Mercedes-Benz Vans - Il prossimo Sprinter è scolpito nella roccia
Il Mercedes-Benz Sprinter merita sicuramente un posto fra i 7-8 veicoli commerciali più significativi degli ultimi trent'anni e la Casa tedesca scolpirebbe volentieri il suo modello di taglia maggiore in un ideale Monte Rushmore delle sue creature più riuscite. Per celebrarne le tre decadi di vita, insieme ai 130 anni dalla produzione del primo mezzo per trasporto leggero e al prossimo arrivo dell'erede dello stesso Sprinter, è stata realizzata una scultura a grandezza naturale che mostra le proporzioni e alcuni dettagli stilistici del modello in arrivo. Battezzata Bo(u)lder crasi delle parole inglesi che significano audace e macigno l'opera permette di scorgere un cofano decisamente massiccio, più alto e con il coperchio più orizzontale dell'attuale, ma anche più lungo. Design e dettagli della scultura Bo(u)lderI gruppi ottici, solo accennati, sembrano seguire il disegno sottile della generazione attuale, mentre la calandra si ispira al nuovo linguaggio introdotto dalla Suv GLC appena lanciata. L'andamento del tetto da sopra il parabrezza fino alla coda qui nella versione più alta segue grossomodo i parametri attuali, ma chiude dall'alto pareti laterali decisamente più verticali rispetto a quelle dello Sprinter della serie corrente, suggerendo un aumento della capacità di carico, come effetto anche di un possibile aumento della larghezza totale. La scultura, presentata al cospetto di una replica della Lieferungs-Wagen del 1896, di fatto il primo furgone Mercedes, rappresenta un'evoluzione della liturgia della Casa basata sull'esposizione prima degli aspetti concettuali, poi di quelli tecnici e pratici e infine delle fattezze del modello definitivo. Il futuro della gamma Mercedes-Benz VansQuesta volta la sfida è particolarmente impegnativa: sostituire Vito, Sprinter e Classe V con una famiglia di modelli completamente nuova, sempre fondata sui tre segmenti (trasporto merci di taglia media e grande, più il trasporto persone premium), ma interamente sviluppata su una sola architettura. Quest'ultima avrebbe dovuto essere esclusivamente elettrica, la variante Van.Ea, con struttura modulare e versioni a trazione anteriore o integrale; già da tempo, però, Mercedes-Benz Vans ha annunciato anche una piattaforma concettualmente sovrapponibile ma con motori a combustione interna, battezzata VanCa, prevalentemente a trazione posteriore. Come adesso, esternamente i modelli BEV e termici avranno lo stesso aspetto, ma il design sarà evoluto. Il Bo(u)lder è stato preceduto dal concept Vision V, che anticipa il futuro della grande monovolume Classe V e della sua declinazione elettrica EQV, le cui eredi VLE e VLS entreranno sul mercato a 2026 inoltrato. E mentre manca qualunque prototipo del medio Vito, si può concludere che il secondo ad apparire sul mercato sarà il nuovo Sprinter.
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Finali Mondiali Ferrari - Cannizzo: In Bahrain faremo gioco di squadra
Mancano meno di due settimane alla tappa finale del Wec, la 8 Ore del Bahrain, e l'attesa è palpabile alla Ferrari nella festa di casa alle Finali Mondiali del Mugello. Abbiamo incontrato tre piloti degli equipaggi delle due 499P ufficiali che si giocheranno il Campionato mondiale Costruttori e Piloti: Miguel Molina (hypercar n.50), James Calado e Alessandro Pier Guidi (n.51), questi ultimi due in testa al campionato Piloti. Poi la parola passa all'ingegner Ferdinando Cannizzo. Pier Guidi: Qui al Mugello la festa è stupenda, però c'è ancora un appuntamento molto importante, tra una decina di giorni in Bahrain. Per ora la stagione è stata positiva, con l'hypercar e con la 296, e dobbiamo concluderla nel migliore dei modi. Siamo già concentrati là, per ora godiamoci i nostri tifosi, che ci seguono sempre. Calado: Quella alla 24 Ore di Le Mans del 2023, della nostra n.51, fu una grande vittoria, finora sono tre di fila, ma è passato molto tempo. Ora dobbiamo concentrarci sul nostro obiettivo, che è quello di vincere il Campionato del mondo in Bahrain. Pier Guidi: L'attesa del Bahrain? La stiamo vivendo come ogni altra gara, cercheremo di fare del nostro meglio. Ovviamente l'ultima corsa è molto importante, perché ci giochiamo una fetta significativa della stagione, ma ci stiamo preparando come le altre volte al simulatore, cercando di ottimizzare ogni aspetto. Poi vedremo. Molina: La gara del Bahrain intanto è di otto ore, e non di sei, quindi sarà un po' diversa. E poi ci attendiamo tantissimo degrado gomme, aspetto sul quale abbiamo preparato la gara. Siamo pronti, con tanta voglia di andare lì a finire il lavoro. Pier Guidi: Innanzitutto dovremo prima capire che prestazioni avremo. Poi in base a quello, vedremo il da farsi. Credo che giocare troppo in difesa o avere un approccio troppo conservativo non sia sempre positivo. A volte si fa peggio. Magari saremo più cauti del solito, ma correremo come sappiamo fare e se dovessimo avere una prestazione decente, potremmo giocarcela. Poi sarebbe bello concludere la stagione sul podio, a prescindere dal campionato. Cannizzo: Nelle ultime gare non abbiamo raccolto quanto sperato. Ma ora siamo pronti ad affrontare l'ultima gara e cercare di portare a casa quello che aspettiamo da tanto tempo. Giochi di squadra? Ovviamente sì, siamo un team, abbiamo tre vetture, faremo di tutto per giocarci le nostre chance. Per cercare di conquistare il campionato Costruttori e poi di dare ai driver la possibilità di assicurarsi anche il Piloti. Il degrado gomme e i setup? un tema importante, ma dobbiamo arrivare in fondo con due vetture: l'aspetto positivo è che abbiamo fiducia nel lavoro svolto, anche dove siamo andati meno bene, nei miglioramenti ottenuti dall'anno scorso, che ci dicono che possiamo fare bene. una gara delicata, non possiamo perdere un'auto per strada, né commettere sbavature. Considero la pista del Bahrain non sfavorevole. Ci siamo preparati al simulatore, abbiamo rivisto quello che abbiamo fatto, incrociato gli elementi, più le novità di assetto. Ci siamo preparati a una gara aperta a più scenari. In Bahrein mi aspetto più forte la Porsche della Cadillac. Se guardiamo ai dati storici, l'americana in questa corsa ha sempre sofferto di più il degrado gomme, quindi mi aspetto che la Porsche sia il competitor numero uno.
