Formula 1 - In Bahrain è doppietta Red Bull Racing

4 Ruote - Mar 02,2024

Max Verstappen ha dominato il Gran Premio del Bahrain, gara inaugurale del Mondiale di Formula 1 2024. Il tre volte campione del mondo, partito dalla pole position, non ha avuto rivali e ha facilmente staccato tutti fin dalle prime battute. L'olandese ha avuto un ottimo passo e ha conquistato anche il punto aggiuntivo del giro più veloce della gara; ha chiuso con ben 22 secondi di vantaggio sul compagno di squadra, Sergio Perez, che ha regalato alla Red Bull una doppietta. Sul podio del Sakhir troviamo la Ferrari di Carlos Sainz, autore di una gara coriacea, nella quale tanta importanza hanno avuto gli pneumatici e la loro gestione. Lo spagnolo è stato particolarmente aggressivo anche nei confronti del compagno di squadra Leclerc, oggi solo quarto al traguardo, rallentato da un problema ai freni che lo ha rallentato già dalle prime battute.

Valori in pista già chiari. La classifica finale di questa gara riflette in qualche modo quanto avevamo visto nei test, con Red Bull davanti a tutti e Ferrari subito dietro, con Mercedes, McLaren a giocarsela con ritmo simili e Aston Martin a ridosso della top ten. Ecco perché non sorprende trovare proprio queste vetture tra i primi dieci. La Mercedes ha avuto un inizio interessante con George Russell, capace di farsi largo fino alla seconda posizione. Tuttavia, l'inglese ha avuto il suo bel da fare con la gestione delle gomme - una volta cambiata mescola - ha cominciato a perdere ritmo e terreno nei confronti degli avversari. George ha così tagliato il traguardo in quinta posizione, con Hamilton settimo. Tra di loro la McLaren di Lando Norris, con Oscar Piastri all'ottavo posto. A chiudere la Top 10, per l'appunto, le due Aston Martin di Fernando Alonso e Lance Stroll.

Fuori dalla zona punti. Ottima gara di Guanyu Zhou che ha portato la sua Sauber proprio a margine della zona punti, tagliando il traguardo all'undicesimo posto. Il cinese ha preceduto la Haas di Magnussen, autore di una gara ben migliore della qualifica di ieri. Delusione in casa Visa Cash App RB: Ricciardo e Tsunoda hanno concluso rispettivamente in tredicesima e quattordicesima posizione; non è mancata la polemica tra il giapponese e il suo team per aver deciso di scambiare le posizioni con Ricciardo, nel tentativo di recuperare almeno una posizione sulla Haas. C'è tanto da lavorare in casa Alpine: Ocon e Gasly hanno fatto una gara a parte, sempre nelle retrovie. La monoposto è lenta e occorre una grande reazione da parte dei transalpini per ribaltare quanto più rapidamente possibile la situazione.

La classifica completa del GP del Bahrain 2024 >>

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MG - Elettrici, ibridi e a benzina: i modelli per il mercato italiano - FOTO GALLERY

4 Ruote - Mar 02,2024

Nel 2023 il marchio MG ha venduto in Italia 30.263 vetture, per due terzi costituite dalla ZS (20.606 unità), tra le più economiche Suv del mercato. Dopo una crescita del 310,57% rispetto al 2022, la Casa del gruppo cinese SAIC si prepara a un nuovo incremento delle immatricolazioni, in attesa dell'imminente MG3, presentata al recente Salone di Ginevra. L'utilitaria è un modello di particolare interesse per la Penisola, dove le hatchback di segmento B rappresentano quasi un quinto (il 19,4%) delle vendite di auto in Italia, nonostante la concorrenza delle piccole Suv (dati Unrae). E se i modelli MG a motore termico o ibrido sono già conosciuti alle strade italiane, l'Ottagono ha in gamma anche diverse full electric, alle quali si aggiungerà a breve la Cyberster: un ritorno del marchio al segmento più rappresentativo della sua "vita britannica", quello delle spider. Ne parliamo con maggiori dettagli nella nostra galleria d'immagini, dove troverete tutti i modelli MG per il mercato italiano.

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Mercato italiano - "Rischio paralisi, si faccia presto con il decreto sui nuovi incentivi"

4 Ruote - Mar 02,2024

Il mercato dell'auto italiano ha registrato anche a febbraio una crescita a doppia cifra delle immatricolazioni. Tuttavia, non mancano i timori legati al rischio di una prossima paralisi, in particolare sui modelli a bassa emissione, per colpa dei ritardi nella pubblicazione del decreto sugli incentivi 2024. Per questo, associazioni e osservatori del settore tornano a sollecitare l'esecutivo a dare una rapida attuazione del nuovo meccanismo agevolativo.

Gli auspici. "Stiamo aspettando la pubblicazione del Dpcm che renderà operativi i nuovi incentivi 2024, la cui entrata in vigore ormai annunciata da mesi sta generando una paralisi delle vendite di auto a zero o bassissime emissioni. Come più volte ribadito, auspichiamo che gli incentivi siano dunque pienamente operativi quanto prima, per scongiurare il protrarsi ulteriore di questo negativo effetto attesa", sottolinea il presidente dell'Unrae, Michele Crisci. Di analogo tenore il commento di Roberto Vavassori, numero uno dell'Anfia: "Auspichiamo che la pubblicazione del Decreto sia quanto più possibile rapida, per evitare il prolungarsi dell''effetto attesa' sul mercato e di un clima di incertezza tra consumatori e imprese, nonché per vedere presto gli effetti di un ecobonus più attrattivo rispetto al precedente".

Lo stallo. Secondo Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, i ritardi stanno già producendo "inevitabili ricadute sui flussi delle vendite e delle immatricolazioni. necessario colmare al più presto questo gap poiché il mercato, soprattutto sul fronte elettrico e plug-in, è entrato in una fase di profondo stallo". "L'assenza di un crollo verticale non deve ingannare, perché sui dati influiscono ancora gli ordinativi precedenti all'annuncio dei nuovi bonus", aggiunge il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, sottolineando che "nei prossimi mesi si percepiranno chiaramente gli effetti del pericoloso interregno tra il vecchio e il nuovo e più vantaggioso sistema incentivante, che induce ovviamente automobilisti e imprese a rimandare l'acquisto fino all'entrata in vigore delle nuove agevolazioni, già rese pubbliche". " indispensabile accelerare sull'implementazione del nuovo ecobonus, se non si vuole congelare il mercato in quelli che sarebbero i suoi mesi più fruttuosi", conclude Naso.

I fattori di crescita. Il Centro Studi Promotor, invece, concentra il suo commento sui "diversi fattori" che hanno determinato l'andamento del mercato. Innanzitutto febbraio ha avuto un giorno lavorativo in più. Inoltre, secondo il presidente Gian Primo Quagliano, c'è stato "l'effetto positivo degli incentivi in vigore da gennaio per le auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro, che hanno visto lo stanziamento di 120 milioni esaurirsi in un batter d'occhio". "Il terzo fattore è un aumento delle immatricolazioni di auto da destinare al mercato delle chilometro zero e, tra queste, pure molte auto elettriche di difficile vendita, anche perché non hanno beneficiato di incentivi al momento delle immatricolazioni da parte dei concessionari e non ne potranno beneficiare quando verranno vendute come usate con chilometri zero. Un quarto fattore, infine, è il fatto che gli acquirenti che non hanno bisogno di incentivi stanno, sia pur lentamente, ma con continuità, recuperando il forte calo dei primi anni post-crisi", aggiunge Quagliano. Infine, Dataforce parla di un risultato di febbraio "buono" ma da non considerare eccellente, anche perché "il comparto automotive appare frenato dall'annuncio di nuovi e più robusti incentivi all'acquisto promessi dal governo, che però partiranno non prima della fine di marzo, se non addirittura da aprile". "Questo posticipo ha di fatto bloccato buona parte dei contratti in fase di stipula. Una fiammata delle immatricolazioni in effetti però c'è stata, ma soltanto per pochi giorni: dal 23 gennaio, data in cui sono ripartiti gli incentivi sulla base dello schema 2023, e si è molto affievolita 14 giorni dopo, il 5 febbraio, quando sono terminati i fondi destinati agli ecobonus per le auto con livello di emissioni di CO2 compreso tra i 61 e i 135 g/km. I nuovi fondi saranno più generosi e, soprattutto, più consistenti come capienza. Ma l'attesa dell'entrata in vigore sta provocando un forte rallentamento delle immatricolazioni che, presumibilmente, continuerà per il mese di marzo", conclude la società di analisi.

