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Aggiornato: 47 min 57 sec fa

Auto elettriche - Bruxelles: "Incentivi europei al posto di quelli nazionali"

Gen 23,2025

Dal World Economic Forum di Davos il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di un piano europeo di incentivi per l'auto elettrica, declinato in maniera diversa nei vari paesi dell'Unione, ma che permetta di dare una scossa generale a un mercato stagnante.

La soluzione... migliore. A conferma di quanto detto da Scholz è intervenuta anche Teresa Ribera Rodríguez, vicepresidente della Commissione Europea, che al Financial Times ha dichiarato l'importanza di capire come sviluppare un piano in prospettiva europea e di agevolarne l'implementazione, al posto dei sussidi" dei singoli Paesi. Anche se, ha concluso la Ribera, occorre evitare gare in cui si mettono a confronto i diversi modelli nazionali. Le soluzioni viste in questi anni sono molteplici, dagli incentivi a fondo perduto a quelli legati al prezzo di listino dell'auto, dagli sgravi fiscali per i privati a quelli per le aziende.

Un lavoro delicato. Gli incentivi potrebbero dare una scossa al mercato e accelerare la competitività dei costruttori europei, in particolare rispetto a quelli cinesi (senza dimenticare le minacce del neo presidente degli Stati Uniti), ma vanno studiati con oculatezza. Ribera aggiunge infatti che è necessario un attento bilanciamento tra l'accelerazione del processo di elettrificazione dato dagli incentivi e il rischio che le Case europee non riescano a fornire, in termini di quantità e di qualità, le auto che vorremmo veder muoversi lungo le nostre strade. Favorendo così, per assurdo, proprio i costruttori cinesi.

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L'intervista - Pittiglio (Kia): clienti incerti, rete strategica

Gen 23,2025

Antonio Pittiglio, fleet & remarketing senior manager di Kia Italia, che tipo di orientamenti riscontrate nella vostra clientela di fleet manager riguardo alle scelte di segmento, alimentazione, durata dei contratti?

L'incertezza è comune, soprattutto in un contesto di transizione energetica e di rapidi cambiamenti normativi come quello che stiamo attraversando. Le principali cause sono legate alla necessità di scegliere veicoli che possano adattarsi alle diverse esigenze operative e dal fatto che molte aziende stanno rivalutando i segmenti tradizionali a favore di soluzioni più sostenibili o economiche (anche se continua a farla da padrone il segmento dei B-Suv). La crescente pressione per adottare veicoli elettrici o ibridi comporta inoltre tutta una serie di valutazioni non banali che non sono solo legate alla disponibilità di infrastrutture di ricarica o all'autonomia dei veicoli elettrici rispetto alle esigenze lavorative. In merito alla durata dei contratti di noleggio, risultano molto influenzati dai cambiamenti nei cicli di vita dei veicoli, che determinano la necessità di contratti più brevi per affrontare l'incertezza tecnologica e normativa.

A fronte di un aumento di presenza e visibilità delle società di noleggio multimarca e di offerta dal mondo bancario, quale strategia è vincente: collaborazione, partnership, difesa dell'offerta captive della Casa?
La collaborazione con partner fidelizzati è fondamentale per garantire una costante offerta adeguata alle esigenze del nostro cliente (azienda o privato). Resta strategico il coinvolgimento della nostra rete di concessionarie in ogni tipologia di utente, b2b o b2c che sia; questo per poter guidare al meglio le scelte dei clienti finali attraverso un servizio di consulenza a 360 gradi, che spazi dal prodotto ai servizi e possa offrire servizi di mobilità in linea con le aspettative dei driver.

In un mondo della distribuzione che vede diversificarsi l'offerta di marchi e modelli e l'affermarsi di grandi catene di dealer, con quali strumenti sottolineate i valori del vostro brand?
Kia prosegue nel proprio percorso di trasformazione da costruttore di automobili a fornitore di servizi di mobilità sostenibile, mettendo il cliente e la semplificazione quali valori fondamentali al centro delle proprie soluzioni. Per questo motivo, accanto alle modalità di acquisto o leasing finanziario con valore futuro garantito, ogni cliente può trovare una soluzione di mobilità/noleggio con diverse declinazioni, come l'abbonamento Kia Flex o il noleggio a lungo termine Kia  Renting.

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Carburanti - Aumentano le accise sul gasolio, giù la benzina

Gen 23,2025

La Commissione Finanze del Senato ha espresso parere favorevole a un futuro provvedimento del governo: l'accisa sul gasolio aumenterà da uno a due centesimi al litro, per finanziare il trasporto pubblico locale. E calerà quella della benzina, nella stessa misura. un parere con condizioni a uno schema di decreto legislativo sulle accise con misure per alcol e oli lubrificanti: l'osservazione verrà recepita in un decreto interministeriale dall'esecutivo. Quest'ultimo dovrà definire un tendenziale riavvicinamento in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra uno e due centesimi di euro dell'aliquota dell'accisa applicata al gasolio e alla benzina", dice la Commissione, "in modo da tener conto dell'impatto ambientale ed economico di ciascun prodotto. In arrivo un analogo provvedimento della Camera.

