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Neopatentati - Le best seller guidabili da tutti - FOTO GALLERY

4 Ruote - 0 sec fa

Chi ha appena conseguito la patente di guida è soggetto per un anno a una serie di limitazioni alla circolazione, tra cui la potenza dell'auto di cui si mette al volante: il rapporto peso-potenza non può superare i 55 kW (75 CV)/tonnellata e in nessun caso andare oltre i 70 kW (95 CV). Per le auto ibride, il calcolo va effettuato sulla potenza del solo motore termico. Per le elettriche e le plug-in il limite di potenza specifica è di 65 kW (88 CV)/tonnellata. In questa galleria fotografica trovate le dieci auto più vendute (fonte Unrae) e adatte anche ai neopatentati.

Le deroghe. Vanno tenute a mente due eccezioni: i neopatentati possono guidare auto di potenza superiore a quanto stabilito dalla legge purché a bordo si trovi un accompagnatore esperto con patente B conseguita da almeno dieci anni e che non superi i 65 anni di età. I limiti, infine, non si applicano se l'auto è adibita al trasporto di persone invalide, purché la persona sia a bordo e sia presente l'apposito tagliando.

Le cose cambieranno. Nel nuovo Codice della Strada, ancora in attesa di approvazione, i limiti di potenza passano a 75 kW (102 CV)/tonnellata, per una potenza massima di 105 kW (143 CV). Si andrà così ad ampliare il parco auto a disposizione di chi ha appena preso la patente, ma la limitazione durerà tre anni invece di uno soltanto. Le nuove regole si applicheranno solo alle patenti conseguite successivamente all'approvazione del nuovo CdS.

Come essere sicuri. Per sapere con certezza se la propria auto può essere guidata in autonomia da un neopatentato, si può consultare gratuitamente il Portale dell'Automobilista, inserendo la targa del veicolo.

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Ddl Concorrenza - Autostrade, cosa cambia per concessioni e pedaggi

4 Ruote - Lug 26,2024

Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, venerdì 26 aprile, il ddl Concorrenza, che contiene alcune misure riguardanti le autostrade, in particolare sul tema delle concessioni e dei pedaggi. In una nota ufficiale, il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini ha elencato le novità introdotte dal nuovo disegno di legge: "L'obiettivo", ha spiegato il ministro, è "realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo" le tariffe.

Il nuovo modello tariffario. Il ministero sottolinea come la riforma delle concessioni autostradali miri a creare "effettiva concorrenzialità tra gli operatori del settore, il controllo dei pedaggi per evitare rincari sregolati, la promozione degli investimenti, la sostenibilità economica delle concessioni autostradali e potenziamento dei controlli da parte dello Stato sulla gestione" di tali concessioni. A tal proposito, per quelle che scadranno a partire dal 2025 verrà applicato un nuovo modello tariffario in cui il prezzo del pedaggio è formato da tre componenti: la componente tariffaria e di gestione, la componente tariffaria di costruzione (entrambe di competenza del concessionario) e quella per oneri integrativi (di competenza dell'ente concedente, cioè lo Stato): il cosiddetto extragettito, finalizzato a recuperare i "finanziamenti pubblici concessi per la realizzazione del sistema infrastrutturale a pedaggio". I proventi dell'extragettito sottolinea il Mit "saranno utilizzati per investimenti autostradali, compresa la messa in sicurezza della viabilità locale di adduzione, senza incrementare i pedaggi". Per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse di grandi gruppi di concessionari, anche internazionali, ma allo Stato".

Licenze per massimo 15 anni. Per quanto riguarda la durata delle future concessioni, il nuovo modello prevede che non superino i 15 anni. A quelle in essere, precisa la nota ufficiale, "si mantengono le regole esistenti e si prevedono scadenze tassative per la revisione del Pef (Piano economico finanziario)". Inoltre, nei prossimi mesi verrà valutata la congruità dei maggiori costi per investimenti presentati dai concessionari: a tal fine, spiega il Mit, "si sta valutando l'istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale". Infine, una precisazione: tra le grandi arterie interessate dalla riforma "non ci saranno le concessioni regionali, come Pedemontana Veneta": l'auspicio di Salvini è che il tema "possa essere esaminato e introdotto in Parlamento".

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Ferrari F250 - Ultimi collaudi per la nuova hypercar - VIDEO

4 Ruote - Lug 26,2024

La Ferrari sta ultimando i collaudi della nuova F250, nome in codice che identifica una hypercar attesa al debutto tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025. Il nostro lettore Alessandro Paolini si è imbattuto in un prototipo durante una prova in notturna e siamo quindi in grado di osservare la vettura nella sua più recente configurazione.

Tanta downforce. La biposto sarà qualcosa di molto diverso rispetto ai modelli del passato, come la LaFerrari: l'aerodinamica gioca infatti un ruolo cruciale e non c'è più alcuna intenzione di nascondere le appendici. Quella che vediamo su strada è infatti una vettura con alettoni, estrattore e prese d'aria degne di una macchina da corsa ed un abitacolo raccolto al centro che ricorda molto da vicino quello delle auto da competizione: la memoria non può che andare alla 499 P che ha vinto a Le Mans, dalla quale la F250 potrebbe riprendere anche lo schema meccanico con il motore V6 ibrido.

Ala posteriore abbassata.
Nell video del nostro lettore possiamo notare alcuni particolari, anche grazie al favore delle tenebre: i gruppi ottici anteriori sembrano ancora quelli della 296 e quindi potrebbero non essere definitivi, mentre quelli in coda sotto l'ala potrebbero già essere stati validati. La veste aerodinamica non sembra molto lontana da quella dei muletti visti fino alla fine del 2023; tuttavia, l'ala posteriore sembra notevolmente più bassa. Questo porta a pensare che Ferrari abbia studiato un elemento attivo particolarmente complesso, forse abbinato ad altri componenti della vettura per poter sfruttare al meglio le prestazioni su strada e su pista, come già fatto da altri concorrenti in passato.

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F.1, GP Belgio - McLaren sugli scudi, penalità per Verstappen

4 Ruote - Lug 26,2024

McLaren in testa al termine delle prove libere del Gran Premio del Belgio: Lando Norris ha ottenuto il giro più veloce, fermando il cronometro sull'1:42.260 e precedendo il suo compagno di squadra di due decimi. Terzo tempo per Max Verstappen, terzo ma ad appena due millesimi dal tempo migliore del vincitore all'Hungaroring.

I valori in pista. McLaren e Red Bull sono ormai i due punti fermi di questo campionato. Il team di Woking ha portato in pista una MCL38 particolarmente equilibrata e sia Norris che Piastri hanno dato ottimi feedback ai propri ingegneri, facendo ben sperare per il prosieguo del weekend. La Red Bull, specie quella di Max Verstappen, è vicinissima. C'è però un particolare: il tre volte campione del mondo olandese dovrà scontare una penalità di 10 posizioni per aver sostituito il motore. Questo darà agli avversari la possibilità di accorciare ulteriormente le distanze in classifica, anche se quella di Spa-Francorchamps è notoriamente una pista sulla quale sorpassare non è così difficile e la rimonta di Max è complicata, ma possibile. Buon venerdì anche per la Ferrari, che è partita meglio della Mercedes: il Cavallino Rampante sembra giocarsela proprio con la Casa di Stoccarda, mentre quelli davanti sembrano troppo lontani, ancor di più in simulazione qualifica.