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Finali Mondiali Ferrari - Il rito del Cavallino
Il cielo sopra il Mugello sapeva di benzina e pioggia. Le Finali Mondiali Ferrari hanno chiuso la stagione con questa miscela perfetta di adrenalina e appartenenza. Tre giorni intensi, tra gare, esibizioni e una bomba d'acqua domenicale che non ha raffreddato l'entusiasmo delle migliaia di tifosi assiepati sulle tribune. Famiglie, collezionisti, appassionati: un popolo in rosso riunito per il rito del Cavallino Rampante. Al Mugello le Rosse sono a casaDa oltre trent'anni, le Finali Mondiali sono la celebrazione collettiva del marchio Ferrari. Dalla prima edizione del 1993 a oggi, la manifestazione ha attraversato Europa, Stati Uniti e Medio Oriente, ma il Mugello resta la sua casa naturale. qui che il rombo diventa linguaggio comune e che l'ingegneria incontra la passione. Le gare del Ferrari Challenge Trofeo Pirelli e della Coppa Shell si sono alternate agli show dei programmi F1 Clienti e XX. Sull'asfalto umido, le scie d'acqua tracciate dalle vetture sembravano pennellate argentate, disegnate da un'unica mano. Nel paddock, una piccola Ferraropoli: boutique, stand di modellismo, simulatori, tute rosse e sorrisi. Ogni passo raccontava la stessa appartenenza. Vent'anni di Programma XXL'edizione 2025 ha segnato un anniversario speciale: vent'anni del Programma XX, nato nel 2005 con la FXX derivata dall'Enzo. Un laboratorio di ricerca in cui i clienti diventano collaudatori, sperimentando soluzioni destinate alle Ferrari di domani. Poi la 599XX, la FXX K e la sua evoluzione Evo, fino alla 499P Modificata, versione clienti della Hypercar campione del mondo endurance. Cinquanta vetture XX, su circa duecento prodotte, si sono date appuntamento in Toscana accanto a un centinaio di Challenge provenienti da tutti i continenti. Vederle insieme è stato come osservare vent'anni di evoluzione tecnica e stilistica condensati in pochi minuti: un dialogo continuo tra Maranello e le piste del mondo. La Ferrari che vive nel digitaleSabato sera, il Mugello ha accolto la F76, la prima Ferrari creata per il mondo virtuale. Un progetto NFT che celebra il primo trionfo del Cavallino a Le Mans nel 1949 e apre una nuova frontiera nell'esperienza del marchio. Disegnata dal Centro Stile diretto da Flavio Manzoni, la F76 è un manifesto di visione: doppia fusoliera, aerodinamica che diventa arte, flussi che si intrecciano come vene di un organismo vivo. La vettura è l'idea stessa di futuro, trasformata in linguaggio digitale: ne parliamo qui in maniera più approfondita. Un arrivederci in SpagnaDietro ogni dettaglio, la regia del reparto Attività Sportive GT guidato da Antonello Coletta, che tiene insieme Challenge, WEC, F1 Clienti e XX Programme come un'orchestra. Anche quest'anno il Mugello si è confermato palcoscenico perfetto, tra i saliscendi toscani e la pioggia che non spegne la passione. Durante la cena di gala è stato annunciato che nel 2026 le Finali si terranno in Spagna, ma lo spirito non cambierà: Ferrari come comunità, come fede, come linguaggio universale. Perché, anche quando il cielo si chiude e tutto tace, il suono del suo cuore continua a battere forte.
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Ferrari - Lhypercar digitale, ponte fra tradizione e futuro
Nel corso delle spettacolari e bagnate Finali Mondiali Ferrari al Mugello c'è stato spazio per un omaggio al passato e uno sguardo al futuro insieme. La sintesi è la F76, la prima hypercar digitale del Cavallino rampante, che celebra, nella sigla, e nell'anno della terza vittoria di fila della 499P a Le Mans, il primo successo in rosso alla 24 Ore francese, ottenuta nel 1949 da Chinetti-Selsdon, sulla 166 MM barchetta Touring. Concept virtualeLa F76 non è un'auto come l'immaginiamo,;fatta e finitya, ma un progetto avveniristico virtuale che abbina la tradizione sportiva Ferrari all'innovazione del design e delle tecnologie digitali, spingendosi a prefigurare come potrebbero essere le hypercar di domani del Cavallino. Pensata per i clienti dell'esclusivo programma Hyperclub, la F76 è uno dei pilastri digitali dell'iniziativa lanciata dalla Casa per sostenere i prototipi 499P impegnati nel Mondiale endurance, un'esperienza da vivere per i clienti di fianco alla squadra ufficiale. Ideata dal Centro StileLa concept digitale, frutto del Centro Stile del Cavallino guidato da Flavio Manzoni, è un manifesto di design, che ridefinisce i confini dello stile automobilistico, grazie a un approccio nel quale forma, funzione e performance si fondono. A livello estetico la F76 si caratterizza per la doppia fusoliera - quasi una biposto-corsa futuristica -, per i profili alari e le geometrie raffinate, pensati per esaltare le prestazioni, proponendo qualcosa di nuovo. Spicca, dunque, la separazione tra la cellula del pilota e quella del passeggero, che allinea l'ingombro delle ruote con quello delle cabine, consentendo un'interazione inedita fra fondo vettura e carrozzeria. Con un canale centrale che trasforma il corpo vettura in un'ala, sfruttando al top l'effetto suolo. In pratica, i flussi d'aria sulla macchina si dividono nel frontale per ricongiungersi nel posteriore, dove una seconda ala sovrasta le due code. Qui ci sono due profili verticali che sottolineano una carreggiata importante, con le quattro luci incastonate nell'ala. Fascia sospesaNel muso, svetta una fascia sospesa tra i parafanghi, che porta all'estremo il concetto di ala flottante della F80. Le due coppie di fari a scomparsa, posizionate sotto la fascia sospesa, sono un punto di contatto tra i gruppi ottici sollevabili anni 80 e i possibili temi del futuro. Di lato, spiccano i tagli verticali d'ispirazione F80, a conferma che gli stilemi offerti dal modello si potrebbero ritrovare nelle future hypercar Ferrari. Inoltre, nella zona centrale delle due fusoliere spicca una livrea tridimensionale, con branchie laterali, un tema iconico su alcune Rosse del passato. La F76 mostra anche una sfida nel campo della progettazione strutturale, con novità per ciò che riguarda i volumi dell'abitacolo. Condividere le emozioniGli interni sono stati pensati per esaltare la condivisione e l'esperienza di guida: due cockpit distinti, che sfruttano la tecnologia drive-by-wire, e permettono a entrambi gli occupanti - che potrebbero essere anche un istruttore e l'aspirante pilota - di vivere insieme in tempo reale le sensazioni della guida. E in tutto ciò i clienti, nei tre anni dell'Hyperclub, hanno avuto un ruolo, dato che hanno potuto creare la propria F76, diventando parte attiva di una community esclusiva e innovativa.
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Motorsport - Nasce il Gruppo Korus, il gigante delle piste
Dal karting al mondo delle delle vetture a ruote scoperte e coperte, passando per engineering alla progettazione di soluzioni a 360 per il racing. Oggi nasce il Gruppo Korus, un nuovo gigante tutto italiano dedicato al panorama delle competizioni, capace di seguire un pilota dai primi passi della propria esperienza - il karting appunto - fino al professionismo. Un colosso dei motori, insomma, che diventerà riferimento per chi vive in kartodromi e piste. Tutto italianoTatuus Racing, ATM - Autotecnica Motori, Breda Racing, YCOM, Birelart, Next Solution Technologies, IAME e Kart Republic: sono le aziende, tutte italiane, che formano la neonata holding, nata dall'acquisizione di Birelart, Next Solution Technologies, IAME e Kart Republic da parte dell'ormai ex Gruppo Tatuus - ora Korus. Insomma, gli specialisti delle monoposto si evolvono, ampliando il proprio bacino di competenze. Stiamo vivendo un momento storico per le nostre aziende e per il motorsport italiano", spiega Giovanni Delfino, CEO del Gruppo Korus. "Un percorso partito nel 2017 da Tatuus e ATM che trova oggi un momento di grande crescita e affermazione grazie all'ingresso nel Gruppo di realtà che non solo incarnano alla perfezione lo spirito con cui questa holding ha preso vita, ma che rappresentano consolidate e affermate realtà nel mondo del racing e del karting. Il neonato gruppo ha anche comunicato alcune proiezioni finanziarie per il 2025: fatturato di circa 150 milioni di euro, ed un EBITDA previsto di circa 24 milioni. Le aziende del Gruppo Korus TatuusNata nel 1980, Tatuus è leader nella progettazione e produzione di monoposto per Formula 4, Formula Regional e categorie competitive ani (19 dei 20 che attualmente compongono la griglia di F1 hanno corso con chassis Tatuus). Da gennaio 2023 il Tatuus HQ sorge sul suolo della storica sede Alfa Romeo di Arese che si espandeva fino a Lainate. ATM - Autotecnica MotoriNata nel 1977, ATM è oggi leader nella progettazione e produzione di motori da competizione per Formula 4, Formula Regional, GT, vetture turismo e hypercar. Breda RacingFondata nel 1988, Breda Racing è dal 2018 l'hub produttivo del Gruppo. Due le aree di business principali: componenti e strumentazione per vetture da competizione, come gli halo per le vetture formula e interi telai per supercar. YCOMDal 2008 YCOM è leader in progettazione, engineering, sviluppo dei veicoli e lavorazione di materiali compositi. L'azienda ore soluzioni complete per il motorsport e la mobilità, con particolare focus in ambito Endurance. Next Solution TechnologiesNata nel 2001, Next Solution è specializzata nei campi dell'elettronica e dell'elettromeccanica in ambito motorsport i propri main business. Dai fari che illuminano i rettilinei di Le Mans e di tutti i campionati endurance sia in ambito hypercar che GT, fino ai volanti delle monoposto. BirelArtDal 1959, Birel è sinonimo dell'eccellenza italiana nella produzione e nello sviluppo di telai per Kart racing e rental e vanta anche la realizzazione di linee di kart su misura, come quella per il campione di F1 Charles Leclerc. Kart RepublicSpecializzata nella realizzazione di telai per kart da competizione, ha tra le sue peculiarità la fornitura di servizi racing ai programmi di academy per giovani talenti, per esempio ha una linea di kart dedicati alla FA Alonso Kart. IAMEUna delle aziende leader nelle produzione di motori per kart da competizione. Inoltre, attraverso le proprie attività agonistiche, svolge un ruolo nella promozione sportiva del motorsport con una serie di campionati di carattere nazionale e internazionale organizzati in tutto il mondo.
