Stati Uniti - Richiamo per 360 mila Tesla con il Full Self Driving: "Rischio incidenti"
Il Full Self Driving è a rischio incidente, ammonisce l'americana Nhtsa, che ha richiesto un richiamo per oltre 362 mila Tesla negli Usa: si tratta di Model S e Model X prodotte tra il 2016-2023, Model 3 del periodo 2017-2023 e Model Y fabbricate dal 2020 al 2023 dotate della versione Beta del più avanzato sistema di assistenza alla guida della Casa californiana. Secondo la National Highway Traffic Safety Administration (l'agenzia federale statunitense per la sicurezza nei trasporti), il software per la guida altamente automatizzata di Musk non risponde in modo adeguato alle regole del traffico, risultando potenzialmente pericoloso in alcune circostanze. Potrebbe, per esempio, "consentire a un veicolo di superare i limiti di velocità o attraversare incroci in modo scorretto o imprevedibile, aumentando le possibilità di sinistri", si legge in una dichiarazione ufficiale dell'agenzia.
Una lunga lista di casi. La Tesla ovviamente respinge l'analisi dell'Nhtsa, dichiara di non essere a conoscenza di eventuali episodi di infortunio o decesso legati alla questione, ma ha comunque disposto una campagna di riparazione, che avverrà attraverso degli aggiornamenti software gratuiti rilasciati over-the-air. Per la Casa con sede ad Austin si tratta dell'ennesima "tirata d'orecchie" da parte dell'Nhtsa che, come riporta la Reuters, dal 2016 ha aperto più di una trentina di indagini su incidenti, anche mortali, nelle cui circostanze si sospetta l'uso delle tecnologie di guida automatizzata della Tesla. La stessa agenzia ha un'indagine in corso riguardante il sistema e presunti problemi con i veicoli di soccorso parcheggiati, mentre lo scorso anno ha vietato una funzione del FSD, la rolling stop (che a certe condizioni di velocità e traffico consente di superare in automatico i segnali di arresto senza che l'auto si fermi del tutto), sempre per motivi di sicurezza, inducendo Musk e soci ad avviare un richiamo per circa 54 mila veicoli. La lista di accertamenti da parte dei federali si è ulteriormente allungata di recente, con un'indagine aperta in seguito a un tamponamento a catena a San Francisco, avvenuto nel novembre scorso, che ha registrato il comportamento anomalo di una Tesla.
C'è in gioco un grande business. Tale storico non va certo a impreziosire il pedigree di una tecnologia sulla quale la Tesla sta investendo molto e che, come affermato dall'azienda in occasione del bilancio del quarto trimestre del 2022, ha garantito un fatturato di 324 milioni e, si prevede, genererà quasi 1 miliardo di dollari di risconti passivi man mano che verranno introdotti gli aggiornamenti: alla fine del quarto trimestre dello scorso anno, la Casa ha rilasciato l'FSD Beta a quasi tutti 400 mila clienti tra Stati Uniti e in Canada. L'ennesima campagna di riparazione arriva, tra l'altro, con un tempismo non proprio favorevole a Elon Musk, che l'1 marzo prossimo terrà l'Investor Day, durante il quale si presume che promuoverà ulteriormente le sue tecnologie di intelligenza artificiale e il suo sistema di guida automatizzata. Intanto, la faccenda ha preso anche una piega politica, con i democratici sugli scudi: come riporta la Reuters, i senatori statunitensi Ed Markey e Richard Blumenthal hanno affermato che il richiamo era "atteso da tempo", aggiungendo che "Tesla deve finalmente smettere di sopravvalutare le reali capacità dei suoi veicoli".
Giornata del gatto - Da Felix al "testimonial" Corvette, il migliore amico dell'automobilista
A guardarlo così non lo diresti mai. Eppure, quel distributore automatico di peli, graffi e fusa che per gli Antichi Egizi era addirittura una divinità, è stato l'animale che ha inaugurato la mobilità, proiettandola su maxischermo gigante. In occasione della giornata del gatto, o anche festa del gatto, val la pena ricordarlo. Infatti, fu proprio Felix the Cat che nel 1919 fece vedere al mondo intero che i "cartoon", i cartoni, potevano essere anche animati. La verità è che prima di topolini, papere e coyote, è stato proprio questo gatto nero, creato dall'australiano Pat Sullivan, a sgambettare nelle sale dei cinematografi di tutto il pianeta. per questo che, quasi un decennio prima che un cavallino rampante passasse dalla carlinga di un aereo al muso di un'Alfa, ci ha pensato questa bestia più sorniona a diventare il simbolo del motorismo: finendo nell'insegna luminosa di uno dei primi autosaloni d'America. Siamo nel 1921 e un tal Winslow, di cognome Felix, decide di aprire la propria concessionaria Chevrolet. Siamo agli albori di tutto e la capitale del cinema per ora è solo un sobborgo della Città degli angeli (Los Angeles). Winslow ha bisogno di attirare l'attenzione. L'automobile fa gola a molti, ma non è così nota ai più. Ci vuole qualcosa di graffiante, ma anche vagamente familiare, che sappia di accoglienza domestica Proprio come un gatto, ecco. E così una sera, parlando con Pat, gli viene in mente che il cartone animato del suo amico si chiama proprio come lui. Bingo! A conti fatti la scelta è stata indubbiamente azzeccata, visto che da più di 100 anni, il fumettoso gatto nero è il santo patrono del più vecchio Salone di Los Angeles.
Qualità feline. Da icona a benchmark il passo è breve. Negli anni '50, infatti, Corvette, per decantare la comodità dei sedili della spider più sexy d'America, ci piazza su un bel micio, con tanto di slogan: "Un divanetto da cui non vorrai più scendere". Altro marchio del gruppo GM, Pontiac, si concentra invece sulle doti dinamiche del divin felino, equiparandole a quelle della nuova Catalina. Che guarda caso è scattante, bilanciata, con una durata garantita di 9 vite Insomma, una scelta perfetta, anzi, "purr-fect" (come recita la pubblicità). Da questa parte dell'oceano, invece, sono i francesi a metterlo nel sacco, puntandoci sopra i riflettori, anzi i fanali. Già, perché è proprio su quegli occhi brillanti, metafora perfetta dei fari potenti, che Marchal investe per costruire la propria identità pubblicitaria. Ma il gatto può essere anche una bestia nera. Specie quando ti attraversa davanti. Ecco perché a Villa Inferno, in quella Romagna che sa ancora di Fellini, sul ciglio della strada al posto degli autovelox avevano piazzato una silhouette felina di legno. Nero. Contro la scaramanzia non si può far ricorso
Dove osano i mici. La verità è che il gatto è abituato a volare ben più in alto. E questo già da prima che i selfisti da salotto gli facessero scalare le vette delle classifiche dei video più visti di TikTok. il 1939 quando il 51esimo stormo della Regia Aeronautica, creato per difendere l'Urbe, comincia a sfoggiare sulle carlinghe dei propri aerei il famoso gatto nero che si avventa su tre ratti. La scelta del loro colore, poi, non è casuale e il messaggio è chiarissimo: ti faremo vedere i sorci verdi. Negli Stati Uniti intanto, la Grumman, uno dei costruttori di aeroplani militari più famosi della storia, ha battezzato addirittura un'intera serie di velivoli coi nomi di felini. Da quelli più selvatici come i Wildcat della Seconda Guerra Mondiale all'ultimo Tomcat, l'F-14 dei Top Gun. Che poi è quello della toppa più bella della giacca Avirex che Tom Cruise sfoggia nel film del 1986.
