Accordi - Arval Italia "firma" BYD Renting
Si chiama BYD Renting il nuovo noleggio a lungo termine nato dall'accordo fra Arval Italia e BYD, che segue la firma di un'intesa a livello internazionale fra i due gruppi dello scorso febbraio. La società della locazione e delle soluzioni di mobilità del Gruppo BNP Paribas ha messo la sua esperienza al servizio della rete di concessionari italiani del costruttore cinese specializzato in vetture elettriche, che potranno essere acquisite con le formule Arval da clienti privati e aziende direttamente nei punti vendita BYD.
Da 25 a 60 mesi. Sono attualmente 19, ma con la prospettiva di arrivare a 40 entro la fine dell'anno, i dealer della Casa sul territorio nazionale che commercializzano modelli esclusivamente elettrici come Atto3, Han, Seal, Dolphin e Seal U, oppure ibridi plug-in come la Seal U DM-i. Il noleggio a lungo termine fornito da Arval a BYD secondo la formula white label prevede durate tra i 25 e i 60 mesi e i consueti servizi inclusi nel canone mensile, dalla manutenzione all'assicurazione, che si spingono fino all'eventuale valutazione del ritiro dell'usato e, per i privati all'aggiunta di 100 mila chilometri di percorrenza. Oltre all'auto, nel canone fisso mensile, sono poi inclusi molteplici servizi per facilitare la gestione del veicolo, come la copertura assicurativa, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'assistenza h24 e il soccorso stradale, l'eventuale valutazione e ritiro dell'usato e, per i clienti privati, anche 100.000 chilometri.
La crisi dell'auto - Renault-Stellantis, nuove voci sulla fusione
Negli ultimi giorno sono tornati a circolare i rumor su una possibile fusione tra due grandi gruppi automobilistici, Renault e Stellantis. Le voci non sono nuove e sono già state smentite ufficialmente, ma il deterioramento del contesto operativo e la crisi del settore in Europa hanno riportato alla ribalta un'operazione mastodontica, ma che genera anche preoccupazioni per le sue ripercussioni sociali e occupazionali.
Perché se ne parla. Nei giorni scorsi, si è già parlato della ricerca di un erede di Carlos Tavares per il timone di Stellantis e ormai non passa giorno senza che un grande costruttore non comunichi un profit warning, ovvero un'allarme sugli utili. Il settore, in particolare quello europeo, si trova in un periodo sempre più incerto: la transizione energetica è resa ancor più complessa da gestire a causa di numerosi fattori, tra cui il rallentamento delle vendite, l'impatto dei nuovi limiti alle emissioni, il peggioramento del quadro economico e l'intensificazione della concorrenza, soprattutto di origine cinese. L'Acea propone non solo dei correttivi alle attuali politiche comunitarie, ma anche delle iniziative per migliorare le capacità competitive dell'industria automobilistica continentale: Luca de Meo, amministratore delegato della Renault e presidente dell'associazione dei costruttori, ha più volte indicato la necessità di aumentare il coordinamento e la collaborazione tra i costruttori, creando magari una sorta di grande consorzio paneuropeo (sulla falsariga di quanto avvenuto in campo aeronautico con l'Airbus) per abbattere i costi e rendere sostenibile la produzione di piccole elettriche in chiave anti cinese.
Tavares, de Meo, Zipse. Proprio de Meo potrebbe assumere un ruolo di crescente rilievo: infatti, si parla del manager italiano come timoniere di un maxi-gruppo frutto di una fusione tra Stellantis e Renault, benedetta dal governo francese, grande azionista di entrambi i costruttori. Non solo: come segnalato da Il Sole 24 Ore, il 15 ottobre, nell'ambito del Salone dell'Auto di Parigi, è prevista una tavola rotonda con la presenza non solo di de Meo e Tavares, ma anche di Oliver Zipse, amministratore delegato della BMW. L'evento sta alimentando speculazioni su una fantomatica "mega alleanza", ma non è neanche escluso che il summit serva ai tre manager per tornare su allarmi noti e, soprattutto, su possibili idee per ridare slancio al comparto europeo. Del resto, già la fusione tra Stellantis e Renault è resa complessa da fattori quali la posizione contraria di Tavares e i timori delle parti sociali sulle conseguenze dell'accorpamento di marchi e fabbriche: si arriverebbe a integrare ben 18 marchi, molti dei quali tra loro concorrenti, e a creare una rete di decine e decine di fabbriche. La sopravvivenza di alcuni brand e di diversi impianti sarebbe veramente difficile da garantire, ancor di più in un contesto come quello attuale dove già si stanno intensificando i segnali di chiusure e di massicci tagli agli organici.
Stellantis - Taglio netto alle stime annuali
Si allunga di giorno in giorno l'elenco dei costruttori costretti a lanciare un cosidetto "profit warning", ossia un allarme sull'andamento dei risultati finanziari annuali. L'ultimo gruppo ad aggiungersi alla lista è Stellantis, che ha tagliato di netto le stime per il 2023 "per riflettere le decisioni di ampliare significativamente le azioni a fronte dei problemi di performance in Nord America, così come del deterioramento nelle dinamiche globali del settore".