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Honda - Prelude, full hybrid nel segno della Type R
La nuova Honda Prelude segna il ritorno di un'icona delle coupé sportive, reinterpretata in chiave moderna e ibrida. E lo fa senza cedere alle mode del momento: niente eccessi di schermi o effetti luminosi oltre il necessario, ma soluzioni tecniche raffinate e scelte ingegneristiche alla Honda, pensate per chi ama ancora guidare. La sesta generazione si ispira alla leggerezza di un aliante, capace di librarsi elegante ma anche di compiere virate agili e precise. Questo si ritrova nel design, semplice ed elegante, ma anche nello spirito con cui è stata progettata questa 2+2: è il principio Man-Maximum, Machine-Minimum applicato a una coupé: un abitacolo cucito attorno al guidatore, lineare ed accogliente, che sa trasformarsi in uno strumento di piacere dinamico. Il full hybrid cambia carattereCon un passo di 2.604 mm, una lunghezza di 4.525 mm e un'altezza contenuta in appena 1.349 mm, la Prelude si colloca in un segmento affollato, ma sceglie una rotta autonoma. Come da tradizione, Honda segue un percorso tutto suo. Il motore ibrido full hybrid e:HEV è quello della Civic e combina un 2.0 litri a ciclo Atkinson con due propulsori elettrici e una batteria agli ioni di litio sistemata sotto il sedile posteriore, per bilanciare le masse. La potenza complessiva è di 184 CV, con una coppia elettrica di 315 Nm subito disponibile. Un propulsore che abbiamo imparato a conoscere negli anni: efficiente, con consumi che non sarebbe sbagliato definire "da record", ma che qui assume tutt'altra sostanza. Sulle contorte strade nei pressi di Nizza, la Prelude ha infatti messo in campo una prontezza che fa apparire velleitarie richieste di maggior potenza. Ed il motivo è da ricercare sempre nella capacità dei motori elettrici di esprimere da subito tutta la coppia motrice, ideale su percorsi così tortuosi. S+ Shift, il cambio simulatoIl vero tocco distintivo è però l'Honda S+ Shift, un sistema che simula cambi di marcia rapidi e realistici agendo sull'erogazione e sul suono del motore. Ne abbiamo già avuto un assaggio sulla Civic e:HEV, che simula le cambiate da sé. Qui ci sono le palette al volante e il contagiri dedicato sul display, che conferiscono un controllo più efficace ma anche una dose extra di gusto durante la guida. Tuttavia, sarebbe errato pretendere da questa simulazione lo stesso identico comportamento di un vero e proprio cambio. Vuoi perché il freno motore, qui, è molto ridotto e vuoi perché con questo sistema, in cui il termico è disconnesso dalle ruote, viene meno la necessità di selezionare il rapporto giusto per uscire rapidamente dalla curva. Questo non vuol dire che sia una soluzione fine a sé stessa, quanto un bell'esercizio tecnico - e pure divertente - per trasbordare nel mondo dell'ibrido, sensazioni che oggi in virtù del diktat tuttelettrico sembrano essere avviate al dimenticatoio. In pratica, la Prelude vuole essere un'ibrida che restituisce sensazioni da sportiva tradizionale. In equilibrio tra sportività e uso quotidianoLa base tecnica deriva dalla Civic Type R: la geometria delle sospensioni resta invariata, ma molle, barre stabilizzatrici, ammortizzatori e boccole sono stati tarati appositamente per la Prelude. Gli ammortizzatori adattivi e l'Agile Handling Assist, che frena le ruote interne alla curva per aumentare il momento di imbardata, migliorano stabilità e reattività in curva. Ti senti tutt'uno con l'auto ed il risultato è una guida precisa, composta e comunicativa. E per di più, le tre modalità disponibili offrono un ampio spettro di controllo della ruota, dando supporto in curva o assorbendo alla grande tutte le imperfezioni stradali, rendendo così molto semplice ipotizzare l'uso dell'auto anche nella vita quotidiana. Ancor più considerati i consumi, che nel mio test si sono attestati tra i 5,5 e i 6,5 litri/100 km. Ne riparleremo con il supporto del nostro Centro Prove. Confort e tecnologiaDentro, la qualità percepita è buona: materiali morbidi, impostazione ergonomica e sedili anteriori differenziati - più contenitivi per il guidatore, più accoglienti per il passeggero. I posti sono quattro e il bagagliaio offre 264 litri, ampliabili fino a 663 abbattendo gli schienali. Il sistema multimediale prevede touchscreen da 9 pollici, quadro digitale da 10,2, Apple CarPlay e Android Auto wireless, impianto Bose e pacchetto di assistenze Honda SENSING di serie. Un allestimento, un prezzoGli ordini della nuova Honda Prelude aprono in questi giorni, ma il debutto ufficiale sul mercato avverrà tra febbraio e marzo 2026, con un obiettivo di vendita di 600 unità entro fine anno. La Prelude sarà proposta in un unico allestimento, denominato Advance, a un prezzo di 50.900 euro chiavi in mano (IPT esclusa), con un sovrapprezzo di 1.000 euro per le vernici metallizzate. La gamma colori comprenderà Moonlit White Pearl, Meteoroid Grey Metallic, Crystal Black Pearl e Racing Blue Pearl, mentre per gli interni chiari - disponibili con le tinte Moonlit White e Racing Blue - è previsto un supplemento di 1.250 euro.