Novità alla Alpine. Protagonista di giornata, fuori dalla pista, la Alpine: il team principal Bruno Famin ha annunciato che lascerà il suo ruolo alla fine del mese di agosto, ma resterà nel gruppo per concentrarsi su altre attività. Il suo successore - che sarà ufficializzato più avanti - sarà con tutta probabilità Oliver Oakes, attuale responsabile della Hitech in F2 e F3. In pista, intanto, i risultati scarseggiano: Ocon è riuscito a strappare un settimo posto oggi, ma con oltre un secondo di ritardo, mentre Gasly ha chiuso in quindicesima posizione, con un gap ancora più marcato.

La classifica completa delle Libere 2 a Spa >>

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Libero mercato - Ddl concorrenza, al via la portabilità della scatola nera

4 Ruote - Lug 26,2024

Il governo ha approvato quest'oggi il nuovo disegno di legge annuale per il Mercato e la Concorrenza. Come anticipato da Quattroruote nei mesi scorsi, il testo comprende le attese misure di portabilità delle scatole nere delle compagnie assicurative. Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si tratta di un altro passo significativo nella giusta direzione di aumentare la competitività del nostro Paese anche attraverso la concorrenza interna.

Le novità del Ddl. La norma nasce per favorire la mobilità della domanda in ambito assicurativo e per ridurre il fenomeno della fidelizzazione forzata (il cosiddetto effetto lock-in) e proibisce alle aziende di prevedere clausole contrattuali che impediscano o limitino il diritto dell'assicurato di disinstallare, senza costi e alla scadenza annuale del contratto, i dispositivi elettronici per il monitoraggio dei dati dell'attività di circolazione dei veicoli a motore (la cosiddetta scatola nera) o penali in caso di restituzione dopo la scadenza.

La portabilità dei dati. A questo si aggiunge il tanto invocato meccanismo di portabilità dei dati registrati dalle scatole nere: i clienti potranno richiedere i dati alla propria compagnia assicurativa, che dovrà fornirli in formato leggibile da dispositivo automatico, per garantire la continuità del servizio di trattamento dei dati alla nuova compagnia assicurativa. A titolo di esempio, i dati potranno riguardare la percorrenza complessiva, differenziata in funzione delle diverse tipologie di strade percorse, e l'orario diurno o notturno di utilizzo dell'auto negli ultimi 12 mesi.

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Jeep Renegade - Il Model Year 2025 debutta in Brasile

4 Ruote - Lug 26,2024

La Jeep ha presentato il Model Year 2025 della Renegade per il mercato brasiliano: a muovere la Suv il quattro cilindri 1.3 turbo T270 da 185 CV (136 kW) e 270 Nm di coppia, abbinato a un cambio automatico a sei rapporti. Prodotta nello stabilimento di Goiana, che proprio nelle scorse settimane ha raggiunto il traguardo di mezzo milione di unità costruite, la nuova Renegade sarà commercializzata in sei allestimenti (1.3 Turbo, Altitude, Longitude, Night Eagle, Sahara e Trailhawk) a cui si aggiunge la serie Willys, che verrà prodotta in soli 500 esemplari. Il listino parte da 115.990 real brasiliani, corrispondenti a quasi 19 mila euro, e arriva a 179.990 real (poco più di 29 mila euro) per la versione limitata Willys.

Renegade 1.3 Turbo. La versione d'attacco della nuova Jeep Renegade per il mercato brasiliano offre di serie sei airbag, nuove luci a Led, davanti e dietro, e la modalità di guida Traction Control + per i fondi accidentati. Il Tech Pack, disponibile su richiesta, aggiunge la frenata automatica d'emergenza, il monitoraggio della stanchezza del conducente, l'assistente al mantenimento di corsia, la telecamera posteriore, l'infotainment da 7 e la connettività wireless per Android Auto e Apple CarPlay. I colori disponibili sono Polar White, Granite Crystal, Jazz Blue, Carbon Black e Sting Gray, a cui si aggiungono lo Slash Gold (solo per la Sahara) e il Recon Green (solo per la Willys).

Gli altri allestimenti. La Renegade Altitude aggiunge cerchi di lega da 17, tetto di colore nero e paraspruzzi, infotainment da 8,4 e condizionatore bizona. Torna a listino anche la versione Night Eagle con cerchi da 18 con finiture nere, griglie e loghi scuri, ingresso e avviamento senza chiave, sensori luci e pioggia e monitoraggio dell'angolo cieco. La Renegade Sahara ha finiture, badge e dettagli esclusivi, cerchi da 18 di disegno specifico, tetto panoramico, avviamento remoto, abbaglianti automatici, palette del cambio al volante e la colorazione esclusiva Slash Gold.

Jeep Renegade Trailhawk 4x4. La versione a quattro ruote motrici prevede cerchi di lega da 17, cambio automatico a nove rapporti, assetto rialzato, differenziale autobloccante a controllo elettronico, modalità di guida specifiche per l'off-road (Auto, Snow, Sand, Mud e Rock), controllo della velocità in discesa e sedili di pelle.

La serie limitata Willys. Il nome è quello delle Jeep degli anni Quaranta, è realizzata sulla base della Trailhawk 4x4 e si caratterizza per gli sticker esclusivi che richiamano i primi modelli, la colorazione Recon Green, il tetto panoramico, il battitacco specifico e la scritta Willys sugli schienali dei sedili. La dotazione è completata dalle gomme ATR+ su cerchi da 17, per garantire le migliori prestazioni in fuoristrada.

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Vacanze 2024 - Viaggi in auto: i consigli per la sicurezza

4 Ruote - Lug 26,2024

Un recente sondaggio di Ipsos, commissionato dal gruppo assicurativo Unipol, mette l'auto di gran lunga al primo posto fra i mezzi di trasporto che gli italiani utilizzeranno per le vacanze 2024. Le quattro ruote porteranno il 52% degli intervistati nelle mete turistiche: al secondo posto troviamo chi si muoverà in aereo (29%) e a seguire (20%) i viaggiatori su rotaia. Con le nostre strade e autostrade prese d'assalto, il tema della sicurezza è cruciale, perché coinvolge milioni di persone e veicoli, fra cui non mancano automobilisti non avvezzi ai lunghi spostamenti né mezzi fermi da mesi o, più in generale, poco utilizzati. Ma anche chi passa più tempo in auto durante l'anno non deve sottovalutare i pericoli del traffico intenso: ecco, quindi, alcuni consigli per affrontare al meglio un viaggio.

Pianificazione (e flessibilità). Valutate bene le distanze da percorrere e pianificate gli orari del viaggio, tenendo conto anche delle previsioni del traffico che trovate su Quattroruote.it o sui siti dei gestori delle autostrade. Evitate, se possibile, le date da bollino nero. Altrimenti, tenete conto tempi di percorrenza anche raddoppiati se non addirittura triplicati rispetto al normale. Per evitare il traffico più intenso può essere utile viaggiare di notte, ma la probabilità di colpi di sonno aumenta esponenzialmente. Guai a partire a fine giornata, già stanchi: meglio farlo dopo una buona dormita. In ogni caso, mettete comunque in conto possibili rallentamenti. Prevedete soste almeno ogni due ore e sempre non appena vi sentirete sarete stanchi. Qualche minuto è ben speso per la sicurezza.

