Stellantis - Auto vecchie da rottamare: Elkann spinge per un piano europeo
Urge un programma europeo di rottamazione delle auto più vecchie, da sostituire con vetture nuove: è questo uno dei punti chiave dell'intervista che il presidente di Stellantis, John Elkann ha rilasciato a Politico, partendo dal presupposto che è salita a 12,3 anni l'età media del parco circolante di 252 milioni di unità. Si tratta di una delle richieste che il gruppo avanza alla Commissione Ue per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, in prossimità dell'imminente revisione del regolamento CO2, che potrebbe tenersi il 10 dicembre 2025. Meno CO2 con crediti, sgravi fiscali e incentiviIl sistema, dal 2028, si baserebbe su certificati di rottamazione forniti dalle Case, che dimostrino la rottamazione di auto con più di 12 anni. Elkann auspica che un eventuale piano di demolizione e sostituzione delle macchine più anziane, anche tramite sgravi fiscali e incentivi, accrediti l'industria automobilistica per la quantità di CO2 ridotta. Tradotto, significa che i benefici dovrebbero essere attribuiti alle Case: la riduzione di CO2 risultante (la differenza tra le emissioni delle vecchie auto e quelle delle nuove) andrebbe contabilizzata a favore delle aziende. Sì, inoltre, ai supercrediti per le elettriche con batterie fino a 60 kWh. "Calerebbero anche i prezzi"Il programma di rottamazione avrebbe anche altre conseguenze positive: In secondo luogo", osserva Elkann, il piano di rottamazione "creerebbe crescita: e terzo, si sarebbe in grado di affrontare uno dei problemi più grandi emersi in Europa, che è il prezzo del nuovo. Esiste un modo per progettare meccanismi a saldo neutro per il bilancio Ue, sostiene Elkann. Sì alle ibride plug-in dopo il 2035Stellantis, inoltre, ha una lunga lista di modifiche normative che, a suo avviso andrebbero incluse nel futuro pacchetto automobilistico affinché l'industria auto resti un pilastro dell'economia europea. Una riguarda il "tutto elettrico" nel 2035: Elkann chiede che, anche dopo quella data, siano ammessi le ibride plug-in (Phev), i modelli con range extender (Erev) e i carburanti rinnovabili per i motori a combustione tradizionali. Phev ed Erev meriterebbero anche un regime favorevole: un riconoscimento maggiore della loro capacità di ridurre le emissioni nel ciclo di omologazione. Il calcolo per la conformità agli obiettivi CO2 di un costruttore verrebbe facilitato dalla vendita di ibride plug-in e range extender, considerate più vicine alle Bev nel conteggio complessivo. Doppio binario per i commercialiPremesso che l'attuale regolamento pone i veicoli commerciali nella stessa categoria delle auto, Elkann propone che i primi siano normati in modo diverso dalle vetture. L'idea di Stellantis è convertire la media di tre anni in una cinque (2025-2029), seguita da un altro periodo di media di cinque cinque anni (2030-2034). E-Car tutta da definireIl presupposto è che il presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 9 settembre 2025, ha parlato di E-Car come auto piccole e accessibili. Senza specificare se le possibili future macchine europee siano elettriche o termiche. Qual è la posizione di Elkann al riguardo? favorevole all'iniziativa delle E-Car, ma non si esprime sulla propulsione, proprio mentre le lobby verdi vanno in pressing affinché le vetture Ue siano solo a batteria. Infine, una battuta su una questione delicata e controversa, considerando la globalizzazione della catena di approvvigionamento: l'esatta definizione del contenuto locale delle E-Car, insomma su quanta Europa debba esserci in queste macchine per favorire il più possibile il Vecchio Continente a scapito della Cina. Oggi è solo un concetto. Se il tema non venisse affrontato il 10 dicembre, la chiosa di Elkann, l'E-Car resterebbe un pio desiderio.
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Bosch e Ligier - Abbiamo guidato il V6 Nettuno della Maserati... a idrogeno
Le auto da corsa devono far rumore. Punto. Perché (buona) parte dell'emozione del pubblico passa proprio da quel baccano che emettono dai loro scarichi. Ma in un futuro in cui le emissioni non dovranno più esserci, passando all'elettrico il motorsport perderà per forza di cose il suo timbro vocale. O forse no. Già, perché l'elettrico non è la sola soluzione per l'abbattimento delle emissioni inquinanti: la Bosch e la Ligier hanno infatti sviluppato un'auto da corsa alimentato a idrogeno. Ma non quell'idrogeno che in molti conoscete, quello delle fuel cell: gli ingegneri tedeschi hanno montato su un prototipo dell'azienda francese un V6 Nettuno della Maserati alimentandolo a idrogeno. Una soluzione che porta le emissioni di CO2 a livelli bassissimi (0,8 g/km, unicamente per via dell'olio di lubrificazione che viene impiegato nel motore), preservando il sound e le sensazioni di guida di una sportiva a benzina. E su quest'ultimo punto, posso garantire in prima persona. Perché la Bosch me l'ha fatta guidare in pista, a Boxberg (Germania), per farmi capire com'è un'auto da corsa, a combustione, alimentata a idrogeno. Sotto zeroPer creare questo prototipo - nato per la pista, ma pensato per sviluppare future tecnologie applicabili alle auto stradali - la Bosch è partita da una Ligier di LMP3 riprendendone totalmente l'avantreno, con sospensioni push rod, e parte del telaio. Dietro è stato montato il V6 3.0 biturbo Nettuno (senza alcuna partnership con Maserati) ed è stato creato un retrotreno specifico, visto che la Ligier non impiega questo motore. Nella parte centrale dell'auto è stato ricavato lo spazio per tre serbatoi di idrogeno, per una capacità di circa 150 litri, sufficiente per 6,3 kg di combustibile. Una bombola è posizionata dietro l'abitacolo, mentre le altre due sono sotto ai larghi brancardi su cui ci siede per entrare nell'abitacolo: in condizioni si guida spinte, la temperatura scende fino a -20 e nonostante l'isolamento si percepisce il freddo a livello di gambe e fianchi. Zero CO2 (o quasi) e 20 minuti a tutto gasPer il resto, l'auto è molto simile al modello da cui deriva, con il V6 trapiantato che utilizza gran parte della meccanica di serie: solo alcuni dettagli come le candele e il sistema di iniezione sono stati modificati. Rispetto al Nettuno della MCPura, però, questa unità alimentata a idrogeno risulta più potente proprio per via del diverso combustibile: la Bosch dichiara 650 cavalli al banco e 880 Nm di coppia, per una velocità massima di 290 chilometri orari. Per ora l'autonomia è di circa 20 minuti nella guida full gas, ma con la nuova generazione di serbatoi attualmente in fase di sviluppo la Bosch punta ad arrivare a range d'utilizzo fino a cinque volte superiori. Guarda caso, il tempo di uno stint delle auto a benzina a Le Mans, dove quest'auto è stata presentata e dove i tedeschi puntano a correre con un prototipo a idrogeno nel 2028, in una nuova categoria ad hoc che entro il 2033 potrebbe diventare uno standard nelle competizioni di durata: l'obiettivo, anche nel motorsport, è infatti quello di azzerare le emissioni. E in questo il V6 biturbo alimentato a idrogeno è campione: gli