Rincaro graduale. Adesso, l'accisa sulla benzina è di 0,7284 euro/litro, mentre quella sul gasolio di 0,6174 euro/litro. Pareggiando le tasse dei due carburanti, il governo otterrà le risorse il rinnovo del contratto per i lavoratori del trasporto pubblico locale scaduto nel 2023: l'accordo 2024-2026 interessa 110 mila autoferrotranvieri. All'inizio, si alzerà di un centesimo all'anno l'aliquota sul gasolio, riducendo analogamente quella sulla benzina, per arrivare a renderle identiche nel 2030. Lo Stato potrà incamerare un surplus di gettito ogni 12 mesi: 100 milioni di euro in più il primo anno, che saliranno a 200 milioni il secondo, e a 500 milioni il quinto, quando le accise di gasolio e benzina saranno allineate.

Pressing europeo. La base di partenza è che oggi in Italia l'accisa applicata sul gasolio per autotrazione è inferiore a quella della benzina: questo non trova giustificazioni in termini ambientali, dice il ministero dell'Ambiente nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (Dad). Dal 2023, la Commissione Ue preme il nostro Paese affinché svincoli la fiscalità dalle quantità di carburante venduta: secondo Bruxelles, occorre agganciarla all'impatto ambientale per dissuadere dall'utilizzo di un carburante che nuoce alla salute. Rammentiamo che al distributore - oltre all'accisa - si paga l'Iva del 22%, più il costo netto del combustibile, incluso il ricavo dei gestori.

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Citroën - Una 2CV di ritorno? Più no che sì

Gen 23,2025

Da giorni, circolano indiscrezioni su un possibile ritorno della Citroën 2CV. Secondo fonti di stampa inglese, il Double Chevron sarebbe pronto a ripristinare uno dei propri miti per dar vita a un'auto elettrica accessibile, capace di colmare il gap tra il quadriciclo Ami e la ë-C3. Il tutto in tempi estremamente brevi, considerati i ritmi dell'automotive: secondo la ricostruzione, infatti, il debutto della nuova deux chevaux potrebbe avvenire nel 2028, a 80 anni esatti dalla nascita dell'icona francese. Un ritorno auspicabile, certamente, per tutti gli appassionati di motori. Ma che, allo stato attuale delle cose, non ci convince del tutto.

Il tempo stringe. Partiamo dal presupposto che, per il momento, il ritorno della 2CV non trova alcun tipo di riscontro ufficiale. Il che suona un po' strano per un progetto che, stando alle voci, dovrebbe vedere la luce nel giro di tre anni o poco più. Ma non si può nemmeno escludere che la Citroën ci stia lavorando in gran segreto, pronta a estrarre il coniglio dal cilindro. Se così fosse, sarebbe un coup de thétre a tutti gli effetti, poco prevedibile guardando ai piani prodotto e alle strategie della Casa.

Si può scendere sotto la C3? All'interno del gruppo Stellantis, la Citroën ha fatto propria la missione dell'accessibilità (perfettamente coerente con un'auto come la 2CV, in realtà) e ha fatto della nuova C3 l'alfiere di un riposizionamento del marchio nella fascia bassa del mercato, in diretta competizione con la Dacia. In questo quadro, la nuova generazione della compatta, lanciata lo scorso anno, costituisce il gradino d'accesso (se si esclude la Ami, che è un quadriciclo) alla gamma del Double Chevron. Tanto sul fronte termico quanto su quello elettrico, con un prezzo d'attacco di 23.900 euro che verrà ulteriormente limato al ribasso da una già annunciata versione dal taglio di batteria più urbano che costerà meno di 20 mila: un'anti-Spring a tutti gli effetti. Immaginare che i francesi possano spingersi ancora al di sotto sfruttando la medesima base - cioè la piattaforma Smart Car - come ipotizzato nelle ricostruzioni, appare dunque difficile, oltre che controproducente per la C3 stessa, che davanti a sé ha in pratica un ciclo di vita intero. Se invece l'ipotetica 2CV Bev andasse a posizionarsi nel segmento A, quello della Pandina, verrebbe piuttosto da immaginare una sinergia con la Leapmotor, sulla base della T03.

Guardare indietro anziché avanti. L'alternativa è che la 2CV possa invece rinascere sulla scia di un remake in stile Renault 5 E-Tech o, prima ancora, Fiat 500. Trasformandosi, così, in un oggetto modaiolo che, però, la spingerebbe verso un target di prezzo più alto, in controtendenza con la strategia intrapresa dalla Citroën. Di pari passo, tra l'altro, il marchio francese compierebbe anche un'inversione a U nella propria filosofia stilistica, andando alla riscoperta di linee rétro sulla scorta del successo di esempi recenti come la Renault 5 elettrica per alcuni dei suoi futuri modelli. Il tutto dopo aver presentato un manifesto di stile come la concept Oli che, invece, sembra guardare nella direzione opposta: con un design progressivo e molto moderno, caratterizzato da forme squadrate e uno sviluppo dei volumi in verticale. Per proporre qualcosa di innovativo e mai visto prima, in puro stile Citroën.

