Stellantis - Le Alfa Romeo di Gilles Vidal saranno delle "bestie vive"
Se il nome di Gilles Vidal vi dice qualcosa, non vi sbagliate. Il creativo francese, che ha diretto lo stile del marchio Peugeot dal 2010 al 2020, è a dir poco una vecchia conoscenza in Stellantis. E adesso, dopo una parentesi - non lunghissima, ma fertile - in Renault (2020-2025) è tornato in qualche modo a casa. Con un incarico più importante, però: da pochi giorni (si è insediato il 1 ottobre) è il nuovo direttore del design di tutto il gruppo. E per le sue mani, d'ora in avanti, passerà anche la strategia stilistica dei marchi italiani. Con l'Alfa Romeo che, a parlarci, sembra quello che lo emoziona di più: un'auto del Biscione, spiega, "anche in futuro dovrà sembrare una bestia viva". Il ritorno delle berlineIl marchio, nella visione di Vidal, dovrà dimostrare di saper declinare questa sua vocazione storica in chiave moderna: "L'Alfa avrà sempre sangue nelle vene, avrà sempre un'anima. Dovremo interpretare il suo design sportivo e carismatico in chiave moderna e futuristica: le nostre auto non sembreranno mai robot". E sui modelli? Presto per parlarne, ma "per via dell'aerodinamica le berline riprenderanno un po' di spazio dalle Suv. E anche le hatchback, se il mercato le chiederà". Maserati, Fiat, LanciaInevitabilmente diverse le esigenze di un brand come il Tridente. "Chi compra quel tipo di sportive cerca una presenza scenica, ma elegante. E poi un marchio come Maserati deve mettere moltissima cura non solo nelle proporzioni, ma anche nel trattamento delle superfici e nei dettagli stilistici: dev'essere tutto perfetto, sotto ogni punto di vista".Vidal ha voluto elogiare espressamente lo stile della Fiat: "La Grande Panda è l'esempio perfetto di quello che dev'essere il marchio. La plancia con il bambù è un guizzo geniale, soprattutto considerato il prezzo dell'auto: la Fiat deve darti il massimo per quello che spendi. La filosofia attuale del brand è già quella giusta".E la Lancia? "Trovo interessante sia la concept Pu+Ra HPE sia la Ypsilon: il marchio sta proponendo un design molto progressivo e dovete aspettare che la nuova gamma si completi per comprendere la sua strategia. Che anche in futuro rimarrà moderna e creativa". E-Car "da fare"La nuova era Vidal si apre con delle sfide enormi all'orizzonte. Sia interne - con il recente insediamento al vertice di Antonio Filosa che porterà a un inevitabile riallineamento strategico del gruppo - sia esterne, con il cambio di paradigma della mobilità nel Vecchio continente a fare da sfondo. E il tema di grande attualità, quello delle E-Car, che non poteva mancare dalla discussione: "L'industria parla da tempo con le istituzioni del gap tra quadricicli e automobili: ora sta succedendo qualcosa e credo che quasi ogni nostro brand, tranne forse Maserati, debba avere una risposta pronta: il successo di Citroën Ami e Fiat Topolino nelle città italiane dimostra che quel tipo di domanda c'è. Per questo la E-Car sarebbe un prodotto molto importante da fare: è in sintonia con ciò di cui ha bisogno la società oggi".
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Modellini - Ferrari 308 GTB Rally: leggenda in scala 1:18
Il fascino di questo modello sta nel suo paradosso: una Ferrari 308 GTB nata per le passerelle di Saint-Tropez trasformata in una belva da sterrato. Sull'onda del Rally Legend appena concluso, ho deciso di rispolverare la versione in scala 1:18 prodotta da Ottomobile nel 2017. Una contraddizione in miniatura che funziona alla perfezione: il bello di questa Ferrari da rally è che non dovrebbe esistere e invece è un pezzo ambitissimo dai collezionisti. Livrea Pioneer: un'icona del rallyLa storica livrea Pioneer è inconfondibile: rosso vivo, blu elettrico e scritte bianche trasformano la linea armoniosa di Pininfarina in un manifesto pubblicitario a quattro ruote. Le proporzioni sono fedelmente riprodotte: cofano basso e largo, passaruota allargati con protesi in vetroresina e immancabili paraspruzzi bianchi dietro le ruote posteriori, a ricordarci che questa Ferrari è nata per le strade polverose del Tour de Corse, non per il tragitto casa-ufficio. Dettagli esterni da vera "regina"I dettagli esterni catturano l'essenza dell'auto reale: cerchi dorati a cinque razze con pneumatici scolpiti, doppi scarichi posteriori pronti a ruggire tra i tornanti corsi. Sul tetto spicca l'antenna da rally, lunga come un pennone, mentre le targhe nere francesi e la scritta CH. Pozzi richiamano la scuderia responsabile di questa follia. Sul frontale, niente cromature eleganti: solo la ferocia di un paraurti ridotto all'osso e un cofano cosparso di loghi. Interni: pura essenza racingL'abitacolo è più simile a una cellula di sopravvivenza che a un salotto di Maranello. Sedili rossi da corsa con cinture Sabelt, plancia scarna rinforzata da un roll-bar ben visibile. Addio moquette e inserti in pelle: qui dominano metallo, tubi e strumentazione essenziale. La replica è cromaticamente fedele, con dettagli come il piccolo estintore ai piedi del passeggero. Un pezzo di storiaNel 1982, nonostante l'arrivo dei mostri del Gruppo B, furono ancora le vetture dei Gruppi 1-4 a dominare il campionato. La Ferrari 308 GTB correva nel Gruppo 4 e sfiorò la vittoria al Tour de Corse, battuta solo dalla Renault 5 Turbo di Jean Ragnotti. Al volante della Ferrari c'era Jean-Claude Andruet, che concluse al secondo posto davanti alla Porsche 911 SC di Bernard Béguin, penalizzato dalla pioggia battente sui tortuosi tracciati corsi.