Controlli. L'auto dovrebbe sempre essere in perfetta efficienza. Ancora di più se si affronta un viaggio. Prima di partire prevedete un controllo in officina di olio, filtri e freni. E fate verificare anche la batteria: spesso è proprio il caldo a metterla ko se ha qualche anno sulle spalle. Cruciale poi il tema dei pneumatici, unici punti di contatto col suolo, da cui passa l'efficacia anche dei più sofisticati Adas. Controllate lo stato di usura, che per legge deve essere maggiore di 1,6 millimetri: sul battistrada ci sono degli indicatori (TWI, Tear wear indicator) che evidenziano questo limite. Il suggerimento, però, è di non scendere sotto i 3 millimetri, per tenersi lontano dai guai in caso di forti piogge ed evitare il rischio di aquaplaning. Per la verifica, basta inserire una moneta da uno o due euro fra i tasselli, e controllare che questi arrivino alla parte centrale della moneta stessa. Fondamentale accertarsi dell'assenza di tagli, screpolature o bolle sul fianco della gomma, che potrebbero cedere in velocità. E non dimenticate di controllare la pressione di gonfiaggio, a freddo: deve essere quella prescritta dalla Casa automobilistica, che indica anche i valori per quando si  viaggia a pieno carico.

 

Alimentazione. Tenersi leggeri e idratarsi spesso. Sono due regole sempre valide in generale nell'alimentazione, e imprescindibili quando ci si mette alla guida. Non fatevi ingolosire da panini troppo farciti o da un buon fritto sul lungomare prima di tornare in città a vacanza finita. Appagheranno il vostro palato, ma presenteranno il conto in termini di attenzione alla guida. Un buon caffè può aiutare, ma non fa miracoli. Quanto al bere, evitate assolutamente alcol. Anche le bibite gasate o zuccherate non aiutano: meglio dell'acqua, non troppo fredda. Attenzione anche a non assumere farmaci (come gli antistaminici) che possano causare sonnolenza.

Guida. Al volante, se la raccomandazione di essere prudenti vale 365 giorni all'anno, in periodi di esodo estivo è ancora più importante. Non è solo una questione di velocità, che deve essere adeguata ai limiti (anche in autostrada scendono in prossimità di curve pericolose, viadotti e cantieri) e al traffico. Fondamentale tenere una corretta distanza di sicurezza e avere una guida più fluida possibile, evitando accelerazioni e frenate brusche o di zigzagare fra le corsie. A proposito, va sempre impegnata quella libera più a destra. Evitate anche di farvi innervosire dai comportamenti altrui, come chi vi si incolla al paraurti posteriore o vi sfanala. Lasciate loro strada e proseguite il viaggio sereni. Non arriverà molto prima di voi.

Tecnologie.  Le moderne vetture mettono a disposizione tanti dispositivi per farci viaggiare più sicuri, come i sensori per gli angoli bui dei retrovisori, che avvisano di una potenziale collisione con un veicolo che ci sta sorpassando o che abbiamo appena sorpassato. E poi ci sono il mantenimento in corsia o il promemoria dei limiti di velocità nel cruscotto (entrambi, insieme all'allarme contro i colpi di sonno, sono obbligatori per tutte le vetture immatricolate dopo il 7 luglio 2024). Utile anche sfruttare bene il cruise control adattativo, che tiene la distanza dai veicoli davanti. Ma guai a distrarsi: bisogna essere sempre pronti a intervenire, anche se l'auto ha la guida assistita di Livello 2, col centraggio in corsia. Non sottovalutate neppure l'utilità di un dispositivo semplice e diffuso come il climatizzatore: regolare bene temperatura e flussi dell'aria riduce il rischio di colpi di sonno, ma anche quello di dolori muscolari ed emicranie. A proposito, se l'auto è dotata di sedili massaggianti, spesso c'è una funzione che riattiva la circolazione sanguigna nei lunghi viaggi.

In caso di imprevisti. Se vi imbattete in un incidente sulla vostra carreggiata o in quella opposta, mettete in conto code anche lunghe. In queste situazioni agevolate il passaggio dei mezzi di soccorso ed evitare di continuare a cambiare corsia. In prossimità dell'incidente non rallentate per curiosare, favorirete ancora di più le code. Se, invece, capita a voi di avere un sinistro o un contrattempo (come una banale foratura), pensate anzitutto a mettervi in sicurezza, spostando l'auto se possibile in corsia d'emergenza in una piazzola Sos. Nell'aprire la porta e una volta scesi dall'auto, tenete sotto controllo i veicoli in arrivo, che sopraggiungono in velocità. Il giubbotto riflettente è obbligatorio solo in condizioni di scarsa visibilità, ma vi suggeriamo comunque di indossarlo anche in una giornata di sole. E di mettere il triangolo a 50 metri dall'auto. Segnalerà per tempo a chi sopraggiunge la vostra presenza. In caso di emergenza potete utilizzare la funzione Sos della vostra auto (scatta in automatico in caso di incidente con attivazione degli airbag) per chiamare i soccorsi e permettere alla centrale operativa una immediata localizzazione. Altrimenti, utilizzate il numero unico nazionale per le emergenze 112.

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Colonnine di ricarica - In Italia ci sono quasi 57 mila punti pubblici

4 Ruote - Lug 26,2024

La rete di ricarica italiana continua a crescere, anche se non mancano segnali di rallentamento. Al 30 giugno, stando al monitoraggio trimestrale dell'associazione Motus-E, risultavano installati 56.992 punti a uso pubblico, in crescita di 11.782 unità nei 12 mesi, di 6.314 unità dall'inizio dell'anno e di 2.828 nell'ultimo trimestre. In due anni, il numero dei punti è quasi raddoppiato, da 30.704 a 56.992 unità.

Dove sono. L'analisi evidenzia anche la crescita delle installazioni lungo le autostrade, dove sono presenti 963 colonnine (erano 657 un anno fa e 235 alla fine di giugno 2022), di cui l'85% è di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Il 41% delle aree di servizio autostradali è dotato già di infrastrutture adeguate. Quanto alle regioni, è sempre la Lombardia ad avere il maggior numero di punti di ricarica (10.902 punti di ricarica, +3.245 negli ultimi 12 mesi), davanti a Piemonte (5.775 punti, +1.261), Lazio (5.641 punti, +1.290), Veneto (5.508 punti, +1.088) ed Emilia-Romagna (4.720, +754). Tra le Province, Roma rimane al primo posto (4.451 punti, +1.052), seguita da Milano (3.618 punti, +1.074), Napoli (2.839 punti, +212), Torino (2.641 punti, +634) e Brescia (1.681 punti, +216).