Le iniziative. Il gruppo ha deciso di accelerare "il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l'obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025". A tal fine, le consegne saranno ridotte di oltre 200.000 veicoli nel secondo semestre e non più di "soli" 100 mila. Inoltre, saranno aumentati gli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e saranno implementate "iniziative di incremento della produttività" con "aggiustamenti sia sui costi, sia sulla capacità produttiva". Quanto al deterioramento del contesto globale, Stellantis prevede mercati "su un livello inferiore rispetto all'inizio dell'anno" e sottolinea l'intensificazione delle "dinamiche competitive", in scia alla "maggiore offerta" e a "all'accresciuta concorrenza cinese".
Il taglio. Di conseguenza, il gruppo guidato da Carlos Tavares non si aspetta di chiudere l'anno con un margine operativo a doppia cifra, bensì tra il 5,5% ed il 7%, un dato assai inferiore rispetto al 2023 (12,8%) e al 2022 (13,4%). Tra l'altro, tale riduzione sarà legata per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America e per la restate parte ad "altri fattori" come "vendite inferiori alle attese nel secondo semestre in diverse regioni operative". L'andamento della marginalità, unito a un aumento del capitale circolante, avrà un effetto sul rendiconto finanziaria. Infatti, il gruppo è destinato a "bruciare cassa" visto che si aspetta un "Free Cash Flow Industriale" negativo per un valore tra 5 e 10 miliardi, mentre le precedenti stime lo indicavano in territorio positivo (nel 2023 si è attestato a 12,9 miliardi, in crescita del 19% sul 2022).
Il caso Volkswagen. Per Stellantis "le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre", ma per ora si tratta dell'ennesimo costruttore che si trova costretto a fornire indicazioni negative sulle performance finanziarie. Negli ultimi mesi hanno lanciato un profit warning altre importanti realtà del settore come Porsche, il gruppo BMW e, di recente, Volkswagen, già alle prese con una crisi sempre più complicata. Anche il colosso di Wolfsburg ha annunciato un taglio (il secondo di fila nel giro di tre mesi) a tutti i principali indicatori economici attesi per il 2024, a causa di "un contesto di mercato difficile e di sviluppi sotto le attese, in particolare per il marchio Volkswagen, per il settore dei veicoli commerciali e per le attività di componentistica. Dunque, le consegne sono viste a circa 9 milioni di veicoli e non più a 9,24 milioni, mentre la stima sul fatturato passa da 322,3 miliardi a 320 miliardi. Sul risultato operativo influirà anche il difficile contesto affrontato fuori dall'Europa dalla divisione Servizi Finanziari: il dato è atteso a circa 18 miliardi e il relativo margine al 5,6% e non più nell'intervallo tra il 6,5% e il 7%. Male anche il rendiconto finanziario delle attività Automotive, con la stima sui flussi di cassa netti che passa da 2,5/4,5 miliardi a 2 miliardi e quella sulla liquidità che scende da 37/39 miliardi a 36/37 miliardi.
Energia - Il Regno Unito chiude la sua ultima centrale a carbone
Il Regno Unito dice addio al carbone. Con lo spegnimento dell'ultima centrale, il Paese abbandona la fonte fossile che lo ha reso grande: l'altissima disponibilità di giacimenti aveva permesso di costruire quell'impero che portò la Union Jack ai quattro angoli del pianeta, ma anche di dare vita a quel "fumo di Londra" che ha strozzato il Paese per decenni e a quello smog che ha caratterizzato la capitale fin dal 1882, quando Thomas Edison inaugurò la prima centrale nel cuore di Londra, a Holborn. Senza dimenticare le piogge acide.
Tra gas e rinnovabili. Con la chiusura delle ciminiere di Ratcliffe-on-Soar, tra Derby e Nottingham, nel cuore dell'Inghilterra, il Regno Unito diventa così il primo Paese del G7 ad abbandonare la fonte fossile per eccellenza, quel carbone che fino agli anni 80 offriva ancora il 70% dell'elettricità del Paese prima di venire lentamente sostituito soprattutto da gas naturale (che pesa per il 31% sulla produzione totale), eolico (26%) e nucleare (13%). Il calo più importante c'è stato soprattutto negli ultimi dieci anni: dal 38% del 2013 si è passati all'1% dello scorso anno e il 2025 potrà fregiarsi del primo anno senza energia elettrica proveniente dal carbone.
L'inizio della fine. Già da qualche anno, comunque, Ratcliffe-on-Soar funzionava a singhiozzo: il canto del cigno è arrivato nel gennaio del 2024, quando il freddo eccezionale e la chiusura della penultima centrale a carbone britannica, in Irlanda del Nord, aveva richiesto la riaccensione a pieno regime dell'impianto. L'ultimo treno con il carbone era arrivato in giugno.
I prossimi passi. Gli abitanti del paesino hanno reagito con moti d'affetto alla chiusura, scoccata alla mezzanotte e un minuto del 30 settembre. In tanti si sono scattati dei selfie con quell'impianto che comunque richiederà altri dieci anni per essere smantellato completamente. Al suo posto nascerà un "cluster energetico e tecnologico a zero emissioni", come spiega Uniper, la società energetica tedesca proprietaria del sito. Nel mentre, il Regno Unito guarda avanti: prossimo obiettivo è disfarsi anche del gas naturale puntando soprattutto sulle rinnovabili, l'eolico offshore in primis.
