Ford - Perdite sempre più consistenti per la divisione Bev
La Ford è stata tra le prime, e per ora l'unica, tra le grandi Case tradizionali a scorporare le attività nel campo della mobilità elettrica da quelle tradizionali. L'operazione, però, si sta rivelando un bagno di sangue dal punto di vista prettamente finanziario. Lo dimostrano i numeri dell'ultima trimestrale pubblicata dall'Ovale Blu.
I conti di gruppo. Nel secondo trimestre, la Casa di Dearborn ha registrato un aumento dei ricavi del 6% a 47,8 miliardi di dollari, grazie soprattutto al lancio del nuovo F-150 e ai furgoni Transit, ma ha subito un calo della redditività. L'utile operativo è sceso da 3,8 miliardi a 2,8 miliardi, per un margine in contrazione dall'8,4% al 5,8% mentre i profitti sono scesi da 1,9 miliardi a 1,8 miliardi. A influire sono stati due fattori in particolare: da un parte le spese per i richiami, arrivate a ben 2 miliardi, dall'altra le continue difficoltà finanziarie della divisione "Model e", che ormai perde quasi 50 mila dollari per ogni elettrica venduta.
Le divisioni. "Model e", che ha nel 2023 ha registrato una perdita operativa di ben 4,7 miliardi (40.525 dollari per ognuna delle 116 mila Bev commercializzate), ha chiuso il trimestre con un Ebit negativo per 1,14 miliardi, portando il consuntivo del primo semestre a sfiorare i 2,5 miliardi, oltre 600 milioni in più rispetto al dato del pari periodo dell'anno scorso e ormai la metà o quasi del rosso previsto dalla Ford per l'intero 2024. Alla fine il conto economico è stato salvato dalle altre divisioni, Ford Blue, concentrata sui modelli endotermici e, ancor di più, Ford Pro, dedicata ai veicoli commerciali e alle flotte. Quest'ultima a messo a segno un miglioramento dell'utile operativo trimestrale del 7% a 2,6 miliardi, pari a un margine del 15%, mentre le attività tradizionali hanno pagato, come detto, gli alti costi dei richiami, ma sono comunque rimaste in utile per 1,2 miliardi, in calo rispetto ai 2,3 miliardi di un anno fa. E saranno sempre Ford Blue e Ford Pro a rappresentare le architravi dei risultati annuali. Ford prevede un utile operativo annuale tra 9 e 10 miliardi per Ford Pro e tra 6 e 6,5 miliardi per Ford Blue, mentre Ford Model e dovrebbe chiudere in perdita per 5/5,5 miliardi.
Autostrade per l'Italia - 28 milioni di italiani in viaggio per l'esodo estivo
Scatta la fase più intensa per il traffico estivo. Secondo le ultime stime di Autostrade per l'Italia, tra venerdì 26 luglio e sabato 27 luglio inizieranno a diventare sempre più consistenti gli spostamenti dai grandi centri urbani, in particolare lungo le principali direttrici Nord-Sud: l'A1 Milano-Napoli, l'A14 Bologna-Taranto e l'A30 Caserta-Salerno. I maggiori volumi di traffico, però, si registreranno tra il 3 e il 10 agosto. Nel complesso, per i primi due weekend di agosto si prevedono 28 milioni di italiani in viaggio lungo la rete gestita da Autostrade per l'Italia. Traffico ancora intenso verso le località turistiche anche nel weekend che seguirà il Ferragosto. I rientri nelle grandi città saranno invece più diluiti e riguarderanno soprattutto gli ultimi tre fine settimana di agosto.
Nuova control room. Per facilitare gli spostamenti, è già in vigore il divieto di circolazione dei mezzi pesanti a partire dal venerdì pomeriggio per tutto il weekend, ma Autostrade per l'Italia ha anche messo a punto un piano di gestione della viabilità che prevede, tra l'altro, la rimozione dei cantieri più impattanti lungo i principali tratti e il potenziamento dei presidi di uomini e mezzi in punti strategici. Inoltre, l'azienda ha inaugurato a Roma la sua nuova control room, un Centro tecnologico per il monitoraggio del traffico, degli impianti e delle infrastrutture. Il suo compito è raccordare le immagini e le informazioni in arrivo in tempo reale e h 24 dalle nove direzioni di tronco dislocate lungo i 3.000 km di rete, fornire una visione d'insieme dei flussi e garantire un controllo degli impianti e dell'infrastruttura attraverso software evoluti connessi con i dispositivi in campo che utilizzano intelligenza artificiale, droni e Iot (Internet of things). Il polo è composto da quattro aree: una sala di controllo per la pianificazione e la gestione dei cantieri, un presidio tecnologico per il monitoraggio dello stato di funzionamento degli impianti in esercizio sulla rete, un centro di controllo per l'ispezione e la gestione del traffico e un reparto per la gestione delle emergenze.
Porsche Cayenne - Termica e ibrida restano, ma presto sarà anche elettrica
La Porsche ha diffuso le prime informazioni relative alla quarta generazione della Cayenne. In un momento delicato per la transizione all'elettrico, sottolineata dalle recenti dichiarazioni della stessa Porsche in tema di risultati di mercato e prospettive per il 2030, è stata annunciata l'intenzione di offrire la Suv in versione elettrica, mantenendo però anche l'opzione endotermica per i clienti.
La quarta serie elettrica affiancherà l'attuale. Sono stati appena avviati i collaudi su strada dei prototipi, mostrati nelle immagini ufficiali con pesanti camuffature. La Porsche ha deciso di sviluppare la quarta serie con powertrain esclusivamente elettrico sulla base della piattaforma PPE, mentre la terza serie aggiornata nel 2023 proseguirà la sua carriera oltre la metà del decennio per offrire varianti endotermiche e ibride ulteriormente evolute, con particolare riferimento ai V8 biturbo. Le due Cayenne saranno quindi affiancate nei listini, una scelta diversa rispetto a quella presa, almeno per il momento, per la Macan.