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F.1, GP Messico - Norris vince e va in testa al Mondiale
Lando Norris ha dominato il Gran Premio di Città del Messico. L'inglese della McLaren ha messo le mani su una delle vittorie più nette della sua carriera, al termine di un fine settimana semplicemente perfetto. Partito dalla pole, Lando ha gestito la corsa con freddezza e controllo nelle prime concitate fasi, alternando poi ritmo e intelligenza tattica: prima con le Soft, poi con le Medium, ha costruito un margine incolmabile, chiudendo con oltre 30 secondi di vantaggio su Charles Leclerc e diventando il nuovo leader della classifica piloti. Che gara! ha esclamato Norris sotto il podio, travolto dall'entusiasmo del pubblico messicano. Mi sono limitato a guardare avanti e a concentrarmi. stata una corsa lineare, ottima partenza, ottimo primo giro, e da lì ho solo pensato a gestire. incredibile correre qui, un grande grazie a tutti i tifosi!.Leclerc, tenacia e un pizzico di fortuna. Alle spalle di Norris troviamo la Ferrari di Charles Leclerc che ha vissuto una gara di pura sopravvivenza. La Ferrari numero 16, costretta a gestire un degrado gomma più alto del previsto, ha retto fino al traguardo difendendo con i denti il secondo posto da un Max Verstappen in rimonta. A salvare il monegasco è stata la Virtual Safety Car negli ultimi due giri, chiamata in causa per il ritiro della Williams di Carlos Sainz, ferma in curva 15. Sono molto contento di questo weekend. Finire di nuovo sul podio è stata una grande sorpresa. Devo ammettere che la Virtual Safety Car alla fine mi ha salvato: le gomme erano completamente finite. Senza quella, sarebbe stato difficile tenere la posizione ha raccontato il monegasco con il sorriso di chi sa di averla scampata per un soffio. Il secondo podio consecutivo conferma, comunque, la crescita della Ferrari, ora risalita in seconda posizione nel Mondiale Costruttori, ma per un solo punto di vantaggio sulla Mercedes.Verstappen, rimonta e rimpianti. Per Max Verstappen, il weekend messicano è stato un piccolo concentrato di frustrazione, salvato da un moto d'orgoglio finale. Dopo un caotico ingresso alla prima curva con le due Ferrari e un'escursione in curva 1 che poteva costargli caro, il quattro volte campione del mondo ha rimontato con la consueta determinazione fino al terzo gradino del podio. Il suo ultimo stint è stato fenomenale e solo l'intervento della VSC gli ha impedito di attaccare Leclerc sul finale. L'inizio è stato davvero caotico per me. All'esterno ho preso il cordolo e sono quasi finito sull'erba. Nei primi giri si trattava solo di sopravvivere. stato un weekend difficile, quindi essere lì a lottare per il secondo posto dopo tutto quello che è successo nei primi giri è comunque un buon risultato. Quanto alla Virtual Safety Car... beh, a volte va bene, a volte no! ha glissato l'olandese con un sorriso amaro.Bearman firma il capolavoro della Haas. Se Norris è stato perfetto, Oliver Bearman è stato semplicemente straordinario. Il giovane pilota britannico della Haas ha chiuso quarto, al termine di una gara impeccabile per ritmo, gestione e maturità. Per diversi giri è stato virtualmente sul podio, resistendo agli attacchi di avversari più esperti e gestendo la pressione con una freddezza sorprendente. Solo la rimonta di Verstappen gli ha negato la gioia del primo podio in carriera. Con Esteban Ocon nono, la Haas firma la miglior prestazione stagionale e, forse, la più brillante degli ultimi anni che consente al team di risalite anche in classifica costruttori fino all'ottavo posto.Il resto della Top 10. Weekend complicato anche per la Mercedes, con Andrea Kimi Antonelli davanti a George Russell - per la prima volta in stagione - ma lontani dalle posizioni di vertice. Gara amara per Lewis Hamilton, solo ottavo dopo una penalità di dieci secondi per aver tratto vantaggio da un'uscita di pista durante il duello con Verstappen e Russell. Un episodio che gli è costato caro e che, di fatto, ha cancellato la possibilità di chiudere a ridosso del podio. Dietro di lui, Gabriel Bortoleto conferma la solidità della Sauber portandola ancora una volta a punti, mentre la gara di Sainz si chiude mestamente a bordo pista.Piastri sotto pressione. Capitolo a parte merita la gara di Oscar Piastri. L'australiano ha tagliato il traguardo in quinta posizione e ha lamentato per tutta la gara un bilanciamento precario: la MCL39 scivolava in uscita di curva e le gomme posteriori, costrette a lavorare troppo, hanno perso efficienza presto. L'australiano ha comunque conquistato punti preziosi, ma non è riuscito a tenersi la leadership in campionato. Ora mancano quattro gare alla fine, più due Sprint. Il messaggio, chiaro come il cielo di Città del Messico, è uno solo: Norris è pronto a giocarsi il tutto per tutto e Oscar deve riprendersi da questo periodo nero, se vuole lottare fino alla fine. Per Verstappen, le cose sono parecchio complicate, ma si sa che tra i due litigantiI risultati completi del GP di Città del Messico >>
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F.1, GP Messico - Norris in Pole davanti alle Ferrari
Lando Norris ha piazzato il giro perfetto nel momento più delicato del weekend e, forse, della stagione. Dopo un venerdì non brillante, l'inglese della McLaren ha reagito da fuoriclasse, firmando una pole position pesantissima in Messico con il tempo di 1'15586. Una prestazione di forza, costruita con precisione chirurgica: Sono felice di essere tornato in pole, era da tanto che non ci riuscivo. stato uno di quei giri in cui non sai cosa aspettarti, ma quando ho tagliato il traguardo sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ho sempre avuto buone gare qui, quindi mi concentrerò su quello che posso controllare, ha commentato Lando alla fine della sessione. Una pole dal peso enorme, che conta molto sul fronte psicologico, oltre che sportivo. Dopo settimane passate all'ombra di Verstappen, Norris ha finalmente imposto la propria legge, infliggendo due decimi e mezzo a Leclerc e quasi quattro al campione olandese. Un segnale forte, anche per il compagno di squadra e leader del campionato, Oscar Piastri, solo ottavo e staccato di quasi otto decimi.La Ferrari sogna in grande. Finalmente il team di Maranello è riuscito a concretizzare il proprio potenziale in qualifica, con Charles Leclerc in seconda posizione e Lewis Hamilton in terza. Già nel primo tentativo della Q3, il monegasco aveva messo pressione a Norris, strappando la pole provvisoria, salvo poi arrendersi al secondo passaggio della McLaren: Questa qualifica è stata molto difficile: c'è pochissimo grip e la macchina scivola tanto. Sono comunque contento del lavoro che abbiamo fatto, non credo ci fosse molto altro da spremere, ha spiegato Charles, soddisfatto a metà ma consapevole del potenziale in gara. Hamilton, un po' più a suo agio con la SF25, chiude invece una giornata positiva: Sono onorato di essere qui con Charles e Lando, sono stati velocissimi quest'anno. La terza posizione è perfetta su questa pista, spero di sfruttarla al meglio in partenza, ha dichiarato il sette volte campione, che potrà contare su un passo gara competitivo.Mercedes e Red Bull inseguono. Appena dietro ai primi tre troviamo George Russell, oggi mai realmente in lotta per la pole: la sua Mercedes ha sofferto le alte temperature e il degrado delle Soft, rendendo difficile il giro perfetto. All'inglese resta la soddisfazione di essersi piazzato davanti a Max Verstappen, oggi solamente quinto. Una qualifica complessa per l'olandese, che non è riuscito a trovare il ritmo ideale con la sua RB21. Sesto il giovane Kimi Antonelli, ancora una volta solido e preciso, davanti a Carlos Sainz, settimo con una Williams sorprendentemente competitiva ma che sarà costretto a scontare una penalità di cinque posizioni domani sulla griglia: punizione per l'incidente con Antonelli, causato ad Austin. Alle loro spalle Oscar Piastri ha chiuso ottavo, in una sessione in cui è apparso in difficoltà nel trovare il bilanciamento della sua McLaren. Chiudono la top 10 le due sorprese: Isack Hadjar della Racing Bulls e Oliver Bearman della Haas, entrambi protagonisti di un sabato impeccabile.A centro gruppo. Yuki Tsunoda è il primo degli esclusi: fuori per soli 14 millesimi, il giapponese della Red Bull ha mancato la Q3 nel weekend in cui la squadra deciderà il suo futuro. Dietro di lui Esteban Ocon (Haas) e Nico Hulkenberg (Kick Sauber), mentre Fernando Alonso partirà in P14, confermando i timori della vigilia su una Aston Martin in crisi di efficienza aerodinamica in altura. Liam Lawson, che scatterà dietro lo spagnolo, non è riuscito a settare un tempo ed è stato così eliminato in Q2. Nel gruppo degli eliminati in Q1, invece, troviamo Gabriel Bortoleto, Alex Albon, Pierre Gasly, Lance Stroll e Franco Colapinto, autore di un errore in curva 3 che lo ha relegato in fondo alla griglia.I risultati completi delle qualifiche a Città del Messico >>
