Guida autonoma - La Nissan accelera sulla mobilità senza conducente
La Nissan ha presentato la sua ultima tecnologia per la guida autonoma nella zona di Minato Mirai, il distretto affaristico della città di Yokohama. la prima volta in Giappone che un veicolo senza conducente ha potuto circolare su una strada aperta al traffico, in un ambiente urbano complesso. L'iniziativa è stata portata avanti con il ministero dell'economia, del commercio e del trasporto giapponese, il ministero delle infrastrutture e la città di Yokohama.
Un nuovo servizio di mobilità. I progetti della Nissan per la guida autonoma sono finalizzati allo sviluppo di un servizio di mobilità rivolto alla popolazione del Giappone, che continua a invecchiare e fatica sempre di più a trovare autisti per collegare le comunità rurali e più lontane dai grandi centri abitati. Accanto al centro di ricerca e sviluppo di Yokohama, la Nissan sta lavorando anche in Silicon Valley con il Nissan Advanced Technology Center e nel Regno Unito, all'interno del progetto evolvAD.
Test in monovolume. Gli ultimi veicoli di test sono basati sulla monovolume Serena e comprendono quattordici telecamere, nove radar e sei lidar; i sensori montati sul tetto permettono di migliorare in maniera importante la capacità dell'auto di rilevare l'ambiente circostante (grazie anche all'altezza dell'auto). Il software di bordo utilizza la AI per potenziare le capacità di riconoscimento del traffico e di valutazione del corretto comportamento in ogni situazione. Il sistema, sottolinea la Casa, prevede numerose ridondanze in caso di guasti e una funzione di stop d'emergenza in caso di necessità.
Ford - Maxi iniezione di capitali per la filiale tedesca
La Ford corre in soccorso della sua filiale tedesca con una maxi iniezione di capitali freschi: la Casa statunitense ha messo a disposizione della Ford-Werke GmbH risorse finanziarie per 4,4 miliardi di euro, con l'obiettivo di "sostenere la trasformazione del suo business europeo e aumentare la sua competitività a lungo termine".
Il piano. Dal comunicato di formalizzazione del nuovo impegno economico, tuttavia, emerge un serio problema per l'azienda tedesca. Il nuovo finanziamento, che segue i 2 miliardi di euro stanziati per la conversione della fabbrica di Colonia, prevede "un contributo in conto capitale per ridurre il debito degli stabilimenti Ford" e ulteriori fondi "per un piano aziendale pluriennale volto a sostenere gli sforzi di ristrutturazione in corso". Si tratta del progetto di riorganizzazione annunciato lo scorso autunno e incentrato sul taglio di 4 mila posti di lavoro in Europa, di cui 2.900 in Germania, e sulla riduzione della produzione dell'Explorer e della Capri nell'impianto renano per colpa del rallentamento delle vendite di Bev nel Vecchio Continente.
Nessun addio all'Europa. Tra l'altro, la Ford ha annunciato un importante novità che lascia aperte le porte anche a un disimpegno dall'Europa. Il nuovo finanziamento "allinea" il sostegno della Casa di Dearborn a quello delle altre filiali in tutto il mondo e, soprattutto, "sostituisce la lettera di patronaggio del 2006" che la obbliga a pagare i debiti della Ford-Werke in caso di inadempienze. In sostanza, la Ford non intende più farsi carico delle perdite della sua filiale, appesantita da oltre 5 miliardi di debiti, ma si impegna comunque a a rafforzarla nei prossimi quattro anni nella speranza di rimetterla in carreggiata. Per il momento, è comunque escluso un addio all'Europa sulla falsariga di quanto deciso dalla General Motors con la cessione della Opel. Il vice-presidente John Lawler, in un'intervista al Financial Times, ha sì avvertito di altre "decisioni difficili" in arrivo nel tentativo di rilanciare il business europeo, ma ha anche escluso un ritiro dal continente, quantomeno nel breve termine. "Non dobbiamo essere disfattisti, ma definire un percorso e capire come renderlo fattibile, ed è ciò che intendiamo fare", ha affermato il manager. "Non credo che nessuna filiale debba essere lasciata sola, ma dobbiamo continuare a lavorare sulla riduzione dei costi".
Le richieste a Bruxelles. Dunque, nei prossimi anni l'Ovale Blu punterà l'attenzione sulla semplificazione delle strutture e su un aumento dell'efficienza, il che non esclude ulteriori conseguenze sulla forza lavoro o sulla rete produttiva. Sembra l'unico modo per rilanciare un business messo a dura prova da strategie di elettrificazione finora inefficaci. L'anno scorso, la divisione per le elettriche "Ford Model e" ha perso 5 miliardi di dollari e i vertici aziendali non prevedono di raggiungere il break even operativo prima della fine del decennio e comunque solo dopo il lancio, nel 2027, della nuova piattaforma per le Bev destinata a tagliare pesantemente i costi di produzione. Lawler ha ammesso che la transizione elettrica "non è semplicemente andata avanti così rapidamente come tutti si aspettavano" e la questione "richiederà decisioni difficili". Il dirigente ha quindi sollecitato Bruxelles a fare di più per la mobilità elettrica, a partire da maggiori incentivi per frenare il declino delle vendite in importanti mercati come quello tedesco: "Abbiamo tutti un'ampia offerta di veicoli elettrici sul mercato. una questione di domanda", ha detto Lawler. "Dobbiamo iniziare ad affrontare la causa principale" del rallentamento delle vendite. "Con il nuovo finanziamento, la Ford è chiaramente impegnata nei confronti del suo business europeo. Allo stesso tempo, però, è essenziale che tutte le parti interessate - industria, responsabili politici, sindacati e parti sociali - collaborino per garantire il futuro del settore continentale. In particolare, abbiamo bisogno di un'agenda politica chiara che promuova la diffusione delle elettriche e allinei la domanda dei consumatori agli obiettivi europei in materia di emissioni".
