Stellantis - Ancora stallo dopo il tavolo al ministero
Il braccio di ferro tra governo e Stellantis continua e anche l'ultima puntata del Tavolo Automotive, tenutasi oggi al Mimit (ministero delle Imprese e del Made in Italy), sembra portare a un nulla di fatto, con le parti arroccate sulle proprie posizioni. Da un lato, il ministro Adolfo Urso ha chiesto al costruttore di "assumersi la responsabilità del rilancio dell'auto italiana", con un "vero e significativo piano industriale", e al tempo stesso ha invocato nuovamente una revisione delle normative sulle emissioni per il 2025, per "rimuovere la follia delle euromulte"; dall'altro, Stellantis afferma di "avere un piano per l'Italia" e auspica, al contrario, che l'Europa mantenga le regole attuali "per garantire stabilità: modificare ora gli obiettivi avrebbe effetti negativi perché l'industria automobilistica opera su tempi molto lunghi", ha detto Daniela Poggio, vicepresidente Communication & Public Affairs di Stellantis Italia. Insomma, le posizioni sono distanti se non agli antipodi, soprattutto sul futuro. Delusi i sindacati, che di fronte all'ennesimo stallo richiedono "la convocazione di un incontro con Stellantis presso la presidenza del Consiglio", definendo "controproducente" il Tavolo e "incapace di invertire la pericolosa deriva" del settore.
L'attacco di Urso. Chiediamo un vero, significativo e chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni stabilimento in Italia e che preveda un significativo aumento degli investimenti nel nostro Paese", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nell'incontro con Stellantis. "Come dimostrano le mozioni parlamentari approvate alla Camera e lo stesso sciopero, vi è una condivisione generale, una piena unità di intenti, dal Parlamento ai sindacati, dalle Regioni alla filiera della componentistica" ha aggiunto Urso, sottolineando come tutte le parti chiedano al costruttore "di impegnarsi concretamente per il rilancio dell'industria dell'auto e per la salvaguardia dei posti di lavoro" e "di dare all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat". Nello specifico, il ministro chiede "indicazioni e dati precisi, impegni sulle risorse e sui nuovi modelli, investimenti sulla ricerca e sulla formazione, sulle nuove piattaforme produttive e quindi sulla componentistica", affermando che il governo è "disposto a mettere in campo ciò che è necessario per sostenere questo sforzo, con politiche nazionali ed europee adeguate". Su quest'ultimo punto, però, non mancano frizioni tra le parti, sia sul tema degli incentivi sia sulle politiche da perseguire a Bruxelles: "Quest'anno abbiamo investito un miliardo di euro di intesa con Stellantis", ha continuato Urso, "secondo cui la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. accaduto esattamente il contrario. Quindi, come preannunciato, non la riproporremo più. Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell'offerta, a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell'automotive". In campo europeo, poi, Urso continua a richiedere una revisione dei regolamenti per il 2025: "Dobbiamo rimuovere la follia delle euromulte che scatteranno dal primo gennaio prossimo: è questo il motivo principale che sta portando alla chiusura degli stabilimenti", ha detto il ministro: "Per sfuggire alla tagliola delle multe le case hanno tre vie, tutte suicide per l'industria: ridurre la produzione di auto endotermiche per scendere sotto la proporzione fissata tra auto elettriche vendute e auto endotermiche; aumentare la vendita di auto elettriche nella propria rete, come sta facendo Stellantis, certificando e vendendo le auto del proprio socio Leapmotor importate dalla Cina; oppure, in ultima istanza, comprando le quote di crediti CO2 da Tesla. In ogni caso, si accelera la crisi della produzione europea. Si condannano l'auto e il lavoro europeo. Una follia che dobbiamo subito scongiurare".
La replica di Stellantis. A rappresentare Stellantis al tavolo del ministero c'erano Daniela Poggio, il responsabile delle risorse umane e della relazioni industriali, Giuseppe Manca, e la managing director, Antonella Bruno. Il costruttore ha replicato a Urso "di avere un piano per l'Italia" e di voler "lottare per difendere la sua leadership" nel nostro Paese, aggiungendo di "non avere intenzione di chiudere alcuno stabilimento, né di fare licenziamenti collettivi". Il gruppo automobilistico ha però espresso nuovamente vedute divergenti da quelle del governo sul piano delle politiche comunitarie nel settore: "In questo momento di transizione - ha detto Poggio - le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025 erano noti fin dal 2019. Modificare adesso gli obiettivi avrebbe effetti negativi", ha aggiunto la responsabile della comunicazione del gruppo, "perché l'industria automobilistica opera su tempi molto lunghi. Il piano strategico Dare Forward 2030 prevede la decarbonizzazione entro il 2038 sia dei veicoli sia dei processi produttivi. E di raggiungere entro il 2030 la vendita del 100% di veicoli elettrici in Europa e il 50% in Usa. Un investimento di 50 miliardi di euro. Modificare la regolamentazione in corsa non è una buona idea, perché il mondo non tornerà indietro sull'elettrificazione e l'Italia è un Paese esportatore. La riconversione (all'elettrico, ndr) comporta un maggiore costo dei veicoli del 40%, e questo è il principale problema che non abbiamo ancora risolto: la politica fa le leggi, noi le rispettiamo", ha dichiarato ancora la portavoce di Stellantis. Insomma, la linea è la stessa già dettata da Carlos Tavares, contrario alla revisione delle regole.
I sindacati "chiamano" Meloni. Delusa la terza parte seduta al tavolo, i sindacati. Presenti i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm, Ugl metalmeccanici, Acqcfr, Fismic, Anfia, e delle Regioni in cui sono insediati gli stabilimenti del gruppo (Piemonte, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Abruzzo, Emilia-Romagna). "Ribadiamo la richiesta di convocazione di un incontro con Stellantis presso la presidenza del Consiglio", spiega la Uilm. "Il Tavolo Automotive, aperto da oltre un anno, si è dimostrato finora non solo inefficace, ma addirittura controproducente. L'aggiornamento al 16 dicembre presso il Mimit, proposto dal ministro Urso, rischia di rappresentare una ennesima pericolosa dilazione. Le proposte di rilancio del settore automotive, elaborate nelle sessioni tecniche all'unanimità, sono state lasciate inspiegabilmente cadere. Anzi, il ministero ha di fatto interrotto le trattative per quasi un anno, permettendo che le cose precipitassero e che la produzione passasse dai circa 800 mila veicoli del 2023 agli scarsi 500 mila attuali. L'incontro di oggi al Mimit non è riuscito a invertire questa pericolosa deriva, né è riuscito a risolvere le questioni più urgenti, come il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, senza il quale avremo ondate di licenziamenti nelle imprese dell'indotto, e la riduzione del costo dell'energia, più alto che in qualsiasi altro grande paese europeo. L'unico punto su cui esprimiamo sintonia col Mimit è la necessità di ottenere una modifica del micidiale regolamento europeo che sostanzialmente impone già nel 2025 quote di auto elettriche impossibili da vendere".
