Parigi - Il sindaco al governo: "Vietate le Suv in città"
Dopo l'incidente mortale che ha coinvolto un ciclista di 27 anni, investito da una Suv su una pista ciclabile lo scorso 15 ottobre, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha chiesto l'intervento del governo centrale affinché vieti la circolazione di "veicoli pesanti e ingombranti come le Suv". Mezzi che, secondo l'amministrazione del capoluogo francese, rappresentano un continuo "pericolo". Questo incidente, ha aggiunto il senatore Ian Brossat, co-presidente del gruppo comunista al Consiglio di Parigi, "ha messo in luce l'entità delle violenze stradali sul territorio parigino".
No anche alla pubblicità. Brossat ha presentato una proposta di legge al Senato per consentire agli amministratori locali di vietare la circolazione dei veicoli pesanti (da 1,8 tonnellate in su) sulle strade cittadine. A sostegno della sua proposta, il senatore riporta i dati degli incidenti stradali a Parigi, dove il 53,5% degli spostamenti avviene a piedi, il 30% con i mezzi pubblici, l'11,2% in bicicletta e il 4,3% in auto. Gli incidenti che coinvolgono una Suv sono statisticamente più spesso mortali per gli utenti vulnerabili che vengono investiti, secondo il rapporto 2023 sulla sicurezza realizzato dal Centre d'études et d'expertise sur les risques (Cerema). Il Comune ha inoltre chiesto con una mozione al governo di "vietare qualsiasi pubblicità e operazione di marketing che promuovano veicoli pesanti e ingombranti come le Suv".
Una guerra su tutti i fronti. La decisione di Parigi di (provare a) vietare la circolazione delle Suv è solo l'ultimo di una serie di interventi coercitivi portati avanti dall'attuale amministrazione, dall'annunciato taglio dei parcheggi su strada alla riduzione della velocità massima sul Périphérique, dalla chiusura dei distributori di gasolio lungo la circonvallazione esterna all'aumento delle tariffe di sosta per le auto più pesanti. Per Hidalgo, evidentemente, non è ancora abbastanza
Regno Unito - Costruttori in allarme: "Gli obblighi per le elettriche costeranno 6 miliardi di sterline"
Poche settimane fa, Luca de Meo, presidente dell'Acea, ha denunciato le potenziali multe gravanti sull'intero settore automobilistico per i nuovi limiti alle emissioni in vigore dal 2025: si parla di almeno 15 miliardi di euro di sanzioni. A tale cifra, però, andranno aggiunti ulteriori oneri, sempre miliardari, per adempiere alle normative britanniche. La Smmt, l'associazione di rappresentanza delle Case e delle concessionarie del Regno Unito, ha quantificato in quasi 6 miliardi di sterline (7,2 miliardi di euro al cambio attuale) le multe e i costi in capo al comparto locale per rispettare gli obblighi stabiliti dal cosiddetto "mandato Zev" già per quest'anno.
Gli obblighi. La normativa, ripristinata nella sua interezza dal governo Starmer dopo le modifiche apportate dal precedente esecutivo Sunak, stabilisce già per quest'anno che il 22% delle nuove auto vendute nel Regno Unito debba essere elettrico e poi definisce un percorso di progressivo aumento della percentuale, per arrivare al 100% entro il 2030. Inoltre, sono previste multe salate per chi non rispetta gli obblighi: le sanzioni arrivano fino a 15 mila sterline per ogni veicolo tradizionale venduto in più rispetto all'obiettivo. Detto questo, i costruttori possono anche acquistare, sempre al prezzo di 15 mila sterline, delle "indennità Zev" dai rivali in regola. Secondo una recente analisi, le Case dovranno dunque sostenere oneri totali per 6 miliardi di sterline a valere su quest'anno, di cui oltre 1,8 miliardi sotto forma di multe e la restante parte come sconti e promozioni per spingere le vendite di elettriche e raggiungere l'obiettivo del 22%. Tuttavia, la Smmt ritiene che la cifra possa aumentare nei prossimi anni a causa del ritmo lento di adozione della mobilità alla spina e pertanto parla, senza mezzi termini, di un "potenziale impatto devastante sulla redditività delle imprese e sui posti di lavoro".
Gli allarmi. "Il settore automobilistico mantiene il suo impegno a favore di un settore del trasporto stradale decarbonizzato", sottolinea l'associazione, ricordando come oggi l'offerta comprenda oltre 125 auto elettriche e più di 30 furgoni. Tuttavia, il "mandato è stato concepito più di due anni fa e i presupposti iniziali su cui è stato fondato non hanno ancora trovato conferma": per esempio, la domanda non riesce "a soddisfare le ambizioni, i tassi di interesse sono elevati, i prezzi delle materie prime e dell'energia rimangono alti e le tensioni geopolitiche e l'incertezza economica stanno influenzando la fiducia" dei consumatori. Le conseguenze si vedono nei dati di vendita. Quando è stato pubblicato il mandato, l'industria prevedeva 47 mila immatricolazioni di auto elettriche nel 2024, ossia il 23,3% del totale, ma le ultime stime indicano che l'anno si chiuderà con 363 mila veicoli, 94 mila in meno delle proiezioni e il 18,7% dei volumi. Ben peggiore la situazione per i furgoni, dove si prevede un 5,7% di penetrazione, a fronte di un obiettivo del 10%.