Stellantis - Torna in auge l'ipotesi della cessione per Maserati
Da diversi mesi, nelle sale operative degli operatori di Borsa e tra gli analisti circolano speculazioni sulla possibilità che Stellantis ceda la Maserati per liberarsi di un marchio ormai nella fase di una lunga crisi di risultati. L'ipotesi non pare al momento sul tavolo dei vertici aziendali, ma alcune dichiarazioni dell'amministratore delegato Carlos Tavares e del direttore finanziario Natalie Knight generano nuovi dubbi sulla permanenza del Tridente nel sempre più ampio portafoglio marchi del gruppo.
Le parole di Knight. Per esempio, Knight, durante una conferenza con la stampa americana, non ha escluso a priori una cessione alla luce delle perdite e del forte calo dei volumi: nel primo semestre, la Casa emiliana ha visto le consegne scendere da 15.300 a 6.500 e i ricavi da 1,3 miliardi a 631 milioni, mentre il risultato operativo è passato da un utile di 121 milioni a una perdita di 82 milioni e il margine dal 9,2% al -13%. Dunque, il Tridente rappresenta al momento uno dei problemi da affrontare per rimettere in carreggiata i conti. "Per ora siamo impegnati a creare quanto più valore possibile per il marchio", ha spiegato Knight, sottolineando, però, che in futuro Stellantis potrebbe riconsiderare quale sia "la migliore casa" per la Maserati. Dunque, per il momento non c'è nulla, ma in futuro chissà.
Le dichiarazioni di Tavares. Di sicuro, Stellantis qualche valutazione la farà. Del resto, Tavares è sempre stato abbastanza chiaro sulla necessità di mantenere in portafoglio solo marchi redditizi. Proprio oggi, durante una conferenza con la stampa italiana, ha parlato del marchio Leapmotor, "Il 15 esimo della nostra azienda". "Sono troppi?", si è chiesto poi il manager, rispondendosi da solo: " molto semplice, se non rendono li chiuderemo, perché non possiamo permetterci di avere marchi che non rendono". E Maserati è proprio un brand che, almeno per ora non rende. Ecco perché sono tornate in auge le speculazioni su una vendita del Tridente (qualche mese fa sono spuntati anche rumors su una possibile cessione alla Ferrari). Ma ed è bene rimarcarlo per ora non pare ci sia nulla di imminente. Tuttavia, come avvenuto con la cessione di Comau, annunciata un po' a sorpresa, tutto può succedere.
Statistiche - Le vittime della strada calano del 3,8%: allarme monopattini elettrici
Vittime della strada giù del 3,8% a quota 3.039 nel 2023 rispetto al 2022: lo evidenzia il report Aci-Istat sugli incidenti con lesioni in Italia. Invece i sinistri e i feriti crescono rispettivamente a 166.525 (+0,4%) e a 224.63 (+0,5%), con un costo sociale di 18 miliardi di euro, equivalente all'1% del Pil. Statistiche poco rassicuranti cui sommare gli incidenti senza feriti e i rilievi delle Forze dell'ordine per un totale di 1,8 milioni. Se si considerano anche i costi legati ai sinistri con soli danni alle cose (4,3 miliardi di euro), si arriva a 22,3 miliardi.
Caos nuova mobilità. Mentre calano i morti in auto (1.332 e -3,1%) e su moto (734, -6%), e sono stabili i pedoni a 485, uno dei dati più allarmanti riguarda i monopattini elettrici: 21 vittime fra chi li guidava nel 2023 contro 16 del 2022. I sinistri che hanno coinvolto i dispositivi della micromobilità urbana sono schizzati a 3.365 (erano 2.929). Male anche le bici, elettriche e no, a 212 morti (+3,4%). Un'ascesa iniziata nel 2020, col mancato rispetto delle elementari regole del Codice della strada, che vieta di andare in due su un monopattino: i feriti sono stati 3.195 (contro 2.787 del 2022), di cui 3.056 conducenti e addirittura 139 passeggeri. Le cose si stanno complicando: prova ne sia che il 17 luglio 2024, a Mazara del Vallo (Trapani), due ragazzi su un unico monopattino hanno investito e ucciso un anziano colpito di spalle su una ciclabile.
Quali fattori. Le cause degli incidenti? Guida distratta per il 15,1% del totale, mancato rispetto di precedenza o semaforo per il 12,9%, velocità troppo elevata per l'8,4%. Mancano tuttavia all'appello gran parte dei sinistri per guida alterata da alcol o droga, perché l'Istat non ha modo di elaborare i dati nel suo complesso.
Multe. Polizia Stradale, Carabinieri e Polizie Locali dei Comuni capoluogo di provincia ammontano a 6,8 milioni, specie per sosta vietata ed eccesso di velocità, entrambe al 37%. Oltre 100 mila contravvenzioni a chi era al volante con lo smartphone in mano.
Formula 1 - GP del Belgio, la sfida sulle Ardenne
Ancora una gara prima della pausa estiva di agosto: la Formula 1 torna in pista questo weekend per il Gran Premio del Belgio, sull'iconico circuito di Spa-Francorchamps.
L'università della F.1. Certamente, l'appuntamento belga è uno dei più attesi della stagione sia per gli appassionati che per gli addetti ai lavori. Le verdi colline delle Ardenne accolgono una Formula 1 decisamente più frizzante rispetto allo scorso anno, con tante sfide e temi che guardano anche al futuro. La prima novità è che i sette chilometri d'asfalto sono completamente nuovi e la nuova superficie promette tempi più rapidi. La Pirelli porterà in Belgio le mescole C2, C3 e C4, rispettivamente come White Hard, Yellow Medium e Red Soft. Tutto da scoprire quale sarà l'impatto del nuovo asfalto sulle gomme in termini di degrado termico. Su questa pista sono presenti tutte le tipologie di curve che vengono raccordate tra loro da tratti rettilinei molto veloci: questo renderà complicato il lavoro di identificazione dell'assetto, soprattutto a livello aerodinamico.
La variabile meteo. Impossibile non parlarne quando si arriva a Spa-Francorchamps. La variabilità delle condizioni in collina, in questo periodo dell'anno, può portare a un'alternanza di condizioni in tempi molto rapidi, oltre che in punti differenti del circuito. Nel momento in cui scriviamo, le previsioni dicono che la pioggia arriverà nelle prime ore di venerdì mattina, ma nel corso del pomeriggio la probabilità di pioggia è piuttosto bassa. Discorso diverso per sabato, perché sia la terza sessione di prove che le qualifiche dovrebbero svolgersi sotto l'acqua, aggiungendo un pizzico di pepe che non guasta mai.