Ora si quarda al Pnrr. L'associazione, per il tramite del presidente Fabio Pressi, segnala però "un lieve rallentamento delle installazioni nell'ultimo trimestre", un fenomeno legato alla decisione degli operatori di attendere lo sblocco degli ultimi bandi per i fondi del Pnrr. "Gli operatori della ricarica si stanno già attrezzando per la grande sfida del PNRR, per la quale occorrerà uno sforzo straordinario. Per centrare gli obiettivi del Piano sarà determinante il contributo di tutti gli attori coinvolti, dalle municipalità ai distributori di energia elettrica, chiamati anch'essi a un impegno eccezionale". Il Pnrr, infatti, non prevede solo l'installazione di oltre 41.000 punti di ricarica ad alta e altissima potenza, ma anche la loro connessione alla rete e l'attivazione entro fine 2025. Attualmente, il 17,9% dei punti installati è in attesa di collegamento e attivazione. Per l'associazione, gli operatori della ricarica "sono pronti e determinati a fare la propria parte, nella convinzione che l'ottimo lavoro svolto per creare la Piattaforma Unica Nazionale (Pun) possa dare vita, in prospettiva, anche a un efficace strumento per la pianificazione della rete, come avviene in altri Paesi Ue".

 

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Volkswagen T-Roc - Ancora una volta diesel - VIDEO

4 Ruote - Lug 26,2024

Siamo saliti di nuovo su uno dei modelli più apprezzati dal pubblico italiano (e non solo). Nata sulla collaudata base meccanica della Golf - la sigla che identifica la piattaforma è MQB, Modularer Querbaukasten - la Volkswagen T-Roc ha confermato anno dopo anno numeri di vendita che la pongono nella top ten delle auto più vendute in Italia. Nonostante il restyling sia uscito a fine 2021, abbiamo deciso di rimetterla alla prova con il 2.0 litri a gasolio meno potente (115 CV).

Le modifiche estetiche apportate in occasione del restyling sono state limitate (nuovo disegno dei fari anteriori e posteriori, ritocco a paraurti e mascherina e nuove tonalità di colore per la carrozzeria), mentre modifiche più corpose hanno riguardato gli interni, soprattutto sul fronte dei contenuti tecnologici. Conferme sul fronte delle motorizzazioni: in particolare, nel cofano della vettura in prova troviamo il quattro cilindri 2.0 da 115 CV, cubatura che sostituisce il vecchio 1.6 di identico frazionamento e di cui conferma il livello di potenza senza farne rimpiangere l'efficienza: i consumi rilevati dal computer di bordo durante questo test, infatti, sono più che buoni, con medie che ci avvicinano ai 20 km/l. Volete saperne di più? Guardate il video qui sopra.

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Incentivi auto  - Radiazioni al rallentatore, bonus a rischio

4 Ruote - Lug 26,2024

Incentivi alla rottamazione a rischio a causa dei continui e ripetuti malfunzionamenti dell'Rvfu, il Registro dei veicoli fuori uso introdotto da una norma del 2022 e in cui dal 7 giugno scorso devono essere inseriti i veicoli che entrano negli impianti autorizzati. Parliamo dei cosiddetti autodemolitori, ai quali spetta anche il compito di radiare materialmente i veicoli dall'Archivio nazionale della Motorizzazione civile e dal Pubblico registro automobilistico gestito dall'Aci. L'allarme è stato lanciato più volte da Anselmo Calò, presidente dell'Ada, l'Associazione nazionale demolitori autoveicoli, che rappresenta circa 300 imprese del settore: "Se la radiazione non avviene nei tempi previsti" (30 giorni, ndr), ha scritto Calò in una lettera inviata qualche giorno fa alla Motorizzazione civile e al Pra, "i cittadini possono perdere il contributo governativo".

Inceppamenti e malfunzionamenti. Tre i problemi, secondo il numero uno di Ada, che affliggono il sistema telematico e, a valle, gli operatori. In primo luogo, i frequenti inceppamenti dell'infrastruttura tecnologica. "Il sistema funziona a singhiozzo", denuncia Calò. "Ma la cosa drammatica è che se si ferma mentre stai operando, tutto quello che è stato fatto fino a quel momento decade e si è costretti a ricominciare da capo". Nel mirino, poi, ci sono i malfunzionamenti: "Il più recente problema a essersi verificato è il mancato rilascio del certificato di rottamazione in formato digitale, cosa che succede nella maggior parte dei casi ai concessionari, ma anche ai demolitori. Per ovviare a ciò, gli operatori compilano a mano il certificato, ne fanno la scansione e lo allegano alla pratica online, corredato da un'autocertificazione per giustificare il ricorso a carta e penna. Alla faccia della sburocratizzazione". Infine, c'è "il mancato riconoscimento degli allegati da parte della piattaforma, senza i quali non si può procedere alla radiazione". Il tutto, in un quadro di "frequenti casi di mancato allineamento tra i dati contenuti nei registri della Motorizzazione civile e quelli del Pra, che costringono gli operatori a inoltrare ticket di segnalazione al fine di poter completare la pratica. Che nel frattempo si ferma, a volte anche per cinque o sei giorni".

Contributi statali in pericolo. Insomma, se il sistema non andrà presto a regime - Calò parla di almeno 10 ore al giorno di funzionamento continuativo e risoluzione dei ticket entro i due giorni successivi alla richiesta lo stock di veicoli da inserire "è destinato ad aumentare e di conseguenza non sarà possibile rispettare i tempi per la radiazione dei veicoli stessi. La preoccupazione dei nostri associati", conclude il presidente dell'Ada, "è che se la radiazione non avviene nei tempi previsti i cittadini possano perdere il contributo governativo e rivalersi sugli autodemolitori per il danno patito". 

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Ford - Perdite sempre più consistenti per la divisione Bev

4 Ruote - Lug 26,2024

La Ford è stata tra le prime, e per ora l'unica, tra le grandi Case tradizionali a scorporare le attività nel campo della mobilità elettrica da quelle tradizionali. L'operazione, però, si sta rivelando un bagno di sangue dal punto di vista prettamente finanziario. Lo dimostrano i numeri dell'ultima trimestrale pubblicata dall'Ovale Blu.

I conti di gruppo. Nel secondo trimestre, la Casa di Dearborn ha registrato un aumento dei ricavi del 6% a 47,8 miliardi di dollari, grazie soprattutto al lancio del nuovo F-150 e ai furgoni Transit, ma ha subito un calo della redditività. L'utile operativo è sceso da 3,8 miliardi a 2,8 miliardi, per un margine in contrazione dall'8,4% al 5,8% mentre i profitti sono scesi da 1,9 miliardi a 1,8 miliardi. A influire sono stati due fattori in particolare: da un parte le spese per i richiami, arrivate a ben 2 miliardi, dall'altra le continue difficoltà finanziarie della divisione "Model e", che ormai perde quasi 50 mila dollari per ogni elettrica venduta. 