NOx sono un terzo (21 g/km) di quelli imposti dalle regolamentazioni Euro 7, gli NH3 un quarto e la CO2 è oltre 260 volte inferiore rispetto a quella dello stesso motore alimentato a benzina. L'idrogeno, infatti, è un gas puro e non contiene carbonio: gli 0,8 g/km di CO2 rilevati dalla Bosch sono infatti largamente dovuti all'anidride carbonica naturalmente presente durante i test (0,7 g/km), più un decimo di grammo dovuto alla combustione dell'olio che viene utilizzato per lubrificare il motore. Olio su cui la Bosch sta lavorando con alcuni fornitori per contenere ulteriormente le emissioni. Per i pistoni del futuroPerdonerete se, per una volta vista l'eccezionalità di quest'auto, relego le sensazioni di guida all'ultimo paragrafo. Mi calo nell'abitacolo (entrare non è facile, visto che i brancardi sono larghi quasi una quarantina di centimetri) e mi siedo su un sottile sedile di fibra di carbonio, regolabile longitudinalmente. Trovata la posizione di guida e allacciate le cinture a quattro punti premo il pulsante del razzo sulla pulsantiera, scatenando il Nettuno. All'accensione, un suono cupo squarcia il silenzio, ribadendo subito che lei è una vera auto da corsa. Paddle destro, marcia dentro e si parte. Le gomme sono fredde e inizio a prendere confidenza con l'auto, scaldandola. Il turn in è impressionante grazie al servosterzo da corsa e alle sospensioni push rod: chiudere troppo la traiettoria facendo allargare la coda è un attimo. Scalo un paio di marce e inizio a spingere fino a quota 7.000 giri e oltre. Davanti a me c'è un display con i classici Led che ti segnalano quando cambiare, ma ho già confidenza col Nettuno e mi risulta naturale ingranare a orecchio. Già, perché se da un lato il sound è la gioia delle folle di appassionati, dall'altro è utilissimo per il pilota perché ti aiuta a gestire al meglio il cambio e ti accompagna raccontandoti tanto dell'auto. In curva non hai tempo per guardare il display con la velocità e proprio il sound ti aiuta a capire la tua andatura, riproducendo lo stesso tono giro dopo giro. Passo una cresta col gas tutto giù, la curva davanti a me si avvicina rapidamente, stacco all'ultimo e la Ligier non fa una piega: è stabilissima e in ingresso curva fa esattamente quello che gli chiedo con lo sterzo. la magia della ripartizione dei pesi, che con il motore in posizione centrale è perfetta per la bella guida. La lascio scorrere e appena intravedo l'uscita di curva vado rapido, ma progressivo, sull'acceleratore. Mette a terra gli oltre 600 cavalli con una disinvoltura inaspettata, spingendomi verso il rettilineo a velocità pazzesche. Seconda, terza, quarta.. questo motore endotermico a idrogeno spinge davvero bene e mi sembra quasi più reattivo del Nettuno a benzina (poi i tecnici mi spiegheranno che in effetti è così, per via di una differente gestione delle fasi di combustione). Il tutto con un sound che è goduria pura. Insomma, l'avete capito, questo propulsore è una ventata d'aria fresca per gli appassionati di auto sportive. Perché può salvare i motori a combustione dal futuro a zero emissioni (o quasi). Tanto in pista quanto fuori (infrastrutture permettendo).
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Bugatti Campogalliano - Cosa resta della Fabbrica Blu? - VIDEO
Nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 2025, la Fabbrica Blu di Campogalliano è tornata a far parlare di sé. Ma non per una nuova Bugatti: l'ex stabilimento modenese, simbolo della breve rinascita del marchio all'inizio degli anni Novanta, è stato invaso da migliaia di persone per un rave party non autorizzato. Abbiamo voluto vedere di persona le condizioni in cui versa oggi l'ex sito produttivo. Il rave non autorizzatoNella notte di Halloween, cinquemila giovani arrivati da tutta Europa hanno trasformato la Cattedrale del motore in una discoteca a cielo aperto: musica elettronica ad altissimo volume, fari e generatori accesi tra i capannoni di vetro e cemento dove un tempo prendeva forma la EB110, sviluppata sotto la guida tecnica dell'ingegner Paolo Stanzani e collaudata dal team di Loris Bicocchi. Le immagini del rave hanno mostrato un altro volto della fabbrica: finestre infrante, scritte sui muri, macerie e abbandono. Un trattamento che ha aggravato una situazione già critica, peggiorata rapidamente negli ultimi tre anni. Una storia nata nel 1990Il sito, progettato dall'architetto Giampaolo Benedini e inaugurato nel 1990, era stato concepito come un tempio dell'automobile: linee pulite, spazi luminosi, un design industriale che univa efficienza e bellezza. Tutto raccontava la visione di Romano Artioli, l'imprenditore che aveva riportato il nome Bugatti in vita. Ma il sogno durò poco: nel 1995 la fabbrica chiuse i battenti. Da allora, i tentativi di rilancio si sono susseguiti senza successo, e la Fabbrica Blu è rimasta sospesa nel tempo, tenuta in ordine per decenni dalla famiglia Pavesi custodi del sito fin dagli anni Novanta che però nel 2022 ha dovuto lasciarlo su richiesta dell'attuale proprietà. Un destino (forse) già scrittoI progetti di recupero l'ultimo nel 2022, con la vendita all'imprenditore francese Adrien Labi non si sono mai concretizzati, lasciando il complesso in balìa del tempo e dei vandali. Un paradosso che racconta meglio di qualsiasi cronaca la parabola di un sogno industriale: nato per celebrare l'ingegno e la velocità, finito come un relitto del passato. Il rave di Halloween è stato la conseguenza inevitabile di questo vuoto: un evento spontaneo, illegale, ma anche la prova di quanto quel luogo continui a esercitare fascino, pur nella sua decadenza. Forse, però, prima di condannare chi ci balla dentro, dovremmo chiederci chi ha spento la luce per primo.
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FIEG - Appello al senso di responsabilità dei giornalisti
Nell'ultimo decennio gli editori, nonostante il dimezzamento dei ricavi che in tutto il mondo ha colpito la carta stampata, hanno significantemente investito nelle aziende per garantire una informazione di qualità e per salvaguardare l'occupazione.In tale contesto, il contratto di lavoro dei giornalisti è fermo a modelli organizzativi superati dall'evoluzione tecnologica: la rigidità economica e normativa, nonché l'onerosità ed anche la presenza di situazioni paradossali come il pagamento delle ex festività abrogate da una legge del 1977 impongono modifiche significative. In questi anni, comunque, il costoso sistema degli scatti in percentuale previsto dal contratto oramai un unicum ha sostanzialmente garantito il potere d'acquisto dei giornalisti.Nonostante l'assenza di disponibilità da parte sindacale a innovare in alcun modo le norme contrattuali, le aziende editoriali hanno formulato un'offerta economica importante.Gli editori ritengono, pertanto, poco costruttiva la posizione della FNSI di respingere la proposta e proclamare uno sciopero in un contesto difficile come quello attuale e, facendo appello al senso di responsabilità dei giornalisti, confidano in un più realistico confronto sulle sfide che investono oggi il mondo dell'editoria e la professione giornalistica.