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Tesla - La Model Y Standard è pronta per gli incentivi: prezzo e dotazioni
Dopo la presentazione per il mercato americano, la Tesla annuncia anche per l'Italia la disponibilità della Model Y Standard, che affianca le versioni attualmente a listino; queste ultime, a partire da oggi, si chiameranno Premium. Il nuovo modello, già ordinabile con prezzi a partire da 39.990 euro, può accedere agli incentivi statali, permettendo di abbassare il prezzo a 28.990 euro nel caso migliore (un cliente con un Isee pari o inferiore a 30 mila euro). Per quanto riguarda la Model 3 Standard, al momento non ci sono piani su una commercializzazione in Europa. La Tesla Model Y "economica"All'esterno, la novità più evidente è l'assenza della striscia luminosa centrale, tanto davanti quanto dietro; inediti anche i gruppi ottici anteriori e posteriori, dal disegno più semplice. All'interno le sedute sono meno avvolgenti e sportive, con rivestimento in tessuto invece che in pelle vegana. Sparisce anche il tunnel centrale (come sul Cybertruck, fanno sapere da Austin), per lasciare spazio a un grande vano portaoggetti sul pavimento dove riporre borse e altro. Al momento è prevista solo la versione a cinque posti. Manca anche la radioDi serie, la Tesla Model Y Standard ha cerchi da 18 e non da 19 (disponibili comunque su richiesta). Le sedute anteriori, oltre che rivestite in tessuto, sono solo riscaldate e non più ventilate, mentre quelle posteriori perdono il riscaldamento e devono essere reclinate manualmente. Manuale anche la regolazione del volante e delle bocchette dell'aria per chi siede dietro. stato tolto lo schermo da 8 tra i sedili anteriori, gli altoparlanti passano da quindici (più il subwoofer) a sette, non c'è più l'illuminazione ambientale e l'infotainment non offre più il modulo per ascoltare la radio (ma rimangono quelli per la connettività 5G, wi-fi e Bluetooth). Più limitata anche la scelta dei colori: Stealth Grey (di serie), bianco perlato o nero metallizzato (1.500 dollari); le altre tinte (blu, argento e rosso) non sono disponibili, neppure su richiesta. Cosa resta della Model Y PremiumLa Model Y Standard ha la stessa capacità di carico delle versioni più ricche, con i 2.118 litri complessivi che si ottengono reclinando gli schienali della seconda fila, a cui si aggiunge il capiente frunk anteriore. Lo schermo centrale offre sempre le app per l'intrattenimento e il navigatore connesso con pianificazione delle ricariche ai Supercharger (e pre-riscaldamento della batteria). Di serie la chiave digitale su smartphone, con cui gestire anche la climatizzazione da remoto, la modalità Sentinella e quella per tenere i cani a bordo. Nella dotazione di sicurezza rimane l'Autopilot, ossia la guida assistita di Livello 2 con cruise control adattivo, mantenimento della traiettoria e monitoraggio degli angoli ciechi, senza però il cambio di corsia assistito. Per il futuro, anche la Model Y Standard monta già l'hardware necessario per il Full Self-Driving (Supervised), ossia una guida assistita di Livello 3. La Model Y Standard va più lontanoPer quanto riguarda l'autonomia della Model Y Standard, la Tesla dichiara 534 km nel ciclo Wltp, un po' più dei 500 della Premium RWD: il pacco batterie, comunque, dovrebbe essere lo stesso. Quanto al consumo, la Casa parla di 13,1 kWh/100 km, il che farebbe della Standard la Model Y "più efficiente". Il listino completoTesla Model Y Standard RWD: 39.990 mila euroTesla Model Y RWD Premium: 44.990 euroTesla Model Y Long Range RWD Premium: 49.990 euroTesla Model Y Long Range AWD Premium: 52.990 euroTesla Model Y AWD Performance: 61.990 euro
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L'analisi - Perché la Ferrari è crollata in Borsa?
Il piano industriale della Ferrari non è stato per nulla premiato dalla Borsa. Le azioni di Maranello, dopo un'apertura di seduta poco sotto la parità (-0,2% circa), hanno perso oltre il 16% in concomitanza con la pubblicazione dei target finanziari al 2030, per poi chiudere la seduta in ribasso del 15,4% a 354 euro. I motivi possono essere riassunti con la delusione degli analisti e degli investitori per un piano giudicato poco ambizioso e fin troppo prudente. Non è la prima volta che avviene e non sarà di certo l'ultima: la Borsa pretende sempre di più anche da chi ha sempre superato le aspettative più rosee, come, per l'appunto, la Ferrari. I risultati e le aspettativeDunque, è il caso di cercare di capire se il crollo sia giustificato. Partiamo da un presupposto. In Borsa vale sempre il detto buy on the rumor and sell on the news, ossia si acquista sulle voci di mercato e si vende sulle notizie certe. E per notizie si intendono le indiscrezioni o le aspettative. Vediamo quali sono. Per l'ennesima volta, la Ferrari ha alzato i suoi target annuali: i ricavi ad almeno 7,1 miliardi, cento in più rispetto ai precedenti 7 miliardi; stima di utile operativo rettificato aumentata da 2,03 miliardi a 2,06 miliardi; l'utile per azione atteso a 8,8 euro e non più a 8,6. Gli analisti, invece, prevedevano 7,09 miliardi di fatturato, 2,07 miliardi di Ebit e 8,9 euro di Eps.Poca roba, se non ci fossero stati i target al 2030 a esacerbare il segnale negativo: ricavi a circa 9 miliardi, utile per azione intorno a 11,5 euro e, soprattutto, utile operativo ad almeno 2,75 miliardi (con una marginalità del 30%). E proprio il dato sull'Ebit è stato considerato deludente, perché la sua crescita media annua al 6% si confronta con il +10% del piano al 2026. La differenza è stata vista come un rallentamento per l'azienda. Peccato che si dicesse la stessa cosa quando la soglia delle 10 mila unità prodotte l'anno sembrava invalicabile. Inoltre, la cronaca degli ultimi anni ha dimostrato come la Ferrari abbia più volte battuto le attese del mercato, garantendo così rendimenti elevati agli investitori. Una corsa senza freniInfatti, i vertici della Ferrari hanno più volte rivisto al rialzo gli obiettivi finanziari annuali e Maranello ha raggiunto i target del piano al 2026 con un anno di anticipo. La capacità dell'azienda di mantenersi negli anni su un percorso di continuo miglioramento ha portato le azioni su livelli senza pari nel mondo automobilistico e perfino di altri comparti come il lusso. Ieri le azioni Ferrari quotavano a ben 418,5 euro, lontano dai massimi di quasi 493 euro dello scorso 17 febbraio. Tuttavia, in un'ottica di lungo termine, il rialzo è fuori scala: il minimo storico di poco meno di 28 euro risale a circa dieci anni fa. Da allora la rivalutazione ammonta all 1661% e oggi la Ferrari siede su una capitalizzazione di quasi 76 miliardi. Per esempio la Volkswagen, con milioni di veicoli venduti ogni anno, è ferma a 51 miliardi (Tesla è un caso a sé perché è considerato un titolo tech e difatti è quotata sul listino tecnologico per eccellenza, il Nasdaq). Le prese di beneficio e gli short sellerIn sostanza la Ferrari ha raggiunto livelli elevatissimi e multipli (i valori azionari rispetto agli utili) da azienda del lusso. E lo ha fatto perché negli ultimi anni qualcuno ha creduto e scommesso su una realtà che ha garantito una crescita continua dei profitti e valutazioni superiori rispetto alla media del settore auto. Nella giornata di oggi, chi ha magari tenuto le azioni per anni è passato all'incasso, ovvero prendendo beneficio. A questo si aggiungono le vendite allo scoperto dei cosiddetti short seller: in pratica, un investitore prende a prestito un'azione nella speranza che il prezzo cali e che possa riacquistarlo a un valore più basso, guadagnando sulla differenza che spesso può essere notevole. Ma una cosa è investire in un'ottica di lungo termine