Le aperture. Per rispettare gli obblighi, i costruttori dovranno quindi sostenere un conto di quasi 6 miliardi di sterline oppure, come sta già avvenendo, tagliare la produzione. Non solo. Per la Smmt, "oneri di tale portata potrebbero costringere i marchi a ritirarsi dal mercato britannico e indurre gli investitori globali a mettere in discussione l'attrattiva del Regno Unito come destinazione manifatturiera". Anche per questo il numero uno dell'associazione, Mike Hawes, ha chiesto una "revisione urgente" delle normative, trovando un'immediata sponda nel segretario agli affari economici, Jonathan Reynolds, che ha espresso "profonda preoccupazione" per le conseguenze del mandato sull'industria ("non sta funzionando come previsto") e ha quindi avviato una "consultazione accelerata" con le parti interessate per stabilire delle modifiche.
Mercedes-Benz<br> - Così cambia il parcheggio automatico
La Mercedes-Benz ha evoluto il sistema Active Parking Assist con Parktronic: ora, i clienti possono contare su un dispositivo che impiega la metà del tempo per parcheggiare autonomamente il veicolo e risulta più facile da usare. L'aggiornamento è già stato rilasciato su Classe E, Classe S, EQS, EQS SUV, EQE ed EQE SUV e su tutte le versioni Maybach.
Più veloce e più preciso. Seguendo il feedback dei clienti, i tecnici della Stella hanno aumentato fino a 4 km/h la velocità del veicolo in manovra; inoltre, al di sotto del 35 km/h si attiva in autonomia il controllo degli spazi disponibili sul lato della strada. Una volta cliccato il pulsante sullo schermo, il sistema inibisce il suono dei sensori di parcheggio e attiva, se presenti, le telecamere esterne. Una barra di stato fornisce un'indicazione sul tempo rimanente per completare la manovra. In caso di pericolo, la vettura è in grado di applicare i freni e bloccarsi, per esempio per l'arrivo inaspettato di un pedone.
Codice della strada - Niente più limiti di potenza per i vecchi neopatentati
Niente più limitazioni di potenza e potenza specifica per i neopatentati recenti. una delle impreviste e sorprendenti conseguenze della riforma del Codice della strada, approvata il 20 novembre scorso dal Parlamento e in attesa di essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Vediamo perché.
Nuove regole solo sulle nuove patenti. Come noto, con la nuova legge i limiti di potenza specifica e potenza delle autovetture che possono essere guidate con la patente B salgono, rispettivamente, da 55 kW/t (65 per elettriche e plug-in) a 75 e da 70 kW a 105. I nuovi limiti la cui durata sale da uno a tre anni - varranno, ovviamente, solo per i nuovi neopatentati, ossia per chi conseguirà il permesso di guida a partire dalla data di entrata in vigore della legge, che avverrà 15 giorni dopo la sua pubblicazione.
Le vecchie regole cadono per tutti. Da quel momento, però, come ha rivelato l'ex dirigente del servizio Polizia Stradale Giandomenico Protospataro nel corso di un webinar sulla riforma organizzato dall'Egaf, i limiti precedenti, a cui erano sottoposti i vecchi neopatentati, non esisteranno più, visto che la legge cancella del tutto la vecchia disciplina, anche per coloro che vi erano soggetti. E, dunque, non si applicheranno più a nessuno. Insomma, chi avrà conseguito la patente da meno di un anno non sarà soggetto né ai nuovi limiti, né a quelli vecchi: uno sconto per tutti quelli che hanno conseguito la patente nel 2024, un maxi sconto per i neopatentati recenti e una sorta di esenzione per chi la conseguirà nei prossimi giorni.
Volkswagen Polo - L'Euro 7 ti allunga la vita
Lunga vita alle compatte a benzina, nonostante tutto. Mentre il mercato dell'auto attende un "rimbalzo" dell'elettrico con l'arrivo di modelli più abbordabili, sotto i 25 mila euro - e l'anno prossimo ne vedremo diversi - le utilitarie con motore endotermico vedono la propria carriera destinata a prolungarsi. Un po' per le incertezze della transizione, e un po' grazie alla normativa Euro 7, in vigore dal luglio del 2025: approvata con degli standard assai più blandi rispetto alle proposte iniziali, la direttiva europea sulle emissioni renderà le segmento B tradizionali ancora "sostenibili" per le Case. Così, per dirne una, la Volkswagen Polo non uscirà di scena a breve, come si pensava, ma sarà aggiornata e riproposta finché la domanda regge: anche in parallelo alla sua omologa a batteria, la ID.2, in vendita nel 2026.
Dentro il cofano. L'elisir della Polo, dunque, sarà anzitutto a base meccanica. La gamma motori, oggi composta dal tre cilindri TSI da 1.0 litri declinato in due livelli di potenza (da 95 e 115 CV), oltre che dal quattro cilindri da 2.0 litri e 207 CV della versione sportiva GTi, verrà rivisitata per risultare compatibile con i nuovi standard. Ed è probabile l'arrivo di un propulsore più moderno come l'1.5 litri benzina della Volkswagen Golf restyling, tarato però su livelli di potenza congrui al posizionamento della Polo: una variante da 115, d'altronde, c'è già. Assai meno probabile, invece, che la segmento B adotti quella da 150 CV, così come non è scontato che la Polo si converta al mild hybrid. Parliamo infatti di un modello che, da un punto di vista della competitività, si regge su equilibri precari: aggiungere ulteriori tecnologie, aumentando così il prezzo, potrebbe essere controproducente. Specie per un'auto che non viene più prodotta in Europa (a Pamplona, dove ancora si fabbricano le "cugine" T-Cross e Taigo, lascia infatti il posto alle future ID.2 Suv e Skoda Epiq), ma in Sudafrica, nello stabilimento di Kariega: anche per i mercati del Vecchio continente, dove l'auto arriva via nave.