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F.1, GP Messico - Verstappen il più rapido nel venerdì di libere
Dopo aver ceduto il volante al rookie Lindblad nelle Libere 1, Max Verstappen è tornato in pista nel pomeriggio messicano con la consueta fame da dominatore. E il cronometro lo conferma: 1'17392 è il tempo che vale la vetta del venerdì all'Hermanos Rodriguez, a testimonianza di una RB21 aggiornata e ancora temibilissima sul giro secco. Alle spalle di Verstappen c'è Charles Leclerc, staccato di appena 153 millesimi: il monegasco conferma la competitività della Ferrari, già brillante al mattino, anche se la consueta mappatura più spinta del venerdì suggerisce di prendere il dato con le pinze. A rendere il quadro più interessante ci pensa Andrea Kimi Antonelli, terzo a soli 21 millesimi da Leclerc. Una prestazione che non passa inosservata: il giovane italiano della Mercedes è sembrato particolarmente a suo agio questo venerdì, chiudendo davanti a Norris e Hamilton.La top 10. Lewis Hamilton si prende la quinta posizione a tre decimi da Verstappen, mentre George Russell chiude solo sesto dopo aver saltato la prima sessione per lasciare spazio a Vesti. In generale, la W16 sembra in una buona finestra di lavoro, ma manca ancora qualcosa sul ritmo e nella gestione del carico in curva lenta, aspetto cruciale a Città del Messico. Il ritorno al vertice di Verstappen è accompagnato dal settimo tempo di Tsunoda, ulteriore segnale del progresso Red Bull anche sul fronte della seconda guida. In casa McLaren, invece, Lando Norris ha impressionato nelle simulazioni di gara con le Soft: ritmo costante e degrado contenuto, tanto da sembrare il più pericoloso in vista di domenica. Molto meno convincente Oscar Piastri, solo 12, in affanno sia sul giro secco che sul passo, a quasi un secondo di media dal compagno.Soft protagoniste e strategie aperte. Interessante il comportamento delle mescole Soft, che hanno retto meglio del previsto anche su stint lunghi. Se le condizioni dovessero restare stabili, una strategia a due soste con almeno uno stint sulle rosse potrebbe rivelarsi la chiave vincente. Sicuramente un aspetto che le squadre approfondiranno sia al simulatore che domani, quando si tornerà in pista per le Libere 3.I risultati completi delle Libere 2 a Città del Messico >>
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Ricerca e sviluppo - Siamo entrati nellArea 51 della Mercedes-Benz
Fare il collaudatore è uno dei sogni proibiti di ogni appassionato d'auto. Perché di solito funziona che t'immagini al volante delle supercar più belle del pianeta, dalla mattina alla sera, mentre le spremi al limite sui circuiti più iconici del globo. Ma la realtà non è sempre così: lavorare in un reparto ricerca e sviluppo impone anche test di routine che possono rivelarsi piuttosto noiosi e sgradevoli. Tipo la durability, cioè percorrere le strade più malmesse che possiate immaginare per mettere sotto torchio, in tempi ristretti, tutte le componenti di una vettura. Ebbene, la Mercedes-Benz ha risolto il problema facendo fare il lavoro sporco all'automobile. Da sola. Senza nessuno a bordo che debba sorbirsi scossoni da mal di pancia per ore e ore. 6 mila km che equivalgono a 300 milaHo ammirato coi miei occhi questo nuovo approccio dello sviluppo di un'auto a Immendingen (nel Baden-Württenberg, sulle sponde del Danubio, vicino al confine svizzero), un'ex area militare franco-tedesca di 5,2 km quadrati riconvertita nel più avanzato proving ground che abbia mai visto. E di strutture in giro per il mondo ne ho visitate diverse. Ma veniamo ai fatti: sono rimasto impressionato, francamente, nel vedere sei vetture marciare ordinatamente su dossi, buche, ciottolati e pozzanghere del tracciato di durata Heide senza alcun collaudatore a bordo. Guida autonoma allo stato puro, seppure con un controllo remoto di sicurezza da parte degli addetti, che consente da un lato di sollevare il capitale umano da una pratica noiosa (e malsana per la schiena) e dall'altro di far marciare le vetture 24 ore su 24, 7 giorni su 7, riducendo drasticamente il tempo necessario per completare questa procedura. Che, per inciso, prevede per ogni nuovo modello 6.000 km totali di strada malconcia equivalenti, a detta della Casa, a circa 300.000 km in un impiego quotidiano normale di un'auto. Il giro del mondo in un pugno di terraL'affaticamento con guida autonoma è soltanto uno dei molteplici aspetti che rendono unico questo proving ground. Innanzitutto, l'approccio e il contesto: immersa nel verde, lontano da occhi indiscreti, la struttura impiega la fauna locale per preservare l'ambiente. Le pecore sono ottimi tosaerba naturali e i lama tengono alla larga predatori che potrebbero finire accidentalmente in mezzo alle piste. Che sono rappresentate da trenta moduli di ogni tipo che si snodano su 86 chilometri d'asfalto, fra ovale ad alta velocità, piste di handling asciutto e bagnato, enorme piazzale dinamico per Adas e stabilità, riproduzione fedele di aree urbane (con i nomi delle vie che sono quelli del Monopoli), impianto off-road e strade di montagna, favorite queste ultime dai notevoli dislivelli naturali presenti nell'impianto. Ancora, una riproduzione fedele di strade e tratti autostradali di ogni continente, perché in tempi di telecamere e radar occorre allenare i sistemi con i differenti cartelli stradali (sia nuovi sia rovinati dalle intemperie), segnaletica a terra e porte di pedaggio che variano da Paese a Paese. C'è anche il gemello digitaleImmendingen, dunque, è una piccola porzione di mondo concentrata in un pugno di terra, capace di riprodurre la quasi totalità delle situazioni in cui un'automobile potrebbe imbattersi nel corso della sua vita. Tant'è che la Mercedes-Benz afferma che l'80% dei test che fino a prima venivano svolti su strada aperta, con gli annessi rischi e costi, è stato trasferito all'interno del proving ground. L'altro aspetto sorprendente, e altamente tecnologico, è che questo micro-universo è pure interamente digitalizzato, con un'accuratezza misurabile in millimetri. E digitalizzati lo sono pure i modelli auto. Così, una larga parte dello sviluppo è virtuale, limando anche qui tempo e costi. Esempio: per arrivare a finalizzare una sospensione, si testano in ambiente simulato fino a 400 soluzioni diverse, finché vengono battezzate le migliori cinque che, una volta costruite davvero, proseguiranno lo sviluppo per trovare il componente definitivo. Interessante, nel parallelo fra realtà e finzione, anche l'approccio all'affinamento dei sistemi di assistenza alla guida. Per avvicinarsi il più possibile agli scenari reali vengono riprodotti, per esempio, un sole artificiale che abbaglia le telecamere (e gli occhi dell'automobilista) a un incrocio, attraverso una potente luce a Led; oppure un bel temporale durante la guida autostradale, con una Classe G equipaggiata con calibrati annaffiatoi e un enorme serbatoio d'acqua. 135 metri al buioIl vero motivo di questa visita, comunque, è l'inaugurazione del nuovo light testing center, il più grande tunnel al mondo per testare i sistemi di illuminazione che ha richiesto due anni di lavoro e 10,5 milioni di euro d'investimento (in tutto, dal 2015 a oggi, sono 400 i milioni spesi dalla Mercedes-Benz per questo impianto). Dalle lampade alogene agli Xenox, dai Led ai micro-Led a matrice attiva, i proiettori rivestono un ruolo molto importante nella sicurezza; perciò, disporre di una struttura che ne favorisca lo sviluppo è cruciale. Ecco, allora, che mi addentro in un enorme padiglione completamente buio e, una volta aperto il sipario, mi si para davanti un rettifilo lungo 135 metri che riproduce l'archetipo di una strada di campagna a due carreggiate, quella dove, secondo ricerche della Mercedes-Benz, avviene il 65% degli incidenti fatali durante la notte. Qui dentro c'è tutto il necessario per riprodurre la realtà: segnaletica stradale di ogni tipo, sagome di pedoni e ciclisti, vetture che possono viaggiare nel senso opposto di marcia e un asfalto fresato in modo tale che sembri invecchiato dal tempo. Il tutto per allenare nel miglior modo possibile gli occhi delle vetture, in un ambiente dove il meteo o la luce naturale non hanno alcun impatto sul corretto svolgimento delle prove.