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FNSI - Comunicato sindacale sullo sciopero del 28 novembre
Il giornalismo è presidio fondamentale per la vita democratica del nostro Paese, ma la qualità dell'informazione si sta deteriorando. Gli editori non hanno colto le opportunità nei ricavi della trasformazione digitale del settore e davanti alla crisi dei media tradizionali hanno preferito tagliare il costo del lavoro. La riduzione degli organici delle redazioni e delle retribuzioni dei giornalisti attraverso licenziamenti, ripetuti stati di crisi con le casse integrazioni e migliaia di prepensionamenti, la paralisi contrattuale hanno inaridito l'offerta di notizie con ricadute negative sul pluralismo e sul diritto dei cittadini a essere informati.Per queste ragioni i giornalisti hanno proclamato lo sciopero nazionale per il 28 novembre per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro Fnsi-Fieg, scaduto da oltre dieci anni. Ritengono che per lo sviluppo dell'informazione sia necessario un nuovo accordo con gli editori che tenga conto della perdita del potere d'acquisto degli stipendi eroso dall'inflazione, che favorisca l'ingresso nelle redazioni di giovani, che garantisca diritti e retribuzioni adeguate alle migliaia di collaboratori e corrispondenti - per lo più precari - che tutti i giorni raccontano quanto accade nelle nostre città. Il nuovo contratto non deve lasciare indietro nessuno, tutelando i diritti acquisiti, contemplando nuove figure professionali e occupandosi di intelligenza artificiale e di equo compenso per la cessione dei contenuti sul web. Lo sciopero, che sarà preceduto il giorno prima, 27 novembre, da una manifestazione di piazza a Roma, non ha motivazioni politiche, ma vuole ribadire che un'informazione di qualità è possibile solo con giornalisti professionali liberi tutelati, come tutti i lavoratori del nostro Paese, nei loro diritti e nelle retribuzioni adeguate dal rinnovo del contratto di lavoro.
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Milano - House of BMW: il passato incontra il futuro a San Donato Milanese
Il 13 novembre, nella sede BMW di San Donato Milanese, è stata inaugurata la nuova House of BMW Italia. Questo progetto di rinnovamento trasforma gli spazi al piano terra dell'edificio, concepiti originariamente dall'architetto Kenzo Tange tra il 1996 e il 1998, in un ambiente accogliente pensato per anche per ospitare eventi. L'iniziativa segna il ritorno al progetto originario, una decisione presa nel dicembre 2024, e riflette la filosofia "human centric" che ha guidato la Casa di Monaco negli ultimi anni. Una storia di successoIl nuovo spazio, dedicato a tutti i brand del gruppo (BMW, Mini e BMW Motorrad), come ha sottolineato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e Amministratore Delegato di BMW Italia, non è solo un quartier generale, ma un ambiente dove collaborare, ispirarsi e condividere valori. La nuova House of BMW Italia è pensata per rafforzare la cultura aziendale, ma anche per l'aggregazione e la condivisione dei valori del marchio tedesco. Il concetto di "House of BMW Italia" è nato nel 2021, con l'obiettivo di riportare le relazioni umane di alto livello al centro della strategia aziendale. Questo modello, lanciato inizialmente a Milano (in via Verri, via Monte Napoleone e via Manzoni), ha rappresentato un caso di successo in Italia ed è stato accolto con entusiasmo anche a livello internazionale, diventando itinerante in eventi prestigiosi come i Festival di Sanremo e Cannes o gli Internazionali di Tennis di Roma, per poi espatriare persino a New York e Tokyo. Il successo della filosofia della House of BMW Italia ha ispirato anche il progetto Retail Next, un ambizioso piano secondo il quale entro la fine del 2025 il 70% delle concessionarie italiane verrà trasformato in spazi caldi e accoglienti, più affini a showroom di moda che a saloni dell'auto tradizionali. Le Neue Klasse di ieri e di oggiLa serata inaugurale ha ospitato una piccola esposizione di modelli chiave per il marchio di Monaco, con un percorso temporale che includeva una BMW 1500 (la prima Neue Klasse, disegnata da Giovanni Michelotti negli anni Sessanta), considerata la pioniera delle berline sportive e chiave del rilancio globale del brand, e una BMW M1 firmata Giorgetto Giugiaro. A queste si sono aggiunte una BMW X5 del 1999, tra le vetture che hanno contribuito a creare il segmento delle Suv, e una BMW i8 Roadster, antesignana delle ibride plug-in sportive. Immancabile, infine, la presenza della nuova Neue Klasse, la BMW iX3 elettrica.
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The Cal - Tutte le foto del calendario Pirelli 2026
La Pirelli ha presentato la 52esima edizione del Calendario Pirelli 2026, noto anche come The Cal, che per il 2026 è stato firmato dal fotografo e regista norvegese Slve Sundsb. Presentato presso la Casa municipale di Praga, il nuovo Calendario Pirelli si chiama Elements e racconta ed esplora, attraverso 22 immagini, le connessioni tra l'essere umano e la natura: donne immaginate come incarnazioni simboliche degli elementi naturali - terra, aria, fuoco e acqua - ma anche di forze più intangibili, come l'energia, l'etere e la luce. Ho voluto catturare emozioni, istinti e stati d'animo che sono centrali nella vita umana, spiega Sundsb, l'autore del The Cal 2026. Il desiderio di libertà, la curiosità, la sete di conoscenza. Immaginazione, passione, il desiderio di emancipazione, il legame con la natura e il nostro rapporto con il tempo e lo spazio. Le modelle del Calendario Pirelli 2026Quest'anno, le protagoniste della 52esima edizione del Calendario Pirelli sono undici donne, personalità del mondo del cinema, della moda, dello sport e della musica, ciascuna protagonista di due scatti: l'attrice scozzese Tilda Swinton, la britannica Gwendoline Christie, la cantautrice britannica FKA twigs, l'attrice e filmmaker italoamericana Isabella Rossellini, la campionessa di tennis statunitense Venus Williams, la stilista ed ex modella inglese Susie Cave (già apparsa nei calendari del 1991 e del 1986, firmato da Helmut Newton).E ancora: l'attrice italiana Luisa Ranieri, la modella russa Irina Shayk, l'attrice cinese Du Juan (già nel Calendario 2008), la top model ceca Eva Herzigová (presente nelle edizioni 1996 e 1998) e l'attrice portoricana Adria Arjona, vista di recente in Star Wars: Andor.
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Dakar 2026 - Dentro la sfida del team Sandriders
A meno di due mesi dal via della Dakar 2026, in programma dal 3 al 17 gennaio, il team Sandriders - composto da Cristina Gutierrez, Pablo Moreno ed Edouard Boulanger, fresco campione mondiale navigatori e co-pilota di Sébastien Loeb - ci ha svelato i segreti della preparazione e le ultime novità tecniche del prototipo Dacia in gara. Eroina dei raidLa Dakar è un crocevia di discipline: rally, enduro, ATV. E forma una nuova generazione di piloti, come Cristina Gutierrez. Dal 2017 a oggi ha percorso migliaia di chilometri nel deserto, passando dalla Mitsubishi Pajero al ruolo di punta nel team ufficiale Dacia. stata la prima donna a vincere una tappa Dakar dai tempi di Jutta Kleinschmidt nel 2005.La preparazione mentale è fondamentale racconta perché durante la gara si dorme pochissimo e non c'è margine d'errore. Quest'anno non ci saranno l'Empty Quarter né la prova di 48 ore, ma affronteremo comunque 5.000 km di speciali e due tappe Marathon.Sul piano fisico, Gutierrez alterna sessioni aerobiche in bici a esercizi di forza in palestra: Serve anche per aiutare il co-pilota nelle riparazioni e nei cambi gomme. Le novità del SandriderDopo il debutto nel 2025 con il quarto posto di Nasser Al Attiyah, Dacia punta al podio con quattro equipaggi e un prototipo Ultimate T1+ aggiornato.Tra le novità: un nuovo snorkel per migliorare l'aspirazione del motore, la rimozione della box posteriore degli utensili (ora sotto l'abitacolo) per favorire il raffreddamento del 3.0 V6 biturbo a iniezione diretta, alimentato con carburante sintetico. Rinforzati anche braccetti e trapezi delle sospensioni. Timing, precisione e digitaleCi fanno raccontare un romanzo in cento parole, esordisce Edouard Boulanger, sottolineando la precisione richiesta al navigatore. Le note vanno date né troppo presto né troppo tardi, ogni secondo conta. Il co-pilota gestisce utensili, ricambi, waypoints, roadbook, tempi e posizione. Con il roadbook digitale, la traccia viene comunicata solo 5 minuti prima della partenza: niente ricognizione, serve esperienza e intuito per individuare i punti chiave della speciale.