Le divisioni. "Model e", che ha nel 2023 ha registrato una perdita operativa di ben 4,7 miliardi (40.525 dollari per ognuna delle 116 mila Bev commercializzate), ha chiuso il trimestre con un Ebit negativo per 1,14 miliardi, portando il consuntivo del primo semestre a sfiorare i 2,5 miliardi, oltre 600 milioni in più rispetto al dato del pari periodo dell'anno scorso e ormai la metà o quasi del rosso previsto dalla Ford per l'intero 2024. Alla fine il conto economico è stato salvato dalle altre divisioni, Ford Blue, concentrata sui modelli endotermici e, ancor di più, Ford Pro, dedicata ai veicoli commerciali e alle flotte. Quest'ultima a messo a segno un miglioramento dell'utile operativo trimestrale del 7% a 2,6 miliardi, pari a un margine del 15%, mentre le attività tradizionali hanno pagato, come detto, gli alti costi dei richiami, ma sono comunque rimaste in utile per 1,2 miliardi, in calo rispetto ai 2,3 miliardi di un anno fa. E saranno sempre Ford Blue e Ford Pro a rappresentare le architravi dei risultati annuali. Ford prevede un utile operativo annuale tra 9 e 10 miliardi per Ford Pro e tra 6 e 6,5 miliardi per Ford Blue, mentre Ford Model e dovrebbe chiudere in perdita per 5/5,5 miliardi.   

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Autostrade per l'Italia - 28 milioni di italiani in viaggio per l'esodo estivo

4 Ruote - Lug 26,2024

Scatta la fase più intensa per il traffico estivo. Secondo le ultime stime di Autostrade per l'Italia, tra venerdì 26 luglio e sabato 27 luglio inizieranno a diventare sempre più consistenti gli spostamenti dai grandi centri urbani, in particolare lungo le principali direttrici Nord-Sud: l'A1 Milano-Napoli, l'A14 Bologna-Taranto e l'A30 Caserta-Salerno. I maggiori volumi di traffico, però, si registreranno tra il 3 e il 10 agosto. Nel complesso, per i primi due weekend di agosto si prevedono 28 milioni di italiani in viaggio lungo la rete gestita da Autostrade per l'Italia. Traffico ancora intenso verso le località turistiche anche nel weekend che seguirà il Ferragosto. I rientri nelle grandi città saranno invece più diluiti e riguarderanno soprattutto gli ultimi tre fine settimana di agosto.

Nuova control room. Per facilitare gli spostamenti, è già in vigore il divieto di circolazione dei mezzi pesanti a partire dal venerdì pomeriggio per tutto il weekend, ma Autostrade per l'Italia ha anche messo a punto un piano di gestione della viabilità che prevede, tra l'altro, la rimozione dei cantieri più impattanti lungo i principali tratti e il potenziamento dei presidi di uomini e mezzi in punti strategici. Inoltre, l'azienda ha inaugurato a Roma la sua nuova control room, un Centro tecnologico per il monitoraggio del traffico, degli impianti e delle infrastrutture. Il suo compito è raccordare le immagini e le informazioni in arrivo in tempo reale e h 24 dalle nove direzioni di tronco dislocate lungo i 3.000 km di rete, fornire una visione d'insieme dei flussi e garantire un controllo degli impianti e dell'infrastruttura attraverso software evoluti connessi con i dispositivi in campo che utilizzano intelligenza artificiale, droni e Iot (Internet of things). Il polo è composto da quattro aree: una sala di controllo per la pianificazione e la gestione dei cantieri, un presidio tecnologico per il monitoraggio dello stato di funzionamento degli impianti in esercizio sulla rete, un centro di controllo per l'ispezione e la gestione del traffico e un reparto per la gestione delle emergenze.

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Porsche Cayenne - Termica e ibrida restano, ma presto sarà anche elettrica

4 Ruote - Lug 25,2024

La Porsche ha diffuso le prime informazioni relative alla quarta generazione della Cayenne. In un momento delicato per la transizione all'elettrico, sottolineata dalle recenti dichiarazioni della stessa Porsche in tema di risultati di mercato e prospettive per il 2030, è stata annunciata l'intenzione di offrire la Suv in versione elettrica, mantenendo però anche l'opzione endotermica per i clienti.

La quarta serie elettrica affiancherà l'attuale. Sono stati appena avviati i collaudi su strada dei prototipi, mostrati nelle immagini ufficiali con pesanti camuffature. La Porsche ha deciso di sviluppare la quarta serie con powertrain esclusivamente elettrico sulla base della piattaforma PPE, mentre la terza serie aggiornata nel 2023 proseguirà la sua carriera oltre la metà del decennio per offrire varianti endotermiche e ibride ulteriormente evolute, con particolare riferimento ai V8 biturbo. Le due Cayenne saranno quindi affiancate nei listini, una scelta diversa rispetto a quella presa, almeno per il momento, per la Macan.

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Stellantis - Torna in auge l'ipotesi della cessione per Maserati

4 Ruote - Lug 25,2024

Da diversi mesi, nelle sale operative degli operatori di Borsa e tra gli analisti circolano speculazioni sulla possibilità che Stellantis ceda la Maserati per liberarsi di un marchio ormai nella fase di una lunga crisi di risultati. L'ipotesi non pare al momento sul tavolo dei vertici aziendali, ma alcune dichiarazioni dell'amministratore delegato Carlos Tavares e del direttore finanziario Natalie Knight generano nuovi dubbi sulla permanenza del Tridente nel sempre più ampio portafoglio marchi del gruppo. 

Le parole di Knight. Per esempio, Knight, durante una conferenza con la stampa americana, non ha escluso a priori una cessione alla luce delle perdite e del forte calo dei volumi: nel primo semestre, la Casa emiliana ha visto le consegne scendere da 15.300 a 6.500 e i ricavi da 1,3 miliardi a 631 milioni, mentre il risultato operativo è passato da un utile di 121 milioni a una perdita di 82 milioni e il margine dal 9,2% al -13%. Dunque, il Tridente rappresenta al momento uno dei problemi da affrontare per rimettere in carreggiata i conti. "Per ora siamo impegnati a creare quanto più valore possibile per il marchio", ha spiegato Knight, sottolineando, però, che in futuro Stellantis potrebbe riconsiderare quale sia "la migliore casa" per la Maserati. Dunque, per il momento non c'è nulla, ma in futuro chissà. 

Le dichiarazioni di Tavares. Di sicuro, Stellantis qualche valutazione la farà. Del resto, Tavares è sempre stato abbastanza chiaro sulla necessità di mantenere in portafoglio solo marchi redditizi. Proprio oggi, durante una conferenza con la stampa italiana, ha parlato del marchio Leapmotor, "Il 15 esimo della nostra azienda". "Sono troppi?", si è chiesto poi il manager, rispondendosi da solo: " molto semplice, se non rendono li chiuderemo, perché non possiamo permetterci di avere marchi che non rendono". E Maserati è proprio un brand che, almeno per ora non rende. Ecco perché sono tornate in auge le speculazioni su una vendita del Tridente (qualche mese fa sono spuntati anche rumors su una possibile cessione alla Ferrari). Ma ed è bene rimarcarlo per ora non pare ci sia nulla di imminente. Tuttavia, come avvenuto con la cessione di Comau, annunciata un po' a sorpresa, tutto può succedere. 

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Statistiche - Le vittime della strada calano del 3,8%: allarme monopattini elettrici

4 Ruote - Lug 25,2024

Vittime della strada giù del 3,8% a quota 3.039 nel 2023 rispetto al 2022: lo evidenzia il report Aci-Istat sugli incidenti con lesioni in Italia. Invece i sinistri e i feriti crescono rispettivamente a 166.525 (+0,4%) e a 224.63 (+0,5%), con un costo sociale di 18 miliardi di euro, equivalente all'1% del Pil. Statistiche poco rassicuranti cui sommare gli incidenti senza feriti e i rilievi delle Forze dell'ordine per un totale di 1,8 milioni. Se si considerano anche i costi legati ai sinistri con soli danni alle cose (4,3 miliardi di euro), si arriva a 22,3 miliardi.