 

 

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Unrae - Cardinali: "Nessun effetto incentivi sul mercato"

4 Ruote - Mar 02,2024

Il mercato dell'auto continua a crescere e secondo Andrea Cardinali sulle immatricolazioni non influiscono gli incentivi. Né quelli vecchi - esauriti il 5 febbraio sulla fascia 61-135 g/km, equivalente a 60 mila contratti - né quelli che arriveranno. Che pure daranno una scossa alla domanda di vetture elettriche. Il direttore generale dell'Unrae, invece, plaude all'apertura del governo agli investimenti esteri in Italia, un'inversione a U rispetto a decenni di scoraggiamento, cioè di protezionismo de facto, nel settore automotive. Ma avverte: Mi auguro solo che queste indiscrezioni non servano a fare pressione su Stellantis nella famosa trattativa per produrre un milione di veicoli in Italia. Un simile spauracchio non avrebbe molto senso.

Febbraio si è chiuso con il diciannovesimo incremento consecutivo rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Quanto hanno pesato gli incentivi? Sia i vecchi 120 milioni, equivalenti a 60 mila contratti, finiti il 5 febbraio, sia quelli annunciati prima di Natale e, incredibilmente, non più pervenuti

Premesso che a febbraio il calo rispetto all'ultimo anno prepandemia è ancora di 17 punti, il mercato non è fatto solo di auto incentivate. E poi non c'è quasi mai una relazione diretta, nel singolo mese, tra ordini e targhe. Certo, nel passaggio dal vecchio al nuovo schema c'è una porzione del mercato quella fino a 60 g/km, ossia vetture elettriche e plug-in - che sarà molto premiata, e che, quindi, finora è stata penalizzata dagli annunci, ma il peso di queste vetture non sposta, in ogni caso, la dinamica complessiva del mercato. Addirittura, nella fascia 61-135 g/km c'è una situazione, l'acquisto a fronte di una rottamazione di Euro 4, che sarà penalizzata rispetto al vecchio schema. No, non credo che l'effetto-attesa generato dalla maggiore appetibilità dei nuovi contributi annunciati per le vetture fino a 60 g/km incida sul mercato nel suo insieme. E non credo nemmeno che sui volumi di febbraio abbiano influito più di tanto i 60 mila contratti stipulati fino al 5 febbraio con i vecchi incentivi. E, comunque, non dimentichiamo che i contributi dello Stato non sono stati istituiti per far crescere il mercato, bensì per orientare le scelte dei consumatori verso motorizzazioni meno emissive e inquinanti.

Sono passati più di 70 giorni dall'annuncio del ministro delle Imprese Adolfo Urso - e un mese dalla solenne presentazione pubblica - e della riforma degli incentivi si sono perse le tracce. Lo schema annunciato potrebbe cambiare?

Il testo esiste, ma non è dato visionarlo. Pare che stia rimbalzando fra i tre ministeri interessati. Non credo che cambierà nella sostanza, pare che si tratti di dettagli. Ma è improbabile, a questo punto, che il decreto possa essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prima di aprile, considerando il necessario passaggio alla Corte dei Conti. Poi resta l'incognita sull'attivazione della piattaforma informatica. Se l'apertura delle prenotazioni dovesse tardare oltremisura rispetto all'entrata in vigore della norma, si rischierebbe un click-day per l'inserimento degli ordini già raccolti.

Torniamo al mercato. Anche a febbraio il noleggio a lungo termine arretra. Che cosa sta accadendo all'Nlt?

Se il trend dovesse continuare bisognerebbe rivedere le considerazioni che abbiamo fatto negli ultimi anni su questa formula di acquisizione. Un anno fa sembrava strutturale una quota Nlt pari a un quarto del mercato, adesso siamo tornati a un quinto. Difficile dire cosa stia succedendo senza analizzare a fondo i dati. Si potrebbe immaginare uno spostamento delle modalità di approvvigionamento del rent a car dal noleggio, il cosiddetto rent to rent, ad altre formule. Non ho alcun indizio per affermarlo, è solo un'ipotesi. Altrimenti, ripeto, dovremmo approfondire bene i dettagli, per comprendere questo indebolimento del noleggio a lungo dopo anni di crescita continua.

Sul fronte industriale, come giudica l'atteggiamento del governo, così platealmente orientato, da qualche tempo, a incoraggiare investimenti esteri?

Se fosse vero sarebbe un'inversione a U rispetto a decenni di scoraggiamento, cioè di protezionismo de facto, nel settore automotive. Sarebbe finalmente il segnale di una politica economica coerente e lungimirante, ancorché tardiva. Trovo curioso, però, che si rivelino i nomi delle controparti in trattativa: in genere tutto resta confinato nelle segrete stanze. Mi auguro solo che queste indiscrezioni non servano a fare pressione su Stellantis nella famosa trattativa per produrre un milione di veicoli in Italia. Un simile spauracchio non avrebbe molto senso. Se, invece, le trattative sono reali, nutro qualche perplessità sulle prospettive concrete che il governo è in grado di offrire. Le multinazionali allocano i propri investimenti soppesando ogni aspetto di un sistema-Paese: dal costo dell'energia alla logistica, dalla burocrazia al carico fiscale, dal costo del lavoro alla certezza del diritto, sino alla stabilità del quadro normativo. I nostri punti di forza sono altri, come la manodopera qualificata, il know how specialistico, la formazione accademica. L'Unrae resta comunque a disposizione per facilitare ogni interlocuzione con gli headquarters delle proprie associate. 

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Mercato italiano - Le immatricolazioni crescono ancora: a febbraio +12,8%

4 Ruote - Mar 01,2024

Il mercato italiano dell'auto continua a crescere a doppia cifra nonostante i timori di un brusco rallentamento per effetto dell'annuncio dei nuovi incentivi. A febbraio, secondo i dati del ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono state 147.094, il 12,8% in più rispetto allo stesso del 2023. Il miglioramento, unito a quello di gennaio (+10,6%), porta il consuntivo del primo bimestre a mostrare una crescita dell'11,7% e un totale di 289.103 targhe. A sostenere le performance del mercato è la maggior disponibilità di prodotto presso le reti di vendita, il giorno lavorativo in più rispetto all'anno scorso e, seppur in parte visto il rapido esaurirsi dei fondi per alcune categorie di auto, il ripristino dei vecchi incentivi. In ogni caso, rimane lontano il ritorno ai livelli pre-pandemia del 2019: infatti, secondo le elaborazioni dell'Unrae, le registrazioni bimestrali risultano in flessione del 16% circa.

Stellantis. A febbraio, il gruppo Stellantis conta 49.051 auto immatricolate, il 17,4% in più rispetto a un anno fa. Quasi tutti i marchi sono in territorio positivo: +7,5% per Alfa Romeo (1.889 targhe), +40,3% per Citroën (6.463), +14,8% per Fiat (17.580), +4% per Jeep (6.497), +69% per Lancia (4.152), +2,2 per Opel (4.107) e +19,1% per Peugeot (7.708). Giù DS, con un -32,7% (434 immatricolazioni) e Maserati, con un -15,3% (221).

Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le targhe totali sono 23.128, per un incremento del 5,7%. Audi cresce del 15,1% (6.406 registrazioni), Cupra del 63,9% (1.823), Seat del 64,2% (1.816), Skoda del 18,8% (2.877). Scendono Lamborghini (-7,7% e 36 immatricolazioni) e Volkswagen (-13,4% e 9.860 registrazioni).

Renault e Ford. Il gruppo francese guidato da Luca de Meo registra un miglioramento del 12% e 16.382 immatricolazioni. Di queste, 7.408 sono del marchio della Losanga (+8,6%) e 8.974 della Dacia (+15%). In calo la Ford: le 6.465 targhe mensili implicano una flessione del 13,1%.

BMW e Daimler. Per il costruttore bavarese le registrazioni totali sono 7.181, il 15,6% in più rispetto a un anno fa: il marchio BMW immatricola 6.065 vetture e guadagna il 36,4%, mentre la Mini, con 1.116 targhe, perde il 36,8%. Male la Mercedes-Benz, con un -21,6% e 3.625 vetture registrate. Il brand della Stella a tre punte subisce un calo del 19% (3.415 unità immatricolate) e la Smart il 48,7% (210).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota vede le registrazioni salire del 27,8% a 11.287 unità, di cui 10.889 per il marchio delle tre ellissi (+25,9%) e 1.116 per la Lexus (+119,9%). Bene anche Nissan (+9,8%, 3.694 targhe), Suzuki (+65,2%, 4.163), Honda (+39,6%, 663), Mitsubishi (+72,1%, 222). In calo Mazda (-10,4%, 1.196 immatricolazioni) e Subaru (-35,7%, 105). Contrastate le performance delle Case coreane: con 5.052 immatricolazioni, la Hyundai guadagna il 39,4%, mentre la consociata Kia perde il 2,24% (3.965 vetture).

Premium e sportive. Tra i marchi del segmento premium, la Volvo immatricola 1.705 vetture, il 15,4% in più rispetto a un anno fa, e il gruppo Jaguar Land Rover 810 (-18,7%), di cui 118 per il marchio del Giaguaro (+10,3%) e 692 per il brand delle fuoristrada (-22,2%). Crescita a doppia cifra per la Tesla, con un +41% (1.851 elettriche immatricolate). Nel segmento delle sportive di lusso la Ferrari segna un +77,8% (80) e la Porsche un +24,4% (795).

Gli altri brand. A febbraio, si ferma il trend positivo del gruppo DR, che flette del 33,3% (2.051 targhe), mentre, tra i marchi di origine cinese, MG balza del 202,9% (3.117) e Lynk & Co registra un -79,4% (87). Per la prima volta, entra in classifica la Eurasia Motor Company con 105 registrazioni e un aumento del 75%.

La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda con 11.348 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Dacia Sandero (5.733) e la terza dalla Citroën C3 (4.524). Seguono, nell'ordine, la Lancia Ypsilon (4.152), la Toyota Yaris Cross (2.962), la la Toyota Yaris (2.956), la la Jeep Avenger (2.944), la Fiat 500X (2.919), la Renault Captur (2.919) e la Peugeot 208 (2.853).

I canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati segnano una crescita del 18,3%, mentre il noleggio vede la componente di lungo termine peggiorare del 15,7% e quella di breve balzare del 101,1%. Bene anche le società, con un +7,8%, e le autoimmatricolazioni, con un +20,4% (+23,2% l'uso privato e -16,2% l'uso noleggio).

Senza punti le Bev. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione vede le elettriche tornare in territorio positivo dopo il forte calo di gennaio, ma la loro crescita è peggiore di quella del mercato: le Bev salgono di solo il 2,8% e passano dal 3,7% al 3,4% dell'immatricolato. Prosegue il momento negativo delle ibride plug-in: -16,5% e quota in contrazione dal 4,2% al 3,2%. Al contrario, le ibride non ricaricabili salgono del 16,5% (+14,5% per le "full", +17,2% per le "mild") e passano dal 36,5% al 37,8% del mercato. Tra le motorizzazioni tradizionali, le auto a benzina crescono del 34,2%, per una quota in miglioramento dal 26,1% al 31,1%, mentre le diesel perdono il 13,2% e scendono dal 19,2% al 14,8%. Dopo mesi di continua flessione, torna in spolvero il metano: +37,8% e quota stabile allo 0,2%. Infine, grazie a un +6,5% prosegue il buon andamento del Gpl, anche se il peso sul mercato si contrae dal 10,1% al 9,5%.

La classifica delle Ev. All'interno dell'aggregato delle sole elettriche torna in vetta la Tesla Model Y (1.252 targhe), seguita da Tesla Model 3 (586), Volkswagen ID.3 (365), Fiat Nuova 500 (245), BMW iX1 (211), Volvo EX30 (201), Jeep Avenger (173), Peugeot e-208 (173), Smart Fortwo (120) e Renault Twingo (108).

Emissioni. Quanto alle emissioni, si torna a vedere il segno meno dopo un periodo di crescita: la CO2 media è pari a 120,1 g/km, a fronte del 120,2 dello stesso mese dell'anno scorso. Tuttavia, il consuntivo del bimestre mostra un dato in aumento da 120,2 a 121,5 g/km. A febbraio sono state immatricolate 5.881 auto (3,9% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 3.783 vetture (2,5% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 103.043 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 69,1% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 31.074 auto (20,8% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 2.660 (1,8%).

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F1 in Schools - Dai banchi di scuola per sognare una vita in pit lane

4 Ruote - Mar 01,2024

Mentre in Bahrain si scaldano i motori per il primo round della stagione 2024 della Formula 1, in Italia parte la seconda edizione della F1 in Schools. L'iniziativa permette ai ragazzi dai 9 ai 19 anni di sviluppare le materie scientifiche, applicandole nella realizzazione di una monoposto in miniatura spinta da cartucce ad aria compressa. Abbiamo conosciuto da vicino le qualifiche (la prima tappa) del campionato italiano e gli studenti che potrebbero rappresentare il nostro Paese alle finali mondiali, gareggiando con ragazzi provenienti da altre 60 nazioni.

Il campionato. Quest'anno a sfidarsi sono 28 team, provenienti da 21 istituti, che dopo la prima fase di qualificazione saranno impegnati in testa a testa a eliminazione con i propri modellini in due semifinali (in programma il 13 e il 27 aprile) e nella finale del 16 giungo. A supportare gli studenti nella progettazione dei propri prototipi aziende leader nel mondo del motorsport come Pirelli e Dallara (quest'ultima offre anche laboratori didattici) mentre Innovation Farmè il centro dotato di tutto l'equipaggiamento per realizzare la piccola monoposto, oltre che organizzatore del campionato e fornitore dell'equipaggiamento.

La sfida. Ogni squadra è composta da tre a sei membri e crea il proprio team che viene giudicato dalla commissione secondo sei aspetti. Oltre al design del veicolo, che deve rispettare un regolamento dettagliato e tolleranze di dimensioni e forma (come avviene anche in F.1) per evitare penalità, vengono analizzati anche brand, il piano di comunicazione e il business plan, che ricevono un punteggio sommato al risultato ottenuto in pista. Quest'ultima è la parte più emozionante, definita racing, e vede i team sfidarsi una piccola gara di accelerazione su una pista lunga 24 metri, dove viene registrato il tempo di reazione del pilota e ovviamente quello della vettura al traguardo, che può toccare punte fino a 110 km/h. Un sistema di formazione quindi alternativo, che fa leggere le materie scientifiche con gli occhi della passione, e che prepara giovani al mondo delle competizioni.