Jaguar - Design Vision Concept, il futuro è elettrico
Il nuovo capitolo della storia Jaguar inizierà dal 2 dicembre, quando alla Miami Art Week sarà svelata la Design Vision Concept: il prototipo, mostrato per ora con pesanti camuffature, anticipa la berlina di nuova generazione che darà via al completo rinnovamento della gamma del marchio nel segno dell'elettrico.
Pronta nel 2025. In contemporanea con la presentazione della concept, la Jaguar avvierà i test della berlina definitiva su strada e negli impianti specializzati, dopo decine di migliaia di chilometri già percorse nelle simulazioni virtuali. L'obiettivo è quello di presentare la versione di serie entro la fine del 2025.
Lo stile sarà unico. La Design Vision Concept anticipa l'erede spirituale delle grandi berline sportive Jaguar, definita nel comunicato stampa come una "GT a 4 porte" e caratterizzata, a giudicare dai prototipi, dal un cofano particolarmente lungo e dalla linea di cintura molto alta, che porta a uno sviluppo dinamico e raccolto del padiglione. Nel frontale sono visibili una grande presa d'aria inferiore e una mascherina centrale tradizionale nonostante il powertrain elettrico: potrebbero rappresentare un legame con lo stile del passato.
Una piattaforma specifica per tutte le Jaguar. La piattaforma modulare JEA (Jaguar Electric Architecture) debutterà con la berlina e sarà poi estesa agli altri modelli. Lo sviluppo indipendente rispetto alla gamma Land Rover ha permesso di avere assoluta libertà nelle scelte tecniche e nello sviluppo, ma per il momento non sono stati diffusi dati tecnici se non quello relativo all'autonomia, che dovrebbe avvicinarsi ai 700 km.
Fiat - Una mostra per i 125 anni della Casa torinese
Per i 125 anni dalla fondazione della Fiat, al Museo Nazionale dell'Automobile di Torino apre i battenti dal 15 novembre al 4 maggio del 2025 la mostra 125 volte Fiat, che celebra la storia dell'azienda, nata nel 1899 con il nome di Fabbrica Italiana Automobili Torino.
La mostra. Curata da Giuliano Sergio e realizzata con la collaborazione del Centro Storico Fiat e dell'Heritage Hub, ripercorre la storia della Casa analizzando l'impatto sociale e il patrimonio artistico e visivo che ha prodotto e ispirato nell'arte, nel cinema e nel design. All'interno della mostra sono esposte nove tra le vetture più importanti della Fiat, tra cui la 508 Balilla del 1932, la 500 A Topolino del 1936, la Panda 30 del 1982 e la nuova 500e. Accanto alle auto una ricca presenza di opere d'arte, memorabilia, documenti d'archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi.
Le Fiat che non ti aspetti. In parallelo alla mostra, sempre dal 15 novembre, prende il via la rassegna Insolite e sorprendenti Fiat, che presenta le auto e i modelli meno famosi e conosciuti della Casa torinese, che si distinguono per il design, la tecnologia e le scelte innovative, senza trascurare il lato più ludico. Tra le auto esposte la Fiat 520 degli anni '20, la concept car Fiat Scia del 1993, il prototipo elettrico Fiat Vanzic del 1995, ma anche la Fiat 500 C Giardiniera Legno, la 600 Multipla e la Panda Militare Steyr Puch. E poi la Uno Turbo Trofeo, la Panda Jolly, la 500 Barbie Edition e la Qubo Spiaggina.
BYD Sealion 7 - Scatta forte, ma l'obiettivo è il confort
Piacevole a guardarsi e ad abitarsi, morbida a guidarsi, la BYD Sealion 7 arriva sul mercato italiano con le sue misure generose, da segmento D (4,83 metri), che la mettono faccia a faccia con la sua rivale per eccellenza, la Tesla Model Y. A trazione posteriore o integrale (dual motor), la nuova Suv-coupé sfodera fino a 530 cavalli, 502 km di autonomia nel ciclo WLTP e una batteria, nel taglio più grande, da 91,3 kWh. Prezzi? Si parte da 47.990 euro, con le prime consegne previste entro la fine dell'anno.
Formula rodata. I numeri dicono che la carrozzeria Suv-coupé piace agli automobilisti europei, ancor più a quelli italiani. Ed è con la Sealion 7 che la BYD punta a conquistarli: coda compatta, lunotto piccolo, spalle larghe e cerchi oversize. Nulla che non si sia già visto, ma l'appeal è assicurato.
Moderna, senza strafare. All'interno, la Sealion 7 tiene fede alle aspettative di chi cerca un ambiente premium. Basato sul tema nautico, l'abitacolo propone una plancia dalle linee pulite e moderne: ci sono una strumentazione digitale dietro al volante e pure un head-up display. Sulle razze ci sono ancora i pulsanti fisici e, dietro, le classiche leve per frecce e abbaglianti. Senza contare che la leva del cambio, seppur piccola, è lì dove te l'aspetti, poco sopra al tasto d'accensione. Semmai, bisogna tenere a mente che per tutte le funzioni, come ormai di consueto, bisogna passare dal grande display da 15,6 pollici. Il sistema operativo, però, funziona bene ed è rapido; quindi, è solo questione di pratica.
I motori. Il listino prevede una variante a motore singolo da 313 CV (6,7 secondi per lo 0-100, 482 km di autonomia e batteria da 82 kWh) e una dual motor a trazione integrale da 530 CV totali, come detto. Quest'ultima (provata) scatta da ferma a 100 km/h in 4,5 secondi, fino a raggiungere la velocità massima autolimitata di 215 km/h.
