Microlino - Stop & go, aspettando il mercato
La produzione della Microlino nella fabbrica torinese di La Loggia è in pausa: l'assemblaggio della microcar elettrica è stato fermato, per le prossime settimane, per adeguare i volumi alla domanda di mercato. quanto afferma un portavoce dell'azienda, interpellato da Quattroruote, sottolineando la natura temporanea della misura: "Non è uno stop, ma uno... stop & go".
Incertezza su mercato e incentivi. "Alterniamo già da un paio di mesi settimane di produzione a settimane di pausa a seconda della situazione", afferma la Micro Mobility Systems, "per non avere stock di invenduto". Un rischio concreto, fanno sapere da Torino, dato il "momento di grande incertezza e la mancanza di segnali chiari sulla mobilità del futuro". Il riferimento è al "fenomeno, tutto italiano", della "scarsa chiarezza sugli incentivi: nessuno ha manifestato se ci saranno nel 2025", osserva il produttore, e di conseguenza "una parte dei consumatori non decide se procedere con l'acquisto".
Riduzione degli interinali e cassa integrazione. Contrariamente a quanto riportato, dunque, la situazione nella fabbrica ex-Cecomp corrisponde a una "normale dinamica industriale" e non ha "nulla di drammatico", anche se la proprietà svizzera sta "usando tutti gli strumenti a disposizione: abbiamo mantenuto i contratti a tempo determinato e indeterminato, stiamo facendo leva sul lavoro interinale e ricorrendo alla cassa integrazione".
Ancora due mesi. Fra due settimane, aggiunge comunque la Micro Mobility Systems, la produzione "riprenderà", mentre gli stop programmati "proseguiranno per un altro paio di mesi", per valutare le ricadute "del Piano automotive e dell'eventuale sblocco degli incentivi". Oltre alla direzione che prenderanno "l'Italia e l'Europa sul nostro micro settore".
Limbo normativo. Per i produttori che operano nella piccola nicchia dei quadricicli pesanti, in effetti, le macro incertezze del settore auto si aggiungono a una situazione di limbo normativo che moltiplica le difficoltà: "I quadricicli sono una categoria omologativa soltanto europea, che però non viene inserita nello schema di pooling per le emissioni di CO2, dal quale trarremmo grande beneficio, come fanno la Tesla e altre Case che fanno elettrico".
Guardando al modello kei car. "Le nuove forme di mobilità possono dare il buon esempio", osserva in conclusione l'azienda di Zurigo: "Rappresentiamo la ricetta europea per le kei car". Ma mentre le piccole vetture giapponesi godono di forti agevolazioni fiscali (e non solo), da noi i quadricicli "non hanno la stessa dignità delle automobili".
Volvo EX60 - Le prime immagini della nuova Suv di segmento D
Durante la presentazione della nuova berlina elettrica ES90, la Volvo ha mostrato le primissime immagini della D-Suv EX60, costruita sulla nuova piattaforma a 800V Spa3. La presentazione ufficiale di questo modello, che completa la gamma delle Suv elettriche della Casa svedese, è prevista entro la fine dell'anno. Nei mesi scorsi la Volvo aveva annunciato una revisione delle sue strategie per l'addio ai motori termici entro il 2030, rinviandola a quando le condizioni di mercato saranno adeguate.
Se la vedrà con la Tesla. La nuova EX60 dovrebbe mantenere dimensioni analoghe all'attuale modello con motori termici, quindi una lunghezza intorno ai 4,7 metri, che la mette in diretta competizione con la bestseller del segmento, la rinnovata Tesla Model Y. La Suv svedese sarà costruita sull'architettura Spa3 a 800V, evoluzione della Spa2 utilizzata per la EX90 e la ES90, che dovrebbe assicurare tempi di ricarica contenuti dalle colonnine ad alta potenza.
Solo una sbirciatina. Il poco che si intravede della EX60 mostra i gruppi ottici sdoppiati, con l'elemento superiore che corre alle estremità del lunotto caratterizzato da una serie di led separati, come sulla EC40 e sulla EX30. Scolpite le linee del portellone, con una vistosa sporgenza appena sopra la targa, mentre nella parte bassa del paraurti è ben visibile un listello cromato.
Fiat - La nuova Panda, la Pandissima e il pick-up... "europeo"
In occasione di un'intervista con Olivier Franois sulle origini del progetto F1H, ovvero della Fiat Grande Panda (trovate il servizio su Quattroruote di marzo), non potevamo non parlare anche dell'erede dell'attuale Panda, la quale non esce affatto di scena con l'arrivo a listino della sorella maggiore. Il numero uno di Fiat e chief marketing officer del gruppo Stellantis ci ha confermato che la prossima generazione di quella che tutti gli appassionati chiamano affettuosamente Pandina sarà prodotta a Pomigliano. Esattamente come avviene dal 2012. Il nome, però, resta un tema ancora aperto.
Panda o Pandina? Secondo molti, il nuovo modello potrebbe chiamarsi proprio Pandina. Un'idea che piace anche al manager francese, tant'è che in occasione dell'aggiornamento di metà 2024 del modello attuale in cui sono stati introdotti i nuovi Adas obbligatori (che abbiamo testato in un video) ha debuttato l'allestimento Pandina. Appellativo che, per l'appunto, contraddistingue una versione e non il modello. Per quanto riguarda il nome dell'erede c'è ancora tempo per decidere, visto che arriverà entro il 2030 (e fino ad allora la generazione attuale verrà prodotta). E comunque, ora come ora, il ceo di Fiat la chiamerebbe così. Ma da qui a cinque anni
A proposito di nomi Assai più vicino il debutto di una C-Suv, di cui vi abbiamo già anticipato le forme in una nostra ricostruzione: finora conosciuta come Giga Panda, sarà svelata in estate, per poi arrivare sul mercato entro fine anno. In occasione dell'intervista, però, il ceo di Fiat ha negato che si chiamerà così e non ha sciolto la riserva, buttando sul tavolo un'altra suggestione: Pandissima.
