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Germania - Elettriche in forte calo senza incentivi

4 Ruote - Mar 06,2024

Dalla Germania arriva un nuovo segnale negativo per la domanda di auto elettriche. A febbraio, secondo i dati della Kba (Kraftfahrt-Bundesamt, l'autorità dei trasporti federale), le immatricolazioni di Bev si sono attestate su 27.479 unità, il 15,4% in meno rispetto al pari periodo dell'anno scorso, nonostante un mercato in crescita del 5,4% a 217.388 unità. Di conseguenza, la penetrazione delle Bev sul totale dell'immatricolato si attesta al 12,6%.

Effetto incentivi. Il forte calo delle elettriche si accompagna a una ripresa di tutte le altre tipologie di alimentazioni (+9,7% per il diesel, +2,3% per le auto a benzina, +17,6% per le ibride, +22,3% per le plug-in e +49,9% per le Gpl), ed è la diretta conseguenza della decisione del governo federale di anticipare lo stop alle agevolazioni a causa delle ristrettezze di bilancio. Già a gennaio si era riscontrato un primo effetto: le immatricolazioni, pari a 22.474, sono sì cresciute del 23,9%, ma rispetto a dicembre sono crollate del 54,9% in scia alla corsa agli ordini dell'ultimo mese dell'anno scorso. Per l'ennesima volta, si conferma l'essenzialità degli incentivi per le politiche di sostegno della mobilità alla spina, nonché la lontananza della politica dalla realtà del mercato. Nel 2022, Robert Habeck, leader dei Verdi e ministro dell'Economia, aveva motivato la decisione di rivedere profondamente il sistema delle agevolazioni con la necessità di tener conto dell'ormai consolidata affermazione delle Bev. "La mobilità elettrica è ormai passata al mercato di massa", aveva spiegato il ministro. "Le auto elettriche stanno diventando sempre più popolari e non avranno più bisogno di sussidi governativi nel prossimo futuro". I numeri, però, dimostrano il contrario o quantomeno un deciso rallentamento della domanda rispetto a un recente passato caratterizzato da tassi di crescita a doppia cifra. 

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Stellantis - La Cina dà l'ok alla joint venture con Leapmotor

4 Ruote - Mar 06,2024

Stellantis fa un passo avanti nell'alleanza con la Leapmotor. Secondo indiscrezioni della Reuters, la Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e le riforme avrebbe infatti autorizzato la joint venture tra i due costruttori, una delle iniziative previste dall'accordo di collaborazione annunciato alla fine dello scorso ottobre

Produzione all'estero (e forse in Italia). L'alleanza, infatti, prevede non solo l'ingresso di Stellantis nell'azionariato della Leapmotor con quasi il 21% del capitale, ma anche la costituzione di un'impresa congiunta denominata Leapmotor International. Il gruppo guidato da Carlos Tavares avrà il 51% del capitale e diritti esclusivi per l'esportazione, la vendita e la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della Cina. Oltre al via libera cinese, Stellantis ha avviato le procedure di autorizzazione in altri mercati. Per quanto riguarda l'Italia, di recente si è parlato di Mirafiori come di un possibile sito adatto a ospitare la produzione di modelli Leapmotor (qui potete consultare l'attuale gamma): voci che al momento restano tali, visto che il gruppo non ha confermato (né smentito) l'eventualità.

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Karma Gyesera - L'elettrica del rilancio

4 Ruote - Mar 06,2024

La Karma Automotive ha presentato la berlina elettrica Gyesera, aprendo così un nuovo capitolo nella propria storia. La vettura è la prima di tre modelli strategici per l'affermazione sul mercato: dopo la Gyesera è in programma il debutto della coupé Kaveya, oltre a una nuova generazione della attuale Revero.

Ennesimo restyling. La Gyesera non nasconde le sue origini: bastano pochi secondi per riconoscere il design della GSe-6 elettrica, a sua volta derivata dalla Revero e ispirata alla Fisker Karma del 2011. Le modifiche del nuovo modello si concentrano nel frontale, ma in realtà è tutta l'aerodinamica a essere stata rivista in funzione del powertrain, e tutti i pannelli della carrozzeria (in alluminio e carbonio) sono inediti. La lunghezza totale supera di slancio i 5 metri, il passo è di 3,16 metri.

590 CV e oltre 400 km di autonomia. La Karma ha previsto un unico motore elettrico posteriore da 590 CV e 940 Nm di coppia, abbinato a una batteria da 120 kWh. Secondo i dati preliminari, la vettura è in grado di scattare da 0 a 60 miglia orarie in 4,2 secondi, con una velocità massima di oltre 215 km/h, mentre l'autonomia prevista è di oltre 400 km.

2.000 unità a circa 200.000 dollari. Per la Gyesera è prevista una produzione di 2.000 unità, con le prime consegne tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025. Il prezzo non è stato ancora comunicato ufficialmente, ma sarà comunque posizionato nella fascia alta del mercato, a circa 200.000 dollari. La Casa ha già aperto le prenotazioni con un deposito di 5.000 dollari.

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Transizione green - Il programma-giravolta del Ppe: "No ai bandi, sì alla neutralità tecnologica"

4 Ruote - Mar 06,2024

Il Partito Popolare Europeo (Ppe) è pronto per le elezioni del 6-9 giugno 2024: lo dimostra il manifesto elettorale pubblicato sul sito dell'organizzazione di centrodestra (ne fanno parte, tra i partiti del nostro Paese, Forza Italia e la Südtiroler Volkspartei) in vista della sua discussione e della conseguente approvazione al confresso che si sta tenendo a Bucarest proprio in questi giorni. Tra i tanti argomenti inseriti nel testo, uno è di particolare rilevanza per il settore automobilistico perché riguarda lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel nel 2035. Nel manifesto non c'è un'esplicita citazione del bando delle endotermiche, ma quando si parla di trasporti le indicazioni su una retromarcia (se non una vera e propria giravolta) rispetto al passato sono chiare: "Le nuove tecnologie hanno il potenziale per rivoluzionare il modo in cui ci muoviamo, rendendo la nostra mobilità più intelligente, più efficiente e più sostenibile. Abbiamo bisogno di più tecnologia, non di divieti". In buona sostanza, il testo non conferma la promessa del presidente Manfred Weber di cancellare il bando ("Se il mio gruppo riuscirà a ottenere la maggioranza annulleremo il divieto sui motori a combustione", ha detto il politico), ma ci sono indicazioni sulla necessità di rivedere le attuali politiche comunitarie, abiurando un approccio fatto di imposizioni dall'alto. 

Neutralità tecnologica. Dunque, il manifesto rompe con il recente passato: il Ppe fa parte dell'attuale maggioranza e pertanto ha approvato molte delle direttive della Commissione europea, tra cui proprio il bando delle endotermiche. Ora, invece, si vuole privegiare un approccio multi percorso sulla falsariga di quanto indicato da alcuni importanti manager del settore automobilistico, a partire dal presidente della Toyota, Akio Toyoda. "Il Ppe sostiene un approccio tecnologicamente neutrale per lo sviluppo di combustibili alternativi, di tecnologie legate all'idrogeno e nuovi motori per veicoli, aerei e navi", si legge nel programma. "Supportiamo i nuovi combustibili liquidi sostenibili poiché possono essere utilizzati nelle attuali infrastrutture di rifornimento e nelle catene di approvvigionamento". Questo non significa mettere in dubbio il Green Deal europeo, ma iniziare a valutarne rischi e opportunità e, soprattuto, "le esigenze di ciascun ecosistema: il Green Deal europeo è nato dalla necessità di proteggere le persone e il pianeta. Ma è stato concepito anche come un'opportunità per costruire la nostra prosperità futura", scrive il partito conservatore. Sottolineando, però, come la nuova fase di attuazione dello stesso Green Deal implichi la necessità di sostenere "l'industria europea durante la transizione" verso la decarbonizzazione: "Dobbiamo fare in modo che la politica climatica vada di pari passo con la nostra economia e la nostra società. Sappiamo che senza la protezione del clima la nostra economia non può restano competitiva nel lungo termine; ma sappiano anche che, senza un'economia competitiva, non può esistere una protezione sostenibile del clima. Per noi il Green Deal non è una nuova ideologia come sostenuto dai Verdi o dai Socialisti, bensì il segno distintivo di quell'Europa più prospera, innovativa, competitiva e sostenibile immaginata dal Ppe".