Batteria portante. Sotto la carrozzeria sportiveggiante si nasconde la tecnologia Cell-to-Body: la batteria fa parte integrante dellastruttura del veicolocon la copertura superiore che funge anche da pavimento dell'abitacolo, permettendo di ottimizzare anche lo spazio interno. Di serie (ma ormai è la norma per le elettriche più recenti) c'è la pompa di caloread alta efficienza, che sfrutta il calore dissipato dalla trasmissione elettrica per massimizzare l'autonomia, soprattutto nei periodi più freddi dell'anno.
Ricarica rapida. Parlando di batteria, si può contare su un picco di ricarica in corrente continua (CC) di 230 kW, il che consentirebbe di "bruciare" il 10-80% in appena 24 minuti. Non male, considerando la generosa capienza della batteria (91,3 kWh), decisamente superiore rispetto a quanto offerto da Tesla sulla Model Y (75 kWh nella variante più capiente): certo, poi l'importante sarà capire come la Sealion 7 amministrerà l'energia a disposizione. In attesa del nostro Centro Prove, posso anticiparvi che a conclusione della mia prima guidata, svoltasi attorno a Francoforte, il computer di bordo indicava una carica residua del 50%, per circa 360 km rimanenti.
Come va. Consumi a parte, la Sealion 7 è piacevole: la posizione di guida alta, ma ben configurabile grazie alle tante regolazioni elettriche, mette tutti d'accordo. Dalle grandi superfici vetrate, in primis dal tetto di 2,1 metri quadrati, filtra sempre tanta luce. Solo il lunotto appare un po' piccolino, del resto parliamo di una coupé. L'insonorizzazione curata, un impianto stereo di alto livello (firmato Dynaudio) e i sedili particolarmente comodi permettono di macinare tanta strada senza sforzi. Ecco, il confort è di sicuro la dote migliore della Sealion 7: la concorrenza non manca (Volkswagen ID.5, Ford Explorer, Tesla Model Y, come detto, o Renault Scenic) e sarà molto interessante vedere come reagirà la clientela italiana.
Cop 29 di Baku - Meloni rilancia il nucleare e difende i combustibili fossili
I record segnati dalle rinnovabili nel nostro Paese non bastano. L'Italia e il mondo stesso hanno bisogno di energia e nella strenua ricerca di nuove fonti emerge con forza il nucleare. Anche in Italia. Alla Cop29, la conferenza sul clima dell'Onu in corso a Baku, la premier Giorgia Meloni ha rilanciato la tecnologia che gli italiani hanno bandito con il referendum del 1987 e poi confermato la scelta in quello del 2011.
Non ci sono alternative. "Al momento non c'è alternativa ai combustibili fossili, dobbiamo avere una visione realistica", ha detto Meloni dal podio, "Dobbiamo usare tutte le energie a nostra disposizione, non solo le rinnovabili, anche i biocarburanti e la fusione nucleare. L'Italia è all'avanguardia nella fusione nucleare, nell'ambito della nostra presidenza del G7, abbiamo organizzato il primo incontro del World Fusion Energy Group, promosso dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Intendiamo rilanciare questa tecnologia, che potrebbe cambiare le carte in tavola".
Critiche e opportunità. Secondo Meloni, il governo è "al lavoro per una nuova diplomazia energetica e per moltiplicare le opportunità di cooperazione tra il Nord e il Sud del mondo. Sono una madre, e come madre niente mi dà più soddisfazione di quando lavoro per politiche che consentiranno a mia figlia e alla sua generazione di vivere in un posto migliore". Critiche da Greenpeace, Legambiente e WWF, ma la rinnovata attenzione verso l'atomo non è solo italiana. A oggi, il nucleare fornisce il 9% dell'energia globale e a fare notizia sono soprattutto aziende tecnologiche come Google, Microsoft e Amazon che stanno pensando di impiantare piccoli reattori modulari (i cosiddetti SMR) o riaprire centrali in disuso per alimentare i loro data center negli Stati Uniti, soprattutto in vista dell'energivora intelligenza artificiale.
Honda Passport - Missione off-road
Honda presenta la quarta generazione della Passport, la Suv cinque posti sviluppata espressamente per il mercato americano. La vettura, che debutterà nelle concessionarie nel corso del 2025, è stata radicalmente ripensata rispetto alla versione uscente seguendo il trend del segmento e le richieste dei clienti.
Più off-road. L'elemento chiave del progetto è la maggiore capacità di muoversi in fuoristrada: la Passport è diventata infatti più robusta e aggressiva sia dal punto di vista stilistico che tecnico. Le sospensioni sono ora dotate di elementi in alluminio rinforzati ed è stato ridisegnato il multilink posteriore, inoltre è stato fatto spazio a bordo per una ruota di scorta di dimensioni standard. A cambiare è anche la piattaforma: il passo è stato allungato di 71 mm e sono più ampie anche le carreggiate, con i passaruota che ospitano pneumatici da 31" su cerchi da 18".
Due schermi e un tavolo da picnic. L'abitacolo mantiene il classico approccio razionale delle Honda, ma sono previste dotazioni al passo con i tempi. La strumentazione digitale da 10,2" propone grafiche personalizzabili, mentre l'infotainment è gestito dallo schermo da 12,4" con software sviluppato da Google e nuovo pacchetto di telecamere TrailWatch per la guida in fuoristrada. Oltre a migliorare la capacità del vano bagagli la Honda ha deciso anche di riproporre una dotazione divenuta famosa in passato sullaCR-V: il tavolo da picnic pieghevole utilizzato anche come divisorio del vano.
Cambio e trazione integrale sono nuovi. Il propulsore è un'evoluzione del precedente V6 3.5 benzina aspirato, ora capace di 285 CV, ma è inedito il cambio automatico dieci marce abbinato alla trazione integrale i-VTM4 aggiornata, capace di inviare fino al 70% della coppia all'asse posteriore. Per i clienti che amano il fuoristrada è stato sviluppato l'inedito allestimento TrailSport Elite al top della gamma.