Restyling sì, restyling no. Negli ultimi giorni si sono rincorse anche voci di un imminente facelift della compatta, previsto nel 2025. Al momento, secondo quanto appreso da Quattroruote, un ulteriore aggiornamento stilistico non è ancora stato deciso. Per la Polo - che sta attraversando la fase matura della sua sesta serie, avviata nel 2017 - si tratterebbe del secondo restyling nell'arco di una generazione, dopo quello del 2021. Non è da escludere che la Casa ci stia pensando, essendo l'auto destinata a restare sul mercato ancora per un bel po'. Come sempre, bisognerà vedere dove pende l'ago della bilancia tra costo e opportunità. Soprattutto in virtù dell'arrivo, da qui a un paio d'anni, dell'elettrica ID.2: un'auto del tutto simile per taglia e caratteristiche, ma a batteria, promessa dalla Volkswagen con prezzo di partenza sotto i 25 mila euro. L'impressione è che, almeno per un po', le due segmento B siano destinate a convivere nel listino di Wolfsburg. Dunque, per essere più affini, la Polo potrebbe anche rifarsi il look. Di nuovo.
Formula E - Maserati conferma la presenza almeno fino al 2030
Maserati ha ufficializzato il proprio impegno in Formula E almeno fino al 2030: una scelta che vedrà la casa del Tridente abbracciare dunque l'era della GEN4 che promette di rivoluzionare la categoria con monoposto full electric.
Scelta strategica. Dal suo debutto nella Formula E, Maserati MSG Racing ha rapidamente fatto parlare di sé. In appena due stagioni, il team nato dalle ceneri della Venturi ha collezionato sei podi, due pole position e altrettante vittorie, diventando una delle squadre più competitive del campionato. La Formula E non è solo una competizione, ma un laboratorio per l'innovazione, spiega Santo Ficili, ceo della Maserati. L'esperienza maturata ci permette di arricchire la nostra gamma elettrica, oggi rappresentata da modelli come Grecale Folgore, GranTurismo Folgore e GranCabrio Folgore.
GEN4: una rivoluzione tecnologica. Il passaggio alla quarta generazione di vettura promette di cambiare il volto della Formula E. Le monoposto saranno dotate di capacità di rigenerazione energetica fino a 700 kW e potranno raggiungere una potenza di 600 kW. Non si tratta solo di migliorare le performance in gara, ma anche di definire nuovi standard che troveranno spazio nella mobilità elettrica di serie. La GEN4 offrirà una piattaforma senza precedenti per sviluppare soluzioni tecnologiche rivoluzionarie, sottolinea Jean-Marc Finot, Senior Vice President di Stellantis Motorsport. Le competizioni ci consentono di testare e perfezionare tecnologie che si riflettono direttamente nelle nostre auto di serie.
Scelta chiara di Stellantis. L'impegno di Maserati in Formula E si inserisce nel contesto più ampio delle attività di Stellantis Motorsport, che include anche il supporto al team DS PENSKE. Il gruppo, da oltre un decennio, lavora alla realizzazione di powertrain elettrici di nuova generazione, destinati sia alle corse sia alla produzione di serie. Ulteriori dettagli sull'ingresso di altri marchi Stellantis nell'era GEN4 saranno resi noti prossimamente, ma è evidente che il gruppo considera la Formula E un pilastro fondamentale per la sua strategia elettrica.
Stellantis - La fabbrica di Luton chiuderà i battenti
Stellantis ha deciso di chiudere la fabbrica inglese di Luton per concentrare tutta la produzione di veicoli commerciali leggeri oltremanica nell'impianto di Ellesmere Port, nella contea del Cheshire. Il gruppo ha quindi avviato delle consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori e le autorità locali per individuare opportunità di ricollocamento per i circa 1.100 lavoratori del sito destinato a chiudere i battenti. Inoltre, Stellantis proporrà la possibilità di trasferimento da Luton a Ellesmere, dove sono previsti ulteriori investimenti per 50 milioni di sterline per trasformare lo stabilimento in un polo dedicato esclusivamente alla produzione di furgoni a batteria.
I motivi. Il costruttore guidato da Carlos Tavares ha deciso di concentrare le attività negli Lcv a Ellesmere Port per sfruttare una serie di vantaggi, tra cui la vicinanza con le infrastrutture portuali e un centro ricambi di recente costruzione. Inoltre, lo stabilimento è già oggi pronto a produrre Lcv elettrici grazie ai 100 milioni di sterline impegnati nel 2021: tra le altre cose, è stato realizzato un nuovo reparto carrozzeria, sono state aggiornate le catena di montaggio ed è stata aggiunta un'area per l'assemblaggio dei pacchi batteria. La chiusura di Luton, invece, è stata decisa anche "nel contesto" delle nuove normative britanniche per la promozione della mobilità elettrica che obbligano i costruttori a raggiungere specifici target di vendita e stabiliscono consistenti multe per il mancato rispetto dei limiti. Lo stop produttivo segue di pochi mesi l'annuncio di nuove produzioni: Luton avrebbe dovuto iniziare a produrre dall'anno prossimo le versioni elettriche di diversi furgoni di medie dimensioni, a partire dal Vauxhall Vivaro.