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Mobilize Duo - I prezzi per l'Italia del quadriciclo elettrico

Gen 23,2025

Mobilize ha pubblicato il listino italiano completo del quadriciclo elettrico Duo: la gamma è composta da tre versioni con prezzi compresi tra 9.990 e 11.600 euro e sarà venduta attraverso la rete Renault. Il veicolo è lungo 2,43 metri, largo 1,3 metri e, come la precedente Twizy, offre due posti in tandem.

Quadriciclo leggero o pesante. La distinzione principale riguarda le omologazioni dei tre modelli: Duo 45 Neo è omologato L6e come quadriciclo leggero limitato a 45 km/h e può essere guidato con patente AM a 14 anni; di contro, le varianti 80 Evo e 80 Pro sono omologate come L7e quadriciclo pesante limitato a 80 km/h e richiedono le patenti B1 (16 anni) o B (18 anni). Tutti i modelli sono dotati di una batteria da 10,3 kWh per 160 km di autonomia: la versione 45 eroga 8 CV, mentre il modello 80 sale a 16 CV.

Dotazioni e accessori. L'allestimento Neo offre di serie i cerchi di acciaio, l'airbag, la Digital Key, il cavo di ricarica con presa Schuko, il display da 7" della strumentazione, i fari a Led, il parabrezza riscaldabile, la presa interna Usb-C, la rete portaoggetti, il supporto per il cellulare e il sedile regolabile. Sull'allestimento Evo troviamo anche le finiture Iconic Orange, i copriruota, il kit bluetooth, il sedile riscaldabile e il pacchetto di insonorizzazione dell'abitacolo. La versione Pro è dedicata all'uso commerciale con un allestimento specifico. La lista degli optional include il climatizzatore (1.000 euro), il cavo di ricarica Mode 3 (200 euro), i sensori di parcheggio posteriori (300 euro) e i Color Pack (450 euro).

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Nucleare sostenibile - L'Italia avvia la procedura per il ritorno dell'atomo

Gen 23,2025

L'eco dei mesi scorsi ha una prima conferma: il nucleare potrebbe tornare in Italia. Il ministero dell'Ambiente ha trasmesso a Palazzo Chigi il testo del disegno di legge delega sul nucleare sostenibile, una prima mossa, fortemente voluta da Giorgia Meloni, per far tornare l'atomo nel nostro Paese dopo i due referendum che l'avevano fermato nel 1987 e nel 2011.

Per l'ambiente. Le carte giocate dal governo per il rientro sono, come si legge nel testo, "il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050", "il conseguimento della sicurezza e dell'indipendenza energetica del Paese" e "il contenimento dei costi dei consumi energetici per i clienti finali domestici e non domestici". Una tripletta avocata da sempre dai sostenitori del nucleare. Non a caso, la relazione sottolinea che "la tecnologia nucleare tutela fortemente l'ambiente: Tale affermazione è avvalorata dall'inserimento dell'energia nucleare tra le attività sostenibili previste dal regolamento Tassonomia dell'UE, specificamente intitolato alle attività 'ecosostenibili'".

Entro il 2027. Il governo è quindi delegato "ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi" che disciplinino "la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione di idrogeno, la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l'utilizzo dell'energia da fusione, nonchè la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia, anche mediante riordino e modificazioni della normativa vigente". Il ddl dovrebbe approdare in consiglio dei ministri entro fine gennaio.

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E-bike - Portabici sul gancio traino: cosa dice il decreto

Gen 23,2025

Ennesimo capitolo della saga sulle strutture amovibili per auto. Un decreto del ministero delle Infrastrutture del 21 dicembre 2024 è stato infatti pubblicato il 21 gennaio 2025 in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale numero 16). Portabagagli, portasci e portabici si possono installare senza aggiornare la carta di circolazione della vettura, a tre condizioni: se si rispettano i limiti di peso complessivi del mezzo e del gancio traino; se le strutture sono omologate e dotate del marchio di conformità, corredate da istruzioni di montaggio del produttore; se sono presenti un alloggiamento per la targa (regolamento Unece numero 26) e dispositivi supplementari di illuminazione e di segnalazione visiva. A proposito, questi ultimi devono replicare quelli posteriori del veicolo, a eccezione della luce di arresto centrale in alto sul lunotto.

Le misure contano. Portabici e portasci amovibili possono superare in larghezza la sagoma dell'auto su ogni lato per un massimo di 30 centimetri oltre le luci posteriori: eventuali sporgenze del carico devono rispettare le regole del Codice della strada. Utilizzabile la targa della vettura o una targa ripetitrice. L'automobilista è tenuto a verificare la corretta installazione della struttura: occhio anche a eventuali responsabilità in caso di incidente stradale con danni causati da quei dispositivi.