Mercedes-Benz - Il focus sul lusso premia i conti: il 2022 si chiude in forte crescita
Il gruppo Mercedes-Benz ha divulgato il bilancio del 2022, chiuso con risultati lusinghieri. L'attenzione posta sulle auto di fascia alta e sui van premium, combinata con un più accurato controllo dei costi, ha permesso di far crescere del 28% gli utili prima degli interessi e le tasse (Ebit) fino a raggiungere i 20,5 miliardi di euro (contro i 16 del 2021), incrementando del 12% il fatturato fino a 150 miliardi di euro (nel 2021 erano stati 133,9 miliardi). Nel primo anno dopo lo spin-off della Daimler Truck, il gruppo ha continuato la sua trasformazione in un quadro di sfide geopolitiche e macroeconomiche: i profitti sono aumentati, nonostante la pandemia, la carenza di semiconduttori e le ricadute del conflitto in Ucraina abbiano condizionato l'andamento del business. Dai dati emerge anche come la Casa tedesca abbia migliorato del 14,6% il margine operativo sulle vendite di auto e dell'11,2% quello sui van; il dividendo proposto è stato di 5,20 euro per azione (contro i 5 del 2021).
Il commento. Abbiamo ridisegnato la Mercedes-Benz, ha dichiarato Ola Källenius, ceo del gruppo, per renderla un'azienda più profittevole grazie all'attenzione dedicata ai prodotti più desiderabili e alla revisione di margini e costi; non possiamo controllare gli eventi mondiali, ma il 2022 dimostra che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Per ottenere questi risultati finanziari, la nostra squadra ha accelerato il ritmo, così da porci come leader tecnologici nella mobilità elettrica e nella guida autonoma; il prossimo capitolo sarà rivelato nel corso dell'aggiornamento della strategia Mercedes-Benz, previsto il 22 febbraio in California, e si focalizzerà sul sistema operativo Mercedes. Il processo di cambiamento della Casa è passato attraverso l'annuncio della realizzazione di una rete globale di ricarica per i veicoli elettrici, la revisione del network di produzione delle EV, l'approvazione della guida automatica condizionata di Livello 3 nel Nevada e le nuove partnership raggiunte per l'approvvigionamento di materie prime e semiconduttori.
L'intervista - Bacci (Program): Intercettare i bisogni delle imprese
Patrizia Bacci non è solo l'amministratore della società fiorentina di noleggio a breve e lungo termine Program: ne è stata anche la fondatrice, nei primi anni 90, sulla scorta dell'esperienza di famiglia, maturata in Inghilterra dal padre Raffaello. Ecco come racconta le tendenza attuali del settore.
Problemi di consegne e aumenti dei listini: come li avete gestiti, nel corso del 2022?
Per i clienti in attesa della vettura ordinata abbiamo messo a disposizione una preassegnazione di vetture dello stesso segmento, mentre per coloro che avevano già un contratto in essere abbiamo previsto una proroga contrattuale. In generale, guidiamo i clienti verso la scelta di prodotti alternativi, con tempi di consegna garantiti in linea con le loro necessità aziendali. Per quanto riguarda gli aumenti dei listini, cerchiamo di calmierare quanto più possibile il canone di noleggio per andare incontro ai clienti.
Nuove alimentazioni e tecnologie di bordo: quali sono le più richieste dai fleet manager?
I fleet Manager richiedono prevalentemente vetture ibride, siano plug-in, full hybrid o mild hybrid. L'attenzione alla sicurezza è sempre maggiore: spesso ci vengono richiesti Adas quali il cruise control adattivo e il sistema di mantenimento della corsia, oltre ai sensori di parcheggio intelligenti.
Noleggio ai privati, auto in abbonamento, elettriche tutto compreso, renting dell'usato o di mezzi di micromobilità Quale sarà, secondo voi, il futuro prossima della mobilità?
Per le flotte aziendali, la flessibilità contrattuale avrà un ruolo centrale nella mobilità del futuro e il mid term continuerà a caratterizzare il mercato. Per far fronte all'incertezza del periodo, vengono richiesti contratti sempre più flessibili, privi di vincoli, specialmente in termini di durata. Da parte nostra, monitoriamo il mutare delle esigenze delle imprese, intercettandone prontamente i nuovi bisogni.
Concessionari, agenzie di brokeraggio, banche, hub diretti: quali sono le vostre strategie di sviluppo per rafforzare il noleggio ai privati?
Siamo in continua evoluzione. La nostra rete di vendite indirette è in costante espansione e ci garantisce una copertura sempre più capillare del territorio. Ai clienti privati ci rivolgiamo prevalentemente con la rete franchising del breve termine, per la quale abbiamo lanciato un progetto di sviluppo che ci porterà in diverse regioni italiane, così da soddisfare le esigenze di mobilità di un bacino di utenti in crescita.
Austria - Wörthersee, stop ai raduni delle GTI: "Non sono in linea coi valori green"
Maria Wörth, piccolo Comune della Carinzia (Austria) affacciato sul lago Wörthersee, da quarant'anni è noto agli appassionati di motori per un motivo: si svolge qui, in primavera, il GTI Treffen, il famoso raduno dei fan delle sportive del gruppo Volkswagen, dalla Golf GTI in giù. Ebbene, da quest'anno l'amministrazione locale ha deciso di non ospitare più il suo evento di maggior richiamo, perché ritenuto non più in linea con i valori della comunità.
Le ragioni della scelta. Tutto ruota intorno all'ambiente e al fatto che il raduno automobilistico, storicamente legato al tuning e al culto del motore a scoppio, fa a pugni con l'attuale politica del posto. "Nello spirito della comunità locale, stiamo lavorando per creare spazi di vita attraenti e sostenibili a beneficio di tutte le persone che si trovano qui, indipendentemente dal fatto che sia per pochi giorni o tutta la vita", ha detto il sindaco Markus Perdacher. Anticipando, tra l'altro, che gli spazi dedicati al festival saranno riqualificati per creare nuove strutture più verdi. Negli ultimi anni la manifestazione è stata cancellata tre volte a causa della crisi sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, senza però impedire che alcuni appassionati si organizzassero in piccoli raduni non ufficiali, sfociati in certi casi in episodi di disordine che avrebbero richiesto l'intervento della polizia: anche questo, secondo indiscrezioni di stampa tedesca, avrebbe indotto il Comune di Maria Wörth a stoppare il GTI Treffen, un evento partito nel 1982 con qualche decina di partecipanti per arrivare, nella seconda decade del nuovo millennio, a ospitare decine di migliaia di persone.
Elettrico o trasferimento, la Volkswagen riflette. Il Comune di Maria Wörth ha anche affermato che valuterà la possibilità di ospitare altri eventi in futuro, se si allineano con i suoi obiettivi ambientali: della serie, con l'elettrico potrebbero esserci delle chance. Ma per il momento non se ne fa nulla, e questa decisione potrebbe far saltare anche l'edizione 2023 del raduno delle GTI. La Volkswagen, intanto, prende tempo: "Al momento stiamo valutando come poter supportare in futuro la comunità dei fan delle GTI", ha spiegato un portavoce della Casa. "Mantenere la community è molto importante per noi, perché è un contatto diretto con i nostri clienti più affezionati". Chi sperava di riaccendere i motori (e la festa) dopo tre anni di sosta forzata, dovrà aspettare ancora.