McLaren VS Red Bull. Dopo aver conquistato la doppietta in Ungheria (che mancava da Monza 2021), la McLaren punta a ripetersi in terra belga. Il team di Woking porterà una serie di novità tecniche, tra cui una nuova ala posteriore concepita appositamente per affrontare piste veloci come quella di Spa-Francorchamps. In casa Red Bull c'è invece un po' di preoccupazione: la squadra sta valutando se smarcare il quinto motore per Verstappen e fargli prendere 10 posizioni di penalità su una pista sulla quale si può comunque recuperare. Ma ci sarebbe un'altra opzione, ossia sostituire anche tutti gli altri elementi della power unit e far partire Max dal fondo, chiamandolo a una - più che possibile - rimonta. A differenza degli altri anni, però, la RB20 non è così dominante e il tre volte iridato sarebbe chiamato a spremere al massimo la vettura, provando a sbarazzarsi degli avversari in modo duro, come ai vecchi tempi. Perché nonostante predichi tranquillità per il campionato, Norris e Piastri sono diventati due avversari da non sottovalutare e Max è dovuto uscire dalla sua zona di comfort, con quel comportamento discutibile avuto in Ungheria nei confronti di avversari e del suo stesso team.
Mercato piloti. Proprio alla vigilia di questo weekend, un altro tassello della line-up 2025 è andato a posizionarsi. La Haas ha confermato, infatti, che Esteban Ocon si unirà al team per il prossimo anno e farà coppia con il giovane Oliver Bearman. Restano così ancora posti da assegnare e tutto dipenderà, a quanto pare, da Carlos Sainz e da dove sceglierà di andare lo spagnolo. Stando alle ultime indiscrezioni, Carlos dovrebbe approdare in Alpine al fianco di Gasly. Ma ci sono ancora dei sedili da assegnare in Mercedes, Sauber e Williams, oltre che alla Racing Bulls. La pausa estiva sbroglierà certamente questi nodi.
Come guardare il GP del Belgio in TV. Come ormai di consueto, Sky trasmetterà l'intero fine settimana in diretta, mentre su TV8 saranno trasmesse qualifiche e gara in differita di qualche ora. Potrete seguire la gara di Spa anche sotto l'ombrellone con il nostro Speciale F.1, con live blogging delle sessioni e gli highlights dei momenti salienti. Ecco il programma del weekend:
Venerdì 26 luglio
Prove Libere 1 dalle 13.30 in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Prove Libere 2 dalle 17.00 in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Sabato 27 luglio
Prove Libere 3 dalle 12.30 in diretta esclusiva su Sky Sport F1
Qualifiche alle 16 in diretta su Sky Sport F1. Differita TV8 alle 18.30
Domenica 28 luglio
Gara, partenza alle 15 in diretta su Sky Sport F1. Differita TV8 alle 18.00
Stellantis - Tavares: "Autobianchi e Innocenti ai cinesi? Per ora sono nostri"
Autobianchi e Innocenti, almeno per ora, rimangono saldamente nelle mani di Stellantis, nonostante le indiscrezioni sulla possibilità che i due marchi vengano usati dal governo per convincere Case cinesi a investire in Italia. "Posso confermare che quell'ipotesi non si è concretizzata. E se un giorno dovesse concretizzarsi, decideremo tutto ciò che dobbiamo decidere. Se dovesse succedere, ci sono termini specifici che possono essere applicati a un atto di quel genere", ha affermato l'amministratore delegato del gruppo automobilistico, Carlos Tavares, nel corso di un a conference call con la stampa italiana.
Focus sul piano. In ogni caso, sono ben altre le preoccupazioni. "Per ora siamo concentrati sull'esecuzione in Italia del piano che è stato sostenuto dai nostri partner sindacali", ha evidenziato il manager portoghese. " un bene che la nostra azienda sia continuamente alla ricerca di tutte le opportunità per garantire l'accessibilità economica per il consumatore italiano e allo stesso tempo il profitto per proteggere la nostra impronta in Italia", un'impronta fatta "di creatività nel design, creatività ingegneristica, capacità produttiva. Vedremo cosa succederà con l'offensiva cinese" in quei "Paesi europei che stanno cercando le Case" del Dragone "mettendosi in competizione tra loro". Da parte nostra, "non chiediamo nient'altro alle autorità di regolamentazione se non di garantire la stabilità delle normative". E su questo fronte, non sono di certo ben accolti i dazi sulle auto cinesi, considerati da Tavares solo come "una decisione correttiva contro l'errore strategico iniziale" di imporre l'elettrificazione, e quindi l'acquisto di batterie e sistemi cinesi.
Pronti a un accordo. Ovvia una domanda sulla possibilità che il prossimo 7 agosto, al tavolo convocato dal Ministero delle Imprese, venga siglato il tanto atteso accordo sul milione di auto prodotte in Italia. "Non c'è assolutamente ragione per cui non ci debba essere un accordo. Abbiamo ricevuto dal ministro Urso una lettera il giorno del 125esimo anniversario della Fiat che poneva un certo numero di domande, alle quali abbiamo risposto in modo molto corretto, professionale e con buone intenzioni. Penso che queste risposte siano assolutamente le risposte che il Governo italiano si aspetta da noi", ha spiegato Tavares. "Stiamo andando nella direzione sostenuta dall'Italia, che tra l'altro è la stessa nostra, perché siamo i leader del mercato, stiamo facendo profitti in Italia, abbiamo un'impronta produttiva molto significativa e abbiamo eccellenti partner sindacali. Il governo vuole creare più valore nel Paese e noi ci siamo. Siamo a disposizione". Quindi, "penso sia abbastanza facile convergere, ma per qualche motivo che non capisco, di tanto in tanto veniamo urtati, ma è la vita", ha proseguito Tavares, dicendosi "molto soddisfatto del dialogo con i sindacati italiani". In tal senso "il feedback più importante è stato di non scommettere la casa sui veicoli elettrici. Abbiamo reagito a questa richiesta". Ora, però, il mercato "sta diventando estremamente difficile e dobbiamo capire che se non si lasciano respirare le aziende e non si prendono le decisioni che devono essere prese per garantire sostenibilità, succederà qualcosa di brutto, ha detto ancora Tavares, che è tornato ancora una volta a criticare le politiche europee sul processo di elettrificazione: "Come è noto, c'è un grosso problema in Europa, ovvero il disallineamento dei Paesi europei rispetto all'obiettivo fissato dall'Ue. un problema, perché non si può avere un disallineamento mentre si cerca di raggiungere un obiettivo così ambizioso, strategico e trasformativo".
