Volkswagen - Terremoto a Wolfsburg: rescisso il contratto di salvaguardia con l'IG Metall
La Volkswagen fa un passo senza precedenti nel rapporto con il sindacato tedesco dei metalmeccanici e a darne notizia è lo stesso IG Metall, che ha annunciato di aver ricevuto dal costruttore di Wolfsburg la lettera di disdetta di diversi contratti collettivi: tra questi, c'è anche l'accordo che prevede esplicitamente la salvaguardia dei posti di lavoro e delle fabbriche tedesche fino al 2029.
Sindacato in allarme. L'intesa, in vigore dal 1994, è stata rinnovata più volte negli ultimi 30 anni: pertanto, la decisione della Volkswagen di procedere con la rescissione potrebbe rappresentare un punto di non ritorno nelle relazioni sindacali. A incrinarsi è soprattutto il rapporto con Daniela Cavallo, presidente del consiglio di fabbrica generale e membro del consiglio di sorveglianza del colosso tedesco, che di fatto è già in armi: "Ci difenderemo con fermezza da questo storico attacco ai nostri posti di lavoro", ha detto Cavallo. "Con noi non ci saranno esuberi".
Strada libera per i tagli. La rescissione dei contratti collettivi apre la strada a ogni tipo di scenario: di fatto, la Volkswagen ha ora le mani libere per pianificare i tagli ed è possibile che le fabbriche in bilico di cui ha già parlato la dirigenza siano il primo terreno di scontro con il sindacato. Un commento è arrivato anche da Wolfsburg, con il responsabile delle risorse umane, Gunnar Kilian, che sottolinea come l'azienda sia stata costretta a rescindere i contratti a causa delle attuali sfide economiche. Più concretamente, l'attuale accordo scadrà alla fine dell'anno e dopo sei mesi l'azienda potrà procedere con i primi licenziamenti. Tra l'altro, la Volkswagen ha cancellato ulteriori accordi sindacali, tra cui quello che prevede garanzie a favore dei tirocinanti e un altro che regola e definisce i contratti di lavoro temporaneo. In ogni caso, stando a quando dichiarato da Kilian, la direzione ha intenzione di negoziare un nuovo accordo nel più breve lasso di tempo e comunque entro giugno 2025. "Questo periodo ci darà l'opportunità di lavorare con i rappresentanti dei lavoratori per trovare soluzioni su come rendere Volkswagen competitiva e pronta per il futuro a lungo termine", aggiunge il manager. Nel frattempo Thorsten Gröger, direttore distrettuale e capo negoziatore dell'IG Metall, minaccia già un autunno caldo fatto di scioperi e manifestazioni di protesta.
Hennessey - Venom F5-M, la manuale più potente al mondo
Anche la Hennessey cede al prepotente ritorno dei cambi manuali sulle sportive: così nasce la Venom F5-M Roadster, una variante con trasmissione tradizionale della hypercar americana che sarà prodotta in soli 12 esemplari. Il lotto fa parte delle 30 Roadster previste in totale e la F5-M sarà offerta al prezzo di 2,65 milioni di dollari, pari a 2,4 milioni di euro al cambio attuale.
1.842 CV. Il motore della F5-M è lo stesso della F5: alle ruote posteriori arrivano 1.842 CV e i 1.618 Nm erogati dal V8 biturbo di 6.6 litri. La biposto diventa così la manuale più potente mai proposta sul mercato, anche se la Hennessey non ha fornito i dati prestazionali della sei marce rispetto alla versione con paddle. La F5-M si distingue dalle altre F5 Roadster per un'inedita pinna aerodinamica centrale collegata all'airscoop e per la console centrale ridisegnata per ospitare il castelletto di alluminio e carbonio della leva del cambio, che si muove all'interno di una griglia fissa.
Xiaomi SU8 - Ecco come sarà la Suv elettrica
Dopo il successo della berlina elettrica SU7, almeno in Cina, la Xiaomi è pronta a fare il logico passo verso un modello Suv. infatti in arrivo una seconda elettrica, che potrebbe prendere il nome di SU8 e debuttare entro la fine dell'anno: vista la carrozzeria, non è da escludere che possa raccogliere ancora più consensi rispetto alla cinque porte, dando al giovanissimo brand lo slancio per affrontare i mercati globali.
Piattaforma Modena, design da Cavallino. Quella che vedete nelle nostre ricostruzioni grafiche realizzate sulla base dei prototipi avvistati negli scorsi mesi in Cina è una vettura che, senza mezze misure, sembra ricordare la formula della Ferrari Purosangue: spalle larghissime, coda molto dinamica e muso aggressivo e molto lungo sono un segno distintivo. Non è un caso che la piattaforma modulare su cui SU7 ed SU8 sono state sviluppate sia stata inizialmente chiamata Modena, un nome poi rimosso.
La sorella percorre fino a 830 km con un pieno. La SU8 dovrebbe offrire le medesime opzioni della berlina SU7, con batterie fornite da BYD e Catl da 73,6 o 94,3 kWh e varianti con motore singolo da 300 CV e bimotore da 673 CV. Nel ciclo cinese, la SU7 percorre da 700 a 830 km e può recuperare fino a 500 km di autonomia in 15 minuti. La crossover pagherà qualcosa in termini di efficienza e prestazioni, rimanendo comunque molto competitiva.