Elon Musk - L'ingresso alla Casa Bianca è ufficiale: ecco tutti i suoi incarichi
Elon Musk entra ufficialmente nello staff del prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. A formalizzare l'incarico è stato lo stesso tycoon con un comunicato col quale ha assegnato a Musk e all'imprenditore Vivek Ramaswamy il ruolo di responsabili del Department of Government Efficiency, nuovo ministero incaricato di "smantellare la burocrazia governativa, ridurre le normative eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali". Il più ricco uomo del pianeta aggiunge così un nuovo incarico a un elenco sempre più lungo di mansioni apicali. Di seguito un breve riassunto.
Le sue aziende. Musk è amministratore delegato della Tesla. Della Casa automobilistica è anche il principale azionista, con oltre 411 milioni di azioni, pari al 12,95% del capitale. Ed è proprio la Tesla, con la sua recente ascesa borsistica (ha superato di nuovo la soglia dei mille miliardi di capitalizzazione di mercato), a fornire il maggior contributo a patrimonio dell'imprenditore di origine sudafricane: secondo i calcoli della Bloomberg, ha una fortuna di quasi 335 miliardi di dollari. Un'altra importante azienda è SpaceX: valutata oltre 200 miliardi di dollari, è il veicolo con cui Musk sta scommenttendo sul settore aerospaziale e che rischia di generare non pochi conflitti di interesse con il suo nuovo ruolo alla Casa Bianca a causa delle commesse miliardarie della Nasa.
L'uccellino e le startup. E poi c'è l'ex Twitter, oggi X.com e diventata la cassa di risonanza delle sue spesso controverse idee e opinioni e, soprattutto, della sua campagna di sostegno a Trump. Musk ha acquistato l'azienda nel 2022 per 44 miliardi di dollari, ma la valutazione è ormai crollata: il colosso degli investimenti Fidelity, ancora titolare di un sostanziosto pacchetto di azioni, ha indicato un valore di poco meno di 10 miliardi. Musk è anche al timone di aziende che possono essere considerate ancora come delle startup: per esempio, guida come amministratore delegato Neuralink, società che sta sviluppando principalmente due dispositivi: un microchip neurale e un robot chirurgico. Di recente, l'imprenditore si è anche lanciato nell'arena dell'intelligenza artificiale, lanciando xAI. La startup, stando a indiscrezioni del Wall Street Journal, sarebbe in trattative per una raccolta fondi sulla base di una valutazione di 40 miliardi di dollari.
Tesla Cybercab - Il veicolo a guida autonoma in tournée in Europa
Lo scorso 10 ottobre, nel corso dell'evento We, Robot, la Tesla ha presentato i suoi nuovi mezzi a guida autonoma: il robotaxi Cybercab, lo shuttle Robovan e l'ultima versione dei robot umanoidi Optimus. Come già con il Cybertruck, la Casa americana sta organizzando un tour promozionale in Europa per far conoscere e mostrare dal vivo il Cybercab.
Le tappe in Europa. Il robotaxi a due posti sarà esposto al pubblico in alcuni concessionari Tesla di Francia, Germania, Regno Unito, Olanda, Svezia e Norvegia. Al momento non sono previste tappe in Italia, ma non è escluso che arrivi in un secondo momento, come già accaduto con il pick-up elettrico. Ecco le date del tour europeo del Cybercab:
- 20 novembre - 8 dicembre al Westfield Shopping Centre di Londra
- 22 novembre - 8 dicembre al Tesla Mall di Berlino
- 23 novembre - 8 dicembre al Tesla Paris-Madeleine
- 16 dicembre - 31 dicembre ad Amsterdam
- 14 dicembre - 31 dicembre al Tesla Center di Skyen, a Oslo
- 14 dicembre - 31 dicembre al Tesla Store di Stoccolma: in quest'occasione sarà possibile anche salire a bordo e sperimentare la guida autonoma in un percorso chiuso al pubblico
Il cybercab. Piccola coupé a due posti con portiere che si aprono verso l'alto, il Cybercab manca di specchietti (sostituiti da telecamere) e di prese per i cavi: nel prototipo presentato a Los Angeles, l'auto si ricarica a induzione, sfruttando apposite piastre annegate nel pavimento. Nell'abitacolo ci sono solo i due sedili e il grande schermo centrale: nessun volante o comando per la guida. Ancora sconosciuti dati tecnici, prezzo (anche se Elon Musk ha detto che dovrebbe costare meno di 30 mila dollari) e data di arrivo sul mercato, condizionata soprattutto dalla presenza di una normativa che ne permetta la circolazione su strada.
Chery - Export a livelli record
Per la prima volta nella sua storia, la Chery supera la soglia del milione di veicoli prodotti in Cina ed esportati nel resto del mondo. Per celebrare l'importanza dell'evento, il costruttore cinese ha perfino organizzato una cerimonia al porto fluviale della città di Wuhu, nella provincia dell'Anhui: 332 esemplari di Omoda 5 sono stati caricati su un cargo diretto a Shanghai e, quindi, in Belgio.
Crescita continua. L'evento è l'ennesima dimostrazione dell'ascesa dei costruttori cinesi sui mercati internazionali e ancor di più della stessa Chery. Nei primi dieci mesi dell'anno, secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers, la Cina ha esportato 4,1 milioni di autovetture, di cui 940 mila dell'azienda di Wuhu. Dunque, quasi un quarto dell'export automobilistico cinese fa capo proprio alla Chery, che ormai da mesi contende alla Saic la vetta di maggior esportatore di vetture del Dragone. Tra l'altro, il costruttore fondato nel 1977 e controllato dalle autorità municipali della città natale, ha segnato un altro record: le sue esportazioni hanno raggiunto quota 4,3 milioni, quanto basta per rendere la Chery la prima realtà cinese a superare la soglia dei 4 milioni. A spingere le performance commerciali sono stati soprattutto i modelli Tiggo 7, Tiggo 8, Jetour Traveler e Jetour X70.
Tesla Cybertruck - Ennesimo richiamo per il pick-up di Elon Musk
Ancora problemi per il Cybertruck, il pick-up elettrico della Tesla, giunto al suo sesto richiamo nell'arco di un anno. Stando al rapporto presentato all'Nhtsa, l'ente statunitense che si occupa di sicurezza stradale, il problema riguarda un inverter difettoso che potrebbe portare a perdite improvvise di potenza mentre si guida, con conseguente rischio di incidente.