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F.1, GP Bahrain - Verstappen conquista la prima pole stagionale

4 Ruote - Mar 01,2024

Max Verstappen ha conquistato la prima pole position della stagione: l'olandese della Red Bull Racing ha fermato il cronometro sull'1:29.179, precedendo di oltre due decimi la Ferrari di Charles Leclerc. Leggermente più staccato George Russell che, grazie a un gran bel giro, si è infilato in terza posizione beffando l'altro ferrarista, Carlos Sainz, che domani partirà quarto. Fernando Alonso si conferma un mastino e trascina la sua Aston Martin al sesto posto, staccato di appena qualche millesimo dall'altra Red Bull di Perez, che è quinto. Un po' di delusione per McLaren e Mercedes: Norris e Piastri hanno ottenuto la settima e ottava posizione, mentre Lewis Hamilton non è andato oltre il nono tempo. Outsider Nico Hulkenberg: decimo tempo per lui con una Haas non molto competitiva.

Così a centro gruppo. La lotta in Q2 si è giocata sul filo dei millesimi tra McLaren, Aston Martin, Visa Cash App, Haas e Williams. Ad avere la meglio, come già anticipato, è stata la squadra di Woking che ha portato entrambe le sue monoposto tra i primi dieci. Buona la performance di Yuki Tsunoda che, per soli 7 millesimi, si è dovuto accontentare dell'undicesima posizione. Beffato per qualche millesimo di secondo anche Ricciardo, con la seconda delle Visa Cash App RB, che partirà quattordicesimo. Tra le due vetture di Faenza si è inserita l'Aston Martin di Stroll e la Williams di Albon, con Magnussen più staccato che si è qualificato solo in P15.

Tutti molto vicini. Questa qualifica è stata tiratissima fin dalla Q1, quando dal primo all'ultimo classificato il distacco è stato di un solo secondo netto. Ad avere la peggio questo pomeriggio sono state le due Sauber di Bottas e Zhou, capaci di stare davanti solamente alla Williams di Sargeant e alle due Alpine di Esteban Ocon e Pierre Gasly. Il team francese era già consapevole di avere la vettura più lenta sulla griglia e il risultato odierno non ha sorpreso per niente i due piloti. Ci sarà tanto da lavorare per il costruttore transalpino per risalire la china.

La classifica completa delle qualifiche del GP del Bahrain >>

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Fisker - Un Ocean di debiti: "Dubbi concreti sull'operatività"

4 Ruote - Mar 01,2024

Si moltiplicano le ombre sul futuro della Fisker, all'indomani della presentazione dei dati finanziari relativi all'ultimo trimestre del 2023: numeri che evidenziano una perdita netta di 463,6 milioni di dollari (1,23 per azione) e costringono il fondatore a cercare aiuto esterno. La startup californiana confida in miglioramenti nel prossimo anno, con il passaggio dalla vendita diretta alla creazione di una rete di concessionarie in franchising: un cambiamento da cui dipendono solo in parte le sue chance di sopravvivenza. La Fisker, che di fronte ai conti ha espresso "dubbi sostanziali sulla sua propria capacità di continuare ad operare", ha infatti comunicato di essere in trattativa "con una grande casa automobilistica", non espressamente citata, per finanziamenti e "lo sviluppo congiunto di una o più piattaforme di veicoli elettrici", nonché per la produzione in Nord America.

Stop alle vendite dirette. "Il 2023 è stato un anno impegnativo", ha ammesso Henrik Fisker, presidente e amministratore delegato della società. "Ritardi nelle forniture e altri problemi ci hanno impedito di consegnare la Suv Ocean (si parla di meno di 5 mila esemplari in tutto il 2023, ndr) con la rapidità che ci aspettavamo". Per Fisker, l'azienda ha "incontrato ostacoli inattesi" nell'implementare un modello di vendita diretta al consumatore, sia in Nord America sia in Europa. A tal proposito, è in corso un cambio di rotta: "Siamo passati a un nuovo modello 'Dealer Partner' alla fine del 2023, ed è andata bene: abbiamo firmato numerosi accordi negli Stati Uniti e in Europa", ha spiegato Fisker. "Durante la transizione, le vendite hanno subito un impatto negativo. Tuttavia, riteniamo di poter iniziare presto a vedere i vantaggi, poiché i concessionari possono ordinare più auto di quante ne saremmo stati in grado di vendere noi ai clienti". Allo stesso tempo, il numero uno della startup con sede a Manhattan Beach ammette di "dover ancora dimostrare che questo modello funziona, poiché va contro l'approccio adottato da altre startup indipendenti di veicoli elettrici".

In cerca di accordi. Nonostante le difficoltà, l'ex progettista di BMW e Aston Martin guarda avanti: "Sul fronte strategico, siamo in trattative con una grande casa automobilistica per un potenziale affare che potrebbe includere un investimento nella Fisker, lo sviluppo congiunto di una o più piattaforme di veicoli elettrici e la produzione in Nord America". La prudenza del ceo, però, è tanta e non si riflette solo nella ridondanza di certe parole ("potenziale", "potrebbe") usate nel comunicato. "La chiusura di qualsiasi transazione - si legge ancora nella nota ufficiale - sarà soggetta al soddisfacimento di condizioni importanti, tra cui il completamento della due diligence, la negoziazione e l'esecuzione di adeguati accordi definitivi". Fisker prevede che le spese e il fabbisogno di capitale circolante diminuiranno nel corso del 2024, quando la Ocean entrerà nel suo secondo anno di produzione.

"Dubbi sulla futura operatività". Intanto, l'azienda non può far altro che constatare una situazione finanziaria decisamente difficile, che potrebbe portare a un'ulteriore riduzione dell'organico e, addirittura, a una chiusura delle operazioni a breve termine. Nella misura in cui le risorse attuali di Fisker sono insufficienti per soddisfare le sue esigenze nei prossimi 12 mesi, la società dovrà cercare ulteriori finanziamenti e non vi è alcuna garanzia che Fisker avrà successo in questi sforzi", riporta il comunicato. "Se il finanziamento non arriverà" o sarà meno sostanzioso del previsto, l'azienda "potrebbe essere costretta a diminuire il livello di investimenti pianificato nello sviluppo del prodotto, a ridimensionare le sue operazioni, l'organico" e a ridimensionare la produzione della stessa Ocean. Questo, si legge ancora, "potrebbe avere un impatto negativo sulle prospettive commerciali e finanziarie della società", che di conseguenza esprime "dubbi sostanziali sulla sua capacità di continuare a operare quando il suo bilancio annuale per l'anno terminato il 31 dicembre 2023 sarà depositato presso la SEC (l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle Borse)". Con conseguente addio ai sogni di espansione e al lancio delle varie Alaska, Ronin e Pear.

Verso un taglio del 15% degli addetti. Il raggiungimento di un accordo per ulteriori finanziamenti, quindi, è la conditio sine qua non la Fisker potrà andare avanti. La società sta attualmente discutendo con un obbligazionista esistente circa la possibilità di effettuare un ulteriore investimento nella società, spiega Fisker. In caso di successo, l'utilizzo dei proventi sarà per scopi aziendali generali, per la produzione di veicoli e per la transizione in corso verso un modello di vendita incentrato sul concessionario. Ma questo non scongiurerà i licenziamenti: Fisker si legge ancora nel comunicato - intende ridurre la propria forza lavoro di circa il 15%. Le riduzioni dell'organico sono prevalentemente legate al cambiamento della strategia di vendita da modello diretto al consumatore a quello Dealer Partner. Inoltre, l'azienda sta razionalizzando le operazioni, riducendo anche l'ingombro fisico e le spese complessive.

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DS 4 - 4 cose+1 - VIDEO

4 Ruote - Mar 01,2024

La DS rappresenta un modo di intendere l'automobile capace di stupire e raccontare la tecnologia, ma anche lo stile. Con l'arrivo della DS 4, nel 2015, la Casa ha fatto un passo più per proporsi come un marchio autonomo, oltre la declinazione premium dei prodotti Citroën. La seconda generazione della DS 4, lanciata nel 2021, pare reinterpretare i pilastri fondamentali del brand, estremizzandoli per mantenere un'identità inconfondibile. La riscopriamo nel nostro format "4 cose+1".