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Polestar - Lohscheller: "La 7 non sostituirà la 2"

Gen 23,2025

La strategia della Polestar è chiara: "Nessuna marcia indietro, ci sarà solo l'elettrico". A confermarcelo, durante un'intervista, è stato il nuovo numero uno del brand, l'ex Opel Michael Lohscheller, che ci ha pure parlato dei nuovi modelli che arriveranno dopo le 3 e 4 (lanciate sul mercato nei mesi scorsi) e del loro ordine. Toccando anche il tema delle elettriche entry level...

I modelli in arrivo. Entro la fine dell'anno, la Casa svedese lancerà sul mercato la Polestar 5, una nuova ammiraglia dal design filante che andrà a posizionarsi nella parte alta della gamma. Poi, probabilmente con una pre-presentazione nel 2026 (come già visto per la 5) e un lancio tra la fine di quell'anno e il 2027, sarà la volta della Polestar 7, una Suv compatta destinata a diventare la nuova porta d'accesso al mondo della Stella polare. Poi ci sarà spazio per un modello molto particolare, la cabriolet 6: il ceo non si è però sbottonato sulle tempistiche effettive di lancio dei vari modelli (che abbiamo ricostruito basandoci sulla scansione delle presentazioni precedenti), indicando unicamente l'ordine. E spiegandoci che dopo queste vetture, sarà la volta di una sorta di erede della Polestar 2, specificando chiaramente che la 7 è destinata ad affiancarla, non a rimpiazzarla: "Non facciamo speculazioni sul nostro portfolio (di vetture, ndr) a lungo termine. Abbiamo fornito indicazioni molto chiare in termini di sequenza dei nostri lanci. La Polestar 5 è in programma quest'anno nella seconda metà, poi presenteremo la Polestar 7, prodotta localmente qui in Europa, e poi la Polestar 6 e tutto il resto di cui parleremo in una fase successiva. Ma il messaggio è anche che la Polestar 7 non sostituirà la Polestar 2".

C'è posto sotto la 7? In un mercato sempre più attento al prezzo finale delle auto, sempre più costruttori stanno sviluppando delle elettriche entry level, con listini abbordabili. Ma la Polestar non entrerà in questa corsa all'ultimo euro. "Abbiamo un posizionamento premium", conferma Lohscheller. "Siamo un'azienda globale di Bev premium e non copriremo tutti i segmenti del mercato. Vedo la Polestar 7 come una porta d'ingresso nel marchio per il futuro. Oggi, la Polestar 2 è la prima auto da prendere in considerazione. E poi si sale con le Polestar 3, 4 e 5. E vediamo anche che molti dei nostri acquirenti di Polestar 3 e 4 hanno già guidato una Polestar 2. Questo è esattamente ciò che vogliamo: mantenere i clienti fedeli al marchio mentre lo sviluppiamo. E credo che questa sia un'ottima strategia".

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Stellantis - La piattaforma Small arriva anche a Vigo e Saragozza

Gen 23,2025

Stellantis ha confermato l'assegnazione della piattaforma Small ad altri due impianti: il pianale per le vetture di piccola dimensione sarà utilizzato anche nelle fabbriche spagnole di Vigo e Saragozza per produrre modelli di segmento B, tra cui, molto probabilmente, la prossima generazione della Peugeot 208. 

Il futuro di Madrid. Il gruppo ha precisato che l'assegnazione ai due siti iberici della piattaforma multi-energia "è complementare a quella già annunciata a dicembre 2024 a Pomigliano per i modelli compatti". Nel comunicato su Vigo e Saragozza Stellantis fornisce anche un'indicazione sul destino del suo terzo stabilimento in terra spagnola: l'impianto di Villaverde, alle porte di Madrid, "avrà un futuro oltre l'attuale Citroën C4", ha precisato il costruttore. "Siamo lavorando su diversi scenari che saranno comunicati a tempo debito".

Effetto Trump a Belvidere. Ulteriori conferme sono arrivate anche dagli Stati Uniti. A pochi giorni dall'incontro tra il presidente John Elkann e l'inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, il responsabile della regione nordamericana, Antonio Filosa, ha inviato una mail ai lavoratori per illustrare diverse iniziative industriali, a partire dalla riapertura della fabbrica di Belvidere. Il sito dell'Illinois, chiuso nel mese di febbraio del 2023, era finito al centro di un progetto di rilancio per investire entro il 2027 3,2 miliardi di dollari per la produzione di batterie e 1,5 miliardi per nuovi pick-up medi. Tuttavia, l'iniziativa non è mai partita diventando così uno dei terreni di scontro tra l'ex amministratore delegato Carlos Tavares e il sindacato Uaw. Ora Stellantis ha deciso di riprendere in mano il progetto. Dunque, come ha scritto Filosa, "a Belvidere verrà prodotto un nuovo pick-up di medie dimensioni, che riporterà al lavoro circa 1.500 dipendenti rappresentati dallo Uaw". Il manager ha quindi confermato la produzione della prossima generazione del Dodge Duranto a Detroit e ha annunciato nuovi investimenti su tecnologie e prodotti per le Jeep Wrangler e Gladiator a Toledo e per relative attività di componentistica. Infine, sono previsti ulteriori impegni economici negli impianti di Kokomo per produrre il nuovo propulsore GMET4 EVO. 