Caos nuova mobilità. Mentre calano i morti in auto (1.332 e -3,1%) e su moto (734, -6%), e sono stabili i pedoni a 485, uno dei dati più allarmanti riguarda i monopattini elettrici: 21 vittime fra chi li guidava nel 2023 contro 16 del 2022. I sinistri che hanno coinvolto i dispositivi della micromobilità urbana sono schizzati a 3.365 (erano 2.929). Male anche le bici, elettriche e no, a 212 morti (+3,4%). Un'ascesa iniziata nel 2020, col mancato rispetto delle elementari regole del Codice della strada, che vieta di andare in due su un monopattino: i feriti sono stati 3.195 (contro 2.787 del 2022), di cui 3.056 conducenti e addirittura 139 passeggeri. Le cose si stanno complicando: prova ne sia che il 17 luglio 2024, a Mazara del Vallo (Trapani), due ragazzi su un unico monopattino hanno investito e ucciso un anziano colpito di spalle su una ciclabile.

Quali fattori. Le cause degli incidenti? Guida distratta per il 15,1% del totale, mancato rispetto di precedenza o semaforo per il 12,9%, velocità troppo elevata per l'8,4%. Mancano tuttavia all'appello gran parte dei sinistri per guida alterata da alcol o droga, perché l'Istat non ha modo di elaborare i dati nel suo complesso.

Multe. Polizia Stradale, Carabinieri e Polizie Locali dei Comuni capoluogo di provincia ammontano a 6,8 milioni, specie per sosta vietata ed eccesso di velocità, entrambe al 37%. Oltre 100 mila contravvenzioni a chi era al volante con lo smartphone in mano.

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Formula 1 - GP del Belgio, la sfida sulle Ardenne

4 Ruote - Lug 25,2024

Ancora una gara prima della pausa estiva di agosto: la Formula 1 torna in pista questo weekend per il Gran Premio del Belgio, sull'iconico circuito di Spa-Francorchamps.

L'università della F.1. Certamente, l'appuntamento belga è uno dei più attesi della stagione sia per gli appassionati che per gli addetti ai lavori. Le verdi colline delle Ardenne accolgono una Formula 1 decisamente più frizzante rispetto allo scorso anno, con tante sfide e temi che guardano anche al futuro. La prima novità è che i sette chilometri d'asfalto sono completamente nuovi e la nuova superficie promette tempi più rapidi. La Pirelli porterà in Belgio le mescole C2, C3 e C4, rispettivamente come White Hard, Yellow Medium e Red Soft. Tutto da scoprire quale sarà l'impatto del nuovo asfalto sulle gomme in termini di degrado termico. Su questa pista sono presenti tutte le tipologie di curve che vengono raccordate tra loro da tratti rettilinei molto veloci: questo renderà complicato il lavoro di identificazione dell'assetto, soprattutto a livello aerodinamico.

La variabile meteo. Impossibile non parlarne quando si arriva a Spa-Francorchamps. La variabilità delle condizioni in collina, in questo periodo dell'anno, può portare a un'alternanza di condizioni in tempi molto rapidi, oltre che in punti differenti del circuito. Nel momento in cui scriviamo, le previsioni dicono che la pioggia arriverà nelle prime ore di venerdì mattina, ma nel corso del pomeriggio la probabilità di pioggia è piuttosto bassa. Discorso diverso per sabato, perché sia la terza sessione di prove che le qualifiche dovrebbero svolgersi sotto l'acqua, aggiungendo un pizzico di pepe che non guasta mai.

McLaren VS Red Bull. Dopo aver conquistato la doppietta in Ungheria (che mancava da Monza 2021), la McLaren punta a ripetersi in terra belga. Il team di Woking porterà una serie di novità tecniche, tra cui una nuova ala posteriore concepita appositamente per affrontare piste veloci come quella di Spa-Francorchamps. In casa Red Bull c'è invece un po' di preoccupazione: la squadra sta valutando se smarcare il quinto motore per Verstappen e fargli prendere 10 posizioni di penalità su una pista sulla quale si può comunque recuperare. Ma ci sarebbe un'altra opzione, ossia sostituire anche tutti gli altri elementi della power unit e far partire Max dal fondo, chiamandolo a una - più che possibile - rimonta. A differenza degli altri anni, però, la RB20 non è così dominante e il tre volte iridato sarebbe chiamato a spremere al massimo la vettura, provando a sbarazzarsi degli avversari in modo duro, come ai vecchi tempi. Perché nonostante predichi tranquillità per il campionato, Norris e Piastri sono diventati due avversari da non sottovalutare e Max è dovuto uscire dalla sua zona di comfort, con quel comportamento discutibile avuto in Ungheria nei confronti di avversari e del suo stesso team.

Mercato piloti. Proprio alla vigilia di questo weekend, un altro tassello della line-up 2025 è andato a posizionarsi. La Haas ha confermato, infatti, che Esteban Ocon si unirà al team per il prossimo anno e farà coppia con il giovane Oliver Bearman. Restano così ancora posti da assegnare e tutto dipenderà, a quanto pare, da Carlos Sainz e da dove sceglierà di andare lo spagnolo. Stando alle ultime indiscrezioni, Carlos dovrebbe approdare in Alpine al fianco di Gasly. Ma ci sono ancora dei sedili da assegnare in Mercedes, Sauber e Williams, oltre che alla Racing Bulls. La pausa estiva sbroglierà certamente questi nodi.

Come guardare il GP del Belgio in TV. Come ormai di consueto, Sky trasmetterà l'intero fine settimana in diretta, mentre su TV8 saranno trasmesse qualifiche e gara in differita di qualche ora. Potrete seguire la gara di Spa anche sotto l'ombrellone con il nostro Speciale F.1, con live blogging delle sessioni e gli highlights dei momenti salienti. Ecco il programma del weekend:

 

Venerdì 26 luglio

Prove Libere 1 dalle 13.30 in diretta esclusiva su Sky Sport F1

Prove Libere 2 dalle 17.00 in diretta esclusiva su Sky Sport F1

Sabato 27 luglio

Prove Libere 3 dalle 12.30 in diretta esclusiva su Sky Sport F1

Qualifiche alle 16 in diretta su Sky Sport F1. Differita TV8 alle 18.30

Domenica 28 luglio

Gara, partenza alle 15 in diretta su Sky Sport F1. Differita TV8 alle 18.00

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Stellantis - Tavares: "Autobianchi e Innocenti ai cinesi? Per ora sono nostri"

4 Ruote - Lug 25,2024

Autobianchi e Innocenti, almeno per ora, rimangono saldamente nelle mani di Stellantis, nonostante le indiscrezioni sulla possibilità che i due marchi vengano usati dal governo per convincere Case cinesi a investire in Italia. "Posso confermare che quell'ipotesi non si è concretizzata. E se un giorno dovesse concretizzarsi, decideremo tutto ciò che dobbiamo decidere. Se dovesse succedere, ci sono termini specifici che possono essere applicati a un atto di quel genere", ha affermato l'amministratore delegato del gruppo automobilistico, Carlos Tavares, nel corso di un a conference call con la stampa italiana.