Design. Il design della DS4 è ricercato e lo "sguardo" dei gruppi ottici a Led (disponibili anche con tecnologia Matrix) hanno un ruolo centrale nel definire l'immagine del modello: sottili sopra, prolungati sotto con funzione di luci diurne. Un taglio verticale che è ormai peculiare della gamma DS. L'abitacolo è disegnato per essere accogliente e spazioso, più davanti che dietro, dove i centimetri a disposizione non sono tanti.

Servizi connessi. Il lusso alla maniera della DS si basa sulla qualità, ma ancor più sull'esperienza e sui servizi, connessi in questo caso. Tra questi, il Telemanteinance DS garantisce un contatto diretto con il DS Service; in più, il libretto digitale tiene traccia della manutenzione eseguita. Remote Control serve a gestire la DS 4 da remoto con lo smartphone, ad esempio per bloccare o sbloccare le porte, monitorare l'attivazione dell'antifurto oppure lostato di carica della batteria. Infine c'è il Pack Connect Plus, che include il navigatore connesso con comandi vocali, traffico in tempo reale e autovelox.

AI in auto. Una prima mondiale DS è ChatGPT in auto: una volta avviato, il chatbot permette di intraprendere una conversazione fluida e naturale tra utente e sistema, capace di soddisfare curiosità o le necessità che possono emergere durante un viaggio.

Elettrificazione. La DS4 è stata lanciata con motorizzazioni sia benzina, sia diesel, ma successivamente ha iniziato a proporre anche l'ibrido ricaricabile, dunque con la possibilità di viaggiare anche al 100% in elettrico. Nel caso della plug-in, la potenza totale del sistema è di 225 CV, mentre la batteria ha una capacità di 12,4 kWh. La motorizzazione è adatta per lo più a chi può ricaricare a casa o al lavoro, sfruttando così l'autonomia in elettrico, rilevata dal nostro Centro Prove, di 46 km nel ciclo misto.

+ 1. Come sempre, oltre ai consumi reali, abbiamo rilevato le quote fondamentali della vettura tra cui lo spazio disponibile nel vano di carico. Il bagagliaio si è dimostrato un po' piccolo per la categoria, proponendo solo 268 litri rispetto al dichiarato di 390.

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Nuovo Quattroruote - Scopri il numero di marzo 2024 - VIDEO

4 Ruote - Mar 01,2024

Il numero di marzo di Quattroruote, in edicola dal 2 marzo e già disponibile in Digital Edition, dedica la copertina alla terza generazione della Peugeot 3008: abbiamo guidato la versione elettrica della francese, ovvero la e-3008, e vi raccontiamo quali sono le nostre impressioni. Le prove su strada sono invece dedicate alla terza serie della Mini Countryman, con il suo rivoluzionario schermo Oled rotondo, e alla MG4, hatchback elettrica cinese che potrà beneficiare degli incentivi 2024, ormai in dirittura d'arrivo. E proprio ai nuovi contributi statali è riservata un'ampia panoramica nella quale analizziamo i modelli più venduti - Bev, Phev e termici - tra quelli che potranno accedere ai bonus, con i numeri delle nostre prove su strada (per maggiori informazioni, leggere qui). Ricco il menu dell'Attualità, che offre, tra l'altro, un focus sulle fabbriche italiane del gruppo Stellantis, per capire se davvero sarà possibile riuscire ad arrivare al target di 1 milione di auto prodotte all'anno in Italia, un'inchiesta sugli incassi che gli autovelox garantiscono ai Comuni e un'analisi sulla rete di ricarica per le elettriche, che continua a essere piena di falle. Le Anteprime, le nostre anticipazioni sui modelli del futuro, hanno invece come protagonisti il restyling della Tesla Model Y e la BMW iX3, mentre i servizi di punta delle Autonotizie riguardano la nuova Lancia Ypsilon e un reportage da Shenzhen, sede dell'emergente BYD. Da questo numero il giornale ospita poi una nuova sezione dedicata all'elettrificazione, alla sostenibilità e all'economia circolare: Volt.

 

Come richiedere allegati e dossier. Chi è abbonato a Quattroruote può richiedere gli allegati e i dossier inviando un'email a uf.vendite@edidomus.it, oppure telefonando al numero 02.56568800 (da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 18).

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Su 4R di marzo - Un milione di auto prodotte: Fabbrica Italia ce la può fare?

4 Ruote - Mar 01,2024

Si è fatto difficile tra incomprensioni e accuse reciproche il confronto tra il governo italiano e il gruppo Stellantis. Per rilanciare, o forse per esorcizzare una situazione che rischia di sfuggire di mano, anche per la cronica assenza di una seria politica industriale, l'esecutivo di Giorgia Meloni si è posto un obiettivo: tornare a produrre in Italia almeno 1 milione di auto all'anno entro il 2030. un traguardo fattibile? L'anno scorso ci si è fermati poco oltre quota 750 mila e c'è il concreto rischio che questo numero possa ridursi, anziché aumentare, anche se dal gruppo italo-francese hanno fatto sapere che il target fissato da Roma si potrebbe in teoria raggiungere persino prima del 2030, ma solo se si creassero determinate condizioni di competitività. Al momento assenti, visto che i costi di produzione sono quasi doppi rispetto a quelli spagnoli.

Quattro stabilimenti ai raggi X. Se si prende in esame la situazione delle fabbriche italiane di Stellantis, il futuro sembra chiaro soltanto per due impianti su quattro, quelli che beneficeranno dell'assegnazione di nuove piattaforme pensate primariamente per l'elettrico: Melfi, che potrà contare sulla Stla medium, e Cassino, che sarà invece la casa italiana della Stla large. I due stabilimenti daranno però origine a modelli dai prezzi medio-alti e, quindi, dai volumi relativamente ridotti. Ci sono incertezze, invece, sul destino di Mirafiori, per il momento assegnata solo alla Fiat 500 elettrica e a buona parte della gamma Maserati, e di Pomigliano, dove ora prendono vita l'Alfa Romeo Tonale, la sorella Dodge Hornet e la Fiat Panda, la cui erede in arrivo sul mercato in autunno sarà però prodotta in Serbia. quindi evidente che per raggiungere l'obiettivo 1 milione sono indispensabili modelli mass market al momento non in agenda. Quali? E dove potrebbero essere prodotti? Ne parliamo nel numero di Quattroruote di marzo 2024, che, a questo proposito, dà anche conto di un piano segreto che riguarderebbe l'impianto di Pomigliano.

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In arrivo - Le auto al debutto da marzo ad agosto

4 Ruote - Mar 01,2024

Che cosa verrà presentato sul mercato italiano? Quali sono le auto inedite in arrivo nelle concessionarie? Quando debutterà il facelift di questo o quel modello? Sono domande che riceviamo molto spesso da voi lettori e che ci hanno spinto a riproporre anche sul nostro sito web uno dei contenuti più apprezzati sul magazine: la prima pagina della sezione Autonotizie, autentica bussola per orientarsi tra i lanci dei prossimi mesi. il punto d'osservazione ideale per farsi un'idea su "cosa esce quando". E per avvicinarsi con cognizione di causa a un momento importante come l'acquisto di un'automobile nuova.

Marzo. Per la primavera è previsto l'arrivo sui mercati della Mini Countryman, con la sua nuova veste da Suv grande e grossa (adesso misura 4,43 metri). Sempre rivisitato in chiave Suv, tornerà un altro grande classico: la Renault Scenic (ovviamente elettrica). Menzione particolare per la Volvo EX30, anche lei a zero emissioni, nonché primo modello del marchio svedese a prendere forma sulla piattaforma Sea della Geely.