Spazio agli ingegneri. I conservatori confermano il proprio impegno sugli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% per il 2030 e della neutralità climatica per il 2050. Tuttavia, sottolineano che "l'Europa non deve deindustrializzarsi" ma, al contrario, deve dimostrare al mondo che una "trasformazione verso la neutralità può essere raggiunta con successo grazie alle sue imprese". Imprese da sostenere finanziariamente anche per individuare le "migliori soluzioni" per ridurre le emissioni. E il Ppe è convinto che "le migliori soluzioni" saranno raggiunte solo utilizzando "tutte le possibilità tecnologiche senza alcun pregiudizio o ideologia". Insomma, si deve privilegiare "il principio della neutralità tecnologica". Non solo. Per il partito popolare, "l'Unione Europea può anche fissare obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, ma deve lasciare spazio agli attori privati, locali e industriali per trovare soluzioni tecnologiche adeguate". Infine, una stoccata all'attuale maggioranza parlamentare che sembra essere stata presa pari pari dalle recenti dichiarazioni di manager dell'auto, come l'ad della Renault e presidente dell'Acea, Luca de Meo: "Siamo a favore dell'apertura tecnologica nell'economia, nell'energia e nel protezione del clima. Ma sono gli ingegneri, non i politici, che dovrebbero decidere insieme al mercato la miglior tecnologia per raggiungere la neutralità carbonica". Il dietrofront è ben avviato.

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Transizione elettrica - "L'Europa è un Titanic che sta andando contro l'iceberg"

4 Ruote - Mar 06,2024

Si è svolto il 5 marzo al Politecnico di Torino il convegno Vetture elettriche, combustibili alternativi e mix energetico: la loro evoluzione, organizzato da CAReGIVER in collaborazione con l'ateneo piemontese. Si tratta del secondo incontro, dopo quello dello scorso marzo, dedicato al tema della transizione energetica, in particolare per quel che riguarda il ruolo dei combustibili, delle fonti alternative e delle auto elettriche. Dopo il saluto del Rettore Guido Saracco, sono intervenuti come relatori Renzo Porro, fondatore di CAReGIVER, Federico Brivio di Bosch, David Chiaramonti, Paolo Massai di Quattroruote, Fabio Mingrino, Mario Petronio e Renzo Porro.

Non solo Bev. In questo periodo di transizione, "delicato ma ricco di opportunità, il settore automotive deve portare a termine l'innovazione necessaria per raggiungere gli obiettivi globali di sostenibilità", ha ricordato il rettore del Politecnico. Ed è proprio la strada dell'innovazione che non può essere a senso unico, ma deve sfruttare tutte le possibilità offerte dalla tecnologia attuale e che verrà. "Temo invece che l'Europa, con il suo pensiero unico nei confronti dell'auto elettrica, stia andando contro l'iceberg come il Titanic", ha sottolineato Renzo Porro, fondatore di CAReGIVER. "Occorre aumentare il numero delle vetture più piccole in circolazione per ridurre gli sprechi, difendere l'industria europea dell'auto dalla concorrenza cinese, spingere verso la diffusione di combustibili alternativi per i motori attuali, l'utilizzo dell'idrogeno e il ritorno al nucleare oltre all'utilizzo delle sorgenti rinnovabili perché queste sono meno facilmente utilizzabili di quanto non si creda".

Il ruolo dell'idrogeno (e non solo). Una possibile via che molti stanno percorrendo, Bosch per prima, è quella dell'idrogeno come carburante, e non solo come vettore per la produzione di elettricità per le fuel cell. Lo ha ricordato Federico Brivio, responsabile per l'idrogeno di Bosch: "Si tratta di un elemento strategico per raggiungere la neutralità climatica a livello globale. Il nostro motore a idrogeno, che trasforma il carburante direttamente in energia, debutterà quest'anno ed è praticamente a impatto zero". "Defossilizzare i trasporti richiede l'impiego di tutte le soluzioni disponibili", aggiunge David Chiaramonti, docente del Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino. "I biocombustibili e gli e-fuel avranno una parte importante di un futuro mix nel prossimo decennio e i mercati dell'energia possono offrire opportunità per la transizione all'agricoltura rigenerativa".

La situazione in Italia. L'ingegnere Paolo Massai, collaboratore di Quattroruote, ha quindi esaminato le proposte di vetture sul mercato in Italia, dove "le ibride, al contrario delle elettriche, hanno successo: le mild sono le più vendute, trascinate dalla Panda, che garantiscono una riduzione della CO2 quanto basta. Più consistenti le full hybrid, che non richiedono ricarica esterna della batteria e riducono la CO2 emessa in città dal 15% al 50%". L'incontro è stato concluso da Mario Petronio, ex direttore Abarth e squadra corse Lancia e Alfa Romeo, che si è soffermato sugli sviluppi più recenti nel campo delle Bev, in particolare quelli relativi ai processi fortemente ecoimpattanti (estrazione del litio), di grossa rilevanza sociale (estrazione del cobalto) e di politica internazionale (dipendenza dalla Cina per le terre rare). Dal punto di vista tecnico, Petronio ha infine evidenziato i vantaggi delle nuove Blade Battery (usate dalla BYD), di quelle agli ioni di sodio e a stato solido.

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Dodge - Muscle car... elettrica (ma il serbatoio ha ancora un futuro)

4 Ruote - Mar 06,2024

Disponibile con carrozzeria a due e quattro porte (riunendo, di fatto, due modelli precedenti, Charger e Challenger), la nuova Dodge Charger interpreta in chiave moderna lo stile inconfondibile e senza tempo che l'ha sempre caratterizzata, senza tanti fronzoli e vezzi estetici. All'anteriore debutta un alettone sul cofano, un richiamo alle Charger Daytona del passato ma al tempo stesso un importante elemento aerodinamico concepito per aumentare la deportanza.

Luci a tutta larghezza. I fari a led anteriori sono collegati tra loro da una striscia luminosa a Led, mentre quelli posteriori disegnano quello che la Dodge chiama anello di fuoco. Sia davanti sia dietro campeggia, illuminato, il logo Fratzog destinato ai nuovi modelli della Casa americana. Il nome Dodge è inciso con il laser nei proiettori anteriori. Nove i cerchi disponibili, con misure da 18 a 20. Di serie il tetto color nero lucido a contrasto, su richiesta quello panoramico di vetro. La carrozzeria potrà essere nei colori After Dark, Bludicrous, Destroyer Grey, Diamond Black, Peel Out, Redeye, Triple Nickel e White Knuckle.

L'abitacolo, che si ispira - abbastanza alla lontana - a quello della Dodge Charger del 1968, è dominato dallo schermo centrale da 12,3 dell'infotainment Uconnect 5: orientato verso il conducente, offre la connettività wireless per Android Auto e Apple CarPlay. La strumentazione digitale dietro il volante è riportata su un display da 10,25 che, nella Scat Pack, diventa da 16 (e su richiesta c'è anche l'head-up display). Il volante riscaldato ha la corona piatta sopra e sotto, tanti comandi sulle razze laterali e ulteriori pulsanti che consentono di selezionare la modalità di guida e la funzione boost Powershot. Di serie l'impianto stereo Alpine da 506 Watt e nove altoparlanti, su richiesta quello da 18 altoparlanti e 914 Watt.