Mercedes GLC - Una Suv da user chooser - VIDEO
Gasolio per l'autostrada, trazione 4Matic, batteria da 24,8 kWh per affrontare in elettrico qualsiasi Ztl. La Mercedes-Benz GLC occupa stabilmente la parte alta delle car list aziendali, quella delle auto riservate alle figure dirigenziali e agli user chooser: ovvero, i professionisti che possono scegliere marca, modello, allestimento e hanno ampia facoltà di personalizzazione in fatto di dotazioni. La 300 de plug-in della prova aggiunge a tutto questo l'esclusività di un powertrain fatto per viaggi non-stop: motore 4 cilindri biturbo diesel di 2.0 litri da 197 cavalli e 440 newtonmetro, più un'unità elettrica da 100 kW (136 cavalli), per un totale di 333, che si scaricano a terra attraverso il cambio automatico a nove marce e le quattro ruote motrici. Il tutto con la batteria che aggiunge un centinaio di chilometri di autonomia in modalità elettrica ai mille percorribili grazie al motore a gasolio.
Best seller. Nel 2023, la GLC è stata l'auto più immatricolata nelle vendite dirette alle società ed è quasi sempre nelle prime cinque posizioni di questa classifica, assieme alla più piccola GLA e alla più grande GLE. Qualche migliaio di vetture ogni anno, più quelle del canale noleggio a lungo termine, che testimoniano l'interesse per le sport utility della Stella da parte non solo dei beneficiari di auto aziendali, ma anche dai titolari di imprese e liberi professionisti. Volete sapere di più sulla GLC 300 de? Guardate la videoprova qui sopra.
BYD - 97 mila elettriche a rischio di incendio: avviato il richiamo
La BYD ha avviato una procedura di richiamo per 97.000 auto elettriche prodotte tra il novembre del 2022 e il dicembre del 2023: il problema, che potrebbe portare a un rischio di incendio, riguarda un difetto di fabbricazione relativo alla centralina del servosterzo delle Dolphin e delle Yuan Plus. Stando ai dati della China Association of Automobile Manufacturers, l'associazione dei costruttori cinesi, nel 2023 i due modelli sono state le vetture più vendute dalla Casa, forti di 750 mila unità.
Interventi già in corso. La Casa cinese sta richiamando nelle proprie officine tutte le vetture coinvolte per risolvere il problema con l'installazione di una nuovo componente. Al momento non è ancora chiaro se il problema riguarda anche gli esemplari esportati all'estero, ed eventualmente in quale percentuale. Per la BYD si tratta del secondo richiamo nel giro di due anni: nel 2022 una piccola quantità di Tang plug-in aveva segnalato un difetto nella batteria di trazione.
Nissan Micra - Compatta alla carica
Doveva morire, l'elettrico l'ha salvata. Dopo cinque generazioni fatte di alti e bassi, la Micra era destinata a entrare negli annali della Nissan, ma un italiano l'ha sottratta a un destino ormai segnato. stato Luca de Meo, numero uno della Renault, che, dopo aver riportato in vita la R5 in chiave Bev, ha proposto agli alleati giapponesi di utilizzarla come base per creare un'erede della piccola cinque porte. Ai manager di Yokohama l'idea è piaciuta e l'hanno inserita nei loro programmi assieme a tanti altri modelli (elettrici e no) destinati ad arrivare sui mercati globali nei prossimi anni.
Occhi dolci. In totale, sono 30 le auto previste dal nuovo piano industriale The Arc, anche se poi, da noi, ne giungeranno soltanto sei: ad aprire le danze sarà la nuova Leaf, di cui vi proponiamo un'anteprima nelle prossime pagine. Che sarà seguita, tra le altre, dalla citata segmento B e dalle eredi di Juke e Qashqai. Notizia: saranno tutte costruite nel Vecchio continente. Dal Giappone non sono ancora arrivate conferme ufficiali sul nome della piccola derivata dalla Renault; tuttavia, apparirebbe quantomeno bizzarra la scelta di concludere la stirpe Micra con l'attuale generazione, che sarà l'ultima con motore termico. Con il passaggio all'elettrico, la cinque porte cambierà volto rispetto alla quinta serie, riproponendo lo stile tondeggiante della seconda e facendo evolvere i tratti somatici che ne hanno fatto la fortuna: fari a Led circolari, forme morbide e proporzioni che i clienti del modello riconosceranno subito.