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Bentley - La Continental GT Supersports che riscrive la storia
La Bentley ha presentato la Continental GT Supersports, una serie speciale che verrà costruita in soli 500 esemplari numerati, e che rappresenta l'apice della gamma della coupé inglese. Questa versione offre prestazioni e soluzioni tecniche superiori alle altre e riporta nei listini la sigla Supersports, che già in passato ha caratterizzato le varianti sportive della GT. La Bentley Continental GT Supersports sarà ordinabile a partire da marzo 2026, con infinite possibilità di personalizzazioni e speciali Design Theme studiati dal reparto Mulliner. Le prime consegne sono previste dal 2027. Riscritta la dinamica di guidaLe modalità di guida sono state riprogrammate sulla base della nuova dinamica di guida e dell'impostazione tecnica della vettura, con particolare attenzione rivolta alla gestione degli ammortizzatori e delle barre antirollio attive con sistema a 48V. Il Drive Dynamics Controller prevede tre modalità: Touring offre il maggiore comfort e la rumorosità ridotta dello scarico, Bentley rende più aggressivi i settaggi di assetto, motore e cambio, mentre Sport combina tutte le regolazioni verso il massimo delle prestazioni, inclusa l'attivazione del Launch Control. Carbonio per aumentare la deportanzaIl design esterno della Supersports è stato modificato in base alle esigenze aerodinamiche e di raffreddamento: i paraurti sono specifici e all'anteriore è presente il più grande splitter mai adottato su una Bentley di serie. Altri elementi in carbonio sono stati aggiunti sui passaruota, sulle fiancate e nelle minigonne. Nel complesso, contando anche il diffusore e l'ala fissa in coda, quest'auto offre oltre 300 kg di downforce in più rispetto alla Speed. Gli interni, spogliati della zona posteriore e semplificati, offrono nuovi sedili sportivi riscaldabili con 11 regolazioni elettriche che garantiscono una seduta più bassa rispetto alle altre Continental e un maggior contenimento in curva. 100 anni dalla prima Bentley da 100 miglia orarieLo sviluppo della Supersports è stato affidato nel 2024 ad un ristretto gruppo di tecnici, che hanno preso una strada molto più estrema rispetto al passato. In sei settimane è stato realizzato il primo prototipo marciante, e con l'ausilio dei moderni sistemi di produzione e simulazione è stato possibile metterlo su strada in tempi record. La vettura è stata identificata internamente come Project Mildred per rendere omaggio a Mildred Mary Petre, che nel 1929 corse da sola la 24 Ore sul circuito di Montlhéry con una Bentley 4,5 litri, tenendo una media record di quasi 90 miglia orarie. La Casa di Crewe ha voluto inoltre celebrare con la Supersports la ricorrenza dei 100 anni dalla presentazione della Bentley 3 litri nel 1925, primo modello capace di superare le 100 miglia orarie (160 km/h). Il V8 perde l'ibrido e la trazione integraleLa base meccanica non è quella della attuale Continental GT: con una scelta che la dice lunga sulla filosofia di sviluppo di questo modello, la Supersports adotta infatti il V8 4.0 biturbo da 666 CV e 800 Nm, privato della componente ibrida e abbinato al cambio automatico doppia frizione otto marce. Questa soluzione, insieme alla rimozione dei sedili posteriori, ha permesso di ridurre il peso complessivo, inferiore alle due tonnellate (quasi 500 kg in meno rispetto alla GT). Addio anche alla trazione integrale: la Supersports scarica tutta la potenza del motore sull'asse posteriore (sempre sterzante), dove si trova un differenziale autobloccante eLSD. La GT ha il tetto in carbonio, cerchi da 22" forgiati sviluppati da Manthey Racing con pneumatici Pirelli Trofeo RS (per ottenere fino a 1,3 g in curva), impianto frenante carboceramico con dischi da 440 e 410 mm e scarico Akrapovic in titanio. Secondo i dati preliminari la Continental GT Supersports è capace di toccare i 100 km/h in 3,7 secondi e di raggiungere i 310 km/h.
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Motor Valley Accelerator - Startup, spazio e sostenibilità: Pirelli entra nellecosistema Motor Valley
L'evento che si è svolto nei giorni scorsi a Fiorano Modenese, intitolato Breakthrough Technologies at the Crossroads of Industries, ha riunito anche quest'anno oltre 20 startup internazionali, partner aziendali e investitori per approfondire le sinergie tecnologiche tra automotive, motorsport, settore aerospaziale e marittimo. In questo contesto, Pirelli è entrata nel programma come nuovo Corporate Partner del Motor Valley Accelerator. Si è trattato di un passo naturale per Pirelli, che ha costruito la propria leadership su tecnologia e innovazione, ha spiegato Dario Marrafuschi, Head of Product di Pirelli. Il contatto diretto con le startup favorisce la crescita di nuove competenze, alimenta idee capaci di trasformare il futuro della mobilità, aiuta ad affrontare le sfide della sostenibilità e della digitalizzazione. Tecnologie e mobilità sostenibile al centro dell'Expo 2025L'evento presso la Florim Gallery ha alternato pitch session, keynote, hackathon e momenti di networking, con interventi dell'astronauta Col. Walter Villadei sulla space economy, panel dedicati alle connessioni tra motorsport e aerospazio, e la presentazione di progetti pilota su materiali circolari ad alte prestazioni. La giornata si è conclusa con la premiazione di Winduction come startup più promettente e STMicroelectronics come Corporate Partner più attivo, confermando il ruolo strategico della contaminazione tra industrie per la competitività del sistema Paese. Cinque anni di risultati concreti per l'ecosistema automotive italianoMotor Valley Accelerator, piattaforma di Open Innovation promossa da CDP Venture Capital con Fondazione di Modena e UniCredit, ha investito negli ultimi cinque anni oltre 9 milioni di euro, generando 190 posti di lavoro qualificati e lanciando più di 35 Proof of Concept. Le startup del portafoglio hanno attratto ulteriori 22 milioni da fondi Venture Capital e 5 milioni in finanziamenti non diluitivi. L'ingresso di Pirelli come Corporate Partner si aggiunge a STMicroelectronics, Ferrari, Dallara, Agrati, OMR, Gruppo Hera e Unipol, rafforzando il network di collaborazione tra industria e innovazione tecnologica.