Il cambio sembra una pistola. Nella console centrale si trovano il pulsante d'avviamento, la piastra di ricarica wireless per gli smartphone compatibili e la leva del selettore di marcia dall'impugnatura a pistola. La luce ambientale da 64 colori dispone della funzione Attitude Adjustment, che reagisce autonomamente a eventi come l'accensione dell'auto o l'apertura delle portiere. I sedili sportivi sono di tessuto ed ecopelle, su richiesta possono essere riscaldabili e rivestiti di pelle Nappa di colore nero o rosso. Con le sedute posteriori abbassate si ha a disposizione un pavimento completamente piatto e un bagagliaio dalla capacità di 1.090 litri, più del doppio rispetto al modello uscente. Il frunk anteriore aggiunge ulteriori 42 litri di spazio.

Suona come una V8. La Charger Daytona offre l'esclusivo sistema Fratzonic Chambered Exhaust, che sfrutta due radiatori passivi per generare il sound rabbioso di una muscle car, pensato per frantumare i preconcetti sulla silenziosità di un'elettrica, degno della Brotherhood of Muscle. Per chi ama viaggiare nel silenzio è comunque disponibile la modalità Stealth.

La prima muscle car elettrica della Dodge permette di utilizzare il proprio smartphone come chiave digitale tramite la tecnologia Nfc. Il pacchetto Track offre un sistema di telemetria in tempo reale che registra audio, video e dati del veicolo, con una dashcam anteriore, una telecamera rivolta verso l'interno dell'abitacolo e una porta Usb per collegare dispositivi di memoria su cui salvare i video. I dati raccolti possono essere rivisti e analizzati in auto, oppure tramite strumenti di terze parti.

Adas. Di serie sulla nuova Dodge Charger elettrica sono previsti diversi sistemi di sicurezza, come la frenata automatica d'emergenza con riconoscimento di pedoni e ciclisti, la guida assistita di livello 2 con cruise control adattivo e mantenimento della traiettoria, il monitoraggio degli angoli ciechi, il riconoscimento dei segnali stradali e il rilevamento della stanchezza del conducente. Su richiesta si possono avere anche la telecamera a 360, i sensori di parcheggio laterali e le telecamere ad altezza marciapiede per i parcheggi.

La nuova Dodge Charger Daytona porta al debutto la piattaforma multienergia Stla Large di Stellantis, flessibile per quanto riguarda dimensioni, powertrain ed efficienza energetica (verrà utilizzata anche per l'erede delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio, delle nuove Levante e Quattroporte e della prossima Jeep Wagoneer S). La muscle car ha una distribuzione dei pesi perfettamente bilanciata, con sospensioni multilink a quattro bracci al posteriore. L'architettura del powertrain è a 400V e prevede due motori elettrici, uno per asse: quello davanti può essere disattivato per ridurre i consumi e aumentare l'autonomia, mentre quello posteriore integra un differenziale meccanico a slittamento limitato. Entrambi i motori hanno un'architettura 3 in 1 che comprende inverter e cambio, ciascuno genera 250 kW (340 CV) e 300 Nm di coppia.

Due versioni. La Dodge Charger Daytona R/T monta di serie il kit Direct Connection Stage 1 con 40 CV extra, così da arrivare a 496 CV totali; la Daytona Scat Pack monta il kit Stage 2, che di cavalli ne aggiunge 80, e porta la potenza massima a 670 CV. In attesa di conoscere i dati tecnici ufficiali, la Dodge fa sapere che la Scat Pack scatta da ferma a 100 km/h in 3,3 secondi. Alle normali modalità di guida (Auto, Eco, Sport, Wet/Snow) si aggiungono - in base alla versione e all'allestimento - quelle per la pista, le drag race, i donut e i drift.

I motori Hurricane. Nel corso del 2025, la gamma della Dodge Charger si amplierà con due versioni a benzina battezzate Sixpack, sempre con trazione integrale, dotate dei sei cilindri in linea biturbo di 3 litri della famiglia Hurricane, rispettivamente con potenze da 420 e 550 CV. Motori più potenti degli Hemi che stiamo mandando in pensione, specifica il ceo della Dodge Tim Kuniskis.

Pacchetto per la pista. Oltre alla telemetria in tempo reale, il Track Package offre una serie di extra pensati per chi vuole portare la propria Charger in pista: ammortizzatori adattivi a due valvole, impianto frenante Brembo con dischi autoventilanti da 16 e pinze a sei pistoncini davanti e quattro dietro, ruote Goodyear Eagle F1 Supercar 3 305/35Z R20 all'anteriore e 325/35Z R20 al posteriore.

La batteria alloggiata nel pianale ha una struttura prismatica delle celle che la rende più stabile ed efficiente dal punto di vista termico. La capacità lorda è di 100,5 kWh, che secondo la Casa dovrebbero garantire un'autonomia, sulla meno potente R/T, di circa 510 km, e di 418 km sulla più performante Scat Pack. I paddle al volante permettono di selezionare tre livelli di frenata rigenerativa. La potenza di ricarica massima indicata dalla Casa è di 350 kW, per passare dal 20% all'80% della batteria in meno di mezz'ora, pari a circa 10 miglia (16 km) di autonomia al minuto. I clienti Dodge potranno contare sul pacchetto di servizi offerto dalla piattaforma Free2move Charge di Stellantis.

La produzione della nuova Dodge Charger a due porte inizierà a metà del 2024 nello stabilimento di Windsor, in Ontario; la versione a quattro porte e quelle con propulsori a benzina Sixpack cominceranno a essere prodotte nei primi mesi del 2025. Al momento la Dodge non ha comunicato ufficialmente nessun prezzo per le sue nuove muscle car elettriche.

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Auto elettriche - in arrivo la registrazione doganale dell'import cinese

4 Ruote - Mar 06,2024

La Commissione europea sta per avviare un'iniziativa di particolare importanza per il settore automobilistico continentale. Secondo quanto anticipato dalla Reuters, nei prossimi giorni sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale una disposizione che avvierà la registrazione doganale delle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina: non si tratta di una semplice questione burocratica, perché la novità comunicata dal massimo organo esecutivo della Ue è direttamente legata all'indagine anti-dumping annunciata lo scorso autunno. Se l'inchiesta dovesse accertare la validità delle accuse mosse a Pechino, ovvero la concessione di sussidi ai produttori locali di elettriche in spregio delle regole sulla concorrenza, allora gli eventuali dazi partirebbero, in modo retroattivo, proprio dalla data di pubblicazione del dispositivo.

A novembre l'esito dell'indagine. L'inchiesta è stata annunciata a sorpresa lo scorso settembre dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ma ufficialmente è partita all'inizio di ottobre. I funzionari di Bruxelles stanno cercando di verificare le prove di sovvenzioni concesse da Pechino in grado di distorcere la libera concorrenza e quindi il mercato. A tal fine sono state avviate diverse iniziative, tra cui ispezioni presso le sedi in Cina di aziende come BYD, Geely e Saic. L'obiettivo è determinare se sia necessario imporre dei dazi doganali anche per evitare conseguenze devastanti per il settore automobilistico europeo, come già accaduto, per esempio, nel campo dei pannelli fotovoltaici. L'indagine dovrebbe concludersi entro novembre, ma la Commissione potrebbe anche decidere di imporre dei dazi provvisori già a luglio e in tal caso scatterebbe l'applicazione retroattiva: il periodo di pagamento scatterebbe non da luglio, bensì dall'avvio delle registrazioni doganali (generalmente, una disposizione di questo tipo ha inizio il giorno successivo alla pubblicazione del relativo regolamento in Gazzetta Ufficiale).  