e un'altra con un orizzonte di breve, che spesso falsa i giudizi.Nelle ultime 52 settimane, il titolo Ferrari è stato trattato nell'intervallo tra 347 e 492,8 euro. Dunque, se non si limita lo sguardo all'andamento giornaliero, il crollo si ridimensiona: anche oggi le azioni sono state scambiate proprio all'interno di questo range. In altre parole, siamo nel tipico caso di speculazione borsistica e di forte volatilità. E un'ulteriore prova è arrivata dal trattamento riservato a tante altre indicazioni, come i circa 4,7 miliardi di investimenti, gli 8 miliardi di flussi di cassa e ancor di più quello che rende felici gli azionisti, dividendi e buy-back: Ferrari intende remunerare i soci con circa 7 miliardi, di cui 3,5 miliardi di cedole (è stato aumentato da 35% a 40% il rapporto tra dividendi e profitti). Speculazione finanziariaDunque, siamo di fronte a qualcosa che nulla ha a che fare con l'industria. A tal proposito, pare ben poco giustificato legare il crollo al ritmo di lancio delle novità di prodotto (è stato confermato quello degli ultimi anni) e ancor di più all'Elettrica. I vertici aziendali, guidati dall'ad Benedetto Vigna, hanno sempre tentato di smorzare gli entusiasmi sulla prima Bev del Cavallino Rampante, sottolineando la sua natura di prodotto aggiuntivo a una gamma che sarà rinnovata sempre nell'ottica della neutralità tecnologica: dunque tante ibride (almeno il 40% dell'offerta) e magari anche un'incursione nei carburanti alternativi.E poi sembra del tutto fuori luogo parlare di una Ferrari che rischia di perdere una sorta di premio Bev quando ormai è noto a tutti come il mondo delle sportive stia progressivamente abbandonando le aspirazioni nell'elettrico per la scarsa domanda: si veda la Rimac, oppure la decisione della Lamborghini di rinviare la sua prima auto a batteria per la carenza di interesse. Infine, è tutta da smontare l'idea che la Ferrari sia una sorta di brand del lusso ormai maturo e senza prospettive, così come quella di un titolo a metà tra lusso e tecnologia. La Ferrari tutto è tranne che un'azienda da vincolare in parametri buoni solo per le classificazioni di Borsa. Il commento dell'analistaCome diceva un certo Sergio Marchionne, la Casa di Maranello non è paragonabile a nessuno al mondo: Ferrari è unica, è un brand sacro, inimitabile. I brand sacri sono peculiari, non rispettano i criteri di valutazione di un'azienda normale. In tal senso, è interessante il commento di Gabriel Debach di eToro: "Le vendite non sono dovute a un piano 2030 debole, bensì a un piano più realistico che visionario. Dopo anni di crescita sostenuta, Ferrari non cerca più di accelerare. Sceglie di controllare la velocità per non uscire di pista. Da qui al 2030, non sostituisce la qualità alla crescita, ma protegge la qualità sacrificando la velocità".Gli investitori aggiunge Debach sognavano una Ferrari da accelerazione, una Ferrari da 10% annuo di crescita, nuove frontiere e margini in espansione. Ma Maranello ha scelto una traiettoria diversa: meno velocità, più controllo. Il Capital Markets Day odierno non ha deluso nei numeri, ha deluso nel sogno. Ferrari resta un'icona di eccellenza e redditività, ma oggi il mercato deve ricontare il tempo con un orologio diverso: meno accelerazioni, più costanza. Per gli investitori di lungo periodo, questa è una Ferrari più prevedibile, più resiliente e forse più valutabile. Ma nel breve, il messaggio è chiaro: non è più una storia di espansione, è una storia di perfezione. E la perfezione paga nel lungo termine, non nel breve.
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Pneumatici - Cambio gomme invernali 2025: obblighi, multe e consigli per non sbagliare
Dal 15 novembre al 15 aprile (con possibili estensioni in zone montane), centinaia di ordinanze locali e dei gestori stradali impongono l'obbligo di circolare con pneumatici invernali o all season (entrambi con marcatura M+S) oppure di dotarsi di catene da neve a bordo. Per agevolare gli automobilisti, il cambio gomme è consentito già dal 15 ottobre, anche se le invernali non rispettano il codice di velocità delle estive. Cosa dice la leggeNon è vietato usare gomme invernali tutto l'anno, purché abbiano un codice di velocità pari o superiore a quello indicato sul libretto.Con la stagione fredda, invece, le cose cambiano, e si possono montare gomme invernali anche con codici di velocità più bassi, purché non inferiori a Q. Così, se per esempio - come nella foto qui sotto - il vostro libretto prescrive delle 225/45R17 94W (W equivale a 270 km/h), potete montare anche delle 225/45R17 94H, dove H indica una punta massima di 210 km/h. Attenzione, però: questa deroga è ammessa solo dal 15 ottobre al 15 maggio. Sanzioni per chi non è in regolaIn città: 42-173 (art. 7 CdS)Fuori città: 87-344 (art. 6 CdS)Gomme non conformi al libretto: 430-1.731 + ritiro carta di circolazione (art. 78 CdS) Come scegliere le gomme invernaliNello scegliere i pneumatici, quindi, il primo passo è attenersi alle misure del libretto. Se avete dubbi, chiedete a un gommista. Saprà anche indicarvi fra le centinaia di modelli quali si addicono di più al vostro stile di guida e al vostro tipo di utilizzo dell'auto. Un aiuto può anche venire dall'etichetta europea (obbligatoria dal 2012) con cui i costruttori autocertificano le caratteristiche di scorrevolezza (a cui sono legati i consumi di carburante, o di corrente, dell'auto), frenata sul bagnato e rumorosità esterna. Tenete anche conto, che per alcune vetture prestazionali (come Audi, BMW, Porsche) le Case automobilistiche omologano dei prodotti specifici, facendoli sviluppare ad hoc dai costruttori di pneumatici per ottimizzarne la resa. Simboli obbligatoriAbbiamo già detto che le gomme invernali, al pari delle all season, devono riportare sul fianco la marcatura M+S, che sta per Mud&Snow, fango e neve. Inoltre, molti prodotti hanno il simbolo 3PMSF (3-Peaks Mountain Snow Flake), con un fiocco di neve inserito all'interno della montagna. Nel nostro paese non è obbligatorio, ma contraddistingue i pneumatici che superano specifici test certificati. Insomma, una garanzia in più. Quanto deve misurare il battistrada?A differenza di quanto molti pensano, in Italia per le gomme invernali la legge non prescrive uno spessore del battistrada più alto: si possono usare finché non si arriva a 1,6 millimetri, come per le estive. Vi sfidiamo, però, a togliervi dai guai sulla neve con una gomma così usurata. Il consiglio è di non scendere mai sotto i 3 millimetri. Per misurare rapidamente il battistrada, prendete una moneta da 2 euro, inseritela negli incavi, e verificate che i tasselli tocchino parte dorata interna. Se volete essere più precisi, comprate uno spessimetro: online se ne trovano a un paio di euro. Quanto durano le invernali?Sfatiamo un'altra convinzione errata. Le gomme invernali non scadono dopo un paio d'anni. Le si può utilizzare, alternandole con le estive, anche per diverse stagioni. Ovviamente dipende da come le si tratta durante la guida e da come le si conserva: anche in questo caso, se avete dubbi, fategli dare un'occhiata dal gommista. Dove tengo le estive?Nel cambio stagionale valutate se è ancora il caso di tenere le estive che state smontando. Qualora non fossero troppo consumate, avete due opzioni: la più comoda è affidarle al gommista, che le custodirà per una ventina di euro (ma alcuni offrono gratuitamente questo servizio) fino alla prossima primavera. In alternativa, potete tenerle in box o in cantina, leggermente sollevate da terra, per preservarle dall'umidità e impilate in modo che non si deformino. Evitate di coprirle con un celophane: anch'esso può creare condensa. Meglio utilizzare un telo.