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Esperimenti - Auto ad aria, nucleari, a scarti: le alimentazioni più strane mai viste
Nei giorni scorsi Hyundai ha svelato la seconda generazione della Nexo, la sua Suv a celle di combustibile alimentata a idrogeno. Un modello che, come la Toyota Mirai, non punta a grandi volumi di vendita, ma rappresenta piuttosto un laboratorio tecnologico su ruote: un banco di prova per soluzioni energetiche che potrebbero trovare applicazione in futuro. L'idrogeno, però, è solo una delle tante strade esplorate nel tempo per rivoluzionare la mobilità.Nel corso degli anni, l'industria automobilistica ha dato vita a una lunga serie di esperimenti, prototipi e intuizioni più o meno riuscite: dalle auto ad aria compressa a quelle alimentate da energia atomica, passando per veicoli mossi da alcol, biogas e persino scarti organici.Alcuni di questi progetti sono rimasti sulla carta, altri hanno raggiunto la produzione, seppur in numeri limitati. E così, tra modelli di serie e trovate ingegneristiche al limite del credibile, nelle schede qui sopra trovate una carrellata semiseria delle alimentazioni più strane mai viste su quattro ruote.
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Jeep - Gamma Jeep 2025: da Avenger a Wrangler, modelli e prezzi per lItalia
Nonostante il mese di ottobre sia stato segnato da un importante calo nelle vendite (-22%, dati Unrae), la Jeep rimane tra le dieci case automobilistiche di maggior successo in Italia: sono 55.007 le nuove immatricolazioni dall'inizio dell'anno, con una quota di mercato complessiva del 4,25%. La Avenger è stabilmente tra le B-Suv più richieste, così come le Compass e Renegade. Di seguito andiamo a scoprire la gamma della Jeep per il mercato italiano con prezzi, caratteristiche e motorizzazioni di ogni modello. Jeep AvengerAnche se nel mese di ottobre ha ceduto il primo gradino del podio alla Toyota Yaris Cross, con le sue 42.304 immatricolazioni, la B-Suv americana rimane la più venduta in Italia dall'inizio dell'anno. Il modello d'ingresso della gamma Jeep misura 4,09 metri da un paraurti all'altro, è larga 1,81, alta 1,54 e ha un passo di 2,56 metri. Al suo successo contribuiscono il look moderno e le linee proporzionate, con protezioni di plastica che la rendono più aggressiva (e proteggono la carrozzeria in città). Lo spazio a bordo non manca, specialmente davanti, mentre dietro si sta un po' più sacrificati. La plancia muscolosa richiama le linee della carrozzeria e non manca la tecnologia, con la strumentazione digitale e l'infotainment da 10,25 con connettività Apple CarPlay e Android Auto senza fili. La capacità del bagagliaio è di 261 litri (misurati dal Centro prove). Motori, allestimenti prezziLa Jeep Avenger è disponibile con il 1.2 termico da 100 CV con cambio manuale, con il 1.2 mild hybrid da 110 CV con con cambio automatico a sei rapporti e la 4xe da 145 CV, con un secondo motore elettrico da 21 kW (29 CV) sull'asse posteriore per la trazione integrale. A completare la gamma c'è anche la Bev, la sesta auto elettrica più venduta in Italia da inizio anno, con motore da 156 CV e batteria da 54 kWh, per 400 km di autonomia in città (301 quella media rilevata dal Centro prove). Le versioni a due ruote motrici sono disponibili negli allestimenti Longitude, Altitude e Summit, con prezzi che partono da 25.200 euro per la benzina, da 27.200 per la mild hybrid e da 39.400 per l'elettrica. La 4xe è offerta nelle versioni Upland, Overland e The North North Face, con prezzi che partono da 32.200 euro. Jeep RenegadeLa produzione dell'attuale Renegade nello stabilimento di Melfi si è conclusa qualche settimana fa: la nuova generazione arriverà (anche elettrica) entro il 2027. Il modello attuale, con le sue linee boxy e personali, è lungo 4,23 metri, largo 1,81, alto 1,68 e ha un passo di 2,57 metri: in quattro si viaggia discretamente comodi, mentre il bagagliaio ha una capacità di 348 litri (misurati dal Centro prove), che nella variante plug-in scendono a 290 per la presenza della batteria. Motori, allestimenti prezziA listino è rimasta solo la versione mild hybrid da 130 CV e 240 Nm di coppia, con cambio Dct a sette rapporti e trazione anteriore. Unico anche l'allestimento North Star, con cerchi di lega da 17, fari full Led davanti e dietro, vetri posteriori oscurati, tetto panoramico, specchietti richiudibili elettricamente, telecamera di parcheggio, climatizzatore bizona, quadro strumenti digitale da 10,25 e infotainment da 10,1 con connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Il listino parte da 35.600 euro. Jeep CompassQuesta Suv media, che ha debuttato nel 2016, vive per ora a fianco della nuova generazione, in vendita in Italia da qualche settimana. Le buone dimensioni (4,4 metri da un paraurti all'altro, con un passo di 2,64 m) permettono di far viaggiare comodi anche i passeggeri posteriori, mentre il conducente può contare su una seduta alta che domina la strada. Ben fatto l'abitacolo, pratico e con un'elevata qualità percepita, grazie a materiali curati e dotazioni tecnologiche di buon livello, come il quadro strumenti da 10,25 e la connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Nel bagagliaio ci sono 407 litri, misurati dal Centro prove. Motori, allestimenti prezziDue le motorizzazioni in gamma: la mild hybrid da 130 CV a trazione anteriore, abbinata al cambio automatico a doppia frizione a sette rapporti, e due ibride plug-in 4xe, con potenze combinate rispettivamente di 190 e 240 CV. La trazione integrale di questi modelli è data da un secondo motore elettrico sull'asse posteriore. La plug-in ha una batteria da 11,4 kWh, che in città assicura una cinquantina di chilometri a zero emissioni. Quattro gli allestimenti: Altitude, Business, North Star e Summit, con prezzi che partono da 38.850 euro per la mild hybrid e da 50.100 euro per la 4xe. La guida assistita di livello 2 si paga a parte (1.500 euro). Jeep Nuova Compass La terza generazione della Compass cambia completamente stile, più squadrato e muscoloso. Crescono le dimensioni (quattro metri e mezzo di lunghezza e un passo di 2,8 metri), e con esse lo spazio interno, specialmente quello destinato alle gambe dei passeggeri posteriori e del baule, che mette a disposizione 479 litri, misurati dal Centro prove. L'abitacolo è moderno e funzionale, dominato dallo schermo centrale da 16, con connettività wireless per i dispositivi Android e Apple. Motori, allestimenti prezziAttualmente ci sono due motorizzazioni a listino, tutte a trazione anteriore: la e-Hybrid da 145 CV di potenza combinata, abbinata al cambio eDct a sei rapporti, e la full electric da 213 CV, con batteria da 74 kWh, per circa 500 km di autonomia dichiarata. Nei prossimi mesi la gamma delle elettriche dovrebbe ampliarsi con una versione da 231 CV e una dual motor da 375 CV con trazione integrale. Due anche gli allestimenti, Altitude e First Edition, con prezzi che partono da 39.900 euro per la mild hybrid e da 47.900 euro per la full electric. Di serie su tutta la gamma la guida assistita di livello 2. Jeep Grand CherokeeArrivata nel 2022, la quinta generazione di questa grande Suv è lunga 4,9 metri, larga 1,96, alta 1,79 e ha un passo di 2,9 metri, che regala spazio in abbondanza per tutti e cinque i passeggeri. Il bagagliaio ha una capacità di 523 litri, misurati dal nostro Centro prove. L'abitacolo è lussuoso e accogliente, con materiali ricercati, finiture di alto livello e tanta