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Emissioni 2025 - Il gruppo Volkswagen stima di dover pagare multe per 1,5 miliardi

Gen 23,2025

Inizia a prendere forma l'incubo delle multe europee per il superamento dei limiti di CO2 in vigore dal 2025: il gruppo Volkswagen, per esempio, ipotizza di dover pagare sanzioni per 1,5 miliardi di euro nel 2026, come riporta Bloomberg. stato Rolf Woller, responsabile delle relazioni di Wolfsburg con gli investitori, a elaborare la stima durante una call odierna con gli analisti. La società tedesca, dopo un 2024 pesante, si aspetta inoltre che gli utili calino per via dell'aumento delle vendite di auto elettriche, meno redditizie rispetto alle termiche.

Quante insidie. Volkswagen è il primo gruppo automobilistico a fornire una previsione in tema di ammende, mentre l'associazione dei costruttori Acea parla di 16 miliardi di euro in totale. Le aziende chiedono a Bruxelles di rivalutare le regole sulle penali, che potrebbero indebolire un'industria già fragile, stoppare gli investimenti e deprimere il mercato, con ripercussioni possibili sui livelli occupazionali e sulla transizione.

Soluzione non gratuita. Com'è noto, una delle vie d'uscita per evitare le multe è il raggruppamento di più costruttori secondo il meccanismo del pooling: in buona sostanza, più aziende automobilistiche uniscono le flotte per soddisfare i requisiti dell'Europa. Fra i partner più gettonati, la Tesla (come in passato) e i cinesi (come BYD). Tutto questo, però, avrebbe un costo molto elevato per le aziende più inquinanti e stando all'ad Renault Luca de Meo avvantaggerebbe troppo i produttori esteri.

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Altavilla (BYD) - "I dazi non servono, con la Cina è meglio collaborare"

Gen 23,2025

Alfredo Altavilla, già braccio destro di Sergio Marchionne e oggi special advisor per l'Europa di BYD, torna a esprimere i suoi dubbi sulle strategie per la decarbonizzazione di Bruxelles e sui dazi, liquidati come "inutili". "Purtroppo, il famoso Green Deal è congegnato in maniera tale da favorire la scomparsa di costruttori europei, una sorta di suicidio assistito", ha detto Altavilla durante la presentazione del libro 'Le grandi ipocrisie sul clima' di Roger Abravanel e Luca D'Agnese. "Dobbiamo tutti imparare a difendere il concetto che per legge non si può stabilire quello che compra il cliente. Quando si è passati alle reti 5G, nessuno ha detto che non si doveva più comprare il 4G. Nel settore delle auto, invece, qualcuno ha detto che dal 2035 non si compreranno più prodotti termici: andare contro il mercato è perdente per definizione. Il settore ha bisogno di una regolamentazione più intelligente".

Dazi inutili. Come detto, Altavilla critica anche l'imposizione, decisa dall'Europa, di tariffe doganali supplementari sulle importazioni di elettriche prodotte in Cina. A suo avviso, "sarebbe meglio capire che le aziende cinesi non si combattono con i dazi, che non servono a niente:  o si combattono con il prodotto o è meglio lavorarci insieme. L'imposizione di dazi sulle auto cinesi non solo ha sortito zero effetti, ma ha ulteriormente rallentato il processo di innovazione e di scambio di tecnologie con Pechino". Insomma, l'unica strada che ha l'industria europea per continuare ad avere una sua competitività è "collaborare con i costruttori cinesi, che su tecnologie come l'elettrico o la guida autonoma sono troppo avanti. Se il nemico non posso batterlo, mi ci alleo e questa è la risposta più saggia per l'industria europea", ha concluso Altavilla, parafrasando una celebre frase attribuita a Giulio Cesare: "Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum", "se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico".

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Nomine - Pertica torna a Leasys

Gen 23,2025

Andrea Pertica lascia Santander Renting, dove dal 2021 è stato ceo per l'Italia, e torna a Leasys in qualità di general manager per lo stesso mercato nazionale. Pertica ha lavorato dal 2013 nei settori finance, lease e rent del mondo ex Fiat, con un passaggio dall'Italia al mercato internazionale nel 2017, anno dal quale ha ricoperto prima il ruolo di head of dealer financing e in Leasys come ceo della business unit che gestiva le attività di breve termine del gruppo, fino a poco prima del lancio nel 2022  - a Stellantis già costituita - della nuova Leasys. Già dal 2021, come accennato, era diventato ceo di Santander Consumer Renting (del gruppo spagnolo che è inoltre proprietario al 50% di Stellantis Financial Services Italia), nel 2024 ribattezzata Santander Renting. Il nuovo general manager riporterà a Rolando D'Arco, ceo del gruppo Leasys.