Race of Champions - La Francia vince l'edizione 2025
Si è corsa nel fine settimana la 33esima edizione della Race of Champions, l'evento di motorsport che vede impegnati campioni e piloti provenienti da Formula 1, rally, Indycar e Nascar, turismo e moto. L'edizione 2025 si è svolta per la prima volta in Australia, all'Accor Stadium di Sydney. Tra i partecipanti di quest'anno c'erano Sebastian Vettel, David Coulthard, Valtteri Bottas, Sébastien Loeb, Mick Schumacher e Heikki Kovalainen.
Vittoria francese. Lungo il chilometro d'asfalto steso all'interno dello stadio, i piloti si sono sfidati in una serie di gare testa a testa a bordo di auto identiche, lottando per la vittoria nella doppia sfida per nazioni e in quella individuale dei campioni. La vittoria è andata alla Francia, con la squadra composta da Loeb e da Victor Martins, pilota franco-portoghese che quest'anno correrà in Formula 2 con la Art Grand Prix: i due hanno battuto il team dell'Australia Supercars, composto da Brodie Kostecki e Will Brown. Nella competizione individuale, Loeb ha battuto l'australiano Chaz Mostert.
Il debutto della Cupra Tavascan. Tra gli sponsor della manifestazione c'è anche la Cupra, che durante l'evento ha presentato la versione di serie della Tavascan, la prima Suv coupé elettrica della Casa spagnola, pronta al debutto sul mercato australiano. Durante l'edizione 2023 della Race of Chiampions era stata presentata al pubblico la Tavascan Extreme E Concept.
Carburanti - La benzina scende sotto 1,80 euro, diesel a 1,70
Negli ultimi giorni, i prezzi dei carburanti alla pompa hanno registrato "un forte calo", nonostante l'aumento delle quotazioni petrolifere: secondo l'ultima rilevazione di Staffetta Quotidiana, la media nazionale della benzina al self service è scesa sotto la soglia degli 1,80 euro/litro per la prima volta dal 12 gennaio, mentre il diesel viene commercializzato intorno a 1,70 euro. Intanto, IP e Q8 hanno ridotto di un centesimo i prezzi consigliati dei due carburanti.
Le rilevazioni. In particolare, le medie dei prezzi praticati, comunicati il 9 marzo dai gestori di circa 18 mila impianti all'appositio osservatorio del Mimit, vedono la verde a 1,795 euro (-10 millesimi rispetto alla precedente rilevazione) e il gasolio a 1,701 euro (-10). Al servito, benzina a 1,937 euro (-9), diesel a 1,843 euro (-9), gpl a 0,740 euro (invariato), metano a 1,532 euro/kg (-6) e Gnl a 1,498 euro/kg (+1). Lungo le autostrade, benzina self service a 1,900 euro (2,161 al servito), gasolio a 1,819 euro/litro (2,088), Gpl a 0,871 euro, metano a 1,563 euro e Gnl a 1,625 euro.
Modellini - BMW M3 E46 1:18 Norev
Se dovessimo fare una media "cromatica" dei modelli sulle mensole dei collezionisti, troveremmo quasi certamente una predominanza di rosso, seguito da un buon numero di modelli tra grigio e nero. Personalmente prediligo colori "meno noti" tra quelli proposti dalle Case, motivo per cui, colpito da questo "lingotto d'oro" ho pensato di dedicare questo servizio alla BMW M3 E46 prodotta da Norev in scala 1:18.
Il profilo del modello è riprodotto bene, la linea della carrozzeria in metallo trasmette quel mix elegante e muscoloso che caratterizzava questa versione di inizio millennio, l'assetto è corretto, giusta l'altezza, pneumatici e cerchi sono di qualità. Il modello è apribile, i movimenti delle parti mobili sono precise e le linee di accoppiamento hanno una dimensione "credibile" in questa scala, per apprezzarne e valutarne correttamente le forme, le foto sono volutamente scattate a modello "chiuso".
Frontalmente, questa M3 è aggressiva al punto giusto. I gruppi ottici rispetto all'auto reale mostrano qualche piccolo difetto, specialmente nella parte degli indicatori di direzione. La coda è ben rifinita, compresi gli scarichi, riprodotti nelle giuste dimensioni, piacevole la targa da "concessionario" con il logo M3, profili netti per quanto riguarda sbalzi e modanature del paraurti.
Gli interni in "total black" spengono un po' l'abitacolo, nascondendone alcuni dettagli; ben realizzati i pannelli delle portiere, la forma dei sedili è forse un po' sbilanciata nella parti laterali. Cruscotto, plancia e volante sono qualitativamente in linea con i modelli Norev, ben calcolati gli spazi nell'abitacolo.
Con un costo di 110 euro, la M3 di Norev si colloca, assieme a molte altre produzioni della casa modellistica francese, in fascia media, prodotta con una tiratura di 1.000 pezzi la si trova facilmente nei migliori negozi. Per gli amanti della serie M, o più in generale per chi colleziona modelli stradali "top di gamma", può essere un buon acquisto per il rapporto prezzo/qualità: questa colorazione, poi, differenzia la M3 e la rende facilmente riconoscibile anche tra le più ampie esposizioni.