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Pirelli - Un premio per i migliori partner del 2025
Durante il Supplier Day 2025, svoltosi ieri nella sede centrale a Milano, Pirelli ha premiato i sette partner che nell'ultimo anno si sono distinti in vari settori, in cui operano 13 mila fornitori globali. All'edizione hanno preso parte le 85 aziende - provenienti da 21 Paesi - che hanno brillato per le loro capacità, come evidenziato dal vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera, dal Ceo Andrea Casaluci e dall'Head of Value Chain Luca Galantina. Chi ha ricevuto l'attestazioneZF (macchinari per test indoor) per Innovazione processiKuraray (polimeri liquidi) per Innovazione materialiServiceNow (digitalizzazione) per Digital TransformationZincol (prodotti chimici) per Sustainability AwardErgon (oli di processo) per QualitàHelon Polytex (rinforzi tessili) per EccellenzaKuehne+Nagel Romania (start up delle operazioni) per Livello di servizio
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Cambio al vertice - Bridgestone, Yasuhiro Morita è il nuovo Global Ceo
Riassetto dirigenziale per Bridgestone: Yasuhiro Morita sarà il nuovo Global Ceo dal 1 gennaio 2026. Entrato l'azienda giapponese nel 1996, il quasi 53enne top manager (che succede a Shuichi Ishibashi) vanta una grande esperienza nel settore degli pneumatici sui mercati esteri, specie Europa e Asia. Dal 2025, Mortia è responsabile dell'ottimizzazione trasversale e globale, occupandosi fra l'altro di gestione della qualità, finanza, relazioni pubbliche, ma anche risorse umane e trasformazione digitale. La società di Tokyo continuerà così a perseguire una crescita sostenibile in vista del suo 100 anniversario nel 2031.
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TavoPets - La metà dei proprietari non trasporta gli animali in sicurezza
Imagine the Impact (Prova a immaginare l'impatto): è la domanda da cui parte la nuova campagna di Tavo Pets sul tema della sicurezza degli animali in automobile. Una riflessione che parte da un dato fisico incontestabile: in caso di incidente, un animale non adeguatamente trattenuto può trasformarsi in un vero e proprio proiettile, spinto da una forza pari a 30/60 volte il suo peso. La metà dei proprietari non sa come garantire la loro sicurezzaSecondo un'indagine condotta da Statista per Tavo Pets, un proprietario di animali su due non sa come metterlo in sicurezza: oltre la metà degli automobilisti viaggia con l'animale libero nell'abitacolo, e uno su tre ammette di essersi distratto alla guida proprio per questo motivo, con i rischi alla sicurezza (propria e altrui) che questo comporta. In un caso su cinque c'è stato - o è stato sfiorato - un incidente. Le regole da seguireCome ricorda anche la campagna di Tavo Pets, basta un piccolo gesto per trasportare in sicurezza i propri animali in automobile. Lo spieghiamo chiaramente nella nostra guida, ricordando che non si tratta solo di buon senso e amore verso gli animali, ma di un obbligo imposto dal Codice della Strada: all'articolo 169 si dice che l'animale in auto non deve rappresentare pericolo o intralcio alla guida. Cani e gatti devono essere messi sui sedili posteriori, anche all'interno dei trasportini, comunque fissati con le cinture. Nel caso si parli di più animali, devono stare nel bagagliaio, separato dall'abitacolo da una rete divisoria. Cani e gatti non possono stare sul sedile del passeggero, ancorché legati, perché potrebbero interferire con la guida.
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Auto elettriche - Leapmotor T03 con bonus auto elettrica 2025: quanto costa, pregi e difetti
La Leapmotor T03 è un'elettrica dalle dimensioni lillipuziane, perfette per la città, ma ha anche una dotazione di serie molto ricca per il suo segmento: se avete ottenuto il voucher per gli incentivi statali e state valutando quale auto acquistare, questa piccola citycar può essere una buona scelta, tanto più che parliamo di uno dei modelli più economici sul mercato. Il listino parte da 18.900 euro, ma con il contributo massimo (che, lo ricordiamo, dipende dal valore della dichiarazione Isee) e la promo della Casa si scende a ben 4.900 euro. Com'è fattaLunga 3,62 metri e con un passo di 2,4 metri, la Leapmotor T03 ha linee tondeggianti e una pratica carrozzeria a cinque porte, per accogliere con discreto agio quattro persone (non si può avere a cinque posti). Le finiture dell'abitacolo sono abbastanza curate, ma il volante non si regola in profondità e mancano i comandi fisici: si gestisce tutto dall'infotainment da 10,1. Il baule mette a disposizione 203 litri (non molti), e il divano non è frazionato. Ricca la dotazione di serie, che comprende il freno a mano elettrico, il climatizzatore automatico, la telecamera posteriore, i cerchi di lega da 15" e il tetto panoramico da 42" con tendina parasole ad apertura elettrica. Motore e autonomiaLa Leapmotor T03 prevede un solo motore da 70 kW (95 CV) e 158 Nm, abbinato a una batteria da 37,3 kWh: secondo le rilevazioni del Centro prove, l'autonomia è di 271 km. In autostrada se ne percorrono 203, sulle statali 276 e fino a 369 in città, il suo terreno d'elezione. Nel traffico e nelle strade strette si muove con disinvoltura, grazie al volante leggero, alla buona visibilità e al diametro di sterzata contenuto (10,2 metri). Adeguato anche lo sprint, con uno 0-100 km/h coperto in 11,1 secondi. Fermarsi da 100 km/h richiede invece 44,2 metri: tanti. Il corredo di Adas comprende, oltre al cruise control adattivo, anche il monitoraggio per l'angolo cieco e l'avviso di apertura delle portiere nel caso di traffico in avvicinamento da dietro, utile per la sicurezza di ciclisti e motociclisti. Pregi e difettiFa spendere poco ed è ben equipaggiata (ha anche il tetto di vetro). Ok pure l'abitabilitàI comandi sono poco pratici: si gestisce tutto dall'infotainment. Anche il climatizzatore, che si regola male Quanto costa (con e senza incentivi)La Leapmotor T03 è disponibile in un unico allestimento, praticamente full optional. Ecco quanto costa questa piccola citycar elettrica, con e senza gli incentivi statali (il cui contributo può essere di 11.000 euro per chi ha un indicatore Isee inferiore ai 30.000 euro, e di 9.000 euro per chi ha un Isee compreso tra 30 e 40 mila euro), a cui si aggiunge la promo della Casa. Quanto costa fare 100 kmCon un consumo rilevato dal Centro prove di 6,4 kWh/100 km, ecco quanto costa ricaricare 100 km di autonomia sulla Leapmotor T03, considerando la media dei prezzi di mercato:Ricarica domestica a 0,23 euro/kWh: 1,47 euroRicarica AC (lenta) a 0,68 euro/kWh: 4,40 euroRicarica CC (rapida) a 0,84 euro/kWh: 5,40 euroRicarica HPC (ultra-rapida) a 0,93 euro/kWh: 6 euroNota: con gli abbonamenti offerti dai diversi gestori (che si attivano a fronte di un canone mensile, variabile da operatore a operatore), la tariffa può scendere anche del 30% rispetto a quella senza abbonamento. Le altre elettriche con gli incentiviQuesta guida fa parte di uno speciale dedicato ad alcuni modelli di auto elettriche, tra i più convenienti, cercati e accessibili con gli incentivi statali e le promo extra messe a disposizione delle Case automobilistiche. Finora, abbiamo pubblicato anche:BYD Dolphin SurfDacia Spring
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Test - Ferrari 296 Speciale, le gioie del V6 (ibrido) - VIDEO