Mercedes Italia - Marc Langenbrinck è il nuovo ceo
Cambio della guardia in arrivo al timone di Mercedes-Benz Italia: dall'1 giugno prossimo Marc Langenbrinck, attuale ceo della filiazione svizzera della Casa, subentrerà a Radek Jelinek, dal 2018 presidente e ad dell'azienda con sede a Roma, che si dedicherà a nuovi impegni professionali. Langenbrinck è entrato a far parte dell'organico della Casa della Stella nel 1995, iniziando il proprio percorso nell'ambito delle strategie di vendita e del marketing. Dopo aver rivestito il ruolo di executive assistant del presidente del board nel 2000 e di direttore strategie di gruppo per vendite, marketing e servizi finanziari nel 2004, ha assunto nel 2007 la responsabilità delle vendite flotte e corporate e nel 2009 quella del marchio Smart. Infine, è stato ceo delle filiazioni francese ed elvetica, conseguendo in entrambi i mercati la leadership del segmento premium.
Formula 1 - Alpine, ecco le immagini della A523
La Alpine ha svelato la nuova A523, la sfidante per il Mondiale di Formula 1 2023 che sarà affidata alla coppia di piloti tutta francese, formata da Esteban Ocon e Pierre Gasly. Dopo lo shakedown di lunedì scorso a Silverstone, nel corso del quale erano già trapelate alcune immagini della nuova monoposto, la squadra anglo-francese ha svelato ufficialmente la A523 nella sua ormai tradizionale livrea blu e nella versione rosa, colore dello sponsor principale BWT, che anche quest'anno andrà in pista in alcuni eventi selezionati, inclusi i primi tre in Bahrain, Arabia Saudita e Australia.
La vettura. Dopo aver conquistato il quinto posto nel Mondiale 2021 e il quarto nel 2022, la Alpine si presenta in pista con obiettivi audaci. La A523 è una evoluzione significativa della monoposto dello scorso anno, oggetto di una radicale revisione in diverse aree. Matt Harman, il direttore tecnico della squadra anglo-francese, ha delineato la filosofia di progettazione del team per migliorare la A523 e ha coordinato le attività di Enstone e Viry per puntare ad avere un pacchetto ancora più competitivo quest'anno. Si è lavorato molto sulla parte meccanica della vettura e sull'efficienza aerodinamica, che ha portato alla nascita di questo muso più piatto rispetto a quello della passata stagione. Anche le pance sono state riviste: le bocche rimangono piuttosto squadrate, ma c'è un marcato incavo nella parte superiore di chiara ispirazione Ferrari.
I piloti. Al volante della A523 ci saranno Esteban Ocon e Pierre Gasly. I due piloti francesi hanno provato la vettura durante lo shakedown di lunedì scorso a Silverstone e la ritroveranno in pista la prossima settimana, per i test ufficiali in Bahrain. Per Ocon è la quarta stagione in Alpine e ha commentato dicendo: "Non vedo l'ora di cominciare e provare la macchina durante i test. Ho lavorato davvero sodo durante l'inverno per prepararmi all'inizio della stagione, mi sento davvero in ottima forma e, in questo momento, sono sicuramente pronto per tornare a correre". Al suo fianco avrà Pierre Gasly, pronto a dare il ciak per questo secondo tempo della sua avventura in Formula 1: "Non vedo l'ora di affrontare questa fase successiva della mia carriera. Sono ansioso di vedere il potenziale e le capacità dell'A523 durante i test pre-campionato. Provare la A522 alla fine della scorsa stagione mi è stato utile per comprendere maggiormente la direzione che il team ha preso con la nuova A523. Spero di poter aiutare il team a raggiungere gli obiettivi per quest'anno".
Gli obiettivi. Per il 2023 il target è semplice: come minimo dobbiamo arrivare quarti e in maniera molto più convincente. Ciò significa più traguardi, più punti e meno ritiri, parole di Otmar Szafnauer, team principal della Alpine, che ha poi aggiunto "Ho grandi aspettative da parte di tutti i membri del team, non ultimi Esteban e Pierre, che lavoreranno in modo collaborativo per fornire i migliori risultati possibili per il team.
Nuovo ambasciatore. Nel corso della presentazione della nuova Alpine, la squadra ha annunciato che l'icona del calcio internazionale Zinedine Zidane si unisce al team nel ruolo di ambassador. lpine intende ispirare le giovani generazioni di talenti trasmettendo il messaggio che tutti, indipendentemente da genere, origine e background, hanno i mezzi per avere successo a livello professionale, e diventare campioni. Zidane ha commentato il suo nuovo ruolo dicendo: " come sempre una storia di incontri. Mi è piaciuta la visione e l'approccio concreto dei team Alpine, soprattutto nella realizzazione dei programmi che promuovono le pari opportunità, in particolare perché ho un affetto speciale per Alpine come francese e fan della Formula 1. Penso sia importante dire ai bambini che, da qualsiasi parte provengano, un giorno potranno diventare i campioni del futuro, indipendentemente dalle scelte di vita che faranno, e che dovrebbero sempre credere nei loro sogni Questo progetto di Alpine nasce per rendere possibile tutto questo. Per i cambiamenti ci vuole tempo, quindi se posso contribuire ad accelerare il processo, è per me motivo di grande soddisfazione".
MG - Benzina, ibrido, elettrico: la gamma (da 17 mila euro) al microscopio
Il marchio MG forse dirà poco ai più giovani, ma ha un glorioso passato. Ora, grazie a fondi asiatici, il brand è rinato e davanti a sé ha un futuro radioso, fatto di elettriche e non solo. Perché oggi la gamma MG è composta da Ev, turbobenzina e ibride plug-in, soprattutto con carrozzeria Suv, ma nei prossimi anni ci sarà spazio anche per la sportività, con l'arrivo di una roadster ad alte prestazioni derivata dalla concept Cyberster. L'attuale offerta per l'Italia comprende cinque modelli declinati in sette versioni con prezzi molto diversi tra loro, ma generalmente interessanti. Soprattutto sfruttando le promozioni che la Casa cinese prevede per il mercato italiano.
MG ZS. il modello più economico della gamma MG: 17.140 euro, che con le promozioni previste dal costruttore scendono a 16.040. Il tutto senza sforare nel low cost: la dotazione di questa Suv è abbastanza completa e, tra le altre cose, comprende fari Led e un infotainment con touchscreen da 10,1". Lunga 4.323 centimetri, ha un bagagliaio da 448 litri ed è spinta da un 1.5 turbobenzina che può essere abbinato a un cambio manuale a cinque rapporti o a un automatico a sei marce: nel primo caso la potenza massima è di 144 CV e la coppia è di 141 Nm (0-100 in 10,9 e 175 km/h), mentre scegliendo la trasmissione automatica si sale a 151 CV e 160 Nm (0-100 in 11,2 secondi e 180 km/h). Volendo, la Suv è disponibile anche in versione elettrica, la ZS Electric. Le versioni a listino sono due: la Long Range con batteria da 70 kWh, motore da 156 CV e 440 km d'autonomia e la Standard Range, con batteria da 50,3 kWh, motore da 177 CV e 320 km d'autonomia Wltp. Trattandosi di un'elettrica, tuttavia, i prezzi si alzano parecchio: il listino parte da 34.490 euro, più del doppio del prezzo d'attacco della termica.
MG4 Electric. Il punto d'ingresso (dimensionale) della gamma MG è la MG4, una hatchback elettrica da circa 4 metri e 30 di lunghezza che in Italia viene proposta in due versioni: con batteria da 51 kWh e motore da 170 CV (350 km d'autonomia) o con batteria da 64 kWh e motore da 204 CV (435 o 450 km d'autonomia). I prezzi partono da 30.790 euro, ma per avere la versione con accumulatori più capienti serve aggiungere 4.000 euro, che salgono a 6.000 nel caso dell'allestimento Luxury.