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Jeep - Le Beach Edition di Wrangler e Gladiator

4 Ruote - Mar 06,2024

In occasione dell'evento Jeep Beach a Daytona, la Casa americana ha presentato due nuove serie limitate: sono le Wrangler e Gladiator Beach Edition. Nell'edizione 2023 il raduno ha ospitato 225.000 spettatori e 2.500 Jeep, mentre quest'anno si terrà dal 19 al 28 aprile. Come sempre, parte del ricavato dell'evento verrà devoluto in beneficenza.

Il debutto della Gladiator. la prima volta che il pick-up Gladiator viene proposto in versione Beach Edition. Questa serie deriva dall'allestimento Willys ed è offerta solo con motore V6 3.6 benzina. La dotazione include l'hardtop in tinta, il tetto in tela apribile Sunrider Fliptop, i gruppi ottici a led, i rock rail laterali, i pneumatici off-road da 32", il differenziale posteriore autobloccante, gli interni in pelle Katzkin con ricami personalizzati e le grafiche della serie speciale. La produzione è limitata ad appena 250 unità, per le quali sarà possibile selezionare tutti i colori presenti nella gamma standard del Gladiator.

La Wrangler Beach Edition. La Jeep Wrangler Beach Edition è basata invece sulla versione Willys 4xe, ovvero quella con powertrain PHEV benzina. Le personalizzazioni sono le stesse della Gladiator, ma la dotazione include i pneumatici da 33" e la tinta speciale esterna denominata Earl. La produzione di questa serie sarà limitata a soli 500 esemplari. 

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Pirelli - Ricavi e utili in crescita nel 2023

4 Ruote - Mar 06,2024

La Pirelli ha chiuso il 2023 con risultati economici in crescita e superiori ai target del piano industriale, peraltro già rivisti al rialzo nel corso dell'anno. In particolare, i ricavi si sono attestati a quota 6,65 miliardi, con una crescita dello 0,5% legata soprattutto al maggior contributo del segmento "High Value".

Redditività elevata. La crescente esposizione a prodotti ad alto valore aggiunto (il loro peso sul fatturato totale è passato dal 71% al 75%) ha compensato un calo dei volumi dell'1,8% e determinato un miglior mix di prezzo (+8,6%) che si è rifletto sulla reddiitività: il margine operativo lordo adjusted, ossia depurato dalle componenti straordinari, è cresciuto del 2,7% a 1,45 miliardi, mentre l'utile operativo è salito del 2,5% a 1,002 miliardi, per un'incidenza sui ricavi del 15,1% (14,8% nel 2022). L'azienda milanese, che ha registrato flussi di cassa positivi per oltre 1 miliardo e una riduzione dell'indebitamento netto a 2,26 miliardi, visto l'utile netto attestarsi a 495,9 milioni (+13,8%). Di conseguenza, il Cda ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo di 0,198 euro, per un monte totale di 198 milioni.

Piano aggiornato. Il consiglio ha anche aggiornato il piano industriale 2024/2025 per tener conto del "mutato e volatile scenario esterno che ha caratterizzato gli ultimi tre anni: crescenti tensioni geopolitiche, forte rallentamento della crescita economica e della domanda, penalizzata da elevata inflazione e dal rialzo dei tassi di interesse". In tale contesto, la Pirelli punta a rafforzare ulteriormente la sua esposizione alla fascia alta del mercato dei pneumatici e prevede per il 2024 ricavi fra 6,6 e 6,8 miliardi di euro e per il 2025 fra 6,8 e 7 miliardi di euro, mentre la redditività, grazie al miglior mix di prezzo, è attesa in progressivo miglioramento, con un margine operativo di almeno il 15% quest'anno e intorno al 16% per l'anno prossimo. Per i prossimi due anni, inoltre, sono previsti investimenti complessivi per circa 820 milioni di euro: verranno destinati principalmente al miglioramento del mix di prodotto (saranno lanciate 20 novità), all'upgrade tecnologico, al miglioramento della produttività e alle misure di sostenibilità volte a raggiungere la neutralità carbonica nel 2040.

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Mini Countryman SE - Con due motori (elettrici) spinge forte

4 Ruote - Mar 06,2024

Nei suoi quasi 15 anni di carriera, la Countryman non era mai stata così poliedrica. Perché dopo aver introdotto la formula Suv nella gamma Mini, questa cinque porte si è evoluta seguendo la rotta multienergia tracciata dalla sorella minore con due porte in meno. Per la prima volta nella sua storia, la Mini Countryman è infatti disponibile anche in versione elettrica, che si va ad affiancare alle varianti a benzina già disponibili in gamma, proponendosi come modello al top dell'offerta, sia per prezzo, sia per potenza. Perché con i suoi 313 CV stacca la John Cooper Works di 13 CV, proponendo prestazioni simili in termini d'accelerazione. Certo, pesa molto più della sorella dal piglio sportivo, ma quando la guidi come ho scoperto in Portogallo, sulle strade costiere a nord di Lisbona capisci che quei chili extra sono ben distribuiti e la rendono una piacevole compagna di viaggio, mentre l'erogazione fulminea dell'elettrico ti dà una sensazione d'accelerazione superiore rispetto alla turbobenzina. Anche se sulla carta i numeri dicono altro.

Scatta con grinta. Costa 46.700 euro (ma in base all'allestimento arriva fino a 54.090 euro), pesa due tonnellate precise e ha due motori da 313 cavalli complessivi. Per lo 0-100 le basatano 5,6 secondi, solo due decimi in più rispetto alla John Cooper Works, ma si ferma a una velocità massima di 180 km/h, contro i 250 della sorella dal piglio sportivo. Numeri che però non rendono l'idea di quanto sia grintosa: affondando il pedale del gas, la sensazione d'accelerazione è maggiore rispetto alla JCW per merito dell'erogazione istantanea tipica dei motori elettrici. molto reattiva, scattante e t'incolla al sedile con i suoi 494 Newtonmetro di coppia. Dettagli che te la fanno apprezzare tra le curve, dalle quali esce come una fionda esibendo buone doti di motricità e stabilità, che ti mettono a tuo agio e ti fanno sentire sicuro. Sterzo e assetto sono diversi da quelli della JCW: la taratura è più morbida, per garantire una maggiore facilità di guida e ancora più fruibilità nel quotidiano. piacevole anche nel misto più impegnativo e con una batteria da 66,5 kWh promette 433 km d'autonomia, ma le sue vere doti sono altre.

Touchscreen a tutto tondo. Con i suoi 4.445 millimetri di lunghezza, la Countryman non è solo la Mini più grande di sempre, ma anche la più spaziosa. A bordo si sta comodi in quattro (un eventuale quinto passeggero deve stringersi non poco), anche se si è molto alti. Il tetto è a 1.635 mm da terra e di spazio per la testa ce n'è parecchio. Pure di quello per le gambe non ci si può affatto lamentare, così come della capienza del bagagliaio, che risulta addirittura superiore a quella delle varianti termiche: 460 litri che possono salire a 1.450 se si abbatte lo schienale del divano. Gli interni sono infatti l'aspetto più curato di questa Mini: oltre alla praticità, offrono dettagli con finiture esclusive che ben si abbinano all'animo innovativo di questo abitacolo. Che, tra le altre cose, incorpora una prima assoluta in ambito automotive: uno schermo Oled tondo per l'infotainment. Che garantisce un'ottima visibilità nelle varie condizioni di luce e amplia notevolmente l'area del touch screen rispetto alla generazione precedente. Il sistema multimediale integra tantissime nuove funzioni, dall'ormai immancabile assistente vocale a otto modalità di guida, tutte con suoni e grafiche personalizzate. Proprio nel display centrale vengono riportate anche le varie informazioni principali dell'auto, compresi tachimetro e autonomia, ma tutte le funzioni principali climatizzatore escluso sono ancora gestibili tramite tasti fisici. Per la gioia dell'Euro NCAP e, probabilmente, anche dei futuri clienti.