Una Abarth Topolino? A proposito di suggestioni, sul web girano voci di una Topolino marchiata Abarth. Trasformazione piuttosto ardua, visto che parliamo di un quadriciclo elettrico che nella versione marchiata Fiat ha 8 cavalli (come previsto dalle norme). E questa è stata anche la risposta di Olivier Franois a tali ipotesi. Il chief marketing officer del gruppo Stellantis ha individuato la possibile origine di questi rumor in una sua frase a proposito del fatto che ogni nuovo modello Fiat dovesse avere una declinazione col marchio Abarth. Ecco, magari con qualche eccezione
Il pick-up e la 500 ibrida. Stando a quanto riportato dal manager francese, è invece ben più realistica la presenza in gamma di un pick-up, che oltre ai mercati sudamericani potrebbe arrivare anche in Europa: un veicolo in grado di soddisfare le esigenze di lavoro e del tempo libero. Sui tempi, Franois non si è sbilanciato. Una data però siamo riusciti a strappargliela, e riguarda il debutto della versione mild hybrid della Fiat 500e: novembre 2025. Inizialmente era prevista più tardi, ma - con non pochi sforzi - è stato deciso di farla arrivare nelle concessionarie entro quest'anno. La produzione sarà, come per il modello a batteria, nello stabilimento di Mirafiori.
Vendite globali - Toyota è sempre prima, BYD vola al settimo posto
noto da diverse settimane: nel 2024, il gruppo Toyota si è confermato il maggiore costruttore automobilistico al mondo per volumi di vendita, superando per il quinto anno consecutivo i rivali di Volkswagen. Ma da chi sono occupate le altre posizioni della classifica globale? Alla domanda ha risposto Felipe Munoz, analista della società di ricerche Jato Dynamics, che, tramite i suoi account social, ha fornito due graduatorie elaborate incrociando dati ufficiali e stime. Entrambe, insieme ai commenti dello stesso Munoz, riservano diversi spunti interessanti.
La classifica dei costruttori. Partiamo, comunque, dalla classifica dei maggiori costruttori. Come detto, il gruppo Toyota è in cima al mondo con 10.695.924 vendite di veicoli (-4%), compresi i commerciali leggeri ed esclusi quelli pesanti: merito della presenza globale, della riconoscibilità del marchio, della reputazione, della diversificazione di prodotto e del successo delle ibride. In seconda posizione troviamo il gruppo Volkswagen, che continua a beneficiare della sua forte presenza in Cina, ma che è anche il più esposto ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori cinesi e ai dazi statunitensi. Al terzo posto si piazza Hyundai-Kia e al quarto Stellantis, il costruttore con le performance peggiori (-9% e 5.636.389 vendite), appesantito dai "troppi marchi che giocano negli stessi segmenti: otto di questi su 13", ragiona Munoz, "hanno un disperato bisogno di prodotti freschi".
L'ascesa cinese. Nella classifica globale delle vendite seguono General Motors e Ford, anche se la loro decisione di concentrarsi su Nord America e Cina aumenta i rischi di esposizione all'evoluzione della domanda cinese. Inoltre, secondo l'analista l'offensiva sulle auto elettriche dei due costruttori "non sta funzionando come previsto, soprattutto alla Ford". Al settimo posto si piazza il grande protagonista dell'anno scorso, il gruppo cinese BYD, che ha registrato "un'impressionante crescita dei volumi di vendita in Cina e all'estero". Dopo Honda e Nissan troviamo un'altro costruttore cinese, a dimostrazione dell'ascesa ormai inarrestabile delle realtà del Dragone: si tratta della Geely, forte "di un'ampia gamma di marchi e della corretta gestione della svedese Volvo". Seguono la Suzuki, un'altra cinese (la Chery), il duo tedesco BMW-Mercedes, la Renault, la Changan (sempre cinese) e la Tesla: la Casa di Elon Musk, in particolare, "ha smesso di crescere perché i suoi prodotti più venduti sono invecchiati", la concorrenza della Cina "è più agguerrita" e il Cybertruck "è un flop" di mercato. Munoz cita, infine, i risultati positivi di LiAuto, Leapmotor, Nio, Xpeng, Vinfast, Togg e Lucid, nonché l'ottima performance iniziale della Xiaomi.
L'andamento dei marchi. Passando alla seconda classifica, la Toyota si conferma il singolo marchio più venduto al mondo con oltre 9,3 milioni di unità (-2%) e un ampio distacco sugli inseguitori: Volkswagen occupa il secondo posto con circa 5,2 milioni di unità (-1%) e Ford il terzo con poco meno di 4,3 milioni (+1%) di veicoli. Anche qui si nota l'ascesa della BYD, capace di salire, nel giro di un anno, dal decimo al quarto posto con 4,08 milioni di vendite e una crescita del 41% che l'ha portata a superare realtà del calibro di Hyundai, Honda, Nissan, Suzuki, Kia o Chevrolet. Del resto, altri marchi cinesi confermano lo spostamento in Asia del baricentro dell'auto globale: Chery e Geely hanno messo a segno una crescita, rispettivamente, del 22% e del 31%. In questo caso, i cali più rilevanti sono stati registrati dall'Audi (-12%) e dalla Fiat (-11%), che, però, con i suoi 1,2 milioni di veicoli venduti, si conferma il primo marchio del gruppo Stellantis grazie soprattutto alle performance in Sud America. Secondo Munoz, anche MG, Buick, Ram e Daihatsu hanno subito notevoli perdite, mentre stanno "crescendo velocemente" Leapmotor, Zeekr, Nio, Xpeng, Nevo e Xiaomi e "stanno andando molto bene" pure Jetour e Li Auto.
Jaecoo 7 Super Hybrid - La caccia è aperta
utile cominciare dal nome. Perché già da lì, la Jaecoo (crasi di jäger, cioè cacciatore in lingua tedesca, e cool, termine inglese entrato da tempo nel nostro vocabolario) fa una chiara e precisa dichiarazione d'intenti: macchine con passaporto e tecnologia cinese, ma dall'allure europea, plasmate sui gusti del Vecchio Continente. Nell'attesa che la gamma si ampli in modo importante, sia sotto sia sopra il segmento C anche con il marchio Omoda, che fa parte della stessa galassia ecco che mette le ruote su strada la Jaecoo 7 Super Hybrid. Con 7 anni di garanzia (8 per la parte elettrica) e prezzi compresi fra 38.900 e 40.900 euro. Oppure anticipo di 9.630 euro e 229 euro al mese. Finora sono 71 i punti vendita/assistenza sul territorio, in rapida crescita, e non manca un magazzino ricambi (a Basiano, in provincia di Milano, presso Arcese) in grado di recapitare pezzi in 24 ore su tutto il territorio nazionale, entro 48 in Calabria, Sardegna e Sicilia.
