Nissan - Le prime foto dell'Ariya restyling
La Nissan ha diffuso le prime immagini del restyling della Ariya: l'aggiornamento della Suv elettrica debutterà a fine mese al Japan Mobility Show, dove la Casa giapponese introdurrà anche altre novità legate principalmente al mercato interno. Restyling leggero per la AriyaLa Ariya, che non sarà venduta negli Stati Uniti nella versione aggiornata visto il limitato successo commerciale, è stata ridisegnata lavorando sui gruppi ottici e sui paraurti e allineandosi ancora di più allo stile introdotto dalla nuova Leaf. Le novità riguardano anche dotazioni e tecnologia: l'infotainment sfrutta la piattaforma di Google e viene introdotta la compatibilità con lo standard V2L (Vehicle-to-Load), mentre non ci sono per il momento dettagli circa eventuali novità per motori e batterie. La Skyline 400R e le altre anteprime giapponesiAccanto alla Ariya, l'evento di Tokyo segnerà anche il debutto di modelli dedicati al mercato interno: la quarta generazione del minivan Elgrand con powertrain e-Power, la Skyline 400R Limited Edition e la X-Trail Rock Creek e un prototipo a guida autonoma basato sul van Serena che sarà messo alla prova sulle strade giapponesi già nei prossimi mesi. I clienti potranno infine scoprire i prodotti che Nissan ha sviluppato per alcuni mercati specifici del mondo: la nuova Micra destinata all'Europa, la N7 per il mercato cinese e il Patrol commercializzato in Medio Oriente.
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Stellantis - I sindacati francesi contro le nomine di Filosa: troppi ex FCA
La rivoluzione del Ceo Stellantis Antonio Filosa, in carica da giugno, crea malumori in Francia. Stando a Bloomberg, le scelte del top manager italiano - che sta scommettendo su diversi uomini ex FCA per ruoli esecutivi, a cominciare da Emanuele Cappellano appena nominato capo della regione Enlarged Europe - non vengono digerite dal sindacato francese CFE-CGC. Il timore dei rappresentanti dei lavoratori (in questo caso principalmente impiegati) è che la riorganizzazione dell'ad, coi Marchionne boys in posizioni strategiche, possa mettere in discussione l'equilibrio raggiunto dopo la fusione FCA-PSA, soprattutto in termini di produzione e sviluppo dei modelli. "Francia marginalizzata"La sigla denuncia che il know-how francese venga marginalizzato, mentre alcuni stabilimenti in Francia rischiano di diventare una variabile d'aggiustamento. Va inoltre ricordato come vari dirigenti di provenienza PSA abbiano abbandonato la multinazionale dall'uscita dell'ex Ceo Carlos Tavares a dicembre 2024. Gli Usa, seconda fonte di preoccupazioneIn parallelo, Filosa prepara l'offensiva da 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti, mercato chiave per i profitti. Questo secondo elemento genera allarme in Francia. E anche fra i sindacati in Italia, dove la produzione è precipitata del 36% nei primi nove mesi 2025: il Ceo incontrerà i rappresentanti italiani il 20 ottobre per illustrare le strategie del gruppo nel Paese, in attesa del nuovo piano industriale di inizio 2026. Nessuna guerra di appartenenzaPrevedendo possibili polemiche, già a giugno Filosa aveva dichiarato: Facciamo un patto oggi, insieme. Non usiamo più la dizione ex-FCA ed ex-PSA, siamo Stellantis. L'amministratore delegato ha inoltre compiuto la sua prima visita ufficiale nello stabilimento francese di Sochaux, dove si assemblano Peugeot 3008 e 5008, come segno di massima attenzione verso la componente francese del conglomerato.
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Antitrust - Multa di 5 milioni ad ALD Automotive
L'Antitrust sanziona ALD Automotive: multa di 5 milioni di euro al player globale del noleggio a lungo termine per una pratica commerciale scorretta sulla responsabilità per danni accidentali alle auto. Parliamo della possibilità, a fronte di un canone mensile maggiorato, di vedersi addebitare una penale (una franchigia in euro) di importo inferiore in caso di sinistri di vario genere, fra cui pure gli atti vandalici. L'autorità ha rilevato che, in fase precontrattuale e contrattuale, la società ha fornito ai consumatori informazioni carenti sul servizio, accessorio e a pagamento, che consente di limitare la responsabilità per danni accidentali al veicolo: i clienti devono segnalare tempestivamente sul portale Internet ALD ogni singolo danno, cosa che impedisce di pagare solo la franchigia pattuita. Poca trasparenza anche sui criteri adottati per valutare quali danni non fossero considerati derivanti da normale usura e a carico del cliente se non denunciati immediatamente. Infine, l'autorità ha contestato l'addebito del costo di riparazione di danni di cui il consumatore viene a conoscenza solo in fase di riconsegna, al termine della perizia tecnica, poiché di lieve entità o non visibili a occhio nudo, non denunciati prima perché non facilmente individuabili. La condotta della società ha impedito ai consumatori di fruire della limitazione di responsabilità acquistata.
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In Fiera - Milano AutoClassica torna con oltre 500 espositori
Tornano a Fiera Milano (Rho) i grandi nomi dell'automobilismo internazionale per la 15 edizione di Milano AutoClassica, in programma dal 21 al 23 novembre 2025. Il Salone dell'Auto Classica e Sportiva, organizzato da Emac con la partecipazione di Fiera Milano e Italian Exhibition Group, si conferma appuntamento imperdibile per collezionisti, appassionati e professionisti del settore. Non solo un'esposizione di vetture storiche, ma un vero e proprio hub culturale dell'automotive, dove la passione per l'auto incontra l'innovazione, tra capolavori a quattro ruote, ricambi, automobilia e modellismo. Quest'anno il parterre è più ricco che mai: Bentley, BMW Club Italia, Corvette, Rossocorsa Ferrari Classiche, Lamborghini Club Italia, McLaren, Musei Ferrari, Porsche Club Italia, 777 Club e, per la prima volta, Rolls-Royce. Accanto a loro, le principali federazioni e i club storici italiani, custodi della memoria motoristica. L'Area Incontri di ACI Storico ospiterà talk, approfondimenti tecnici e dibattiti dedicati anche ai giovani, mentre l'ASI Village nel Padiglione 16 metterà in mostra il meglio della produzione automobilistica e motociclistica di ogni epoca.Milano AutoClassica 2025 celebra anniversari d'eccezione: i 30 anni della Ferrari F50, i 20 anni della Ferrari FXX, i 60 anni della Rolls-Royce Silver Shadow e i 70 anni della Lancia Aurelia B24 Spider e della Mercedes 190 SL, modelli che hanno segnato epoche diverse per stile, tecnologia e spirito. Tra i momenti più attesi, la cerimonia del premio Best in Classic organizzato da Ruoteclassiche, che celebra le eccellenze del mondo dell'heritage automobilistico con riconoscimenti ai protagonisti del restauro, del design e degli eventi storici. Dopo il successo dello scorso anno, torna anche il MAC Next Generation Hub, area dedicata ai nuovi linguaggi del collezionismo e della personalizzazione, dove supercar, racing car e progetti stance raccontano l'evoluzione contemporanea della passione per le quattro ruote. Non mancheranno iniziative dedicate al pubblico femminile, come la mostra fotografica Donne e Motori? Gioie e basta curata da Elisabetta Cozzi, presidente del Museo Fratelli Cozzi, e momenti di celebrazione come il Trofeo Campioni Alfa Romeo 2025 promosso dalla Scuderia del Portello. A completare la rassegna, il Vintage Boat Show, giunto alla quarta edizione, e il grande spazio nel Padiglione 20 dedicato a ricambi, automobilia e modellismo, autentico paradiso per collezionisti di ogni età.I biglietti sono già disponibili su www.milanoautoclassica.com.