Rolls-Royce - Ghost Series II, quasi perfetta - VIDEO
La nuova Ghost Series II prende spunto dall'aggiornamento della Cullinan e si evolve stilisticamente in maniera molto leggera: davanti debuttano la nuova griglia illuminata Pantheon, gruppi ottici e Led diurni ridisegnati e paraurti modificati, mentre il posteriore riprende lo stile della sorella elettrica Spectre. I cerchi di lega da 22 sono proposti con due diversi stili, e tra le infinite possibilità di personalizzazione del reparto Bespoke spicca il nuovo colore Mustique Blue, ispirato a un esemplare unico della Phantom II Continental del 1929 di proprietà di Henry Royce.
Gli interni della Ghost Series II sono ancor più lussuosi ed esclusivi. La plancia adotta un unico elemento in vetro che include l'infotainment con sistema operativo proprietario Spirit, lo Spirit of Ecstasy Clock Cabinet e la strumentazione digitale: le grafiche delle schermate possono essere personalizzate e coordinate con le finiture dell'abitacolo. Per i passeggeri posteriori è prevista l'inedita possibilità di collegare i propri device agli schermi in maniera indipendente, ed è stata aggiornata l'interfaccia di controllo per le regolazioni dei sedili, le funzioni di massaggio e di climatizzazione. Migliorato anche l'impianto audio: di base c'è quello da 1.400 watt con 18 diffusori, mentre in opzione è previsto il sistema Bespoke Audio con controllo dinamico del volume. Tra le infinite opzioni di finitura e personalizzazione spiccano infine i nuovi materiali ecosostenibili, come il tessuto Duality Twill ricavato dal bamboo che richiede ben 2,2 milioni di punti di cucitura su una singola vettura.
Il propulsore rimane il classico V12 6.75 litri biturbo da 420 kW (571 CV), abbinato alla trazione integrale e al cambio automatico a otto marce. Con la coppia massima di 850 Nm, disponibile già da 1.600 giri, la Ghost Series II si guida senza sforzo, garantendo però prestazioni in linea con lo spirito da driver's car della Ghost rispetto alle altre Rolls. Sono confermate anche le sospensioni attive pneumatiche Planar, che utilizzano il sistema di telecamere Flagbearer ed il sistema Gps per leggere le condizioni della strada e impostare di conseguenza la risposta della vettura alle sollecitazioni.
Come per il modello che va a sostituire, la nuova Ghost Series II è affiancata da due varianti aggiuntive: la Extended, con un passo allungato di 170 mm per aumentare ulteriormente lo spazio per i passeggeri posteriori, che possono beneficiare anche della variante Serenity Seating reclinabile dei sedili. Per i clienti più sportivi è disponibile la variante Black Badge, solo su ordinazione: oltre alle finiture specifiche, cerchi e paraurti ridisegnati, l'auto adotta una variante più potente del motore V12 (con 29 CV e 50 Nm in più) e un setup specifico dell'assetto Planar combinato con l'asse posteriore sterzante.
2025 - Acea: "Il 2025 è già qui, l'Europa deve fare in fretta"
A due giorni dall'avvio del consiglio di competitività dell'Unione Europea, previsto per il prossimo 28 novembre, la Acea sollecita nuovamente gli Stati membri "a mettere da parte le differenze e a trovare un accordo sulla misura più stringente" dal punto di vista temporale: il rinvio dell'applicazione dei nuovi limiti per le emissioni di anidride carbonica delle flotte, in vigore dal primo gennaio 2025.
Rimane poco tempo. "L'industria europea dell'automobile conferma il suo impegno verso gli obiettivi di neutralità climatica del 2050", sottolinea l'Acea in una nota, nella quale ricorda che "le lancette corrono, e i costruttori rischiano di dover affrontare sfide complesse" in vista degli obiettivi di riduzione della CO2, in particolare per il "clima economico in peggioramento" e per la domanda di auto elettriche che procede a rilento".
Tutto sulle spalle dei produttori. Le Case portano il peso di questa trasformazione, ostacolati da fattori che sfuggono al loro controllo, come infrastrutture inadeguate e incentivi insufficienti, ribadisce Sigrid de Vries, direttore generale dell'Acea. incoraggiante vedere gli stati membri che discutono soluzioni concrete per alleviare una pressione sproporzionata, come periodi di adeguamento pluriennali e la possibilità di incamerare e utilizzare crediti di CO2 da un anno all'altro. Ridurre i costi di adeguamento per il 2025, mantenendo comunque fermi gli impegni della transizione green è fondamentale per assicurare la tenuta del settore automotive in Europa.
F&B Innovation Hub - Aperto il nuovo acceleratore per startup di Autogrill
Le aziende, per crescere, hanno bisogno di nuove idee. Il mantra della disruption, dell'idea della rottura che cambia il modo di fare business, sta portando sempre più grandi gruppi a rivolgersi alle startup per ottenere nuova linfa vitale. Ed è proprio su questo territorio che nasce l'F&B Innovation Hub di Milano, l'acceleratore di startup che fa capo ad Avolta. Questo nome dirà poco al grande pubblico ma è un colosso globale nato dalla fusione tra Autogrill e Dufry, un'entità che grazie a 5.100 punti vendita in aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio autostradali, porti e navi da crociera di 73 Paesi, conta su un fatturato globale di 12,5 miliardi di euro. E ora, appunto, è a caccia di nuove idee.