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BYD - Qin Plus DM-i, la berlina Phev si aggiorna in Cina

Gen 23,2025

La BYD ha presentato in Cina la Qin Plus DM-i, una berlina plug-in hybrid che sarà disponibile sul mercato locale a partire da 89.300 yuan, pari a circa 11.000 euro al cambio attuale: si tratta di un prezzo superiore al modello uscente, ma sempre molto concorrenziale considerando i contenuti.

Da 43 a 90 km in elettrico. La vettura adotta la tecnologia Phev di quinta generazione della Casa cinese e sostituisce la versione precedente, offerta sia in variante Bev, sia Phev: un modello di gran successo, visto che si tratta della berlina più venduta sul mercato locale, forte di mezzo milione di esemplari immatricolati. La nuova generazione combina un 1.5 benzina da 100 CV con il motore elettrico da 163 CV, mentre sono due le batterie disponibili per 43 o 90 km di percorrenza in modalità elettrica.

Quasi 4,8 metri e tanta tecnologia. Il design non presenta innovazioni particolari, ma con le fasce a Led anteriori e posteriori e la grande griglia frontale la Qin Plus DM-i si adegua al look dei più recenti modelli BYD. Anche l'interno punta alla sostanza, con due schermi separati per strumentazione e infotainment connesso e un numero limitato di comandi fisici sulla plancia Non mancano dettagli come la doppia piastra di ricarica e le bocchette posteriori. La Qin, inoltre, è cresciuta fino a 4,78 metri di lunghezza con un passo di 2,71 metri per offrire cinque posti comodi e un adeguato bagagliaio.

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Automotive - La filiera italiana frena sugli investimenti

Gen 23,2025

Il 50% della filiera auto italiana non prevede investimenti significativi in prodotti e processi nei prossimi tre anni, ovvero non prima del 2028: è quanto emerge dall'analisi presentata oggi al ministero delle Imprese dall'Osservatorio Tea (trasformazioni dell'ecosistema automotive), guidato dall'Università Ca' Foscari Venezia e dal Cnr-Ircres. Un terzo delle società scommette sulla mobilità elettrica, quasi tutto il restante sul termico e meno del 4% punta a sviluppare software, evidenzia la ricerca condotta nel 2024 su 397 delle 2.100 imprese.

Nazione spaccata. Le aziende di maggiori dimensioni e con una più spiccata visione internazionale dimostrano la maggiore propensione all'innovazione. Mentre le realtà medie e piccole, spesso al Sud, faticano a mantenere il passo. Secondo il direttore dell'Osservatorio, Francesco Zirpoli, le crisi in atto sono da attribuire prevalentemente a una diminuzione delle commesse riguardanti soprattutto i fornitori che hanno un alto volume d'affari con Stellantis.

Le soluzioni. Fra i numerosi freni a impiegare capitali, primeggia il clima d'incertezza sulla transizione tecnologica, legata anche al costo elevato dell'energia. La filiera auspica un'accelerazione in tema di fonti rinnovabili, elemento di competitività rilevante per via delle certificazioni sull'impronta carbonica richieste ai fornitori di componenti. Invocate politiche per stimolare la domanda di auto elettriche, nonché la diffusione dell'infrastruttura di ricarica.  Richieste infine facilitazioni per assumere e formare personale.

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Tesla - Nel 2024 il valore del marchio è sceso di 15 miliardi di dollari

Gen 22,2025

Per il secondo anno consecutivo, il valore del marchio Tesla risulta in calo: è quanto emerge dalla Global 500 2025 di Brand Finance, secondo cui la Casa di Palo Alto sarebbe arretrata del 26% nel 2024. Il suo "brand value", secondo la società di consulenza strategica, si attesterebbe oggi a 43 miliardi di dollari: un calo imputato dagli autori della ricerca all'anzianità della gamma e alla figura divisiva di Elon Musk.

Tesla ora è terza tra i brand auto. Nelle statistiche di Brand Finance, come evidenziato da Cnbc, a inizio 2024 il brand californiano aveva un valore quantificato in 58,3 miliardi e all'inizio del 2023 si attestava addirittura a 66,2 miliardi: la discesa degli ultimi due anni, in altri termini, ha fatto slittare la Tesla al terzo posto del settore automotive, nella gratuatoria della "firm" londinese, dietro a Toyota (64,7 miliardi) e Mercedes (53 miliardi).

Musk divide. La celebre classifica dei marchi, presentata al World economic forum di Davos (dove ieri il colosso cinese delle batterie Catl ha annunciato una nuova fabbrica in Europa) viene stilata tenendo conto di numerosi parametri, dal fatturato ai margini, passando per gli accordi di licensing e i risultati delle singole linee di prodotto, ma soprattutto si basa su un sondaggio di larga scala, che nell'ultima edizione ha coinvolto 175 mila intervistati in tutto il mondo. Divisi, a quanto pare, dalle recenti prese di posizione del fondatore Musk.

La sua personalità influenzerà le scelte. "C'è chi lo trova fantastico, ma secondo altri non lo è", ha dichiarato presentando i risultati il ceo di Brand Finance, David Haigh. "Per chi intende comprare un'elettrica, è molto probabile che la sua personalità influenzi la scelta di un'auto prodotta dalla sua azienda. Ma questo", ha precisato Haigh, "è solo uno dei tanti fattori".