136 CV e un retrotreno raffinato. Si configura così la ricetta stilistica della Bev nipponica, che si proporrà con una taglia adatta al traffico cittadino senza rinunciare a interni spaziosi. Il powertrain elettrico consentirà di liberare centimetri utili per i passeggeri, ma anche il bagagliaio sarà tutt'altro che sacrificato. Merito della piattaforma AmpR small portata al debutto dalla Renault 5: la parente giapponese condividerà tutto quello che c'è sotto il vestito (e anche parte della carrozzeria, visto che si parla dell'80% delle parti in comune), così come le linee produttive di Douai, nel Nord della Francia, dove nasceranno assieme alla loro sorellina ad alte prestazioni marchiata Alpine, la A290. A disposizione dei clienti della nuova Micra vi saranno almeno due tagli di batteria, un motore elettrico (anteriore) da 136 CV e un sistema sospensivo decisamente raffinato, considerando il segmento e la fascia di prezzo: l'architettura anteriore sarà di tipo MacPherson, mentre al posteriore è previsto un multilink. Per il retrotreno i tecnici del gruppo Renault-Nissan hanno previsto una seconda, più economica, opzione con ruote interconnesse: è il sistema che sarà impiegato sulla futura Twingo elettrica, ma che, a meno di sorprese e nonostante le voci che si rincorrevano, non dovrebbe trovare spazio sulla futura Micra.
Appuntamento (ancora) lontano. Capitolo batteria: saranno montati accumulatori con chimica all'ossido di litio nichel-manganese-cobalto capaci d'immagazzinare 40 o 52 kWh. La più capiente offrirà circa 400 chilometri di autonomia, mentre l'altra si fermerà attorno ai 300, ma con un'importante differenza nei listini. La ricarica in corrente continua arriverà a 100 kW, in modo da poter passare dal 15 all'80% dell'autonomia in mezz'ora. Per vedere la segmento B su strada bisognerà aspettare ancora un po', anche se forse potrebbe arrivare già l'anno prossimo.
Volkswagen - I modelli diesel e benzina venduti in Italia
Con 71.841 immatricolazioni in tutta Europa nel mese di agosto, e 777.225 dall'inizio dell'anno, la Volkswagen si conferma la marca più venduta nel vecchio Continente, con una quota di mercato pari all'11,2%. I dati di vendita sono in calo rispetto agli stessi periodi del 2023 (-18,8% su base mensile e -0,8% dall'inizio dell'anno), ma è un trend comune a quasi tutti i costruttori (dati Acea, agosto 2024). In Italia la Casa di Wolfsburg è terza, dopo Fiat e Toyota (dati Unrae, agosto 2024): 5.148 nuove immatricolazioni ad agosto, 79.625 dall'inizio dell'anno, con una quota di mercato del 7,45%.
Periodo turbolento. In questi ultimi mesi, la Casa tedesca sta attraversando uno dei suoi periodi più difficili (ma non è la sola): la scarsa domanda di modelli elettrici e la contrazione del mercato ha costretto i vertici a una serie di tagli che potrebbero coinvolgere stabilimenti e lavoratori. Ed è proprio alle auto con motore a combustione interna che dedichiamo questa galleria fotografica, nella quale passiamo in rassegna tutti i modelli commercializzati in Italia.
The I.C.E. St.Moritz - Le date e le categorie delledizione 2025
Dopo la travagliata edizione dello scorso anno, tormentata dalle forti nevicate sul lago di Engadina e dintorni, l'International Concours of Elegance St. Moritz 2025 si terrà nel fine settimana del 21 e 22 febbraio. Per la cronaca, nelle scorse settimane è già caduta la prima neve nella zona attorno a St. Moritz...
Le categorie 2025. Le iscrizioni per partecipare aprono oggi, nel giorno in cui viene presentato il poster ufficiale della prossima edizione, che celebra la Delage DB-120S che ha vinto il premio Best in Show dello scorso anno. E se l'elenco dei partecipanti è ancora in là da venire, gli organizzatori hanno reso note le categorie che si disputeranno i premi dell'I.C.E. St. Moritz 2025: Barchettas on the Lake, che vedrà le auto con questo tipo di carrozzeria sfilare sul lago ghiacciato dell'Engadina, Open Wheels per i modelli a ruote scoperte, Concept Cars & One-Offs, Icons on Wheels dedicata ai modelli più leggendari dell'automobilismo e, per il secondo anno consecutivo, Racing Legends.
Fiat - Grande Panda: ritardi sulla produzione? No, facciamo chiarezza
"Non c'è richiesta di auto elettriche: la Fiat ritarda di sei mesi la produzione della Grande Panda". Online si leggono titoli come questo, che riprendono informazioni - raccolte da fonti non ufficiali - provenienti dalla Serbia (dove, a Kragujevac, verrà costruita la nuova segmento B). Ma cosa c'è di vero? A Quattroruote, da tempo, risulta un leggero slittamento della produzione della nuova cinque porte rispetto a quanto comunicato dal presidente serbo Aleksandar Vui. Che inizialmente aveva annunciato l'avvio delle linee nel quarto trimestre di quest'anno, con il mese di ottobre visto come potenziale finestra per il "day one". In realtà, il gruppo Stellantis non ha mai fornito comunicazioni al riguardo, né indicato una data precisa per l'avvio dei lavori.