MG5 Electric. Il marchio d'origine britannica ha in gamma anche una station wagon elettrica, un unicum nel mercato. La MG5, infatti, è una familiare da 4 metri e 60, con un bagagliaio da 479 litri ampliabile fino a 1.367, proposta con prezzi a partire da 34.490 euro in due versioni e due allestimenti, Comfort o Luxury. Il prezzo d'attacco si riferisce alla variante con batteria Lfp (litio ferro fosfato) da 50,3 kWh e motore da 177 CV (320 km d'autonomia), oppure con batteria Nmc (litio nichel manganese cobalto) da 61,1 kWh e motore da 156 CV (400 km d'autonomia). Per tutte le versioni vengono dichiarati uno 0-100 km/h in 7,7 secondi e una velocità massima di 185 km/h.
MG HS ed EHS. Due Suv, stessa estetica e quasi lo stesso nome. Le MG HS ed EHS condividono il telaio e tutte le principali caratteristiche tecniche, a eccezione del propulsore: la prima è spinta da un 1.5 turbobenzina, mentre la seconda è una ibrida plug-in. La versione non elettrificata è proposta con cambio manuale o con un automatico a sette rapporti: in entrambi i casi la potenza massima del quattro cilindri T-GDI è di 162 CV e 250 Nm (0-100 in 9,9 secondi e 190 km/h di velocità massima). Lo stesso motore è il cuore pulsante anche della EHS ibrida plug-in, che però sfrutta un cambio automatico a dieci rapporti supportato da un motore elettrico da 122 CV e 230 Nm alimentato da una batteria da 16,6 kWh. Ne risultano 258 CV e 480 Nm complessivi per uno 0-100 km/h in 6,9 secondi e 190 km/h di velocità massima. Entrambe hanno una lunghezza di 4.574 millimetri e offrono un vano bagagli molto simile: 463 litri per la HS e 448 per la EHS, che rispettivamente possono essere ampliati a 1.454 e 1.375 litri. I prezzi, invece, partono da 24.990 euro per la MG HS e da 36.590 euro per la MG EHS.
MG Marvel R. L'ammiraglia della gamma MG è la Marvel R, una Suv elettrica lunga 4.674 mm che viene proposta con un prezzo di partenza di 42.690 euro. A disposizione dei clienti ci sono due differenti powertrain, che condividono la stessa batteria da 70 kWh. Il primo è un bimotore a trazione posteriore da 180 CV e 410 Nm complessivi e 402 km d'autonomia. Il secondo aggiunge un terzo motore sull'avantreno per la trazione integrale: i cavalli salgono a 288, mentre la coppia arriva a 665 Nm, per un'autonomia di 370 km. La velocità massima è limitata a 200 km/h per tutte le versioni, con la bimotore che scatta da 0 a 100 km/h in 7,9 secondi e l'integrale che scende a 4,9. Per la ricarica si possono sfuttare colonnine fino a 92 kW (per passare dal 5 all'80% dell'autonomia in 43 minuti) oppure il caricatore interno trifase a corrente alternata da 11 kW.
Mazda2 - Il restyling debutta in Italia a partire da 19.000 euro
Per il Model Year 2023 la Mazda introduce il restyling della Mazda2. La compatta giapponese si rinnova nello stile e nelle dotazioni con personalizzazioni inedite. Gli ordini sono già aperti con prezzi a partire da 19.000 euro, mentre le prime consegne sono previste nel mese di maggio.
Restyling e nuovi colori. Per rimanere al passo con i tempi, la Mazda2 è stata dotata di nuovi paraurti dal taglio sportivo e di una nuova fascia anteriore, che viene offerta in nero lucido o in tinta con la carrozzeria. Inoltre, la calandra è differenziata nella finitura in base agli allestimenti e debuttano le nuove tinte Aero Grey e Air Stream Blue, che portano a 11 le opzioni disponibili.
Quattro versioni con due serie speciali. La gamma è articolata su quattro allestimenti: Centre-Line, Exclusive-Line e le due serie limitate Homura e Homura Aka. Il primo offre di serie gli interni di colore nero con rivestimenti in tessuto, il climatizzatore manuale, l'infotainment MZD Connect da 8" con interfaccia Apple CarPlay e Android Auto, il volante in pelle ed il Cruise Control. La Exclusive-Line aggiunge i cerchi in lega da 16" cromati, il climatizzatore automatico, i fari Full Led, i retrovisori riscaldabili e ripiegabili elettricamente, la frenata automatica con riconoscimento pedoni, il Blind Spot Monitor e i vetri posteriori oscurati. La Homura si distingue invece per i cerchi in nero lucido, gli interni neri con cuciture rosse, il Lane Assist System, la retrocamera e il volante riscaldabile, mentre la Homura Aka aggiunge la finitura Machine dei cerchi, gli interni in pelle e tessuto, il retrovisore interno fotocromatico, i sensori di parcheggio, la smartkey e il tetto nero a contrasto.
75 CV per i neopatentati e 90 CV col mild hybrid. La gamma dei propulsori rimane invariata rispetto alla versione uscente: i clienti possono scegliere tra le due varianti del 1.5 Skyactiv-G benzina aspirato da 75 e 90 CV. Il primo è adatto anche ai neopatentati e dichiara una media 4,8 l/100 km e 109 g/km di CO2, mentre il secondo denominato E-Skyactiv integra la tecnologia M Hybrid e scende a quota 4,7 l/100 km e 107 g/km.
Mercedes-Benz - Una "baby" Classe G per ampliare la famiglia
Rimbalzano dalla Germania le ultime indiscrezioni sul possibile arrivo, entro i prossimi tre anni, di una baby Mercedes Classe G. A riportarle è il quotidiano economico Handelsblatt, che cita anonime fonti nell'ambito dell'azienda e delinea i possibili indirizzi che il nuovo progetto potrebbe prendere. Si tratta solo di rumor, al momento, ma da tenere in debita considerazione. Non solo perché la testata finanziaria segue da molto vicino le mosse del colosso automobilistico di Stoccarda, ma anche perché la stessa Casa della Stella - impegnata in una ridefinizione del portfolio prodotti in base a una strategia competitiva ancor più orientata al lusso e ai margini di guadagno - già in passato aveva aperto a una simile prospettiva.
Non solo elettrica. Le voci collocano la piccola (si fa per dire) G sul mercato intorno al 2026: ovvero, agli esordi della piattaforma sulla quale questo nuovo modello è in predicato di nascere il pianale multienergia MMA atteso per la metà del decennio in corso e nel pieno di una fase transitoria verso il 2035, anno in cui l'Europa ha sancito lo stop alle vendite di nuove auto endotermiche. Tutto ciò avvalora la tesi secondo cui la Classe G più compatta verrebbe proposta sia in versione endotermica, sia puramente elettrica: quest'ultima avrebbe un'autonomia intorno ai 500 km e la predisposizione per la ricarica veloce con un sistema di bordo a 800 Volt.