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Made in Italy - Dal benzinaio alla Formula 1: la pazza storia di O.Z Racing - VIDEO
Vi siete mai chiesti come nasce un cerchio in lega? No, non è un segreto custodito in qualche laboratorio NASA la verità è molto più romantica, e un pizzico più assurda. Dove tutto ebbe inizioSiamo a Rossano Veneto, inizio anni '70. Due ragazzi, Silvano Oselladore e Pietro Zen, lavorano in un benzinaio. Tra una tanica di verde e un caffè al bar, i due pensano a come alleggerire la loro Mini Cooper che di lì a poco avrebbe dovuto prendere parte ad un rally. E così, nel retrobottega improvvisato dietro la pompa di benzina, nasce il primo cerchio O.Z: dieci pollici di alluminio e incoscienza. Era il 1971. Il giro del mondoQuello che sembra un passatempo da officina di provincia diventa presto un simbolo. Già negli anni '80 O.Z non è più la botteguccia dietro il distributore, ma un nome che gira tra Lamborghini, Alfa Romeo e la Formula 1. I cerchi OZ finiscono sotto le monoposto di Patrese e Cheever, mentre in Giappone aprono persino una filiale a Tokyo: mica male per due ragazzi con le mani sporche di benzina. Le vittorie nel DNAE da lì in poi è un crescendo: vittorie in F1, titoli mondiali nel rally, campionati turismo ovunque ci sia una ruota che deve girare veloce, c'è una buona probabilità che sopra ci sia scritto O.Z. Perché, in fondo, questa è la magia del Made in Italy: partire da un distributore di provincia e finire sui podi del motorsport mondiale. L'icona compie gli anniProprio quest'anno cade una ricorrenza importante per il marchio veneto: i 20 anni del loro cerchio più iconico, l'Ultralleggera. Dunque, se volete saperne di più date un occhio al video qui sopra.
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Hyundai - Ioniq 9, sfida alle grandi premium
Nella scacchiera Hyundai, così l'ha definita il capo design Simon Loasby, mancava una pedina strategica per completare l'offensiva nel mercato. Quel pezzo ora è arrivato: la nuova Ioniq 9 completa verso l'alto la gamma elettrica del costruttore sudcoreano. Lunga 5,06 metri e con un passo di 3,13 metri, punta a dare scacco matto ai grandi Suv a 6 e 7 posti, con l'ambizione di sfidare nella categoria modelli premium come Volvo EX90 e Tesla Model X. Subito riconoscibilePer farlo, la new entry di Seul può contare anzitutto sul design: segue il linguaggio Aerosthetic del marchio, dove l'aerodinamica diventa stile e funzione. Le linee scolpite e la coda ispirata alla nautica si fondono sulla carrozzeria con superfici tese e pulite, mentre soluzioni come i deflettori anteriori attivi, il sottoscocca carenato e gli specchietti digitali (disponibili su alcune versioni) contribuiscono a regalare alla scocca un Cx di appena 0,259. La firma luminosa a pixel e i fanali posteriori full Led completano infine il look esterno, rendendo la Ioniq 9 immediatamente riconoscibile. Dentro c'è tanto spazioA bordo della Ioniq 9 sembra di entrare in una lounge d'aeroporto. Superfici soft, luce naturale filtrata dal grande tetto panoramico (di serie sugli allestimenti superiori) e la console centrale scorrevole Universal Island 2.0, apribile da entrambi i lati, fanno dell'abitacolo un ambiente rilassante e curato. Il pavimento piatto amplifica lo spazio e i sedili Relaxation, disponibili anche in seconda fila, offrono regolazioni elettriche, ventilazione e funzione massaggio. Da record la capacità di carico, che varia da 338 litri a 2.419 litri; per riporre oggetti o piccoli bagagli c'è anche un frunk anteriore da 88 litri (52 litri sulle AWD). L'assistente vocale con IAAnche sul fronte tecnologico, la Ioniq 9 va oltre. L'elettrica è dotata di un assistente vocale basato su intelligenza artificiale, collegato al sistema di bordo con servizi Bluelink, Connected, Car, aggiornamenti OTA e funzioni Features on Demand. Due display curvi da 12,3'' riuniscono sulla plancia strumentazione e infotainment, mentre l'impianto Bose con 14 altoparlanti e tecnologia Active Road Noise Control garantisce all'interno un sound da auditorium. Non mancano poi la Digital Key 2.0, la ricarica wireless e sei prese USB-C da 100 W distribuite a bordo. Oltre 600 km con un pieno d'energiaIl nuovo suvvone a batterie della Hyundai è proposto in tre varianti: RWD con motore singolo da 218 CV, AWD da 307 CV e Performance da 428 CV. Tutte adottano una batteria NMC da 110,3 kWh su architettura 800 volt, che garantisce oltre 600 km di autonomia Wltp e si ricarica dal 10 all'80% in circa 24 minuti alle colonnine Hpc da 350 kW. Si guida bene anche in cittàProvata nei dintorni di Roma, la Ioniq 9, nella versione Performance, ha rivelato una dinamica equilibrata. La spinta è progressiva e le sospensioni autolivellanti, unite al Dynamic Torque Vectoring e alla modalità Auto Terrain - gestita anche questa da AI - ottimizzano il confort e la trazione, contando nella sicurezza su pacchetto Hyundai SmartSense. L'isolamento acustico dell'abitacolo è efficace anche alle alte velocità e, nonostante le dimensioni e i quasi 2.700 kg di peso, la Ioniq 9 si muove nel traffico con una certa disinvoltura. Restano da verificare i consumi reali, che nel nostro primo contatto sono comunque apparsi in linea con i valori dichiarati. I prezzi: si parte da 69.900 euroIl listino della Ioniq 9 parte da 69.900 euro con la versione Business, già completa di fari full Led e cerchi da 19''. La XClass (da 75.900 euro) aggiunge tra le dotazioni cerchi da 20'' e audio Bose, mentre al vertice ci sono la Calligraphy (da 83.500 euro) e la Performance (85.500 euro) che includono plus come i cerchi da 21'', il tetto panoramico e interni rivestiti di pelle Nappa.
