Caro carburanti - L'obbligo dei prezzi medi è un flop: aumenti senza freni

4 Ruote - Ago 07,2023

Da alcuni giorni è scattato l'obbligo di esposizione dei prezzi medi dei carburanti presso le stazioni di servizio: tuttavia, contrariamente agli auspici del governo, la disposizione si sta rivelando un provvedimento ininfluente a livello di listini. Stanno dunque trovando conferma le tante perplessità sull'utilità dei cartelli manifestate da esperti, organizzazioni di categoria o associazioni dei consumatori: queste ultime, in particolare, sono tornate a bocciare il provvedimento del Decreto Trasparenza. Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, non usa mezzi termini e lo definisce "un flop: se l'esposizione dei prezzi medi presso i distributori doveva servire a ridurre i prezzi o quanto meno a mitigarne l'aumento, allora è stato un fallimento". Assoutenti, invece, ribadisce che "i cartelloni con i prezzi medi da soli non sono sufficienti: il governo farebbe bene ad intervenire sulla formazione dei prezzi dall'estrazione alla vendita presso i distributori, garantendo ai consumatori trasparenza su cosa succede nei vari passaggi della filiera, in modo da evidenziare chi attua manovre speculative e chi si arricchisce sulle spalle degli automobilisti".

I nuovi rincari. Le accuse dei consumatori sono suffragate dai nuovi rincari rilevati da Staffetta Quotidiana. In particolare, dopo i rialzi del fine settimana, Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati del gasolio e Tamoil di un centesimo su benzina e diesel. Quanto alle medie dei prezzi comunicati il 6 agosto dai gestori di circa 18 mila impianti all'Osservatorio del ministero delle Imprese e del made in Italy, al self-service la benzina è a 1,933 euro/litro (+4 millesimi) e il gasolio a 1,813 euro/litro (+18). Al servito, verde a a 2,066 euro/litro (+5), diesel a 1,946 euro/litro (+18), Gpl a 0,702 euro/litro (+1), metano a 1,401 euro/kg (-4) e Gnl a 1,223 euro/kg (-10). Lungo le autostrade, la benzina self-service è a 2,001 euro/litro (servito a 2,256), il gasolio self-service a 1,889 euro/litro (servito a 2,151), il Gpl a 0,839 euro/litro, metano a 1,531 euro/kg e il Gnl a 1,306 euro/kg. 

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Batterie - Aiuti pubblici per la gigafactory francese della ProLogium

4 Ruote - Ago 07,2023

La Commissione europea ha autorizzato la Francia a erogare 1,5 miliardi di euro di aiuti pubblici a favore del progetto della taiwanese ProLogium per la costruzione di una fabbrica di batterie a Dunkerque. L'iniziativa mobilita investimenti totali per 5,2 miliardi di euro e prevede la realizzazione di una gigafactory da 48 GWh.

I numeri del progetto. La ProLogium ha intenzione di avviare la fase di consultazioni pubbliche a settembre, per poi procedere con l'inizio dei lavori di costruzione nella seconda metà del 2024. Le attività industriali partiranno entro la fine del 2026 e garantiranno 3.000 posti di lavoro diretti e 12.000 nell'indotto. Il progetto, che prevede anche la realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo, è sostenuto dal governo francese nel quadro delle disposizioni comunitarie sugli aiuti di Stato all'innovazione e alla ricerca e sviluppo: gli 1,5 miliardi di euro saranno erogati fino al 2029 in base ai diversi traguardi raggiunti nell'avanzamento dell'iniziativa.  

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Auto elettriche - Un sensore per allungare la vita alle batterie

4 Ruote - Ago 07,2023

La vera sfida delle elettriche è tutta sulle tecnologie legate alle batterie e alla vita utile di queste ultime, visto che i motori, per loro natura, sono meno soggetti all'invecchiamento. Ecco perché si stanno moltiplicando le proposte nel campo dei  sistemi in grado di monitorare un particolare aspetto degli accumulatori: il loro stato di salute.

