mesi? Sul nostro sito web, nei giorni scorsi, avete già avuto qualche assaggio dei modelli più attesi. Li riassumiamo in questa versione sfogliabile, qui sopra, per avere un colpo d'occhio immediato e sintetico su tutti i "pesi massimi" di questo 2025. Dalla "A" di Alfa Romeo Stelvio alla "V" di Volkswagen T-Roc.
Xiaomi SU7 - Attacco frontale
In "mostra" a Milano fino al 6 gennaio, la Xiaomi SU7 rappresenta il modello d'ingresso del colosso tecnologico cinese nel settore delle auto elettriche. Già in vendita in Cina e attesa il prossimo anno nei mercati europei, Italia compresa, la SU7 è una berlina che mira a sfidare sportive blasonate, come la Porsche Taycan e l'Audi e-tron GT, grazie a contenuti tecnici avanzati e un listino competitivo: il prezzo base nel Paese d'origine equivale a circa 27.900 euro.
Super aerodinamica. Lunga 4.997 mm, larga 1.963 mm e alta 1.455 mm, con un passo di 3 metri, la SU7 è stata sviluppata nello stile sotto la supervisione dall'ex designer Bmw Sawyer Li. La carrozzeria, affilata nell'aerodinamica con un CX di appena 0,195, nasconde un abitacolo per cinque persone, dotato di un bagaglio da 517 litri cui si unisce un frunk anteriore da 105 litri. Nella meccanica utilizza la piattaforma natia del costruttore, "Modena," progettata per supportare architetture a 400 e 800 volt. Offre diverse configurazioni di powertrain a trazione posteriore e integrale, con uno o due motori, che spaziano nella potenza da 220 a 400 kW (300 - 673 CV) e che a seconda del tipo sfruttano nell'alimentazione delle batterie fornite da BYD e CATL della capacità fino 101 kWh.
Numeri interessanti. La versione al momento più performante della SU7 accelera da 0 a 100 km/h in appena 2,78 secondi e garantisce 800 km di autonomia nel (permissivo) ciclo cinese CLTC, permettendo di accumulare energia sufficiente a percorrere 510 km in soli 15 minuti. La Xiaomi ha però annunciato anche la produzione in serie di un modello per l'uso stradale derivato dal prototipo da pista SU7 Ultra: quest'ultimo ha recentemente stabilito il record sul circuito tedesco del Nürburgring Nordschleife, completando un giro in 6:46.874 e guadagnandosi il titolo di berlina a quattro porte più veloce del mondo. La variante impiega un powertrain con tre motori da 1.548 CV (1.139 kW) e raggiunge una velocità massima superiore a 350 Km/h. Numeri decisamente da primato e che potranno essere gestiti sul modello di serie grazie a numerosi sistemi di assistenza presenti già sulle altre versioni della SU7: compresa la suite Xiaomi Pilot Max, in grado di offrire una guida automatizzata di Livello 3.
Porsche - 911 GTS, rivoluzione ibrida - VIDEO
Il nuovo sistema T-Hybrid della Porsche 911 GTS cambia la storia della principessa di Zuffenhausen: combina un motore sincrono a eccitazione permanente, integrato nella trasmissione PDK a otto rapporti, e un turbocompressore elettrico di ultima generazione. Quest'ultimo elimina il ritardo tipico dei turbo convenzionali, migliorando la risposta dell'acceleratore e le prestazioni generali. La batteria ad alto voltaggio, leggera e compatta, è posizionata strategicamente per ottimizzare la distribuzione del peso, rendendo tutto più efficiente senza compromettere la dinamica di guida. Che è da brividi.
Equilibrio tra gli estremi. La GTS accelera da 0 a 100 km/h in soli 2,9 secondi (0,3 secondi in meno rispetto al modello precedente) e tocca i 310 km/h di velocità massima in pista. La GTS, tuttavia, punta a un equilibrio tra utilizzo stradale e performance: le sospensioni sportive con ammortizzatori adattivi PASM, il ribassamento di 10 mm e il sistema di sterzo posteriore di serie sottolineano questa doppia anima, garantendo stabilità a velocità elevate e agilità nei tratti più impegnativi.
Più digitale. L'arrivo del T-Hybrid coincide con l'adeguamento stilistico della 911. Il design della 992 è stato affinato per ottimizzare aerodinamica e funzionalità: la nuova fascia anteriore specifica del modello, con prese d'aria attive, si combina con un diffusore posteriore evoluto e cerchi disponibili in configurazioni fino a 21 pollici. All'interno, un cockpit completamente digitale offre connettività avanzata e funzioni come Apple CarPlay e streaming video opzionale, trasformando l'abitacolo in un vero hub tecnologico. Tanta tecnologia, dunque, ma anche una domanda aperta: l'ibrido leggero può davvero offrire quel qualcosa in più senza compromettere l'essenza della 911? La risposta è nel video qui sopra.