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Suzuki - La Vision e-Sky e le altre novità al Japan Mobility Show
Suzuki ha completato le informazioni sui modelli che presenterà al Japan Mobility Show del prossimo 30 ottobre: la protagonista sarà la Vision e-Sky, la kei car elettrica già mostrata in anteprima, che diventerà un modello di serie nel 2026 e potrebbe puntare anche al nascente mercato europeo delle E-Car. Elettroni o etanolo per l'ambienteAccanto alla e-Sky saranno svelati due prototipi: e-Every e Fronx FFV. Il primo è un furgone elettrico del segmento kei car, lungo 3,39 metri e alto 1,89 metri, con un'autonomia di 200 km per ricarica. Il powertrain è frutto della collaborazione tra Suzuki, Toyota e Daihatsu e supporta lo standard V2H (vehicle-to-home) che consente di alimentare un'abitazione in caso di emergenza tramite la batteria del veicolo. La Fronx FFV, invece, è basata sulla SUV compatta destinata al mercato indiano e adotta un motore endotermico sperimentale alimentato a etanolo, di cui non sono ancora stati diffusi i dati tecnici. L'altra mobilità e i robot autonomiSuzuki sarà presente anche con altri veicoli endotermici ed elettrici: moto, scooter, motori fuoribordo, biciclette a pedalata assistita e soluzioni innovative come la piattaforma modulare MITRA e una serie di robot autonomi gestiti da intelligenza artificiale.
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Incentivi auto - Il nodo dei veicoli N1
I destinatari degli incentivi statali per l'acquisto di nuove auto elettriche sono principalmente i privati, residenti nelle aree urbane funzionali e con Isee fino a 40 mila euro, che possono acquistare autovetture M1 con prezzo di listino fino a 35 mila euro IVA esclusa, con un contributo statale compreso tra i 9 e gli 11 mila euro. Ci sono poi le microimprese, con meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo o un bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro, che potranno acquistare autocarri N1 (fino a 3,5 tonnellate) e N2 (tra 3,5 e 12 tonnellate) senza vincoli di prezzo con un contributo statale pari al 30% del listino della Casa (IVA esclusa) fino a un massimo di 20 mila euro. Il "nodo" delle partite IvaNel novero nelle microimprese potrebbero rientrare non solo gli artigiani e le aziende (ossia le società di persone e di capitali), ma anche i liberi professionisti, ossia avvocati, medici, ingegneri, architetti, notai, giornalisti eccetera: un popolo di partite Iva che, in teoria, potrebbe aumentare l'impatto degli incentivi sul mercato, andando a includere modelli che costano di più dei 35 mila euro massimi ammessi per i privati, in teoria fino a circa 66 mila euro. Per essere sicuri che il governo consideri questa platea come microimprese, occorrerà attendere i documenti ufficiali, il decreto attuativo ministeriale e la circolare applicativa dell'Agenzia delle Entrate. La doppia omologazioneSe il governo, come pare, dovesse accogliere anche i professionisti all'interno delle microimprese, si aprirebbe la possibilità di acquistare autovetture con omologazione N1. Alcune Case già offrono modelli elettrici con la doppia omologazione: si veda per esempio la Volvo EX30, che si differenzia dalla M1 per avere un posto in meno e la grata di separazione tra il baule e l'abitacolo. Lo stesso dicasi per Renault Scenic, Dacia Spring e Citroën e-C3 Van (queste ultime due con i soli posti anteriori). Altre case starebbero lavorando alla riomologazione di modelli già sul mercato, per poter sfruttare questa opportunità. Serve un autocarro da rottamarePer poter accedere ai contributi statali, sia i privati che le microimprese devono rottamare un veicolo della medesima categoria omologato, in una classe fino a Euro 5. Ergo, per un professionista serve un mezzo N1 da rottamare. Acquistarne uno adesso per tenerlo sei mesi, come impone la norma, così da rottamarlo in primavera, permetterebbe comunque di accedere agli incentivi, dal momento che l'acquisto va effettuato entro il 30 giugno 2026. Resta però da capire se da qui ai prossimi sei mesi i fondi saranno ancora disponibili o se, come probabile, saranno già esauriti. Le altre guide agli incentiviA quanto ammonta il contributoCome si ottengono gli incentiviChi può richiedere gli incentiviQuali modelli si possono acquistareL'elenco completo delle auto con gli incentiviCos'è e come si calcola l'IseeCosa sono le FUA, le aree urbane funzionali
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Incentivi auto - Come si ottiene il bonus
Gli incentivi statali per l'acquisto di un'auto elettrica sono concessi (come spieghiamo in questa guida) a persone fisiche e microimprese che possiedono un indicatore Isee inferiore ai 40 mila euro e una vettura Euro 5 da rottamare. L'auto da acquistare non può avere un prezzo di listino - optional esclusi - superiore a 35.000 euro IVA esclusa, ossia 42.700 euro IVA inclusa. Ecco come fare, nel concreto, a ottenere i bonus. La piattaforma informaticaDiversamente da quanto accaduto con gli incentivi passati, in cui era la concessionaria a occuparsi di tutto, stavolta sarà il richiedente a dover fare il primo passo. Per ottenere i bonus, i clienti dovranno registrarsi in un'apposita piattaforma informatica (tramite SPID o Carta d'Identità Elettronica - CIE), che dovrebbe aprire il 15 ottobre e su cui possono già registrarsi anche le concessionarie. Qui sarà disponibile una pagina di ricerca dei dealer aderenti all'iniziativa, con un link alla vetrina dei veicoli acquistabili. I dati da inserire saranno, nel caso di persona fisica:dichiarazione sostitutiva di autocertificazione in cui attesta di essere residente in un'area urbana funzionaletarga del veicolo da rottamare, di cui deve essere primo intestatario da almeno sei mesiindicazione se il bonus sarà generato a suo favore oppure a favore di un altro componente maggiorenne appartenente al medesimo nucleo familiareNel caso di una microimpresa, occorrerà invece fornire una dichiarazione sostitutiva in cui si attesa:di essere regolarmente costituita ed iscritta come attiva nel registro delle impresedi essere nel pieno e libero esercizio dei propri dirittidi non essere sottoposta a procedura concorsuale e di non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione coattiva o volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo, ad eccezione del concordato preventivo con continuità aziendale, o in qualsiasi altra situazione equivalentedi avere meno di dieci dipendentidi avere un fatturato annuo o un bilancio annuo non superiore a due milioni di eurodi essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di obblighi contributivi e fiscalil'importo complessivo degli aiuti de minimis ricevuti nei trentasei mesi precedenti all'atto della registrazionedi non rientrare nelle imprese escluse dal Regolamento "de minimis" o dal Regolamento "de minimis" settore agricoloche la microimpresa abbia sede legale in un'area urbana funzionaletarga del veicolo da rottamare, che deve essere intestato da almeno sei mesi al titolare della microimpresaQualora il richiedente interessato avesse difficoltà a introdurre i dati, per la poca dimestichezza col web, l'assenza di connessione Internet a casa o altro, potrebbe comunque recarsi in una concessionaria: qui un addetto guiderebbe il cliente (che dev'essere provvisto, comunque, delle credenziali necessarie). Il voucherDopo la registrazione e l'inserimento