Aprile. L'inizio del secondo trimestre vedrà una bella sequenza di pesi massimi. Si parte con il lancio di un modello decisivo come la nuova generazione della Lancia Ypsilon, che dà ufficialmente il via al nuovo piano prodotti del marchio torinese, si prosegue con la Ford Explorer e si arriva alla Citroën C3, altro riferimento di settore destinato a fare il salto verso l'elettrico puro (ma mantenendo il termico come asso nella manica). Niente male, vero?

Maggio. Tra le big ai nastri di partenza in questo periodo dell'anno va senza dubbio menzionata la nuova Skoda Kodiaq, che manterrà la ricca gamma termica del modello uscente, aggiungendo però per la prima volta gli ibridi mild e plug-in. Da non dimenticare l'avvio delle consegne della Hyundai Santa Fe, ora caratterizzata da uno stile davvero molto personale. Last but not least, la Lotus Emeya, berlina elettrica che intende infastidire la Porsche Taycan. E ha le carte in regola per farlo...

Giugno. Tra le novità attese al varco, i facelift delle BMW Serie 4 Coupé e Cabrio e quello della Kia Sorento, che cambia davvero in profondità, anche nel design. Ma non mancano proposte tutte nuove, come la Mercedes EQG e l'erede della Lamborghini Huracán. Che dice addio al V10 aspirato di derivazione Audi per passare a un V8 biturbo ibrido plug-in tutto sviluppato in casa.

Luglio. Le novità principali di questa fase del 2024 sono senza dubbio due: la prima è l'Alfa Romeo Milano, attesissima B-Suv (anche) elettrica che vuole porsi ai vertici della categoria per la dinamica di guida. La seconda è la Mini Cooper, che dopo il lancio tutto elettrico riceverà finalmente anche i turbobenzina. Ma c'è spazio anche per i sogni: questa estate arriverà al debutto commerciale la nuova  Mercedes-AMG CLE 63. Con quale motore nel cofano? Staremo a vedere...

Agosto. Nel corso dell'estate arriverà sui mercati uno dei modelli elettrici più interessanti del 2024: la nuova Renault 5. Occhio anche, sempre sul fronte dell'elettrico, ma in tutt'altra zona del mercato, alla nuova generazione della Porsche Macan, e sempre in tema di Suv alla nuova generazione della Opel Grandland. Per i sogni, citofonare Bugatti: è in arrivo l'erede della Chiron, con un V16 tutto nuovo...

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Cucina... e auto - Ebbene sì, esiste una "Porsche Gastronomy". Ed è decisamente green

4 Ruote - Mar 01,2024

Ogni anno, il servizio ristorazione della Porsche prepara 3,6 milioni di pasti. Per le quindici mense dei dipendenti, ma anche per eventi pubblici o dedicati ai clienti, come il Porsche Tennis Grand Prix o i ristoranti del Porsche Museum di Lipsia. Ebbene, forse non tutti sanno che a Zuffenhausen esiste anche una divisione Gastronomy, capitanata dal quality manager Felix Schultheisz: responsabile, per capirci, del coordinamento di tutte le attività di catering, dei menù e delle ricette. I compiti? Prestare particolare attenzione ai fornitori locali, al rispetto delle norme igieniche e ai processi qualitativi complessivi, con l'obiettivo di fornire "un servizio di ristorazione che non solo offra delizie culinarie, ma racchiuda in sé qualità e sostenibilità". Insomma, è il caso di dirlo: qui di carne al fuoco ce n'è parecchia.

Riduzione degli sprechi (e della CO2). Uno dei compiti di Schultheisz è assicurarsi l'alto livello dell'offerta gastronomica di Porsche cercando di ridurre gli sprechi e le emissioni. "Siamo convinti che un approccio attento alla sostenibilità migliori la qualità del cibo che offriamo", racconta lo chef in un'intervista. "Per questo agiamo su quattro fronti: alimenti, materiali di consumo, comunicazione e risorse. Nell'ambito dell'iniziativa "United Against Waste" abbiamo già introdotto misure che riducono gli sprechi di cibo del 50%, ottimizzando gli ordini, la preparazione e la distribuzione, esattamente come avviene in fabbrica, dove la produzione di auto è puntuale, su richiesta. Abbiamo introdotto detergenti biodegradabili, nuove lavastoviglie che riducono il consumo di acqua e di detersivi, e in ultima analisi di energia".

L'importanza del km zero. "Abbiamo una stretta collaborazione con i fornitori locali", continua Schultheisz, "che ci permette di ridurre le consegne e i km percorsi in totale, e quindi le emissioni di CO2". Nelle mense aziendali mangiano ogni giorno dalle ottomila alle diecimila persone; insieme alla sua collega Linea Rettberg, Schultheisz ha introdotto i punteggi di CO2 sui menu: ogni pasto è valutato sia in termini nutrizionali che di CO2 (presunta) consumata per la sua produzione, viene confrontato con il valore medio di un piatto consumato in Germania, e contrassegnato con un colore: il giallo indica che è un piatto nella media, rosso o verde indica che "emette" un valore di CO2 rispettivamente superiore o inferiore alla media. "Crediamo che possa essere uno strumento per sensibilizzare i dipendenti di Porsche a mangiare in maniera consapevole verso l'ambiente", conclude Schultheisz.

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Alfa Romeo - Un abito Blu Reale per il 33 Stradale Day

4 Ruote - Mar 01,2024

Tre marzo, che sul calendario diventa trentatrè. Un numero magico, per gli alfisti, e che da oggi diventa anche una data da segnare in agenda: il 33 Stradale Day, una giornata dedicata agli appassionati della Casa del Biscione, che verrà celebrata dagli oltre 250 Club Alfa presenti nel mondo.

Un numero speciale. Il 33 è diventato simbolo identitario dell'Alfa Romeo, a cominciare dal nome della sua nuova supercar, la 33 Stradale: una due posti che verrà prodotta in soli 33 esemplari. Lo stesso numero che, per una fortunata coincidenza, torna anche nei risultati commerciali del marchio, che nel 2023 ha registrato una crescita del 33% rispetto all'anno precedente. Non vi basta? 33 mesi fa, nel giugno del 2021, la Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport del 1929 ha vinto la rievocazione storica della 1000 Miglia. E ancora, nel 1933 Nuvolari e Compagnoni vincevano la Mille Miglia sulla 8C 2300, poi la Targa Florio e la 24 Ore di Le Mans.

L'abito della festa. In occasione del 33 Stradale Day 2024, il Centro Stile Alfa Romeo ha poi prodotto nuove immagini della 33 Stradale in colore Blu Reale, lo stesso presente sull'Alfa 33 del 1967. Questa tinta della carrozzeria è una delle tre disponibili per la supercar, insieme al classico Rosso Alfa e al Rosso Villa d'Este.

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Auto elettriche - Nuovi record per gli investimenti all'estero dei cinesi

4 Ruote - Mar 01,2024

I costruttori di auto cinesi sono lo spauracchio dell'Occidente, soprattutto per le loro aggressive politiche commerciali e produttive nel campo delle elettriche. Ad alimentare i timori è anche l'espansione delle realtà del Dragone lungo l'intera catena del valore delle Bev. Lo dimostra una ricerca della società di analisti Rhodium: l'anno scorso, gli investimenti diretti esteri di Case e fornitori cinesi hanno molto probabilmente raggiunto il nuovo record di 28,2 miliardi di dollari (oltre 26 miliardi di euro). Si tratta di una cifra inferiore ai 29,7 miliardi del 2022, ma nel conteggio non rientrano alcune iniziative industriali per le quali non ci sono ancora indicazioni di spesa dettagliate. Per esempio, la nuova fabbrica della Byd in Ungheria e dell'aquisto del 25% della slovacca Inobat da parte della Gotion.