Focus sul piano. In ogni caso, sono ben altre le preoccupazioni. "Per ora siamo concentrati sull'esecuzione in Italia del piano che è stato sostenuto dai nostri partner sindacali", ha evidenziato il manager portoghese. " un bene che la nostra azienda sia continuamente alla ricerca di tutte le opportunità per garantire l'accessibilità economica per il consumatore italiano e allo stesso tempo il profitto per proteggere la nostra impronta in Italia", un'impronta fatta "di creatività nel design, creatività ingegneristica, capacità produttiva. Vedremo cosa succederà con l'offensiva cinese" in quei "Paesi europei che stanno cercando le Case" del Dragone "mettendosi in competizione tra loro". Da parte nostra, "non chiediamo nient'altro alle autorità di regolamentazione se non di garantire la stabilità delle normative". E su questo fronte, non sono di certo ben accolti i dazi sulle auto cinesi, considerati da Tavares solo come "una decisione correttiva contro l'errore strategico iniziale" di imporre l'elettrificazione, e quindi l'acquisto di batterie e sistemi cinesi. 

Pronti a un accordo. Ovvia una domanda sulla possibilità che il prossimo 7 agosto, al tavolo convocato dal Ministero delle Imprese, venga siglato il tanto atteso accordo sul milione di auto prodotte in Italia. "Non c'è assolutamente ragione per cui non ci debba essere un accordo. Abbiamo ricevuto dal ministro Urso una lettera il giorno del 125esimo anniversario della Fiat che poneva un certo numero di domande, alle quali abbiamo risposto in modo molto corretto, professionale e con buone intenzioni. Penso che queste risposte siano assolutamente le risposte che il Governo italiano si aspetta da noi", ha spiegato Tavares. "Stiamo andando nella direzione sostenuta dall'Italia, che tra l'altro è la stessa nostra, perché siamo i leader del mercato, stiamo facendo profitti in Italia, abbiamo un'impronta produttiva molto significativa e abbiamo eccellenti partner sindacali. Il governo vuole creare più valore nel Paese e noi ci siamo. Siamo a disposizione". Quindi, "penso sia abbastanza facile convergere, ma per qualche motivo che non capisco, di tanto in tanto veniamo urtati, ma è la vita", ha proseguito Tavares, dicendosi "molto soddisfatto del dialogo con i sindacati italiani". In tal senso "il feedback più importante è stato di non scommettere la casa sui veicoli elettrici. Abbiamo reagito a questa richiesta". Ora, però, il mercato "sta diventando estremamente difficile e dobbiamo capire che se non si lasciano respirare le aziende e non si prendono le decisioni che devono essere prese per garantire sostenibilità, succederà qualcosa di brutto, ha detto ancora Tavares, che è tornato ancora una volta a criticare le politiche europee sul processo di elettrificazione: "Come è noto, c'è un grosso problema in Europa, ovvero il disallineamento dei Paesi europei rispetto all'obiettivo fissato dall'Ue. un problema, perché non si può avere un disallineamento mentre si cerca di raggiungere un obiettivo così ambizioso, strategico e trasformativo".

Le strategie e i conti. Tavares ha anche criticato "una narrazione che mira a mettere in discussione il cammino di Stellantis. Il taglio dei costi è qualcosa che tutte le aziende devono fare per combattere l'inflazione, per proteggere l'accessibilità per i clienti e i margini che garantiscono la sostenibilità dell'azienda. Non ho alcun controllo su questa narrazione, secondo la quale la nostra strategia si concentrerebbe solo sulla riduzione dei costi: è oggettivamente sbagliato. La nostra strategia è molto ampia, molto diversificata e di gran lunga non solo basata sulla riduzione dei costi", ha attaccato il manager. "Non confermo questa narrazione distorta e lontana dalla realtà, ma confermo che qualsiasi azienda che voglia tutelare la sostenibilità e l'accessibilità dei prezzi per i propri clienti deve ridurre i costi e combattere l'inflazione".

Leapmotor. Un altro argomento affrontato durante l'incontro online è stato lo sbarco di Leapmotor in Europa: "Il primo lotto di auto Leapmotor è in arrivo in Europa proprio in questi giorni. Il processo di omologazione sta procedendo bene e, come ci siamo impegnati a fare, le prime vendite inizieranno a settembre". "Stamattina ho preso un certo numero di decisioni per supportare Leapmotor in termini di ricambi e distribuzione", ha aggiunto definendo "sorprendente l'entusiasmo "di molti dei nostri concessionari per Leapmotor. Abbiamo un alto numero di richieste da parte dei nostri concessionari per questo marchio, il 15 esimo della nostra azienda. Troppi? molto semplice, se non rendono li chiuderemo, perché non possiamo permetterci di avere marchi che non rendono". Quanto ai conti semestrali, Tavares non ha mancato di esprimere la sua scarsa soddisfazione e fatto alcune ammissioni: "Abbiamo un problema commerciale, dobbiamo assicurarci che le nostre offerte, che ritengo piuttosto generose, siano presentate in modo adeguato ai clienti e ai potenziali clienti. Da quello che ho visto finora, non succede".

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Usato - Continua il periodo positivo: +4,4% anche a maggio

4 Ruote - Lug 25,2024

L'Unrae ha diramato i consueti dati relativi al mercato delle auto usate: dopo il ritorno al segno più registrato nel mese di aprile, anche maggio conferma la tendenza positiva con un +4,4% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, grazie ai 462.030 nuovi trasferimenti di proprietà. Rispetto al 2019 c'è un leggero calo (-3,1%), ma la crescita nei primi cinque mesi dell'anno si attesta a +9,6%. Nello specifico, sono cresciuti del 3,4% gli scambi netti e del 5,7% le minivolture.

Situazione stabile. Invariate le posizioni sul podio delle motorizzazioni preferite nel mercato dell'usato: il diesel mantiene la prima posizione, anche se perde 2,8 punti percentuali attestandosi al 45,4% del totale (45,5% nei primi cinque mesi dell'anno); secondo posto per le motorizzazioni a benzina con il 38,2% del totale (con una perdita dello 0,3% rispetto allo scorso anno, e il 38,8% nei cinque mesi). Sempre terze le ibride, con il 7,7% (7,1% il dato complessivo, con una crescita dello 0,1%). A seguire Gpl (al 4,9%), seguito dal metano (2,2%). Per quanto riguarda elettriche e plug-in, la loro percentuale di mercato è rispettivamente dello 0,7% e dell'1,0% del totale (0,7% e 0,9% nei primi cinque mesi dell'anno). Stabile anche la lettura dei dati per quanto riguarda i contraenti: crescono leggermente gli scambi tra privati/aziende, che rimangono comunque maggioritari (55,6% del totale, 56,3% nei primi cinque mesi), mentre scendono leggermente quelli da operatore a cliente finale: 39,8% (39,4% da gennaio a maggio). Crescono invece i passaggi di auto provenienti da Km 0 (3,8%) e scendono quelli provenienti dal noleggio (0,9%).