Capitalizzare il successo. L'ambito in cui la Xiaomi potrebbe essere davvero dirompente è il prezzo: la SU7 ha ottenuto un successo immediato (oltre 100 mila prenotazioni in poche settimane) grazie a un listino sotto l'equivalente di 30 mila euro. Secondo gli ultimi conti del costruttore, tuttavia, ogni esemplare è stato venduto in perdita di quasi 10 mila euro. La Suv, che teoricamente ambirà a volumi ancora più elevati, dovrebbe garantire alla Casa una certa crescita, facendo tornare i conti in positivo: i costi di sviluppo sarebbero già ammortizzati quasi totalmente e i margini su ogni esemplare potrebbero finalmente portare dei ricavi.
Bentley - Flying Spur, passaggio al plug-in
Lo stile inconfondibile dei modelli Bentley è stato evoluto senza apportare modifiche radicali. La Flying Spur, così come la Continental GT, segue quindi la strada tracciata dalla generazione precedente. La variante Speed, in particolare, adotta paraurti e diffusore specifici, oltre al pacchetto aerodinamico in tinta carrozzeria, ma disponibile in opzione anche in carbonio. I cerchi da 22" sono offerti in quattro varianti diverse. Il reparto Mulliner mette a disposizione inoltre 101 tinte esterne e oltre 700 combinazioni totali con i pellami interni per rendere unico ogni esemplare.
L'abitacolo è stato rinnovato con sedili ridisegnati, nuove cuciture diamantate 3D per i pellami e soprattutto con sistemi di bordo aggiornati. La strumentazione è stata rivista, mentre l'infotainment centrale da 12,3" integrato nel pannello rotante offre soluzioni aggiornate di connettività e nuove applicazioni. Tra queste, la connettività wireless per smartphone, gli aggiornamenti over-the-air e la gestione a distanza della vettura per il controllo della ricarica, la pre-climatizzazione ed il Remote Park Assist. Attraverso il My Bentley App Studio sarà inoltre possibile utilizzare funzionalità aggiuntive che saranno rilasciate in seguito. Per gli audiofili Bentley offre tre opzioni: l'impianto di serie eroga 650 watt, mentre quello opzionale Bang & Olufsen raggiunge i 1500 con 16 diffusori. Al top della gamma, infine, troviamo un sistema da 2.200 watt firmato Naim con 19 diffusori. Cresce infine il confort, grazie all'estensione alle sedute posteriori del programma Wellness che integra il Seat Auto Climate and Postural Adjust che misura e controlla la temperatura corporea dei passeggeri. Non mancano nuovi ionizzatori per il sistema di climatizzazione.
Chiuso il capitolo dello storico motore W12, la Bentley ha puntato sul nuovo powertrain Ultra Performance plug-in hybrid, che abbina efficienza e prestazioni per fornire alla Flying Spur una identità totalmente nuova. La versione Speed è capace di percorrere 76 km con la sola batteria da 25,9 kWh (ricaricabile a 11 kW), ma l'azione combinata del motore elettrico da 190 CV e del V8 biturbo 4 litri da 600 CV permette di avere a disposizione 782 CV e 1000 Nm. La Flying Spur Speed, dotata di serie di trazione integrale e cambio automatico otto marce, tocca i 100 km/h da ferma in 3,5 secondi. La versione Speed della Flying Spur adotta di serie in Bentley Performance Active Chassis con asse posteriore sterzante, Bentley Dynamic Ride, differenziale posteriore a controllo elettronico e Active Torque Vectoring sull'asse anteriore. Gli ammortizzatori a doppia valvola inoltre sono regolabili su tre diversi settaggi (Comfort, Bentley e Sport).
BMW - Problemi con un fornitore: tagliate le stime finanziarie
L'automotive tedesco continua a lanciare segnali preoccupanti sul suo stato di salute. Il gruppo BMW è stato costretto a tagliare le previsioni finanziarie per l'intero anno per via dei problemi causati da un non meglio precisato fornitore. Per il mondo del premium non si tratta, purtroppo, di una novità: lo scorso luglio, per esempio, la Porsche ha rivisto le sue stime annuali di fatturato in seguito allo stop produttivo di alcuni modelli, determinato dalle pesanti carenze nella fornitura di alluminio di un'azienda svizzera (Constellium) colpita dalle alluvioni dello scorso luglio.
Freni e Cina. Nel caso del costruttore bravarese, i problemi riguardano il sistema integrato di frenata (Integrated Braking System-IBS): da una parte, il fornitore ha deciso di interrompere le consegne; dall'altra, la BMW è impegnata da febbraio in una sempre più ampia campagna di richiamo per riparare un difetto ai moduli dello stesso sistema in centinaia di migliaia di modelli vetture vendute in tutto il mondo. Da Monaco di Baviera parlano di oltre 1,5 milioni di veicoli interessati e della necessità di contabilizzare costi di garanzia per un ammontare di "milioni di euro a tre cifre" nel terzo trimestre. Inoltre, la Casa evidenza l'impatto sui volumi di vendita di una "domanda in costante contrazione in Cina", dove "il sentiment dei consumatori rimane debole" nonostante le misure di stimolo varate dal governo per rilanciare la crescita economica. Di conseguenza, per le attività automobilistiche i volumi di vendita annuali sono visti in "leggero calo" e non più in "lieve aumento", mentre il margine operativo è previsto tra il 6% e il 7%, a fronte della precente indicazione tra l'8% e il 10%. Anche il segmento motociclistico è interessato da alcune difficoltà, a partire da un'intensificazione della concorrenza in mercati chiave come la Cina e gli Stati Uniti. Pertanto, l'utile pre-tasse del gruppo è destinato a mostrare un calo "significativo" e non più "lieve" rispetto 17,1 miliardi di euro del 2023.