Si inizia a novembre. I primi modelli di serie della Grande Panda (quindi né della linea pilota, né come pre-produzione) non dovrebbero uscire dalle porte dello stabilimento serbo fino a novembre. Questo è certamente un ritardo rispetto alla data annunciata da Vui (e mai confermata da Stellantis), ma minimo rispetto a quello paventato dalla stampa locale. Il costruttore, infatti, ha confermato a Quattroruote che la produzione è in linea con le tempistiche fissate dal progetto: "Le procedure di avvio produttivo della Fiat Grande Panda stanno procedendo regolarmente secondo i programmi illustrati nei mesi scorsi. Non abbiamo mai parlato di avvio della produzione a inizio del mese di ottobre, ma entro il 2024. Le indiscrezioni pubblicate da alcuni media sono speculazioni che non trovano fondamento". Di contro, il gruppo non ha ancora ufficializzato le tempistiche del lancio della Grande Panda, né fornito indicazioni sul suo prezzo.
Salone di Parigi 2024 - Un nuovo modello per lEuropa e la "super Suv" Yangwang U8
La BYD ha annunciato i suoi piani per il Salone di Parigi, che si svolgerà nel capoluogo francese dal 14 al 20 ottobre. La Casa cinese presenterà la sua lineup europea nel corso di una conferenza stampa che si terrà nel pomeriggio del 14, per poi aprire lo stand ai visitatori, e con esso la possibilità di effettuare dei test drive nelle aree predisposte all'esterno della fiera di Porte de Versailles.
Due nuovi marchi di lusso. Tra le novità che verranno commercializzate anche in Europa la super Suv Yangwang U8, concentrato di tecnologia e di potenza: il powertrain ibrido plug-in da 1.196 CV è capace di far accelerare i 3.460 kg dell'auto fino a 100 km/h in 3,6 secondi. prevista anche una versione full electric con un propulsore per ruota, capace di farla avanzare nell'acqua alta per brevi tratti, o di farla ruotare su se stessa. La seconda novità esposta in fiera è la Z9 GT del marchio di lusso Denza, pronto al suo debutto in Europa: una shooting brake disegnata da Wolfgang Egger, con tre motori elettrici per una potenza massima di 966 CV e 240 km/h di velocità massima.
Anche la Sea Lion? La BYD spiega che il Salone segna il lancio europeo di un nuovo modello del marchio, che potrebbe essere la Suv-coupé Sea Lion, già presentata lo scorso novembre al Salone di Guangzhou. Sempre disegnata dal team di Wolfgang Egger, fa parte della serie Ocean (come la Seal e la Dolphin), è lunga 4,83 metri ed è sviluppata sulla e-platform 3.0: le versioni elettriche avranno tre varianti di potenza, da 228 a 523 CV, ma arriverà anche l'ibrida plug-in.
2035 - Il giallo dei Paesi a favore della proposta di revisione italiana
La proposta italiana di anticipare dal 2026 al 2025 la clausola di revisione del bando delle endotermiche scatena un giallo ai massimi livelli delle istituzioni europee. Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, si è detto certo di aver ottenuto il sostegno di una decina di Paesi, un numero sufficiente per portare la stessa proposta all'attenzione della Commissione nel tentativo di ottenere uno specifico emendamento all'attuale regolamento. In realtà, diverse cancellerie si sarebbero già sfilate nonostante le prime, timide aperture: facciamo dunque il punto della situazione dopo il Consiglio Competitività dell'Ue del 26 settembre, da cui sono emerse indicazioni poco chiare.
I favorevoli. "Diversi paesi hanno già espresso le loro opinioni sulla nostra proposta in seno al Consiglio, mentre altri lo hanno fatto in incontri bilaterali che ho tenuto", ha detto Urso. "Mi riferisco in particolare a Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca e ne ho parlato anche con la Spagna e con la Germania". Dunque, i Paesi a favore sarebbero dieci (inclusa l'Italia), se non di più: infatti, il Mimit ha aggiunto alla lista anche Austria e Olanda. "C'è una maggioranza sufficiente di Paesi pronti a chiedere, attraverso il rapporto che stiamo preparando, che la clausola di revisione attualmente fissata per la fine del 2026 venga esercitata prima", ha specificato Urso. "Proporremo di anticiparlo alla prima metà del 2025".
I contrari. Quanto alla Germania, il ministro si riferiva alle aperture del suo omologo tedesco, Robert Habeck: il quale, pur con numerosi distinguo sulla scadenza del 2035 (ritenuta essenziale e non discutibile), ha appoggiato le richieste italiane e di settore per un allentamento dei limiti. Tuttavia, il segretario all'Economia tedesco Sven Giegold, prima di entrare al Consiglio, ha parlato di "malintesi che devono essere chiariti", perché Berlino "non vuole indebolire le normative sul clima", ritiene "cruciali i target di riduzione" e non intende sostenere i biocarburanti. Pronta la replica di Urso, che ha escluso "qualsiasi malinteso": "Habeck ha ribadito che per loro l'obiettivo del 2035 deve rimanere l'obiettivo principale, il loro fiore all'occhiello. In effetti, stiamo parlando di un percorso che potrebbe mantenere quell'obiettivo, ma anche creare le condizioni per raggiungerlo". Analoghe sono le posizionidi altri importanti Paesi come Francia, Svezia Polonia e Spagna ("Siamo convinti di dover mantenere l'ambizione, ma rafforzando gli strumenti per raggiungere questi obiettivi", ha spiegato il ministro spagnolo dell'Industria, Jordi Hereu) che possono indirizzare in un modo o in un altro le decisioni del Consiglio (le regole di voto sono legate anche alla popolazione rappresentata). Di fatto, quella che sembra emergere è una netta spaccatura su una questione tanto dirimente quanto controversa per il futuro dell'auto. Se ne continuerà a parlare, e parecchio, ai massimi livelli istituzionali.