Transizione green - Nasce lOsservatorio Sunrise, un nuovo hub per la mobilità sostenibile
stato presentato a Roma il nuovo Osservatorio Sunrise (acronimo di SUstaiNable Road InfraStructure Evolution), nato su iniziativa del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (Most) e finalizzato al monitoraggio e all'analisi del trasporto su strada in Italia. Il progetto, coordinato dal professor Ennio Cascetta, coinvolge sei attori chiave del settore: Almaviva, Autostrade per l'Italia, Cassa Depositi e Prestiti, Eni, Fondazione Filippo Caracciolo e Iveco Group. L'obiettivo è fornire dati aggiornati sul processo di decarbonizzazione, così da orientare le strategie di transizione energetica, in linea con il programma europeo Fit for 55.
I prossimi passi. In Italia il trasporto su gomma rappresenta l'89% della mobilità passeggeri e l'84% di quella delle merci, ed è responsabile del 92% delle emissioni del comparto, un valore superiore alla media dell'Unione Europea. L'Osservatorio Sunrise analizzerà l'evoluzione del traffico, la composizione del parco circolante e la diffusione di nuove tecnologie e vettori energetici. I primi risultati verranno presentati a luglio, mentre a dicembre verrà pubblicata un'indagine sui comportamenti degli italiani in materia di mobilità sostenibile.
Auto elettriche - Le Bev più vendute in Italia
Il mese di febbraio ha segnato un deciso balzo in avanti per le elettriche, con un +38,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Con 6.980 nuove immatricolazioni contro le 5.050 di dodici mesi fa, la quota di mercato delle Bev passa dal 3,4 al 5%. Un valore in controtendenza rispetto alla flessione registrata complessivamente, ma che va letto anche alla luce di un dato importante: lo scorso anno, di questi tempi, il segmento era in attesa dei nuovi incentivi del governo, che sarebbero arrivati (e immediatamente esauriti) solo a fine maggio. D'accordo, ma quali sono le elettriche più vendute in Italia? Scopritelo sfogliando le schede qui sopra.
L'iniziativa - Insieme per proteggere: Lancia e 1522
In occasione della Festa delle donne dell'8 marzo 2025, la Lancia presenta Insieme per proteggere, campagna di sensibilizzazione per aumentare la visibilità del numero 1522 della presidenza del Consiglio, che offre aiuto e informazioni alle vittime di violenza e stalking: un servizio attivo h 24, gratuito e anonimo. Il progetto, che coinvolge l'attrice Cristiana Capotondi (già testimonial della Ypsilon dal 2022), prevede fra l'altro affissioni 3D nelle principali piazze italiane.
Anniversari - La Fiat 600 compie 70 anni
La storia, si sa, la scrivono i vincitori. Ma chi sono, poi, questi vincitori? Non sempre i migliori, né tantomeno i primi della classe. Come dimostrano le cronache e pure la Fiat 600. Che ai suoi tempi fece il boom, in tutti i sensi (di vendite e pure quello economico del dopoguerra), ma che poi scomparì dai radar degli appassionati.
Correva l'anno 1955. Il salone di Ginevra, che compiva 25 edizioni, apriva i battenti il 10 marzo. E anche quell'anno, l'appuntamento imperdibile che avrebbe visto i debutti di icone stellari del motorismo (come Miura, Dino e Jaguar E-Type), era pronto per lanciare la nuova eroina nell'iperspazio delle quattro ruote: la 600, appunto.
Nella piccola di casa, in meno di 3 metri e mezzo di lunghezza (3.215 mm, per la precisione), la Fiat aveva messo dentro il fior fiore degli ingredienti motoristici di auto ben più blasonate: sospensioni indipendenti, scocca portante (cosa che se in Lancia era l'abc, sulle Alfa era arrivata solo con un'auto di classe superiore come la 1900) e, soprattutto, il cambio sincronizzato (tranne la prima marcia). Che fu poi il vero passepartout che le permise di fare breccia nel cuore delle guidatrici di mezzo mondo.
La nostra prova del 1956, di 680,1 chilometri, ne evidenziò i pregi: prezzo basso (d'acquisto e manutenzione), abitabilità soddisfacente, maneggevolezza e confort, tenuta di strada e motore riuscito sotto ogni punto di vista (nato 633 cc e diventato, con la D, 767). Insomma, sulla carta, e non solo su quella, la 600 era una macchina vincente. Del resto, nel suo periodo lo è stata davvero. Pensata per tutti, diventò quella giusta per le signore (mamme incluse). E non solo in Italia: come dimostra la pubblicità americana che a lui vendeva la 122 Spider e a lei questa berlinetta. Quando nel 1960 arrivò la D, la 600 era già in zona 900.000 unità prodotte.
Eppure oggi, incontrare una 600, anche ai raduni, è un fatto da segnare sul calendario. Ma perché? Perché col tempo passò dall'essere una vorrei, ma non posso al potendo, non la vorrei più. Insomma, pagò il suo essere scelta obbligata per una classe disposta a spendere sì, ma non a dilapidare. E fu così che, appena portafogli e autosaloni promisero un pelo di più (tipo la 850, con quel suo look da berlina tre volumi, ma considera che bisognò aspettare quasi 10 anni), la 600 fu presto dimenticata. Almeno dalla clientela italiana.
Ma non da quella internazionale che, sotto le (mica tanto) mentite spoglie della Seat (prodotta fino ai primi anni 70) e soprattutto della serba Zastava (che, con il motore 850, arrivò alle soglie del 2000), continuò a comprarla per generazioni di automobilisti. Almeno quest'attestato al merito delle sue indiscusse qualità, le ha fatto vincere un premio. Di (magra) consolazione.
Festa della donna - Le auto al femminile
L'automobile è sempre stata molto più che un semplice mezzo di trasporto: è capace di evocare emozioni, di raccontare storie e spesso porta nomi che contribuiscono a darle un'anima. Tra i modelli e le realtà che hanno fatto la storia dell'automobilismo, molti sfoggiano con orgoglio un nome di donna: dal brand Mercedes all'Alfa Romeo Giulia, dalla Lancia Flavia alla Renault Clio. In occasione della Giornata Internazionale della Donna, qui potete sfogliare una carrellata di auto che, con il loro nome, celebrano la femminilità.