Dakar 2025 - Gli equipaggi italiani
Vacanza all'estero che fai, italiani che trovi. Sempre. Un grande classico. E sarà così anche dal 3 al 17 gennaio in Arabia Saudita, anche se la Dakar 2025 non avrà nulla a che vedere con il relax per gli oltre 800 iscritti nelle varie categorie. La spedizione italiana al raid più celebre del mondo è ingente, con tanti nostri connazionali che gareggeranno nelle varie categorie. E a quanto pare, la categoria Classic è la nostra preferita.
Classic. Tra i modelli che hanno fatto la storia del raid creato da Thierry Sabine, troviamo: Lorenzo Traglio e Rudy Briani secondi nella Classic 2024 su Nissan Terrano #701; Maurizio Traglio e Francesco Maria Proietti su Nissan Terrano II R20 #707; Renato Rickler Del Mare e Massimo Gabbrielleschi su Mitsubishi Pajero #715; Gian Paolo Tobia Cavagna e Gianni Pelizzola su Nissan Patrol #720; Josef Unterholzner e Franco Gaioni su Mitsubishi Pajero #731; Maurizio Dominella navigherà Cameron Moore su Nissan Patrol GR #732; Guido e Maria Vittoria Dalla Rosa Prati su Nissan Patrol #733; Luciano Carcheri e l'inossidabile Fabrizia Pons la mitica navigatrice di Michèle Mouton sull'Audi quattro nei primissimi anni Ottanta e terza assoluta, come co-pilota di Jutta Kleinschmidt, alla Dakar 2005 su Isuzu Vehicross #735; Antonio Ricciari e Simona Morosi su Mitsubishi Pajero #738; Ugo Bullesi e Myriam Manzoni su Mitsubishi Pajero #746; Damiano Lipani e Stefano Crementieri su Mitsubishi Pajero Evo #749; Henry Favre e Alessandro Iacovelli su Mitsubishi Pajero #751; Luigi Bianchi e Gianluca Sbaraglia su Mitsubishi Pajero Evo #757; Francesco Pece e Monica Buonamano su Nissan Terrano #763; Eufrasio e Antonio Anghileri su Nissan Patrol #766; Daniele Bottallo terzo nella Classic 2023 e 2024 che navigherà Filippo Giorgio Colnaghi su Nissan Patrol #767; Marco Ernesto Leva e Alexia Giugni su Mitsubishi Pajero #769; Stefano Calzi, Umberto Fiori e Gialuca Ianni su Man #901; la presentatrice e conduttrice televisiva Irene Saderini che prenderà il via sull'Iveco Magirus #903 insieme a Giuseppe Simonato e Alessio Bentivoglio; Giuliano Bergo, Luca Macrini e Rocco Sbaraglia su Iveco Eurocargo #911; Roberto Camporese e Paolo Scalzotto su Unimog #913.
Auto. Nella categoria Auto troveremo: Maurizio Gerini, nuovamente navigatore di Laia Sanz a bordo del buggy Century Racing CR6-T #223; Eugenio Amos e Paolo Ceci su MD Optimus #236; Agostino Rizzardi e Francesca Gasperi sempre su Century Racing CR6-T #260.
Challenger/SSV. Nelle classi riservate alle quattro ruote leggere corrono Gianpaolo Bedin e Alberto Marcon su Buggy Raitec RT3B #355; Michele Cinotto e Alberto Bertoldi su Polaris RZR XP Pro #414; Pietro Cinotto e Martino Albertini su Polaris Pro R #431 ed Enrico Gaspari con lo spagnolo Mota a navigarlo su Polaris RZR Pro R #406; Stefano Marrini e Matteo Lardori su BRP Can-Am Maverick X3 Turbo R #438;
Camion. Nella categoria Truck, riservata ai bestioni, gareggiano Claudio Bellina, Danilo Petrucci sì, quel Petrucci, ex MotoGP e Marco Arnoletti su Iveco Powerstar #608; Paolo Calabria, Loris Calubini e Giuseppe Fortuna su Man TGA #619; Giulio Verzelletti, Antonio e Carlo Cabini a bordo dell'Iveco Powerstar #633; Cesare Rickler Del Mare e Aldo De Lorenzo con lo spagnolo Silva su Iveco Powerstar #636; Niccolò Funaioli in qualità di meccanico del Tatra 815 #641 pilota Tomas Tomececk e navigatore Art Munster; David Giovannetti con il francese Paco Fernández su Unimog U4023 #647.