Baby, si fa per dire. Oltre ad anticiparne la natura meccanica, le indiscrezioni di stampa tedesca abbozzano anche un ritratto della baby G. Che chiamiamo così per semplicità (il nome definitivo, peraltro, sarebbe ancora sub iudice), ma che di piccolo ha ben poco: le sue dimensioni, infatti, sarebbero solo di pochi centimetri inferiori a quelle della Classe G attuale, lunga 4,88 metri. La più sensibile differenza, invece, sarebbe nell'altezza, quella sì drasticamente ridotta rispetto al metro e 97 centimetri della Geländewagen, molto sviluppata in verticale e dalle forme boxy. Una carrozzeria più sportiva? Forse sì, anche perché, se l'universo di riferimento sarà analogo a quello della Calsse G (fuoristradistico, ma anche lussuoso e modaiolo), la nuova Suv sembra destinato ad esser un modello con una propria identità forte, più che una sorellina minore.
Voluta dall'alto. Nel tentativo di dare forma al progetto, ora come ora, siamo costretti a muoverci nel territorio delle speculazioni. Ma sono diversi gli indicatori che rendono plausibile l'arrivo di una nuova Mercedes con la G: una lettera che a Stoccarda vedono sempre di più come una sorta di sub-brand. Il primo, appunto, è l'indirizzo preso dall'azienda con la strategia di business comunicata nei mesi scorsi: una riorganizzazione dell'offerta sempre più basata sui profitti che ogni singolo modello può generare: e in questo, auto come la Classe G sono delle campionesse. Il secondo sta nell'intenzione, ufficialmente manifestata in occasione di un evento del maggio scorso, di valutare possibili espansioni della famiglia di prodotto G, per realizzare uno spin-off di cui, tra l'altro, il primo promotore sarebbe un personaggio piuttosto influente: il ceo Ola Källenius. Un'indiscrezione, quest'ultima, che se fosse confermata aumenterebbe in maniera esponenziale le probabilità di avere in produzione, presto o tardi, una baby G.
Jaguar Land Rover - Un Engineering hub in Italia
Un Engineering hub in Italia: cioè, un gruppo di ingegneri di esperienza, insieme a giovani talenti assunti da ogni parte del nostro Paese, per farli restare a lavorare dove sono nati. Senza sradicamenti, senza dolorose (e obbligate) fughe all'estero. L'iniziativa, che è del gruppo Jaguar Land Rover in collaborazione con la filiale italiana, è già di per sé è una notizia in un Paese in cui i cervelli, di solito, per farsi strada, sono costretti a emigrare. Invece - e questa si spera sia una interessante inversione di tendenza, che faccia scuola -, la prestigiosa azienda britannica sta cercando nel Belpaese 50 figure (alcune sono già state trovate) riservate a ingegneri nel campo dei software automotive.
L'auto del futuro. In particolare, questo team di tecnici si occuperà di sviluppare parti di sistemi di prossima generazione relativi all'assistenza alla guida e alla guida autonoma, nel campo dell'intelligenza artificiale. E lo realizzerà grazie alla partnership strategica, annunciata l'anno scorso, con il colosso informatico Nvidia, che fornirà l'hardware, i calcoli grafici e l'intelligenza artificiale necessari ai nuovi processi. Insomma, Jaguar Land Rover si è messa di buzzo buono a investire nella futura generazione di vetture, che saranno elettriche, a guida assistita e coadiuvate dall'intelligenza artificiale. Uno sforzo progettuale e realizzativo ingente che comporta, oltre alla messa sul tavolo di risorse adeguate, anche la selezione dei migliori talenti in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati. Ovunque queste persone si trovino. Tanto è vero che il progetto Italia si abbina a quelli analoghi in essere in Spagna (in cui il team si focalizzerà invece sull'hardware) e in Germania, per un totale di oltre 150 posti di lavoro, che vanno ad aggiungersi ai 300 già operativi in altri Paesi (Regno Unito, Repubblica d'Irlanda, Ungheria, Cina, Nord America).
Sede non fissa. Ovviamente, fondamentali saranno i rapporti che l'Engineering hub sta intrecciando con i Politecnici delle principali città, in particolare con quello di Torino. La sede fisica in Italia, però, sarà a Bologna, ma in realtà la stragrande maggioranza del lavoro avverrà da remoto, in piccoli team di una decina di persone. Un'esperienza maturata durante la pandemia. Vediamo di capire su quali posizioni sta lavorando il team di selezione e quali ruoli sono ancora aperti. Lo chiediamo a Ferruccio Vico, responsabile dell'Engineering hub: Il nostro focus è su questi due temi, il system engineering, quindi la definizione di come varie componenti lavorino fra loro per realizzare delle funzionalità, e lo sviluppo software. Finora abbiamo trovato alcune figure nel campo dell'assistenza alla guida, altre impegnate sulle funzionalità di parcheggio, e poi degli architetti' votati alla definizione del sistema nella sua interezza. Sono circa dieci persone, che stanno già operando da remoto. E ne abbiamo altrettante che hanno già firmato il contratto e che entreranno nel gruppo entro aprile. Sulle scadenze a breve-medio termine, ancora Ferruccio Vico: Il nostro obiettivo è quello di avere almeno trenta persone a bordo nel corso dell'anno.
Cellule autonome. Come verrà organizzato il lavoro e che cosa ci si aspetta da queste figure, ce lo spiega Nicola Natali, Adas group product owner customer products: Le persone sono organizzate in strutture tipo agile', cioè sono inserite in team di lavoro globale, ma abbastanza piccoli, in modo che siano molto autonomi. Questa modalità, che abbiamo preso dallo sviluppo software, fa sì che non si creino team grandissimi per realizzare tutto il veicolo, ma si sfruttino alcuni gruppi che si occupano di piccole parti di una certa funzionalità, cosa che fanno in modo autonomo. Riescono quindi a progettarle, svilupparle, testarle e poi a metterle all'interno del processo globale. Sono cellule autonome, ma collegate fra loro.
Come funziona. Questo lavoro parcellizzato che viene svolto in Italia, poi passa in un ambito più ampio, dove viene valutato e integrato. Ancora Nicola Natali: La fortuna è che ora tutti gli strumenti di lavoro sono connessi e in cloud. Quindi, sono collaborativi. Si può fare un paragone con quello è più noto, che succede nel Cad, nella parte di meccanica: c'è un disegno globale, poi ognuno lavora la sua piccola parte. Lo stesso sta avvenendo nella sezione dei software e dei sistemi; ci sono dei software equivalenti, collaborativi, che permettono a ognuno di lavorare una parte, ma all'interno di un piano globale. Poi l'integrazione avviene sia a livello di infrastruttura, sia anche a livello di veicoli stessi. Ci sono dei team che, su banchi a volte grandi come tutta la macchina, integrano la parte di software, li testano e poi mandano i dati di nuovo a tutti i gruppi di lavoro, per capire che cosa funziona e che cosa no. Lavoriamo per incrementi. Ora tutto quello che facciamo produce miglioramenti molto piccoli, ma molto stretti, nel giro di due settimane. Una volta si lavorava con cicli di mesi, e con scarsa interattività. Ora è tutto cambiato.
L'intervista - De Cicco (Koelliker): Il futuro è già nel presente
Studi alle università di Napoli e Torino, una lunga esperienza nel mondo automotive maturata alla FCA e alla Kia, Gustavo De Cicco è oggi fleet & remarketing director del Gruppo Koelliker.
Nel 2022 avete registrato tempi di consegna più lunghi per le flotte?
