BMW - Si fa (intra)vedere la nuova iX2
Un teaser del frontale di una nuova sport utility: è tutto quello che la BMW ha pubblicato sui propri canali social, senza fornire ulteriori dettagli, nelle scorse ore. L'immagine, tuttavia, contiene sufficienti indizi per permetterci di identificarla con buona approssimazione come la nuova X2 (o per meglio dire iX2, dato che viene descritta come elettrica), che potrebbe farsi vedere a brevissimo. Forse già nel giro di poche settimane.
Luci diurne inedite e mascherina con bordo Led. L'immagine mostra la Suv in penombra, facendo risaltare le luci diurne e il doppio rene con illuminazione del bordo a Led. I gruppi ottici contengono elementi luminosi dalla forma diversa rispetto alla X1, con elementi verticali sdoppiati (e non con la classica forma a L rovesciata). Il bordo illuminato della griglia, inoltre, la accosta alle sorelle maggiori più esclusive, come la nuova ammiraglia XM: una sagoma che disegna un doppio rene molto allargato e non eccessivamente sviluppato in altezza.
E se diventasse una Suv-coupé? Il vero elemento distintivo della futura X2, in ogni caso, non è stato ancora svelato: la prima generazione infatti aveva nel montante posteriore il suo tratto più caratteristico, con il tetto discendente e i loghi BMW applicati sulla carrozzeria. Non sappiamo per il momento se questa soluzione sarà nuovamente prevista anche sulla nuova serie. Ma secondo indiscrezioni il modello potrebbe trasformarsi in una vera e propria Suv-coupé, finendo per ritagliarsi a pieno titolo il ruolo di sorella minore della X4.
Le potenziali motorizzazioni, elettrica inclusa. La nuova X2 dovrebbe riprendere l'intera gamma di powertrain della X1, sia per quanto riguarda le varianti endotermiche sia per le elettriche. Ma non è escluso che la BMW preferisca offrire soltanto le motorizzazioni più potenti. Attualmente, al top dell'offerta della X1 troviamo la iX1 elettrica bimotore da 313 CV e la X1 M35i xDrive 2.0 turbo da 300 CV: due candidate sicure per farsi rivedere anche su questo nuovo modello.
Chery - A breve lo sbarco in Germania: oltre alle elettriche ci saranno anche le termiche
Il mercato automobilistico tedesco è prossimo ad assistere all'ingresso di un altro costruttore cinese. Si tratta della Chery, uno dei maggiori gruppi delle quattro ruote del Dragone. In particolare, secondo una ricostruzione della testata Wirtschaftswoche, l'azienda sta preparando il suo ingresso in Germania con tre marchi e un'ampia offerta di sistemi di propulsione. La Chery, infatti, non intende focalizzarsi soltanto sull'elettrico, come tante altre realtà connazionali, ma punta anche sui motori a combustione interna. L'obiettivo è ovvio: portare la concorrenza ai produttori tedeschi in casa loro e su tutto lo spettro del mercato. Dunque, dopo lo sbarco in Spagna, Messico, Israele, Turchia, Kuwait, Australia e Nuova Zelanda, i marchi Omoda, Jaecoo ed Exlantix sono pronti alla sfida tedesca. Per la quale è stato definito un preciso cronoprogramma.
Il piano. Nella primavera dell'anno prossimo sarà lanciata la crossover Omoda 5, inizialmente con motore a combustione e successivamente con la variante a batteria, dotata di un'autonomia di 450 chilometri. Inoltre, non è esclusa neanche una versione ibrida plug-in. La Jaecoo, invece, offrirà le Suv Jaecoo 7 e Jaecoo 8, ma non sono ancora note le scelte in termini di alimentazioni. L'ultimo a entrare sul mercato europeo sarà il marchio di elettriche Exlantix, con la Suv E0Y e la berlina E03, presentate alcuni mesi fa e ormai pronte a fare il loro debutto in Cina nel mese di ottobre. Entrambe sono offerte con due tagli di batteria: la prima da 64 kWh (430 km di autonomia), la seconda da 82 kWh (oltre 500 chilometri). Tuttavia, si parla già di una versione che, grazie agli accumulatori della Catl, potrà garantire percorrenze di più di 700 chilometri con una singola ricarica. Sempre secondo la Wirtschaftswoche, se l'ingresso sul mercato tedesco sarà di successo, la Chery potrebbe anche decidere di localizzare proprio in Germania un nuovo impianto di assemblaggio. A tal proposito sarebbero già in corso degli appositi negoziati.