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Volkswagen Passat  - Una grande viaggiatrice (diesel) - VIDEO

4 Ruote - Mar 05,2024

Ha perso la variante berlina (che non è più a listino), ma ha guadagnato tanta tecnologia di bordo e il nuovo assetto adattivo DCC Pro. Resiste in gamma il diesel, ancora in cima ai desideri dei clienti, ma spunta anche un benzina plug-in hybrid che promette un centinaio di chilometri in elettrico.  la nuova Volkswagen Passat Variant: l'abbiamo provata (col gasolio) e vi diciamo come va.

Sfiora i cinque metri. La nona generazione della Passat nasce sulla piattaforma MQB Evo. Il passo si allunga di 5 centimetri ma cresce di ben 14,4 centimetri anche la lunghezza rispetto alla precedente generazione (per un totale 4,91 metri). Dimensioni a parte, ora le proporzioni sono più slanciate e dinamiche, ma non è solo una questione estetica quanto, e soprattutto, di efficienza all'avanzamento. I tecnici hanno lavorato molto sul Cx abbassandolo da 0,31 a 0,25 grazie a una serie di appendici quali per esempio gli air curtain frontali, il generoso spolier al posteriore o la griglia anteriore attiva che si apre e si chiude per minimizzare l'impatto con l'aria. All'atto pratico, poi, i tanti centimetri in più si traducono in un maggior spazio a disposizione nell'abitacolo e nel baule. Per darvi qualche altro numero, il bagagliaio offre una capacità variabile da 690 a 1.920 litri, fino a 140 in più rispetto al modello uscente.

Dentro il cofano. Per quel che riguarda i motori, la nuova Passat Variant propone un ampio bouquet di varianti: a gasolio, a benzina (mild hybrid) e un powertrain ibrido plug-in con circa 100 km di autonomia in modalità elettrica. Nello specifico, il range dichiarato spazia da 90 a 120 chilometri, poiché il sistema è declinato su due livelli di potenza: 204 o 272 cavalli, sempre sulla base dell'1.5 TSI. La "spalla" è un elettrico da 40 o 70 kW di potenza, alimentato da una batteria da 20 kWh ricaricabile in corrente continua fino a 50 kW (in corrente alternata, invece, è possibile assorbire fino a 11 kW).

Sottopelle, poi, troviamo sospensioni MacPherson all'anteriore e multilink al retrotreno, arricchite dall'ultima evoluzione del sistema di controllo elettronico degli ammortizzatori Dcc Pro. Quest'ultimo si rivela sin da subito efficace nel mantenere il corpo vettura livellato e neutro, assorbendo egregiamente le irregolarità del fondo. Ogni ammortizzatore è dotato di due valvole anziché una (come le precedenti versioni), così da controllare separatamente le fasi di compressione ed estensione.

Schermo da ID.7. Sulla nona generazione debuttano anche i fari a matrice di Led IQ. Light di nuova generazione, più potenti dei precedenti (la portata è di circa 500 metri). Parlando di tecnologia, però, la prima cosa che balza all'occhio è il nuovo ponte di comando, la cui plancia è stata completamente riprogettata. Al centro, c'è lo schermo per l'infotainment già visto sulla ID.7, da 13 o 15 pollici di diagonale, a seconda delle versioni: un'interfaccia più ricca e fluida con cui interagire, arricchita anche dal nuovo assistente vocale basto su ChatGPT.

Stabile e maneggevole. La Passat è molto composta sui curvoni veloci, ma anche piuttosto agile nei tratti tortuosi, dove il sistema di gestione Vehicle Dynamics Manager, lo stesso che ha esordito sulla Golf GTI, regola gli interventi frenanti e di irrigidimento degli ammortizzatori su ogni singola ruota. Il confort acustico, poi, è sempre di altissimo livello, contribuendo a fare della Passat Variant una macinatrice di chilometri provetta.

Diesel e anche 4x4. Anche oggi, il gasolio resta la scelta migliore per chi fa tanta strada, con una percorrenza in media che, durante questo primo contatto, non si è mai spinta oltre i 6 l/100 km. La variante più potente da 193 cavalli, in combinazione con la trazione integrale 4Motion e la trasmissione DSG (l'unica prevista per tutte le motorizzazioni), è la perfetta quadratura del cerchio. Quanto alla nuova variante plug-in, aspetto di fornirvi i rilevamenti del Centro Prove di Vairano per capire se manterrà i 100 km promessi in elettrico, e quanto consumerà a batteria scarica. Da notare che il gran confort di marcia è impreziosito dai nuovi sedili ergoActive Plus (opzionali a seconda degli allestimenti), dotati di funzione massaggio - grazie alle dieci camere pneumatiche - e di 14 regolazioni elettriche. E c'è anche una novità: sono i sensori capaci di rilevare l'umidità sui vestiti e di attivare automaticamente la ventilazione.

Cosa c'è di serie? L'offerta della Passat Variant si articola su tre allestimenti denominati base, Business e R-Line. Il primo offre di serie i cerchi di lega da 17", i gruppi ottici a Led, il climatizzatore bizona, l'infotainment da 12,9" con AppConnect wireless, la strumentazione digitale da 10,3", il sistema Keyless, i sensori di parcheggio, la retrocamera e il pacchetto di Adas che include il Cruise Control adattivo, il Lane Assist, il monitoraggio della stanchezza, il Side Assist, il Front Assist, il riconoscimento dei segnali stradali e il sistema Car2X. Scegliendo la versione Business si aggiungono i mancorrenti cromati, il Light Assist, gli specchietti ripiegabili e riscaldabili elettricamente, il Park Assist, il sistema di navigazione, il climatizzatore trizona, i sedili anteriori ErgoActive con massaggio, il Travel Assist e i comandi vocali per il sistema IDA. La sportiva R-Line, infine, si distingue per i cerchi da 18", le luci frontali Led aggiuntive, i gruppi ottici IQ.Light Matrix Led, l'illuminazione interna a Led con 30 tonalità, il volante riscaldabile, i sedili anteriori Top Comfort Sport riscaldabili con massaggio, il portellone elettrico automatico, l'assetto sportivo e il pacchetto estetico R-Line. I prezzi di listino partono da 42.550 euro (per l'1.5 eTSI), per salire ai 59.000 euro della diesel più potente. La variante ibrida alla spina è attesa nella seconda metà dell'anno.

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Mercedes CLA - Con e senza spina

4 Ruote - Mar 05,2024

Si scrive CLA, ma si legge Mma. Perché in questa berlina, destinata a diventare il nuovo modello d'accesso alla gamma di Stoccarda, la rivoluzione è soprattutto sottopelle: in quel pianale - per esteso Mercedes Modular Architecture - che farà compiere un salto di qualità all'elettrico della Stella. Soprattutto in termini di autonomia e velocità di ricarica.

Cesellata. Lo scorso settembre, al Salone di Monaco, è stato servito un succoso antipasto di quel che ci attende nei prossimi mesi: la nuova Mercedes CLA dovrebbe infatti essere svelta entro la prima metà del 2024 per poi essere consegnata ai clienti sul finire dell'anno. Le sue proporzioni - fedeli all'impronta a tre volumi, benché plasmate su una carrozzeria molto filante - sono state cristallizzate dalla concept che ha debuttato proprio in Baviera. E mostrano, rispetto al passato della CLA, superfici ancor più cesellate, frutto di una cura dell'aerodinamica che, se prima era già elevata, ora diventa maniacale, data la natura prevalentemente a batteria della vettura. La quale, per dimensioni, dovrebbe essere un po' più grande della CLA attuale, lunga 4,7 metri.