Pirelli e Bosch - Cyber Tyre, le gomme entrano nellera digitale - VIDEO
Le gomme intelligenti Cyber Tyre, sviluppate da Pirelli e Bosch, sono state presentate per la prima volta allo scorso Goodwood Festival of Speed, sulla nuova Pagani Utopia. Grazie a sensori integrati all'interno delle gomme, trasmessi alla centralina dell'auto ed elaborati in tempo reale, è possibile modificare i parametri del controllo di trazione, dell'Abs e delle sospensioni in base alle condizioni della strada e allo stile di guida adottato dal conducente.
ESP su misura. Nel caso della Pagani, la Bosch ha già realizzato una versione del controllo di stabilità specifica per le Cyber Tyre di Pirelli: i pneumatici trasmettono tutte le informazioni chiave alla centralina dell'Esp, che si assicura un uso ottimale della gomma in base alle sue caratteristiche, e al tempo stesso livelli elevati di sicurezza e confort.
Collaborazione per la sicurezza. Il lavoro di Pirelli e Bosch per lo sviluppo di questa tecnologia prevede, da parte dell'azienda tedesca, la fornitura di competenze hardware e software, tra cui i sensori per la pressione dei pneumatici che utilizzano lo standard BLE (Bluetooth Low Energy). Pirelli, dal canto suo, sfrutterà i sistemi integrati, gli algoritmi e il software di modellazione per la raccolta dei dati della gomma, sfruttando la trasmissione dati a basso consumo. L'obiettivo è sviluppare nuove soluzioni e funzionalità di guida che migliorino il controllo della dinamica dell'auto, a vantaggio di sicurezza e confort.
Mitsubishi - La nuova Outlander Phev mostra il frontale
La Mitsubishi ha diffuso un nuovo teaser della nuova Outlander PHEV. La Suv, antesignana della tecnologia plug-in hybrid nel segmento, sarà svelata l'1 ottobre e la produzione per il mercato europeo inizierà alla fine dell'anno. La commercializzazione in Italia è confermata, mentre non conosciamo ancora i prezzi di listino.
Il design è "americano". Il teaser si concentra sul frontale e sul design dei gruppi ottici a Led e della mascherina Dynamic Shield: in realtà, la nuova Outlander è già stata presentata negli Stati Uniti con powertrain non elettrificati e con ogni probabilità le differenze a livello estetico saranno minime. Non ci sono, per ora, le foto degli interni, dove Mitsubishi renderà disponibile un inedito impianto audio premium studiato con Yamaha.
Trazione integrale elettrica. Dopo aver provato in Lapponia i prototipi, siamo già in grado di fornire i primi dati tecnici: il nuovo powertrain prevede la trazione integrale gestita attraverso un secondo motore elettrico posteriore, mentre l' endotermico benzina aspirato di 2.4 litri sarà utilizzato soprattutto come generatore per alimentare la batteria.
Lynk & Co 01 - Col restyling aumentano cavalli e autonomia
La Lynk & Co. (marchio di proprietà del gruppo Geely) ha presentato il primo restyling della Suv ibrida plug-in 01, presentata nel 2021 e offerta, oltre alle consuete formule di vendita, anche con un'originale formula di abbonamento. Per ora non ci sono informazioni circa la data di commercializzazione e le eventuali modifiche al listino.
Le novità, dentro e fuori. In punta di matita, come si suol dire, le novità per quanto riguarda gli esterni, che si limitano alla griglia anteriore in color nero lucido, un disegno inedito per i cerchi di lega e nuovi luci anteriori a led. La gamma colori si amplia con il Crystal White, lo Sparkling Black e il Mineral Green Metallic. Nell'abitacolo cresce la dimensione dello schermo dell'infotainment, con una diagonale di 15,4 pollici (prima era di 12,3): al suo interno il nuovo chipset Qualcomm Snapdragon 8155, che migliora i tempi di risposta agli input dell'utente. Con il restyling arrivano anche nuovi comandi fisici sul volante, per poter gestire l'impianto multimediale con meno distrazioni.
Powertrain più efficiente. La principale novità della nuova Lynk & Co. 01 riguarda il propulsore ibrido plug-in, l'unico disponibile in gamma: il tre cilindri 1.5 turbobenzina, abbinato a un'unità elettrica, eroga una potenza di sistema pari a 206 kW (276 CV), contro i 192 (261) del modello precedente, con una coppia massima di 535 Nm. Migliorata anche l'efficienza della batteria, che permette di percorrere fino a 75 km in modalità solo elettrica, contro i 69 del modello precedente.
Milano - Zone 30, il Comune contro il ministero delle Infrastrutture: "Tiriamo dritto, le faremo tutte"
Il Comune di Milano insiste con l'estensione generalizzata delle zone 30. La conferma arriva dall'assessore alla Mobilità, Arianna Censi, intervenuta a un evento sulla sicurezza stradale promosso da Confcommercio: "Non ci fermeremo. Se, grazie a recenti riforme normative, l'attuale ministero delle Infrastrutture ha reso più complicata la creazione delle strade col limite di 30 km/h, noi abbiamo la soluzione: emanare cento ordinanze comunali anziché dieci. solo una perdita di tempo per tutti, ma creeremo quelle aree. Dobbiamo perseguire il nostro obiettivo, ossia incidenti zero. Un risultato che dipende dal fondamentale rispetto delle regole".