Mazda2 Hybrid - Un restyling per distinguersi (dalla Yaris)
La Mazda2 si aggiorna per il il Model Year 2024 con un leggero restyling, che ora la distingue maggiormente rispetto alla sua vettura gemella, la Toyota Yaris. Sulla "Due" ibrida, nata da un accordo industriale di rebadging tra le due Case giapponesi, i paraurti sono stati infatti completamente ridisegnati e la mascherina riprende il taglio di altri modelli Mazda. Inoltre, è ora verniciata in tinta con la carrozzeria la sezione del portellone che separa i gruppi ottici posteriori.
Dotazioni arricchite fin dal modello base Prime. I clienti potranno scegliere tra i rinnovati allestimenti Prime, Centre, Exclusive, Homura ed Homura Plus, tutti caratterizzati da dotazioni superiori rispetto al passato. La versione d'ingresso offre infatti di serie il keyless, le prese usb-c, l'infotainment da 9" compatibile con Apple CarPlay e Android Auto, la frenata automatica, il lane departure warning system, il traffic sign recognition e l'adaptive cruise control. Sui modelli più ricchi sono inoltre disponibili i cerchi di lega da 16" e 17", i sensori di parcheggio, il Parking Control Assist, il Blind Spot Assist, le finiture di pelle e tessuto e il doppio display interno da 12,3 e 10,5" per strumentazione ed infotainment, abbinati all'head-up display. Infine, si aggiunge alla gamma colori la variante Glass Blue.
Ibrido vincente non si cambia. La meccanica resta invariata: il powertrain ibrido da 116 CV permette di toccare i 175 km/h e di passare da 0 a 100 km/h in 9,7 secondi, mentre secondo i dati preliminari il consumo medio è compreso tra 3,8 e 4,3 l/100 km con 87-97 g/km di CO2.
Nautilus - Su quel ramo del Lago di Como, non solo auto d'epoca
Su quel ramo del Lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti tanto caro al Manzoni è nato un evento sui generis che mixa un bel parterre di auto d'ogni epoca e barche vintage per la stragrande maggioranza alimentate da propulsori nati per la strada con l'atmosfera gioviale di una festa organizzata da amici appassionati di motori, con collezionisti e addetti ai lavori. Si chiama Nautilus, viene organizzato dai ragazzi di Motoring Attitude e questa volta, per la seconda edizione, c'eravamo anche noi di Quattroruote.
Cosa c'era da vedere. Cinquanta le vetture presenti dalle anteguerra alle supercar appena entrate a listino, passando per un cospicuo numero di classiche e youngtimer , insieme con un runabout Riva e tre scafi da corsa anni Sessanta/Settanta: si sono dati appuntamento nell'incantevole cornice razionalista dell'Hotel Nautilus, a pochi chilometri da Lecco. A catturare la nostra attenzione, oltre alle ormai immancabili Fiat Panda 4x4 stilizzate da Giugiaro, l'eleganza senza tempo di una Lancia Flaminia Convertibile Touring e il dinamismo di una ISO Rivolta A3C, ma anche tante belle Ferrari 456M GT e 360 Challenge Stradale in primis una rarissima Jaguar XJ220 o le recentissime Porsche 911 GT3 RS e 911 Dakar. In loco anche il tuner meneghino Romeo Ferraris, a ridosso della spiaggia con una Morgan Plus Six e una Caterham 340 S preparata da oltre 200 cavalli.
Quella 8C rivisitata. Tra i partecipanti anche il team di Officine Fioravanti salito alla ribalta nel 2021 per il loro restomod della Ferrari Testarossa di colore bianco , che ha presentato in anteprima mondiale la propria rivisitazione della Alfa Romeo 8C Competizione, il gioiello prodotto in sole 500 unità negli stabilimenti Maserati tra il 2007 e il 2010 per conto del Biscione. L'opera deldesignertedescoWolfgang Egger, svelata comeconcept al Salone di Francoforte2003 e spinta dal V8 Ferrari F136 da 450 cavalli, ha ricevuto un pacchetto di modifiche inedite tra le quali spicca un cambio manuale montato sull'infrastruttura elettronica originale.
Due buggy d'autore. L'artista inglese Benedict Radcliffe, celebre per le sue sculture automotive in scala 1:1 realizzate modellando tubi d'acciaio colorati, ha preso parte all'happening con due creazioni originali e, contrariamente al solito, semoventi. Si tratta di due dune buggy artigianali, realizzate dal suo team Very Heavy Products: quella in arancione fluo, soprannominata Outlaw, monta un flat-4 da 1.3 litri e vanta una configurazione 2+2; quella in verde fluo, la Bandido, più orientata all'uso stradale, ospita invece un più grintoso flat-four da 2.0 litri.