Brand reputation in calo. L'analisi di Brand Finance, in effetti, ha rilevato come i veicoli prodotti dalla Tesla abbiano subito una flessione generalizzata a livello di aspetti come "considerazione" (quanti intervistati considerano un certo marchio per un acquisto), "reputazione" (che voto darebbero a un determinato marchio da 1 a 10) e "raccomandazione" (quanto siano inclini a parlare bene di un marchio), in tutti i principali mercati dove è presente, dagli Usa all'Asia, passando per l'Europa. Emblematico, in particolare, quanto rilevato in patria: alla voce "raccomandazione", il punteggio è sceso da 8,2 a 4,3 su 10.

Le conclusioni. "La forza attrattiva del marchio si sta indebolendo", ha commentato Haigh, osservando come ci sia il rischio che "la Tesla non sarà in grado di vendere quanto oggi e ai prezzi attuali. A meno che il marchio non introduca una gamma di nuovi prodotti in grado di entusiasmare i consumatori e a meno che non riesca a mitigare in parte l'antagonismo suscitato dal suo leader, verrà visto come un'azienda che ha superato il suo momento di picco e inizierà a declinare", ha affermato in conclusione il ceo di Brand Finance.

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Commissione Europea - Bufera a Bruxelles: "Soldi alle lobby green per appoggiare le proposte di Timmermans"

Gen 22,2025

Soldi dati "in segreto" a gruppi ambientalisti per promuovere i piani dell'ex commissario Frans Timmermans, l'artefice del Green Deal e delle norme sulle emissioni auto che stanno mettendo in difficoltà le Case automobilistiche: è l'accusa mossa alla Commissione Europea dal principale quotidiano dei Paesi Bassi, il De Telegraaf, autore di un'inchiesta che ha già scatenato una bufera ai massimi livelli istituzionali.

Soldi e pressioni. La testata cita contratti riservati, di cui uno da 700 mila euro, e parla esplicitamente di sovvenzioni alle lobby per "orientare il dibattito sull'agricoltura" e "fare pressioni a favore" del Green Deal. "Alle organizzazioni sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri", denuncia l'inchiesta, sottolineando l'esistenza di un "fondo multimiliardario" che Bruxelles avrebbe utilizzato per varare "sussidi climatici e ambientali", nonché per finanziare una "lobby ombra" con l'obiettivo di portare le politiche ambientali in cima all'agenda europea. L'articolo cita anche una campagna a favore della Nature Restoration Law, fortemente voluta da Timmermans (poi ritiratosi in Olanda, suo Paese natale, per fare il deputato) e aspramente contestata da diversi governi europei. L'iniziativa sarebbe stata "promossa da un'organizzazione coordinata di ben 185 associazioni ambientaliste: c'erano persino liste redatte dalle lobby con nomi di tutti i politici che dovevano essere contattati", ha spiegato al Telegraaf l'eurodeputato olandese del Ppe, Dirk Gotink, confermando di aver avuto accesso ai documenti riservati visionati dallo stesso quotidiano. Le associazioni green hanno dovuto perfino "rendicontare i risultati", come nel caso dell'European Environmental Bureau, che è stata esplicitamente incaricata di fornire almeno 16 casi in cui il Parlamento europeo ha reso la legislazione verde più ambiziosa grazie all'attività lobbistica. "Questa non è una campagna diffamatoria contro il movimento ambientalista, ovviamente è loro diritto fare lobbying", ha aggiunto Gotink. "Il problema è l'atteggiamento della Commissione Europea: ora vorrei sapere se questo tipo di attività è avvenuto anche su altri temi come la migrazione".  

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Jaecoo 7 - Come funziona il super ibrido plug-in

Gen 22,2025

Guai a essere timidi, soprattutto se sei nuovo del giro e devi farti conoscere. Così i cinesi di Jaecoo, brand aspirazionale del gruppo Chery, non esitano a spendere l'aggettivo super per l'ibrido plug-in che accompagna la versione SHS (Super Hybrid System, appunto) della Suv Jaecoo 7, in concessionaria tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo dopo la variante a benzina. Un'auto che, in verità, abbiamo già avuto modo di guidare in Cina, nel raid da Guangzhou a Wuhu che vi abbiamo raccontato su Quattroruote di novembre. Un'ibrida ricaricabile che, secondo la Casa, può contare su un range combinato (elettrico+benzina) di oltre 1.200 km. E non grazie a una batteria extra large (la capacità è di 18,3 kWh, inferiore a quella di una Phev più piccola come la Golf eHybrid), ma a un sistema elettrificato progettato per la versatilità d'uso e il contenimento dei consumi di questa sport utility di 4,5 metri.