Sostituzione gratuita. Il difetto coinvolge tutti i pick-up prodotti fino allo scorso 30 luglio, quando il componente è stato sostituito in linea di produzione. La Casa di Elon Musk inizierà la procedura di richiamo il prossimo 9 dicembre, contattando direttamente i proprietari interessati dal problema, invitandoli in officina per la sostituzione gratuita dell'inverter difettoso. Nei mesi scorsi sono state aperte cinque segnalazioni di guasti in garanzia, ma la Tesla al momento non ha segnalazioni di incidenti o feriti legati a questo specifico problema.
Gli altri richiami. In questo primo anno di commercializzazione, il Cybertruck è già stato oggetto di altri cinque richiami: un problema software legato alla telecamera di retromarcia, sovraccarichi al motore del tergicristallo e tenuta del rivestimento del pianale, l'acceleratore che rischiava di rimanere bloccato e un difetto nel software di monitoraggio dell'attenzione del conducente che ha coinvolto l'intera gamma della Casa americana.
Geely - Lynk & Co passerà sotto il controllo di Zeekr
Il gruppo Geely si appresta a mettere ordine nel suo ampio portafoglio di marchi automobilistici. Secondo la Reuters, la Lynk & Co, attualmente controllata dalla holding cinese e dalla Volvo, passerà sotto il controllo della Zeekr nel quadro del piano di riorganizzazione e ottimizzazione della struttura operativa e dei costi anticipato lo scorso settembre dal presidente e fondatore del gruppo Li Shufu.
L'operazione. L'operazione prevede che la Zeekr acquisti l'intera quota del 30% detenuta dalla Volvo e un ulteriore 20% da Geely, per poi salire al 51% grazie alla sottoscrizione di un aumento di capitale. Il restante 49% continuerà a essere posseduto dal conglomerato cinese, proprietario di diversi altri brand come Lotus, Polestar, London Electric Vehicle Company e la stessa Geely, nonché azionista rilevante della Mercedes-Benz e dell'Aston Martin. L'intera transazione, basata su una valutazione del marchio Lynk di circa 18 miliardi di yuan (2,36 miliardi di euro al cambio attuale), deve ancora essere definita nei dettagli. Ecco perchè si parla di tempi ancora lunghi (il perfezionamento è previsto per il prossimo mese di giugno) e la Geely ha preferito non rilasciare alcun commento.
Gli obiettivi. A ogni modo, l'operazione ha una sua logica strategica. Li Shufu ha sottolineato la necessità di migliorare l'efficienza operativa e di ridurre i costi dopo l'aggressiva campagna che ha portato il conglomerato cinese a rilevare tanti marchi, forse anche troppi. A tal proposito, l'imprenditore ha sollecitato la dirigenza a chiarire il posizionamento di ogni singolo brand per evitare quelle sovrapposizioni di prezzo e prodotti che accomunano proprio Zeekr e Lynk. Le prime due vetture a batteria della Lynk, la Z10 e la Z20, sono basate sulla stessa architettura utilizzata dalle vetture Zeekr, mentre i modelli ibridi sfruttano un pianale sviluppato da Geely e Volvo. L'operazione sembra inoltre rientrare in una revisione delle responsabilità interne. La Zeekr sta infatti assumendo un ruolo di crescente responsabilità all'interno del gruppo Geely, con la guida di tutte le operazioni nel campo dell'innovazione per i veicoli elettrici e connessi e il compito di condividere i risultati delle sue attività di ricerca con tutti gli altri brand. Inoltre, il marchio, nonostante sia nato solo tre anni fa, è già in forte ascesa: nei primi nove mesi dell'anno ha venduto 143 mila vetture, l'81% in più rispetto al pari periodo dell'anno scorso, grazie a solo sei modelli in gamma, mentre la Lynk, con nove prodotti, ha commercializzto circa 195 mila veicoli, il 40% in più. Inoltre, la Zeekr è stata quotata sulla Borsa di New York lo scorso maggio e da allora le azioni hanno messo a segno un rialzo di quasi il 40%, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 7,3 miliardi di dollari.
Bambini - Maple ed Elm, l'esordio di Thule nei seggiolini auto
Dopo i portatutto e le tende da tetto, Thule apre un altro capitolo dedicato al mondo auto con i seggiolini per bambini. Nella nostra guida alla scelta e all'installazione abbiamo già visto come sono cambiate le norme a riguardo e i due modelli d'esordio, Maple ed Elm, sono ovviamente in linea con le direttive.
Fino a 105 cm. Il primo prodotto, Maple, è un ovetto dedicato ai bimbi fino a 75 centimetri (le nuove norme seguono l'altezza e non più il peso), può essere agganciato al sedile con le cinture o con Isofix. L'imbottitura promette comodità ma con il giusto ricircolo dell'aria, mentre la copertura cerificata UPF50+ tiene lontani i raggi del sole durante gli inevitabili (e salvifici) sonnolini. Caratteristiche che, copertura esclusa, troviamo anche su Elm, seggiolino pensato per bimbi dai 67 ai 105 centimetri.
C'è anche la base girevole. Sul fronte della sicurezza, entrambi i seggiolini offrono il Thule Impact Protection System, che protegge dagli impatti laterali, posteriori e frontali, e hanno superato i severi test dell'Adac, l'automobile club tedesco. Per semplificare l'installazione, gli svedesi portano sul mercato anche Alfi, base Isofix che permette la rotazione a 180 gradi dei seggiolini così da caricare e scaricare i bambini più agevolmente. Come da tradizione del marchio, parliamo di tre prodotti di fascia alta: Maple è proposto a 280 euro, Elm a 430 e Alfi a 290 euro.
Sicurezza - A Roma, la Polizia di Stato ricorda le vittime della strada
La nostra missione è chiara e segnata: dobbiamo educare le nuove generazioni a comprendere che la strada non è un luogo dove sfidare la sorte, ma uno spazio di vita che merita rispetto, attenzione e responsabilità. Con queste parole il prefetto Renato Cortese, direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato, ha aperto oggi la "Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada".