Le strategie e i conti. Tavares ha anche criticato "una narrazione che mira a mettere in discussione il cammino di Stellantis. Il taglio dei costi è qualcosa che tutte le aziende devono fare per combattere l'inflazione, per proteggere l'accessibilità per i clienti e i margini che garantiscono la sostenibilità dell'azienda. Non ho alcun controllo su questa narrazione, secondo la quale la nostra strategia si concentrerebbe solo sulla riduzione dei costi: è oggettivamente sbagliato. La nostra strategia è molto ampia, molto diversificata e di gran lunga non solo basata sulla riduzione dei costi", ha attaccato il manager. "Non confermo questa narrazione distorta e lontana dalla realtà, ma confermo che qualsiasi azienda che voglia tutelare la sostenibilità e l'accessibilità dei prezzi per i propri clienti deve ridurre i costi e combattere l'inflazione".
Leapmotor. Un altro argomento affrontato durante l'incontro online è stato lo sbarco di Leapmotor in Europa: "Il primo lotto di auto Leapmotor è in arrivo in Europa proprio in questi giorni. Il processo di omologazione sta procedendo bene e, come ci siamo impegnati a fare, le prime vendite inizieranno a settembre". "Stamattina ho preso un certo numero di decisioni per supportare Leapmotor in termini di ricambi e distribuzione", ha aggiunto definendo "sorprendente l'entusiasmo "di molti dei nostri concessionari per Leapmotor. Abbiamo un alto numero di richieste da parte dei nostri concessionari per questo marchio, il 15 esimo della nostra azienda. Troppi? molto semplice, se non rendono li chiuderemo, perché non possiamo permetterci di avere marchi che non rendono". Quanto ai conti semestrali, Tavares non ha mancato di esprimere la sua scarsa soddisfazione e fatto alcune ammissioni: "Abbiamo un problema commerciale, dobbiamo assicurarci che le nostre offerte, che ritengo piuttosto generose, siano presentate in modo adeguato ai clienti e ai potenziali clienti. Da quello che ho visto finora, non succede".
Usato - Continua il periodo positivo: +4,4% anche a maggio
L'Unrae ha diramato i consueti dati relativi al mercato delle auto usate: dopo il ritorno al segno più registrato nel mese di aprile, anche maggio conferma la tendenza positiva con un +4,4% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, grazie ai 462.030 nuovi trasferimenti di proprietà. Rispetto al 2019 c'è un leggero calo (-3,1%), ma la crescita nei primi cinque mesi dell'anno si attesta a +9,6%. Nello specifico, sono cresciuti del 3,4% gli scambi netti e del 5,7% le minivolture.
Situazione stabile. Invariate le posizioni sul podio delle motorizzazioni preferite nel mercato dell'usato: il diesel mantiene la prima posizione, anche se perde 2,8 punti percentuali attestandosi al 45,4% del totale (45,5% nei primi cinque mesi dell'anno); secondo posto per le motorizzazioni a benzina con il 38,2% del totale (con una perdita dello 0,3% rispetto allo scorso anno, e il 38,8% nei cinque mesi). Sempre terze le ibride, con il 7,7% (7,1% il dato complessivo, con una crescita dello 0,1%). A seguire Gpl (al 4,9%), seguito dal metano (2,2%). Per quanto riguarda elettriche e plug-in, la loro percentuale di mercato è rispettivamente dello 0,7% e dell'1,0% del totale (0,7% e 0,9% nei primi cinque mesi dell'anno). Stabile anche la lettura dei dati per quanto riguarda i contraenti: crescono leggermente gli scambi tra privati/aziende, che rimangono comunque maggioritari (55,6% del totale, 56,3% nei primi cinque mesi), mentre scendono leggermente quelli da operatore a cliente finale: 39,8% (39,4% da gennaio a maggio). Crescono invece i passaggi di auto provenienti da Km 0 (3,8%) e scendono quelli provenienti dal noleggio (0,9%).
La distribuzione sul territorio. Analizzando i dati regione per regione, la Lombardia rimane il territorio dove avvengono più scambi in assoluto, il 16% (+0,1%), seguita dal Lazio 9,7% (-0,5%), dalla Campania (9,3%), dalla Sicilia (8%) e dal Veneto e Piemonte (entrambi a 7,9%). Positivo il calo di 1,7% della quota di passaggi di proprietà che coinvolgono auto con più di 10 anni di anzianità, che rimangono quasi la metà del totale (47,9%). Cresce al 17% la quota di quelle tra i 6 e i 10 anni, così come quella delle auto da 2 a 4 anni (12,1%) e da 1 a 2 anni (4,4%). Le auto più giovani, con meno di un anno di vita, occupano il 6,7% del mercato. Calano di mezzo punto percentuale le auto tra i 4 e 6 anni di vita (12% del totale).
Le minivolture. Scende di 5,3 punti la quota di privati e società che permutano la propria auto: 55,5% (57,5% da gennaio a maggio), mentre cresce del 2,6% la quota dei ritiri di autovetture da parte degli operatori: 29,3% (27,6% da inizio anno). Sostanzialmente stabili, ma in crescita, le auto provenienti dal noleggio a lungo termine (10,5%, +1,1%) e dal breve termine (2,7%, +0,9%). Sale la percentuale di veicoli provenienti da Km 0 (2,1% rispetto all'1,3% del maggio 2023). Le minivolture delle auto diesel scendono ancora e arrivano al 48,5%, crescono leggermente quelle dei modelli a benzina, che vanno al 31,8%, stabile il Gpl (5%) e ancora in calo il metano (2%). Continua a crescere la quota di ibride, che arriva al 9,8% rispetto all'8,7% dello scorso mese, mentre elettriche e plug-in si attestano rispettivamente all'1,3% e 1,5%.