I risultati del concorso d'eleganza. A metà pomeriggio, tre Amphicar 770 tutte di colore rosso hanno sfidato a più riprese le onde del Lario catturando gli sguardi incuriositi degli ospiti e faticando non poco a riguadagnare la spiaggia da dove erano partite. Qualche ora più tardi, infine, la giuria presieduta dal giornalista Pino Allievi - in compagnia dei collezionisti Axel Marx e Giancarlo Pietra ha assegnato i premi alle prime tre vetture fra quelle che hanno partecipato al tanto informale quanto immancabile concorso d'eleganza. Prima classificata la Lancia Aurelia B20 (1950) di Marco Togni; dietro di lei la Aston Martin Vantage (2008) di Roberto Formiga e terza piazza guadagnata dalla Delage D6 80 (1936) di Andrea Caimi. Le tre vetture preferite dal pubblico ed elette tramite referendum collettivo, invece, sono state la ISO Rivolta A3/C Sanction II (1963-64, ricreazione 2009) di Federico Negri, la Jaguar XJ220 (1993) di Maurizio De Angelis e la Ferrari Mondial Cabriolet (1985) di Francesco Panzeri.
BMW - Oliver Zipse resta al comando
Oliver Zipse rimarrà in carica come amministratore delegato della BMW fino al 2026: lo ha confermato il consiglio di sorveglianza presieduto da Norbert Reithofer. Zipse, entrato in BMW nel 1991 e sempre rimasto in seno alla Casa tedesca, è stato nominato Ceo nel 2019 dopo essere entrato nel board nel 2015 e ha portato la Casa di Monaco a nuovi traguardi, sia dal punto di vista commerciale che tecnico.
Con Zipse l'affermazione dell'elettrico. Uno degli elementi chiave della strategia di Zipse è stato quello dell'elettrificazione, anche se la BMW non ha mai parlato apertamente di una data precisa per lo stop dello sviluppo dei modelli endotermici, criticando le posizioni troppo nette. Nel 2025, il debutto della versione di serie della Neue Klasse consentirà di introdurre design e tecnologia di nuova generazione, aprendo ulteriori scenari.
Aston Martin Valhalla - A tutta downforce: 600 kg di carico a 240 km/h
L'Aston Martin ha confermato che la Valhalla, supercar in serie limitata che farà da ponte tra la gamma "standard" e la hypercar Valkyrie, entrerà in produzione nel corso del 2024 e sarà costruita in 999 esemplari, in vendita a circa 750 mila euro ciascuno. I prototipi definitivi della biposto inizieranno i test su strada nei prossimi mesi e allo sviluppo collaboreranno per la prima volta anche i tecnici della Aston Martin Performance Technologies, che applicheranno le esperienze e le metodologie del team di Formula 1 impegnato nel Mondiale con la AMR23 guidata da Fernando Alonso e Lance Stroll.
Il contributo della Formula 1 su aerodinamica, materiali e dinamica di guida. La Valhalla sarà la prima auto di (quasi) serie a motore centrale dell'Aston Martin, visto che la Valkyrie ha rappresentato un esperimento di edizione super limitata dedicata a un manipolo di collezionisti. I tecnici del team di F.1 saranno di grande aiuto, secondo la Casa, per tre elementi cruciali di questo progetto dai contorni così iinediti: aerodinamica, materiali e dinamica di guida.
600 kg di carico a 240 km/h. L'utilizzo dei simulatori di ultima generazione ha permesso di ridurre tempi e costi di sviluppo, tanto che il 90% della definizione dell'assetto e della dinamica del veicolo è già stata studiata prima ancora di iniziare i test su strada dei prototipi. Una fase, questa, in cui si è innestato anche il cruciale parere dei piloti ufficiali, Fernando Alonso e Lance Stroll. Anche per l'aerodinamica si è ricorsi alle simulazioni, con l'intento di sfruttare al massimo il fondo e disegnando ogni elemento della carrozzeria in funzione della downforce. Le ali anteriori e posteriori sono attive, dotate di profili multipli, compreso quello che svolge la funzione di Drs. Il risultato di tutto questo lavoro, come sempre, è sintetizzato dalle cifre: la Casa ha annunciato un valore di carico di 600 kg a 240 km/h.