Batterie e regioni. La ricerca segnala uno spostamento del baricentro geografico degli investimenti dal Nord America, ormai ad appena il 10% del totale a causa dell'incertezza normativa e politica, all'Europa, al Medio Oriente, al Nord Africa e all'Asia, dove sono stati indirizzati i tre quarti delle risorse. Nel Vecchio continente gli investimenti sono diminuiti del 36%, passando dagli 11,8 miliardi di dollari del 2022 (quando Catl ha annunciato il progetto da 7,3 miliardi per una gigafactory in Ungheria) a 7,6 miliardi, per il 92% in Ungheria, Finlandia e Svezia. Tra Medio Oriente e Nord Africa è il Marocco ad aver attratto la maggior parte dei capitali a partite dai 6,3 miliardi annunciati da Gotion per una fabbrica di batterie da 100 GWh. I 6,5 miliardi stanziati in Asia coinvolgono soprattutto Thailandia e Corea del Sud, mentre in Nord America si è passati da 4,8 miliardi di dollari a 2,7 miliardi di dollaro. La gran parte delle iniziative riguarda per ora le batterie, con progetti per lo più di tipo "greenfield" (la realizzazione da zero di fabbriche o l'avvio di progetti industriali rappresentano il 95% del totale, mentre un tempo prevalevano le acquisizioni di siti e aziende già attive e consolidate) e sempre più diversificati (per esempio, i produttori di batterie si portano dietro i loro fornitori di catodi e anodi). Per il 2024, è previsto un maggior focus sulla produzione di veicoli elettrici tra Europa, America Latina e Asia in risposta al rallentamento del mercato interno e alla richiesta dei Paesi "ospitanti di investimenti a più alto valore aggiunto e di posti di lavoro in cambio dell'accesso al mercato.

Tra incudine e martello. Rhodium ritiene però che siano in vista non poche difficoltà per gli operatori cinesi. A tal proposito individua alcune tendenze chiave, tra cui un possibile atteggiamento sempre più difensivo in Unione Europea, la necessità di affrontare le conseguenze del protezionismo statunitense con triangolazioni produttive e altre iniziative "creative", le eventuali richieste di investimento dei Paesi ospitanti e il potenziale venir meno del sostegno della madre-patria. In ogni caso, la Cina sembra destinata a mantenere la pole position nel campo delle elettriche anche se "le incertezze politiche abbondano". In sintesi, i costruttori cinesi di Bev e batterie si trovano "sempre più bloccati tra l'incudine e il martello": non devono solo affrontare rischi politici esterni, come sta avvenendo negli Stati Uniti, dove Washington intende limitare la loro influenza sulle catene di approvvigionamento globali, ma potrebbero anche assistere a un ridimensionamento del sostegno di Pechino perché "i politici cinesi sono sempre più preoccupati per il trasferimento di tecnologia e lo spostamento all'estero della produzione di soluzioni pulite a valore aggiunto, in un momento in cui la Cina ha urgente bisogno di creare nuovi motori per la crescita economica interna".

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Gruppo BMW - A Lipsia parte la produzione della Mini Countryman elettrica

4 Ruote - Mar 01,2024

Circa quattro mesi fa, il gruppo BMW ha avviato la produzione della nuova Mini Countryman nello stabilimento di Lipsia. Ora le catene di montaggio hanno iniziato a sfornare anche la variante a batteria, aumentando così la gamma delle vetture assemblate nell'impianto tedesco. Sono quattro i modelli prodotti in Sassonia su una sola catena di montaggio: BMW Serie 1, BMW Serie 2 Active Tourer (compresa la versione ibrida plug-in), BMW Serie 2 Gran Coupé e, per l'appunto, la Mini Countryman. 

Investimenti e numeri. Negli ultimi anni, il costruttore bavarese ha investito circa 1,6 miliardi di euro per ammodernare e rinnovare i vari reparti della fabbrica (carrozzeria, verniciatura, assemblaggio o logistica) e quindi porre la basi per aumentare la capacità produttiva fino a 350 mila unità l'anno, 100 mila in più rispetto al passato. Nel 2024, a fare la parte del leone sarà proprio la Countryman: la produzione salirà fino a quasi 500 unità al giorno, che si aggiungeranno alle circa 800 BMW già oggi prodotte. Per sostenere l'aumento dei volumi, la direzione aziendale conta di assumere 900 lavoratori e di portare l'intera forza lavoro a superare i 7 mila dipendenti entro la fine dell'anno (quando è stato aperto nel 2005, l'impianto aveva meno di 2.600 operai). L'ampliamento degli organici è legato anche all'assegnazione di nuove attività industriali. Per esempio, l'impianto copre tutte e tre le fasi del processo produttivo delle batterie di ultima generazione all'interno degli spazi una volta dedicati alle BMW i3 e i8: dal rivestimento delle celle alla realizzazione dei moduli fino all'assemblaggio dei pacchi. Solo in un capannone da 61 mila metri quadrati sono presenti due linee in grado di produrre fino a 300 mila accumulatori l'anno. Inoltre, grazie a 900 milioni di euro di investimenti, è stata aumentata la produzione di componenti destinati a modelli di altre fabbriche come le BMW iX1, iX2, i4, i5 e iX.

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Opel Grandland - (Anche) elettrica e più ambiziosa: la seconda serie è in arrivo

4 Ruote - Mar 01,2024

Il 2024, per la Opel, sarà l'anno delle Suv. La gamma a ruote alte del Blitz si rinnoverà con la Frontera, erede spirituale della Crossland nel posizionamento ma molto diversa per caratteristiche (c'è la concreta possibilità di avere interni fino a 7 posti) e, anzitutto, per il nome. Continuerà invece a chiamarsi Grandland la sport utility di taglia maggiore, in consegna dalla fine dell'estate e pronta a svelarsi entro la fine della primavera. Assemblata nello stabilimento di Eisenach sulla piattaforma Stla Medium (la stessa della Peugeot 3008 e della futura DS assemblata a Melfi), la Suv tedesca rimarrà, per dimensioni, nel cuore del segmento C, alzando però il tiro (e il listino) con un'inedita versione elettrica, cui faranno da ancelle varianti ibride, mild e plug-in.

Come cambia. Il salto generazionale e l'arrivo del nuovo pianale dovrebbero provocare una fisiologica, anche se non stravolgente, lievitazione degli ingombri. Volendo dare dei numeri, la seconda serie della Grandland potrebbe arrivare a 4,60 metri di lunghezza (oggi si ferma a 4,48), offrendo una buona abitabilità interna, favorita da lamierati piuttosto regolari, meno sportiveggianti rispetto per esempio a quelli della cugina 3008. In confronto alla serie uscente, invece, avrà un design più muscolare e un'immagine più premium. Favorita da un'ulteriore evoluzione del Vizor la caratteristica mascherina delle Opel -, che erediterà alcuni tratti dalla concept Experimental vista a Monaco, a partire dalle luci a Led sottili.   

Abitacolo più tech. La recente cancellazione dai piani prodotto della Manta, che era attesa nel 2025, promuoverà la Grandland al ruolo di ammiraglia (almeno fino ad ulteriori sviluppi della gamma). Anche per questo motivo, perciò, questa Suv media è chiamata ad alzare l'asticella su tutti i fronti, compresi gli interni, sottoposti a revisione completa, con particolare attenzione alle tecnologie di bordo. Di certo, a elevare lo status della Grandland contribuirà l'inedita variante elettrica, che andrà posizionandosi al vertice di una gamma multienergetica.