Transizione energetica - Dall'Ispra una mappa esaustiva sui giacimenti minerari in Italia
L'Ispra ha ufficialmente avviato il programma minerario italiano, deciso dal governo con un apposito decreto pubblicato circa un mese fa. In particolare, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha aperto un apposito portale, GeMMA, che rappresenta il più completo database sui giacimenti minerari italiani e fornisce una mappa delle principali materie prime presenti nel nostro sottosuolo, a partire da quegli elementi considerati critici per la transizione energetica di svariati settori come l'Automotive.
Le miniere. Il portale elenca, innanzitutto, le miniere ancora attive in Italia: sono 76, di cui 22 relative alle 34 Materie Prime Critiche dell'Ue. Venti estraggono feldspato e 2 fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius). Delle altre 91 miniere di fluorite attive in passato, alcune sono molto importanti, ancor di più alla luce "dei prezzi quadruplicati rispetto al 1990": si trovano nel bergamasco, nel bresciano e in trentino.
Un Paese ricco di risorse... Feldspato e fluorite, dunque, sono a oggi le uniche materie prime critiche presenti in Italia, ma secondo l'Ispra "i permessi di ricerca in corso, i dati sulle miniere attive in passato e quelli sulle ricerche pregresse e recenti, documentano la potenziale presenza di varie materie prime critiche e strategiche come il litio, scoperto in quantitativi importanti nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani e come diversi altri minerali da cui si producono metalli indispensabili per il modello di sviluppo decarbonizzato, la green tech, la transizione digitale e l'indipendenza da Paesi terzi".
...ma dipendente dall'estero. In passato, l'estrazione di minerali metalliferi ha interessato circa 900 siti. Tuttavia, attualmente l'Italia non estrae 'Critical Raw Materials metallici' e per la loro fornitura "è totalmente dipendente dai mercati esteri". Alla luce delle nuove tecniche di esplorazione e dell'andamento dei prezzi di mercato, molti dei depositi conosciuti andrebbero invece rivalutati: rame nelle colline metallifere (Toscana), nell'Appennino ligure-emiliano, nelle Alpi occidentali, Trentino, Carnia e in Sardegna; manganese in Liguria e Toscana; tungsteno nel cosentino e nel reggino, nella Sardegna orientale e settentrionale e nelle Alpi centro-orientali, spesso associato a piombo-zinco; cobalto in Sardegna e Piemonte, dove il deposito di Punta Corna è ritenuto di strategica importanza europea: magnesite in Toscana; sali magnesiaci nelle Prealpi venete. "L'accertato giacimento di titanio nel savonese è questione ben nota, così come le problematiche ambientali che ne precludono l'estrazione a cielo aperto", prosegue l'Ispra, ricordando le bauxiti, principale minerale per l'estrazione di alluminio, localizzate in quantitativi modesti in appennino centrale, ma più consistenti in Puglia e soprattutto nella Nurra (SS), dove la miniera di Olmedo, per quanto chiusa, è ancora mantenuta in buone condizioni. Tra l'altro, le bauxiti contengono possibili quantitativi sfruttabili di terre rare, che sono sicuramente contenute all'interno di buona parte dei depositi di fluorite.
Litio e grafite. Possibili depositi di celestina, principale minerale dello stronzio, sono documentati nelle solfatare siciliane, soprattutto del nisseno. Quanto al litio, la sua presenza è nota anche nelle pegmatiti dell'Isola d'Elba, del Giglio e di Vipiteno. Tra i materiali critici non metalliferi, depositi significativi di barite sono localizzati nel bergamasco, nel bresciano e in Trentino. Di fondamentale interesse per la nuova tecnologia sono i depositi di grafite localizzati nel torinese (attualmente interessati da due permessi di ricerca), nel savonese e nella Sila.
Dacia - Duster, quanto sei off(road)?
Qual è il limite fra le Suv e le fuoristrada vere? Le prime sono adatte solo a sterrati leggeri (come riportano spesso le brochure), oppure possono cimentarsi in avventure più impegnative? Abbiamo messo alla prova la nuova Dacia Duster nella sua versione mild hybrid a trazione integrale, con tanto di albero di trasmissione e pacco di frizioni gestito elettronicamente per ripartire la coppia del 1.2 da 131 cavalli fra i due assi. L'intervento dipende anche dalla modalità di guida selezionata: ce ne sono tre specifiche per i fondi insidiosi come neve, fango/sabbia e off-road. L'elettronica entra in gioco anche nel controllo della velocità in discesa, attivabile pure in retromarcia. E poi ci sono le informazioni specifiche dell'infotainment, come l'inclinazione laterale o longitudinale dell'auto nei passaggi più impegnativi.
Quando il gioco si fa duro. Con queste (buone) premesse, abbiamo messo a dura prova la Dacia Duster 1.2 TCe 4x4: 26.900 euro nella versione Extreme del nostro test, 25.400 per l'allestimento Expression. La nostra area off-road del Centro prove di Vairano mette a disposizione diverse situazioni impegnative, dalle salite ripide alla trincea, passando per fondi accidentati e guadi. Nelle prime, la Duster riesce a fermarsi e ripartire senza difficoltà, mentre nel test della trincea, ancora più duro (persino per alcune fuoristrada), mette in gioco i buoni angoli di attacco, dosso e uscita e l'efficacia del controllo di trazione. Trovate tutti i dettagli nel nostro video, dove vi mostriamo anche come la Suv se l'è cavata nell'affrontare guadi profondi.
Comau - Stellantis cede la maggioranza a un fondo di private equity
Stellantis cede la maggioranza del capitale di Comau specializzata nei processi di automazione industriale, produzione e robotica avanzata al fondo di investimento statunitense One Equity Partners. L'operazione, sancita dalla sottoscrizione di un accordo vincolante, dà seguito allo scorporo dell'azienda torinese stabilita nel gennaio del 2021 nelle more della fusione tra Fiat Chrysler e PSA.