Fa tanta strada. Lunga 4,50 metri, la Jaecoo 7 Super Hybrid (o SHS, se preferite) è una C-Suv ibrida plug-in dallo schema tecnico peculiare (ne abbiamo parlato qui) e fa leva su una batteria (al litio-ferro-fosfato) dalle dimensioni importanti: 18,3 kWh. Che le permette, secondo la Casa, 90 km di autonomia media senza chiamare in causa il motore termico. Ne consegue un range complessivo - complici i 60 litri di benzina contenuti nel serbatoio - di ben 1.200 km. Scopriremo presto se tutto ciò corrisponde a verità: troverete la prova completa della 7 Super Hybrid su Quattroruote di aprile. Da segnalare anche la capacità di ricarica, pure in CC fino a 40 kW, e la tecnologia V2L.
Bell'ambientino. Al di là dell'equipaggiamento, da ricco a molto ricco a seconda dell'allestimento scelto, è innegabile che l'abitacolo di questa Jaecoo 7 sia ben riuscito. Sia dal punto di vista del design (pulito, elegante, di chiara ispirazione occidentale), sia per ciò che riguarda la finitura e i materiali utilizzati, ecopelle per i sedili e plastiche morbide in abbondanza. Insomma, un bell'ambiente in cui soggiornare, anche grazie a un tetto panoramico (apribile, di serie sull'allestimento top Exclusive) molto esteso, che inonda di luce la cabina. Di spazio ce n'è: sia per i passeggeri, sia per i bagagli (500/1.265 litri). Multimedialità molto presente, forse anche troppo. C'è ogni bendidio, dalla connettività wireless per gli smartphone a comandi vocali sul pezzo, passando pure per grafiche curate e velocità di reazione al top, però mancano quasi totalmente i tasti fisici: non è immediato gestire alcune funzioni. Un po' invasivi alcuni Adas (per esempio, l'assistente che sorveglia lo sguardo e l'attenzione di chi guida).
Come va. Una volta in movimento, si scopre che l'aspetto più curato della Jaecoo 7 Super Hybrid è il confort: i doppi vetri (parabrezza e finestrini anteriori) sembrano filtrare bene i fruscii, mentre le sospensioni non si vergognano di lasciare spazio al rollio e al beccheggio. Saremo più precisi quando la 7 varcherà i cancelli di Vairano ma, sebbene sul fine tuning ci sia del margine per migliorare, l'impressione è che i cinesi siano sulla strada giusta. Detto questo, non è il caso di attendersi sensazioni particolarmente raffinate, né dallo sterzo, né in termini di prestazioni: i 347 CV di sistema sono più fluidi che rapidi, per dire. E non c'è una versione a trazione integrale, che avrebbe potuto ingolosire più di qualcuno. Però, nel caso, sappiate che, con l'apposito gancio, potete trainare rimorchi fino a 1.500 chili. E che la 7 sarà omologabile come autocarro (probabilmente a quattro posti).
Audi Q5 - Con l'ibrido diesel va che è un piacere
Tre generazioni, quindici anni di carriera e l'onore e l'onere di essere l'Audi più venduta al mondo, scettro che proverà a tenere stretto fra le mani anche in mezzo alla bufera che l'industria sta attraversando (la Q5 è fatta in Messico, con i dazi di Trump non si prospetta un debutto sereno). Ma i presupposti per far bene, senza dubbio da noi, ci sono: piattaforma PPC tutta nuova per motori termici (valida alternativa alla PPE, quella dell'alter ego elettrico Q6, per chi non è pronto alla Bev), architettura software avanzatissima e una rosa di propulsori capaci di accontentare un po' tutti, dai benzina ai prossimi plug-in ibridi fino al 2.0 TDI con tecnologia Mhev+, quello che farà la parte del leone sul mercato.
Si muove anche in Ev. Quest'ultimo, oggetto della nostra prima presa di contatto, è senza dubbio uno dei propulsori più interessanti sulla piazza: accreditato di 204 cavalli, l'abbiamo già provato a fondo sulla A5 Avant e i miglioramenti rispetto a prima sono tangibili. A fronte di prestazioni simili, se non superiori al TDI precedente, garantisce una maggior efficienza grazie al motore elettrico (da 24 CV e 230 Nm) installato fra cambio e propulsore, che oltre a supportare il termico nello spunto, è in grado di spostare la vettura per brevi tratti o in manovra con l'ausilio del solo motore a batteria. Sulla A5, appunto, il passo avanti è stato notevole (la prova completa è sul fascicolo di dicembre 2024), a breve capiremo coi nostri strumenti se anche la Q5 farà altrettanto bene.
Comoda ma non solo. Nel frattempo, da questo breve assaggio, emerge senza dubbio l'ottima capacità della Q5 di soddisfare le istanze del confort e dell'agilità con straordinario agio: la silenziosità a bordo è di livello, l'assorbimento delle sospensioni efficace (specie in presenza, che lo dico a fare, delle opzionali pneumatiche), ma al tempo stesso quando c'è da affrontare qualche curva la vettura non patisce il suo esser Suv, grazie a un telaio ben saldo al suolo e a uno sterzo dalle ottime doti di precisione e sensibilità. Mi ha stupito, tra l'altro, un aspetto che non avevo mai preso in considerazione pensando alla Q5: la capacità di affrontare un leggero fuoristrada grazie all'altezza da terra che può salire di 45 mm (sempre se avete optato le pneumatiche), con i relativi programmi di guida off road e off-road plus che adattano il lavoro dell'elettronica e della trazione integrale ai fondi scivolosi, con quest'ultima che risulta piacevolmente dinamica (sposta in fretta la coppia al retrotreno) ed efficace.
Schermi ok, tasti un po' meno. Dentro, per chi non avesse ancora visto il nuovo layout della plancia introdotto prima su Q6 e poi A5, è rivoluzione: l'enorme doppio schermo ricurvo fa bella scena di sé, con la strumentazione che risulta meglio leggibile e meno affaticante rispetto a prima, mentre l'infotainment convince per la reattività e la ricchezza di funzioni; volendo, si aggiunge un terzo schermo davanti al passeggero, che può usufruire dei propri contenuti multimediali senza che il guidatore si distragga perché invisibile ai suoi occhi. Peccato solo che l'Audi continui a perserverare con i tasti a sfioramento sul volante, meno precisi rispetto a quelli fisici. Lo spazio a bordo c'è, sia davanti sia dietro, e proprio la zona posteriore continua a essere ben modulabile grazie al divano frazionato e scorrevole per favorire l'abitabilità o la capacità di carico.