I numeri dell'ibrido. In vista dello sbarco in concessionaria, la Casa cinese ha voluto entrare un po' più nel dettaglio di quest'ibrido che sfrutta la terza generazione della tecnologia elettrificata di Chery e che genera una potenza complessiva di 340 CV e 525 Nm (0-100 km/h in 8,5 secondi). Il powertrain ruota attorno a un quattro cilindri turbobenzina a ciclo Miller da 143 CV e 215 Nm, ottimizzato nell'efficienza termica (che è del 44,5%, secondo la Casa) e affiancato da un'unità elettrica da 204 CV e 310 Nm. Il funzionamento ibrido può essere in serie o parallelo. Nella gestione automatica del sistema, tra i 40 e i 70 km/h, il termico funge da generatore ed è l'elettrico a muovere le ruote, mentre a velocità superiori, tra i 70 e gli 80 km/h, entrambe le unità si occupano della trazione; sopra gli 80 km/h, invece, lavora solamente l'1.5 turbo e sotto i 40 km/h, al contrario, si va a batteria. Batteria che il sistema si preoccupa di mantenere sempre a un certo livello di carica (che si può impostare), per viaggiare in modalità full hybrid con consumi dichiarati interessanti, nell'ordine dei 6 litri per 100 km. Il serbatoio per la benzina è da 60 litri.

C'è anche il V2L. Partendo con gli accumulatori pieni, invece, secondo il costruttore è possibile percorrere 90 km in elettrico nel ciclo combinato Wltp (e fino a 130 nell'urbano). Il pacco batterie al litio-ferro-fosfato ha un design a triplo strato, per resistere meglio agli urti, e può essere ricaricato in corrente continua con potenza fino a 40 kW (bastano 20 minuti, secondo il costruttore, per passare dal 30% all'80% della capacità). Al momento non sono previste versioni con tagli di batteria sopra o sotto gli attuali 18,3 kWh, ma la Chery non ha escluso futuri sviluppi in tal senso, in base alle richieste del mercato. La Jaecoo 7 Super Hybrid, che offre anche la tecnologia veichle-to-load a 3,3 kW, per alimentare device portatili attraverso la rete dell'auto, arriverà a fine inverno ma è già a listino, al prezzo di 38.900 euro per la versione Premium e 40.900 euro per la Exclusive.

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Guida autonoma - Car sharing senza conducente, al via i test in Italia

Gen 22,2025

A Brescia è partita la sperimentazione del car sharing elettrico a guida autonoma, che durerà un anno con un paio di test al mese: nella città lombarda, una vettura condivisa a batteria (una Fiat 500e) senza conducente ha viaggiato per un chilometro. In base al progetto di A2A, Politecnico di Milano e Most (centro nazionale per la mobilita sostenibile), la macchina a batteria si muove da sola uscendo dal parcheggio, raggiunge l'utente che l'ha prenotata con smartphone, circola fino a destinazione, fa scendere il passeggero e, infine, riparte verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo cliente.  

Fino a 30 km/h. I mezzi elettrici autonomi in condivisione possono operare sino a un massimo di 30 km/h, dietro approvazione del ministero delle Infrastrutture e del Comune di Brescia in base alle direttive del decreto Smart Road. L'area interessata copre il centro storico e i quartieri limitrofi. Ogni test sara monitorato da un supervisore a bordo del veicolo in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessita, e da una control room dedicata. Presente anche una safety car accompagnera le auto durante la sperimentazione.

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Incentivi auto 2024 - Esauriti anche i bonus per le plug-in hybrid

Gen 22,2025

Ecobonus auto 2024: adesso non c'è più un centesimo di euro. Si è infatti esaurito nelle scorse ore tutto l'ultimo fondo rimanente, quello delle ibride plug-in, ossia la fascia di modelli tra 21 e 60 g/km CO2. Svuotato a ottobre il plafond delle termiche (61-135 g/km), mentre quello delle elettriche (0-20 g/km) era stato bruciato il 3 giugno in poche ore.

Incognita futuro. Nell'immediato, non è prevista un'altra campagna di incentivi. Se mai dovessero arrivare, andrebbero a beneficio dell'offerta (a supporto dell'industria dell'auto) e non della domanda (consumatori), come ha già chiarito il ministro delle Imprese, Adolfo Urso

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Auto elettriche - Allo studio un piano europeo di incentivi

Gen 22,2025

In risposta alle recenti pressioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dal World Economic Forum di Davos la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha fatto sapere che l'Europa ha un piano strategico per crescere e per aumentare la competitività. Un piano che potrebbe comprendere un nuovo giro di incentivi per l'acquisto delle elettriche, questa volta su scala europea.

"Necessari". quanto ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui servono soluzioni pragmatiche, non ideologiche: sono lieto che la presidente della Commissione abbia accolto la mia proposta di incentivi per l'acquisto di auto elettriche, coordinati a livello europeo. Una misura necessaria per supportare le Case automobilistiche in difficoltà, aggiunge Scholz, e per rispondere al crescente numero di sfide globali, che richiedono un'Europa economicamente più forte, con un'industria più competitiva e meno burocrazia. La mobilità elettrica è il futuro, insiste Scholz, e chiunque sostenga il contrario non fa che danneggiare la nostra industria.

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