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Leapmotor - La T03 con gli incentivi statali
Arrivata sul mercato da pochi mesi, la T03 è prima vettura della Leapmotor a sbarcare in Italia. La piccola citycar cinese si è fatta subito apprezzare per le linee simpatiche e il prezzo competitivo: dall'inizio dell'anno sono 1.690 gli esemplari immatricolati, che la collocano tra le cinque Bev più vendute di questa prima parte di 2025. Una sola versione a listino, che beneficia degli incentivi statali. Simpatica e compatta Il primo modello della Leapmotor è una citycar dalle linee semplici e dagli ingombri ridotti: è lunga 3.620 mm, larga 1.577, alta 1.652 e ha un passo di 2.400 mm. Pratica la carrozzeria a cinque porte, che accoglie con discreto agio quattro persone (l'omologazione a 5 posti non è disponibile, neppure su richiesta). Il bagagliaio ha una capacità dichiarata di 210 litri, che diventano 508 abbassando gli schienali della seconda fila. Ricca la dotazione di serie: strumentazione digitale da 8, infotainment da 10,1, climatizzatore automatico, telecamera posteriore, cerchi di lega da 15" e tetto panoramico da 42". Di serie anche la guida assistita di livello 2, una rarità in questo segmento. Quali versioni accedono agli incentivi Agli ecobonus 2025 accede l'unico modello attualmente in gamma, che monta un motore da 70 kW (95 CV) e 158 Nm abbinato a una batteria da 37,3 kWh, per un'autonomia di 265 km dichiarata nel ciclo Wltp combinato. In città, stando a quanto dichiara la Casa, la percorrenza arriva a sfiorare i 400 chilometri. La ricarica in corrente alternata accetta potenze fino a 6,6 kW, mentre quella in corrente continua fino a 48 kW, per passare dal 30% all'80% di batteria in poco più di mezz'ora. Quanto costaLa Leapmotor ha avviato una campagna promozionale molto aggressiva in vista degli incentivi statali. Il listino della citycar cinese parte da 18.900 euro: nelle condizioni più favorevoli per l'ecobonus, ossia con un indicatore Isee inferiore ai 30.000 euro, il prezzo scende a 7.900 euro; a questo si aggiunge un ulteriore contributo di 3.000 euro, che porta il prezzo finale a 4.900 euro. GLI ALTRI MODELLIEcco, tra i più venduti degli ultimi mesi, gli altri modelli di auto elettriche che possono accedere agli incentivi: Tesla Model 3Citroën C3Dacia SpringJeep AvengerRenault 5Volvo EX30Fiat 500eAlfa Romeo JuniorKia EV3
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Alfa Romeo - La Junior con gli incentivi statali
La Alfa Romeo ha presentato da poco il Model Year 2026 della Junior, il modello con cui la Casa di Arese è tornata nel segmento delle B-Suv: debuttano i nuovi allestimenti Sprint e Ti, che accedono agli incentivi statali 2025. Esclusa dagli ecobonus la più potente Veloce da 281 CV. Dall'inizio dell'anno la Junior elettrica è stata immatricolata in 1.103 nuovi esemplari, che la rendono la nona Bev più venduta in Italia fino a questo momento. Aggressiva e tecnologicaLunga 4.173 mm, larga 1.781, alta 1.532 e con un passo di 2.562 mm, la Junior ha uno stile azzeccato e un look aggressivo, giusto per il (combattuto) segmento in cui si inserisce. Bello il colpo d'occhio in abitacolo, per stile e finiture, grazie ad alcune ricercatezze e alla bontà dell'assemblaggio. Il display dell'infotainment è disposto in basso, ma l'interfaccia è intuitiva e c'è la connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Il bagagliaio ha una capacità, misurata dal Centro prove, di 261 litri: solo discreto lo spazio, ma il piano è posizionabile su più livelli, ed è presente una piccola nicchia per il cavo di ricarica. Quali versioni accedono agli incentiviLe motorizzazioni in gamma sono due: la versione d'accesso, che accede agli incentivi statali, monta un powertrain da 115 kW (156 CV) e 260 Nm di coppia, capace di far accelerare la Junior da ferma a 100 km/h in 9 secondi, fino a raggiungere i 150 km/h di velocità massima. La seconda motorizzazione è la Veloce, con 207 kW (280 CV) e 345 Nm di coppia: 0-100 km/h in 5,9 secondi e 200 km/h di top speed. Per entrambe, la batteria ha una capacità di 51 kWh: l'autonomia dichiarata è, rispettivamente, di 406 e 319 km. La guida assistita di livello 2 è su richiesta per tutta la gamma. Quanto costaL'Alfa Romeo Junior elettrica parte da 39.500 euro: con le massime agevolazioni concesse dagli incentivi, ossia 11.000 euro (a fronte di un Isee inferiore ai 30.000 euro), il prezzo scende a 28.500 euro. Le versioni Sprint e Ti costano rispettivamente 1.500 e 3.000 euro in più: i prezzi arrivano a 30.000 e 31.500 euro. La Veloce da 281 CV costa 48.500 euro, e non accede quindi all'ecobonus 2025. GLI ALTRI MODELLIEcco, tra i più venduti degli ultimi mesi, gli altri modelli di auto elettriche che possono accedere agli incentivi: Tesla Model 3Citroën C3Dacia SpringJeep AvengerLeaptmotor T03Renault 5Volvo EX30Fiat 500eKia EV3
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Incentivi auto - Cosa sono le FUA?
Agli incentivi statali per l'acquisto di auto nuove possono accedere solo le persone e le microimprese che possiedono un indicatore Isee che rientra in una determinata soglia, e che abbiano la residenza in uno dei comuni delle cosiddette aree urbane funzionali. Cosa sono le aree urbane funzionali?Le FUA (acronimo di Functional urban areas, ossia aree urbane funzionali) sono territori caratterizzati da una città, non necessariamente capoluogo di provincia, e da comuni contigui con elevati flussi di pendolarismo. Le FUA sono state individuate dall'Istat sulla base del censimento del 2011 e sono oggetto di revisione dopo quello del 2021. Quali sono i comuni interessati dagli incentivi?Cliccando sulla freccia rossa nel riquadro qui sotto potete scaricare (in formato pdf) l'attuale elenco delle 83 aree funzionali dell'Italia: al loro interno si trovano 1.892 comuni, nei quali risiede poco più di metà della popolazione, circa 32,9 milioni di abitanti su 59 (il 55,8% del totale). La decisione del ministero di aprire gli incentivi solo ai residenti nelle FUA è legata alla volontà di migliorare la qualità dell'aria nelle zone più congestionate, ma al tempo stesso esclude dalla possibilità di sostituire un'auto vecchia quasi metà della popolazione. Le FUA più grandiLa maggior parte della Fua ha dimensioni relativamente ridotte, inferiori ai 250 mila abitanti - e 20 presentano una popolazione compresa tra i 250 mila e il milione di abitanti. Le Fua con oltre un milione di abitanti sono invece solo quattro: Milano (4.954.464), Roma (4.302.129), Napoli (3.297.202) e Torino (1.709.510). La Fua di Palermo, che è la quinta per dimensioni, si attesta leggermente sotto alla soglia di un milione di residenti ed è seguita subito dopo dalle Fua di Firenze (784.846 abitanti), Bologna (781.945) e Bari (724.420). Le FUA potrebbero cambiare?Entro novembre verrà pubblicato il nuovo elenco delle FUA, che farà riferimento ai dati rilevati nel censimento generale del 2021 (quello attuale si basa sui dati del 2011). Sono possibili alcuni cambiamenti nella lista dei comuni, con ripercussioni sui soggetti che possono accedere agli incentivi statali. In particolare se, come sembra, le agevolazioni partiranno prima della pubblicazione del nuovo elenco, creando una situazione temporanea per cui alcuni soggetti aventi diritto non potranno usufruire degli incentivi, e altri che non potranno più averne diritto potranno comunque usufruirne. Si aspetta in tal senso un chiarimento del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica. Le altre guide agli incentiviA quanto ammonta il contributoCome si ottengono gli incentiviChi può richiedere gli incentiviL'elenco completo delle auto con gli incentiviQuali modelli si possono acquistareCos'è e come si calcola l'IseeIl nodo degli autocarri/N1
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Cupra - La Tindaya arriva a Milano