Quasi 70mila euro per la diesel. Già ordinabile, con la prevendita partita lo scorso settembre, la Q5 parte dai 63.250 euro della 2.0 TFSI a benzina Mhev+ da 204 cavalli a trazione anteriore e allestimento Business; per la 2.0 TDI, che invece è soltanto quattro, ne occorrono 67.350 nella medesima versione, per arrivare ai 72.950 della ricca S line Edition. Un listino salato, va detto, rispetto alla gamma uscente, sebbene l'upgrade in termini di contenuti sia notevole.
Autostrade - Tutor 3.0 in azione dal 7 marzo su 26 tratte
A partire dal 7 marzo sarà attivo su 26 tratte autostradali il nuovo Tutor 3.0. Il sistema sarà in funzione sulle autostrade A1, A9, A11, A14, A27 e D18 e potrà controllare la velocità media dei veicoli.
I nuovi Tutor su A1, A9 e A11. Sulla A1 i tratti interessati sono Monte San Savino - Valdichiana (nelle due direzioni), Chiusi - Valdichiana (nei due sensi) e Ads Tevere - Fabro. Sulla A9 invece i controlli riguardano Lomazzo Nord - Fino Mornasco, Turate - Allacciamento A9 A36, Lomazzo Nord - Lomazzo Sud (nei due sensi) e Turate - Saronno. Sulla A11 i tratti controllati sono Prato Ovest - Prato Est (nei due sensi), Prato Ovest - Pistoia (nei due sensi) e Montecatini - Pistoia.
Quelli su A14, A27 e B18. Le tratte interessate sulla A14 sono Pesaro - Cattolica, Riccione - Cattolica e Riccione - Rimini Sud (nei due sensi). Sulla A27 troviamo Treviso Nord - Allacciamento SPV A27, Treviso Sud - Treviso Nord (nei due sensi) e Vittorio Veneto Nord - Fadalto. Chiude l'elenco il tratto Castelnuovo - Settebagni della D18.
Germania - Thyssenkrupp taglia 1.800 posti nella divisione automotive
Dalla filiera automobilistica tedesca continuano ad arrivare senza sosta annunci di riduzioni degli organici. L'ultima azienda a comunicare un ridimensionamento della forza lavoro è il colosso Thyssenkrupp, intenzionato a tagliare 1.800 posizioni nella sua divisione Thyssenkrupp Automotive Technology.
Le altre misure. Il ridimensionamento rientra in un più ampio pacchetto di misure volto a ridurre i costi di 150 milioni di euro: la Thyssenkrupp intende anche ridurre gli investimenti e il capitale circolante e congelare temporaneamente le assunzioni, in particolare per le posizioni al di sopra di una certa soglia salariale non meglio definita. Le misure, aggiuntive rispetto a un precedente piano di ristrutturazione che ha colpito duramente anche l'Italia con l'avvio dello stato di crisi alla Berco, sono state direttamente legate alle "condizioni di mercato persistentemente difficili nell'industria automobilistica globale" e al relativo impatto sulle attività di Thyssenkrupp Automotive Technology: la divisione ha subito, solo nel trimestre al 30 settembre scorso, un calo degli ordini del 12% e delle vendite del 10% e ha riscontrato una contrazione della domanda in Europa, Nord America e Cina. Il piano di ristrutturazione è legato anche ad altri fattori, come ha spiegato l'amministratore delegato della divisione, Volkmar Dinstuhl: "Le prospettive per l'industria automobilistica globale rimangono deboli. I volumi di produzione continuano a rimanere indietro rispetto ai minimi storici e le discussioni sui nuovi dazi stanno creando ulteriore incertezza". In sostanza, le politiche protezionistiche di Donald Trump stanno iniziando a produrre ripercussioni anche in Europa.
Dazi Usa - GM, Ford e Stellantis apprezzano il rinvio
Un apprezzamento trasversale: è questo il tenore delle reazioni espresse dalle tre grandi dell'auto americana - Stellantis, Ford e General Motors - nei confronti del rinvio di un mese annunciato dal presidente Donald Trump per l'entrata in vigore dei dazi al 25% sulle merci importate da Canada e Messico.
Stellantis: "Pronti a lavorare con Trump". "Condividiamo l'obiettivo del presidente di produrre più auto negli Stati Uniti e di creare posti di lavoro americani duraturi", scrive in una nota Stellantis. "Siamo pronti" prosegue il costruttore "a lavorare con lui e la sua squadra". Il gruppo gestisce numerosi impianti nei due Paesi e potrebbe essere particolarmente esposto alle misure, considerando che secondo le stime degli analisti importa negli Usa circa il 40% del suo immatricolato proprio da Canada e Messico.
Gli effetti dell'annuncio. L'amminsitrazione Trump, che ha annunciato in via definitiva i nuovi dazi sui due Paesi confinanti durante la scorsa settimana, ha alleggerito le misure nei confronti delle Case automobilistiche a seguito di un colloquio telefonico con i loro vertici e di un brusco rallentamento delle tre quotate a Wall Street. Una frenata sui mercati seguita da un rimbalzo altrettanto immediato, a seguito del dietrofront, che ha positivamente contagiato anche i titoli delle big tedesche.
Ford: "Dialogo sano con l'amministrazione". "Continueremo ad avere un dialogo sano e trasparente con l'amministrazione per contribuire a raggiungere un futuro brillante per la nostra industria e la manifattura negli Usa", ha comunicato la Ford in una nota inviata alla Cnn. "Apprezziamo il lavoro del presidente Trump in supporto della nostra industria e l'esenzione per i costruttori in linea con le indicazioni dell'accordo Usmca con Canada e Messico".
Gm: "Abbiamo investito più di tutti negli Usa". Non dissimili i toni usati dal Reinassance center: "Ringraziamo il presidente Trump per il suo approccio, che permette ai costruttori americani come General Motors di competere e investire negli Stati Uniti", ha dichiarato un portavoce del gruppo, rivendicando gli "oltre 60 miliardi di dollari investiti da Gm in patria dall'entrata in vigore dell'Usmca" nella rete produttiva statunitense "con il maggior numero di impianti nell'industria".
Gli europei, osservatori interessati. L'onda lunga degli annunci sui nuovi disegni doganali si è fatta sentire anche in Europa, con diverse Case che hanno aperto alla possibilità di localizzare una parte della produzione negli Usa. Ultima in ordine di tempo è stata la Volvo, che per bocca del suo amministratore delegato Jim Rowan, intervenuto alla presentazione dell'ammiraglia elettrica ES90, ha affermato di prendere in considerazione lo scenario: "Abbiamo gli impianti e la capacità produttiva: dobbiamo solo prendere una decisione definitiva su quali modelli e piattaforme potremmo portare negli Stati Uniti". Tra le candidate, XC60 e XC90, che potrebbero affiancare la EX90 nella fabbrica di Charleston, Carolina del Sud.