Equilibrio cercasi. L'intento della tavola rotonda, dal titolo "La mobilità responsabile in città", era proprio quello di fare il punto sulla sostenibilità in ambito urbano: "Non siamo contrari alla pedonalizzazione e alle limitazioni di velocità in certe zone e nemmeno alla riduzione del numero di auto che entrano in città", spiega Simonpaolo Buongiardino, presidente Confcommercio Mobilità e Assomobilità. "Tuttavia, bisogna creare delle alternative, non basta vietare perché tutto si sistemi".
Unione Europea - Nuovi ritocchi ai dazi sulle elettriche cinesi
Dopo l'ultima revisione, annunciata in agosto, la Commissione europea sarebbe pronta a ritoccare nuovamente i dazi all'importazione delle auto elettriche prodotte in Cina. Secondo indiscrezioni della testata specializzata in questioni legali Mlex, Bruxelles dovrebbe infatti abbassare le tariffe imposte alla Tesla dal 9% al 7,8%. Inoltre, potrebbe scendere anche l'aliquota gravante sui costruttori cinesi che non hanno collaborato all'indagine anti-dumping avviata lo scorso autunno dal massimo organo esecutivo della Ue: si parla di un taglio dal 36,3% al 35,3%.
Più collaborazione. La nuova revisione è stata decisa in seguito alle nuove informazioni che gli stessi soggetti interessati stanno fornendo spontaneamente ai funzionari europei incaricati di portare avanti l'intera procedura. A tal proposito, non sono esclusi ulteriori ritocchi nelle prossime settimane: l'iter prevede, infatti, che le aliquote vengano adeguate in base ai risultati delle discussioni in corso tra Bruxelles e i costruttori interessati e della raccolta di nuovi dati e informazioni. La revisione di agosto ha già ridotto i dazi per le tre aziende del campione d'indagine (dal 17,4% al 17% per BYD, dal 19,9 al 19,3% per Geely e dal 37,6% al 36,3% per Saic) e alzato dal 20,8% al 21,3% quelli per realtà come Xpeng, Nio, Leapmotors, Great Wall, Chery, Aiways, Voyah o Seres). Il processo è comunque destinato a chiudersi all'inizio di novembre, quando il Consiglio Ue sarà chiamato a ratificare o meno il provvedimento della Commissione.
2035 - Federauto: "Giusto anticipare la clausola di revisione"
La proposta del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di anticipare dal 2026 al 2025 la cosiddetta clausola di revisione del bando delle vendite di auto endotermiche nel 2035 raccoglie consensi anche tra i concessionari italiani. Il presidente di Federauto, Massimo Artusi, definisce l'iniziativa "tempestiva e opportuna" anche alla luce di quanto sta avvenendo nel settore, tra possibili chiusure di impianti Volkswagen in Germania e continui dietrofront nelle strategie di elettrificazione a causa del "mancato decollo nostro malgrado ampiamente prevedibile delle vendite" di auto elettriche.
I problemi dei concessionari. A tal proposito, Artusi sottolinea come i consumatori non stiano gradendo vetture"che costano il doppio di quelli tradizionali, anche di fronte a sostanziosi incentivi", il che sta spingendo le Case, "che fino ad oggi hanno potuto utilizzare la 'valvola di sfogo' dei concessionari, non solo italiani, ormai colmi di stock invenduto, a prendere amare decisioni" per fronteggiare "il collasso" dell'industria paventato dal ministro. Tuttavia, per Artusi a collassare sarebbero anche le reti di vendita, con i loro 175.000 occupati diretti.
Le proposte. Per Federauto, l'anticipo della verifica del provvedimento consentirebbe a costruttori e distributori di "riprogrammare meglio" gli investimenti per la transizione, anche se il vero nodo da sciogliere "è nelle decisioni conseguenti": infatti, una conferma "degli standard sui tempi e sulle alimentazioni non farebbe che accentuare la crisi e far perdere un altro anno alle imprese". "Per questo, nella proposta del ministro Urso leggiamo anche l'ipotesi di una revisione significativa di tempi e modi di raggiungimento dei target di decarbonizzazione", prosegue Artusi, secondo il quale la revisione "dovrebbe promuovere nel concreto un mix di alimentazioni", biocarburanti compresi.
Formula 1 - Adrian Newey ha scelto Aston Martin
Finalmente è arrivata la notizia che mette ufficialmente fine a mesi di speculazioni sul futuro di Adrian Newey: il geniale progettista inglese ha siglato un accordo con la Aston Martin. Inizierà a lavorare con la squadra dal prossimo 1 marzo 2025, diventando così un elemento prezioso che contribuirà a gettare le basi del nuovo progetto 2026, anno in cui sarà introdotto in Formula 1 un nuovo regolamento tecnico.
I motivi della scelta. "Sono enormemente ispirato e colpito dalla passione e dall'impegno che Lawrence mette in tutto ciò che è coinvolto, è determinato a creare una squadra di livello mondiale. l'unico proprietario di maggioranza di una squadra impegnata attivamente in questo sport. Il suo impegno è dimostrato dallo sviluppo del nuovo AMR Technology Campus e della nuova galleria del vento di Silverstone. Insieme a grandi partner come Honda e Aramco, questo team ha tutte le infrastrutture necessarie per diventare una squadra capace di lottare per il mondiale e non vedo l'ora di contribuire al raggiungimento di questo obiettivo".