Formula 1 - Cadillac undicesimo team dal 2026
Mancava solamente un'ultima formalità per avere la certezza assoluta e, proprio oggi, è arrivata: la Formula 1 accoglie Cadillac come undicesimo team dal 2026. FIA e Liberty Media hanno confermato l'ingresso del costruttore americano nel Circus, con il fondamentale appoggio di General Motors e un accordo - già siglato - con Ferrari per la fornitura della power unit e della trasmissione.
Ora si fa sul serio. La squadra americana, con base operativa già avviata a Silverstone, arriva in griglia dopo oltre un anno di polemiche e veti incrociati. L'iniziale progetto di Andretti Global, bocciato senza troppe cerimonie da Liberty Media, ha lasciato spazio a una proposta più strutturata sotto la guida del TWG Group di Dan Towriss. Decisivo il maggior coinvolgimento diretto di General Motors che, a partire dal 2028, porterà in pista una power unit propria con il marchio Cadillac. La svolta, arrivata dopo l'interessamento del Congresso degli Stati Uniti per la controversa esclusione del progetto Andretti, rappresenta un importante segnale politico ed economico per la Formula 1, che continua così a rafforzare la propria presenza negli States.
Già operativi a Silverstone. L'impegno di General Motors e di Cadillac è un passo cruciale nell'evoluzione della nostra disciplina, ha dichiarato il ceo della Formula 1, Stefano Domenicali. Ringrazio GM e TWG per il lavoro svolto in questi mesi e sono entusiasta di accogliere il team Cadillac nella griglia 2026, che si preannuncia entusiasmante per tutto il nostro sport. Nel quartier generale britannico, la squadra è al lavoro da mesi sotto la guida di Graeme Lowdon, ex team principal della Marussia, affiancato dai tecnici Pat Symonds e Rob White, entrambi provenienti da esperienze di primo livello in Formula 1.
Partito il toto-piloti per il 2026. Il favorito resta l'americano Colton Herta, già considerato dal precedente progetto. Tuttavia, il ventiquattrenne talento californiano dovrà terminare tra i primi cinque nella Indycar 2025 per raggiungere i 40 punti necessari ad ottenere la superlicenza FIA e coronare finalmente il sogno di debuttare in Formula 1. Gli altri nomi? La lista è lunga e c'è anche Sergio Perez, forte della sua esperienza e del supporto economico dei suoi sponsor.
La crisi dell'auto - Guidesi (Lombardia): "Il Piano europeo? Serve molto altro"
"Un segnale nei confronti del settore automotive e dei territori, ma serve molto altro": l'assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, torna sul Piano d'Azione per il rilancio dell'industria automobilistica europea, svelato mercoledì 5 marzo dalla Commissione. Guidesi ha parlato davanti a una platea di rappresentanti di diverse realtà imprenditoriali lombarde, piemontesi e liguri del settore automotive, convocate per la Cabina Economica Nord-Ovest in occasione di "Futura Expo, economia per l'ambiente. Brixia Forum" alla Fiera di Brescia. All'incontro, moderato dal direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini, hanno partecipato anche Matthias Zink, presidente dell'associazione europea dei produttori di componentistica Clepa, e Petr Dolejsi, direttore Mobilità e Trasporto sostenibili dell'Acea, l'organizzazione di rappresentanza dei costruttori.
Servono altre modifiche. " necessario cambiare ulteriormente il Regolamento al fine di passare dalla continua citazione di 'neutralità tecnologica' alla sua applicazione. Il concetto del 'solo elettrico' lo consideriamo un assist incredibile ai cinesi", ha proseguito Guidesi, che è anche presidente dell'Automotive Regions Alliance (Ara), l'Alleanza tra le 36 regioni europee dell'industria automobilistica e del relativo indotto. "Ringrazio tutti coloro che in questi tre anni ci hanno supportato convintamente in una battaglia difficile di salvaguardia del settore. Un lavoro intenso e lungo che all'inizio ha dovuto scontrarsi anche con un irrazionale 'pensiero unico'. Questo lavoro di squadra deve continuare", ha proseguito l'assessore lombardo, più volte a Bruxelles, nelle ultime settimane, per far presente le istanze del settore. "La Commissione Europea ha fatto un passo avanti che però non basta a salvare l'industria automotive, per cui dobbiamo proseguire per trovare anche la necessaria maggioranza in Europa che ci consenta di correggere i clamorosi errori commessi ed evitare un clamoroso suicidio economico". In proposito, Palazzo Lombardia intende "spingere sulla politica industriale e sulla necessità di rinsaldare le alleanze istituzionali, a livello italiano ed europeo, per difendere il tessuto produttivo, le imprese, i lavoratori e le famiglie" che lavorano nell'automotive, "rafforzando il peso specifico del sistema lombardo' sui tavoli di interlocuzione con Bruxelles e Roma".
Toyota bZ3X - Cina, l'elettrica low cost fa incetta di ordini
La Toyota ha aperto in Cina gli ordini della Suv elettrica Bozhi 3X (bZ3X), prodotta dalla joint venture con la Gac. Con un listino che parte da 109.800 yuan (pari a circa 13.900 euro), la Bozhi 3X è il modello elettrico più economico della Casa giapponese venduto nel Paese. Nel giro di un'ora sono stati raccolti oltre diecimila ordini: una mole di richieste tale da mandare in crash il server, spiega la stessa Toyota in una nota stampa.