I motivi dell'operazione. L'accordo, di cui non sono state divulgate le condizioni finanziarie, prevede che Stellantis mantenga una partecipazione di minoranza e che rimanga operativo l'attuale management della Comau: per esempio, il presidente esecutivo Alessandro Nasi e l'amministratore delegato Pietro Gorlier manterranno le rispettive posizioni. "L'operazione afferma l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares ha lo scopo di aiutare Comau a raggiungere la propria autonomia e rafforzare ulteriormente il suo successo a vantaggio di tutti i suoi stakeholder, in particolare i suoi dipendenti e i suoi clienti. Offre inoltre a Stellantis la possibilità di concentrarsi sulle attività del suo core business in Europa". "Comau aggiunge Ante Kusurin di One Equity Partners è un'azienda leader nell'automazione industriale, con una tecnologia robotica all'avanguardia e un enorme potenziale di crescita. Disponiamo delle risorse necessarie per aiutare Comau ad affermarsi ulteriormente come azienda di successo". "Questa operazione è coerente con il piano strategico di Comau, che mira a espandere il suo business oltre il settore automobilistico e a orientarsi verso la crescita della domanda globale nel campo dell'automazione industriale. Consentirà inoltre di consolidare la forte posizione dell'Azienda come leader internazionale nel suo settore, mantenendo solide radici italiane", conclude Gorlier.
Sindacati sul piede di guerra. Intanto, l'operazione non è stata accolta con favore dalle organizzazioni sindacali. "Esprimiamo contrarietà alla cessione di Comau a un private equity, poiché ci preoccupa il rischio di disperdere un prezioso patrimonio professionale e industriale, e chiediamo un intervento del governo", affermano Rocco Palombella e Gianluca Ficco della Uilm chiedendo all'esecutivo l'attivazione della cosiddetta clausola del "golden power". Analoga richiesta è arrivata dalla Fim-Cisl tramite Ferdinando Uliano: "Abbiamo appreso questa notizia che prendiamo criticamente. Abbiamo sempre sostenuto che l'unico spin-off per noi accettabile era sul 'modello Ferrari' dove si manteneva la maggioranza azionaria della società Stellantis, a garanzia del patrimonio industriale del nostro Paese. Insisteremo con il Governo Italiano per attivare la Golden Power al fine di ottenere tutte le garanzie industriale e occupazionale di queste importante azienda". "Si tratta di una scelta sbagliata", aggiunge Samuele Lodi della Fiom-Cgil. "E' sbagliata - spiega - per due ragioni: Stellantis si priva di un pezzo ad alto contenuto tecnologico ed innovativo che conta 3.800 lavoratrici e lavoratori; il 50,1% delle quote azionarie verrà ceduta a One Equity Partners e quindi la maggioranza passa ad un fondo di investimento e non ad un soggetto industriale. Lo spin off sarà in due tempi nel senso che, in una prima fase Stellantis rimarrà dentro la compagine societaria di Comau, come azionista di minoranza. Le dichiarazioni rassicuranti sulle prospettive future di Comau e dei lavoratori si scontra con un contesto in cui Stellantis continua a disimpegnarsi dal nostro Paese in una logica di massimizzazione dei profitti". Lodi, come gli altri sindacalisti, auspica che "il governo eserciti la golden power".
Esodo estivo - Solo un terzo degli italiani userà il telepedaggio in autostrada
I prossimi weekend si preannunciano, come tradizione, da bollino rosso o addirittura nero sulle strade italiane. L'automobile, stando a una recente ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sarà sempre il mezzo preferito dagli italiani per raggiungere la meta delle loro vacanze (52% dei casi). Tuttavia, sono ben pochi gli automobilisti intenzionati a sfruttare i vantaggi dei servizi di telepedaggio: il 28% pagherà i pedaggi in contanti, il 42% opterà per le carte di debito o credito e solo il 32% userà dispositivi telematici.
Le fasce di età. La ricerca fornisce anche uno spaccato sull'età degli utenti di servizi come UnipolMove o Telepass. Saranno i cosiddetti Baby Boomers (tra 60 e 79 anni) i maggiori utilizzatori del telepedaggio, con una quota del 34%, mentre Millennials (29-43 anni) e Gen X (44-59 anni) usano soprattutto le carte, rispettivamente nel 51% e nel 50% dei casi. La scelta di pagare in contanti è presente sopra media (il 30% dei casi) nella Gen X, mentre nella Gen Z (tra 18 e 28 anni) 1 su 10 (l'11%) paga il pedaggio con il cellulare su cui ha memorizzato le proprie carte. Chi non utilizza un dispositivo di telepedaggio indica tra le principali resistenze il fatto di viaggiare troppo poco in autostrada (nel 40% dei casi), la ridotta esperienza di code al casello (19%), il costo fisso dei dispositivi, percepito come troppo elevato (19%), e altre motivazioni quali per esempio il non poter vedere immediatamente l'importo addebitato (8%), la percezione che le corsie dedicate non aiutino effettivamente ad evitare le code (7%) e il timore di guasti tecnici (5%). Sono soprattutto Gen X (43%) e Boomers (47%) a dichiarare di viaggiare poco e quindi di non avere l'esigenza di un dispositivo di telepedaggio. Tuttavia, tra chi non lo usa ancora, il 38% si dice interessato a farlo in futuro: una percentuale che è più elevata per i giovani, con il 43% di interessati tra la Gen Z e il 42% tra i Millennials, fino ad arrivare al 39% della Gen X e al 27% dei Boomers.
Gruppo Renault - Una semestrale da record
Il gruppo Renault ha aggiornato i suoi record finanziari nel primo semestre. Il costruttore transalpino, infatti, ha visto crescere sia il fatturato, sia le principali voci reddituali grazie soprattutto al miglioramento del mix di prezzo, di prodotto e di mercato che ha più che compensato un contesto valutario sfavorevole. L'amministratore delegato Luca de Meo, pertanto, ha elogiato il "grande lavoro realizzato dai team del gruppo Renault negli ultimi anni. Il nostro impegno per ridurre i costi e focalizzare la politica commerciale sul valore si riflette in una nuova gamma, la migliore che quest'azienda abbia avuto negli ultimi trent'anni. Abbiamo sfruttato le leve tradizionali di miglioramento della performance, ma abbiamo anche riportato l'azienda alla mentalità dell'innovazione che ha caratterizzato i suoi anni d'oro".