tecnologia. L'allestimento più ricco comprende anche un terzo display per il passeggero e la telecamera per la visione notturna. Motori, allestimenti prezziLa Suv americana è commercializzata in Italia con un solo powertrain ibrido plug-in 4xe, che prevede un quattro cilindri turbobenzina da 2.0 litri e 200 CV abbinato a un motore elettrico da 108 CV, per una potenza complessiva di 380 CV e 637 Nm di coppia. La trazione è integrale, il cambio è un automatico a otto rapporti. La batteria da 17,3 kWh consente di muoversi a zero emissioni per circa 45 km (dati del Centro prove). Due gli allestimenti a listino: Limited, che parte da 93.000 euro, e Summit Reserve (106.000 euro), con sospensioni e meccanica specifiche per il fuoristrada e guida assistita di livello 2. Jeep WranglerVera e propria icona del fuoristrada ormai giunta alla sua quarta generazione, negli Stati Uniti la Wrangler è la protagonista delle celebrazioni per gli 85 anni della Jeep. Inconfondibile nello stile, è lunga 4,88 metri, larga 1,89, alta 1,84. Il passo di oltre tre metri la rende molto spaziosa, più per i passeggeri che per i bagagli: la capacità è di 392 litri (misurati dal Centro prove). Gli interni sono semplici, con materiali e finiture di alto livello. Più di tutto, però, sono unici: tetto e portiere sono removibili, per godersi l'off-road senza filtri. Motori, allestimenti prezziNata per il fuoristrada, ha il telaio a longheroni e le sospensioni a ponte rigido su entrambi gli assi. Accanto alla motorizzazione a benzina da 272 CV (ancora ordinabile ma non più a listino), la Wrangler monta lo stesso powertrain ibrido plug-in della Grand Cherokee, con 380 CV e 637 Nm di coppia e trazione integrale data da un secondo motore elettrico. Due gli allestimenti, Sahara e Rubicon: quest'ultimo ha dotazioni e assetto specifici per il fuoristrada. I prezzi partono da 71.500 euro per le versioni a benzina, e da 85.500 euro per quelle ibride ricaricabili.
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Auto leggendarie - Fiat 124, lauto che raccontò lItalia del boom
Negli anni Sessanta, nel pieno del boom economico, l'Italia correva veloce. Le famiglie acquistavano la loro prima automobile, le città si espandevano e la mobilità diventava sinonimo di libertà e progresso. La Fiat, già leader del mercato, colse lo spirito del tempo con modelli come la 600 e la 1100, ma a metà del decennio serviva qualcosa di nuovo: un'auto moderna, affidabile, alla portata di tutti e capace di raccontare un Paese che stava cambiando volto. Così nacque la Fiat 124, presentata nel 1966 sotto la guida di Dante Giacosa. Non era una vettura appariscente, ma equilibrata e concreta, frutto di una progettazione intelligente che privilegiava spazio, leggerezza e razionalità. Il suo motore, firmato da Aurelio Lampredi, era un quattro cilindri da 1,2 litri, vivace e robusto, pensato per garantire affidabilità e consumi contenuti. La 124 offriva anche soluzioni tecniche allora inedite per la sua categoria, come i freni a disco su tutte le ruote e sospensioni moderne, che ne facevano un modello sicuro e confortevole. L'anno successivo ottenne il titolo di Auto dell'Anno 1967, riconoscimento che confermava la bontà di un progetto destinato a segnare la storia dell'automobile italiana.Fin dal debutto, la 124 si mostrò come una piattaforma versatile, capace di generare una vera famiglia di modelli. Accanto alla berlina arrivarono presto la Familiare, spaziosa e adatta alle famiglie, la Coupé disegnata da Mario Boano e, naturalmente, la Spider firmata Pininfarina, che trasformò la razionalità della berlina in eleganza e piacere di guida. Il successo sportivo non tardò ad arrivare: nel 1972 la 124 Abarth vinse il titolo europeo rally, aprendo una stagione di successi che avrebbe poi proseguito la 131. Ma la 124 non fu solo una vettura di casa. La sua struttura semplice ma solida, la meccanica affidabile e i costi di produzione contenuti la resero ideale per la produzione su licenza all'estero. L'accordo più celebre fu quello con l'Unione Sovietica, dove nacque la AvtoVAZ 2101, meglio conosciuta come Lada. Ma la 124 venne prodotta anche in Turchia (Tofa Murat 124), in India (Premier 118 NE) e in Corea del Sud (Kia 124), diventando una delle auto più costruite al mondo, con oltre venti milioni di esemplari complessivi. Un successo che la trasformò in una vera world car ante litteram, capace di unire idealmente Est e Ovest nel pieno della Guerra Fredda. A rendere la Fiat 124 ancora più iconica contribuì anche la sua capacità di rappresentare lo spirito di un'epoca. Era l'auto della piccola borghesia italiana che si affacciava al benessere, dei viaggi estivi con la famiglia, ma anche delle grandi imprese. Come quella del raid dei due Capi, la spedizione guidata dal Duca Amedeo d'Aosta da Città del Capo a Capo Nord, raccontata sulle pagine di Quattroruote nel 1970: un viaggio simbolico che attraversava continenti e cortine di ferro, mettendo alla prova la solidità e l'affidabilità della berlina torinese.Accanto a progetti visionari come la Sigma Pininfarina e la 1750 Gran Sport Zagato, la 124 rappresentò per la redazione un modo di raccontare l'automobile come cultura, progresso e libertà. Oggi, a distanza di quasi sessant'anni, la Fiat 124 è ricordata non solo come una vettura di successo, ma come un simbolo sociale, capace di incarnare l'ottimismo di un'Italia che credeva nel futuro e di un'industria che sapeva parlare al mondo intero.
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Sostenibilità - Se ambiente e industria vanno d'accordo
Ambiente, geoeconomia e industria devono andare per mano. Se uno di questi aspetti viene trascurato, gli effetti sono disastrosi e a dimostrarlo è la grave difficoltà in cui oggi versano alcuni dei settori chiave dell'industria europea, a partire proprio dall'automotive. Una crisi che dipende soprattutto dal modo in cui sono state impostate le politiche del Green Deal.L'Europa ha preso atto della situazione, spiega Marco Ferracin di Safe, l'hub italiano delle economie circolari, e nell'automotive, così come in altri settori, inizia a porre l'autonomia strategica e la protezione dell'industria comunitaria al centro delle sue proposte su economia circolare e decarbonizzazione.Esempi recenti di questo nuovo atteggiamento sono due. Il primo è la modifica al Regolamento europeo sulle batterie dello scorso luglio, che fa slittare in avanti di due anni gli obblighi delle grandi imprese vincolandole alle ragioni di opportunità legate allo scenario competitivo internazionale. Il secondo è il Regolamento sui veicoli a fine vita entrato in vigore a settembre: condiziona gli obiettivi di contenuto di plastica riciclata nelle nuove vetture alla sostenibilità dei suoi prezzi di mercato.Insomma, gli obiettivi ambientali vanno perseguiti con forza e determinazione, ma tenendo conto della realtà operativa e di mercato, così come degli interessi nazionali e comunitari.L'automotive lo richiede da tempo. Si veda per esempio l'Unrae, l'associazione dei costruttori esteri, che di recente si è rivolta alle istituzioni italiane sottolineando la necessità di considerare il rilancio del settore una priorità a livello nazionale: per le Case, i motori endotermici non andrebbero sacrificati in favore dei veicoli elettrici (che vendono poco), ma riconvertiti agli e-fuel e ai biocarburanti.La via per la transizione verde, insomma, dev'essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. Altrimenti non funzionerà.