C'è in due versioni. Lunga 4.600 mm, larga 1.875 e alta 1.645, la Suv elettrica offre un abitacolo molto versatile, nel quale gli schienali di tutti i sedili possono essere abbassati, così da ottenere uno spazio lungo quasi tre metri. Alla strumentazione digitale da 8,8 si affianca il display dell'infotainment da 14,6. Due le versioni in gamma, che nella loro denominazione indicano anche l'autonomia dichiarata: la 430 Air, con una batteria al litio-ferro-fosfato da 50 kWh, e la 610 max con accumulatori da 68 kWh. Cinque gli allestimenti disponibili, con prezzi che partono da 109.800 yuan per la versione meno costosa, fino ai 159.800 yuan (circa 20.300 euro) per quella con più autonomia.
Gli aiuti alla guida sono extra. L'allestimento più ricco prevede la nuova suite Momenta 5.0 Intelligent Driving System, mossa dall'architettura Orin X di Nvidia, che mette a disposizione - tra i tanti - la guida assistita di Livello 2, il monitoraggio degli angoli ciechi e il parcheggio da remoto. Secondo la Casa, questo sistema apprende le abitudini del conducente e migliora nel tempo. La versione 430 Air dotata di questo sistema costa 149.800 yuan (poco più di 19 mila euro).
Pedemontana Veneta - Dal 10 marzo pedaggio scontato del 60%
Lunedì 10 marzo scatta uno sconto del 60% per i pedaggi della Superstrada Pedemontana Veneta. L'iniziativa, promossa dalla Regione, è rivolta a tutti gli utilizzatori dell'arteria stradale che per oltre 162 chilometri attraversa le province di Vicenza e Treviso.
I dettagli. I contorni della promozione sono stati illustrati dal presidente del Veneto, Luca Zaia, e dal vicepresidente con delega alle Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, durante una conferenza stampa. "Non sarà necessaria alcuna richiesta né è previsto alcun vincolo di residenza", ha spiegato Zaia. "Lo sconto sarà applicato automaticamente agli utenti dotati di dispositivo di telepedaggio che, in auto o in moto (veicoli di classe A), dal lunedì al venerdì, festivi esclusi, percorreranno la Spv. Con il vincolo di massimo due tratte al giorno, da 25 chilometri ciascuna". Non verrà ammesso il cosiddetto "tornello", ossia l'uscita e il rientro fra caselli "scontati". Per il presidente veneto, la misura è "pensata soprattutto per chi abita e lavora lungo questa nuova opera infrastrutturale che, con le tariffe dedicate al transito locale, sarà la più economica delle strade a pedaggio della regione". A tal proposito, Berti ha precisato che l'iniziativa punta a intercettare "la categoria di utenti che utilizza meno la Spv" grazie proprio a sconti consistenti sulle tariffe: "Dal casello di Altivole a quello di Spresiano/Villorba (25 chilometri) il pedaggio sarà di 1,72 euro, anziché di 4,30 euro, dal casello di Breganze a quello di Bassano Est (19 chilometri) di 1,28 euro, anziché di 3,20 euro". "Nei prossimi mesi continueremo a monitorare i flussi di transito e così eseguire le valutazioni più opportune in base alla risposta degli utenti".
Un'opera criticata. L'opera continua comunque a essere oggetto di critiche per l'eccessivo peso sul bilancio regionale: gli incassi dei pedaggi non sembrano ancora sufficienti a compensare i canoni da pagare alla società che ha realizzato l'infrastruttura. Per questo gli sconti sono visti come un modo per aumentare il traffico e quindi gli introiti. Del resto, è lo stesso Zaia ad ammettere le difficoltà: "Buttiamo il cuore oltre l'ostacolo e pensiamo a un traffico locale che obiettivamente al momento non c'è. Non abbiamo la dimensione di quanto vale lo sconto, e comunque dovremo pagare la rata del project financing al concessionario". Il presidente veneto ha comunque respinto ancora una volta le accuse dell'opposizione su una voragine per i conti pubblici: "Il piano finanziario prevede per i primi 9 anni su 30 che il bilancio sia in passivo. Non c'è quindi un 'buco' ma un piano industriale, e a vedere il volume di traffico è possibile che l'attivo arrivi prima". "C'è tutta la nostra visione delle opere pubbliche e dello sviluppo economico in questa infrastruttura fortemente voluta dal territorio e che conta 162,8 chilometri, di cui 94,5 di viabilità principale e 68,3 di viabilità secondaria. Un'opera che vede un traffico di circa 20 mila veicoli al giorno, con un traffico pesante superiore a quello stimato per il primo anno di esercizio, pari a 5.570 veicoli al giorno rilevati contro i 4.509 previsti, e con un incasso, nei primi due giorni lavorativi di marzo, di circa 850 mila euro, ovvero circa 425 mila euro al giorno. A nemmeno un anno dall'interconnessione con la A4, avvenuta lo scorso 4 maggio, la nuova Superstrada vuole essere un'infrastruttura che va a migliorare la qualità della vita dei residenti e l'efficienza della mobilità regionale", conclude Zaia.
Maserati - La MC20 Folgore è stata cancellata
La Maserati MC20 Folgore è stata cancellata. A confermarlo a Quattroruote, commentando varie indiscrezioni che circolano online da svariati mesi, è stata direttamente la Casa del Tridente, che a seguito di studi di mercato ha evidenziato come i clienti di una supersportiva di questo tipo siano interessati unicamente alle versioni a benzina e non si sentano ancora pronti per il passaggio all'elettrico.