Ricavi, utili e prospettive. In particolare, il fatturato totale è salito dello 0,4% (+3,7% a cambi costanti) a 26,96 miliardi di euro. Di questi, 24,37 miliardi fanno riferimento al ramo Auto, che ha subito un calo dell'1,9% (+1,2% a cambi costanti) per effetto, principalmente, della svalutazione del peso argentino e della lira turca. La redditività, a sua volta, ha beneficiato degli effetti positivi sul fronte dei prezzi, dei prodotti e delle aree geografiche, nonché della riduzione dei costi e dell'inventario, e ha così visto il margine operativo salire dal 7,6% all'8,1%. Nelle sole attività automobilistiche, l'utile operativo è migliorato da 1,54 miliardi a 1,6 miliardi, per un'incidenza sul fatturato in salita dal 6,2% al 6,6%. I profitti, invece, sono scesi da 2,1 miliardi a 1,3 miliardi a causa del calo del contributo delle consociate e di altre poste straordinarie, tra cui la perdita di capitale legata alla cessione di azioni Nissan. In peggioramento i flussi di cassa, passati da 1,78 a 1,26 miliardi. Il gruppo ha quindi confermato le stime per l'intero anno, che prevedono, tra le altre cose, un margine operativo di almeno il 7,5%.
Il contributo della Nissan. Anche la Casa di Yokohama ha pubblicato i conti, ma solo per il primo trimestre dell'esercizio fiscale al 30 giugno 2024. Nonostante un fatturato in crescita del 2,8% a 2.998 miliardi di yen, l'utile operativo è crollato da 128,6 miliardi ad appena 1 miliardo e l'utile netto da 105,5 a 28,6 miliardi. La Nissan, che ha contribuito con appena 38 milioni di euro ai risultati del secondo trimestre della Renault, è stata penalizzata, soprattutto, da un aumento degli incentivi commerciali e delle spese di marketing messi in campo per affrontare una concorrenza sempre più intensa e per smaltire gli inventari, in primis negli Stati Uniti. La Nissan conta di migliorare le performance anche al lancio di modelli nuovi o aggiornati, ma intanto ha rivisto al ribasso le prospettive per l'intero esercizio, in particolare sul fronte dell'utile operativo e sui profitti.
Ewiva - A Daniela Biscarini il ruolo di amministratore delegato
Cambio al vertice per Ewiva, la joint venture per le stazioni di ricarica ad alta potenza tra Enel X e il gruppo Volkswagen. L'incarico di amministratore delegato è stato infatti affidato a Daniela Biscarini, che va così a sostituire Federico Caleno. Confermate, invece, tutte le altre cariche apicali, tra cui il direttore finanziario Annamaria Borrega.
Il curriculum. Laureata in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, Biscarini ha maturato una vasta esperienza manageriale in aziende del calibro di Enel, Tim e Johnson & Johnson Italia. Inoltre, dal 2019 partecipa allo sviluppo di realtà digitali e start-up a guida femminile con ruoli di business angel e co-founder.
Mitsubishi<br> - La nuova Outlander Phev debutta a ottobre
La Mitsubishi ha confermato per il 1 ottobre il ritorno sul mercato europeo della Outlander Phev. La nuova generazione della Suv elettrificata sarà svelata a Madrid e si posizionerà all'apice della gamma del costruttore giapponese.
Plug-in di nuova generazione. La nuova Outlander è stata sviluppata appositamente per il mercato europeo e propone un powertrain a trazione integrale plug-in hybrid con doppio motore elettrico e un endotermico di 2.4 litri con cambio a rapporto singolo: il benzina avrà soprattutto il ruolo di generatore ed entrerà in gioco solo alle alte velocità. I dati tecnici definitivi non sono ancora stati resi noti e la produzione sarà avviata entro la fine del 2024.
Il primo teaser. Il teaser mostrato in concomitanza con l'annuncio ufficiale mostra il modello europeo, derivato da quelloo già venduto (senza elettrificazione) negli Stati Uniti e che abbiamo già guidato in Lapponia nei mesi scorsi.
Tariffe - Prezzi Rc auto su dell8,1% in un anno: che batosta
Non si ferma più l'aumento dei prezzi Rc auto in Italia: la tariffa media è di 602,37 euro, in rialzo dell'8,1% in un anno. quanto emerge da un'indagine di Facile.it, broker che prende in esame un certo numero di compagnie (il 38%), su 12 milioni di preventivi effettuati dai suoi utenti tra il 1 giugno 2023 e il 31 giugno 2024. Lì dove le probabilità di incidente crescono, l'esborso vola: in Campania, la Rca media è di 1.055,8 euro (mentre i residenti del Friuli-Venezia Giulia piangono meno a quota 396,84 euro). A pesare è soprattutto l'inflazione, che fa lievitare i costi dei risarcimenti: mai come oggi pare necessaria una profonda riforma del sistema, a partire dall'indennizzo diretto, che non ha prodotto i frutti sperati.
Michelin - In campo lipotesi di chiudere altri impianti in Europa
La Michelin insiste sulla difficile situazione economica in Europa, che ha portato a una contrazione della domanda di pneumatici, e di conseguenza a una sovrapproduzione in tutto il continente. Dopo aver chiuso alcuni impianti in Germania e Polonia, l'azienda francese sta valutando la chiusura di altri stabilimenti, anche se al momento non è stato specificato di quali si tratterebbe.