Un sensore evoluto. Una delle ultime proposte, che mira a rivoluzionare il monitoraggio dello stato di salute delle batterie e dei sistemi di accumulo di energia (Ess Energy Storage System) è quella di Metis Engineering, un'azienda con sede a Bristol, in Galles, che ha appena lanciato Cell Guard, un nuovo sensore di sicurezza per batterie unico nel suo genere: il dispositivo, infatti, è in grado di fornire informazioni estremamente precise e dettagliate sullo stato di salute degli accumulatori agli ioni di litio. A differenza degli attuali sistemi di monitoraggio (Bms Battery Management System), che in genere comprendono solo sensori di temperatura e tensione, Cell Guard può monitorare molti più parametri e rilevare lo sfiato delle celle, uno dei segnali principali di guasti gravi alle batterie, di quelli che possono portare addirittura a una fuga termica e, in ultima istanza, a un incendio. Cell Guard può anche tenere sotto controllo numerosi parametri ambientali necessari per il funzionamento regolare delle batterie, dalla variazione di pressione alla differenza di potenziale, oltre al grado di umidità e al punto di rugiada, ovvero il momento in cui si crea una condensa capace di mandare in cortocircuito il sistema. I dati raccolti vengono inviati alla centralina che li incrocia con quelli rilevati dagli altri sensori (per esempio quelli che registrano la temperatura e i picchi di pressione) e, nel caso in cui vengano riscontrati valori anomali, può segnalarlo prontamente al conducente. Come estremo rimedio, la centralina può interrompere il circuito per dare la possibilità al pacco batteria di raffreddarsi.

Monitoraggio di nuova generazione. Un altro sensore importante di cui può essere dotato il Cell è l'accelerometro che serve a monitorare i carichi d'urto fino a 24 g: informazioni preziose che diventano determinanti nel momento in cui le vetture vengono immesse sul mercato dell'usato, in quanto gli acquirenti sapranno esattamente le condizioni del pacco batteria e lo stato della sua manutenzione. Questi dati, ovviamente, sono importanti anche nel caso di riciclo o di un nuovo utilizzo. Quando le celle invecchiano infatti, la possibilità di guasti, in un pacco composto da migliaia di celle, aumenta in modo significativo e i Bms attualmente utilizzati hanno dei limiti: per esempio, i sensori di temperatura possono essere presenti solo per alcune celle, con il rischio di rilevare un'anomalia quando ormai è troppo estesa. Per aumentare la sicurezza e preservare l'elemento più importante (e costoso) dei veicoli elettrici, è quindi importante che le Case adottino sistemi di monitoraggio sempre più complessi, come questo. Chi comprerà un'auto elettrica usata ringrazierà.

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Fiat - Quelle torinesi col tetto apribile - FOTO GALLERY

4 Ruote - Ago 06,2023

Lo ammettiamo: il tetto di tela beige della nuova Topolino elettrica piace un po' a tutti. Ed è un peccato proporlo solo sulla variante Dolcevita, con i cordoni di chiusura al posto delle portiere. Dopotutto, il tetto apribile di tessuto è una dotazione che fa parte dell'heritage Fiat: il fascino di modelli come le storiche 500 e 600 del boom economico, oltre che della stessa Topolino d'antan, si deve anche a questa dotazione. E se all'epoca era spesso di serie su molte icone della motorizzazione di massa, anche per ragioni di costi industriali, oggi il "tettuccio" è quasi sempre - quando previsto - uno degli optional più pregiati della vettura. Ma anche tra i più belli, aggiungiamo, tanto da rendere attraenti auto non esattamente carismatiche. La nostra galleria d'immagini ripercorre l'evoluzione del tetto apribile secondo Fiat, dalla Topolino del 1936 a quella odierna, tra modelli di grande successo e altri meno acclamati, in ogni caso meritevoli di essere ricordati.