Elettriche cinesi - Quasi pronto l'accordo sui dazi europei
Il Consiglio Europeo degli ultimi due giorni avrebbe dovuto affrontare il tema dei dazi all'importazione di auto elettriche prodotte in Cina, ma alla fine la questione non è entrata tra i punti all'ordine del giorno ed è stata rinviata ai primi giorni di ottobre. Il motivo? A rivelarlo è stato un portavoce del ministero del Commercio cinese, secondo il quale Pechino e Bruxelles hanno concordato di risolvere la disputa, definendo un meccanismo per la vendita delle auto a batteria del Dragone nei Paesi Ue: in sostanza, i cinesi si sono impegnati a commercializzare i propri prodotti a prezzi superiori a dei livelli minimi ancora da definire.
Trattative in corso. "I tecnici di entrambe le parti stanno negoziando un piano di impegni su prezzi flessibili e facendo ogni sforzo per raggiungere un consenso su una soluzione quadro prima della decisione definitiva dell'Ue", ha spiegato un portavoce di Bruxelles, precisando che l'accordo è stato raggiunto dal ministro del Commercio, Wang Wentao, durante il suo colloquio col vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Dalla stessa commissione non sono arrivate conferme sull'accordo: subito dopo il vertice tra Wentao e Dombrovskis, Bruxelles si è limitata a parlare di valutazioni in corso su un meccanismo per controllare i prezzi e i volumi delle importazioni. A ogni modo, le parti hanno concordato di portare avanti le trattative anche nel caso di via libera da parte del Consiglio Ue. A tal proposito, nel regolamento che sarà votata dai Paesi membri sarà inserito uno specifico emendamento per consentire il proseguimento dei colloqui.
Milano - Area C e Area B, le novità dall'1 ottobre
Dall'1 ottobre 2024 l'Area C di Milano sarà vietata anche alle auto benzina Euro 3, con deroga fino al 2025 per i residenti nella Ztl centrale a pagamento. Oggi le vetture più inquinanti sono già escluse, con ulteriori restrizioni previste nei prossimi anni, come da calendario: il prossimo passo? Dall'1 ottobre 2027, stop ai veicoli a benzina Euro 4. Restano le solite regole, ossia accesso gratuito (fra l'altro) per le elettriche e per le ibride con emissioni di CO2 sotto 100 g/km. Gli altri versano un ticket di 7,5 euro (50 ingressi gratuiti per i residenti, poi 3 euro). Le telecamere sono attive da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 19.30 (festivi esclusi), ma c'è una seconda novità in arrivo: il Comune intende estendere il pagamento nei weekend, forse nel 2025. Per chi sgarra, multa di 95 euro (83 più le spese di notifica).
Area B, cosa cambia. La giunta Sala pensa a un giro di vite contro le deroghe dell'Area B, la grande Zona a traffico limitato non a pagamento da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 19.30 (festivi esclusi): stando a indiscrezioni, il 30 settembre 2024 potrebbe essere l'ultimo giorno di permessi speciali per determinate categorie, che dall'1 ottobre non potranno più entrare nella Ztl con vetture non ammesse. Nel mirino lavoratori turnisti, autoscuole, agenti di commercio, volontari di associazioni sociosanitarie, medici e pediatri. Novità anche per le moto: l'1 ottobre 2025 scatteranno i divieti d'accesso nell'Area B per le moto miscela Euro 2, gasolio Euro 2, benzina Euro 0 e 1. Non verranno ulteriormente rimandati. Come per l'Area C, il verbale di 95 euro arriva a casa del proprietario del mezzo entro 90 giorni dall'infrazione: occhio alle violazioni seriali, multiple, a carico di chi dimentica tutte le nuove regole.
Stellantis - Si concretizza il progetto della gigafactory di Saragozza
Automotive Cells Company ha messo da tempo in standby i progetti delle gigafactory di Kaiserlautern e Termoli a causa di alcuni problemi, tra cui la necessità di adattare i propri piani al rallentamento delle vendite di elettriche e le difficoltà di sviluppare soluzioni chimiche a basso costo e affidabili per le batterie: è la dimostrazione di come l'Europa non abbia le tecnologie necessarie per l'elettrificazione. Al contrario, come è ormai risaputo, della Cina. Non è un caso se Stellantis, di fronte ai ritardi della sua joint venture con Mercedes e Total, si starebbe affidando sempre più al Dragone per le forniture di batterie e altre iniziative. In Francia, si parla di BYD quale fornitore di riferimento per gli accumulatori delle Peugeot e-3008 ed e-5008, mentre in Spagna danno ormai per certo un progetto da 3 miliardi di euro per realizzare una gigafactory a Saragozza.