La Stella negli occhi. Entrando nei dettagli, l'ampia mascherina sfoggiata dalla concept, con al centro lo stemma della Casa, sarà protagonista anche nella versione definitiva. I gruppi ottici, invece, avranno un taglio differente rispetto a quelli del prototipo, ma potrebbero replicare la medesima firma luminosa a stella: un vezzo già sdoganato (sui gruppi ottici posteriori) dall'ultima Classe E. Passando poi agli interni, confezionati con materiali ecosostenibili, la berlina Entry Luxury evolverà ulteriormente l'Mbux attuale e sfrutterà il nuovo sistema operativo proprietario MB.OS per offrire un'esperienza a bordo ancora più intuitiva, grazie all'intelligenza artificiale integrata e agli aggiornamenti OTA (over-the-air) delle funzioni. La grafica sarà completamente rinnovata, mentre l'interfaccia potrebbe coniugare analogico e digitale in un dettaglio - già mostrato sulla concept - come gli anelli rotanti dedicati alla climatizzazione. Dal punto di vista dell'abitabilità, invece, il passo allungato permetterà di aumentare lo spazio riservato ai passeggeri posteriori.

Prima l'elettrico, poi il plug-in. La piattaforma Mma non sarà esclusivamente elettrica bensì "electric first", ossia pensata prevalentemente per far viaggiare l'auto a corrente. D'altronde, la Mercedes non ha ancora fissato alcuna data per l'addio ai motori a combustione. E di recente ha annunciato lo sviluppo, già in corso, di un "nuovo quattro cilindri benzina entry level", da lanciare sul mercato "circa 9-12 mesi dopo il debutto del primo modello elettrico sulla piattaforma Mma". probabile, quindi, che questo benzina finirà nel cofano di quelle varianti della CLA che ancora continueranno a sfruttare l'endotermico: al momento si parla solo di ibride plug-in, in arrivo nel 2025 inoltrato. Ad aprire le danze, invece, penserà la Bev, basata su un sistema a 800 Volt che promette un'elevata efficienza, un'autonomia massima di oltre 750 km e la possibilità di ricaricare con potenze fino a 250 kW.  

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Porsche - Conto alla rovescia per la Taycan più veloce di sempre

4 Ruote - Mar 05,2024

L'11 marzo debutterà una nuova versione della Porsche Taycan: anticipata da una prima immagine della fiancata, l'elettrica viene definita come la più dinamica di sempre, ma per il momento non ci sono indizi né sulla denominazione (che potrebbe essere Turbo GT), né sui dati tecnici.

Il prototipo ha già demolito il record al Nürburgring. La gamma della Taycan è stata appena sottoposta a un restyling che ha interessato il design e soprattutto il powertrain, ma l'arrivo di questa nuova variante non è una sorpresa: un prototipo ha già siglato il record di categoria al Nürburgring con un tempo 7 minuti, 7 secondi e 5 decimi nel percorso di 20,8 km, battendo la Tesla e dando oltre un secondo a km alla Turbo S uscente.

Nel teaser c'è il nuovo alettone. L'immagine della fiancata mette in risalto un elemento in comune con il prototipo visto al Ring: è l'ala posteriore rialzata, solo uno dei molti interventi che i tecnici di Stoccarda hanno previsto per elevare ulteriormente le prestazioni della Taycan. Sarà infatti la combinazione di aerodinamica, assetto, freni modificati, oltre alla probabile messa a punto del powertrain, a offrire prestazioni ancora più elevate rispetto alle attuali. La nuova Turbo S appena presentata, per la cronaca, dichiara 952 CV e 1.100 Nm di coppia e tocca i 100 km/h in 2,4 secondi.

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Guida autonoma - A Pisa un autodromo per i test: si concentrerà sui mezzi per disabili

4 Ruote - Mar 05,2024

La Scuola Superiore Sant'Anna ha in programma di realizzare a Pisa un autodromo per lo sviluppo e la validazione di veicoli a guida autonoma. La pista nascerà nell'area di Ospedaletto, in prossimità della Via Emilia, e sarà dedicata ai test per veicoli intelligenti da impiegarsi soprattutto in ambito sanitario: nello specifico, l'obiettivo è "incrementare l'autonomia di persone con disabilità". L'autodromo, operativo già entro la fine dell'anno (la pista sarà lunga 300 metri circa e avrà un rettilineo di 100 metri), verrà realizzato su un terreno di 15 mila metri quadrati concesso in comodato d'uso gratuito alla Scuola Superiore Sant'Anna dal Comune di Pisa, che ha voluto destinare l'area ad attività di ricerca applicata su temi di frontiera. 

Il progetto. La struttura costituirà una piattaforma attrezzata per validare tecnologie emergenti rese possibili dall'intelligenza artificiale, dalla robotica, dalla cybersecurity e dalle reti radiomobili 5G e 6G applicate alla guida autonoma. Il suo sostegno rientra nel quadro delle attività del progetto Brief (acronimo di Biorobotics Research and Innovation Engineering Facilities): si tratta di un'infrastruttura di ricerca complessa, di cui è capofila la Scuola Superiore Sant'Anna, che ha già ottenuto il via libera per i finanziamenti del Pnrr nel quadro del programma europeo NextGenerationEu e potrà ricevere ricercatrici e ricercatori da tutto il mondo per portare a termine attività di ricerca specifiche: nei prossimi mesi saranno aperti bandi di concorso per selezionare giovani che potranno lavorare utilizzando il budget assegnato dal ministero dell'Università e della Ricerca. Quando l'autodromo sarà operativo, un gruppo composto da docenti, ricercatrici e ricercatori degli Istituti TeCIP (Telecomunicazioni, Informatica e Fotonica) e di Intelligenza Meccanica della Scuola Superiore Sant'Anna potrà così sperimentare l'applicazione di nuove metodologie e algoritmi per rendere i veicoli intelligenti del futuro più sicuri e affidabili, accelerando i tempi di sviluppo e i test in ambienti urbani realistici. La Scuola pisana, che ha già acquistato un'auto di ultima generazione per dotarla di telecamere, radar e Lidar, è disponibile ad avviare collaborazioni con aziende e centri di ricerca interessati al progetto dell'infrastruttura. 

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Mercato europeo - A gennaio calano le elettriche

4 Ruote - Mar 05,2024

A gennaio, il mercato automobilistico europeo ha assistito a un calo delle quota delle auto elettriche, scese al 12% dell'immatricolato totale, il livello più basso da un anno a questa parte nonostante la continua crescita delle targhe. In particolare, secondo le ultime elaborazioni della società di ricerche Jato Dynamics sui dati di 28 mercati continentali, le immatricolazioni mensili sono cresciute dell'11% a 1.011.281 unità grazie alla spinta dei modelli elettrificati (Bev e ibride plug-in). Le elettriche pure hanno assistito a un aumento del 29% a 120.536 registrazioni, ma la loro quota si è attestata al 12%, a fronte del 10% di gennaio 2023 e di una media degli ultimi mesi di almeno il 15%. 

La Model Y spinge Tesla. "L'interesse per i veicoli elettrici rimane forte tra i consumatori e le flotte, ma questi mezzi non stanno più beneficiando dello stesso tasso di crescita osservato nell'ultimo anno e mezzo", spiega Jato. " chiaro che la mancanza di modelli convenienti, insieme alla incertezza normativa, continua ad avere un impatto sull'adozione di massa in Europa". Gli analisti sottolineano come la Tesla sia salita dal 10% al 15% del mercato delle elettriche, grazie al successo della Model Y (+60% e 11.475 targhe) e al contributo significativo della Model 3 (+344% e 6.478 immatricolazioni). Dietro i texani, si piazza la Volvo grazie alle performance della EX30. Seguono Audi e Mercedes, che superano Volkswagen, penalizzata da un calo dei volumi del 28%. Tuttavia, Wolfsburg conferma il primato in termini di gruppo, con il 18% del mercato, anche se subiscono una netta contrazione della quota rispetto a gennaio 2023 (al 25%). Seguono Tesla e, con il 12,6%, Stellantis. 