Produciamo troppe gomme. Le difficoltà strutturali della regione sono tali per cui non è più possibile esportare prodotti dall'Europa, spiega il ceo della Michelin Florent Menegaux. I costi dell'energia sono proibitivi e il mercato europeo è stato letteralmente inondato da gomme low cost provenienti dalla Cina. I costi molto più elevati di salari e operazioni seguiti alla pandemia, così come le mutate condizioni sociali in Francia, stanno pesando sulla competitività del settore: Si è creato un eccesso di capacità produttiva strutturale, prosegue il ceo della Michelin. Stiamo rivedendo i nostri assetti industriali, e cercando attivamente delle soluzioni. Tra le ipotesi sul tavolo c'è quella di spostare l'attenzione su settori ad alto valore aggiunto, come le estrazioni minerarie, l'aviazione e l'agricoltura.
Nessuna vendita. La Michelin non vuole cedere le fabbriche che chiuderà, perché non intende agevolare nessun trasferimento tecnologico. Nel 2023 e nel 2024 c'è stata un'esplosione di gomme esportate dalla Cina che hanno distorto il mercato, conclude Menegaux. Il mercato cinese non cresce, ma la loro capacità produttiva è aumentata, e stanno esportando i loro pneumatici ovunque.
Cina - La Honda chiude una fabbrica e ne ferma un'altra
La Honda ha annunciato che il prossimo ottobre chiuderà uno degli stabilimenti gestiti dalla joint venture con la Guangzhou Automobile Group (di proprietà dello stato), e dal quale attualmente esce la Accord berlina. Aperta circa vent'anni fa, la fabbrica produce annualmente circa 50 mila veicoli all'anno.
Calo produttivo del 20%. Nel corso dell'anno, la Casa giapponese fermerà i lavori in un secondo stabilimento in Cina, questa volta gestito da una joint venture con la Dongfeng, e che produce circa 240 mila auto all'anno. Queste operazioni ridurranno temporaneamente la capacità produttiva, che passa dagli attuali 1,49 milioni di auto a poco più di 1,2 milioni.
Spazio alle elettriche. La Honda sta cercando di ottimizzare la produzione nel difficile mercato cinese, spiega un portavoce della Casa, con l'obiettivo di tornare a quota 1,5 milioni entro la fine del 2025, non appena entreranno a regime i due nuovi stabilimenti dedicati alla produzione di auto elettriche, sempre realizzati tramite le joint venture con la GAC e la Dongfeng.
Autovelox - La bufala dei tutor invisibili
Da qualche giorno circola in rete una curiosa notizia: Via libera della Cassazione ai tutor invisibili, ha titolato il 22 luglio il sito del quotidiano Il Giornale; Il tutor c'è ma non si vede: la Cassazione approva i misuratori invisibili, gli ha fatto eco ieri Automoto. In particolare, secondo il quotidiano che fu di Indro Montanelli, la suprema corte avrebbe stabilito che non vi è più alcun obbligo di indicare agli automobilisti la tipologia dello strumento di rilevazione. Concetto ripreso dal sito specializzato, secondo cui laCassazioneha ora eliminato l'obbligo per le autorità di specificare il tipo di dispositivo in uso.
Nessun obbligo di indicare la velocità media. Nulla di tutto ciò. La notizia è una non notizia. Semplicemente perché in Italia non è mai esistito alcun obbligo di segnalare il controllo della velocità media (anche se a volte, va detto, si fa). Dunque, la Cassazione non può avere eliminato qualcosa che non c'era. Né, tantomeno, i giudici con l'ermellino possono avere approvato i famigerati tutor invisibili, visto che l'approvazione è di competenza del ministero delle Infrastrutture. E che l'impiego è disciplinato da norme specifiche. Che, a questo punto, è opportuno ricapitolare.
Cosa dice la legge. Nell'agosto del 2007 il governo Prodi ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è Alessandro Bianchi vara per decreto (dl 117/2007) alcune modifiche al Codice della strada. Tra queste ce n'è una particolarmente innovativa: Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili. Come sempre succede, la legge rinvia a norme attuative l'applicazione del principio. E infatti dopo pochi giorni Bianchi emana il decreto che disciplina le modalità di segnalazione: Sul pannello deve essere riportata l'iscrizione controllo elettronico della velocità ovvero rilevamento elettronico della velocità. Dunque, niente specificazione del tipo di controllo. E non è frutto di una distrazione, visto che il Tutor, approvato dal ministero dei Trasporti il 24 dicembre 2004, era già ampiamente utilizzato lungo le autostrade italiane.
Ma è giusto o no? Ciò detto, però, è lecito domandarsi se sia giusto oppure no che non si debba specificare quale tipo di controllo, medio o puntuale, si stia facendo. Certamente in nome della trasparenza a cui si ispira la legge del 2007 sarebbe opportuno prevedere ogni volta un segnale ad hoc. D'altra parte, però, molti apparecchi fissi, a partire dallo stesso Tutor, possono essere utilizzati in entrambe le modalità e, dunque, prevedere uno specifico segnale fisso ne limiterebbe l'impiego. Certo, in teoria si potrebbe ricorrere al segnale generico solo per gli apparecchi dual mode, diciamo così. Ma in questo caso non cambierebbe nulla con i Tutor. Che, appunto, possono essere utilizzati anche per rilevare la velocità istantanea. Anche se la Polizia stradale, per scelta e l'ha sempre dichiarato non l'ha mai fatto.
Smart Fortwo - Consegnato l'ultimo esemplare in Italia
Dopo oltre 650 mila esemplari venduti in 25 anni, ci cui oltre 200 mila solo a Roma, si conclude la carriera sul mercato italiano della Smart Fortwo. L'ultimo esemplare, una Smart EQ Fortwo elettrica di colore nero, è stato consegnato nei giorni scorsi all'avvocatessa milanese Gaia Pisani. Il marchio Smart, oggi di proprietà della cinese Geely insieme a Mercedes-Benz, sta valutando lo sviluppo di un'erede.
Tre generazioni e oltre 60 serie speciali. L'amatissima due posti, nata da un concetto avveniristico per l'epoca e diventata anche un oggetto di design vero e proprio, è stata sviluppata nell'arco di tre generazioni e conta oltre 60 serie speciali a tiratura limitata, incluse le sportive Brabus. La prima serie, siglata internamente W450, è rimasta in produzione fino al 2007, mentre la seconda serie W451 è stata venduta fino al 2015, quando è stata sostituita dalla W453 che ha visto il passaggio dai motori endotermici alla sola variante elettrica EQ.