La situazione che si è venuta a creare a livello mondiale ha indubbiamente influenzato i tempi di consegna dei veicoli, che si sono inevitabilmente dilatati. La pandemia, la crisi dei semiconduttori e la guerra in Ucraina hanno causato forti rallentamenti, non solo legati alla disponibilità dei prodotti, ma anche alle difficoltà nei trasporti. Le tempistiche sono più lunghe e non facili da programmare, a causa di uno scenario in continua evoluzione. Ora più che mai è necessario lavorare all'insegna della massima flessibilità e con capacità di adattamento ai cambiamenti e devo dire che i brand che r importiamo sono tra quelli che, durante questo duro periodo, si sono più impegnati per trovare soluzioni che potessero alleggerire la situazione. Sottolineo, però, che bisogna approfittare del momento e investire nel futuro, in marchi, prodotti e tecnologie che sono innovative. E con i brand del Gruppo Koelliker ci si rende conto che questo futuro è già molto più nel presente di quel che immaginiamo.
Quali sono le alimentazioni alternative e le tecnologie di bordo più richieste dai fleet manager?
Stiamo assistendo a una crescente richiesta di vetture ibride plug-in, ma anche di elettriche pure da parte del mondo fleet, che si sta sempre più indirizzando verso vetture green che consentano ai dipendenti di muoversi con serenità e senza limitazioni, grazie a un'elevata autonomia della batteria. Una scelta di sostenibilità sempre più marcata, cui si accompagna la richiesta di una tecnologia di bordo capace di garantire maggior sicurezza, come per esempio il cruise control, il regolatore automatico di velocità e i sistemi d'infotainment. Ricordiamoci sempre che le persone che usano un'auto aziendale o che, comunque, sono nostri clienti fleet hanno bisogno di guidare un'auto che faciliti il lavoro durante gli spostamenti, lunghi o brevi che siano. Un'auto tecnologicamente avanzata, con un infotainment intuitivo, preciso e al tempo stesso facile da utilizzare, ma che soprattutto permetta di rimanere sempre concentrati sulla guida; la sicurezza è un aspetto che non perdiamo mai di vista e oggi la nostra tecnologia sta investendo molto su questi aspetti, facendo passi da gigante.
Captive e noleggiatori multimarche: come sono i vostri rapporti con queste realtà differenti?
Noi siamo importatori e distributori di diversi marchi, lo facciamo con successo da oltre 85 anni. Offriamo la nostra gamma di brand e quindi di vetture e veicoli commerciali sia a chi si occupa di flotte aziendali sia ai noleggiatori: abbiamo ottime e consolidate relazioni con entrambi. Le stesse che ci permettono di rafforzare la nostra relazione con coloro che ci seguono da sempre e di crearne di nuove. Lavoriamo costantemente per offrire non solo un servizio, ma anche un prodotto sempre migliore ai nostri partner e questo è un obiettivo che non perdiamo mai di vista.
L'eventuale trasformazione dei vostri concessionari in agenti avrà riflessi sul noleggio?
La nostra strategia commerciale non prevede la trasformazione dei concessionari in agenti e siamo certi che continuerà a portare risultati positivi nella loro crescita. Siamo fermamente convinti che solo collaborando in un'ottica di partenariato si possa crescere insieme. Le concessionarie continuano a essere un punto strategico e fondamentale per i clienti, che siano business o privati: è il luogo dove possono realmente toccare con mano il prodotto, provarlo e decidere. Ai dealer, infatti, chiediamo di essere presenti nella vendita ai clienti professional di prossimità. Il rapporto con i noleggiatori e le grandi aziende è gestito dall'azienda in prima persona grazie a un gruppo strutturato ed esperto di key account manager.
Volkswagen - Conferme sulla Tiguan elettrica: sarà prodotta a Wolfsburg
La Volkswagen si appresta ad assegnare alla sua storica fabbrica di Wolfsburg la produzione di un nuovo modello elettrico. Non si tratta di un'indiscrezione, bensì di una conferma arrivata da chi conosce bene i programmi dell'azienda. Le voci da tempo in circolazione sulla stampa tedesca sono state confermate dal presidente del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, nel corso di un incontro con oltre 10 mila dipendenti dell'azienda. In particolare, Cavallo ha parlato di una Suv elettrica simile nelle dimensioni all'attuale Tiguan prodotta proprio nell'impiato sassone.
Arriva nel 2026. La nuova vettura a ruote alte sarà sviluppata sulla base della piattaforma Meb, opportunamente aggiornata (la denominazione è Meb Plus), verrà assemblata a Wolfsburg a partire dal 2026 e servirà alla Volkswagen per elettrificare la fabbrica e saturarne la capacità produttiva in vista dell'avvio del progetto Trinity, l'ammiraglia posticipata di alcuni anni a causa dei problemi nello sviluppo dei software. Cavallo ha evidentemente voluto sfruttare l'occasione della riunione per rassicurare i lavoratori dello stabilimento, annunciando l'arrivo della nuova Suv alla spina, e probabilmente rafforzare la sua posizione "politica": all'incontro ha partecipato anche Olaf Scholz, che è stato poi accompagnato dalla dirigenza in un tour lungo le catene di assemblaggio della Golf. Era da almeno 15 anni che un cancelliere tedesco non visitava la fabbrica di Wolfsburg.
Bando delle endotermiche - Federauto: "A rischio decine di migliaia di posti, ne beneficeranno i cinesi"
Federauto, l'associazione di rappresentanza dei concessionari automobilistici, torna a criticare il bando alla vendita di auto endotermiche per il 2035 a due giorni dall'approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo. "Pur condividendo l'obiettivo di azzerare le emissioni dei veicoli - afferma il presidente Adolfo De Stefani Cosentino - restiamo convinti che l'arco temporale previsto e dunque un'interruzione così brusca della produzione e commercializzazione di veicoli a combustione interna metterà a rischio non solo la competitività delle imprese italiane ed europee in un settore strategico dell'economia, ma soprattutto decine migliaia di posti di lavoro in tutta Europa, a vantaggio dei competitor internazionali, principalmente cinesi, i quali hanno anche la leadership tecnologica sulle batterie che alimentano i veicoli a zero emissioni".
Tempi troppo brevi. " evidente che l'abbandono del diesel e benzina in un così breve lasso di tempo non andrà a vantaggio né dell'industria, né delle imprese dell'indotto distributivo e di assistenza post-vendita dei veicoli, né dei consumatori italiani ed europei che già stanno sopportando un aumento dei prezzi consistente", prosegue De Stefani. "Solo un approccio più graduale e pragmatico ma soprattutto meno ideologico, verso la rivoluzione elettrica', fondato su un mix di tecnologie neutrali consentirebbe di raggiungere l'obiettivo di decarbonizzazione dei trasporti su strada di merci e persone, in maniera sostenibile ed efficace". L'auspicio è che l'individuazione nel 2025 della metodologia per valutare i dati sulle emissioni di CO2 lungo l'intero ciclo di vita di autovetture e commerciali leggeri e le successive valutazioni nel 2026 possano aprire gli occhi sull'assurdità di tale decisione, lasciando la porta aperta anche ai motori ibridi e ai biocarburanti", conclude il numero uno dei concessionari italiani.
Dodge - Charger e Challenger, un "demone" per l'ultima chiamata - VIDEO
In ritardo rispetto agli annunci iniziali, la Dodge si prepara a chiudere la saga delle muscle car tradizionali con l'ultima serie limitata delle versioni Last Call di Charger e Challenger. Per il momento è stato diffuso solo un teaser, ma la sensazione è che sia previsto un finale a effetto per far felici i collezionisti e gli appassionati del genere.