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Cupra - Leon VZ TCR, purosangue da 325 CV
La Cupra ha presentato la Leon VZ TCR Special Edition, che rende omaggio ai successi in pista della berlina spagnola, protagonista dei campionati turismo in Europa, Messico, Regno Unito e Francia, ma anche nelle competizioni IMSA Michelin Pilot Challenge a Indianapolis e Road Atlanta negli Stati Uniti. La Leon VZ TCR Special Edition sarà prodotta in 499 esemplari, corrispondente al numero di Leon da gara vendute nel corso degli anni, e arriverà sul mercato alla fine del 2026. Il motore è quello della Golf GTI 50Nel cofano della Leon VZ TCR c'è lo stesso 2.0 turbobenzina da 325 CV (239 KW) e 420 Nm di coppia della Golf GTI Edition 50, abbinato al cambio DSG a doppia frizione a 7 rapporti e differenziale anteriore autobloccante elettronico. L'accelerazione da ferma a 100 km/h è coperta in 5,6 secondi, mentre la velocità massima (non dichiarata) non è limitata elettronicamente. Di serie il telaio con controllo adattivo dell'assetto, profili di guida personalizzabili, freni Akebono a sei pistoncini e sterzo progressivo. Quattro i terminali di scarico in color rame. Sportività senza compromessiAll'esterno la Cupra Leon VZ TCR si distingue per le grafiche sulla carrozzeria, lo spoiler sul tetto, gli splitter anteriore e posteriore, le minigonne laterali, il diffusore e altri dettagli aerodinamici. Il logo Cupra sul cofano è in cromatura scura e le calotte degli specchietti sono in fibra di carbonio. Esclusivi per questa versione i cerchi di lega, su cui sono montati pneumatici ad alte prestazioni da 245 mm. All'interno i sedili anteriori sono Cup Bucket con cinture di sicurezza a quattro punti, quelli posteriori sono removibili e c'è una barra duomi posteriore con rete integrata. C'è anche la versione meno estremaPrima del debutto della VZ TCR la Cupra porterà sul mercato all'inizio del 2026 la Leon VZ, serie limitata a 1.500 esemplari con lo stesso motore da 325 CV, i quattro terminali di scarico color rame e dettagli estetici specifici, meno estremi della TCR.
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Nuova flotta - Vigili del fuoco: 3.500 auto elettriche grazie al PNRR
Un investimento complessivo di 424 milioni di euro per l'inserimento in flotta di 3.500 autovetture elettriche e 300 mezzi pesanti alimentati a biometano e biodiesel, da completare entro giugno 2026. Sono queste le cifre e i tempi dell'ambizioso progetto che il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ha inserito tra gli interventi finanziati dal PNRR, nell'ambito della Missione 2 Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica - Componente 2 Transizione Energetica e Mobilità Sostenibile.Il percorso seguito dai Vigili del fuoco rappresenta un esempio virtuoso di ciò che molte amministrazioni pubbliche avrebbero potuto fare e non hanno fatto per ammodernare i propri mezzi, in un parco circolante nazionale noto per l'elevata età media. Tutti i contratti di appalto sono stati affidati entro il 30 giugno 2024 e, all'inizio del 2025, il piano è entrato nel vivo.Poco prima della pandemia, il progetto era già pressoché definito", spiega l'ingegner Filiberto Russo, dirigente dell'Ufficio Macchinario e Attrezzature dei Vigili del fuoco. "Abbiamo colto l'opportunità dei fondi PNRR per finanziarlo. Solo sostituendo le auto alimentate a gasolio, stimiamo una riduzione delle emissioni di CO di circa 3.000 tonnellate l'anno. Le Mustang Mach-EUna Ford Mustang Mach-E, in livrea d'istituto, ha sfilato a Roma il 2 giugno per la Festa della Repubblica. Fa parte del primo lotto da 50 vetture già distribuite ai Comandi provinciali, cui seguirà un secondo da 100 unità. Le Mustang sono versioni Extended Range AWD Premium da 370 CV, capaci di raggiungere i 180 km/h. La potenza omologata è di 124 kW, con picco a 303 kW. La batteria da 91 kWh garantisce un'autonomia elettrica di circa 550 km.Esternamente, le auto presentano la classica livrea rosso RAL 3000 con fascia bianca laterale e la scritta VIGILI DEL FUOCO. Sul montante posteriore, il logo verde con la spina elettrica richiama il carattere sostenibile del mezzo. Sul tetto, la barra aerodinamica integra i lampeggianti blu a LED. All'interno, le modifiche sono minime: radio di servizio e comando multifunzione per le luci. Gli altri modelli: Jeep, Peugeot, Fiat e pick-upOltre alle Mustang Mach-E, la flotta sostenibile include altri modelli elettrici e 300 veicoli alimentati a biodiesel e biometano.1.000 Jeep Avenger BEV720 Peugeot e-20081.440 Fiat Doblò50 pick-up Maxus T90 EVAlcune decine di Ford Transit e Fiat DucatoA oggi sono già state distribuite oltre 2.600 mezzi: se il ritmo attuale sarà mantenuto, il traguardo delle 3.500 unità sarà raggiunto prima di giugno 2026.I risultati sono già tangibili: con 112.000 movimenti e oltre 7,2 milioni di km percorsi, i Vigili del fuoco hanno consumato circa 2 MWh di energia elettrica per le ricariche, per un costo di 567.000 euro. Rispetto ai veicoli diesel della stessa tipologia, le emissioni di CO si sono ridotte di 1.700 tonnellate e il risparmio economico è stato di 153.000 euro. Perché l'elettricoLa scelta dei veicoli elettrici è stata guidata dall'analisi delle percorrenze medie e degli impieghi.Le nostre vetture a gasolio non destinate al soccorso percorrevano in media meno di 100 km al giorno", prosegue Russo. "Un dato compatibile con i 200 km di autonomia media delle auto elettriche acquistate e con la rete di ricarica in fase di realizzazione.Con i fondi PNRR, sono state finanziate anche 438 colonnine di ricarica:278 a corrente alternata (lenta)160 a corrente continua (veloce)per un totale di 876 punti di ricaricaL'installazione è in fase avanzata in 218 sedi operative. A regime, le nuove stazioni permetteranno la ricarica completa di circa 300 veicoli all'ora.