Guida autonoma - Pechino accelera sulle auto senza conducente
Prima della fine del 2024 Pechino ha approvato una nuova serie di norme che incentivano la guida autonoma nella capitale cinese, con l'obiettivo - entro i prossimi mesi - di consentire la circolazione di taxi e autobus senza conducente. Stando a quanto riporta il quotidiano governativo Beijing Daily, dopo aver superato una serie di test su strada e di sicurezza i veicoli autonomi potranno richiedere l'accesso alla sperimentazione sulle strade aperte al pubblico a partire dall'1 aprile 2025.
La Cina ci crede tantissimo. Mentre negli Stati Uniti il sogno della guida autonoma pare avviarsi al tramonto, almeno per alcune realtà come la Cruise, la Cina spinge su questa tecnologia promuovendo, tra le altre cose, anche la costruzione di strade intelligenti e un'infrastruttura a supporto del trasporto pubblico senza conducente. Oltre a Pechino, in questa direzione si stanno muovendo altre municipalità, come quella di Wuhan, che ha approvato una serie di norme per lo sviluppo di veicoli connessi intelligenti: in totale sono 19 le città che hanno già dato il via libera alla sperimentazione per la guida senza conducente su taxi e robobus. Tra le società più impegnate in questo settore c'è la Apollo Go (di proprietà del colosso tecnologico Baidu) e la Tesla, che punta a portare la sua tecnologia di guida assistita FSD in Cina entro i primi mesi del 2025, con l'obiettivo di avviare la produzione dei suoi robotaxi nell'anno successivo.
QNovità 2025 - Volkswagen T-Roc, più grande e ibrida
Il successo commerciale della T-Roc ha convinto i vertici Volkswagen a lavorare a una nuova generazione, che avrà dalla sua una serie di importanti novità tecniche. Il passaggio dalla piattaforma Mqb alla Mqb evo consentirà di accogliere in gamma powertrain elettrificati, ma imporrà anche una crescita sensibile delle dimensioni.
Sarà più grande. La T-Roc dovrebbe allungarsi di circa 10 centimetri, concentrati soprattutto nel passo per garantire maggiore spazio interno. Nello stile manterrà proporzioni simili al modello uscente, ma sarà fortemente influenzata dall'evoluzione vista sui modelli più recenti del marchio, specie nella definizione del frontale e della coda, staccandosi dalla prima generazione del 2017. Difficile, se non impossibile, pensare a un ritorno della poco fortunata Cabriolet.
Powertrain elettrificati per tutte. Come tutte le Volkswagen recenti, anche la T-Roc potrà contare su powertrain endotermici mild hybrid e plug-in hybrid, ma è importante notare che non esisterà un benzina tradizionale entry-level. Grande attenzione sarà inoltre rivolta all'infontainment e alla dotazione di Adas.
Prova bagagliaio - Trasporti eccezionali
Monovolume, station wagon e Suv: c'è davvero di tutto, fra le macchine con il bagagliaio extralarge transitate al Centro prove nel 2024. Nelle schede qui sopra le trovate in ordine di capienza, dal decimo al primo posto. Per ciascun modello, naturalmente, non manca l'immagine del vano e una breve descrizione dei punti forti (e i difetti). Per scoprire la vincitrice, non vi resta che... sfogliare.
Lombardia - Allarme smog, scatta il blocco del traffico a Milano
Troppo smog in Lombardia: come da protocollo, la Regione ha attivato oggi (31 dicembre 2024) misure temporanee di primo livello nelle province di Milano, Monza Brianza, Lodi e Cremona. Nei Comuni con più di 30.000 abitanti, e in quelli che hanno aderito su base volontaria, è scattato il divieto di circolazione dei veicoli fino a Euro 1 a benzina e fino a Euro 4 diesel compresi. Devono fermarsi anche i veicoli dotati di Fap (filtro antiparticolato) efficace o aderenti al servizio Move-In. Nei prossimi giorni verrà valutato se prolungare lo stop, in base al rilevamento di PM10. Per i trasgressori, verbale di 168 euro.
Come informarsi meglio. Una pagina web della Regione Lombardia evidenzia le misure permanenti e temporanee adottate da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, con una mappa interattiva colorata. C'è la possibilità di iscriversi a un servizio notifiche, per conoscere i provvedimenti in tempo reale, evitando così le multe.
Volkswagen - Accessibili sul web i dati di 800 mila elettriche del Gruppo
Negli ultimi mesi la Volkswagen avrebbe involontariamente lasciato accessibili le informazioni relative alle ricariche e agli spostamenti di circa 800 mila auto elettriche del gruppo, rendendo possibile ricostruire movimenti e abitudini dei suoi conducenti. quanto riporta il magazine tedesco Der Spiegel in un'inchiesta pubblicata alcuni giorni fa. Per il Costruttore tedesco, già alle prese con una delle crisi più gravi della sua storia, si tratta di un ulteriore (e grave) passo falso.