Posizione di guida da monoposto. Il legame con la Formula 1 è stato fondamentale anche per la definizione dell'abitacolo, sia a livello ergonomico sia a livello di filosofia costruttiva. La posizione di guida infatti è stata studiata per ricordare quella delle monoposto, con la pedaliera rialzata e posizionata su un piano che nasconde elementi dell'elettronica di bordo e i sedili in carbonio realizzati con una maggiore inclinazione dello schienale. L'intera monoscocca è stata realizzata con una tecnologia innovativa derivata dall'esperienza in Formula 1, usando il procedimento Resin-Transfer-Moulding (RTM) e un'autoclave appositamente sviluppata per la produzione delle 999 unità previste.
Una PHEV da 1.012 CV. Il powertrain della Valhalla è frutto della partnership con AMG e prevede un V8 4.0 biturbo ad albero piatto e tre motori elettrici per 1.012 CV totali. La trazione è integrale grazie ai due motori posizionati sull'asse anteriore per i quali è possibile controllare singolarmente l'erogazione della coppia, mentre il terzo è integrato nel cambio. I motori anteriori hanno permesso di rinunciare alla retromarcia tradizionale, mentre quello posteriore sostituisce il motorino d'avviamento, contribuendo quindi alla riduzione dei pesi. Per il momento i dati relativi alla batteria e i dati prestazionali non sono stati resi noti.
KGMobility - Torres, la rinascita della SsangYong
KGMobility: è questo il marchio con il quale la Casa coreana SsangYong rinasce a nuova vita. Dopo un recente passato difficoltoso, a un passo dal baratro, KG Group ne ha rilevato marchio e proprietà, e l'ha risanata. L'annuncio del passaggio e della trasformazione di SsangYong in KGMobility è arrivato il 22 marzo 2023 e ora eccoci giunti a questo primo incontro con una gamma di auto che presenta, dopo 35 anni, un nuovo nome e una nuova Suv, la Torres: un passaggio per armonizzare meglio il neo acquisito marchio automobilistico nelle diverse branchie del nuovo proprietario, che si occupa, oltre che di mobilità, anche di acciaio, chimica, consulenza e finanza. Insomma, un mix tra la tradizione del vecchio brand, che affonda le sue radici a quasi 70 anni fa, e le prospettive che un colosso multidisciplinare può promettere in termini di soluzioni tecnologiche e di elettrificazione.
Continuità. In Italia, come era stato fino a ieri con il capitolo SsangYong iniziato nel 2003, KGMobility si appoggerà al Gruppo Koelliker, importatore e distributore unico del brand. In ballo ci sono nuovi programmi, tra cui quello di avere a breve una rete aggiornata, che includerà dall'autunno un "Koelliker hub", progettato con Pininfarina, in via Gallarate 199 a Milano (area ex Peugeot), oltre a inediti format di showroom, come lo "Store" e l'"Urban". Nella gamma attuale KGMobility, che include Tivoli (B-Suv), Korando (C-Suv), Rexton (E-Suv) e Rexton Sports XL (pick-up) spicca la Torres, una Suv media a cavallo tra "C" e "D", presentata in Corea l'anno scorso, ma nuova per l'Italia. Prima di passare a guidarla, diamo uno sguardo ai piani futuri di KGM, che prevedono la Torres EVX elettrica all'inizio del 2024, la O-100 nel primo trimestre del 2025, anno in cui sarà presentata anche la KR10. Nel 2026, inoltre, sarà la volta della F100. Ci sarà una variante Bev per ogni nuovo modello, mentre i powertrain ibridi saranno introdotti con l'arrivo dell'Euro 7.
Suv medio-grande. La Torres, che si inserisce nella tradizione SsangYong delle sport utility con vocazione off-road (vanta, infatti, una luce libera da terra di 195 millimetri), è già nelle concessionarie italiane, con un listino che parte da 31.900 euro per la versione Road 2WD e cambio manuale a sei marce. Ecco i punti salienti: motore singolo (il quattro cilindri 1.5 turbobenzina GDI non elettrificato da 163 CV e 280 Nm di coppia), trazione anteriore o integrale AWD a inserimento automatico con "lock mode", trasmissione manuale o automatica Aisin (entrambe a sei marce) e tre allestimenti: Road, Dream e Icon. La filosofia è quella di avere già una dotazione corposa dal primo livello, con atout estetici e funzionali in aggiunta poi e, in pratica, le sole tinte di carrozzeria da scegliere. La vettura, basata sull'architettura della Korando, adattata al nuovo modello, ha una taglia importante: lunghezza 4,7 metri, larghezza 1,89, altezza di ben 1,72 e passo di 2,68 metri. Il design è forte, deciso, con un frontale verticale a sei "mini-barre", gruppi ottici sottili a Led, prese d'aria importanti. Di lato, spiccano le "sottolineature" nella zona dei passaruota, gli specchi retrovisori con indicatore di direzione integrato e un volume di coda massiccio, completo di terza luce, che mostra l'originalità di una "carenatura" asimmetrica con maniglia sulla destra: quest'ultima farebbe pensare a un portellone (elettrico sulle versioni intermedie e top) infulcrato di lato, ma si apre, invece, in modo tradizionale.