Mercato - Effetto plug-in sulle flotte?
Diversi operatori del noleggio a lungo termine (Nlt) prevedevano un incremento delle vendite delle auto plug-in addirittura prima dell'annuncio a fine ottobre - e dell'entrata in vigore dal primo gennaio di quest'anno - della riforma dei fringe benefit che ha avvantaggiato, assieme alle auto elettriche, le ibride a ricarica esterna rispetto al calcolo dell'imponibile su cui gli assegnatari di auto aziendali sono tassati; e qualcuno si spingeva addirittura a descrivere una discesa dei canoni mensili di locazione delle vetture, sotto la spinta da un lato dei big del noleggio e dall'altro delle imprese, specie multinazionali, titolari di grandi flotte. I numeri di mercato d'inizio 2025 e le rilevazioni sui canoni (che riguardano comunque in gran parte le offerte presenti online e si riferiscono quindi, nella maggior parte, a soluzioni per privati, professionisti e piccole aziende) non avevano evidenziato queste tendenze. A gennaio inoltre, come sappiamo, l'intero comparto del noleggio a lungo termine, che alimenta gran parte delle acquisizioni da parte delle aziende, aveva fatto registrare un deciso calo di immatricolazioni. I numeri di febbraio, benché relativi a poco più di 40 mila unità fra immatricolazioni dirette da parte delle società e del Nlt, e non ancora in grado di compensare completamente il calo del mese precedente, rivelano un consolidamento dell'interesse per le ibride con la spina, che nel caso del noleggio hanno oltrepassato il 50% del totale del mercato, dopo aver concluso il 2024 attorno al 47%. Fra i modelli più richiesti, esiste almeno un caso in cui la ripresa del mercato del Nlt e dell'alimentazione plug-in convergono: la Toyota C-HR, a febbraio, è stata immatricolata in oltre duemila unità, oltre 1.300 delle quali destinate al noleggio a lungo termine e più di 1.200 con la spina. Al confronto, la Volkswagen Tiguan, che ha venduto praticamente lo stesso quantitativo, vede poco più 1.100 vetture destinate alla locazione lunga e meno di 300 plug-in. Infine, rispetto al tipo di alimentazione maggiormente avvantaggiata dal nuovo schema di prelievo sui fringe benefit, l'elettrico, la quota di vetture a noleggio, pur in crescita costante, non ha superato, nei primi due mesi del 2025, il 35%. Occorrerà però aspettare verosimilmente ancora un paio di mesi per verificare se queste tendenze si consolideranno.
Commissione UE - Batterie a fine vita: norme più severe
Rifiuti da batterie delle vetture elettriche: con un emendamento, la Commissione Europea introduce nuovi codici per garantire il corretto trattamento degli accumulatori a fine vita. Promuovendo il riciclo e l'economia circolare, verranno recuperate risorse strategiche per il futuro dell'automotive europeo, al centro del Piano d'Azione presentato il 5 marzo. Entro il 2030, il fabbisogno delle risorse chiave per la transizione ecologica dovrà essere soddisfatto almeno per il 25% dal riciclo: parliamo di elementi quali nichel, cobalto, manganese e litio (nella lista dei 17 Strategic Raw Materials). Inoltre, in arrivo una stretta sulla spedizione di rifiuti pericolosi nell'Unione e verso i Paesi Ocse.
Le tempistiche. Consiglio e Parlamento hanno due mesi per formulare eventuali obiezioni all'emendamento della Commissione. Se arriverà l'ok, la norma entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale: scatterà un periodo transitorio di 18 mesi, al termine del quale la nuova classificazione sarà operativa.
Stellantis - Nel 2027 riaprirà la palazzina uffici di Mirafiori
Uno degli edifici più iconici di Torino e del complesso industriale di Mirafiori torna a nuova vita. Si tratta della Palazzina Centrale, storica sede del Gruppo Fiat. Stellantis ha diffuso un comunicato per delineare un progetto di riqualificazione che porterà entro il 2027 alla riapertura dell'edificio di 5 piani che affaccia su corso Giovanni Agnelli e si distingue da sempre per la copertura di pietra bianca per la sua intera lunghezza di 220 metri.
La Storia con la S maiuscola. La palazzina, come ricorda il gruppo automobilistico, è stata realizzata nel 1939 e ha ospitato la "cabina di regia" per la produzione di quasi 29 milioni di vetture a Torino. Tuttavia, non si può definirlo un semplice edificio direzionale perché nelle sue stanze e davanti ai suoi cancelli si è fatta letteralmente la storia dell'auto e dell'Italia moderna. Nei suoi uffici sono state fatte scelte fondamentali per quel processo di industrializzazione che ha prodotto il miracolo economico del secondo dopoguerra e ha trasformato l'intero tessuto sociale, dal Nord al Sud del Paese. E poi le sue inferriate sono entrate nell'immaginario collettivo per importanti battaglie sindacali: emblematico nel settembre del 1980 un discorso dell'allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, davanti a migliaia di operai in sciopero.
La riqualificazione. Ora la palazzina, da tempo quasi deserta, tornerà ad essere utilizzata in tutti suoi spazi: la riqualificazione partirà con i progetti tecnici tra aprile e maggio di quest'anno e in contemporanea con i lavori sulla vicina Carrozzeria Mirafiori per l'installazione della nuova linea della 500 ibrida. L'iniziativa rientra nelle attività propedeutiche alla realizzazione del Piano Italia, presentato lo scorso 17 dicembre al Mimit, e soprattutto nel programma grEEn-campus per la trasformazione di tre luoghi storici di Stellantis (Poissy, in Francia, Rüsselsheim, in Germania, e per l'appunto Mirafiori, in Italia) attraverso progetti improntati all'innovazione e alla sostenibilità. A tal proposito, Stellantis elenca diverse soluzioni: integrazione di pannelli fotovoltaici nell'architettura; impiego di tecnologie di ventilazione a bassissimo consumo; riutilizzo dei materiali; scelte architettoniche che assicurano efficienza ambientale, resilienza e adattabilità all'evoluzione del clima; ampi spazi verdi che contribuiscono alla regolazione termica e al benessere dei dipendenti.