di tutti i dati/informazioni richiesti, il sistema genererà un voucher che dà diritto al bonus: i venditori delle concessionarie dovranno scalarne l'importo dal prezzo del veicolo. Il suo valore sarà successivamente rimborsato ai dealer dal ministero dell'Ambiente. Al momento della sottoscrizione del contratto d'acquisto del veicolo, il venditore dovrà validare il bonus sulla piattaforma informatica inserendo il codice del voucher, il costo del veicolo, il corrispondente importo IVA e l'indicazione dell'importo versato a titolo di acconto. Il bonus non potrà essere utilizzato ai fini dell'acconto. Scadenza 30 giugno 2026I bonus dovranno essere convalidati entro trenta giorni dalla loro generazione. Se il bonus non sarà validato dalla concessionaria entro trenta giorni dalla sua generazione, il relativo importo sarà integralmente riversato nel fondo. Tuttavia, la persona che non ha ottenuto la validazione del bonus da parte del venditore prima della scadenza potrà richiederne un altro fino a esaurimento dei fondi disponibili. La validazione del bonus, in ogni caso, non potrà avvenire oltre la data del 30 giugno 2026, termine ultimo per la sottoscrizione del contratto d'acquisto. L'auto da rottamareIl veicolo da rottamare (fino a Euro 5) dovrà essere consegnato in concessionaria contestualmente alla consegna del veicolo nuovo. I venditori, entro trenta giorni dalla data di consegna del veicolo nuovo, pena il non riconoscimento del bonus, dovranno consegnare il veicolo usato a un demolitore e provvedere, direttamente o avvalendosi del demolitore stesso, a radiare per demolizione il veicolo. L'esercente deve inserire in piattaforma la data di consegna del veicolo nuovo e quella della rottamazione del veicolo termico. Le altre guide agli incentiviA quanto ammonta il contributoChi può richiedere gli incentiviQuali modelli si possono acquistareL'elenco completo delle auto con gli incentiviCos'è e come si calcola l'IseeCosa sono le FUA, le aree urbane funzionaliIl nodo degli autocarri/N1
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Renault 5 E-Tech - Lauto dellanno con gli incentivi statali
La Renault 5 E-Tech Electric è stata premiata, insieme alla gemella A290 della Alpine, come Auto dell'Anno 2025. Da gennaio sono 1.483 gli esemplari di nuova immatricolazione, che posizionano la compatta francese al sesto posto delle Bev più vendute di questa prima parte di 2025. Il listino offre tre motorizzazioni e due tagli di batteria, e tutte accedono agli incentivi statali. Look familiare, stile modernoCostruita sulla piattaforma AmpR Small della Renault, la R5 riprende alcuni degli stilemi dell'utilitaria del 1972, toccando le giuste corde della nostalgia con una riuscita reinterpretazione in chiave moderna. La compatta francese è lunga 392 centimetri: i ridotti sbalzi del corpo vettura hanno permesso di ottenere un passo di 254 cm, per accogliere comodamente quattro persone (chi siede dietro deve però fare i conti con il pavimento rialzato). Il bagagliaio ha una capacità di 239 litri, misurati dal Centro prove, con un pozzetto sotto il pavimento per i cavi di ricarica. Peccato per l'assenza del frunk anteriore. Quali versioni accedono agli incentiviLa gamma della Renault 5 E-Tech Electric prevede tre motorizzazioni, da 95 a 150 CV, e due tagli di batteria, da 40 e 52 kWh: tutti i modelli accedono agli incentivi statali. Secondo la casa, la versione da 40 kWh assicura un'autonomia di poco superiore ai 300 chilometri. Nei test del Centro prove, le versioni con accumulatori più grandi garantiscono una percorrenza media di 344 km, che diventano 462 in città (la pompa di calore è di serie). La guida assistita di livello 2 è in un pacchetto su richiesta, e solo per gli allestimenti superiori. Quanto costaLa Renault 5 E-Tech Electric apre il listino con la versione Five 40 kWh, che costa 24.900 euro: con il massimo degli incentivi che si possono ottenere, ossia 11.000 euro (grazie a un Isee inferiore ai 30.000 euro), il prezzo scende a 13.900 euro. La versione intermedia Techno 52 kWh costa 31.900 euro, che scendono a 20.900 euro. La serie speciale Roland Garros 52 kWh ha un listino di 36.900 euro, che con il bonus governativo massimo arriva a 25.900 euro. C'è anche la Alpine. Agli incentivi statali accende anche la versione sportiva, targata Alpine, con le versioni GT da 177 e 218 CV, tutte con batteria da 52 kWh. I prezzi partono da 38.700 euro, che nella condizione più favorevole degli incentivi, scendono a 27.700 euro. Esclusa la più potente e accessoriata GTS da 218 CV. GLI ALTRI MODELLIEcco, tra i più venduti degli ultimi mesi, gli altri modelli di auto elettriche che possono accedere agli incentivi: Tesla Model 3Citroën C3Dacia SpringJeep AvengerLeaptmotor T03Volvo EX30Fiat 500eAlfa Romeo JuniorKia EV3
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Orologi - TAG Heuer x New Balance, precisione e performance
Nel mondo delle collaborazioni tra brand, non è raro vedere l'unione di nomi prestigiosi. La lista è pressoché infinita. Ma quando due marchi con una visione comune su performance e disciplina uniscono le forze, il risultato supera lo scontato co-branding. il caso del nuovo TAG Heuer Connected Calibre E5 40MM x New Balance Edition e delle FuelCell SuperComp Elite v5, una doppia creazione che fonde l'eccellenza orologiera svizzera con la più avanzata tecnologia da running statunitense. Il Connected Calibre E5 40MMIl Connected Calibre E5 40MM si distingue per la cassa in titanio di grado 2 con rivestimento DLC nero, leggera e resistente; la finitura sabbiata restituisce un look tecnico e moderno, mentre il quadrante con scala da 0 a 100 è stato sviluppato per sincronizzarsi con le metriche di allenamento e offrire un feedback immediato sullo sforzo. Sul fondello, il logo New Balance inciso sigilla l'unione di due filosofie e di questa collab. Anche il cinturino è frutto di un lavoro congiunto tra ingegneri e designer: debutta infatti il Cushion Comfort System, che combina una base in gomma flessibile con un tessuto high-tech derivato dalla soletta interna della scarpa. Un dettaglio che dimostra come ergonomia, resistenza e stile possano coesistere. Ogni orologio viene inoltre fornito con un secondo cinturino co-branded, pensato per l'uso sportivo più intenso. Il colore scelto si chiama English Purple crea un legame diretto con le FuelCell SuperComp Elite v5, scarpe da competizione progettate per il giorno della gara. Dotate di piastra in fibra di carbonio e intersuola in PEBA ultra-reattiva, offrono il massimo supporto ai runner che inseguono il proprio record personale. Oltre l'estetica: un ecosistema integratoMa il progetto non si ferma all'estetica. Al momento del lancio, il Connected Calibre E5 includerà sei piani di allenamento esclusivi New Balance, dedicati a obiettivi diversi: dal primo 10K alla preparazione della maratona. Un ecosistema integrato che unisce hardware, software e motivazione, portando la filosofia di entrambe le aziende oltre il prodotto fisico. In un'epoca in cui l'orologio intelligente è diventato un compagno quotidiano, TAG Heuer e New Balance riescono a riportarlo al suo significato originario: uno strumento di misurazione del tempo e della prestazione, ma anche un simbolo di dedizione. Perché, in fondo, correre e misurare il tempo richiedono lo stesso approccio: un approccio dove rigore e desiderio di superarsi vanno di pari passo.