L'Allianz Cloud di Milano ha fatto da palcoscenico al debutto italiano della Cupra Tindaya, la concept car svelata allo scorso Salone di Monaco che anticipa un futuro modello di grandi dimensioni del costruttore. La vettura sarà esposta fino a domenica 12 ottobre durante l'Oysho Milano Premier Padel P1, la tappa italiana (che quest'anno ha un montepremi di 474.500 euro) del campionato professionistico internazionale di padel. Questo evento, di cui Cupra è official automotive partner, è stata l'occasione per presentare al pubblico italiano la visione del brand spagnolo, focalizzata sull'unione tra mobilità elettrica e un'impostazione delle vetture incentrata sul guidatore. Stile dinamicoLa concept, esposta in una teca nera che ne svela le forme solo dopo l'accesso all'area espositiva, può essere vista dal pubblico all'ingresso dell'Allianz Cloud Arena in piazza Stuparich, dove è possibile parlare con gli esperti del team Cupra per scoprirne tutti i segreti. Chiamata Tindaya per via del vulcano di Fuerteventura, la showcar anticipa un futuro modello di serie di grandi dimensioni: lunga 4,72 metri, ha proporzioni da hatchback rialzata. Il design, che introduce soluzioni inedite per la Casa, è aggressivo ed è caratterizzato da forme scolpite e muscolose che giocano sull'alternanza di elementi curvi e geometrici. Tra gli stilemi si notano i parafanghi molto allargati, mancorrenti sul tetto trasformati in elementi aerodinamici e una doppia ala in coda. Tra i dettagli distintivi, cerchi da 23 pollici, loghi Cupra illuminati sul cofano e sul portellone e finiture scure che esaltano la tinta bicolore. Gli elementi esterni che appaiono color rame sono in realtà superfici cristalline illuminate, mentre le parti beige sono realizzate in fibra di lino Bcomp. Tra motorsport e gamingL'abitacolo è stato progettato seguendo la filosofia "No driver, No Cupra", ponendo il guidatore al centro con un'ispirazione diretta dal motorsport. Gli interni ospitano quattro sedili sportivi singoli sospesi rispetto al pavimento e sono rivestiti di pelle vegana a base biologica e microfibra cerata. Il cruscotto è dominato da un ampio display da 24 pollici affiancato dal Cupra Monitor+ lungo il parabrezza. Questa architettura è ispirata al mondo del gaming, come anche lo "yoke" che prende il posto del volante tradizionale. L'interfaccia centrale di cristallo, denominata The Jewel, gestisce l'avvio, le modalità di guida e il controllo dell'ambiente interno, compreso l'impianto audio su misura realizzato in collaborazione con Sennheiser.
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Incentivi auto - Tutti i modelli con lo sconto
Con i nuovi incentivi statali per l'acquisto di auto elettriche nuove è possibile beneficiare di sconti che possono arrivare fino a 11 mila euro: una cifra calcolata in base al valore dell'Isee del richiedente, che deve risiedere all'interno di un'area urbana funzionale (Fua, functional urban areas). L'ottenimento degli incentivi è vincolato alla rottamazione di un veicolo Euro 5. Listino fino a 42.700 euroIl prezzo di listino delle auto che possono accedere agli ecobonus 2025 è di 35.000 euro (IVA esclusa), che diventano quindi 42.700 euro IVA inclusa. In questa cifra non sono considerati eventuali optional. Attualmente sono 86 i modelli che rientrano nel tetto di prezzo fissato dal ministero, appartenenti a 40 marchi diversi, declinati in 272 versioni. Qui sotto potete scaricare l'elenco delle macchine che, al momento, possono accedere ai contributi statali. Le più economicheDall'elenco che potete scaricare qui sopra abbiamo raggruppato per voi tutte le elettriche più economiche che è possibile acquistare con gli incentivi, dalla Dacia Spring alla Mini Cooper, passando per la BYD Atto 2 e la Citroën e-C3. Alcuni modelli, come la Fiat 500e o la Leapmotor T03, beneficiano di ulteriori sconti messi in atto dal costruttore, che si sommano a quelli statali. Ecco la lista delle Bev più economiche con gli incentivi 2025:Dacia SpringDR 1.0 EVLeapmotor T03BYD Dolphin SurfDongfeng BoxCitroën e-C3Fiat 500eFiat Grande PandaEMC Yudo EVHyundai InsterRenault 5 E-TechCirelli 2Mini Cooper ELeapmotor B10Opel FronteraRenault 4 E-Tech ElectricBYD Atto 2Fiat 600eMG MG4Mini Aceman E Le più potentiPer chi invece cerca non solo un buon affare, ma anche un'elettrica con una discreta quantità di cavalli nel cofano (si fa per dire), ecco un elenco, ricavato dalla lista di Quattroruote, dei modelli più potenti che accedono agli incentivi statali 2025:Renault Megane E-Tech (218 CV)Nissan Ariya (218 CV)Mini Aceman SE (218 CV)Leapmotor C10 (218 CV)BYD Seal U (218 CV)Alpine A290 GT (218 CV)Cupra Born (231 CV)Mini Cooper eJCW (258 CV)XPeng G6 (258 CV)Volvo EX30 (272 CV)Lynk&Co 02 (272 CV)Tesla Model 3 RWD (283 CV)Skoda Elroq 85 (286 CV)Smart #1 Brabus (428 CV)MG4 XPower AWD (435 CV) Le iniziative delle Case automobilisticheNelle settimane che precedono l'apertura degli incentivi al pubblico, molte Case hanno avviato diverse iniziative per i propri clienti: come nel caso delle già citate Fiat 500e e Leapmotor T03, in alcuni casi gli sconti si sommano a quelli previsti dallo stato, in altri si sostituiscono agli ecobonus governativi, andando a esaurirsi con l'avvio degli incentivi veri e propri. Vi consigliamo di controllare i siti ufficiali dei diversi costruttori per scoprire le diverse offerte in corso. Le altre guide agli incentiviA quanto ammonta il contributoCome si ottengono gli incentiviChi può richiedere gli incentiviQuali modelli si possono acquistareCos'è e come si calcola l'IseeCosa sono le FUA, le aree urbane funzionaliIl nodo degli autocarri/N1
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Maranello - Nasce la Scuola Alfredo Ferrari: formerà i tecnici e gli artigiani di domani
Nel giorno in cui Ferrari ha svelato la tecnica della sua prima supercar elettrica, a Maranello è stato annunciato un progetto che guarda ancora più lontano: la nascita della Scuola di Perfezionamento Professionale Alfredo Ferrari. A presentarla è stato John Elkann, presidente del Cavallino Rampante, che ha sottolineato come la forza dell'azienda non risieda solo nella tecnologia o nel design, ma soprattutto nelle persone che la rendono possibile."Vogliamo formare i tecnici e gli artigiani del futuro", ha spiegato Elkann. "Con questa scuola continueremo a unire la creatività del design, la profondità della tecnologia e la maestria artigianale che fanno parte del DNA Ferrari". Un ponte tra tradizione e innovazioneLa nuova struttura nasce come evoluzione dell'Istituto Tecnico Alfredo Ferrari, storico centro di formazione di Maranello, ampliandone la missione con percorsi dedicati alle competenze emergenti dell'automobile elettrica e connessa.L'obiettivo è creare un ponte tra formazione e industria, unendo il sapere tecnico tradizionale con le tecnologie digitali e sostenibili che definiranno la prossima generazione di vetture Ferrari.All'interno della scuola, che opererà in sinergia con il Centro Tecnologico Alfredo Ferrari, saranno attivati corsi di meccatronica, elettronica, materiali avanzati e design industriale. Una parte fondamentale del percorso sarà dedicata alla formazione in officina e laboratorio, per trasmettere il metodo Ferrari: precisione, passione e attenzione al dettaglio. Nel cuore della Motor ValleyL'iniziativa si inserisce nel più ampio ecosistema della Motor Valley emiliana, rappresentando un investimento concreto sul territorio e sulle persone."I nomi di Enzo, del fratello Alfredo e del figlio Dino continuano a vivere attraverso la conoscenza e l'impegno di chi lavora qui", ha ricordato Elkann. Un'eredità che oggi diventa responsabilità verso le nuove generazioni, chiamate a dare forma alla mobilità del futuro. Formare la prossima generazione FerrariLa scuola è anche simbolo dell'approccio con cui Ferrari affronta la transizione elettrica: non solo innovazione tecnologica, ma anche cultura e formazione. L'auto del futuro nascerà da mani e menti capaci di coniugare artigianato, scienza e sensibilità estetica valori che da oltre 75 anni distinguono le vetture di Maranello.Elkann ha concluso il suo intervento citando il motto della famiglia Medici, festina lente (affrettati lentamente): un invito a costruire il progresso con la stessa cura che rende eterna ogni Ferrari. E con un saluto che riassume lo spirito della giornata: "Forza Ferrari, sempre".