L'inizio di una nuova era. Durante la conferenza stampa al Campus Aston Martin, Lawrence Stroll ha detto: "Adrian è il miglior al mondo, è al top della sua carriera e sono incredibilmente orgoglioso che si unisca al team Aston Martin Formula 1. Questa è l'ennesima dimostrazione della nostra ambizione di dar vita a una squadra in grado di lottare per i campionati mondiali. Non appena Adrian si è reso disponibile, sapevamo di doverlo fare. Fin dall'inizio c'è stato un desiderio comune di collaborare per un'opportunità unica e quando ha visto ciò che abbiamo costruito a Silverstone e conosciuto il gruppo di persone di talento che abbiamo messo insieme, ha immediatamente capito cosa stiamo cercando di fare".
Un'importante campagna acquisti. La squadra di proprietà di Lawrence Stroll è intenzionata a tornare presto nella parte alta della classifica e poter lottare regolarmente per vittorie e campionati. Negli ultimi mesi, l'Aston Martin ha messo a segno diversi colpi di mercato: dapprima ha annunciato l'arrivo dalla Mercedes di Andy Cowell nel ruolo di CEO (a partire da ottobre) mentre più di recente è stato ingaggiato Enrico Cardile - ex direttore tecnico della Ferrari - chiamato per lavorare insieme a Dan Fallows, altro uomo di grande esperienza con un passato al fianco di Adrian Newey alla Red Bull.
Il Cavallino ci ha provato. Una reale alternativa è stata la Ferrari: in tanti avevano spergiurato che dopo gli incontri tra il top management di Maranello e lo stesso Newey era ormai cosa fatta, ma la realtà dei fatti è che l'accordo era davvero complicato. Alla fine, sono stati proprio Elkann e Vigna, supportati dallo stesso Vasseur, a tirarsi fuori da quella che si era velocemente trasformata in una sorta di asta a chi avrebbe offerto di più per accaparrarsi il progettista. Il tentativo di portare Newey a Maranello era già stato fatto anche in passato, l'ultima volta - quello più serio - nel 2014. Anche in quella occasione ci fu un incontro con l'allora presidente Luca Cordero di Montezemolo, nella sua casa di campagna in Toscana. Come raccontato dallo stesso Newey, l'offerta fu pazzesca e Montezemolo paventò l'ipotesi di affidargli non solo il reparto corse, ma anche il settore GT. Il progettista britannico ha raccontato questo episodio nella sua biografia, pubblicata qualche anno fa, nella quale scrive: "Avevo una decisione difficile da prendere, che mi tenne sveglio per molte notti, mentre consideravo a più prese i vari fattori: familiari, culturali, differenze di lavoro, chances di successo o fallimento e le ripercussioni che tutto ciò poteva avere". Anche questa volta, la cosa non è andata in porto.
Bosch - Strade più sicure con le auto connesse
Da diversi anni la Bosch sta lavorando a una serie di tecnologie volte a rendere più sicure le strade: tra queste, un servizio in tempo reale che sfrutta numerose fonti di informazioni, tra cui i sensori delle auto, per rilevare - e segnalare tempestivamente - possibili pericoli: incidenti, veicoli che procedono contromano, ma anche nebbia o rischio di aquaplaning.
Come funziona la tecnologia. Il servizio raccoglie in forma anonima le informazioni inviate da tutti i veicoli che sono dotati di questa tecnologia, le analizza e le incrocia insieme a quelle di fornitori terzi (operatori della strada, ma anche servizi meteo): i dati rilevati vanno dalla temperatura esterna all'utilizzo dei tergicristalli (e la loro frequenza di attivazione), l'accensione dei fendinebbia e persino l'intervento dell'ESP. Incrociati con informazioni sul tempo, per esempio con i mm di pioggia caduti, possono aiutare a capire se un tratto di strada è scivoloso o a rischio aquaplaning, avvertendo gli automobilisti di moderare la velocità. Tutta la parte di analisi ed elaborazione dei dati è gestita da server remoti, che ricevono le informazioni dalle auto connesse.
Dalla sperimentazione all'attuazione. Una simile tecnologia si rivela tanto più efficace quanti più sono i veicoli che la adottano: la Bosch ha avviato a giugno una prima fase sperimentale, montandola sulla flotta di auto di un importante costruttore europeo, e a partire da dicembre sarà disponibile anche sui veicoli commerciali della Mercedes-Benz. In questo caso, spiega Markus Heyn, responsabile della divisione mobilità di Bosch, un'allerta ricevuta per tempo consente di riprogrammare l'itinerario del mezzo, evitando rischi per la sicurezza, ma anche possibili ritardi.
2035 - Breton dà la colpa ai costruttori: "Non fanno abbastanza per l'elettrico"
Thierry Breton torna a parlare dell'industria dell'auto, apparentemente in crisi di fronte al Green Deal che porterà alla transizione elettrica prevista nel 2035. In particolare, il commissario europeo al Mercato interno - ormai prossimo a uscire dal massimo organo esecutivo dell'Unione - ha colto l'occasione di un'intervista all'Handelsblatt e di un incontro con i rappresentanti della filiera per lanciare una serie di avvertimenti su una situazione che definisce "non rosea", addossando buona parte delle responsabilità agli stessi costruttori.