Citroën C3 - Arriva l'allestimento Business per professionisti e flotte
La Citroën ha ampliato la gamma della C3 con l'allestimento Business, pensato per i professionisti e le flotte. Questa versione è disponibile esclusivamente con l'1.2 PureTech a benzina da 100 CV e 230 Nm di coppia massima, abbinato al cambio manuale a sei rapporti. Già ordinabile, ha un prezzo di listino di 18.500 euro.
Dotazione. Posizionata tra l'allestimento intermedio Plus e il top di gamma Max, la versione Business si caratterizza per i cerchi di lega con copertura Azurite da 17", le barre sul tetto in nero lucido e le piastre protettive sottoscocca (dotazioni presenti già sulla Plus). All'interno i rivestimenti sono in Urban Grey con volante volante in eco-pelle, sedili Advanced Comfort e piastra per la ricarica wireless, disponibili sulla Max. La dotazione si completa con l'infotainment da 10,25" con navigatore connesso e connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Di serie, come per tutta la gamma, il Pack Safety con gli aiuti alla guida obbligatori per legge.
Dallara Stradale - Più raffinata con l'aggiornamento 2025
La Dallara aggiorna la gamma della Stradale a otto anni dalla presentazione del progetto originale. La biposto nata dal sogno di Giampaolo Dallara è in continua evoluzione e i tecnici hanno apportato ulteriori modifiche per migliorarne ancora le prestazioni.
Novità tecniche su tutti i fronti. Le novità riguardano tutti i principali ambiti: sospensioni, aerodinamica, impianto frenante, powertrain e personalizzazioni. Sono inoltre state arricchite le iniziative dedicate alla community dei clienti che già possiedono la Stradale, con nuove attività su strada e in pista. Anche il programma UpShift di aggiornamento per gli esemplari esistenti è stato potenziato, con tutte le novità introdotte nel 2025 e i tre kit Pista Exp denominati Aero, Set-up e Pit-stop.
855 kg di downforce. A fronte di un peso invariato, pari a 855 kg, la Stradale adotta di serie i "louvres" sui passaruota sviluppati per la EXP e raggiunge il rapporto 1:1 tra peso e downforce. A 260 km/h la vettura produce 855 kg di deportanza, contro gli 820 kg precedenti e il maggior apporto dell'asse anteriore aiuta anche a mitigare il sottosterzo. L'assetto è stato rivisto con ammortizzatori e sospensioni modificati in base al nuovo profilo aerodinamico. Dalla EXP derivano anche le nuove prese d'aria per il raffreddamento dei freni, mentre il motore Ford 2.3 litri da 400 CV ha ricevuto un nuovo sistema di alimentazione per offrire una erogazione regolare anche nelle condizioni estreme della guida in pista. La collaborazione con Alcantara ha permesso infine di sviluppare nuove personalizzazioni dedicate agli interni, mantenendo come obiettivo primario il contenimento del peso. La Stradale 2025 offre di base gli interni neri in Alcantara con cuciture opzionali a contrasto, ma sarà possibile ordinare in opzione anche l'Alcantara Traforata con due motivi grafici tagliati al laser (Spine o Track Layout) con fondo a contrasto.
Laps & Landscapes. Per esaltare lo spirito unico della Stradale, capace di girare in pista come poche altre vetture omologate ma di essere utilizzata anche su strada, la Casa ha sviluppato una serie di eventi dedicati ai clienti sui circuiti più famosi d'Europa (Monza, Imola, Varano, Spa e Paul Ricard) e sulle più belle strade delle Dolomiti, inserendo a listino due configurazioni specifiche denominate Laps e Landscapes: la Stradale Laps con cambio automatico offre la tinta Blu Dallara Opaco, il kit Racing EXP, la fibra di carbonio a vista e le finiture in Alcantara Traforata Track Layout con il motivo della pista di Varano. La Stradale Landscapes con cambio manuale invece offre la tinta Azzurro Panoramico, il tetto smontabile con portiere Sky-View e i sedili Touring.
I prezzi.
Stradale Barchetta: 233.020 euro
Stradale Spider Plus: 253.345 euro
Stradale Coupè Hard-Top: 273.792 euro
Stradale Laps: 284.486 euro
Stradale Landscapes: 282.030 euro
Leasys - A Mirafiori un'area per il ripristino delle vetture a fine noleggio
Leasys rafforza ulteriormente le sinergie con Stellantis e il suo impegno sul fronte della sostenibilità e l'economia circolare: le due società hanno, infatti, avviato un progetto per le vetture di rientro dai contratti di noleggio a lungo termine. Le auto vengono ricondizionate in un'area appositamente dedicata di oltre 5.000 metri quadrati all'interno del SUSTAINera Circular Economy Hub di Mirafiori, a Torino.
Il progetto. Il processo prevede una prima fase di verifica della vettura, che viene successivamente ricondizionata con interventi mirati sia sulla meccanica che sulla carrozzeria. I veicoli usati destinati al ri-noleggio sono inoltre sottoposti ad ulteriori controlli periodici presso le officine autorizzate da Stellantis. Il progetto si inserisce nella strategia delle due aziende nel campo dell'economia circolare: l'obiettivo è estendere la vita utile dei veicoli, ridurre la domanda di nuove risorse e minimizzare gli sprechi. Attraverso questo processo è infatti possibile incentivare l'usato come soluzione di noleggio a lungo termine sicura, con canoni competitivi e riducendo al tempo stesso gli sprechi della filiera. Ad oggi sono più di 1.500 i clienti che hanno scelto la soluzione Leasys Re-Use in Italia, già introdotta nel 2023.
Moia - Proseguono i test della guida autonoma di Livello 4
Il Gruppo Volkswagen prosegue, attraverso la sua azienda Moia (che si occupa di mobilità on-demand), lo sviluppo della guida autonoma di Livello 4. Si sono svolti infatti a Oslo nuovi test con un prototipo realizzato sulla base dell'ID.Buzz per mettere alla prova i sistemi di bordo sulle strade innevate e ghiacciate.
Neve e ghiaccio in Norvegia. La monovolume elettrica è in grado di guidare da sola in tutte le condizioni di traffico, ma rimangono disponibili i comandi tradizionali. Durante i test sono sempre presenti a bordo gli ingegneri pronti a riprendere il controllo del veicolo e analizzare i dati i tempi reale. La Norvegia è solo l'ultima prova in ordine di tempo a cui è stato sottoposto il sistema sviluppato dalla Moia: l'ID.Buzz ha già visitato Austin in Texas, Monaco di Baviera e Amburgo percorrendo centinaia di migliaia di chilometri, ma le strade innevate prive di segnaletica orizzontale e di riferimenti sull'asfalto rappresentano sono una sfida particolarmente difficile.