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Alfa Romeo - Con la Tonale in California: lItalia che viaggia sulla Pacific Coast
Dalla Napa Valley a San Diego, passando per San José, la penisola di Monterey e il Big Sur, Santa Barbara e Los Angeles: un viaggio lungo quasi tremila chilometri a bordo di un'Alfa Romeo Tonale plug-in hybrid, nello speciale allestimento Tributo Italiano. A Napa abbiamo sfruttato la wallbox di Enel X: ogni sera una ricarica completa, ogni mattina la ripartenza in elettrico. Negli States, l'autonomia dichiarata in EV è di 33 miglia (circa 53 km), ma nella realtà, anche con l'aria condizionata, percorrevamo spesso una manciata di chilometri in più. Il cuore tecnico è noto: base Jeep Compass, ma con vestito italiano e carattere Alfa. Dentro il cofano il 1.3 turbo dialoga con il motore elettrico posteriore per una potenza complessiva di 285 CV, superiore all'Europa grazie a una mappatura dedicata al mercato USA. La trazione integrale, nei passaggi impegnativi attraverso il Los Padres National Forest sopra Bakersfield e lungo le strade montane che scendono verso Santa Barbara, ha mostrato solidità e prontezza. Proprio qui si è avvertito il lavoro della taratura americana, studiata per le lunghe salite: evita i continui cambi di rapporto e privilegia un'erogazione piena e progressiva, come piace oltreoceano. In quelle curve tra i pini si apprezza la differenza: lo sterzo comunica, le sospensioni assorbono, il cambio lavora con discrezione. La Pacific Coast Highway, da Monterey a Big Sur, è stata la cartolina più luminosa del viaggio: odore salmastro, pini piegati dal vento, scogliere a picco. E poi c'è l'allestimento Tributo Italiano: fuori, tetto nero a contrasto, cerchi dedicati, freni Brembo rossi, specchietti con inserti tricolore; dentro, pelle nera traforata con cuciture rosse a vista, inserti in stile carbonio sulla plancia, logo ricamato sui poggiatesta anteriori. Sono dettagli che riportano alla provenienza del marchio e che, nei lunghi trasferimenti, fanno la differenza: sedili sportivi comodi, volante riscaldato, infotainment con cluster digitale da 12,3 che racconta in tempo reale autonomia, mappature e percorso. Guidare un'Alfa in California significa anche confrontarsi con una cultura dell'automobile diversa. Sulle strade dominate da pick-up e crossover giapponesi, la Tonale colpisce per la linea compatta, i fari affilati, lo scudetto che racconta un'altra storia. Così rossa, con il tetto a contrasto, richiama il frontale della SZ, la Sprint Zagato presentata a Ginevra nel '89: certo più alto e più stretto, ma quel legame c'è e si sente. Alla fine, dopo quasi tremila chilometri, resta la sensazione di aver viaggiato con una compagna affidabile e distinta. La Tonale non tradisce: si muove in elettrico quando serve, garantisce la giusta spinta quando la strada chiama, coccola nei trasferimenti della West Coast. Unisce mondi: nata su base americana, plasmata dal design italiano, affronta con coerenza e stile alcune delle strade più iconiche al mondo.
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Mondiale Rally - Rovanperä lascia, dal 2026 correrà in monoposto
La notizia era nell'aria, ma sentirla dalla voce di Kalle Rovanperä fa comunque un certo effetto. Il finlandese, 25 anni, ha annunciato ufficialmente che lascerà il Mondiale Rally al termine di questa stagione. Dopo aver scritto pagine di storia con Toyota Gazoo Racing, il pilota che nel 2022 divenne il più giovane campione del mondo della categoria si prepara a un nuovo inizio, stavolta su asfalto, tra i cordoli della Super Formula giapponese. Una decisione che chiude un ciclo straordinario. Due titoli iridati, decine di vittorie e la sensazione costante di assistere a qualcosa di speciale: un talento glaciale, capace di dominare con freddezza finlandese anche nelle condizioni più estreme. tempo di inseguire altri sogni. L'annuncio è arrivato con una lunga lettera ai fan, condivisa anche sui canali ufficiali del team Toyota. Mi sono innamorato dei rally da bambino, scrive Rovanperä. Il mio sogno era diventare pilota WRC, vincere un rally e un giorno diventare campione del mondo. Sono orgoglioso di aver raggiunto questi obiettivi. Questa decisione non è stata facile, ma so che è quella giusta per me per inseguire altri sogni nel motorsport. Nel 2024 aveva già iniziato a mettere le ruote in pista, partecipando a diverse gare GT e alla Porsche Carrera Cup, esperienza che lo ha convinto a tentare il grande salto. Dopo aver corso nei rally - ha ammesso - significa buttarsi in un mondo completamente nuovo, ma non vedo l'ora di affrontare la sfida. Toyota mi supporterà anche in questa avventura e abbiamo un piano preciso per prepararci al meglio.Ha in testa la Formula 1? Rovanperä non lascerà la famiglia Toyota, che continuerà a seguirlo nel suo percorso di crescita. L'obiettivo è chiaro: debuttare in Super Formula nel 2026, con un programma strutturato che lo porterà a puntare alla Formula 2 nel 2027. Un percorso inedito per un pilota rally: di solito la transizione avviene nella direzione opposta, ma Kalle vuole ancora una volta riscrivere la storia. Che abbia in testa di ritagliarsi un posto nel circus della Formula 1? Sarà la pista a sentenziare, ma sarebbe sicuramente una bella storia di sport da raccontare. Jari-Matti Latvala, team principal della Toyota Gazoo Racing WRT, ha commentato con orgoglio e un pizzico di malinconia: Abbiamo visto piloti da pista cimentarsi nei rally, ma raramente il contrario. Kalle ha già fatto tantissimo, e il fatto che voglia affrontare una sfida così diversa dimostra il suo coraggio e la sua voglia di crescere. Ci mancherà nel team, ma non potremmo essere più felici di accompagnarlo in questa nuova avventura.Una carriera fulminea. Rovanperä è arrivato nel WRC come una meteora. A 17 anni già al via di eventi internazionali, a 20 il debutto ufficiale con Toyota, a 22 il primo titolo mondiale, a 23 il bis. Nel 2024, dopo un anno sabbatico parziale, era tornato nel Mondiale a tempo pieno e oggi è terzo in classifica generale alle spalle di Ogier ed Evans. Il 2025 sarà la sua stagione d'addio, che il finlandese promette di onorare fino all'ultima prova speciale: Darò tutto fino all'ultimo chilometro. Voglio ringraziare Jonne, il mio copilota, la mia famiglia e tutti coloro che mi hanno sostenuto. Questo sport mi ha formato e mi ha dato tanto. Ora è tempo di voltare pagina.