Ristorazione 2.0. Come suggerisce anche il nome, l'F&B Innovation Hub è dedicato al food & beverage, alla ristorazione in viaggio e di viaggio, e le cinque prime startup ammesse al percorso sulle oltre cento che si sono presentate, affrontano questo mondo in modo laterale. La prima che abbiamo incontrato, Ganiga Innovation, ha ideato Hoooly!, un cestino intelligente che fa leva su robotica e intelligenza artificiale per separare automaticamente i rifiuti. Getti una bottiglietta di plastica, lui la riconosce e poi la butta nel secchio giusto mostrandoti sullo schermo la destinazione scelta. Così, per esempio, impari che gli scontrini fiscali vanno nel generico.
Plastiche e podcast. Ecco poi Plastiz, che trasforma i rifiuti in plastica in un materiale con cui realizzare pannelli su misura per il design d'interni. E a sua volta è riciclabile, ovviamente. Loquis, invece, è una piattaforma gratuita di Travel Podcast che racconta le storie legate ai luoghi di tutto il mondo, un modo per viaggiare in modo più consapevole e sostenibile.
Ricette perfette e negozi automatici. La quarta startup è Simply Sfa, una piattaforma che analizza gusto, odore e presentazione visiva dei prodotti facendo leva sulle percezioni dei consumatori. Lo scopo è ottimizzare ricette, processi di produzione e scelta di ingredienti e materie prime sapendo esattamente ciò che desidera il pubblico. E arriviamo così all'ultima startup, che è anche una delle più spiziose, Sensei. Ad oggi è il principale fornitore europeo di tecnologie per negozi autonomi: grazie a un sistema integrato di telecamere, sensori e algoritmi di intelligenza artificiale, permette di fare acquisti senza interruzioni. I prodotti che finiscono nel nostro carrello vengono riconosciuti automaticamente e il pagamento viene effettuato sulla carta di credito (o di debito) che abbiamo mostrato all'entrata o all'uscita. Un'ottima idea per quando si ha fretta. Come in viaggio.
Chrysler - La Pacifica elettrica si farà
Nel corso del Salone di Los Angeles i vertici Chrysler sono tornati a parlare del passaggio alla propulsione elettrica con un annuncio inedito: ai microfoni di Green Car Reports, la ceo Christine Feuell ha infatti confermato che nel 2026 verrà lanciata una variante 100% elettrica della Pacifica.
Due concept. Il marchio del Gruppo Stellantis è in ombra con una gamma ridotta alla sola monovolume Pacifica, anche se nel corso degli ultimi due anni sono state presentate le concept basate sulla piattaforma modulare Stla Large: la Airflow del 2022 e la Halcyon dello scorso febbraio, chiamata ad anticipare i nuovi stilemi. La prima avrebbe dovuto trasformarsi in un prodotto di serie che non è mai giunto sul mercato, mentre la seconda potrebbe rimanere un esercizio stilistico.
Con la STLA Large tante opzioni. La Pacifica EV, in sostanza, potrebbe essere l'unico nuovo prodotto realmente previsto nei piani per far sopravvivere il marchio negli Stati Uniti, dal momento che non ci sono più stati segnali concreti in merito alla crossover prevista per il 2025. Nel 2026 è prevista infatti la nuova generazione della monovolume, che tecnicamente potrebbe adottare anche varianti ibride ed Erev grazie alle potenzialità della piattaforma.
Toyota C-HR - Una plug-in (anche) per le aziende - VIDEOPROVA
La Toyota C-HR (Coupé High-Rider) non è probabilmente la prima auto alla quale si penserebbe come vettura da flotta. Nella sua storia, dal 2016, con la prima serie, l'hanno comprata soprattutto privati, quasi il 68% del totale. Tuttavia, la quota di C-HR intestate a società di noleggio o direttamente alle imprese o ai professionisti è cresciuta nel tempo e ormai siamo quasi al 27%. Ed è entrata anche in programmi di mobilità aziendale condivisa: vetture inserite nella flotta a disposizione dei dipendenti, che le condividono sia prenotandole secondo necessità, sia utilizzando la piattaforma di carpooling Kinto per gli spostamenti casa-lavoro.
Autostrada, ma anche città. Noi abbiamo immaginato la C-HR anche come auto di servizio per un single di medio inquadramento che deve affrontare anche qualche trasferta, col pregio di poter far fronte agli imprevisti, come l'accesso alle zone a traffico limitato. Infatti, il motore 4 cilindri benzina di 2.0 litri e il propulsore elettrico producono insieme 223 cavalli. Secondo i nostri rilevamenti, se si ha l'accortezza di tenere sempre ben carica la batteria da 13,6 kWh (che riduce un po' la capacità del bagagliaio rispetto alla versione full hybrid), la C-HR Plug-in raggiunge un'autonomia di 67 chilometri in città, di 62 su statale e di 55 in autostrada. L'ibrido della Toyota è molto avanzato, interpreta bene lo stile di guida e, attraverso il navigatore, il percorso su cui si sta guidando, adattando di conseguenza gli interventi del motore termico e dell'elettrico. Volete sapere di più sulla C-HR Plug-in? Guardate la videoprova qui sopra.