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Cina - Stop alle super-accelerazioni: "Niente 0-100 km/h sotto i 5 secondi"
Fermi tutti, anzi più lenti tutti: il governo cinese vuole stoppare la corsa dei circa 130 marchi cinesi a proporre auto sempre più prestazionali, impedendo ai nuovi modelli di scendere sotto i cinque secondi nelle accelerazioni da 0 a 100 km/h. In buona sostanza, le Case dovranno produrre macchine che, all'avvio, non potranno scattare più di un tot. Successivamente, il guidatore potrà attivare una modalità più prestante (Sport o simile) che, in caso, potrà far scendere accelerazione sotto i cinque secondi, ma solo manualmente e a ogni accensione del mezzo.Secondo Carnewschina, sta tutto scritto nella bozza redatta dal ministero della Pubblica sicurezza, in fase di consultazione come parte del processo di revisione degli standard nazionali: considerando la battaglia di Pechino contro i sinistri stradali (anche per questione d'immagine), è molto probabile che la proposta venga attuata. Ripercussioni anche per il marketingLa conseguenza immediata è che i costruttori non potranno più reclamizzare le sportive evidenziando a caratteri cubitali le accelerazioni sotto i cinque secondi. Il marketing delle aziende sarà tenuto ad adeguarsi, smorzando i toni di una guerra commerciale che si combatte a furia di prestazioni esaltanti, tecnologie sofisticate e sconti. Sicurezza stradale, Cina iperattivaLa stessa bozza che "tarpa" le accelerazioni delle sportive, indica ulteriori disposizioni legate alla sicurezza.Elettriche e ibride plug-in- Pedale. I veicoli dovranno essere dotati di tecnologia di soppressione dell'uso improprio del pedale: il dispositivo rileva e limita l'erogazione di potenza quando l'auto è ferma o procede a bassissima velocità, e invia alert audiovisivi ai conducenti per prevenire accelerazioni involontarie. L'auto dev'essere in grado di interrompere da sé i circuiti di alimentazione in situazioni specifiche. Quando? Se la velocità cambia di minimo 25 km/h entro 150 millisecondi in direzione longitudinale o laterale. O se gli airbag si attivano.- Maniglie retrattili. Pechino mette mano al guaio dei dispositivi elettrici a scomparsa: Bev e Phev devono garantire che ogni occupante esca in caso di incidente o incendio. Come minimo, due porte potranno essere aperte in modo molto facile (il portellone non conta). Quindi, sì alle maniglie di sblocco meccanico: dentro l'auto per guidatore e passeggeri; fuori dalla stessa, per agevolare i soccorritori. Per quanto riguarda i sistemi di blocco elettronico delle portiere, quelle laterali non interessate dall'impatto si disattiveranno da sé all'attivazione degli airbag, o in caso di eventi termici della batteria. Sono inoltre previsti finestrini di vetro temperato non più spesso di 5 mm e senza pellicole parasole, affinché si rompano meno difficilmente in caso di emergenza. Per varie ragioni (a esempio, il soccorritore esterno potrebbe non vedere chiaramente l'abitacolo), addio alle pellicole per finestrini a specchio-riflettente.- Batteria. Le auto dovranno verificare lo stato dell'accumulatore fornendo un'allerta anticipata su eventuali condizioni anomale, prevenendo gli incendi. Sì a canali di sfogo della pressione e, in presenza di problemi termici, il veicolo avvisa gli occupanti.Per tutte le auto- Sorvegliato speciale. Si tratta di un riconoscimento biometrico che permetterà al guidatore di stare al volante, a patto che questi abbia una formazione tale da saper utilizzare gli Adas. L'auto controllerà che il conducente sia sempre attento in funzione anti-distrazione e anti-colpo di sonno: i sistemi monitorano l'uso delle mani e lo sguardo dell'automobilista. Zero distrazioni: niente video di intrattenimento né giochi sui display del cruscotto viaggiando ad almeno 10 km/h. L'area di visibilità del conducente mantiene almeno il 70% di trasmissione della luce visibile.Per gli autobus elettrici e ibridi plug-inNei pullman di almeno sei metri di lunghezza, il vano batteria dovrà essere studiato per non deve esplodere per almeno cinque minuti dopo un allarme, dando tempo agli occupanti di scappare.
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Fiat - Tutti i prezzi della 600 Sport Edizione Milano Cortina 2026
La Fiat presenta la 600 Sport Edizione Milano Cortina 2026. La serie limitata, che Stellantis proporrà anche su altri modelli a marchio Abarth, Alfa Romeo, Lancia e Maserati (il gruppo ha una partnership ad hoc per le Olimpiadi invernali) è ordinabile nella versione Hybrid 145 CV a partire da 25.900 euro grazie ad una promozione valida fino al 30 novembre che combina incentivi e rottamazione, contro un listino di 31.350 euro. In alternativa, i clienti potranno ordinare la serie speciale nelle versioni Hybrid 110 CV ed elettrica 156 CV. Un colore speciale e finiture scureL'Edizione Milano Cortina 2026 della Fiat 600 si distingue per alcuni elementi unici: la verniciatura Verde Mediterraneo offerta in alternativa alle sette tinte standard, i cerchi da 18" con finitura scura e gli interni neri con i sedili anteriori sportivi. All'esterno inoltre spicca il nero scelto per griglie e maniglie delle portiere, mentre sul montante laterale è prevista la badge di Milano Cortina 2026. I prezziFiat 600 Sport Edizione Milano Cortina 2026 Hybrid 110 - 30.350 euroFiat 600 Sport Edizione Milano Cortina 2026 Hybrid 145 - 31.350 euroFiat 600 Sport Edizione Milano Cortina 2026 elettrica - 36.250 euro
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Abarth - 600eCompetizione Edizione Milano Cortina 2026, 50 esemplari solo per l'Italia
L'Abarth presenta la 600e Competizione Edizione Milano Cortina 2026: questa serie limitata, già proposta anche con i marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo e Maserati, è proposta al prezzo promozionale di 41.950 euro combinando incentivi e finanziamento personalizzato, contro un listino ufficiale di 46.250 euro. L'elettrica da 280 CV dello Scorpione sarà prodotta in 50 esemplari e verrà commercializzata soltanto in Italia. Torna la sigla CompetizioneLa sigla Competizione torna nella gamma Abarth per indicare un allestimento esclusivo, anche se non ci sono modifiche al powertrain e all'assetto, derivati a loro volta dalla serie di lancio Scorpionissima. La serie Milano Cortina 2026 si distingue infatti per i badge sui montanti laterali, per il tetto nero a contrasto e per gli interni rifiniti in Alcantara.
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Toyota - Inizia la produzione della Aygo X Hybrid: prezzi e versioni
La Toyota ha avviato la produzione della nuova Aygo X Hybrid presso lo stabilimento di Kolin, in Repubblica Ceca. La prima full hybrid del segmento A, che abbiamo già avuto modo di provare, monta il motore da 116 CV della Yaris e si caratterizza per le basse emissioni e gli ancor più bassi consumi. In Italia è già ordinabile, con un listino che parte da 20.850 euro: le prime consegne sono previste nel mese di dicembre. I prezzi della Toyota Aygo XLa nuova Toyota Aygo X è disponibile anche nell'allestimento sportiveggiante GR Sport, con paraurti e dettagli specifici. Ecco il listino prezzi per il mercato italiano:Toyota Aygo X: 20.850 euroToyota Aygo X Icon: 23.350 euroToyota Aygo X Premium: 24.950 euroToyota Aygo X GR Sport: 25.950 euro Neutralità carbonica entro il 2030Lo stabilimento di Kolin impiega circa 3.200 dipendenti e dalla sua inaugurazione, nel 2022, ha sfornato oltre 2,3 milioni di vetture (tra cui la prima Aygo, la successiva Aygo X e la stessa Yaris). In questi mesi è in corso la riconversione di alcune sezioni della fabbrica per la produzione di auto elettriche, anche se al momento non sappiamo ancora quali. La Toyota punta alla neutralità carbonica in Europa entro il 2040, e dei suoi stabilimenti entro il 2030, tramite l'adozione di energia da fonti rinnovabili e un efficientamento dei processi produttivi e di logistica.
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