Non c'è interesse per le Bev. Insomma, secondo la Maserati manca l'interesse commerciale per le sportive elettriche, come potete leggere anche nel nostro approfondimento su Quattroruote di marzo, e sempre più costruttori stanno rimettendo sugli scaffali i progetti delle loro supercar a batteria. Parlando della Folgore, la Casa ha sottolineato come lo stop del progetto sia unicamente relativo alla Bev, con la produzione della MC20, compresa la nuova GT2 Stradale, che prosegue nello stabilimento di Modena. E ci ha confermato che la strategia d'elettrificazione del resto della gamma prosegue senza interruzioni, con un'offerta che spazia dalle versioni a benzina alle ibride mild fino all'elettrico puro, con le GranTurismo, GranCabrio e Grecale Folgore.
Doveva avere tre motori. Eppure, la MC20 Folgore poteva avere tutte le carte in regola per scrivere un'importante pagina di storia nel segmento delle sportive italiane. Rispetto ad altri progetti, a Modena avevano sviluppato un'architettura che, in pratica, ospitava le batterie a 800 volt dietro l'abitacolo, al posto del V6 Nettuno. Con gli accumulatori in posizione centrale, la MC20 elettrica avrebbe dovuto proporre una distribuzione dei pesi simile a quella della termica, mettendo però sul piatto tre motori: uno davanti e due dietro, per garantire prestazioni elevatissime anche in curva, grazie a un sofisticato sistema elettronico di gestione del torque vectoring. Nulla di tutto ciò vedrà la luce.
Microlino - Stop & go, aspettando il mercato
La produzione della Microlino nella fabbrica torinese di La Loggia è in pausa: l'assemblaggio della microcar elettrica è stato fermato, per le prossime settimane, per adeguare i volumi alla domanda di mercato. quanto afferma un portavoce dell'azienda, interpellato da Quattroruote, sottolineando la natura temporanea della misura: "Non è uno stop, ma uno... stop & go".
Incertezza su mercato e incentivi. "Alterniamo già da un paio di mesi settimane di produzione a settimane di pausa a seconda della situazione", afferma la Micro Mobility Systems, "per non avere stock di invenduto". Un rischio concreto, fanno sapere da Torino, dato il "momento di grande incertezza e la mancanza di segnali chiari sulla mobilità del futuro". Il riferimento è al "fenomeno, tutto italiano", della "scarsa chiarezza sugli incentivi: nessuno ha manifestato se ci saranno nel 2025", osserva il produttore, e di conseguenza "una parte dei consumatori non decide se procedere con l'acquisto".
Riduzione degli interinali e cassa integrazione. Contrariamente a quanto riportato, dunque, la situazione nella fabbrica ex-Cecomp corrisponde a una "normale dinamica industriale" e non ha "nulla di drammatico", anche se la proprietà svizzera sta "usando tutti gli strumenti a disposizione: abbiamo mantenuto i contratti a tempo determinato e indeterminato, stiamo facendo leva sul lavoro interinale e ricorrendo alla cassa integrazione".
Ancora due mesi. Fra due settimane, aggiunge comunque la Micro Mobility Systems, la produzione "riprenderà", mentre gli stop programmati "proseguiranno per un altro paio di mesi", per valutare le ricadute "del Piano automotive e dell'eventuale sblocco degli incentivi". Oltre alla direzione che prenderanno "l'Italia e l'Europa sul nostro micro settore".
Limbo normativo. Per i produttori che operano nella piccola nicchia dei quadricicli pesanti, in effetti, le macro incertezze del settore auto si aggiungono a una situazione di limbo normativo che moltiplica le difficoltà: "I quadricicli sono una categoria omologativa soltanto europea, che però non viene inserita nello schema di pooling per le emissioni di CO2, dal quale trarremmo grande beneficio, come fanno la Tesla e altre Case che fanno elettrico".
Guardando al modello kei car. "Le nuove forme di mobilità possono dare il buon esempio", osserva in conclusione l'azienda di Zurigo: "Rappresentiamo la ricetta europea per le kei car". Ma mentre le piccole vetture giapponesi godono di forti agevolazioni fiscali (e non solo), da noi i quadricicli "non hanno la stessa dignità delle automobili".
Volvo EX60 - Le prime immagini della nuova Suv di segmento D
Durante la presentazione della nuova berlina elettrica ES90, la Volvo ha mostrato le primissime immagini della D-Suv EX60, costruita sulla nuova piattaforma a 800V Spa3. La presentazione ufficiale di questo modello, che completa la gamma delle Suv elettriche della Casa svedese, è prevista entro la fine dell'anno. Nei mesi scorsi la Volvo aveva annunciato una revisione delle sue strategie per l'addio ai motori termici entro il 2030, rinviandola a quando le condizioni di mercato saranno adeguate.
Se la vedrà con la Tesla. La nuova EX60 dovrebbe mantenere dimensioni analoghe all'attuale modello con motori termici, quindi una lunghezza intorno ai 4,7 metri, che la mette in diretta competizione con la bestseller del segmento, la rinnovata Tesla Model Y. La Suv svedese sarà costruita sull'architettura Spa3 a 800V, evoluzione della Spa2 utilizzata per la EX90 e la ES90, che dovrebbe assicurare tempi di ricarica contenuti dalle colonnine ad alta potenza.
Solo una sbirciatina. Il poco che si intravede della EX60 mostra i gruppi ottici sdoppiati, con l'elemento superiore che corre alle estremità del lunotto caratterizzato da una serie di led separati, come sulla EC40 e sulla EX30. Scolpite le linee del portellone, con una vistosa sporgenza appena sopra la targa, mentre nella parte bassa del paraurti è ben visibile un listello cromato.