Unrae - Senza freni crescita e invecchiamento del parco circolante
Il parco circolante italiano continua a crescere e, soprattutto, soffre di un male ormai cronico: è sempre più vecchio. In particolare, secondo il Book Unrae 20024, sulle strade italiane circolano 40,57 milioni di veicoli, l'1,3% in più rispetto al 2023 e oltre sei milioni in più rispetto al 2009. Sale anche l'età media, salita in un anno da 12,5 a 12,8 anni (era di 7,9 anni nel 2009). Per questo, l'associazione avverte dell conseguenze di un rinnovo del parco caratterizzato da una omria "cronica lentezza" che "continua a generare impatti negativi su ambiente, salute e sicurezza stradale".
Bassa penetrazione per le elettriche. A tal proposito, il Book segnala anche che degli oltre 40 milioni di vetture circolanti, quelle ante Euro 4 sono ancora 8,8 milioni: in sostanza il 21,8% del parco ha oltre 18 anni di età. La percentuale è comunque in calo rispetto al 2023, quando era ancora al 23,2%. Inoltre, il parco continua a essere dominato da auto tradizionali: quasi l'83% è composto da vetture a benzina e diesel (in lieve riduzione rispetto all'84,8% di fine 2023), mentre le ibride crescono dal 5,3% al 6,8% e le Gpl dal 6,5% al 6,7%. Ancora esiguo, per quanto in lieve miglioramento, il circolante di auto ricaricabili (Ecv) con 568.000 vetture (462 mila nel 2023) e un peso in salita dall'1,1% all'1,4%, equamente suddiviso tra elettriche pure (Bev) e ibride plug-in (Phev). L'ancora limitato peso delle vetture elettrificate sul circolante italiano è legato, come è ormai noto da tempo, alle basse immatricolazioni. L'anno scorso, sono state targate in tutto 1,559 milioni di auto (in lieve calo rispetto al 2023, ma ben il 18,7% in meno rispetto al 2019) e le Bev hanno rappresentato il 4,2% (65.626 immatricolazioni) con le plug-in al 3,4%.
Italia indietro nell'elettrificazione. Il ritardo italiano nell'adozione della mobilità alla spina ha quindi determinato un impatto "modesto" sulle emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni, con un valore che si attesta a 119,1 g/km, ancora distante dalla media europea di 107,8 g/km. "L'Italia dunque si conferma ancora fanalino di coda tra i major markets europei per le auto a zero o bassissime emissioni, con una quota del 7,6%, superata anche dalla Spagna (11,4%). Regno Unito, Francia e Germania registrano quote nettamente superiori, rispettivamente al 28,2%, 25,4% e 20,3%", aggiunge l'associazione, secondo la quale le ragioni di "questi clamorosi divari non sono legate a fattori reddituali - come dimostrano i risultati di altri Paesi che pure hanno un Pil pro-capite inferiore all'Italia - ma piuttosto ad altri motivi: incentivi inefficaci, rete di ricarica ancora inadeguata, incertezza normativa, narrazione avversa". In particolare, l'Unrae ritiene ancora "insufficiente la capillarità delle infrastrutture" e sottolinea la "bassa penetrazione" delle elettrificate nelle auto aziendali, tradizionalmente "più veloci nel ricambio e più aperte alle nuove tecnologie", a causa anche di un "regime fiscale penalizzante". Pertanto, l'associazione ribadisce ancora una volta la necessità di "un piano pluriennale di sostegno alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni, di politiche per lo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno, di una riforma del regime fiscale delle auto aziendali, in termini di deducibilità, detraibilità e ammortamento".
Cadillac Escalade IQL - Cresce (ancora) la maxi-Suv Usa
Cadillac compie un altro passo verso l'elettrificazione della gamma e presenta la Escalade IQL sette posti, che affianca la IQ già disponibile. La variante IQL sarà offerta negli Stati Uniti in quattro allestimenti a partire da 132.695 dollari, pari a circa 123.500 euro al cambio attuale.
Più spazio con la carrozzeria modificata. Il design riprende quello della IQ sia all'esterno che all'interno, ma i passeggeri della seconda e terza fila possono godere di maggiore spazio grazie alla forma più alta e squadrata della zona posteriore e alla carrozzeria più lunga di quasi 11 centimetri. Cresce anche lo spazio per i bagagli. Disponibile su richiesta, il pacchetto Executive permette di trasformare la seconda fila in un salotto con due poltrone elettriche, climatizzate e dotate di funzione massaggio con una console centrale e schermi touch dedicati.
205 kWh per 730 km di autonomia. Il powertrain bimotore eroga 680 CV (750 CV con la modalità di guida Velocity Max) e la batteria Ultium da 205 kWh promette fino a 730 km di autonomia. Il sistema di bordo a 800 Volt consente di ricaricare da colonnine a 350 kW per recuperare fino a 185 km di autonomia in 10 minuti. La tecnologia V2H permette inoltre la ricarica bidirezionale per alimentare dispositivi esterni e - in caso di emergenza - anche la propria casa.
Stati Uniti - Detroit esentata dai dazi su Messico e Canada, ma solo per un mese
Donald Trump compie un parziale dietrofront sui dazi alle importazioni da Canada e Messico. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha infatti rivelato la decisione del presidente degli Stati Uniti di concedere all'industria dell'auto un'esenzione di un mese dal pagamento delle tariffe del 25%.
La condizione. La concessione, che potrebbe riguardare anche altri costruttori presenti negli Stati Uniti e nei Paesi confinanti, è stata annunciata in seguito a un colloquio telefonico con i vertici di Stellantis, General Motors e Ford, che hanno chiesto espressamente di parlare con Trump per manifestare tutte le loro preoccupazioni per le conseguenze delle nuove tariffe doganali su un tessuto industriale nordamericano estremamente integrato: tra il Canada e il Messico, i tre costruttori hanno infatti impianti produttivi, dove assemblano diversi modelli destinati al mercato statunitense, e, soprattutto, importanti fornitori di componentistica. L'inquilino della Casa Bianca ha soddisfatto la loro richiesta, ma solo a una condizione: il rispetto dei termini dell'attuale accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico. L'intesa, nota con l'acronimo Usmca, prevede una serie di requisiti d'origine. Per ottenere l'esenzione dai dazi, i veicoli prodotti dalle Big di Detroit devono contenere almeno i 75% di "contenuti" nordamericani. Inoltre, il 40% di un'autovettura e il 45% di un pick-up devono essere prodotti negli Stati Uniti o in Canada e rispettare un dettagliato elenco di "componenti principali" come motori, trasmissioni, pannelli della carrozzeria e parti del telaio. Tuttavia, non tutte le importazioni di auto soddisfano tali requisiti. Nel 2023, secondo l'Office of the U.S. Trade Representative, l'8,2% dei veicoli importati dal Canada o dal Messico negli Stati Uniti e il 21% circa della componentistica sono stati sottoposti al pagamento di tariffe doganali.