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Auto e moto - Sbloccato il decreto per il rilascio di targa e libretto storici

4 Ruote - Ago 06,2023

Buone notizie per gli appassionati d'auto storiche. D'ora in poi sarà possibile richiedere targa e libretto conformi all'originale dei propri mezzi di interesse storico, previo pagamento di una cifra che è di 549,00 per gli autoveicoli e di 274,50 euro per i motocicli e le macchine agricole: lo ha reso noto il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti in un comunicato.

Modificato il Codice. In sostanza, è stato adottato il decreto attuativo che, grazie a un emendamento alla legge n.178 del dicembre 2020, introduce una modifica all'articolo 93 del Codice della strada che prevede, in caso di nuova immatricolazione di veicoli già stati iscritti al Pra e cancellati d'ufficio o su richiesta di un precedente proprietario, la facoltà assoggettata al pagamento di un contributo - per i richiedenti di ottenere le targhe della prima iscrizione al Pubblico registro automobilistico: sarà possibile, così, ottenere una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale.

Le procedure. Come si fa? Per i veicoli circolanti che, a causa di smarrimento, deterioramento, distruzione o furto delle targhe, siano stati reimmatricolati, sarà necessario presentare a uno Sportello telematico dell'automobilista (Sta) o a un ufficio della Motorizzazione, un'istanza di nuova reimmatricolazione: trattandosi di veicoli circolanti non vriene ichiesta altra documentazione oltre quella relativa all'istanza. Per i veicoli di interesse storico e collezionistico di origine sconosciuta (che non sono stati radiati dall'ANV e dal PRA e che sono privi di documenti di circolazione e di certificato di proprietà o di foglio complementare) bisogna invece fornire "un'istanza di nuova immatricolazione, allegando il titolo di proprietà, il certificato di rilevanza storica e collezionistica e il certificato da cui risulti l'esito positivo della verifica tecnica, riporta la nota del Ministero. L'istanza spiegano ancora dal Mit viene accolta a condizione che il veicolo risulti comunque presente nell'archivio informatico del Ced o nell'archivio informatico o nei registri cartacei del Pra.

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Aste vip - La Ford Escort di Lady Diana

4 Ruote - Ago 06,2023

Dopo la Range Rover di Bob Marley, la Ferrari 599 GTB Fiorano di Eric Clapton, le Ferrrari 308 GTS e Ford Bronco di Gilles Villeneuve e il "garage" di Steve McQueen, prosegue la mini-rubrica estiva dedicata ad auto appartenute a grandi personalità dello spettacolo, della politica e dello sport: mezzi con una storia importante alle spalle, poi venduti - inevitabilmente - all'asta. Buona lettura!

Se si guarda la storia dell'auto, i vari membri delle famiglie reali sono stati tra i primi a potersi permettere modelli di gran lusso, spesso realizzati in esemplari unici e su ordine specifico, nonché dettagliati fino all'ultimo centimetro di tappezzeria. Senza arrivare agli eccessi del Sultano del Brunei, sono molte le vetture prestigiose che hanno trovato alloggio nei garage di castelli e residenze di campagna. Ma c'è sempre l'eccezione alla regola: è il caso di una delle auto appartenute nientemeno che a Lady Diana.

Una "normale" berlina. Prendiamo, per esempio, una Ford Escort, una berlina media che ha motorizzato generazioni di "working class" britanniche: un'auto solida, affidabile, ma senza grandi pretese. Certo, le versioni sportive, come da tradizione del marchio dell'Ovale blu, sono sempre state oggetto del desiderio degli appassionati, ma erano comunque accessibili, anche perché realizzate in numerosi esemplari. Nemmeno la recente esplosione del fenomeno delle "youngtimer" può quindi spiegare l'incredibile prezzo raggiunto all'asta, lo scorso anno, da una Ford Escort RS Turbo S1 del 1985. Per capire come mai un misterioso acquirente abbia deciso di sborsare addirittura 722.500 sterline - quasi 850 mila euro - partendo da una base d'asta già comunque ragguardevole, circa 100 mila sterline, si devono prendere in considerazione tre caratteristiche peculiari di questa vettura, delle quali una in particolare è quella che ha scatenato la guerra al rialzo culminata con la cifra record.