Bev, ma non solo. Sul fronte a emissioni zero, l'offerta non dovrebbe differire molto da quella della E-3008, che è proposta in tre varianti che combinano due tagli di batteria Nmc (da 73 e 98 kWh) con il powertrain monomotore da 210 o 230 CV (in base agli accumulatori abbinati) e con quello dual motor da 320 CV (solo Long Range). Sulla francese, che adotta una rete di bordo a 400 Volt, l'autonomia stimata varia da 525 a 700 km a seconda delle versioni. Ma la nuova Grandland non sarà unicamente a elettroni. I clienti potranno scegliere anche soluzioni che puntano ancora sull'endotermico; nella fattispecie, il listino contemplerà anche una variante Hybrid mossa dal tre cilindri 1.2 turbobenzina elettrificato da un sistema a 48 Volt, dalla potenza di 136 cavalli, mentre a metà del prezzario si piazzerà la variante Phev di nuova generazione.  

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Skoda - "Venderemo motori a combustione fino al 2035"

4 Ruote - Mar 01,2024

Fino a qualche mese fa, i costruttori facevano a gara a chi anticipava lo stop all'offerta di veicoli con motori a combustione interna. Ora, la situazione è cambiata e non sono poche le realtà ad aver innestato la retromarcia, perché se prima l'imperativo era quello di adeguarsi ai voleri della politica, oggi il nuovo mantra è soddisfare le richieste di consumatori ancora desiderosi di acquistare modelli termici. Lo dimostrano le dichiarazioni dell'amministratore delegato della Skoda, Klaus Zellmer, che, in un'intervista ad Auto Motor und Sport, ha rivelato l'intenzione di offrire vetture a benzina e diesel fino alla fine legale dei motori a combustione prevista, salvo sorprese, per la metà del prossimo decennio.

I desideri del mercato. Dunque, la Freccia alata manterrà in gamma i modelli tradizionali fino al 2035."Fino ad allora, offriremo ai nostri clienti ciò che richiedono: dai motori diesel e benzina agli ibridi leggeri, dalle ibride plug-in ai veicoli elettrici a batteria", ha spiegato Zellmer. "Per noi non si tratta di partecipare alla competizione per l'ultimo motore a combustione, ma di concentrarci sui desideri dei nostri clienti". Con queste dichiarazioni, il manager conferma dunque i segnali emersi negli ultimi mesi su un rallentamento della domanda per le elettriche: "Negli ultimi mesi mi è diventato molto chiaro che se i consumatori sono riluttanti a rispondere al tema delle Bev, allora abbiamo bisogno di soluzioni alternative. Una è l'ibrido plug-in", ha precisato Zellmer. "Ci sono profili di utilizzo in cui un veicolo elettrico ha senso al 100%, ma per altre persone l'ibrido plug-in è estremamente attraente. Questa è la tecnologia giusta su cui abbiamo riposto la nostra fiducia". Inoltre, il responsabile della Skoda ha fatto presente come la recente decisione del governo tedesco di porre fine agli incentivi abbia generato "una certa disillusione" tra i consumatori. "Questo mi riporta al mio punto: è il cliente a decidere", ha concluso Zellmer, facendo così eco ad analoghe dichiarazioni del presidente della Toyota, Akio Toyoda

I segnali dalla Spagna. Le parole del manager tedesco suggeriscono la possibilità che all'interno dell'intero gruppo Volkswagen sia in atto una revisione delle strategie di elettrificazione. In tal senso, ulteriori conferme arrivano dalla Spagna e in particolare dal direttore della produzione di VW Navarra, ossia dello stabilimento della Volkswagen a Pamplona, che fino a qualche mese sembrava destinato a sfornare solo elettriche tra circa quattro anni. "L'impianto è pronto a continuare a produrre auto termiche oltre il 2028", ha dettoMiguel ngel Grijalba a La Tribuna de Automoción, sottolineando la disponibilità dell'intera struttura a produrre "ciò che chiedono" i vertici del gruppo e che l'eventuale richiesta "dipenderà dalla domanda". Dunque, a differenza del passato, lo stop alle auto tradizionali a Pamplona per il 2028 non è più scritto sulla pietra.

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Stellantis - Il settore auto sciopera a Torino

4 Ruote - Mar 01,2024

I sindacati chiamano alla mobilitazione i lavoratori torinesi del settore auto. L'assemblea dei delegati di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e Aqcfr (Associazione Quadri) ha deciso di proclamare in aprile uno sciopero provinciale di otto ore, con annessa manifestazione dei dipendenti di Stellantis e delle aziende dell'indotto, per chiedere la salvaguardia e il rilancio del comparto. Non solo si tratta della prima iniziativa sindacale unitaria dopo quasi 15 anni, ma è anche la prima in assoluto indetta da tutte e sei le sigle legate al comparto automobilistico e, in particolare, alle attività un tempo nell'orbita della Fiat.

L'obiettivo. "La mobilitazione - si legge in un comunicato congiunto - sarà organizzata con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni locali, il governo e il sistema industriale automotive sulla profonda crisi che sta attraversando il settore auto a Torino. Il tavolo automotive e quelli di crisi al Mimit non hanno ancora dato risposte adeguate. Le organizzazioni sindacali chiedono un impegno concreto affinché vengano portate nuove produzioni a Torino e affinché l'intero comparto sia sostenuto ad affrontare i contraccolpi occupazionali del processo di transizione". Prima della manifestazione provinciale di aprile, a cui è prevista la partecipazione anche dei segretari nazionali delle sei siglie sindacali, si svolgeranno le assemblee dei lavoratori in tutte le aziende del comparto automotive.

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Su 4R di marzo - Autovelox, il tesoro dei sindaci

4 Ruote - Mar 01,2024

L'Italia è la terra degli autovelox fissi. Ce ne sono 11.130, contro i 7.770 della Gran Bretagna, i 4.700 della Germania e i 3.780 della Francia. Eppure tutta questa apparente attenzione nei confronti della sicurezza non si riflette in dati positivi in termini di vittime della strada: il nostro Paese si piazza costantemente sopra la media dell'Unione Europea nel tasso di decessi per milione di abitanti. Tutto questo dispiego di autovelox, quindi, non sembra così efficace. invece di sicuro benefico per i bilanci dei Comuni, che ogni anno incassano qualcosa come più di 1,6 miliardi di euro dalle multe stradali. A questo proposito, vi sono casi davvero clamorosi, che analizziamo nel numero di Quattroruote di marzo 2024.

Numeri pazzi. La classifica dei capoluoghi di provincia che nel 2022 l'ultimo anno di cui sono disponibili i dati hanno guadagnato di più è guidata da Firenze, che ha registrato un incasso di oltre 23 milioni di euro, pari a quasi il 50% dei proventi da multe: numeri enormi sia in assoluto, visto che non stiamo certo parlando della città italiana più popolata, sia in termini percentuali sul totale degli incassi derivati da multe, anche se sotto questo profilo il capoluogo toscano è solo al sesto posto, preceduto da Potenza (dove si sfiora il 77%), Rieti, Treviso, Grosseto e Belluno. Ma le distorsioni più eclatanti si notano analizzando i dati dei piccoli Comuni. Come Paupisi (BN), per esempio, dove il 100% degli incassi da multe, per una cifra di 1 milione e mezzo di euro, è ottenuto dagli autovelox. O come Melpignano (LE), che ha appena 2 mila abitanti, ma che da un apparecchio piazzato sulla s.s. 16 Lecce-Maglie ha ricavato oltre 2 milioni e mezzo di euro, quasi come Torino. In ogni caso, la sensazione che molti Comuni utilizzino i dispositivi di controllo delle velocità quasi esclusivamente per fare cassa è evidente. E da molto tempo. Il risultato è che si crea una tale situazione di malcontento, tra gli automobilisti, da facilitare il proliferare assolutamente deprecabile di giustizieri fai da te come il cosiddetto Fleximan. Intanto il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha preannunciato un giro di vite sugli autovelox, ossia un decreto che ne disciplini le modalità di collocazione e l'utilizzo, così da limitare gli abusi.

 

 

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