Colpa dei costruttori? "Sono molto preoccupato per gli annunci di chiusure di impianti", ha detto il politico francese, riferendosi alle misure di tagli paventate dal Gruppo Volkswagen. Per Breton, sarebbe necessario "mantenere e preservare la nostra esperienza, la nostra forza innovativa e la nostra competitività", ma l'industria europea si trova oggi in una situazione di svantaggio rispetto ai cinesi e tale situazione è da attribuire all'incapacità delle Case di convincere i clienti a passare alla mobilità elettrica, mettendone in luce i vantaggi e risolvendo quell'ansia da autonomia che a detta del commissario starebbe ancora affliggendo i potenziali acquirenti. Autocritiche sull'operato di Bruxelles, che ha deciso per il phase-out senza troppo pensare al "come", pare non ce ne siano: Breton, come già accaduto in passato, ritiene che il settore sia sepmlicemente "in ritardo" sulla tabella di marcia che porterà al 2035.
Northvolt - Chiuso un impianto, stop (parziale) alla produzione e tagli di personale in arrivo
La svedese Northvolt, la principale produttrice completamente rinnovabile di batterie per auto elettriche, ha annunciato l'avvio di una revisione strategica necessaria per affrontare il sempre più difficile ambiente macroeconomico, dovuto alla flessione della domanda per le Bev, che si sta rivelando meno positiva del previsto.
L'impatto sulle fabbriche. Nell'ambito di questo processo di revisione, l'azienda svedese ha deciso di interrompere temporaneamente la produzione (fino a nuova comunicazione) presso la gigafactory Northvolt Ett; chiudere il sito di Borlänge, acquisito nel 2022, che avrebbe dovuto affiancare gli altri stabilimenti in Svezia, e per il quale sono già iniziate le trattative per la vendita e la dismissione; cercare partner strategici per lo stabilimento di Gdask, in Polonia, per riuscire a mantenerlo in attività.
Riduzione della forza lavoro. Il piano di ristrutturazione prevede anche difficili decisioni in merito alla dimensione della nostra forza lavoro, spiega l'azienda in un comunicato stampa. Al momento non è ancora stato deciso il numero di addetti a rischio licenziamento: continuiamo a portare avanti discussioni costruttive con i sindacati, per assicurarci che sia fatto ogni sforzo possibile per ridurli al minimo, prosegue l'azienda.
Rimangono gli impegni già presi. La Northvolt conferma comunque l'impegno con le divisioni tedesche e canadesi: Dobbiamo prendere decisioni difficili per mettere in sicurezza le fondamenta della Northvolt, assicurarci una stabilità finanziaria e rafforzare la nostra performance operativa, spiega il ceo Peter Carlsson. Anche in questi tempi così difficili, non c'è alcun dubbio che la transizione globale verso l'elettrico, così come le prospettive per i produttori di batterie, tra cui Northvolt - continui con forza. Nei prossimi mesi verranno dettagliati con maggior precisione le tempistiche di attuazione dei tagli annunciati oggi e il numero di lavoratori coinvolti.
Skoda Elroq - I bozzetti ufficiali della Suv elettrica
La Skoda ha diffuso i bozzetti ufficiali della Elroq, la Suv media elettrica che debutterà al prossimo Salone di Parigi. Oltre ad aver già mostrato i disegni degli interni, la Skoda ha diffuso le foto dei muletti e ci ha già permesso di guidare i prototipi su strada.
Il frontale Tech-Deck. I bozzetti svelano ulteriori dettagli della Suv da 4,49 metri che adotta il nuovo linguaggio stilistico del marchio. In particolare, la Elroq si distingue dagli altri modelli per l'impostazione del frontale e prende le distanze dalle Bev presentate fino a oggi: la forma dei gruppi ottici sdoppiati, la mascherina Tech-Deck e il paraurti presentano concetti nuovi, mentre la coda è più classica con i fari triangolari rivolti verso il centro del portellone. Sulla Elroq troveremo anche il nuovo lettering Skoda con finitura Dark Chrome e persino un colore creato appositamente per il modello chiamato Timiano Green.
Tre tagli di batteria. La Suv potrà contare su batterie da 52, 59 o 77 kWh e potenze variabili da 170 a 299 CV con varianti a uno e due motori. Il Cx pari 0,26 contribuisce all'efficienza e la Skoda punta a ottenere fino a 560 km di autonomia in base agli allestimenti.
Auto elettriche - La Sharp svela il prototipo LDK+
La Sharp, una delle maggiori realtà giapponesi dell'elettronica, ha deciso di seguire l'esempio della connazionale Sony: l'azienda, da alcuni anni controllata dalla taiwanese Hon Hai Precision Industry, meglio nota come Foxconn, farà il suo ingresso nel mondo delle auto elettriche tra alcuni anni. A tal proposito, è stata svelata la prima concept: si chiama LDK+ ed è una multispazio caratterizzata da alcune soluzioni tecnologiche legate alle storia della multinazionale di Tokyo. La parte posteriore, infatti, è dotata di un display da 65 pollici, che può essere utilizzato per creare una sala cinematografica, un'area giochi per bambini o un piccolo ufficio.
Il ruolo di Foxconn. Il veicolo, che sarà presentato in dettaglio durante lo Sharp Tech-Day '24 della prossima settimana, è stato progettato e sviluppato in collaborazione con Foxconn e sulla base della piattaforma per le elettriche lanciata dall'azienda taiwanese due anni fa. Tra i partner figura anche Folofly Corporation, azienda giapponese specializzata in servizi post-vendita e di ricarica per auto a batteria. La Sharp sottolinea di aver utilizzato la sua tecnologia proprietaria di intelligenza artificiale "CE-LLM" e altre soluzioni innovative per creare un veicolo in grado di garantire confort e sostenibilità allo stesso tempo.