Valore della vita e rispetto della persona. L'evento, organizzato a Roma dalla Polizia di Stato, è stato dedicato al ricordo delle vittime della strada e alla promozione di una cultura della sicurezza stradale, fondata sul valore della vita e sul rispetto della persona. Elementi di drammatica rilevanza giacché, ha proseguito il prefetto Cortese, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte dei ragazzi sotto i trent'anni.
Familiari delle vittime e studenti. La giornata - svolta presso gli studi cinematografici di Cinecittà - ha visto in sala i familiari delle vittime della strada ed è iniziata con il saluto del direttore del Servizio Polizia Stradale Santo Puccia e l'intervento del direttore generale dell'Ufficio Scolastico della Regione Lazio, Anna Paola Sabatini. L'evento, come da tradizione, ha visto la presenza degli studenti: oltre 800 quest'anno, provenienti da scuole secondarie di II grado di Roma. Gli stessi ragazzi hanno potuto dialogare con il professor Pierluigi Cordellieri, ricercatore della Facoltà di Psicologia della Sapienza Università di Roma, il regista Filippo Lupini, autore del cortometraggio RUN, il professor Fabio Bolzetta, docente della LUMSA, la dottoressa Silvia Frisina dell'Associazione Familiari Vittime della Strada e il dottor Antonio Capodicasa, primo dirigente della Polizia Stradale.
50 palloncini bianchi. L'evento si è concluso con l'intervento dei familiari delle vittime della strada e con il lancio di 50 palloncini bianchi in memoria dei tanti ragazzi che hanno perso la vita sulle strade italiane
Pullman Azzurro e percorsi didattici. Nella zona espositiva esterna, il Foro Romano cinematografico, è stata allestita un'area della legalità con percorsi educativi dedicati alla sicurezza stradale, con il Pullman Azzurro, la Lamborghini Urus e altri mezzi della Polizia Stradale. Una cittadella con mini-auto per i più piccoli e giochi a tema che hanno visto la partecipazione di oltre 600 alunni delle scuole primarie.
Tanti partner per la sicurezza stradale. L'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell'Istruzione e del Merito, il Dipartimento di Psicologia dell'Università La Sapienza di Roma, Fondazione ANIA, ANAS PIARC, Polis Consulting S.r.l., AutoBrennero S.p.A., Gruppo SINA/ASTM, Federazione Ciclistica Italiana, MOIGE, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Gaia von Freymann, Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, A.I.S.C.A.T., Autostrade per l'Italia S.p.A., E.N.E.L., Pirelli S.p.A..
Pneumatici - Bridgestone Duravis All Season EVO, quattro stagioni per le flotte
Bridgestone presenta il nuovo pneumatico Duravis All Season EVO, che sostituisce a listino il precedente Duravis nella gamma M+S quattro stagioni. Questo prodotto, ideale per le flotte, è stato sviluppato per i veicoli commerciali leggeri ed è adatto anche per i veicoli a propulsione elettrica. Sono disponibili 24 misure da 15 fino a 17 pollici, incluse le varianti 10PR ad alto carico.
15% di percorrenza in più. L'evoluzione del prodotto ha riguardato principalmente l'efficienza, la durata e la tenuta sul bagnato con un inedito design direzionale. Secondo i tecnici Bridgestone, che hanno ottenuto l'omologazione in Classe A, il Duravis EVO ha permesso di ridurre la resistenza al rotolamento del 15% e di ottenere un aumento analogo del chilometraggio totale. La tecnologia ENLITEN ha portato in dote un nuovo polimero che aumenta il grip e la rigidità della struttura, migliorando così la durata e la tenuta e aprendo all'uso sui modelli EV grazie alla spalla rinforzata.
Unione Europea - Nuovo allarme dei costruttori: "Il mercato delle elettriche peggiorerà"
L'Acea torna a lanciare l'allarme sulla situazione della mobilità elettrica nell'Unione Europea e sul futuro del settore: nel suo ultimo comunicato, l'associazione fa riferimento a una recente analisi di S&P Global per sottolineare "un peggioramento delle prospettive per il mercato dei veicoli elettrici a batteria, in un contesto economico mutevole": talmente imprevisto da costringere l'industria dell'auto "a rivalutare i trend" previsti nei primi mesi del 2024.
Revisione al ribasso. In particolare, i dati elaborati da S&P Global hanno portato a una "sostanziale revisione al ribasso" delle previsioni sulla quota di mercato delle Bev per il 2025: si passa da 27% ipotizzato alcuni mesi fa ad appena il 21%. Per l'Acea, un calo del genere comporta "una grave battuta d'arresto" nel processo che dovrebbe portare i costruttori a rispettare i limiti alle emissioni di CO2 in vigore dall'anno prossimo, trasformando in grave realtà le multe miliardarie già ipotizzate dal presidente dell'associazione Luca de Meo. Come minimo, la stagnazione delle vendite comporterà "un aumento significativo dei costi di conformità": anche utilizzando lo strumento del pooling per raggiungere gli obiettivi, le Case potrebbero essere comunque costrette a unire le proprie flotte con rivali cinesi e statunitensi, dirottando capitali fuori dall'Europa a spese degli investimenti nel continente.
Rivedere tutto. Per questi motivi, l'Acea si rivolge di nuovo a Bruxelles per chiedere "un riesame solido, completo e immediato" delle attuali normative, visto la "traiettoria diverge nettamente dalle proiezioni precedenti": in sostanza, l'associazione chiede alle istituzioni di guardare alla realtà dei fatti e di tener conto degli ultimi sviluppi economici e geopolitici. Nel dettaglio, sono necessari un "urgente alleggerimento" dei limiti per il 2025 e una "revisione accelerata degli standard" per salvaguardare la competitività dell'industria continentale: "La crisi incombente richiede un'azione immediata", aggiunge il direttore generale dell'Acea Sigrid de Vries. "Tutti gli indicatori delineano un mercato dei veicoli elettrici dell'Ue stagnante in un momento in cui è necessaria un'accelerazione. A parte gli oneri di conformità sproporzionati per i produttori, è a rischio il successo dell'intera politica di decarbonizzazione del trasporto su strada. Apprezziamo il fatto che diversi commissari europei abbiano sottolineato la prevedibilità e la stabilità normativa nelle loro audizioni, ma la stabilità non può essere un obiettivo a sé stante. I produttori hanno investito molto e continueranno a farlo. L'Europa deve rimanere sulla rotta della trasformazione verde adottando una strategia che sia in grado di funzionare". In tal senso, il comunicato include una dichiarazione del ministro ceco dei Trasporti, Martin Kupka: "Senza un piano d'azione industriale mirato per l'automotive rischiamo di restare indietro rispetto a Stati Uniti e Cina. L'industria dell'auto deve utilizzare i profitti per investire in nuove soluzioni, non per pagare le multe".