Il dominio delle Suv. Jato segnala anche altri trend, a partire dall'inarrestabile popolarità delle vetture a ruote alte: ne sono state immatricolate 543 mila, per una quota in crescita di 1,2 punti percentuali al 52,8%. A beneficiarne sono soprattutto alcuni costruttori: per la Jaguar Land Rover il peso delle Suv è arrivato al 97% del totale, per la Nissan al 92%, per la Geely (incluse Volvo e Polestar) all'86% e per gli altri marchi cinesi (escluse le stesse Geely e la Saic) al 79%.  Al contrario, il gruppo Renault non supera il 31%. Nel suo complesso, il segmento delle ruote alte è guidato dal gruppo Volkswagen, con una quota del 23%, seguito da Stellantis. In termini di singoli modelli, la leaderghip va alla Toyota Yaris Cross davanti a Peugeot 2008, Volkswagen T-Roc, Kia Sportage, Ford Puma, Dacia Duster, Hyundai Tucson, Nissan Qashqai, Tesla Model Y e Volkswagen Tiguan.

Sandero al vertice. In termini assoluti, la vettura più immatricolata di gennaio 2023 è la Dacia Sandero, che precede la rediviva Volkswagen Golf, tornata ai vertici dopo mesi di performance negative, e la Toyota Yaris Cross. Tra le novità, Jato segnala i buon andamento della Jeep Avenger, della Volvo EX30, della Byd Atto 3, della Kia EV9, della Smart #1, della Mitsubishi Colt e della BMW i5. 

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Crash test - Touchscreen, l'Euro NCAP prepara la stretta: "Sono rischiosi, tornate ai tasti fisici"

4 Ruote - Mar 05,2024

I touchscreen sono sempre più comuni nelle auto moderne e tra i costruttori si sta diffondendo prepotentemente la tendenza a offrire queste soluzioni "all in one" anche su vetture di fascia bassa. L'obiettivo è duplice: da una parte, gli schermi consentono di eliminare i tasti fisici e quindi di ridurre i costi; dall'altra, si propongono come una soluzione "familiare", in sintonia con strumenti che permeano la vita quotidiana (in primis gli smartphone). In alcuni casi, però, si sta letteralmente esagerando e a dirlo è l'Euro NCAP, l'ente che certifica la sicurezza delle auto con i suoi crash test, intenzionato a penalizzare i modelli che affidano tutte o quasi le funzioni di controllo ai touchscreen.  

Nuovi test. Non si tratta di avvertimenti vaghi: l'Euro NCAP sta effettivamente definendo delle nuove regole e procedure che andranno a mettere i bastoni tra le ruote alle Case "dipendenti" dai touch. Matthew Avery, direttore dell'ente, affila le armi: "L'uso eccessivo di queste soluzioni è un problema per l'intero settore", è la sferzata. "Quasi tutti i produttori di veicoli spostano controlli chiave sugli schermi centrali, obbligando i conducenti a distogliere lo sguardo dalla strada e aumentando il rischio di incidenti per distrazione. I nuovi test Euro NCAP previsti nel 2026 incoraggeranno le Case a utilizzare controlli fisici separati per le funzioni di base, limitando le distrazioni e promuovendo una guida più sicura".

 

I casi limite. Secondo le nuove regole, cinque funzioni dovranno obbligatoriamente passare dai comandi fisici: indicatori di direzione, luci di emergenza, clacson, tergicristalli e chiamata d'emergenza eCall. Chissà cosa penserà di queste indicazioni Elon Musk, che ha fatto del touchscreen centrale della Model 3 il "cuore" di ogni interazione uomo-macchina: la vettura non ha alcuna leva al piantone e le frecce sono controllate da pulsanti sul volante; funzioni come la selezione della marcia e della retromarcia, la regolazione degli specchietti retrovisori esterni e del flusso d'aria del climatizzatore vengono gestiti tramite lo schermo, dove sono visualizzati anche il tachimetro e il quadro strumenti. In ogni caso, Musk non è certo l'unico fan dei touch: l'andazzo (se non per tutti, tanti) è più o meno quello.

Altri scettici. L'Euro NCAP non è l'unica organizzazione ad aver lanciato un allarme sulla proliferazione dei touchscreen. Anche l'American Automobile Association ha avvertito della pericolosità dei display di nuova generazione nelle auto, mentre un anno fa l'amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse, si è detto "assolutamente convinto" che nel giro di 10 anni i touchscreen verrano vietati a causa proprio dei rischi di distrazione per gli automobilisti. A ogni modo, diverse Case stanno tornando sui loro passi, prevedendo tasti fisici e maggiori opzioni di personalizzazione: è il caso della Skoda o della Toyota, per non parlare della Ineos che per la sua Grenadier ha scelto una strada in netta controtendenza, abbondando con manopole e pulsanti. Dunque, è in arrivo un dietrofront per tutti? Ovviamente, i costruttori potranno anche decidere di non seguire le nuove regole, ma in tal caso dovranno accettare dei giudizi più bassi nelle prove di valutazione. 

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Tesla - Un presunto incendio doloso toglie la corrente alla fabbrica di Grünheide

4 Ruote - Mar 05,2024

La fabbrica Tesla di Grünheide, nel Brandeburgo, sta dando parecchi grattacapi a Elon Musk: l'ultimo è legato a un'improvvisa interruzione della corrente elettrica che ha determinato lo stop totale alle attività produttive e, perfino, l'evacuazione del sito tedesco. La polizia locale sospetta che  tutto sia partito da un incendio di natura dolosa e ha già avviato le indagini.

Danni alla rete. A tal proposito, il ministro dell'Interno del Brandeburgo, Michael Stübgen, ha rafforzato le ipotesi delle autorità inquirenti, rivelando i risultati dei primi accertamenti: "Ignoti hanno deliberatamente appiccato il fuoco a un traliccio dell'alta tensione tra Steinfurt e Hartmannsdorf". L'incendio ha danneggiato la linea dell'alta tensione a tal punto da interrompere l'alimentazione elettrica alle città circostanti e alla fabbrica della Tesla. "Migliaia di persone sono state tagliate fuori dai servizi di base e messe in pericolo", ha aggiunto il ministro. Secondo alcune testate locali, gli addetti alla sicurezza dell'impianto avrebbero udito un forte scoppio nelle prime ore della mattina e successivamente avrebbero individuato un trasformatore in fiamme nella zona di Goen-Neu Zittau. Pronta la chiamata ai vigili del fuoco, intervenuti per evitare che l'incendio si propagasse alla foresta circostante. I pompieri sono stati anche costretti a chiamare gli artificieri dell'esercito: infatti, nei pressi del trasformatore è stata individuata una tenda con un messaggio allarmante sulla presenza sotterranea di ordigni bellici.

Le proteste. La tenda potrebbe essere stata montata dagli attivisti che da giorni protestano contro la prevista espansione dell'insediamento industriale. La manifestazione, finora svoltasi in modo del tutto pacifico, ha visto gli organizzatori costruire un vero e proprio accampamento e perfino delle case sugli alberi per bloccare eventuali opere di disboscamento. Il progetto di espansione, che dovrebbe portare all'abbattimendo di 100 ettari di bosco e alla contestuale costruzione di diverse strutture logistiche, non sta incontrando solo l'ostacolo degli ambientalisti. Pochi giorni fa, i residenti hanno partecipato a un referendum, bocciando l'ampliamento con il 65% dei voti contrari. Ora, il progetto dovrà passare al vaglio del consiglio comunale di Grünheide, ma la sua approvazione non è per nulla scontata. Il sindaco Arne Christiani si è detto favorevole all'ampliamento, ma ha anche precisato la sua intenzione di tenere in debita considerazione la volontà di una comunità che sin dalla presentazione del progetto della nuova gigafactory della Tesla ha più volte manifestato contrarierà e non poche preoccupazioni, soprattutto per i rischi di inquinamento delle falde acquifere. Tra l'altro, l'impianto è oggetto di continue critiche da parte dei sindacati per la scarsa sicurezza, i ritmi di lavoro, la gestione del personale e i bassi livelli salariali.