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Giappone - Kei car, le best seller che ispirano le E-Car europee
Si parla moltissimo di E-Car, nuova categoria di auto piccole, accessibili e poco inquinanti, possibilmente (ma non necessariamente) elettriche. Un progetto caldeggiato da tempo dall'ex ceo della Renault Luca de Meo e sostenuto anche dalla Commissione Europea, nato sul modello delle kei car giapponesi. Al momento, le E-Car sono poco più che un nome e una dichiarazione di intenti, una visione ancora priva di concretezza, numeri e specifiche tecniche. Concretezza che non manca però alla Dacia Hipster, appena presentata, che prova a proporre un'idea di come potrebbe svilupparsi questo nuovo segmento in Europa. Le norme sulle kei carLe piccole che vengono vendute in Giappone devono rispettare una serie di norme, stabilite ormai quasi trent'anni fa: lunghezza massima di 3,40 metri, larghezza di 1,48 e altezza di 2 metri. I motori termici non possono superare la cilindrata di 660 centimetri cubi e la potenza non deve superare i 64 CV (valore che si applica anche alle elettriche). Le kei car più venduteNelle schede qui sopra, scopriamo quali sono le kei car di maggior successo (commerciale e non solo) in Giappone: e chissà che qualcuna di queste ultracompatte non trovi la strada per l'Europa... Per esempio, la Suzuki Vision e-Sky che sarà al Japan Mobility Show: il prototipo anticipa una citycar elettrica pensata per il mercato e per le regole giapponesi, ma che potrebbe potenzialmente inserirsi proprio nella futura lineup di E-Car.
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Nuove foto - L'Audi A2 e-tron è in fase di test: avvistato il prototipo elettrico
stato avvistato in Italia un prototipo che potrebbe confermare l'arrivo di un'erede dell'Audi A2. Le immagini, scattate dai nostri fotografi, mostrano una Suv compatta in linea con le indiscrezioni sulla futura Bev entry level del marchio tedesco. Posteriore con richiami all'A2Le foto spia rivelano la fiancata sinistra e alcuni dettagli interessanti: ala posteriore alla base del lunotto, fascia Led dei gruppi ottici estesa verso i lati e ampio scavo con finitura nera nella parte inferiore delle portiere. L'andamento del montante posteriore e del lunotto potrebbe non essere definitivo, ma richiama l'A2 originale. La concept del 2024Audi aveva già lasciato un indizio nel 2024, presentando il prototipo A2 e-tron: un omaggio al modello uscito dai listini nel 2005, rivisitato nel design e convertito all'elettrico. I piani strategici, inoltre, confermano l'arrivo nel 2027 di una BEV posizionata sotto la Q4 e-tron.
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General Motors - Torna la Chevrolet Bolt, per ora solo negli Usa
Come anticipato qualche tempo fa, la General Motors ha presentato la nuova generazione della Chevrolet Bolt, una delle prime auto elettriche di grande diffusione, commercializzata anche in Europa dalla Opel, con il nome di Ampera-e. Prodotta nello stabilimento GM di Fairfax, in Kansas, la Bolt arriverà nelle concessionarie nel corso del primo trimestre del prossimo anno, inizialmente con una serie limitata proposta a 29.990 dollari (tasse escluse); nei mesi successivi arriverà una seconda variante più economica, a 28.990 dollari. Fuori è la stessa Bolt L'auto è di fatto un restyling della Bolt Euv (Electric Utility Vehicle), crossover elettrica presentata nel 2021 e prodotta fino alla fine del 2023: lunga 4.307 mm, larga 1.770 e alta 1.622, ha un passo di 2.675 mm. Il bagagliaio ha una capacità di 458 litri, che diventano 1.594 abbassando gli schienali della seconda fila. C'è anche la versione sportivaLeggermente rivista nel frontale e nel disegno dei gruppi ottici, la nuova Bolt sarà disponibile anche nell'allestimento RS, caratterizzato dalla carrozzeria color Atomic Yellow, griglia sportiva con motivo a nido d'ape, cerchi di lega in color nero lucido e mancorrenti sul tetto. Le altre versioni potranno essere scelte in sette colorazioni e cerchi da 17 in tre stili diversi. Dentro è tutta nuova Tutto diverso invece l'abitacolo: l'unico punto di contatto con il precedente modello sono le prese d'aria centrali sopra lo schermo dell'infotainment da 11,3; per il conducente c'è un quadro strumenti digitale personalizzabile da 11, oltre a quello che la casa definisce un mix voluto di comandi fisici e virtuali. Il software di bordo della nuova Bolt ha la suite di applicazioni di Google, dalle mappe all'assistente vocale, oltre a una serie di app per l'intrattenimento. Su richiesta la suite di Adas Super Cruise, che offre la guida assistita di livello 3.Pensata per essere praticaIl selettore della direzione di marcia è stato spostato sul piantone, per lasciare più spazio al centro della plancia, dove trovano posto la doppia piastra di ricarica per lo smartphone, un ampio vano per borse e altri oggetti, e il mobiletto tra i due sedili anteriori (ventilati e riscaldati su richiesta). Tra gli optional, anche il tetto panoramico in vetro. Sottopelle cambia tuttoA spingere la nuova Chevrolet Bolt c'è il powertrain X76 a magneti permanenti progettato dalla General Motors, che in questa configurazione eroga 157 kW (213 CV) e 230 Nm di coppia. La batteria al litio-ferro-fosfato ha una capacità di 65 kWh, per un'autonomia stimata di 402 km (la pompa di calore è di serie). La ricarica in corrente continua accetta potenze fino a 150 kW, per passare dal 10 all'80% di carica in meno di mezz'ora.
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Stellantis - Consegne globali in crescita, il "traino" è americano
Stellantis ha pubblicato le stime delle consegne globali per i tre mesi conclusi il 30 settembre 2025: circa 1,3 milioni di veicoli destinati a rete, distributori, clienti finali e flotte, con un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2024, in larga misura attribuibile al Nord America. Qui le 403 mila unità (che comprendono le Ram 1500 con motore Hemi V8) equivalgono a un +35%, grazie alla normalizzazione nella dinamica delle scorte dopo la riduzione delle stesse nell'anno precedente. Europa allargataConsegne a 534 mila, ossia +8%, determinata principalmente dall'avvio della produzione di quattro recenti modelli su piattaforma Smart Car del segmento B: Citroën C3 e C3 Aircross, Opel Frontera e Fiat Grande Panda. Benefici parzialmente compensati da un calo sia in alcuni Paesi ad alto volume sia dei veicoli commerciali leggeri. Altre regioniIn Medio Oriente e Africa 94 mila unità e +21% per gli incrementi in Algeria (dove la produzione di modelli Fiat è in espansione) e per gli sviluppi positivi del mercato in Turchia ed Egitto. Calo invece in Sud America, con 252 mila consegne e -3%, ma il confronto penalizza il trimestre di quest'anno perché nei tre mesi del 2024 Stellantis aveva recuperato le consegne in Brasile dopo l'alluvione del secondo trimestre nel Rio Grande do Sul. Maserati sempre giùAncora note negative per la Casa del Tridente, conteggiata a parte, che non arresta la discesa: 1.700 unità, giù del 19%. Il Ceo del gruppo Antonio Filosa ha appena affidato il rilancio del marchio italiano a Jean-Philippe Imparato, ex numero uno dell'Europa allargata.