Altri dietrofront in vista. Le esenzioni potrebbero riguardare anche altri prodotti importati. Trump, infatti, sarebbe pronto a concedere altre esenzioni: si parla di eliminare l'aliquota aggiuntiva del 10% su petrolio o benzina dal Canada. D'altro canto, i dazi contro Ottawa hanno determinato un'immediata reazione da parte canadese e lo stesso Trump, dopo una telefonata con il premier Justin Trudeau, ha garantito di volere proseguire i colloqui su una soluzione di compromesso. In tale contesto, non vanno trascurate le conseguenze delle politiche protezionistiche, a partire da una crescente incertezza che sta minando gli indici di fiducia delle imprese. Ieri, 5 marzo, è arrivato un segnale preoccupante per il mercato del lavoro: il rapporto Adp, che precede la pubblicazione dei dati sull'occupazione del Dipartimento del Lavoro, ha mostrato per il mese di febbraio un aumento delle buste paga private di sole 77.000 unità, molto meno delle 186 mila di gennaio e delle 140 mila previste dagli economisti. Inoltre, si è riscontrata anche una minore crescita dei salari per i lavoratori che cambiano impiego. Tali segnali, uniti agli altri dati negativi pubblicati negli ultimi giorni, smentiscono la narrazione trionfalistica di Trump e della sua amministrazione e presagiscono un periodo nettamente diverso dall'eta dell'oro vagheggiata dall'ex immobiliarista, quantomeno nel breve termine.
PNEUMATICI - Nokian presenta i nuovi quattro stagioni Seasonproof 2
La prima sfida è migliorare se stessi. Vale per tutto, dallo sport al lancio di nuovi prodotti, pneumatici inclusi. Non sfugge a questa regola la Nokian, che presenta il nuovo Seasonproof 2. A dispetto di quanto il numero faccia credere, si tratta per il costruttore finlandese della quarta generazione di all season: nell'ordine, dal 2016, hanno debuttato il Weatherproof, il Seasonproof e il Seasonproof 1. Quest'ultimo non scompare dal mercato, ma viene affiancato da un prodotto tutto nuovo, sviluppato in quattro anni e che uscirà principalmente dalla nuova fabbrica di Oradea, in Romania, nella quale la Nokian ha investito circa 650 milioni di euro.
Uno stabilimento modello. Il nuovo impianto sta andando a regime proprio in queste settimane e rappresenta un modello per l'industria di pneumatici, visto l'elevato livello di automazione ma soprattutto il ridotto impatto ambientale: è l'unico certificato a emissioni zero di CO2, grazie all'approvvigionamento di energia solare e diversi altri aspetti che toccano tutta la filiera produttiva. La fabbrica di Oradea, fra l'altro, mette fine alle difficoltà produttive avute dalla Nokian dopo l'invasione della Russia in Ucraina nel 2022: in ottemperanza alle misure contro il governo di Putin, il costruttore finlandese ha infatti dovuto svendere uno dei suoi principali stabilimenti, oltre a perdere uno dei suoi mercati più forti (quello russo, appunto).
Addio cambi stagionali? In questi anni di difficoltà la Nokian, forte soprattutto sui prodotti invernali, aveva dovuto rinunciare a parte della produzione di all season. Con la nuova fabbrica (che ha una capacità produttiva iniziale di 6 milioni di pezzi l'anno, con la potenzialità di arrivare a 18 milioni) e il nuovo prodotto punta a riguadagnare terreno in quello che nelle parole del nuovo Ceo e presidente, Paolo Pompei, da qui a cinque anni rappresenterà il 50% del mercato totale dei pneumatici auto. Il manager italiano, che abbiamo incontrato in occasione del lancio del nuovo Seasonproof 2, vanta una lunghissima esperienza nel settore delle gomme (da Pirelli a Yokohama) e ritiene che i prodotti allseaon abbiano raggiunto un'elevata maturità tecnologica, forti - soprattutto nel caso della Nokian - della grande esperienza sui prodotti winter. Inoltre, sempre secondo Pompei, i cambiamenti climatici (con inverni meno freddi, ma anche con possibili eventi di forti entità fuori stagione) rendono questa soluzione adatta alle nostre latitudini. Tant'è, prosegue, che parliamo di un settore con un tasso di crescita a due cifre.
All'insegna dell'ambiente. Il nuovo Nokian Seasonproof 2 sarà disponibile sul mercato appena dopo l'estate, anche se i primi prodotti arriveranno già in tarda primavera. Lo studio del battistrada con intagli diagonali e una fascia centrale piuttosto piena punta a coniugare le esigenze della guida su asciutto con quelle sul bagnato. Le lamelle con stampaggio 3D, invece, fanno la differenza in caso di nevicate, e si poggiano sull'esperienza centenaria del costruttore finlandese, che per primo mise a punto una gomma invernale. L'utilizzo di materiali riciclati o riciclabili è particolarmente spinto: si arriva al 38% sull'intera gamma, e l'obbiettivo del produttore di Nokia (la città dove ha sede l'headquarter) è di arrivare coi prossimi prodotti al 50% nel 2030.
A misura di elettriche. Progettato per resistere anche alle forti sollecitazioni (dal peso alla notevole coppia allo spunto) tipiche delle auto elettriche, il Nokian Seasonproof 2 fa utilizzo di aramide per rinforzare i fianchi nelle taglie da 17 pollici in su: la gamma prevede all'inizio 57 misure, da 175/65R15 a 255/45R20, incluse quelle specifiche per le Suv. Per alcune misure è anche previsto un sistema di abbattimento del rumore di rotolamento in abitacolo, che sfrutta una schiuma all'interno della struttura del pneumatico. Tutta la gamma ha la marcatura 3PMSF (three-peaks mountain snowflake) che ne certifica l'efficacia in condizioni invernali rigide, oltre ovviamente a quella M+S, obbligatoria in base al nostro codice della strada.