Le antenate della 296 Speciale non sono mai state le mie Ferrari preferite. Belle, bellissime, ma un po' troppo palestrate per i miei personalissimi gusti, che trovavano e trovano invece irresistibile quel mix sublime di forza e raffinatezza delle berlinette made in Maranello, capaci come nessun'altra di essere devastanti e civilizzate allo stesso tempo. E dopo 22 anni di Challenge Stradale, 430 Scuderia, 458 Speciale e 488 Pista, non pensavo che a questo giro sarei tornato sui miei passi. Puro piacere di guidaIl merito è suo, tutto suo, perché la 296 Speciale fa qualcosa di radicalmente diverso da chi l'ha preceduta. Non ti urla in faccia quanto è cattiva, non ti ricorda ogni secondo il suo amore viscerale per cordoli e staccate al limite. Ci tiene semmai a dimostrarti che la velocità può ancora essere un piacere, non solo una prestazione da cronometrare. Insomma, in questo misto di numeri e poesia, efficacia e sentimento, è una notizia bellissima che qualcuno si ricordi del piacere di guida. Ed è così, che lei diventa la tua preferita. D'altra parte, con le supercar di oggi, il problema non è andare forte, ma godersi la performance. Che va assaporata, apprezzata dettaglio per dettaglio, pur senza perdere di vista la rotondità globale. In questo senso, la 296 pompata è davvero speciale e, al volo, ti diventa ben chiaro che è la macchina ideale per ripassare l'intero kamasutra della guida. Armonia celestialeIn questo senso, sterzo e retrotreno sono i tuoi migliori alleati, e le loro qualità si amalgamano in una maniera che sfiora il divino. E il resto è un po' come il volante: nelle tue mani. Alle spalle, hai un asse che se decidi è di granito, ma se lo desideri scivola. E il passaggio dall'una all'altra condizione indicato da un limite che si mostra sempre senza nascondersi. Qualcosa che somiglia a uno stato di grazia. Una sensazione prepotente di leggerezza, facilità, vigore che non sfocia nell'onnipotenza, ma che ti fa immaginare che tutto sia a portata di mano e che nessuna andatura sia mai eccessiva. Insomma, la sensazione di avere tra le mani un fioretto con il quale non sbagli neppure se l'oroscopo dice che, oggi, hai Mercurio retrogrado. Ode al V6 ibridoAll'incanto concorrono anche i sei cilindri meravigliosamente sdraiati rasoterra nel succitato retrotreno. Con buona pace dei direttori tecnici da tastiera, non sono otto e sono ibridi (plug-in, per un totale di 800 CV), ma finisci per amarli, architettura V6 compresa, perché contribuisce alla leggerezza. Oltretutto, sono esattamente quello che ti aspetti da una Ferrari, a cominciare dal fatto che, a te, si mostrano fieramente termici. Certo, puoi anche muoverti in modalità totalmente elettrica (e non tenterò di convincervi che questa stranezza dissonante ha del fascino, nel suo piccolo), ma per il resto ti stampano in faccia lo stesso sorriso di quando spalancavi con i V8. Anche meglio, perché, al di là della fredda categorizzazione tecnica, nella pratica non è un ibrido, ma un termico con un elettrico che serve a limare i limiti fisiologici del motore a combustione. In primis, la prontezza di risposta: dopo decenni di affinamenti meccanici per ridurre questo ritardo, qui il torque fill dei 180 cavalli elettrici lo azzerano riempiendo, appunto, gli istanti che seguono l'apertura della farfalla (dopo che avete riaperto il gas o cambiato marcia, non importa). Come dire che il vero compito dei cavalli elettrici non è rendere i 700 termici più numerosi, ma più scintillanti. E ci riescono alla grande.
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Japan Mobility Show - Tutte le novità auto del Salone di Tokyo 2025
Si svolgerà dal 29 ottobre al 9 novembre il Japan Mobility Show, fiera dell'automobile conosciuta anche come Tokyo Motor Show. Quella di quest'anno si preannuncia un'edizione particolarmente ricca: accanto alle anteprime di alcuni produttori stranieri (BYD, Mercedes, BMW), a giocare la parte del leone saranno, come sempre, le Case giapponesi, che porteranno al salone prototipi, concept e modelli pre-serie. In questa galleria fotografica abbiamo raccolto le principali novità in arrivo. O almeno, quelle che sono state annunciate ufficialmente: nel primo giorno di apertura, dedicato alla stampa, ci aspettiamo diverse sorprese. Trovate tutte le auto nelle schede qui sopra.
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Auto elettriche - Dacia Spring con bonus auto elettrica 2025: quanto costa, pregi e difetti
Per chi possiede il voucher degli incentivi statali per auto elettriche, e sta pensando al modello da acquistare con lo sconto, la Dacia Spring rappresenta la soluzione più economica in assoluto grazie alla promo extra della Casa: nella migliore delle ipotesi, dal prezzo di listino di 17.900 euro si scende infatti a 3.900 euro, praticamente il prezzo di uno scooter. La piccola citycar è una crossover cittadina dalle linee semplici, come i suoi interni, realizzati in economia ma con un occhio alla praticità. Il recente restyling ha svecchiato un po' il look e aggiornato le motorizzazioni, che adesso sono più potenti: 70 e 100 CV. Com'è fattaLinee semplici e ben proporzionate per la piccola Dacia Spring: l'auto è lunga 3,7 metri, larga 1,77, alta 1,49 e con un passo di 2,42 metri. L'abitacolo è essenziale, anche nelle regolazioni per il posto guida, e non offre molto spazio per chi siede dietro. Considerati gli ingombri ridotti, i 269 litri rilevati per il bagagliaio sono invece un buon valore (ma il divano non è frazionato). Tanti i comandi fisici e chiara la strumentazione digitale da 7. Sul modello base non c'è l'infotainment ma il supporto per lo smartphone da collegare all'auto. Sull'allestimento superiore Extreme c'è un display centrale da 10. Motore e autonomiaLa Dacia Spring è disponibile con motori da 70 e 100 CV, che rispetto a quelli del modello precedente garantiscono prestazioni più brillanti. La nuova batteria ha una capacità di 24,3 kWh (netti): l'autonomia media, rilevata dal Centro prove sul modello precedente (che aveva accumulatori leggermente più grandi), è di 233 km. In città se ne percorrono 333, 255 in statale e 162 in autostrada. Buona l'agilità dell'auto, ma è da rivedere l'insonorizzazione. Gli aiuti alla guida si limitano a quelli obbligatori per legge. Pregi e difettiAl prezzo molto basso abbina una buona praticità dei comandi e un discreto bagagliaioL'impianto frenante risente della fatica nell'utilizzo più intenso. Migliorabile il confort Quanto costa (con e senza incentivi)Ecco i prezzi della Dacia Spring, in tutte le sue versioni, con e senza gli incentivi statali (il cui contributo può essere di 11.000 euro per chi ha un indicatore Isee inferiore ai 30.000 euro, e di 9.000 euro per chi ha un Isee compreso tra 30 e 40 mila euro), a cui si aggiunge la promo della Casa. Quanto costa fare 100 kmCon un consumo rilevato dal Centro prove di 7,2 kWh/100 km, ecco quanto costa ricaricare 100 km di autonomia sulla Dacia Spring, considerando la media dei prezzi di mercato:Ricarica domestica a 0,23 euro/kWh: 1,66 euroRicarica AC (lenta) a 0,68 euro/kWh: 4,90 euroRicarica CC (rapida) a 0,84 euro/kWh: 6 euroRicarica HPC (ultra-rapida) a 0,93 euro/kWh: 6,70 euroNota: con gli abbonamenti offerti dai diversi gestori (che si attivano a fronte di un canone mensile, variabile da operatore a operatore), la tariffa può scendere anche del 30% rispetto a quella senza abbonamento. Le altre elettriche con gli incentiviQuesta guida fa parte di uno speciale dedicato ad alcuni modelli di auto elettriche, tra i più convenienti, cercati e accessibili con gli incentivi statali e le promo extra messe a disposizione delle Case automobilistiche. Finora, abbiamo pubblicato anche:BYD Dolphin Surf
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Carburanti - Aumentano benzina e diesel, ma le sanzioni sul petrolio russo non sono l'unica causa