Euro NCAP - Cinque stelle per la Cupra Tavascan e la nuova MG HS, tre per il Tourneo Courier
L'Euro NCAP, l'ente che certifica la sicurezza delle automobili commercializzate in Europa, ha pubblicato i risultati dei suoi ultimi test: tra questi, spiccano le votazioni massime ottenute dalla Suv-coupé elettrica Cupra Tavascan e dalla nuova MG HS. Il Ford Tourneo Courier porta a casa tre stelle, ma anche l'impegno da parte della Casa dell'Ovale blu a correggere i problemi rilevati, mentre la Ford Capri e la Mitsubishi ASX portano a casa cinque e quattro stelle rispettivamente, "ereditate" dai modelli da cui derivano, ossia la Ford Explorer e la Renault Captur.
Cupra Tavascan. La Suv-coupé elettrica conquista cinque stelle nella sua prima valutazione Euro NCAP: buoni i risultati nella protezione degli occupanti, bambini compresi (per i quali è di serie anche l'allerta di occupazione dei sedili posteriori). Il cofano si solleva dopo un impatto, migliorando la protezione per pedoni e ciclisti. Portiere e finestrini continuano a funzionare anche in caso di allagamento.
- Protezione degli adulti: 89%
- Protezione dei bambini: 86%
- Utenti vulnerabili della strada: 80%
- Aiuti alla guida: 79%
MG HS. La generazione precedente, testata nel 2019, aveva già conquistato cinque stelle nella valutazione Euro NCAP e il nuovo modello non è da meno, adattandosi molto bene ai nuovi standard di sicurezza previsti dall'ente. In particolare, nei test è emersa una buona protezione per gli occupanti, specialmente in caso di impatto laterale. Ottima anche la sicurezza per i ciclisti, grazie al buon funzionamento della frenata automatica d'emergenza e dell'allerta quando si apre la portiera mentre sta sopraggiungendo una bicicletta.
- Protezione degli adulti: 90%
- Protezione dei bambini: 85%
- Utenti vulnerabili della strada: 83%
- Aiuti alla guida: 74%
Ford Tourneo Courier. Il Transit Courier ha ottenuto il massimo riconoscimento dell'Euro NCAP per i veicoli commerciali. Il Courier non va oltre le tre stelle, per via della scarsa protezione della testa negli impatti frontali, ma anche per gli aiuti alla guida e per la tenuta delle cinture e dei pretensionatori posteriori. A questo proposito, la Casa dell'Ovale Blu ha assicurato all'Euro NCAP di voler porre rimedio quanto prima al problema, così da poter sottoporre il Courier a nuovi test nel 2025.
- Protezione degli adulti: 62%
- Protezione dei bambini: 80%
- Utenti vulnerabili della strada: 81%
- Aiuti alla guida: 54%
Ford Capri. La Suv-coupé elettrica conquista le stesse cinque stelle della sorella di piattaforma Ford Explorer, valutata lo scorso settembre. A garanzia del risultato, Euro NCAP ha svolto ulteriori test per questo specifico modello, ottenendo comunque risultati sovrapponibili.
- Protezione degli adulti: 89%
- Protezione dei bambini: 86%
- Utenti vulnerabili della strada: 80%
- Aiuti alla guida: 72%
Mitsubishi ASX. Stesso discorso per la gemella della Renault Captur, esaminata dall'Euro NCAP lo scorso settembre: quattro stelle anche per la Suv compatta della Casa giapponese, che non brilla sul fronte degli aiuti alla guida.
- Protezione degli adulti: 76%
- Protezione dei bambini: 80%
- Utenti vulnerabili della strada: 76%
- Aiuti alla guida: 69%
Porsche - L'ultima 911 Dakar è un esemplare unico
Per chiudere la produzione delle 2.500 911 Dakar previste, la Porsche ha sviluppato un esemplare unico attraverso il programma Sonderwunsch di Porsche Exclusive. La vettura è destinata a un collezionista italiano, ma prima di essere consegnata sarà esposta al Porsche Museum.
La livrea della Parigi Dakar '84. L'elemento dominante di questa personalizzazione è rappresentato dalla livrea a tre colori realizzata a mano e ispirata a quella della 911 vincitrice della edizione 1984 della Parigi Dakar. La fascia centrale Lampedusa Blue (tinta creata appositamente per il proprietario) è abbinata alle sezioni Signal Yellow e Gentian Blue Metallic. Il giallo torna anche nei cerchi di lega, rifiniti con il bordo Lampedusa Blue. Quest'ultimo colore torna anche negli elementi di finitura dei gruppi ottici, mentre tutte le parti che sulla Dakar sono d'acciaio inossidabile sono state dipinte di nero.
Nero, giallo e blu per gli interni. All'interno dominata il colore nero abbinato alle finiture gialle e blu. I sedili Sport Plus sono personalizzati con il ricamo 911 Dakar e persino il comando del cambio PDK include un inserto di pelle Speed Yellow. Come tocco finale sono inseriti nelle portiere i Led che proiettano sul terreno il logo Sonderwunsch.
Metalmeccanici - Accordo sui salari in Germania, stop ai negoziati in Italia
I metalmeccanici tedeschi e italiani si trovano in una fase nettamente divergente. Se in Germania è stato scongiurato il rischio di un autunno caldo grazie alla firma di un accordo sugli aumenti salariali tra il sindacato IG Metall e le associazioni datoriali, in Italia la situazione è totalmente diversa: proprio ieri, 12 novembre, è saltato il tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro e i rappresentanti dei lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione.