Jaecoo 7 - La C-Suv arriva nelle concessionarie italiane
Arriva in Italia la Jaecoo 7, la Suv di segmento C della casa cinese che fa parte del gruppo Chery: in attesa della versione plug-in, che arriverà più avanti, la vettura è offerta con un solo motore turbobenzina: due gli allestimenti, trazione anteriore o integrale, e prezzi che partono da 33.990 euro.
Dati tecnici. La Jaecoo 7 misura 4.500 mm esatti da un paraurti all'altro, è larga 1.865 mm e alta 1.680, con un passo di 2.672 mm. L'unica motorizzazione disponibile al momento è un quattro cilindri turbobenzina da 1.600 cc, con una potenza di 147 CV (108 kW) e una coppia massima di 275 Nm. Abbinato a un cambio automatico a doppia frizione e 7 rapporti, è disponibile con trazione anteriore oppure integrale. Il peso in ordine di marcia è di 1.599 kg (1.724 per l'integrale). Le sospensioni sono McPherson all'anteriore, multilink al posteriore. Il bagagliaio ha una capacità di 584/1.349 litri, che diventano 500/1.265 per la versione 4WD, per via del differenziale posteriore. La Jaecoo 7 scatta da ferma a 100 km/h in 10,3 secondi (11,8 per la 4WD), fino a raggiungere una velocità massima di 180 km/h. I consumi dichiarati nel ciclo Wltp combinato sono di 7,5 l/100km (pari a una percorrenza di 13,3 chilometri con un litro di benzina) e di 8,0 l/100km per la 4WD (12,5 km/l).
Jaecoo 7 Premium. Nessun optional, tutto di serie: cerchi di lega da 19, fari full Led, mancorrenti sul tetto, interni in similpelle neri, sedute anteriori riscaldabili (quella del conducente anche regolabile elettricamente), climatizzatore bizona, vetri posteriori oscurati con tendine, tetto panoramico apribile; strumentazione digitale da 10,3, display dell'infotainment da 13,2 con navigatore e connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto e ricarica a induzione per gli smartphone compatibili, telecamera a 360, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, portellone ad apertura elettrica, specchietti richiudibili elettricamente, antifurto con immobilizer. Di serie il colore bianco pastello Khaki White, su richiesta cinque metallizzati (Carbon Crystal Black, Moonlight Silver, Blood Red, Model Green e Olive Gray, a 600 euro), volendo anche con il tetto nero a contrasto (900 euro). La dotazione di Adas offre di serie la guida assistita di Livello 2, il monitoraggio dell'angolo cieco e l'avviso collisione in retromarcia.
Jaecoo 7 Exclusive. L'allestimento top di gamma, riservato alla versione con trazione integrale, aggiunge modalità di guida specifiche per l'off-road, volante e parabrezza riscaldabili, memorie per specchietti e sedile conducente, sedute anteriori ventilate e posteriori riscaldabili, filtro PM2.5 per l'abitacolo, head-up display, infotainment da 14,8, impianto Sony a 8 altoparlanti.
Prezzi e offerte per l'Italia. La Jaecoo 7 è già arrivata nelle quaranta concessionarie italiane e può essere ordinata con i seguenti prezzi:
- Jaecoo 7 1.6 TGDI 147 CV 2WD Premium: 33.900 euro
- Jaecoo 7 1.6 TGDI 147 CV 4WD Exclusive: 37.900 euro
Per tutti i modelli la garanzia è di sette anni o 150.000 chilometri. Già disponibile anche la possibilità di finanziamento con CA Auto Bank: anticipo di 9.080 euro, 48 canoni mensili da 299 euro e possibilità di riscatto dell'auto a 14.494 euro al termine dei quattro anni; in alternativa, si può rifinanziare il valore residuo per altri quattro anni, con rate da 359 euro.
Unione europea - Draghi: "L'auto è un esempio chiave della mancanza di pianificazione europea"
Mario Draghi ha presentato l'atteso report sulla competitività dell'Europa e il lunghissimo documento (di quasi 400 pagine) non manca di affrontare il tema delle sfide dell'auto, con tanto di avvertimento sull'assenza di una politica industriale da parte delle istituzioni comunitarie. "Il settore automobilistico", scrive l'ex premier e presidente della BCE - è un esempio chiave della mancanza di pianificazione dell'Unione e dell'applicazione di una politica climatica senza quella industriale".
I nodi. Nel sottolineare l'importanza economica dell'industria delle quattro ruote europea e la progressiva perdita di leadership a livello globale, Draghi fa eco ai numerosi allarmi lanciati dal settore, in particolare per quanto riguarda l'approccio alla decarbonizzazione e l'incoerenza tra le iniziative legislative e gli obiettivi imposti alla filiera. "Il principio di neutralità tecnologica non è sempre stato applicato nel settore automobilistico", avverte Draghi. "L'ambizioso obiettivo delle zero emissioni allo scarico entro il 2035 porterà di fatto all'eliminazione dei veicoli con motori a combustione interna e alla rapida penetrazione sul mercato dei veicoli elettrici. Tuttavia, l'Europa non ha dato seguito a queste ambizioni con una spinta sincronizzata per convertire la catena di fornitura". Certo, la Commissione ha lanciato la European Battery Alliance "per costruire una catena del valore nelle batterie", ma ben poco è stato fatto per le infrastrutture di ricarica.