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Capricorn - La prima hypercar firmata Zagato costa 3 milioni di euro
La tedesca Capricorn presenta la 01 Zagato, una hypercar che sarà costruita in 19 esemplari e proposta al prezzo di 2,95 milioni di euro, tasse escluse. Si tratta della prima hypercar firmata da Zagato e della prima di una serie di vetture esclusive a marchio Capricorn, che dal 2022 si occupa anche del progetto della De Tomaso P72. La 01 Zagato sarà commercializzata in Europa, Inghilterra, Svizzera, Giappone, Messico, Canada e Medio Oriente. 900 CV per 1.200 kg con cambio manualeLa 01 Zagato adotta un V8 di 5,2 litri con compressore volumetrico di origine Ford da circa 900 CV e 1.000 Nm di coppia scaricati sull'asse posteriore attraverso un classico cambio manuale cinque marce realizzato dalla CIMA. Sia la monoscocca che la carrozzeria sono costruite in carbonio. La massa totale è inferiore a 1.200 kg, lo scatto da 0 a 100 km/h si chiude in 3 secondi e la velocità massima è pari a 360 km/h. L'impianto frenante è firmato Brembo, mentre la Capricorn stessa realizza i cerchi di lega da 21" nelle varianti in alluminio o carbonio. Disegnata per resistere al tempoAlla tecnologia tedesca è stato abbinato un design unico firmato Zagato. La biposto a motore centrale adotta un esclusivo design a visiera del parabrezza e del tetto, con la classica doppia gobba sul padiglione e le linee che scendono per tagliare le fiancate. Le appendici aerodinamiche sono presenti ma non spiccano rispetto alla carrozzeria e le portiere ad ali di gabbiano consentono un migliore accesso all'abitacolo: per questo motivo gli specchietti sono montati sui passaruota. Zagato ha privilegiato la tecnica rispetto alla ricerca pura, realizzando quello che dovrebbe essere un progetto capace di resistere alla prova del tempo: per questo anche gli interni richiamano al passato, con la classica griglia del cambio manuale, la strumentazione circolare con uno schermo nascosto al suo interno, i comandi fisici in alluminio e titanio e un volante perfettamente rotondo. I sedili sono fissi con cuscini di varie misure, inoltre volante, pedaliera e leva del cambio sono regolabili. I 110 litri del bagagliaio anteriore, il lift su entrambi gli assi e la retrocamera assicurano una relativa facilità d'uso su strada. La prima vettura firmata CapricornLa Capricorn, attiva dal 1933, è leader nel settore dei compositi, della lavorazione dei metalli e delle nuove tecnologie ed è impegnata come fornitore in Formula 1, nel WEC, nel WRC e come partner delle Case costruttrici. In passato ha collaborato con Peugeot e Porsche nei programmi legati a Le Mans e con Volkswagen nel WRC. La fabbrica aperta nei pressi del Nürburgring ospiterà la produzione della 01 Zagato, ma la struttura è stata ulteriormente ampliata in preparazione di una nuova serie di modelli che potranno essere costruiti fino ad un ritmo di 200 esemplari all'anno.
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Stellantis - Le Alfa Romeo di Gilles Vidal saranno delle "bestie vive"
Se il nome di Gilles Vidal vi dice qualcosa, non vi sbagliate. Il creativo francese, che ha diretto lo stile del marchio Peugeot dal 2010 al 2020, è a dir poco una vecchia conoscenza in Stellantis. E adesso, dopo una parentesi - non lunghissima, ma fertile - in Renault (2020-2025) è tornato in qualche modo a casa. Con un incarico più importante, però: da pochi giorni (si è insediato il 1 ottobre) è il nuovo direttore del design di tutto il gruppo. E per le sue mani, d'ora in avanti, passerà anche la strategia stilistica dei marchi italiani. Con l'Alfa Romeo che, a parlarci, sembra quello che lo emoziona di più: un'auto del Biscione, spiega, "anche in futuro dovrà sembrare una bestia viva". Il ritorno delle berlineIl marchio, nella visione di Vidal, dovrà dimostrare di saper declinare questa sua vocazione storica in chiave moderna: "L'Alfa avrà sempre sangue nelle vene, avrà sempre un'anima. Dovremo interpretare il suo design sportivo e carismatico in chiave moderna e futuristica: le nostre auto non sembreranno mai robot". E sui modelli? Presto per parlarne, ma "per via dell'aerodinamica le berline riprenderanno un po' di spazio dalle Suv. E anche le hatchback, se il mercato le chiederà". Maserati, Fiat, LanciaInevitabilmente diverse le esigenze di un brand come il Tridente. "Chi compra quel tipo di sportive cerca una presenza scenica, ma elegante. E poi un marchio come Maserati deve mettere moltissima cura non solo nelle proporzioni, ma anche nel trattamento delle superfici e nei dettagli stilistici: dev'essere tutto perfetto, sotto ogni punto di vista".Vidal ha voluto elogiare espressamente lo stile della Fiat: "La Grande Panda è l'esempio perfetto di quello che dev'essere il marchio. La plancia con il bambù è un guizzo geniale, soprattutto considerato il prezzo dell'auto: la Fiat deve darti il massimo per quello che spendi. La filosofia attuale del brand è già quella giusta".E la Lancia? "Trovo interessante sia la concept Pu+Ra HPE sia la Ypsilon: il marchio sta proponendo un design molto progressivo e dovete aspettare che la nuova gamma si completi per comprendere la sua strategia. Che anche in futuro rimarrà moderna e creativa". E-Car "da fare"La nuova era Vidal si apre con delle sfide enormi all'orizzonte. Sia interne - con il recente insediamento al vertice di Antonio Filosa che porterà a un inevitabile riallineamento strategico del gruppo - sia esterne, con il cambio di paradigma della mobilità nel Vecchio continente a fare da sfondo. E il tema di grande attualità, quello delle E-Car, che non poteva mancare dalla discussione: "L'industria parla da tempo con le istituzioni del gap tra quadricicli e automobili: ora sta succedendo qualcosa e credo che quasi ogni nostro brand, tranne forse Maserati, debba avere una risposta pronta: il successo di Citroën Ami e Fiat Topolino nelle città italiane dimostra che quel tipo di domanda c'è. Per questo la E-Car sarebbe un prodotto molto importante da fare: è in sintonia con ciò di cui ha bisogno la società oggi".