L'accordo tedesco. Partiamo dalla Germania. L'IG Metall ha raggiunto un accordo per un aumento dei salari in due scaglioni per un totale del 5,1% e un adeguamento al rialzo permanente dell'indennità aggiuntiva concordata collettivamente. L'intesa, valida per 5 mesi, prevede, nel complesso, un incremento salariale del 5,5%. Si tratta, come al solito, di un compromesso tra le richieste delle parti: l'IG Metall aveva inizialmente chiesto un aumento del 7% per dodici mesi, oltre a una maggiore flessibilità in termini di orario di lavoro, mentre i datori avevano offerto un incremento del 3,6% per un periodo di 27 mesi. Sono inoltre incluse specifiche disposizioni per 230 mila apprendisti, che riceveranno 140 euro in più al mese. L'accordo riguarda ben 3,9 milioni di lavoratori dell'industria manifatturiera tedesca, si applica anche a colossi dell'auto come Mercedes-Benz e BMW (il gruppo Volkswagen tratta da sempre un accordo separato) e, alla luce delle manifestazioni di protesta delle ultime settimane (centinaia di migliaia di lavoratori in tutta la Germania sono scesi in strada per "scioperi di avvertimento"), scongiura la minaccia di una paralisi dalle conseguenze estremamente negative per l'economia tedesca, alle prese con una prolungata stagnazione delle attività industriali e con una contestuale crisi di governo che solo nelle ultime ore ha trovato uno sbocco risolutivo: i due maggiori partiti, Cdu e Spd, hanno raggiunto un compromesso sulla data delle elezioni anticipate, previste il 23 febbraio prossimo.
Lo stallo italiano. Dunque, la Germania sta cercando di risolvere alcuni dei suoi problemi più contingenti, mentre in Italia sono sempre più tesi i rapporti tra i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm e le associazioni datoriali Federmeccanica e Assistal sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di oltre 1,5 milioni di lavoratori (è scaduto lo scorso giugno). Ieri si è tenuto un tavolo che doveva essere risolutivo, ma che ha portato a una rottura che era nell'aria ormai da settimane a causa delle distanze evidentemente incolmabili tra le parti. Le tre sigle hanno chiesto aumenti di 280 euro mensili in tre anni sui minimi per il livello medio, mentre le associazioni datoriali hanno proposto di confermare l'aumento definito in base all'inflazione (Ipca-Nei) e di allungare dal 2027 al 2028 la vigenza del contratto. Sulla base delle attuali previsioni dell'Istat, si tratta di 173,37 euro in quattro anni. "Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale, che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all'andamento dell'inflazione", hanno sottolineato i sindacati, definendo "insignificanti" le risposte su stabilizzazione dei precari, sulla riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore e su altre importanti parti normative, tra cui welfare, previdenza, formazione e inquadramento professionale, salute e sicurezza, appalti. Di parere opposto Federmeccanica e Assistal, secondo le quali la proposta prevede un beneficio economico potenziale, in presenza di tutte le condizioni previste, per un livello C3 nel periodo 2025-2028, che può arrivare a 7.010 euro, considerati i vari istituti e compresi gli incentivi sui flexible benefit. Di fronte allo stallo, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm hanno deciso di abbandonare il tavolo e di proclamare per la prossima settimana uno sciopero di otto ore in tutte le aziende metalmeccaniche, nonché il blocco delle flessibilità e degli straordinari.
Gruppo Volkswagen - Al via la joint venture con Rivian
Il gruppo Volkswagen e la Rivian hanno sottoscritto gli accordi definitivi per la joint venture annunciata lo scorso giugno. Di conseguenza, entra ufficialmente nella fase operativa l'impresa congiunta "Rivian and VW Group Technology, LLC": quest'ultima sarà guidata da Wassym Bensaid (Rivian) e Carsten Helbing (Volkswagen Group) e, inizialmente, avrà sede a Palo Alto (California), ma sono già in fase di sviluppo altri tre siti tra il Nord America e l'Europa.
Più investimenti. Il costruttore tedesco si è impegnato fino al 2027 a investire nella joint venture 5,8 miliardi di dollari (5,46 miliardi di euro al cambio attuale), il 16% in più rispetto a quanto originariamente indicato: Wolfsburg ha già impegnato 1 miliardo per sottoscrivere un prestito convertibile e 1,3 miliardi per acquistare proprietà intellettuali e il 50% della joint venture. Gli ulteriori 3,5 miliardi saranno investiti in azioni, bond e altri strumenti di debito in base al raggiungimento di specifici traguardi operativi. Con la collaborazione, il gruppo guidato da Oliver Blume punta ad accedere alle tecnologie e ai software dell'azienda americana e a ridurre i costi di sviluppo di nuove architetture e soluzioni informatiche. Gli accordi prevedono che la joint venture utilizzi le attuali piattaforme della società fondata da RJ Scaringe per "lanciare la nuova Rivian R2 nella prima metà del 2026 e per sostenere il lancio dei primi modelli del gruppo Volkswagen già nel 2027".
Hyundai Ioniq 9 - Primi dettagli sugli interni della Suv a sette posti
La Hyundai anticipa un altro dettaglio della Ioniq 9: dopo il bozzetto della fiancata e una anteprima del Led frontale, oggi la Casa coreana ha mostrato una piccola anticipazione degli interni della Suv elettrica a sette posti attesa al debutto al Salone di Los Angeles (22 novembre - 1 dicembre).
Lounge per sette. Seguendo la filosofia che ha ispirato la Seven Concept del 2021, l'abitacolo della Ioniq 9 è stato disegnato per offrire ai passeggeri un ambiente più simile a un lounge che a una semplice autovettura. Ad amplificare questa sensazione contribuisce anche il pavimento piatto ottenuto grazie al powertrain elettrico, che permette anche di spostarsi facilmente da una fila all'altra.
Ambiente naturale. L'altra ispirazione per lo sviluppo dell'ambiente interno viene dalla natura, ma in questo caso la Hyundai non ha fornito ulteriori dettagli in merito: sicuramente troveremo materiali ecosostenibili, ma la concept aveva lanciato anche idee innovative come uno schermo Oled integrato nel tetto panoramico per proiettare immagini di ambienti con colori e grafiche personalizzate, il climatizzatore con Hygiene Airflow System derivato dagli aerei di linea, le superfici antibatteriche e lo sterilizzatore Uvc.