La distribuzione sul territorio. Analizzando i dati regione per regione, la Lombardia rimane il territorio dove avvengono più scambi in assoluto, il 16% (+0,1%), seguita dal Lazio 9,7% (-0,5%), dalla Campania (9,3%), dalla Sicilia (8%) e dal Veneto e Piemonte (entrambi a 7,9%). Positivo il calo di 1,7% della quota di passaggi di proprietà che coinvolgono auto con più di 10 anni di anzianità, che rimangono quasi la metà del totale (47,9%). Cresce al 17% la quota di quelle tra i 6 e i 10 anni, così come quella delle auto da 2 a 4 anni (12,1%) e da 1 a 2 anni (4,4%). Le auto più giovani, con meno di un anno di vita, occupano il 6,7% del mercato. Calano di mezzo punto percentuale le auto tra i 4 e 6 anni di vita (12% del totale).

Le minivolture. Scende di 5,3 punti la quota di privati e società che permutano la propria auto: 55,5% (57,5% da gennaio a maggio), mentre cresce del 2,6% la quota dei ritiri di autovetture da parte degli operatori: 29,3% (27,6% da inizio anno). Sostanzialmente stabili, ma in crescita, le auto provenienti dal noleggio a lungo termine (10,5%, +1,1%) e dal breve termine (2,7%, +0,9%). Sale la percentuale di veicoli provenienti da Km 0 (2,1% rispetto all'1,3% del maggio 2023). Le minivolture delle auto diesel scendono ancora e arrivano al 48,5%, crescono leggermente quelle dei modelli a benzina, che vanno al 31,8%, stabile il Gpl (5%) e ancora in calo il metano (2%). Continua a crescere la quota di ibride, che arriva al 9,8% rispetto all'8,7% dello scorso mese, mentre elettriche e plug-in si attestano rispettivamente all'1,3% e 1,5%.

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Transizione energetica - Dall'Ispra una mappa esaustiva sui giacimenti minerari in Italia

4 Ruote - Lug 25,2024

L'Ispra ha ufficialmente avviato il programma minerario italiano, deciso dal governo con un apposito decreto pubblicato circa un mese fa. In particolare, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha aperto un apposito portale, GeMMA, che rappresenta il più completo database sui giacimenti minerari italiani e fornisce una mappa delle principali materie prime presenti nel nostro sottosuolo, a partire da quegli elementi considerati critici per la transizione energetica di svariati settori come l'Automotive. 

Le miniere. Il portale elenca, innanzitutto, le miniere ancora attive in Italia: sono 76, di cui 22 relative alle 34 Materie Prime Critiche dell'Ue. Venti estraggono feldspato e 2 fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius). Delle altre 91 miniere di fluorite attive in passato, alcune sono molto importanti, ancor di più alla luce "dei prezzi quadruplicati rispetto al 1990": si trovano nel bergamasco, nel bresciano e in trentino.

Un Paese ricco di risorse... Feldspato e fluorite, dunque, sono a oggi le uniche materie prime critiche presenti in Italia, ma secondo l'Ispra "i permessi di ricerca in corso, i dati sulle miniere attive in passato e quelli sulle ricerche pregresse e recenti, documentano la potenziale presenza di varie materie prime critiche e strategiche come il litio, scoperto in quantitativi importanti nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani e come diversi altri minerali da cui si producono metalli indispensabili per il modello di sviluppo decarbonizzato, la green tech, la transizione digitale e l'indipendenza da Paesi terzi".

...ma dipendente dall'estero. In passato, l'estrazione di minerali metalliferi ha interessato circa 900 siti. Tuttavia, attualmente l'Italia non estrae 'Critical Raw Materials metallici' e per la loro fornitura "è totalmente dipendente dai mercati esteri". Alla luce delle nuove tecniche di esplorazione e dell'andamento dei prezzi di mercato, molti dei depositi conosciuti andrebbero invece rivalutati: rame nelle colline metallifere (Toscana), nell'Appennino ligure-emiliano, nelle Alpi occidentali, Trentino, Carnia e in Sardegna; manganese in Liguria e Toscana; tungsteno nel cosentino e nel reggino, nella Sardegna orientale e settentrionale e nelle Alpi centro-orientali, spesso associato a piombo-zinco; cobalto in Sardegna e Piemonte, dove il deposito di Punta Corna è ritenuto di strategica importanza europea: magnesite in Toscana; sali magnesiaci nelle Prealpi venete. "L'accertato giacimento di titanio nel savonese è questione ben nota, così come le problematiche ambientali che ne precludono l'estrazione a cielo aperto", prosegue l'Ispra, ricordando le bauxiti, principale minerale per l'estrazione di alluminio, localizzate in quantitativi modesti in appennino centrale, ma più consistenti in Puglia e soprattutto nella Nurra (SS), dove la miniera di Olmedo, per quanto chiusa, è ancora mantenuta in buone condizioni. Tra l'altro, le bauxiti contengono possibili quantitativi sfruttabili di terre rare, che sono sicuramente contenute all'interno di buona parte dei depositi di fluorite.  

Litio e grafite. Possibili depositi di celestina, principale minerale dello stronzio, sono documentati nelle solfatare siciliane, soprattutto del nisseno. Quanto al litio, la sua presenza è nota anche nelle pegmatiti dell'Isola d'Elba, del Giglio e di Vipiteno. Tra i materiali critici non metalliferi, depositi significativi di barite sono localizzati nel bergamasco, nel bresciano e in Trentino. Di fondamentale interesse per la nuova tecnologia sono i depositi di grafite localizzati nel torinese (attualmente interessati da due permessi di ricerca), nel savonese e nella Sila. 

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Dacia - Duster, quanto sei off(road)?

4 Ruote - Lug 25,2024

Qual è il limite fra le Suv e le fuoristrada vere? Le prime sono adatte solo a sterrati leggeri (come riportano spesso le brochure), oppure possono cimentarsi in avventure più impegnative? Abbiamo messo alla prova la nuova Dacia Duster nella sua versione mild hybrid a trazione integrale, con tanto di albero di trasmissione e pacco di frizioni gestito elettronicamente per ripartire la coppia del 1.2 da 131 cavalli fra i due assi. L'intervento dipende anche dalla modalità di guida selezionata: ce ne sono tre specifiche per i fondi insidiosi come neve, fango/sabbia e off-road. L'elettronica entra in gioco anche nel controllo della velocità in discesa, attivabile pure in retromarcia. E poi ci sono le informazioni specifiche dell'infotainment, come l'inclinazione laterale o longitudinale dell'auto nei passaggi più impegnativi.

Quando il gioco si fa duro. Con queste (buone) premesse, abbiamo messo a dura prova la Dacia Duster 1.2 TCe 4x4: 26.900 euro nella versione Extreme del nostro test, 25.400 per l'allestimento Expression. La nostra area off-road del Centro prove di Vairano mette a disposizione diverse situazioni impegnative, dalle salite ripide alla trincea, passando per fondi accidentati e guadi. Nelle prime, la Duster riesce a fermarsi e ripartire senza difficoltà, mentre nel test della trincea, ancora più duro (persino per alcune fuoristrada), mette in gioco i buoni angoli di attacco, dosso e uscita e l'efficacia del controllo di trazione. Trovate tutti i dettagli nel nostro video, dove vi mostriamo anche come la Suv se l'è cavata nell'affrontare guadi profondi.

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