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Modellini - Ferrari 308 GTB Rally: leggenda in scala 1:18
Il fascino di questo modello sta nel suo paradosso: una Ferrari 308 GTB nata per le passerelle di Saint-Tropez trasformata in una belva da sterrato. Sull'onda del Rally Legend appena concluso, ho deciso di rispolverare la versione in scala 1:18 prodotta da Ottomobile nel 2017. Una contraddizione in miniatura che funziona alla perfezione: il bello di questa Ferrari da rally è che non dovrebbe esistere e invece è un pezzo ambitissimo dai collezionisti. Livrea Pioneer: un'icona del rallyLa storica livrea Pioneer è inconfondibile: rosso vivo, blu elettrico e scritte bianche trasformano la linea armoniosa di Pininfarina in un manifesto pubblicitario a quattro ruote. Le proporzioni sono fedelmente riprodotte: cofano basso e largo, passaruota allargati con protesi in vetroresina e immancabili paraspruzzi bianchi dietro le ruote posteriori, a ricordarci che questa Ferrari è nata per le strade polverose del Tour de Corse, non per il tragitto casa-ufficio. Dettagli esterni da vera "regina"I dettagli esterni catturano l'essenza dell'auto reale: cerchi dorati a cinque razze con pneumatici scolpiti, doppi scarichi posteriori pronti a ruggire tra i tornanti corsi. Sul tetto spicca l'antenna da rally, lunga come un pennone, mentre le targhe nere francesi e la scritta CH. Pozzi richiamano la scuderia responsabile di questa follia. Sul frontale, niente cromature eleganti: solo la ferocia di un paraurti ridotto all'osso e un cofano cosparso di loghi. Interni: pura essenza racingL'abitacolo è più simile a una cellula di sopravvivenza che a un salotto di Maranello. Sedili rossi da corsa con cinture Sabelt, plancia scarna rinforzata da un roll-bar ben visibile. Addio moquette e inserti in pelle: qui dominano metallo, tubi e strumentazione essenziale. La replica è cromaticamente fedele, con dettagli come il piccolo estintore ai piedi del passeggero. Un pezzo di storiaNel 1982, nonostante l'arrivo dei mostri del Gruppo B, furono ancora le vetture dei Gruppi 1-4 a dominare il campionato. La Ferrari 308 GTB correva nel Gruppo 4 e sfiorò la vittoria al Tour de Corse, battuta solo dalla Renault 5 Turbo di Jean Ragnotti. Al volante della Ferrari c'era Jean-Claude Andruet, che concluse al secondo posto davanti alla Porsche 911 SC di Bernard Béguin, penalizzato dalla pioggia battente sui tortuosi tracciati corsi.
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Tesla - La Model Y Standard è pronta per gli incentivi: prezzo e dotazioni
Dopo la presentazione per il mercato americano, la Tesla annuncia anche per l'Italia la disponibilità della Model Y Standard, che affianca le versioni attualmente a listino; queste ultime, a partire da oggi, si chiameranno Premium. Il nuovo modello, già ordinabile con prezzi a partire da 39.990 euro, può accedere agli incentivi statali, permettendo di abbassare il prezzo a 28.990 euro nel caso migliore (un cliente con un Isee pari o inferiore a 30 mila euro). Per quanto riguarda la Model 3 Standard, al momento non ci sono piani su una commercializzazione in Europa. La Tesla Model Y "economica"All'esterno, la novità più evidente è l'assenza della striscia luminosa centrale, tanto davanti quanto dietro; inediti anche i gruppi ottici anteriori e posteriori, dal disegno più semplice. All'interno le sedute sono meno avvolgenti e sportive, con rivestimento in tessuto invece che in pelle vegana. Sparisce anche il tunnel centrale (come sul Cybertruck, fanno sapere da Austin), per lasciare spazio a un grande vano portaoggetti sul pavimento dove riporre borse e altro. Al momento è prevista solo la versione a cinque posti. Manca anche la radioDi serie, la Tesla Model Y Standard ha cerchi da 18 e non da 19 (disponibili comunque su richiesta). Le sedute anteriori, oltre che rivestite in tessuto, sono solo riscaldate e non più ventilate, mentre quelle posteriori perdono il riscaldamento e devono essere reclinate manualmente. Manuale anche la regolazione del volante e delle bocchette dell'aria per chi siede dietro. stato tolto lo schermo da 8 tra i sedili anteriori, gli altoparlanti passano da quindici (più il subwoofer) a sette, non c'è più l'illuminazione ambientale e l'infotainment non offre più il modulo per ascoltare la radio (ma rimangono quelli per la connettività 5G, wi-fi e Bluetooth). Più limitata anche la scelta dei colori: Stealth Grey (di serie), bianco perlato o nero metallizzato (1.500 dollari); le altre tinte (blu, argento e rosso) non sono disponibili, neppure su richiesta. Cosa resta della Model Y PremiumLa Model Y Standard ha la stessa capacità di carico delle versioni più ricche, con i 2.118 litri complessivi che si ottengono reclinando gli schienali della seconda fila, a cui si aggiunge il capiente frunk anteriore. Lo schermo centrale offre sempre le app per l'intrattenimento e il navigatore connesso con pianificazione delle ricariche ai Supercharger (e pre-riscaldamento della batteria). Di serie la chiave digitale su smartphone, con cui gestire anche la climatizzazione da remoto, la modalità Sentinella e quella per tenere i cani a bordo. Nella dotazione di sicurezza rimane l'Autopilot, ossia la guida assistita di Livello 2 con cruise control adattivo, mantenimento della traiettoria e monitoraggio degli angoli ciechi, senza però il cambio di corsia assistito. Per il futuro, anche la Model Y Standard monta già l'hardware necessario per il Full Self-Driving (Supervised), ossia una guida assistita di Livello 3. La Model Y Standard va più lontanoPer quanto riguarda l'autonomia della Model Y Standard, la Tesla dichiara 534 km nel ciclo Wltp, un po' più dei 500 della Premium RWD: il pacco batterie, comunque, dovrebbe essere lo stesso. Quanto al consumo, la Casa parla di 13,1 kWh/100 km, il che farebbe della Standard la Model Y "più efficiente". Il listino completoTesla Model Y Standard RWD: 39.990 mila euroTesla Model Y RWD Premium: 44.990 euroTesla Model Y Long Range RWD Premium: 49.990 euroTesla Model Y Long Range AWD Premium: 52.990 euroTesla Model Y AWD Performance: 61.990 euro
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L'analisi - Perché la Ferrari è crollata in Borsa?