Tre caratteristiche particolari. Per cominciare, si tratta dell'unica Ford Escort RS Turbo di prima generazione a essere stata verniciata di colore nero direttamente dalla Casa madre, quando il colore standard - e in realtà l'unico ufficiale - era il bianco. In secondo luogo, al momento dell'asta la vettura aveva percorso solo 40 mila chilometri, relativamente pochi per una vettura di oltre 30 anni. Ma è sul libretto di circolazione che si trova il motivo di tanto interesse: la sua proprietaria, infatti, è stata uno dei personaggi più amati e controversi della storia britannica, la "principessa del popolo" come fu definita nel momento della sua tragica morte. Lady Diana ha infatti usato questa vettura per i suoi spostamenti a Londra nella seconda metà degli anni 80, spesso con il figlio William sul sedile posteriore, anche perché quello del passeggero era sempre occupato da un agente di scorta.

Personalizzata per sicurezza. La scelta del colore nero pare sia stata motivata con la necessità di una maggiore discrezione, anche perché Lady Diana, evidentemente una fedelissima del modello, aveva posseduto in passato una 1.6 cabriolet rossa, opzione troppo pericolosa per un membro della famiglia reale. Sempre per ragioni di sicurezza, è stata dotata di un secondo specchietto retrovisore per l'agente e una radio nascosta nel cassetto portaoggetti. La Escort RS Turbo è stata ampiamente fotografata con la principessa al volante, diventando uno dei mezzi di trasporto più associati alla principessa, assieme all'Audi 80 cabriolet della prima metà degli anni 90, ed è stata utilizzata fino a maggio 1988, quando fu restituita alla Ford Motor Company con soli 11 mila chilometri. Pare che, in seguito, la vettura sia stata messa a disposizione della moglie di un dirigente della Casa americana per poi essere vinta da una certa Miss Jones dell'Essex a un concorso di una radio e, infine, accolta in una collezione di Ford RS. Dopo il clamoroso risultato dell'asta è legittimo porsi la domanda se questa Ford Escort RS Turbo valga effettivamente tutti quei soldi, anche tenendo in considerazione l'unicità dell'esemplare e il prestigio della sua prima proprietaria. Difficile dare una risposta: certo è che, alle aste, è un attimo perdere il controllo.

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Trazione 4x4 - Integrali all'italiana - FOTO GALLERY

4 Ruote - Ago 05,2023

A lungo associata ai veicoli specialistici, come le fuoristrada per i professionisti e i mezzi militari, da qualche decennio la trazione sulle quattro ruote motrici viene proposta in Italia anche su modelli di tutti i giorni, con o senza velleità sportive. E se nel 1983 la Panda 4x4 mise la tecnologia AWD al servizio di tutti, nello stesso decennio la Lancia e l'Alfa Romeo iniziarono a interpretare il tema della trazione integrale su berline di prestigio, anche con un occhio al motorsport. Lamborghini, addirittura, l'avrebbe poi adottata sulle sue supercar a partire dagli anni 90, per poi estenderla alla produzione successiva. In anni più recenti, anche la Maserati e la Ferrari hanno lanciato modelli all wheel drive, senza contare quelli - sempre di più - che sfruttano le potenzialità della trazione integrale elettrica. Ne parliamo con maggiori dettagli nella nostra galleria d'immagini, dove abbiamo raccolto una selezione di celebri modelli a quattro ruote motrici proposti da marchi italiani.  

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