Dopo la Red Eye e la Demon arriva l'ultima Hemi. Il teaser dura pochissimo, ma l'occhio rosso e la faccia demoniaca possono indicare una cosa sola: le varianti Demon e Red Eye, già viste sulla Charger, potrebbero tornare con un'ultima serie ancora più potente ed estrema. La SRT Demon del 2017 aveva sbaragliato la concorrenza con il V8 Hemi da 840 CV e 1.044 Nm, mentre la Hellcat Red Eye si fermava a 797 CV e 958 Nm. Facile immaginare che per la serie speciale che segna fine di un'era ci sia in serbo qualcosa di straordinario, con numeri da record da scrivere negli annali e tempi da urlo sui classici 400 metri da fermo. Quello che vedete sopra è il primo di quattro teaser che usciranno a una settimana di distanza l'uno dall'altro, fino al lancio della vettura: l'attesa è iniziata.
Jeep Renegade - Torna la serie limitata Upland (negli Usa)
Jeep presenta la Renegade Upland, una serie limitata che offre un pacchetto di personalizzazione estetica e tecnica che sarà subito disponibile negli Stati Uniti. Sul mercato americano, l'unica motorizzazione offerta per questo allestimento è la 1.3 turbo benzina 180 CV abbinata al cambio automatico nove marce e alla trazione anteriore o integrale.
Torna il giallo con un allestimento ricco di accessori. La Renegade Upland si distingue per la tinta esterna Solar Yellow, che torna disponibile nella gamma 2023 ed è proposta in alternativa alle colorazioni Alpine White, Black, Colorado Red, Slate Blue e Sting Gray. L'allestimento è basato sulla versione Latitude e include la strip nera opaca sul cofano, gli inserti cromati nei paraurti, i fendinebbia, i loghi nero lucido, i cerchi da 17", la strumentazione con display da 7", l'infotainment UConnect 4 con schermo da 8,4", i rivestimenti interni di tessuto con cuciture color bronze, il volante di pelle e i sensori luci e pioggia.
Peugeot - 3008 e 5008, arriva il mild hybrid con un nuovo cambio
L'elettrificazione in casa Peugeot compie un ulteriore passo avanti con l'introduzione delle varianti mild hybrid della 3008 e della 5008. Questa soluzione, con tecnologia 48V, debutta nella gamma del Leone e sostituirà gradualmente la variante Puretech 130 EAT8 anche sulle 208, 2008, 308 e 408. Lo stesso sistema potrebbe inoltre essere utilizzato, in futuro, anche da altri marchi del gruppo Stellantis. I prezzi delle due Suv elettrificate dall'ibrido leggero non sono ancora stati comunicati.
Motore e cambio aggiornati. Il cuore del pacchetto mild hybrid è il tre cilindri 1.2 Puretech turbo benzina da 136 CV e 230 Nm abbinato alla nuova trasmissione automatica e-DCS6. Questo cambio è un doppia frizione che integra il motore elettrico da 28 CV e 55 Nm, mentre il motore endotermico, ià predisposto per gli standard Euro 6.e, è stato completamente rinnovato e dotato di turbina a geometria variabile. Il pacchetto ibrido è completato da un sistema di avviamento a cinghia alimentato a 48V e dalla batteria al litio da 0,9 kWh, installata sotto il sedile del guidatore.
Consumi ridotti del 15%. Secondo la Peugeot, le 3008 e 5008 Hybrid garantiscono consumi inferiori del 15% rispetto alle varianti tradizionali: le emissioni omologate sono comprese tra 126 e 128 g/km di CO2 (circa 20 g/km in meno) e il risparmio di carburante previsto varia da 0,7 l/100 km nell'extraurbano a 2,5 l/100 km nella guida in città, dove l'elettrico può muovere da solo la vettura in partenza e, alle velocità più basse, fino alla metà del tempo di percorrenza totale. Il pacchetto prevede anche la funzione sailing, che fino a 145 km/h spegne il motore termico in rilascio e favorisce lo scorrimento della vettura. Il motore elettrico permette inoltre di colmare i vuoti di coppia ai bassi regimi, evitando di scalare marcia e offrendo, in caso di necessità, 12 CV aggiuntivi, quando vengono richieste le massime prestazioni.
Le dotazioni specifiche delle Hybrid. Per le versioni Hybrid di 3008 e 5008, la Peugeot ha previsto due dotazioni specifiche: viene infatti installato il sistema AVAS (Acoustic Vehicle Alerting System), che fino a 30 km/h emette un suono per avvertire pedoni e ciclisti quando l'auto si muove in modalità elettrica, ed è prevista anche una grafica dedicata per il display interno, che mostra il funzionamento del powertrain, lo stato di carica della batteria e le statistiche di utilizzo dei propulsori.
Toyota Corolla - Più prestante e sicura col restyling
Toyota Corolla: siamo al restyling della dodicesima generazione, avete capito bene. Il primo modello era classe 1966. Da lì in avanti sono stati prodotti qualcosa come 50 milioni di esemplari. Dal 2019 è tornata a chiamarsi Corolla (prima c'era l'Auris) e ha conservato (ed evoluto) la tecnologia full hybrid che l'ha fatta apprezzare a tanti automobilisti, tassisti compresi. Tecnologia che, nonostante l'elettrificazione sempre più spinta e invasiva, a oggi rimane un gran bel compromesso: zero cavi di ricarica, zero colonnine, niente abbonamenti. Lei fa tutto da sola e consuma sempre poco.
Più cavalli. Passa per strada ed è difficile stabilire con certezza se si tratta o no dell'ultimo restyling: eppure, escludendo i lievissimi ritocchi all'esterno, l'aggiornamento 2023 di Corolla è proprio sostanzioso. Nello specifico, il 1.8 passa da 122 a 140 CV (lo 0-100 km/h scende a 9,1 secondi, quasi 2 in meno rispetto a prima), mentre il 2.0 raggiunge quota 196 CV e 7,4 secondi (cioè 0,5 secondi in meno) nello scatto breve. E, almeno sulla carta, consumi ed emissioni non sono aumentati: 22,2 km/litro per la 1.8 Hybrid e 20,8 per la 2.0, rispettivamente con 100 e 90 g/km di CO2. Facendo un confronto, casomai, alcuni valori risultano al ribasso.
Pronta agli imput. I capisaldi del sistema ibrido sono rimasti gli stessi: il 4 cilindri aspirato a ciclo Atkinson, il cambio e-CVT, i due motori elettrici e la batteria agli ioni di litio. Lavorando di fino su diversi fronti, però, i tecnici hanno migliorato il feeling di guida, su una vettura che ha sempre avuto (e ha ancora) come stella polare l'efficienza e il contenimento dei consumi. Ora la Corolla è più propensa ad assecondare la guida un po' più brillante. Oltre al fatto di avere più cavalli e quindi più spinta, è migliorato il lavoro della parte elettrica, più reattiva a interagire con il motore a scoppio, per una migliore accelerazione, non solo alle andature cittadine.
Il cambio. Entra in partita anche il fine tuning al cambio a variazione continua che ha limitato una volta di più l'effetto trascinamento, tipico di questa tipologia di trasmissione. Tra le accortezze c'è stata anche quella di aver abbassato, fino a 500 giri, il regime di rotazione del motore in fase di accelerazione. Un correttivo che va anche a beneficio del confort di marcia, attenuando il rumore del gruppo propulsore nel suo crescendo. Certo è che il meglio di sé la Corolla lo dà sempre quando si viaggia nel traffico con un filo di gas, ricercando la scorrevolezza, che in questo caso è anche sinonimo di confort (acustico). Inutile, dunque, affondare sull'acceleratore alla ricerca di una sportività che non è scritta nel suo Dna, che non ha subito modifiche sostanziali: tende sempre a privilegiare il confort, al netto di qualche risposta un po' secca e sportiva, quando si passa su dossi e buche.