Stati Uniti - Trump attacca Cina, Canada e Messico: "Nuovi dazi contro droga e migranti"
Donald Trump torna a promettere l'imposizione di nuove, pesanti tariffe doganali sui beni importati negli Stati Uniti da Canada, Cina e Messico, ma questa volta lega la sua iniziativa a un obiettivo che ha caratterizzato la sua corsa alla Casa Bianca: contrastare il traffico di droga e l'immigrazione illegale. In particolare, sul social Truth il presidente eletto degli Stati Uniti ha scritto di voler alzare dazi del 10% sulle importazioni cinesi per combattere le spedizioni di fentanyl e del 25% su quelle canadesi e messicane per frenare i flussi illegali non solo di stupefacenti, ma anche di migranti irregolari.
La minaccia a Pechino. "Ho avuto molti colloqui con la Cina sulle enormi quantità di droga, in particolare fentanyl, spedite negli Stati Uniti, ma senza alcun risultato", ha scritto il tycoon. "I rappresentanti della Cina mi hanno detto che avrebbero stabilito la loro pena massima, quella della morte, per qualsiasi trafficante sorpreso a farlo, ma, sfortunatamente, non hanno mai dato seguito alla cosa e la droga sta affluendo nel nostro Paese, principalmente attraverso il Messico, a livelli mai visti prima. Finché non smetteranno, addebiteremo alla Cina un'ulteriore tariffa del 10%, oltre a qualsiasi tariffa aggiuntiva, su tutti i suoi numerosi prodotti che entrano negli Stati Uniti d'America". Auto incluse, ovviamente. La reazione di Pechino, che tra l'altro ha una delle legislazioni più severe al mondo nella lotta all'uso e al traffico di droga, è stata immediata: "Nessuno vincerà una guerra commerciale o una guerra tariffaria", ha affermato il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu. "La Cina ritiene che la cooperazione economica e commerciale sia reciprocamente vantaggiosa".
Messico e Canada. Oltre alla Cina, Trump ha attaccato anche i governi dei Paesi confinanti: "Come tutti sanno migliaia di persone stanno attraversando Messico e Canada, portando criminalità e droga a livelli mai visti prima", ha scritto ancora il vincitore delle ultime presidenziali statunitensi. "Il 20 gennaio, come uno dei miei primi ordini esecutivi, firmerò tutti i documenti necessari per imporre a Messico e Canada una tariffa del 25% su tutti i prodotti in arrivo negli Stati Uniti attraverso le loro ridicole frontiere aperte". Anche in questo caso, ne risentirebbero le vetture che molti costruttori assemblano in Messico, per poi esportarle negli Usa.
Stati Uniti - La California: "Nuovi incentivi per le elettriche, ma non per Tesla"
Negli Usa sta per aprirsi un fronte politico caldissimo, con la democratica California pronta ad alzare un muro contro la prossima amministrazione federale di stampo repubblicano. E la questione riguarda le auto elettriche e ancor di più la Tesla, la Casa guidata da uno dei principali sostenitori del neo eletto presidente Donald Trump, ossia Elon Musk. Il governatore del Golden State, Gavin Newsom, ha infatti annunciato l'intenzione di ripristinare il programma statale di incentivi all'acquisto di veicoli a batteria nel caso un cui Trump confermasse la promessa di cancellare i crediti di imposta nazionali, ma soprattutto ipotizza di escludere la Casa automobilistica dall'accesso a qualsiasi tipologia di agevolazioni.
Muro contro muro. Il programma di incentivi della California è stato cancellato nel 2023 e per ll'intero periodo di validità ha finanziato l'acquisto di oltre 594.000 veicoli (per il 71% elettrici, per il 26% ibridi plug-in e per il 3% a idrogeno), garantendo un credito d'imposta fino a 7.500 dollari. Ora potrebbe essere per l'appunto ripristinato, ma a una sola condizione. "Interverremo se l'amministrazione Trump eliminerà il credito d'imposta federale, raddoppiando il nostro impegno per l'aria pulita e i posti di lavoro verdi in California", ha detto Newsom. "Non torniano indietro su un percorso verso un futuro di trasporti puliti: renderemo più conveniente per le persone guidare veicoli che non inquinano".
La Tesla nel mirino. Newsom ha poi aggiunto la novità dell'esclusione della Tesla, pando con l'agenzia Bloomberg: il politico californiano, infatti, ha sottolineato che gli incentivi saranno caratterizzati da limiti pensati per "creare le condizioni affinché un maggior numero di costruttori possano mettere radici" nel mercato delle elettriche. In altre parole, la Tesla non sarebbe ammessa al nuovo programma. Ovviamente, la notizia è stata immediatamente criticata da Musk: l'imprenditore, prossimo ad assumere un ruolo apicale in seno all'amministrazione Trump, ha bollato l'iniziativa di Newsom come "folle: Tesla è l'unica società a produrre veicoli elettrici in California", ha reagito Musk. In ogni caso, il programma del Golden State è ancora da definire, ma l'iniziativa di Newsom è l'ennesima dimostrazione delle divisioni politiche all'interno degli Stati Uniti e di una polarizzazione tra gli schieramenti destinata a diventare sempre più forte. E questo senza dimenticare il ruolo di Musk, sempre più potente e quindi inviso a una parte comunque consistente della politica americana.