Fiat - La nuova Panda, la Pandissima e il pick-up... "europeo"
In occasione di un'intervista con Olivier Franois sulle origini del progetto F1H, ovvero della Fiat Grande Panda (trovate il servizio su Quattroruote di marzo), non potevamo non parlare anche dell'erede dell'attuale Panda, la quale non esce affatto di scena con l'arrivo a listino della sorella maggiore. Il numero uno di Fiat e chief marketing officer del gruppo Stellantis ci ha confermato che la prossima generazione di quella che tutti gli appassionati chiamano affettuosamente Pandina sarà prodotta a Pomigliano. Esattamente come avviene dal 2012. Il nome, però, resta un tema ancora aperto.
Panda o Pandina? Secondo molti, il nuovo modello potrebbe chiamarsi proprio Pandina. Un'idea che piace anche al manager francese, tant'è che in occasione dell'aggiornamento di metà 2024 del modello attuale in cui sono stati introdotti i nuovi Adas obbligatori (che abbiamo testato in un video) ha debuttato l'allestimento Pandina. Appellativo che, per l'appunto, contraddistingue una versione e non il modello. Per quanto riguarda il nome dell'erede c'è ancora tempo per decidere, visto che arriverà entro il 2030 (e fino ad allora la generazione attuale verrà prodotta). E comunque, ora come ora, il ceo di Fiat la chiamerebbe così. Ma da qui a cinque anni
A proposito di nomi Assai più vicino il debutto di una C-Suv, di cui vi abbiamo già anticipato le forme in una nostra ricostruzione: finora conosciuta come Giga Panda, sarà svelata in estate, per poi arrivare sul mercato entro fine anno. In occasione dell'intervista, però, il ceo di Fiat ha negato che si chiamerà così e non ha sciolto la riserva, buttando sul tavolo un'altra suggestione: Pandissima.
Una Abarth Topolino? A proposito di suggestioni, sul web girano voci di una Topolino marchiata Abarth. Trasformazione piuttosto ardua, visto che parliamo di un quadriciclo elettrico che nella versione marchiata Fiat ha 8 cavalli (come previsto dalle norme). E questa è stata anche la risposta di Olivier Franois a tali ipotesi. Il chief marketing officer del gruppo Stellantis ha individuato la possibile origine di questi rumor in una sua frase a proposito del fatto che ogni nuovo modello Fiat dovesse avere una declinazione col marchio Abarth. Ecco, magari con qualche eccezione
Il pick-up e la 500 ibrida. Stando a quanto riportato dal manager francese, è invece ben più realistica la presenza in gamma di un pick-up, che oltre ai mercati sudamericani potrebbe arrivare anche in Europa: un veicolo in grado di soddisfare le esigenze di lavoro e del tempo libero. Sui tempi, Franois non si è sbilanciato. Una data però siamo riusciti a strappargliela, e riguarda il debutto della versione mild hybrid della Fiat 500e: novembre 2025. Inizialmente era prevista più tardi, ma - con non pochi sforzi - è stato deciso di farla arrivare nelle concessionarie entro quest'anno. La produzione sarà, come per il modello a batteria, nello stabilimento di Mirafiori.
Vendite globali - Toyota è sempre prima, BYD vola al settimo posto
noto da diverse settimane: nel 2024, il gruppo Toyota si è confermato il maggiore costruttore automobilistico al mondo per volumi di vendita, superando per il quinto anno consecutivo i rivali di Volkswagen. Ma da chi sono occupate le altre posizioni della classifica globale? Alla domanda ha risposto Felipe Munoz, analista della società di ricerche Jato Dynamics, che, tramite i suoi account social, ha fornito due graduatorie elaborate incrociando dati ufficiali e stime. Entrambe, insieme ai commenti dello stesso Munoz, riservano diversi spunti interessanti.
La classifica dei costruttori. Partiamo, comunque, dalla classifica dei maggiori costruttori. Come detto, il gruppo Toyota è in cima al mondo con 10.695.924 vendite di veicoli (-4%), compresi i commerciali leggeri ed esclusi quelli pesanti: merito della presenza globale, della riconoscibilità del marchio, della reputazione, della diversificazione di prodotto e del successo delle ibride. In seconda posizione troviamo il gruppo Volkswagen, che continua a beneficiare della sua forte presenza in Cina, ma che è anche il più esposto ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori cinesi e ai dazi statunitensi. Al terzo posto si piazza Hyundai-Kia e al quarto Stellantis, il costruttore con le performance peggiori (-9% e 5.636.389 vendite), appesantito dai "troppi marchi che giocano negli stessi segmenti: otto di questi su 13", ragiona Munoz, "hanno un disperato bisogno di prodotti freschi".
L'ascesa cinese. Nella classifica globale delle vendite seguono General Motors e Ford, anche se la loro decisione di concentrarsi su Nord America e Cina aumenta i rischi di esposizione all'evoluzione della domanda cinese. Inoltre, secondo l'analista l'offensiva sulle auto elettriche dei due costruttori "non sta funzionando come previsto, soprattutto alla Ford". Al settimo posto si piazza il grande protagonista dell'anno scorso, il gruppo cinese BYD, che ha registrato "un'impressionante crescita dei volumi di vendita in Cina e all'estero". Dopo Honda e Nissan troviamo un'altro costruttore cinese, a dimostrazione dell'ascesa ormai inarrestabile delle realtà del Dragone: si tratta della Geely, forte "di un'ampia gamma di marchi e della corretta gestione della svedese Volvo". Seguono la Suzuki, un'altra cinese (la Chery), il duo tedesco BMW-Mercedes, la Renault, la Changan (sempre cinese) e la Tesla: la Casa di Elon Musk, in particolare, "ha smesso di crescere perché i suoi prodotti più venduti sono invecchiati", la concorrenza della Cina "è più agguerrita" e il Cybertruck "è un flop" di mercato. Munoz cita, infine, i risultati positivi di LiAuto, Leapmotor, Nio, Xpeng, Vinfast, Togg e Lucid, nonché l'ottima performance iniziale della Xiaomi.