Il leak. La falla è partita da Cariad, la società del gruppo Volkswagen che si occupa dello sviluppo del software delle sue auto elettriche, ed è stata scoperta dal collettivo hacker Chaos Computer Club. Secondo quanto riferisce la CCC, su un server Amazon sono stati accessibili per diversi mesi tutti i dati raccolti dalle auto elettriche tedesche, dai tempi di ricarica alle destinazioni impostate dal navigatore. Analizzando accuratamente le informazioni sarebbe stato possibile risalire alle abitudini di guida degli utenti, e seguirne gli spostamenti. Secondo lo Spiegel, tra le persone coinvolte nel data leak ci sarebbero alcuni politici tedeschi, imprenditori e l'intera flotta elettrica della polizia di Amburgo.
Nessun dato sensibile. La Cariad è intervenuta immediatamente bloccando l'accesso alle informazioni, sottolineando che per ottenerle era comunque necessaria molta esperienza, un considerevole investimento di tempo e la capacità di combinare tra loro diversi insiemi di dati. Al momento non risulta che le informazioni siano state scaricate da altri soggetti, o che siano state utilizzate per scopi malevoli. La Volkswagen ha inoltre ribadito che la fuga non coinvolge dati personali, e che i clienti non devono fare nulla, dal momento che le informazioni non riguardano password o metodi di pagamento.
Leapmotor C10 - La versione Range Extender con quasi mille km di autonomia
La Leapmotor amplia la gamma della Suv C10 affiancando all'elettrica la variante Reev (Range Extender Electric Vehicle): l'auto sarà svelata in anteprima europea il prossimo 10 gennaio al Salone di Bruxelles. Questo modello utilizza il motore endotermico come range extender, ossia come generatore per ricaricare la batteria di trazione, una tecnologia che il marchio cinese del gruppo Stellantis introduce per la prima volta sul mercato. I prezzi di listino saranno resi noti a breve.
950 km complessivi con benzina ed elettroni. Il dato su cui la Leapmotor pone maggiore attenzione è quello dell'efficienza: la Reev garantisce oltre 950 km di percorrenza (contro i 420 km omologati della Bev), con una media di 0,4 l/100 km e 10 g/km di CO2; oltre che dalle colonnine in corrente alternata, l'auto può essere ricaricata da quelle in corrente continua con una potenza massima di 65 kW. Il motore elettrico eroga 215 CV ed è abbinato a una batteria da 28,4 kWh, che permette di percorrere 145 km nel ciclo Wltp. Utilizzando il motore benzina da 1,5 litri come generatore è possibile caricare le batterie senza fermarsi alle colonnine; sono previste diverse modalità di guida per dare priorità alle prestazioni o all'efficienza. I dati completi relativi ad accelerazione, velocità e ripresa non sono ancora stati resi noti ma potrebbero essere molto simili a quelli dell'elettrica da 218 CV già in commercio.
Colonnine di ricarica - Un 2025 di forte crescita, ma con alcune incognite
Nel 2024 è salito da 47.000 a 60.000 il numero di punti di ricarica pubblici nel nostro Paese (di cui oltre 48.000 sotto i 50 kW), in costante crescita dal 2020, quando ammontavano a 10.000: tradotto, fa circa 30.000 colonnine, visto che ogni stazione ha due prese. E per il futuro? Ci aspettiamo che la rete di ricarica italiana continui a espandersi in modo molto significativo, sia nel 2025 sia negli anni a seguire", ci rivela Motus-E, l'associazione della filiera della mobilità elettrica. "In arrivo ci sono anche pool ad alta potenza.
Le variabili in gioco. Insomma, l'ottimismo c'è. Ma restano delle incognite: Sarà anzitutto fondamentale capire se il governo riuscirà a consentire la messa a terra dei fondi europei del Pnrr, che rappresenterebbero il primo contributo pubblico rilevante in Italia per questa infrastruttura strategica", continua Motus-E. "Occorrerà inoltre iniziare a monitorare seriamente l'andamento del mercato auto. Guardando al medio-lungo termine, il continuo incremento delle colonnine dovrà essere alimentato da un adeguato passo avanti del parco elettrico circolante. Un problema, allo stato attuale delle immatricolazioni Bev. Almeno in Italia.
I guai della burocrazia. Resta anche la questione delle infrastrutture scollegate alla rete elettrica: su 100 colonnine, quasi 18 sono prive di corrente per varie ragioni burocratiche. Ecco perché di recente E-Distribuzione, Motus-E e Utilitalia hanno firmato un protocollo d'intesa: obiettivo, agevolare e intensificare il dialogo tra le parti (distributori di energia elettrica e operatori della ricarica) attraverso canali di comunicazione maggiormente strutturati.