Donald Trump ha disposto nuove sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina, in particolare sul petrolio, e il rischio è che si scatenino effetti a catena in tutto il mondo, alimentando i timori del mercato sulla carenza di greggio e quindi un balzo dei prezzi dei carburanti. La fiammata dei listini c'è già stata, ma non si deve guardare solo alle quotazioni dei barili: i prezzi alla pompa, infatti, dipendono anche da altri fattori. Vediamo quali, dopo aver ricostruito i passaggi che ci hanno portato all'ennesima emergenza. Le sanzioni e l'effetto a catena" ora di mettere fine al conflitto in Ucraina, i colloqui con Putin non servono", ha detto Trump annunciando le sanzioni, adottate per tagliare i proventi del petrolio che la Russia destina al finanziamento della Guerra. L'Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro ha congelato tutti i beni di Rosneft (che esporta il 50% del greggio nazionale) e Lukoil negli Stati Uniti, vietando a società e cittadini Usa qualsiasi tipo di rapporto economico con le due compagnie petrolifere. Inoltre, banche e aziende estere rischiano "sanzioni secondarie". Mentre Putin ha parlato di "atto ostile", alcuni Paesi amici hanno deciso di correre ai ripari: la Cina e l'India hanno momentaneamente sospeso gli acquisti di petrolio russo, nel timore che le sanzioni secondarie comprendano un ridotto accesso al mercato valutario e, in particolare, all'acquisto di dollari. Il greggio volaL'escalation ha avuto riflessi sui mercati petroliferi internazionali, con gli investitori preoccupati da una crescente carenza di greggio, quantomeno sui canali di approvvigionamento ufficiali. Ieri, 23 ottobre, il Brent (l'indice di riferimento a Londra) è balzato di oltre il 5%, superando la soglia dei 65 dollari al barile. Inoltre, come segnala Staffetta Quotidiana, le quotazioni dei prodotti raffinati hanno raggiunto "i massimi da quasi un mese, in particolare per quanto riguarda il gasolio". Tuttavia, oggi, 24 ottobre, la situazione sembra più tranquilla: dopo un'apertura intorno a 65,9 dollari, il Brent è sceso sui 65 dollari al barile, per poi salire verso i 66. La fiammata pare rientrata, almeno in parte, ma rimane comunque alta la volatilità, a dimostrazione di una persistente incertezza. Come si compongono i prezziTuttavia, è bastato il rimbalzo di un giorno per spingere a una revisione al rialzo dei listini dei carburanti. Per ora marginale, ma è il caso di prestare attenzione. Spesso si guarda solo alle quotazioni del petrolio, ma in realtà la composizione del prezzo di benzina o diesel è molto più variegata. Più che al greggio, si deve puntare l'occhio sulle quotazioni dei prodotti raffinati. I listini, infatti, dipendo molto dalla disponibilità o meno di capacità di raffinazione: il petrolio può anche essere su bassi livelli, ma se le raffinerie sono ferme o lavorano a singhiozzo, i rincari alla pompa sono immediati. E poi sul prezzo influiscono anche altri fattori come i costi di distribuzione, che in Italia sono particolarmente gravosi anche per un numero eccessivo di stazioni di servizio. E poi c'è il peso delle imposte, particolarmente elevato in Italia e destinato probabilmente ad aumentare con l'allineamento delle accise su benzina e diesel proposto dal governo nella legge di bilancio. Subito rialzi per diesel e benzinaIn ogni caso, come segnala Staffetta Quotidiana, i riflessi dell'escalation internazionale sono stati immediati, con un giro di rialzi sui prezzi consigliati dei maggiori marchi: Eni e Tamil hanno alzato di un centesimo al litro benzina e gasolio, mentre Q8 ha scelto un aumento di due centesimi. Tuttavia, gli effetti veri e propri saranno visibili domani, 25 ottobre, mentre stamane i listini sono ancora in lieve calo in scia ai ribassi dei giorni scorsi. La media dei prezzi praticati comunicati ieri dai gestori di circa 18 mila impianti all'Osservatorio del ministero delle Imprese vede la benzina self service a 1,686 euro/litro (-2 millesimi sulla precedente rilevazione) e il diesel a 1,614 euro/litro (-2). Al servito, verde a 1,829 euro/litro (-2), gasolio a 1,755 euro/litro (-3), Gpl a 0,690 euro/litro (-1), metano a 1,410 euro/kg (invariato) e Gnl a 1,230 euro/kg (invariato). Lungo le autostrade, benzina a 1,785 euro/litro (2,046 al servito), gasolio a 1,724 euro/litro (1,990), Gpl a 0,831 euro/litro, metano a 1,502 euro/kg e Gnl a 1,297 euro/kg.
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AS.CAR.I - AVL - In pista con un istruttore virtuale
Scendere in pista e vedere il cronometro segnare tempi sempre più bassi è una soddisfazione. Ma andare oltre il proprio limite può comportare dei rischi. Lo sanno bene i gentlemen driver che si cimentano nelle gare organizzate con supercar derivate dalla produzione di serie. Molti di loro hanno alle spalle corsi di guida sicura e guida veloce, indispensabili per acquisire la padronanza dell'auto nelle situazioni critiche. Presto si potrà contare anche su un assistente virtuale, che non si limita a documentare traiettorie e tempi sul giro, ma interagisce col pilota, correggendo eventuali errori. Ci sta lavorando As.Car.I una startup nata all'interno del Politecnico di Milano che ora ha siglato una partnership con AVL Italia, filiale del colosso dell'automotive (oltre 12.000 dipendenti in tutto il mondo) nel campo dello sviluppo e del testing. Hanno appena annunciato l'accordo l'amministratore delegato di AVL Italia, Dino Brancale, e il cofondatore di As.Car.I, Riccardo Cesarini. Come funziona il driving coachGià lo scorso anno avevamo avuto modo di provare e realizzare un video del driving coach di As.Car.I. All'epoca, il sistema che nasce dall'esperienza della start-up milanese nei veicoli a guida autonoma - controllava anche lo sterzo, oltre ad acceleratore e freno. Per non privare il pilota del piacere di guida, si è deciso di puntare solo su questi ultimi due, mantenendo però lo stesso principio: l'Active Performance Control (che ha in memoria una serie di tracciati) confronta istante per istante velocità e traiettoria ideali. Se il pilota esagera, rischiando di andare lungo, toglie gas o frena leggermente. L'ho provato sul nostro circuito di Vairano, uno di quelli utilizzati per lo sviluppo del sistema. E ho potuto apprezzare la naturalezza degli interventi, mai invasivi. I livelli impostabili sono dieci, così da andare a salire via via che si diventa più esperti, avvicinandosi al limite della pista e della vettura. Quando arriva il driving coachAttualmente As.Car.I e AVL stanno collaborando con diversi produttori di supercar per implementare questa tecnologia sulle loro vetture: il sistema è basato su telecamere e Gps e può acquisire dati dalle centraline dell'auto, come quella dell'Esp. Fra un paio d'anni uno o più marchi potrebbero proporla ai propri clienti, magari come pacchetto su una versione GT3 o GT4. La partnership con le Case è essenziale anche per l'interazione con il pilota, sfruttando l'head-up display o anche semplicemente il cruscotto: nel prototipo della Giulia Quadrifoglio che ho provato, il quadro strumenti si illumina quando il sistema interviene, evidenziando un errore del pilota in base al livello impostato. Alla fine della sessione di hot lap l'auto può trasferire su cloud la telemetria, per dare consigli al pilota per migliorarsi. In alternativa, in un futuro più lontano, potrebbe essere possibile sviluppare sistemi after market, magari a uso delle scuole di guida sicura o direttamente dei gentlemen driver.
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Concessionarie - Il Gruppo Intergea acquista il 51% di Denicar
Il Gruppo Intergea consolida la presenza nel mercato lombardo tramite l'acquisizione del 51% del capitale di Denicar, storica concessionaria con sedi a Milano e Bergamo. Operazione per crescita e sviluppoMocauto, AutoChioda e ora Denicar fanno di Milano e della sua provincia il pilastro su cui basiamo lo sviluppo di Intergea in Lombardia, commenta Gianluca Italia, membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Intergea. Questa acquisizione rafforza la crescita di una realtà già solida e prestigiosa, guidata da Stefano Odorici, attuale Amministratore Delegato e nostro nuovo socio. Il progetto punta a nuove opportunità di sviluppo, nel pieno rispetto dell'autonomia e della continuità operativa della società, conclude Italia. La partnership con Intergea aggiunge Odorici rappresenta un'importante leva di crescita. L'ingresso in un gruppo strutturato e dinamico, grazie anche all'esperienza dei manager che ne fanno parte, ci permetterà di cogliere le opportunità del mercato, valorizzando al contempo le competenze professionali delle nostre risorse umane.
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