L'andamento dei marchi. Passando alla seconda classifica, la Toyota si conferma il singolo marchio più venduto al mondo con oltre 9,3 milioni di unità (-2%) e un ampio distacco sugli inseguitori: Volkswagen occupa il secondo posto con circa 5,2 milioni di unità (-1%) e Ford il terzo con poco meno di 4,3 milioni (+1%) di veicoli. Anche qui si nota l'ascesa della BYD, capace di salire, nel giro di un anno, dal decimo al quarto posto con 4,08 milioni di vendite e una crescita del 41% che l'ha portata a superare realtà del calibro di Hyundai, Honda, Nissan, Suzuki, Kia o Chevrolet. Del resto, altri marchi cinesi confermano lo spostamento in Asia del baricentro dell'auto globale: Chery e Geely hanno messo a segno una crescita, rispettivamente, del 22% e del 31%. In questo caso, i cali più rilevanti sono stati registrati dall'Audi (-12%) e dalla Fiat (-11%), che, però, con i suoi 1,2 milioni di veicoli venduti, si conferma il primo marchio del gruppo Stellantis grazie soprattutto alle performance in Sud America. Secondo Munoz, anche MG, Buick, Ram e Daihatsu hanno subito notevoli perdite, mentre stanno "crescendo velocemente" Leapmotor, Zeekr, Nio, Xpeng, Nevo e Xiaomi e "stanno andando molto bene" pure Jetour e Li Auto.
Jaecoo 7 Super Hybrid - La caccia è aperta
utile cominciare dal nome. Perché già da lì, la Jaecoo (crasi di jäger, cioè cacciatore in lingua tedesca, e cool, termine inglese entrato da tempo nel nostro vocabolario) fa una chiara e precisa dichiarazione d'intenti: macchine con passaporto e tecnologia cinese, ma dall'allure europea, plasmate sui gusti del Vecchio Continente. Nell'attesa che la gamma si ampli in modo importante, sia sotto sia sopra il segmento C anche con il marchio Omoda, che fa parte della stessa galassia ecco che mette le ruote su strada la Jaecoo 7 Super Hybrid. Con 7 anni di garanzia (8 per la parte elettrica) e prezzi compresi fra 38.900 e 40.900 euro. Oppure anticipo di 9.630 euro e 229 euro al mese. Finora sono 71 i punti vendita/assistenza sul territorio, in rapida crescita, e non manca un magazzino ricambi (a Basiano, in provincia di Milano, presso Arcese) in grado di recapitare pezzi in 24 ore su tutto il territorio nazionale, entro 48 in Calabria, Sardegna e Sicilia.
Fa tanta strada. Lunga 4,50 metri, la Jaecoo 7 Super Hybrid (o SHS, se preferite) è una C-Suv ibrida plug-in dallo schema tecnico peculiare (ne abbiamo parlato qui) e fa leva su una batteria (al litio-ferro-fosfato) dalle dimensioni importanti: 18,3 kWh. Che le permette, secondo la Casa, 90 km di autonomia media senza chiamare in causa il motore termico. Ne consegue un range complessivo - complici i 60 litri di benzina contenuti nel serbatoio - di ben 1.200 km. Scopriremo presto se tutto ciò corrisponde a verità: troverete la prova completa della 7 Super Hybrid su Quattroruote di aprile. Da segnalare anche la capacità di ricarica, pure in CC fino a 40 kW, e la tecnologia V2L.
Bell'ambientino. Al di là dell'equipaggiamento, da ricco a molto ricco a seconda dell'allestimento scelto, è innegabile che l'abitacolo di questa Jaecoo 7 sia ben riuscito. Sia dal punto di vista del design (pulito, elegante, di chiara ispirazione occidentale), sia per ciò che riguarda la finitura e i materiali utilizzati, ecopelle per i sedili e plastiche morbide in abbondanza. Insomma, un bell'ambiente in cui soggiornare, anche grazie a un tetto panoramico (apribile, di serie sull'allestimento top Exclusive) molto esteso, che inonda di luce la cabina. Di spazio ce n'è: sia per i passeggeri, sia per i bagagli (500/1.265 litri). Multimedialità molto presente, forse anche troppo. C'è ogni bendidio, dalla connettività wireless per gli smartphone a comandi vocali sul pezzo, passando pure per grafiche curate e velocità di reazione al top, però mancano quasi totalmente i tasti fisici: non è immediato gestire alcune funzioni. Un po' invasivi alcuni Adas (per esempio, l'assistente che sorveglia lo sguardo e l'attenzione di chi guida).
Come va. Una volta in movimento, si scopre che l'aspetto più curato della Jaecoo 7 Super Hybrid è il confort: i doppi vetri (parabrezza e finestrini anteriori) sembrano filtrare bene i fruscii, mentre le sospensioni non si vergognano di lasciare spazio al rollio e al beccheggio. Saremo più precisi quando la 7 varcherà i cancelli di Vairano ma, sebbene sul fine tuning ci sia del margine per migliorare, l'impressione è che i cinesi siano sulla strada giusta. Detto questo, non è il caso di attendersi sensazioni particolarmente raffinate, né dallo sterzo, né in termini di prestazioni: i 347 CV di sistema sono più fluidi che rapidi, per dire. E non c'è una versione a trazione integrale, che avrebbe potuto ingolosire più di qualcuno. Però, nel caso, sappiate che, con l'apposito gancio, potete trainare rimorchi fino a 1.500 chili. E che la 7 sarà omologabile come autocarro (probabilmente a quattro posti).