Incidenti - Nel primo semestre aumentano le vittime stradali
Nel primo semestre di quest'anno, gli incidenti sono saliti dello 0,9% a 80.057, con 107.643 feriti (+0,5%), ma il dato più preoccupante riguarda le 1.429 vittime, in crescita del 4% rispetto allo stesso periodo del 2023 (stime preliminari Aci-Istat). L'obiettivo, fissato dalla Commissione europea, resta quello di dimezzare i deceduti su strada dai 1.534 del 2019 pre-pandemia: di questo passo, però, considerando che il calo è solo del 6,8%, sarà difficile centrare il target pensato da Bruxelles. Nel confronto col primo semestre dell'anno scorso, il numero di morti lievita del 7,9% nelle città, contro un +1% registrato sulle strade extraurbane e una flessione del 13,9% sulle autostrade.
Audi Sport - Consegnata l'ultima R8 LMS GT3
Audi Sport ha consegnato l'ultimo esemplare della R8 LMS GT3. La vettura da corsa, nella più recente variante Evo II, è l'esemplare numero 310 della fortunata serie di vetture derivate dalla R8 stradale, giunta anch'essa alla fine della sua carriera senza per il momento avere eredi. Il reparto Audi Sport ha iniziato la produzione della R8 da corsa nel 2009 e ha collezionato un numero elevatissimo di titoli in tutto il mondo. L'ultima vettura è stata acquistata dal pilota Michael Doppelmayr, vincitore della 24H Series European GT3 nel 2022 proprio con la R8.
Stop a Dakar e GT per investire sulla Formula 1. Dopo l'addio alle competizioni GT e la fine dell'avventura alla Dakar, Audi ha voluto concentrare tutti i suoi sforzi sul progetto Formula 1 acquisendo il team Sauber in vista del debutto nel 2026 con i nuovi regolamenti. A guidare il team è stato chiamato l'ex Ferrari Mattia Binotto e sono stati ingaggiati i piloti Nico Hulkenberg e Gabriel Bortoleto.
Audi Q5 Sportback - Scende il tetto, sale lo stile
Al netto del padiglione più sfuggente, la Suv-coupé replica le novità stilistiche già introdotte dalla Q5 tradizionale, comprese le luci posteriori Oled dalle grafiche cangianti. Il discorso vale anche per gli interni, completamente rivisitati a livello di plancia e infotainment e con la new entry dello schermo per il passeggero. A seconda delle versioni, advanced o s line, il vestito può apparire più elegante o sportivo. Fa storia a sé la potente SQ5, con finiture ed elementi (vedi i cerchi o gli scarichi) specifici. Sia quest'ultima, sia la Q5 possono montare sospensioni pneumatiche adattive.
Come sempre quando si parla di Suv-coupé, il bagagliaio è un tema. Rispetto alla sorella più classica, il volume di carico massimo è un po' più basso (1.415 litri contro 1.470), ma la base di partenza, con i cinque posti in uso, è simile: dietro il divanetto, la Sportback offre 515 litri, valore che scende a 470 (fino a un massimo di 1.388) per la SQ5.
Al lancio, la gamma di motorizzazioni sarà composta da versioni benzina e diesel ibridizzate dal nuovo sistema a 48 Volt, che prevede un'unità elettrica (in codice PTG, che sta per powertrain generator) da 24 CV e 230 Nm solidale alla trasmissione, abbinata una batteria al litio-ferro-fosfato da 1,7 kWh. Grazie a questo sistema, che contribuisce a muovere le ruote, la Q5 Sportback può anche andare a corrente, seppur per brevissimi tratti, ma soprattutto riesce a contenere consumi ed emissioni. Tra le varianti disponibili, la 2.0 TSI da 204 CV e 340 Nm a trazione anteriore è quella d'accesso, ma si può avere anche integrale. Seguono la 2.0 TDI da 204 CV e 400 Nm, solo in versione quattro, e la SQ5 Sportback col V6 da 3.0 litri e 367 CV di potenza, conditi da una coppia di 550 Nm. Più avanti la gamma Q5 abbraccerà anche delle varianti ibride plug-in, le TFSI e quattro, entrambe integrali e con potenze da 299 e 367 cavalli, capaci di un'autonomia in solo elettrico superiore ad 80 km.
Cadillac in F.1 - C'è l'accordo per debuttare nel 2026
La notizia era nell'aria da tempo, ma oggi arriva la conferma ufficiale: General Motors ha fatto un concreto passo avanti per diventare l'undicesimo team della Formula 1 a partire dal 2026. Formula 1, la FIA e il colosso americano hanno raggiunto un accordo preliminare per portare sulla griglia il prestigioso marchio Cadillac, segnando un momento cruciale nell'espansione dello sport verso il mercato nordamericano.
Un progetto a lungo termine. Il progetto Cadillac non è solamente una questione sportiva, ma una mossa strategica per consolidare la presenza della Formula 1 negli Stati Uniti. Dopo il successo dei Gran Premi di Miami, Austin e l'attesissimo debutto di Las Vegas, Cadillac sulla griglia unitamente alla Haas - rappresenterebbe un ulteriore passo avanti verso il consolidamento del motorsport nel mercato americano. Nei primi due anni, GM sfrutterà la partnership con Andretti Motorsport e le risorse del loro quartier generale a Silverstone. Due le opzioni più quotate per la power unit: Ferrari la favorita oppure Honda. Poi, dal 2028, si passerà a una power unit interamente sviluppata da General Motors.