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Fiat - Con il Model Year 2026 la piccola Panda diventa Pandina
La Fiat aggiorna la gamma italiana della famiglia Panda per il Model Year 2026. La novità principale è la definitiva separazione tra le due generazioni: la nuova segmento B la denominazione Grande Panda, mentre la più piccola assume il nome Pandina per tutte le sue varianti. Tre allestimenti per tutteLa gamma della Pandina include gli allestimenti Pop, Icon e Cross con motorizzazione Hybrid 70 CV e cambio manuale. La Grande Panda invece conferma le versioni Pop, Icon e La Prima e la scelta tra benzina, ibrida ed elettrica. Per chi ordinerà le vetture in colore rosso verrà applicato il badge RED sui montanti, confermando così la collaborazione con la fondazione che si occupa di emergenze sanitarie. Non ci sono novità tecniche relative ai powertrain, ma la Pandina MY2026 è stata omologata in modo da rispettare la normativa Euro 6e-bis che entrerà in vigore il prossimo anno. Con gli incentivi il prezzo scende fino a 9.950 euroGrazie agli incentivi statali e alle promozioni di questi giorni, la Fiat lancia anche una nuova campagna per il mese di ottobre in cui promuove Pandina Hybrid e Grande Panda BEV con prezzi a partire da 9.950 euro. La Grande Panda 1.2 benzina con cambio manuale è invece offerta a partire da 14.950 euro con finanziamento dedicato, prezzo che sale a 16.950 euro per la Hybrid 110 CV con cambio automatico eDCT.
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Mercedes-Benz - ELF, il van con tutte le ricariche di oggi e di domani
La Mercedes presenta la ELF (Experimental-Lade-Fahrzeug), un prototipo di sviluppo basato sulla Classe V: il van è stato progettato per testare le soluzioni di ricarica dei veicoli di nuova generazione e mettere alla prova tutti gli standard impiegati dalla elettriche di oggi e di domani. Tutte le ricariche in un unico veicoloA bordo della ELF, la cui zona posteriore è trasformata in un vero e proprio laboratorio, convivono infatti una serie di tecnologie che esplorano ogni possibilità relativa alla ricarica: standard MCS da 1 megawatt di derivazione heavy-duty, standard CSS da 900 kW derivato dalla Concept AMG GT XX, sistemi bidirezionali, pannelli solari, ricarica automatizzata attraverso guida autonoma e robot programmabili e piattaforma wireless a 11 kW. Ognuna di queste soluzioni è stata integrata per testare sia i limiti a bordo del veicolo, sia quelli delle infrastrutture. Nel 2026 la ricarica bidirezionale debutta sul mercatoIl sistema bidirezionale integra tutti gli standard attuali: Vehicle-to-Home (V2H), Vehicle-to-grid (V2G), Vehicle-to-Building (V2B) e Vehicle-to-Load (V2L). La ricarica bidirezionale da wallbox in corrente alternata sarà introdotta sui modelli di serie più recenti CLA e GLC con tecnologia EQ a partire dal 2026 in Germania e progressivamente in altri mercati attraverso il programma MB.CHARGE Home. Colonnine da 1 megawattLa Mercedes-Benz ha collaborato inoltre con la Alpitronic per lo sviluppo di una colonnina ad alte prestazioni, già collaudata in occasione del record di Nardò della AMG GT XX con un picco di 1.041 kW e 125 km di autonomia al minuto. Partendo dalla tecnologia MCS è stato adattato il cavo CCS con uno speciale sistema di raffreddamento dedicato per ridurre al minimo i tempi di ricarica elevando al massimo la potenza di ricarica.
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Ferrari - Le Rosse del futuro: 40% a benzina, 40% ibride e 20% elettriche
La Ferrari è vicina a completare il piano industriale 2022-2026 e guarda già al futuro con un nuovo business plan fino al 2030, nel segno della continuità. Unicità, neutralità tecnologica, agilità produttiva e centralità del cliente sono i pilastri che collegano il piano attuale a quello futuro, confermano Maranello e il suo ad, Benedetto Vigna. Gamma prodotti: continuità e novitàDal 2022 sono stati lanciati 14 dei 15 modelli previsti. Tra il 2026 e il 2030, Ferrari manterrà il ritmo di quattro lanci all'anno, con l'aggiunta della prima elettrica entro fine 2026. Ogni modello avrà un posizionamento distintivo, seguendo la filosofia diverse Ferrari per diversi Ferraristi e preservando l'esclusività: vendere sempre un'auto in meno rispetto alla domanda. Motori: libertà di sceltaFerrari conferma la neutralità tecnologica: entro il 2030 la gamma sarà composta da 40% modelli a combustione interna, 40% ibridi e 20% elettrici. Rimarranno i propulsori V6, V8 e V12, evoluti per carburanti alternativi. Libertà di scelta è la parola chiave, con combinazioni tra motori e carrozzerie per garantire emozioni di guida uniche. Personalizzazioni e tailor madeIl 100% delle Ferrari è già altamente personalizzato. Nel 2027 apriranno due centri Tailor Made a Tokyo e Los Angeles e un nuovo impianto di verniciatura. La Casa punta a rafforzare il Lifestyle con nuovi store e collezioni, mantenendo la fedeltà di 90.000 clienti attivi, di cui 32.000 acquisiti dal 2022. Innovazione e sostenibilitàFerrari continuerà a sviluppare internamente componenti strategici e software, esplorando tecnologie come materiali aerodinamici adattivi e superconduttori per motori elettrici. Sul fronte green, obiettivo: riduzione emissioni del 90% entro il 2030 e neutralità carbonica grazie a energia rinnovabile, pannelli solari e biometano. Inoltre, nasce il polo di alta formazione M-TECH Alfredo Ferrari con Fondazione Agnelli e istituzioni locali.
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Cupra Formentor - La VZ5 torna sul mercato in 4.000 esemplari
La Cupra riporta sul mercato la Formentor VZ5. La Suv sportiva, che adotta il 5 cilindri turbo da 2.5 litri di origine Audi era uscita dai listini con l'arrivo del restyling, ma torna ora con tutti gli aggiornamenti estetici e tecnici delle altre varianti. Sarà costruita in soli 4.000 esemplari, che verranno suddivisi in tutti i mercati dove è presente il marchio spagnolo. 390 CV con l'esclusivo motore 5 cilindriIl motore resta invariato: la versione per la Cupra eroga 390 CV e 480 Nm, contro i 400 CV e 500 Nm del restyling della Audi RS3. L'unica opzione disponibile è quella del cambio automatico sette marce Dsg, abbinato alla trazione integrale con Torque Splitter. Gli scarichi su misura e i colori esclusiviIl restyling della gamma Formentor introdotto nel 2024 per le altre motorizzazioni rende la VZ5 ancora più aggressiva. Oltre ai gruppi ottici ridisegnati troviamo infatti i cerchi da 20", i terminali di scarico a quattro uscite disposti su due livelli con finitura color rame e i loghi esterni neri. I clienti potranno scegliere questa variante in 5 tinte esterne: Midnight Black, Dark Void, Magnetic Tech Matt, Century Bronze Matt ed Enceladus Grey Matt.