Gli ultimi scogli. Secondo El Mundo, l'iniziativa è ormai entrata "nella sua fase finale" anche se mancano un paio di questioni da risolvere. Una riguarda il via libera dell'azienda cinese, ancora preoccupata dalle conseguenze, soprattutto politiche, della disputa tra Bruxelles e Pechino sui dazi all'importazione di elettriche cinesi. La seconda coinvolge il governo spagnolo e, in particolare, la concessione di nuovi aiuti nel quadro dei programmi Perte Vec dedicati alla produzione di batterie: l'ultimo bando mette a disposizione 300 milioni di euro e il primi 53 milioni sono stati assegnati a Renault, Lifthium Energy Cantabria e Gestamp. Per la restante parte, magari con qualche aggiunta come avvenuto per la fabbrica della Volkswagen a Sagunto, non è escluso un annuncio a breve. Infatti, l'8 ottobre prossimo e proprio a Saragozza, si terrà un evento di settore alla presenza del re Felipe VI.
Dongfeng - Le richieste cinesi per gli investimenti in Italia
Il confronto tra il governo italiano e la Dongfeng per un eventuale insediamento industriale dei cinesi in Italia non è ancora arrivato a un accordo, nonostante siano ormai passati diversi mesi e non siano mancati i colloqui tra le parti. Della questione se ne occupa il Corriere della Sera con un articolo incentrato sugli "effetti collaterali di un eventuale accordo con un piccolo produttore di auto elettriche del tutto controllato dallo Stato e dal partito: la Cina di rado accetta un'intesa senza porre le proprie condizioni. E queste ultime sono sempre di carattere strategico. Non solo finanziario o industriale". Si tratta, secondo il quotidiano, di condizioni "pesanti".
Le condizioni. I cinesi avrebbero "iniziato a sollecitare il governo" su un ruolo nelle infrastrutture di telecomunicazioni italiane per Huawei, colosso da tempo finito nel mirino di Washington e Bruxelles per i sospetti legami con il partito comunista e l'intelligence di Pechino. Un'altra questione delicata riguarda l'intelligenza artificiale, uno dei temi affrontati dal presidente del consiglio Giorgia Meloni nel corso del recente vertice con il presidente cinese Xi Jinping: "I negoziatori cinesi hanno chiesto all'Italia di attivare una mappatura della nuova tecnologia nel Paese, ufficialmente per capire dove e come si potrebbe approfondire la cooperazione bilaterale", continua il Corriere. In più, il ministro del Commercio, Wang Wentao, ha chiesto agli italiani di opporsi esplicitamente ai dazi europei sulle elettriche, incontrando però il netto rifiuto del nostro governo. "Insomma, il progetto di Dongfeng in Italia sembra sempre più in salita, anche per i dubbi dello stesso costruttore cinese", conclude il quotidiano. Cosa che potrebbe anche "non essere un gran danno", visto che il gruppo "ha in mente dei centri di assemblaggio di pezzi 'made in China'", con una "quota di componenti italiane ridotta e a basso valore aggiunto".
Sondaggio - Auto elettriche: dicci la tua
Lo stop alle vendite di vetture tradizionali nel 2035, deciso dall'Europa, è al centro delle discussioni politiche e delle strategie dei costruttori: il governo italiano preme per rivedere il blocco, e non è il solo. In un quadro economico sempre più complesso, difficile anche per i colossi storici, le auto elettriche sono il nodo principale su cui si giocherà il futuro dell'automobile.
A voi la parola. Questa situazione di incertezza coinvolge direttamente gli automobilisti: ecco perché Quattroruote, da sempre attenta a leggere la realtà con occhio critico e imparziale, ha deciso di chiedere agli italiani un'opinione più precisa sulle auto a batteria, sui relativi pro e contro, sondando timori, perplessità, entusiasmi e ragioni di un acquisto fatto, da fare o mancato. O che non ci sarà mai. Dunque, fateci sapere cosa pensate davvero delle auto elettriche: cliccate sul link qui sotto per rispondere alle nostre domande, basterà un minuto.
Fiat - In Brasile debutta la serie speciale Tributo 125
Per festeggiare i 125 anni della Fiat, la filiale brasiliana della Casa Torinese ha lanciato una serie speciale, chiamata Tributo 125, destinata a tutta la gamma commercializzata in Brasile, e che comprende Argo, Pulse, Fastback, Strada e Toro. Oltre a elementi comuni come colori e cerchi, ciascun modello avrà una dotazione che comprende gli optional e gli accessori più richiesti dai rispettivi clienti.
Elementi comuni. Per tutti i modelli la carrozzeria può essere in colore Alaska White perlato con tetto nero a contrasto, normalmente non disponibile a listino. Ancora, tanti i dettagli in plastica nera come passaruota (dove disponibili), paraurti e mascherina, oltre al logo e al lettering del modello. Gli altri elementi distintivi sono i cerchi di lega bruniti, il badge della serie speciale sui parafanghi anteriori e il logo con le quattro strisce inclinate rifinito in bronzo sulle mascherine. All'interno, tutta la gamma Tributo 125 offre la fascia centrale della plancia in color bronzo, infotainment con schermo centrale e climatizzatore automatico.
Fiat Argo. La compatta a cinque porte offre i rivestimenti in pelle per sedili e volante, avviamento senza chiave, cerchi di lega da 15, fendinebbia, sensori di parcheggio e telecamera posteriore. Il prezzo di questa versione è di 93.990 real brasiliani, pari a poco più di 15.500 euro.