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BYD - Seal U e Tang, all'attacco dell'Europa - VIDEO

4 Ruote - Mar 05,2024

La BYD Seal U è una sport utility di taglia medio-grande che ha appena fatto il suo debutto in Europa, in una versione completamente elettrica (oggetto di una nostra recente presa di contatto) che conferma la fedeltà finora assoluta del marchio cinese a questo tipo di powertrain. Presto però - si tratta di qualche mese - raddoppierà la sua offerta sui nostri mercati con una proposta diversa: l'ibrido plug-in.

La prima non elettrica. La Seal U DM-i, questo il nome completo della nuova versione, sarà dunque la prima BYD a raggiungere i nostri mercati con un motore termico nel cofano: una novità interessante, che abbiamo avuto modo di conoscere di persona e guidare (brevemente, in un'area di test dinamici chiusa al traffico) nei pressi di Shenzhen, dove ha sede la Casa.

I numeri fondamentali. Equipaggiata con un 1.5 turbo quattro cilindri da 139 CV, la Seal U DM-i oggetto della nostra prima presa di contatto era la versione al top di gamma, con la trazione integrale (il grosso dell'offerta punta su motore aspirato e trazione anteriore), una potenza complessiva di 428 CV e uno 0-100 km/h da 5,9 secondi. Quanto basta per garantirle un brio più che interessante e spingere il suo corpo vettura (4,77 metri di lunghezza, 1,89 di larghezza, 1,67 di altezza, per un passo di 2,76) senza imbarazzi di sorta. Se il comparto powertrain trasmette sensazioni positive, il telaio mi è sembrato meno brillante: messa alla frusta tra slalom ed evitamento di ostacoli, la Seal U plug-in ha denunciato fenomeni abbastanza sopra le righe in termini di rollio e beccheggio. E pure lo sterzo è migliorabile.

La Tang. Queste considerazioni possono essere letteralmente copiate e incollate in riferimento alla Tang, l'altro modello oggetto della nostra breve presa di contatto. Accomunata alla "collega" dalle valutazioni sull'abitacolo, piacevole per finitura, materiali e attenzioni (che ormai non sono dissimili dalle concorrenti occidentali), la Tang se ne discosta - ovviamente - per l'aspetto meccanico.

Elettrico "dual motor". Questo modello, recentemente aggiornato con un profondo restyling, punta su un elettrico puro che garantisce prestazioni di livello elevato, grazie alla sua architettura "dual motor" e alla trazione integrale che ne consegue: forte di 517 CV, scatta da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi e copre 530 chilometri con una carica (secondo il ciclo Wltp) con la sua batteria da 86,7 kWh.

Approfonditele nel video (e non perdetevi la Denza N7). Alla stessa maniera, però, le sospensioni molto morbide e lo sterzo demoltiplicato penalizzano la Tang in termini di agilità e dinamismo. Tanto più se consideriamo dimensioni (è lunga 4,97 metri) e massa (2.630 kg a secco) di questa sette posti dalla taglia "XL". In attesa del loro arrivo in Europa, previsto nel corso di quest'anno, Seal U DM-i e Tang sono pronte a farsi conoscere nel nostro video. P.S.: in coda c'è anche un breve (e non programmato) cameo della Denza N7. Ultima ad arrivare da noi (non la vedremo prima di fine anno), sembra già la migliore del lotto.

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Genova - Al via i lavori per il tunnel sottomarino: sarà il più grande d'Europa

4 Ruote - Mar 05,2024

Il 4 marzo Autostrade per l'Italia ha avviato i lavori per la realizzazione del "tunnel subportuale di Genova", prima opera di questo genere realizzata in Italia e la più grande in Europa. La società autostradale ha stanziato circa un miliardo di euro per attuare un progetto, che rientra nelle opere compensative stabilite dopo il crollo del viadotto Morandi

Riqualificazione. Il tunnel, progettato in ottica di sostenibilità ambientale e sociale, rappresenta una svolta di rilevanza strategica per il territorio e per il Paese, migliorando i collegamenti cittadini e l'accessibilità al porto di Genova. Grazie all'apertura al traffico, prevista entro l'agosto del 2029, si potranno risparmiare più di un milione di ore di viaggio ogni anno, con ricadute positive anche in termini ambientali. Inoltre, il capoluogo ligure conquisterà 10 ettari di nuovi parchi urbani in superficie. Il progetto nasce anche come riqualificazione urbanistica: l'obiettivo è contribuire al rafforzamento della rete del verde urbano, andando a ricucire aree fortemente antropizzate con la realizzazione di tre nuovi parchi pubblici e di percorsi ciclopedonali in grado di valorizzare le costruzioni preesistenti. 

I lavori. Il tunnel, definito con il contributo delle istituzioni locali sulla base di un masterplan redatto dallo Studio Renzo Piano e sotto la supervisione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è espressione della sinergia tra le aziende del Gruppo Aspi: da Tecne, società di ingegneria responsabile della progettazione, ad Amplia, l'azienda di costruzioni che curerà la prima fase di lavorazioni. I lavori, preceduti da una serie di opere propedeutiche già iniziate nel corso del 2023, sono partiti con l'apertura del cantiere nel quartiere genovese di San Benigno. Nello specifico, è stata avviata la demolizione del grande capannone industriale CSM: si aprirà così un'area di oltre 25.000 metri quadri nella quale verrà ricavato l'imbocco ovest del tunnel. Da qui partiranno gli scavi per la realizzazione di un tracciato lungo 3,4 chilometri, costituito da due gallerie principali separate (una per ogni direzione di marcia) del diametro esterno di scavo di circa 16 metri, che scorreranno a una profondità massima di 45 metri nell'area del bacino portuale, attraverseranno il Porto Antico e collegheranno San Benigno con i quartieri orientali di Genova e in particolare con Viale Brigate Partigiane.

Progetto strategico per Genova. L'opera, come sottolineato dal presidente della Liguria, Giovanni Toti, si inserisce in un più ampio di infrastrutturazione: "Il cantiere si aggiunge a quelli delle grandi opere in corso di realizzazione, che contribuiranno a rivoluzionare la Liguria come il Terzo Valico, il nodo ferroviario di Genova o la nuova Diga portuale", ha detto l'amministratore. Anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, parla di "un'opera strategica" che rappresenta "una vera e propria rivoluzione per Genova, un'infrastruttura unica nel suo genere in Italia, uno dei progetti più avveniristici in questo momento in Europa". "Il tunnel è una nuova grande sfida per Aspi", sottolinea l'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi. "Un'opera complessa, prototipo di un nuovo modo di pensare le infrastrutture, guardando alla mobilità del domani: rimette l'ingegneria al centro della scena nazionale e costituisce una risposta concreta all'esigenza di coniugare la mobilità su gomma con gli obiettivi di sostenibilità".

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Scuole guida - Il bonus patente per le licenze professionali è già esaurito

4 Ruote - Mar 05,2024

Come previsto, il Bonus patente 2024 per le licenze professionali è andato esaurito in poche ore: si trattava di un buono per patenti C, D, CE, DE e di CQC (trasporto merci o persone), messo a disposizione dal ministero delle Infrastrutture. La misura copriva l'80% delle spese sostenute per il conseguimento del titolo o dell'abilitazione, fino a un massimo di 2500 euro: intento lodevole, vista la carenza di autisti professionali, e davvero esigua la dotazione, 4,9 milioni di euro, che infatti ha preso subito il volo. Il Bonus va attivato da un'autoscuola accreditata sulla piattaforma entro 60 giorni dall'emissione (dopodiché, si hanno 18 mesi per conseguire le abilitazioni): la stessa scuola guida, una volta ricevuto il bonifico, rimborserà la somma all'allievo.

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