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Nuova DS N4 - Come va la francese versatile: elettrica, ibrida e diesel
Nel comunicare l'arrivo della DS N4, la Casa francese è stata chiara: "Non chiamatela più DS 4". Come la DS N8, l'erede della compatta lanciata quattro anni fa adotta la nuova nomenclatura che segna un salto di livello: aggiornata dentro e fuori, la vettura rappresenta infatti il cavallo di battaglia con cui il brand di Stellantis punta a farsi largo nel segmento C, sfidando non solo le rivali tradizionali ma anche quelle elettriche, grazie a un'inedita versione a batteria affiancata alle varianti mild hybrid, plug-in hybrid e, prossimamente, diesel. Com'è fuoriLa DS N4 colpisce per il frontale ridisegnato con la grande calandra nera orizzontale e una sottile fascia a LED che unisce i fari e incornicia il logo, richiamando la firma luminosa del concept DS E-Tense Performance. Dietro spiccano la scritta DS Automobiles e l'inedita mascherina Dark Chrome. Le proporzioni restano compatte (4,40 metri di lunghezza, 1,87 di larghezza e 1,49 di altezza), ma la silhouette appare più atletica grazie ai cerchi fino a 20 e al tetto bicolore. Com'è dentroGli interni della DS N4 rivelano la tipica cura del marchio: sedili rivestiti di pelle Nappa, cuciture point-perle e inserti di legno o di Alcantara si sposano alla plancia che integra una strumentazione digitale da 10,25, l'head-up display, uno schermo centrale da 10 e il sistema DS Iris con comandi vocali evoluti e aggiornamenti over-the-air. Il confort resta un punto di forza grazie ai materiali soft-touch, ai vetri acustici e a un bagagliaio fino a 430 litri dichiarati. Tuttavia, lo spazio posteriore per le gambe resta limitato, sebbene migliorato rispetto al modello precedente, e i passeggeri più alti possono avere qualche difficoltà a trovare la posizione ideale. Le versioniBasata sulla piattaforma EMP2 di Stellantis, la DS N4 propone al momento tre versioni: la Hybrid, con motore 1.2 turbo da 145 CV abbinato a un'unità elettrica integrata nel cambio da 21 kW (28 CV); la Plug-in Hybrid da 225 CV, che combina un 1.6 turbo benzina da 180 CV con un motore elettrico da 92 kW (125 CV) e una batteria da 14,6 kWh ricaricabile a 3,7 kW con opzione 7,4 kW, accreditata di un'autonomia a zero emissioni di 81 km; e la E-Tense full electric da 213 CV (157 kW) con batteria da 58,3 kWh che dichiara fino a 450 km nel ciclo Wltp e che può essere ricaricata a 11 kW in AC e 120 kW in DC, passando dal 20 all'80% in circa 30 minuti. La diesel, invece, monterà un 1.5 da 130 CV. Come vaHo provato la DS N4 in Portogallo, sulle strade attorno a Porto, le varianti E-Tense e Plug-in Hybrid. La prima ha un motore pronto, un bilanciamento ottimale dei pesi e si distingue per la guida rilassante, con un'autonomia reale che appare abbastanza vicina ai dati dichiarati: la verificheremo presto grazie al nostro Centro Prove. La plug-in hybrid, invece, mi è sembrata vivace e pronta, con una verve non comune e una spinta fluida che non fa mai percepire la transizione tra termico ed elettrico. Completano il tutto delle sospensioni efficaci e un'impostazione che sembra aver trovato il corretto punto d'equilibrio tra dinamismo e confort. Prezzi e allestimentiIn Italia, i prezzi della DS N4 partono da 38.500 euro per la versione Hybrid 145 CV, 47.050 euro per la Plug-in Hybrid 225 CV e da 43.550 euro per la E-Tense elettrica. Quattro gli allestimenti disponibili: Pallas, Business Line, Jules Verne ed toile.
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Suzuki - Vision e-Sky, la nuova kei car che piace già all'Europa
La Suzuki ha svelato le immagini ufficiali della Vision e-Sky, che sarà presentata a fine mese al Japan Mobility Show: il prototipo anticipa una citycar elettrica pensata per il mercato e per le regole giapponesi, ma che potrebbe potenzialmente inserirsi nella futura lineup di E-Car europee. Regole da kei car... per oraLa Suzuki ha sfruttato tutto il know-how sviluppato per le kei car giapponesi e ha dato vita ad un prototipo lungo 3,39 metri e largo appena 1,47 metri che offre cinque porte e quattro posti, esattamente al limite del regolamento specifico delle citycar che accedono alle agevolazioni. L'abitacolo minimalista prevede due display inseriti in un unico elemento per strumentazione e infotainment, un comando fisico per la trasmissione e uno spazio aperto davanti al passeggero per riporre oggetti o persino una piccola pianta, come nel caso della concept. Elettrica da 270 km di autonomiaPer la Vision e-Sky, la Suzuki si è limitata ad annunciare un'autonomia stimata di oltre 270 km, senza fornire ulteriori dettagli sul powertrain. Tuttavia, è già confermato che la vettura diventerà un prodotto di serie all'inizio del 2027.
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Auto ibride - BYD rottama le "vecchie" plug-in
Dopo quella legata agli incentivi statali per le auto elettriche, la BYD lancia una nuova campagna promozionale che mette l'accento sull'ironia, invitando al pensionamento i vecchi powertrain ibridi plug-in per lasciar spazio ai propulsori di nuova generazione: il riferimento, inevitabile, è alla più efficiente tecnologia DM-i che equipaggia la Seal 6 (disponibile in versione berlina e station wagon) e la Suv Seal U. I dati le danno ragioneQuanto c'è di vero nella nuova campagna della Casa di Shenzen? Con il powertrain DM-i della BYD, il sistema lavora principalmente come un ibrido in serie, con il motore termico che fornisce energia alla batteria e al motore elettrico di trazione, facendo sì che nella maggior parte delle situazioni l'auto si comporti come un'elettrica. Quando si cerca uno spunto maggiore, l'ibrido lavora in parallelo ed entrambe le unità contribuiscono a muovere l'auto. Le batterie sono più grandi Sulla Seal 6 più potente gli accumulatori hanno una capacità di 19 kWh (ma di 10 kWh sul modello base), che permettono di muoversi per oltre 100 km in città senza emissioni. Sulla Suv Seal U la batteria è di 18,3 kWh: secondo i rilevamenti del Centro prove, l'autonomia media è di 78 km, che diventano 102 in città. Cresce anche l'autonomia complessiva, uno dei punti di forza dei nuovi ibridi plug-in, che supera di slancio i 1.000 km, soprattutto se ci si muove in città e sulle statali. Non è l'unicaNella sua ironia, la campagna della BYD dice una cosa vera (e anche un po' scontata): i powertrain plug-in di nuova generazione funzionano meglio rispetto a quelli precedenti, che con batterie nell'ordine di una decina di kWh permettevano di muoversi in elettrico per una cinquantina di km. Le proposte in questo senso non mancano, dalle più economiche SWM G03F e Lepas L8, passando per le proposte Super Hybrid di Omoda e Jaecoo. Anche il gruppo Volkswagen ha recentemente aggiornato i suoi powertrain plug-in, con motori termici più efficienti e batterie da 19,7 kWh netti, che permettono di superare agilmente i 100 km a zero emissioni.
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