Il piano industriale della Ferrari non è stato per nulla premiato dalla Borsa. Le azioni di Maranello, dopo un'apertura di seduta poco sotto la parità (-0,2% circa), hanno perso oltre il 16% in concomitanza con la pubblicazione dei target finanziari al 2030, per poi chiudere la seduta in ribasso del 15,4% a 354 euro. I motivi possono essere riassunti con la delusione degli analisti e degli investitori per un piano giudicato poco ambizioso e fin troppo prudente. Non è la prima volta che avviene e non sarà di certo l'ultima: la Borsa pretende sempre di più anche da chi ha sempre superato le aspettative più rosee, come, per l'appunto, la Ferrari. I risultati e le aspettativeDunque, è il caso di cercare di capire se il crollo sia giustificato. Partiamo da un presupposto. In Borsa vale sempre il detto buy on the rumor and sell on the news, ossia si acquista sulle voci di mercato e si vende sulle notizie certe. E per notizie si intendono le indiscrezioni o le aspettative. Vediamo quali sono. Per l'ennesima volta, la Ferrari ha alzato i suoi target annuali: i ricavi ad almeno 7,1 miliardi, cento in più rispetto ai precedenti 7 miliardi; stima di utile operativo rettificato aumentata da 2,03 miliardi a 2,06 miliardi; l'utile per azione atteso a 8,8 euro e non più a 8,6. Gli analisti, invece, prevedevano 7,09 miliardi di fatturato, 2,07 miliardi di Ebit e 8,9 euro di Eps.Poca roba, se non ci fossero stati i target al 2030 a esacerbare il segnale negativo: ricavi a circa 9 miliardi, utile per azione intorno a 11,5 euro e, soprattutto, utile operativo ad almeno 2,75 miliardi (con una marginalità del 30%). E proprio il dato sull'Ebit è stato considerato deludente, perché la sua crescita media annua al 6% si confronta con il +10% del piano al 2026. La differenza è stata vista come un rallentamento per l'azienda. Peccato che si dicesse la stessa cosa quando la soglia delle 10 mila unità prodotte l'anno sembrava invalicabile. Inoltre, la cronaca degli ultimi anni ha dimostrato come la Ferrari abbia più volte battuto le attese del mercato, garantendo così rendimenti elevati agli investitori. Una corsa senza freniInfatti, i vertici della Ferrari hanno più volte rivisto al rialzo gli obiettivi finanziari annuali e Maranello ha raggiunto i target del piano al 2026 con un anno di anticipo. La capacità dell'azienda di mantenersi negli anni su un percorso di continuo miglioramento ha portato le azioni su livelli senza pari nel mondo automobilistico e perfino di altri comparti come il lusso. Ieri le azioni Ferrari quotavano a ben 418,5 euro, lontano dai massimi di quasi 493 euro dello scorso 17 febbraio. Tuttavia, in un'ottica di lungo termine, il rialzo è fuori scala: il minimo storico di poco meno di 28 euro risale a circa dieci anni fa. Da allora la rivalutazione ammonta all 1661% e oggi la Ferrari siede su una capitalizzazione di quasi 76 miliardi. Per esempio la Volkswagen, con milioni di veicoli venduti ogni anno, è ferma a 51 miliardi (Tesla è un caso a sé perché è considerato un titolo tech e difatti è quotata sul listino tecnologico per eccellenza, il Nasdaq). Le prese di beneficio e gli short sellerIn sostanza la Ferrari ha raggiunto livelli elevatissimi e multipli (i valori azionari rispetto agli utili) da azienda del lusso. E lo ha fatto perché negli ultimi anni qualcuno ha creduto e scommesso su una realtà che ha garantito una crescita continua dei profitti e valutazioni superiori rispetto alla media del settore auto. Nella giornata di oggi, chi ha magari tenuto le azioni per anni è passato all'incasso, ovvero prendendo beneficio. A questo si aggiungono le vendite allo scoperto dei cosiddetti short seller: in pratica, un investitore prende a prestito un'azione nella speranza che il prezzo cali e che possa riacquistarlo a un valore più basso, guadagnando sulla differenza che spesso può essere notevole. Ma una cosa è investire in un'ottica di lungo termine e un'altra con un orizzonte di breve, che spesso falsa i giudizi.Nelle ultime 52 settimane, il titolo Ferrari è stato trattato nell'intervallo tra 347 e 492,8 euro. Dunque, se non si limita lo sguardo all'andamento giornaliero, il crollo si ridimensiona: anche oggi le azioni sono state scambiate proprio all'interno di questo range. In altre parole, siamo nel tipico caso di speculazione borsistica e di forte volatilità. E un'ulteriore prova è arrivata dal trattamento riservato a tante altre indicazioni, come i circa 4,7 miliardi di investimenti, gli 8 miliardi di flussi di cassa e ancor di più quello che rende felici gli azionisti, dividendi e buy-back: Ferrari intende remunerare i soci con circa 7 miliardi, di cui 3,5 miliardi di cedole (è stato aumentato da 35% a 40% il rapporto tra dividendi e profitti). Speculazione finanziariaDunque, siamo di fronte a qualcosa che nulla ha a che fare con l'industria. A tal proposito, pare ben poco giustificato legare il crollo al ritmo di lancio delle novità di prodotto (è stato confermato quello degli ultimi anni) e ancor di più all'Elettrica. I vertici aziendali, guidati dall'ad Benedetto Vigna, hanno sempre tentato di smorzare gli entusiasmi sulla prima Bev del Cavallino Rampante, sottolineando la sua natura di prodotto aggiuntivo a una gamma che sarà rinnovata sempre nell'ottica della neutralità tecnologica: dunque tante ibride (almeno il 40% dell'offerta) e magari anche un'incursione nei carburanti alternativi.E poi sembra del tutto fuori luogo parlare di una Ferrari che rischia di perdere una sorta di premio Bev quando ormai è noto a tutti come il mondo delle sportive stia progressivamente abbandonando le aspirazioni nell'elettrico per la scarsa domanda: si veda la Rimac, oppure la decisione della Lamborghini di rinviare la sua prima auto a batteria per la carenza di interesse. Infine, è tutta da smontare l'idea che la Ferrari sia una sorta di brand del lusso ormai maturo e senza prospettive, così come quella di un titolo a metà tra lusso e tecnologia. La Ferrari tutto è tranne che un'azienda da vincolare in parametri buoni solo per le classificazioni di Borsa. Il commento dell'analistaCome diceva un certo Sergio Marchionne, la Casa di Maranello non è paragonabile a nessuno al mondo: Ferrari è unica, è un brand sacro, inimitabile. I brand sacri sono peculiari, non rispettano i criteri di valutazione di un'azienda normale. In tal senso, è interessante il commento di Gabriel Debach di eToro: "Le vendite non sono dovute a un piano 2030 debole, bensì a un piano più realistico che visionario. Dopo anni di crescita sostenuta, Ferrari non cerca più di accelerare. Sceglie di controllare la velocità per non uscire di pista. Da qui al 2030, non sostituisce la qualità alla crescita, ma protegge la qualità sacrificando la velocità".Gli investitori aggiunge Debach sognavano una Ferrari da accelerazione, una Ferrari da 10% annuo di crescita, nuove frontiere e margini in espansione. Ma Maranello ha scelto una traiettoria diversa: meno velocità, più controllo. Il Capital Markets Day odierno non ha deluso nei numeri, ha deluso nel sogno. Ferrari resta un'icona di eccellenza e redditività, ma oggi il mercato deve ricontare il tempo con un orologio diverso: meno accelerazioni, più costanza. Per gli investitori di lungo periodo, questa è una Ferrari più prevedibile, più resiliente e forse più valutabile. Ma nel breve, il messaggio è chiaro: non è più una storia di espansione, è una storia di perfezione. E la perfezione paga nel lungo termine, non nel breve.
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