Hi-tech dove serve. Dopo un po' di tempo passato al volante impari a interagire con la nuova virtualità dell'abitacolo. Il quadro strumenti, ora un unico grande pannello digitale (12,3 pollici di serie) si può configurare in diversi modi, dando priorità alla mappa, oppure ai classici strumenti. Pure lo schermo dell'infotainment, poco più destra, ha ricevuto un'iniezione di tecnologia sia per il fatto che la diagonale è maggiore (10,5 pollici, contro gli 8 precedenti), sia per il fatto che il sistema operativo è nuovo. L'esperienza è più fluida, veloce e connessa alla rete grazie agli aggiornamenti over di air gratis per quattro anni. Riconfermato l'utilissimo head-up display a colori. Un appunto? Qualche vano in più per gli oggetti d'uso quotidiano sarebbe stato gradito.
Più sicura. Pure il pacchetto Adas ha fatto un salto di qualità. Si chiama T-Mate e include il sistema anticollisione con funzioni ampliate (come, per esempio, la sterzata d'emergenza assistita, la riduzione della velocità in curva e la frenata d'emergenza agli incroci), mentre debuttano nella gamma il Safe Exit Assist (un avviso di pericolo quando apriamo la portiera con ciclisti o altri veicoli in arrivo da dietro) e il Rear Seat Reminder, per non rischiare di dimenticare i piccoli sul sedile posteriore una volta parcheggiata l'auto. Rivisto anche il raggio d'azione della telecamera sul parabrezza, ora capace di cogliere ostacoli ancora più vicino al muso dell'auto.
Aguzza la vista. Ho tenuto in coda gli aggiornamenti estetici, perché in questo caso il capitolo è decisamente più corto. La novità principale riguarda la firma luminosa dei fari con tecnologia bi-Led (offerti negli allestimenti più completi), ma non mancano ritocchi alla mascherina (dalla trama inedita) e, al posteriore, al layout delle luci e al paraurti (leggermente rivisitato). Ecco perché, come dicevo in apertura, è difficile riconoscere la versione più aggiornata.
Prezzi e allestimenti. La gamma, come da tradizione giapponese, è facile facile. Solo due allestimenti (Active e GR Sport), due motori come detto e due body type per dirla all'inglese: 5 porte o wagon, Sports Touring nel gergo Toyota. Il listino attacca a 29.800 euro, cui si possono sommare 1.500 euro per averla in versione familiare e, volendo, altri 1.500 per il 2.0 da 196 cavalli. Discorso analogo per la versione GR Sport, quella sportiva con i cerchi da 18 di serie, che attacca a 32.300 euro (+ 1.500 euro per la wagon, + 2.200 euro per il motore top di gamma). Interessante la promo di lancio che prevede fino a 4.000 euro di sconto presentendo un'auto usata.
Porsche 911 Dakar - La gomma non è un dettaglio: i segreti dello sviluppo e la lezione di Röhrl - VIDEO
Sicuramente il fascino risiede altrove: nell'idea di avere una 911 capace di sfrecciare sulle dune, nella curiosità di un allestimento che evoca al tempo stesso la pista e l'avventura, o nel mix di contenuti tecnici ai limiti dell'anatema. Ma sulla 911 Dakar, variante off-road dell'icona Porsche da poco presentata e tirata a 2.500 esemplari dal prezzo (in Italia) di oltre 230 mila euro, anche la gomma vuole la sua parte. Perché l'oggetto tondo e nero in questione, appositamente sviluppato dalla Pirelli per questa declinazione della 992, porta con sé un know-how tecnico specifico e gioca un ruolo chiave nelle prestazioni della vettura. Come abbiamo ricordato in un passaggio del nostro primo contatto con la 911 Dakar, e come sottolinea anche Walter Röhrl, ex rallysta due volte iridato e oggi collaudatore della Porsche, in questo video (clicca qui sotto) mentre sciorina un paio di aneddoti tra esperienze nella sua attività di sviluppatore e le memorie di un vittorioso Rally di Monte Carlo.
"Laboratorio" per una copertura multiuso. Il pneumatico scelto per la 911 è uno Scorpion All Terrain Plus, come si suol dire, marcato, cioè sviluppato ad hoc. Una gomma tassellata, dunque con livelli di supporto e resistenza elevati anche quando si devia dall'asfalto; al tempo stesso, però, essendo destinate al primo equipaggiamento di un modello sportivo, queste coperture (proposte con misura differenziata, 19" davanti e 20" dietro) devono dimostrarsi all'altezza quando si ricercano le prestazioni. Perciò la Porsche e la Pirelli hanno condotto un processo di sviluppo particolare e il reparto Ricerca e Sviluppo della Casa della Bicocca ha introdotto su questa gomma una famiglia di mescole in grado di gestire le prestazioni della vettura tanto sullo sterrato quanto sull'asfalto. Data la sua specifica destinazione, la struttura del pneumatico è stata irrobustita, specialmente al posteriore, e ottimizzata per migliorare l'impronta a terra. Rispetto allo Scorpion All Terrain Plus tradizionale, infatti, quello dedicato alla Porsche 911 Dakar ha un battistrada specifico, concepito per offrire prestazioni competitive sull'asciutto in contesti differenti, in circuito come nel deserto. Per inciso, calzando le sue Scorpion All Terrain Plus, e non alternative optional più adatte allo scopo, la 911 Dakar ha girato al Nürburgring con un tempo più basso rispetto alla 996 GT3 del 1999. Ma per chi lo volesse, nella gamma dedicata a questo modello figurano altre due alternative, entrambe griffate Pirelli: P Zero estivo, per un uso esclusivo su asfalto, e l'invernale P Zero Winter. Per seguire l'insegnamento di Röhrl sulla gomma giusta al momento giusto.
Lamborghini - Tutti gli eventi per i 60 anni di storia
Lamborghini si prepara a festeggiare i 60 anni di storia: l'azienda è nata infatti il 6 maggio 1963 grazie all'intraprendenza di Ferruccio Lamborghini, scomparsi ormai 30 anni fa (il 20 febbraio). Per questa importante ricorrenza, la Casa di Sant'Agata ha in programma una serie di eventi a livello mondiale che coinvolgeranno le concessionarie, i club, i clienti e gli appassionati.
I 60 anni del Toro. Dopo aver inaugurato il rinnovato Museo con la mostra intitolata "The Future began in 1963", sono state annunciate le date dei principali eventi. Il 23 febbraio si terrà a Suzuka il Lamborghini Day Japan 60th Anniversary, mentre il Lamborghini Day UK si svolgerà a Silverstone il 29 aprile. Il 28 maggio Bologna ospiterà il Concorso in Piazza, tappa finale del 60 Anniversario Giro, mentre il 60th Anniversary Giro per i clienti americani è previsto in estate. A settembre sarà la volta del Giro Cina per i clienti cinesi, che parteciperanno anche alla esclusiva 60th Anniversary Gala Dinner. Nel mese di settembre si terrà anche il 60th Anniversary Polo Storico Tour nella sede della Casa, mentre a Vallelunga, in ottobre, è in programma il primo Lamborghini Festival. A chiudere l'anno troviamo le Grand Finals del Super Trofeo Lamborghini, sempre sulla pista di Vallelunga. Ulteriori eventi locali saranno organizzati dai Club di marca, presenti oggi in 24 paesi con oltre 1.600 membri. Per il momento, non sono state annunciate serie speciali celebrative delle vetture di produzione.