La minaccia cinese. "La Cina, al contrario, si è concentrata sull'intera catena di fornitura dei veicoli elettrici dal 2012 e, di conseguenza, si è mossa più velocemente e su larga scala e ora è una generazione avanti nella tecnologia dei veicoli elettrici in praticamente tutti i settori, producendo anche a costi inferiori", prosegue Draghi, secondo cui la concorrenza cinese, sempre più intensa grazie a un "potente combinazione di massicce politiche industriale e agevolazioni, rapida innovazione, controllo delle materie prime" ed economie di scala, rischia di trasformarsi in "una minaccia per l'industria europea senza piani di coordinamento trasversali".
Serve un piano industriale. Nel quadro di una più ampia strategia per la decarbonizzazione, Draghi ritiene che l'Ue debba sviluppare un piano di azione industriale specifico per il settore. Nel breve termine, bisogna "evitare una radicale delocalizzazione della produzione" e "la rapida acquisizione di stabilimenti e aziende da parte di produttori esteri sovvenzionati dai loro Stati": In tal senso, la politica dei dazi potrebbe anche "contribuire a livellare il campo di gioco". Tuttavia, nel lungo termine è necessario definire una "tabella di marcia industriale che tenga conto della convergenza orizzontale (vale a dire elettrificazione, digitalizzazione e circolarità) e della convergenza verticale (ossia materie prime critiche, batterie, infrastrutture di trasporto e ricarica) nelle catene del valore dell'ecosistema automobilistico". Non mancano raccomandazioni sulla necessità di assicurare "costi produttivi competitivi, a partire dal fattore energia, garantire coerenza normativa, supportare lo sviluppo delle infrastrutture, sostenere progetti europei nelle aree più innovative e puntare sulla formazione e la riqualificazione della forza lavoro".
L'eco a de Meo. In sostanza, Draghi condivide buona parte delle proposte avanzate dal presidente dell'Acea, Luca de Meo: "Scala, standardizzazione e collaborazione saranno fondamentali per i produttori europei per diventare competitivi sul fronte dei veicoli elettrici piccoli e accessibili, dei veicoli definiti dal software, delle soluzioni di guida autonoma e della catena del valore della circolarità", sottolinea Draghi, invitando Bruxelles a "seguire un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico nel definire il percorso verso la riduzione di CO2 e inquinanti" (un passaggio viene proprio dedicato al "potenziale dei combustibili alternativi", come e-fuel e biocarburanti) e a tener conto degli sviluppi di mercato e tecnologici.
2035 - Italia pronta a tutto per tornare indietro, ma l'ago della bilancia sarà Berlino
Il governo italiano è pronto a dare battaglia sul bando delle endotermiche nel 2035. Oltre alla Lega, che ha annunciato l'intenzione di presentare una richiesta ufficiale di revoca, anche altri esponenti della maggioranza si preparano a compiere passi ufficiali per spingere le istituzioni europee a rivedere il provvedimento. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha fatto una mossa per certi versi a sorpresa: l'Ungheria, a cui spetta la presidenza di turno del Consiglio Ue, ha organizzato per il 25 settembre prossimo un summit sul settore e il governo italiano intende cogliere l'occasione per chiedere di anticipare al 2025 la clausola di revisione già prevista per il 2026. Non solo: l'obiettivo finale è proprio quello di far slittare la scadenza del 2035.
Il Consiglio Ue. L'incontro del 25 settembre avrà dunque una certa rilevanza, anche perché il giorno successivo è prevista una riunione del Consiglio Ue sulla "competitività", un tema al centro dell'atteso rapporto che la Commissione Ue ha affidato all'ex presidente della Bce, Mario Draghi. Del resto, per Urso è ormai necessario ripensare l'intero provvedimento e, in particolare, "il processo, la tempistica e la modalità per arrivare alla sostenibilità ambientale nel nostro continente". E bisogna farlo anche per evitare drastiche conseguenze. Urso teme un'ondata di scioperi e il "collasso" del sistema europeo. A tal proposito, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, è tornato a paventare rischi per "almeno 70 mila lavoratori" nella filiera dell'auto italiana proprio a causa dello stop alla vendita di motori endotermici, chiedendo a gran voce un approccio improntato alla neutralità tecnologica per affrontare la transizione e il Green Deal.
La Germania. Urso è convinto che il problema non sia "solo italiano, ma europeo", ancor più dopo gli allarmi lanciati dalla Volkswagen sulla sostenibilità di parte delle sue attività in Germania. E proprio Berlino sarà, come al solito, l'ago della bilancia: storicamente, sono i tedeschi ad aver maggior voce in capitolo nelle politiche industriali europee e ad avere quindi un ruolo determinante. Lo dimostra quanto avvenuto proprio durante il processo di approvazione del band: è stato proprio il governo tedesco a bloccarne l'approvazione, almeno fino a quando non ha ottenuto la deroga agli e-fuel. Lo scetticismo dell'Italia non è nuovo, ma finora il governo non è riuscito a ottenere grandi vittorie nelle sue battaglie per il settore automobilistico, non riuscendo, per esempio, a conquistare il sostegno ai biocarburanti. E anche in questo caso, è stato dirimente il ruolo diplomatico dei tedeschi. Tuttavia, c'è chi pensa che il quadro sia cambiato. Ne è convinto il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: "Non siamo solo noi a esplicitare qualche dubbio sul tutto elettrico dal 2035. Si è accorta del problema anche la Germania e quindi immagino che saremo più fortunati". Detto questo, rimane un fatto: l'Italia continua a lanciare allarmi, ma il futuro dell'Europa e di importanti dossier industriali si gioca sempre a Berlino più che a Bruxelles. E questo anche con l'attuale debolezza del governo Scholz.