Fiat Pulse. La Suv compatta Pulse aggiunge sedili e volante in pelle, cerchi di lega da 17, fendinebbia, retrocamera posteriore, infotainment da 10,1, avviamento senza chiave. Prezzo da 128.990 real, poco più di 21mila euro.
Fiat Fastback. La Suv-coupé aggiunge alla dotazione della Pulse anche l'apertura e la chiusura senza chiave, l'accensione da remoto tramite app, il freno di stazionamento elettrico e interni scuri. Il prezzo di questa versione è di 133.990 real, ossia 22.100 euro.
Fiat Strada. Il pick-up bestseller del mercato brasiliano è basato sulla versione Volcano con cambio automatico, a cui si aggiungono il clima automatico, la telecamera posteriore, le palette del cambio al volante, gli interni scuri, i sedili in tessuto/pelle e il tetto in color nero lucido. Il prezzo di listino è di 134.990 real brasiliani, che al cambio attuale corrispondono a poco più di 22mila euro.
Fiat Toro. Anche per il più grande pick-up Toro la versione Tributo 125 è basata sull'allestimento Volcano con cambio automatico, con l'aggiunta dell'infotainment da 10,1, telecamera posteriore e sistemi di aiuto alla guida. Completano la dotazione interni scuri, cerchi di lega bruniti, volante in pelle, sedili in tessuto e pelle e tetto nero lucido. Prezzo di 184.490 real, poco più di 30mila euro.
Subaru Crosstrek - Integrale permanente - VIDEO
Fuoristrada per vocazione. Alcuni marchi automobilistici sono indiscutibilmente legati all'off-road e Subaru è uno di questi. La nuova Subaru Crosstrek, che sostituisce la precedente XV, si presenta con la trazione integrale permanente, una caratteristica sempre più rara in questo segmento: tramite il sistema X-Mode, l'elettronica aiuta a gestire la distribuzione della coppia tra le quattro ruote in presa costante, sfruttando i freni per adeguarsi alle diverse situazioni. Le nostre prove off-road a Vairano, tra rampe, pendenze laterali e un impegnativo trial, hanno messo alla prova questa tecnologia, mostrando come la Crosstrek possa affrontare terreni impervi senza particolari difficoltà, nonostante non sia un veicolo specialistico.
Interni rinnovati. All'interno, la Crosstrek è moderna: un unico schermo da 11,6 pollici integra tutte le informazioni necessarie, comprese le funzioni per il fuoristrada come l'inclinometro e il monitoraggio della trazione integrale. I nuovi gruppi ottici a Led, presenti su tutti i fari, migliorano la visibilità.
Fedele alla tradizione. Il motore è un altro grande classico della Subaru: conta su un quattro cilindri boxer a cilindri contrapposti, ad aspirazione naturale. Non si rivela particolarmente prestante (la potenza è di 136 CV) ma resta adeguato alle necessità tecniche del veicolo. Su strada, la Crosstrek è sicura e confortevole, ma è in off-road che la trazione integrale permanente fa la differenza, garantendo una stabilità notevole anche nelle condizioni più impegnative. Gli angoli di attacco e uscita migliorati, insieme all'altezza da terra di 22 cm, permettono di superare ostacoli che metterebbero in difficoltà molte Suv compatte. Non ci si deve attendere le performance di un veicolo puramente fuoristradistico, soprattutto nelle situazioni più impegnative, ma quello che c'è nella Crosstrek basta e avanza alla grande per avventurarsi in luoghi ben più impervi delle strade di tutti i giorni. Volete saperne di più? Guardate il video qui sopra.
Hyundai - La Inster porta la cultura coreana a Milano
Per vederla su strada dovremo aspettare il prossimo anno, quando arriverà nelle concessionarie con prezzi attorno ai 25 mila euro, ma la Hyundai Inster è già a Milano (in anteprima italiana). La Casa di Seul, infatti, ha organizzato un'esibizione dedicata alla cultura coreana, mettendo al centro dell'esposizione proprio la piccola elettrica da 3 metri e 83, che si potrà vedere e toccare con mano dal 26 al 29 settembre alla Casa degli Artisti (Corso Garibaldi, 89/A). L'ingresso alla mostra è gratuito e sono previste delle esperienze esclusive, dalla K-Beauty experience con Yepoda a due serate (venerdì e sabato) tra musica e cibo coreani.
La star della mostra. L'esposizione ha come protagonista la piccola Hyundai Inster, che in Italia verrà proposta nelle versioni Standard Range, con batteria da 42 kWh (circa 300 km d'autonomia) e un motore elettrico da 97 CV, e la Long Range con accumulatori da 49 kWh per circa 350 km di range e 115 CV di potenza (0-100 in 10,6 secondi e 150 km/h di velocità massima). Entrambe offrono di serie due display da 10,3" e tante soluzioni pensate per rendere questa Bev pratica nella vita di tutti i giorni, dai numerosi ganci portaborse al divanetto scorrevole, che consente di passare da 238 a 351 litri di spazio utile per i bagagli. A disposizione, tra le varie dotazioni di sicurezza, anche la guida assistita di livello 2.