Tutti contenti. Stefano Domenicali, CEO di Formula 1, ha sottolineato l'importanza del progetto: L'ingresso di General Motors e Cadillac conferma l'evoluzione del nostro sport. Non vediamo l'ora di vedere i progressi di questa collaborazione, che potrebbe portare a risultati straordinari. Dal canto suo, Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA, si è detto ottimista sul processo di candidatura: General Motors è un gigante globale, e il supporto della FIA a questa iniziativa è totale. Ci impegneremo per garantire che l'iter proceda senza intoppi. Mark Reuss, presidente di GM, ha aggiunto una nota di entusiasmo personale: La Formula 1 è sinonimo di innovazione e eccellenza. un onore per noi unirci al campionato più prestigioso al mondo. Il nostro obiettivo è competere con passione e integrità, dimostrando il meglio delle nostre capacità tecniche.
Tesla - Musk fa incetta di crediti green
Nel 2023 la Tesla ha accumulato 34 milioni di cosiddetti crediti green, assegnati annualmente dal governo americano alle Case automobilistiche che superano gli standard di emissioni inquinanti. Crediti che la Casa di Elon Musk non ha problemi a guadagnare, dal momento che la sua gamma è interamente elettrica, e che possono essere venduti ai costruttori che invece rimangono sotto la soglia di emissioni imposta dall'Epa, l'agenzia ambientale statunitense.
Annata negativa. L'industria automobilistica statunitense ha generato, nel 2023, un deficit di circa 11 milioni di crediti green: a guidare la classifica delle Case "meno virtuose" c'è la General Motors, che ha prodotto un deficit di 17,8 milioni di crediti (e ha anche dovuto rinunciare a circa 50 milioni di crediti per false dichiarazioni sulle emissioni tra il 2012 e il 2018). Stando all'ultimo rapporto dell'Epa, lo scorso anno la GM ha acquistato 44 milioni di crediti, mentre la Tesla ne ha venduti 34 milioni, il valore più alto mai registrato dall'introduzione di questa misura. Nel 2022 il risultato era stato positivo: 3 milioni di crediti in attivo, aiutati dai 19,1 milioni della Tesla.
Ma il consumo di carburante è in calo. Stando ai dati preliminari diffusi dall'agenzia ambientale americana, il consumo medio delle auto circolanti negli Stati Uniti è migliorato, arrivando alla cifra di 27,1 miglia per gallone, con una stima di 28 miglia per gallone per il 2024. L'Epa riferisce che l'industria americana gode ancora di un disavanzo di 123 milioni di crediti per raggiungere gli obiettivi futuri. Ammesso che non cambino: la nuova amministrazione, sotto la guida del neo-presidente Donald Trump, ha promesso di rivedere tutto l'impianto normativo che riguarda la transizione elettrica, a cominciare dalla cancellazione dei crediti fiscali per chi acquista una Bev.
Dakar - Land Rover avrà un team ufficiale nel 2026
La Dakar continua a essere il palcoscenico ideale per i grandi nomi dell'automobilismo, un banco di prova estremo dove mezzi e piloti misurano le proprie capacità al limite. Dopo gli annunci di Dacia e Ford, pronte a fare il loro debutto nel rally raid più iconico al mondo, anche Land Rover entra ufficialmente in gioco. Ma sarà il Defender a rappresentare il marchio britannico in questa avventura: un ritorno alle radici del fuoristrada per eccellenza. A partire dal 2026, il nuovo Defender Dakar Works Team scenderà in pista con un unico obiettivo: puntare alla vittoria nella classe Auto, consolidando il legame tra il brand e le imprese leggendarie della guida off-road.
Un progetto ambizioso. Dietro le quinte di questa sfida c'è un team di prim'ordine. Il programma sarà guidato da James Barclay, figura chiave di Jaguar Land Rover Motorsport, con il pieno supporto del managing director di Defender, Mark Cameron. Entrare nella Dakar non è solo un'opportunità: è una dichiarazione d'intenti, ha spiegato Cameron. Stiamo lavorando per creare un veicolo che sia in grado di affrontare questa sfida unica e che, al tempo stesso, incarni pienamente il carattere e lo spirito del Defender. Il debutto in gara è fissato per gennaio 2026, ma i dettagli sul veicolo e sul progetto verranno svelati durante l'edizione 2025 della Dakar, di cui Defender sarà partner. Barclay, nel commentare questa nuova avventura, ha dichiarato: La Dakar è l'Everest degli sport motoristici. Rappresenta il massimo della sfida, per le persone e per le macchine. Portare il Defender su questo palcoscenico significa mettere alla prova ciò che di meglio sappiamo fare.
Defender è anche partner della Dakar 2025. Il contributo di Defender alla Dakar inizierà, come anticipavamo, già il prossimo gennaio. Il brand fornirà mezzi per le ricognizioni e il supporto logistico dell'organizzazione, rafforzando la collaborazione con il rally raid. Il direttore della corsa, David Castera, ha detto: Avere Defender come partner ufficiale è un grande onore. La loro presenza non arricchirà solo la gara, ma renderà le operazioni più efficienti grazie all'affidabilità e alla versatilità dei loro veicoli.