Comoda per la famiglia. La Torres, guidata per l'occasione sui colli del Monferrato, è accogliente e molto spaziosa, soprattutto in larghezza e per l'aria sopra la testa. In seconda fila i passeggeri entrano agevolmente e possono accomodarsi nel modo migliore sul divanetto, grazie al buon margine disponibile anche per le gambe. Il bagagliaio è da famiglia, tanto che la capacità dichiarata standard è di ben 703 litri, ampliabile a 1.662 nel caso si reclinino gli schienali frazionati nel rapporto 60/40. Solo la soglia del vano risulta altina. I materiali all'interno sono gradevoli al tatto e, pur non essendo tutti morbidi, restituiscono la sensazione di ben fatto e di ben assemblato. Sono al volante della Torres 1.5 Turbo Dream a trazione anteriore e cambio automatico (37.500 euro). La posizione di guida è alta, con postura verticale e ginocchia piuttosto piegate: il volante, di forma ellittica, risulta inclinato in avanti. Comode le cinture di sicurezza regolabili in altezza, mentre piace poco lo schienale gestibile a scatti, il che implica qualche compromesso nel trovare la miglior posizione di guida. Al minimo il quattro cilindri si sente appena. La Torres mostra dopo pochi chilometri la sua indole turistica e da viaggio, con sospensioni dall'escursione ampia, votate al confort più che alla guida troppo allegra. Quindi, se l'auto trova l'appoggio sicuro con i suoi tempi, mette in mostra una non comune capacità di neutralizzare screpolature e irregolarità, anche grazie alla gommatura del nostro esemplare (235/55 R18). La spinta del motore è adeguata a muovere questa Suv (che, in ordine di marcia, pesa poco più di 1.600 chili), pure in salita, con la vivacità che serve. Il turbo fa sentire la sua voce solo ai regimi più alti e l'abbinamento col cambio automatico a sei rapporti pare riuscito, adatto a una guida regolare, anche briosa, ma non sportiva, tanto che i bei paddle al volante si utilizzano di rado (e meno ancora il selettore sul tunnel, che presenta la scalata all'indietro).
Tre schermi digitali. Davanti, il guidatore è assistito da una strumentazione digitale di forma allungata da 12,5 pollici, con una strumentazione che non brilla per visibilità. A questa sono abbinati un monitor centrale da 9 pollici (dotato di compatibilità Android Auto e Apple CarPlay, affiancato da due porte Usb davanti e altrettante dietro) e il display inferiore da 8, posizionato un po' in basso, col quale si gestiscono la climatizzazione bizona automatica di serie (con bocchette in seconda fila), le funzioni di riscaldamento (e ventilazione, dove presente) dei sedili e altre importanti voci, come il pratico Auto hold, le modalità di guida (Normal, Sport, Winter) e la disattivazione dello Start&Stop. Nel corso del test ho potuto apprezzare anche la versione top 1.5 Turbo Icon AWD AT (43.500 euro), forte di un'efficace trazione integrale: esemplare, questo, al vertice della gamma, dotato di una gommatura sportiveggiante (245/45 R20) per un appoggio in curva più rapido e capace di garantire una guida più appagante e precisa.
Veicoli industriali - MAN, a Torino nasce lottavo service center
Mentre il settore dell'auto vive la transizione dal modello concessionaria all'agenzia, nel comparto dei veicoli industriali il ripensamento delle attività distributive e di servizio in atto sta portando diversi costruttori a puntare su reti di proprietà. Spinta da un'annata record - in termini di fatturato segna un +61% rispetto ai primi otto mesi del 2022 - la MAN (gruppo Traton, galassia Volkswagen) rafforza il suo network sul territorio italiano aprendo, alle porte di Torino l'ottavo Service Center ufficiale, al 100% della Casa del Leone. Il centro di Grugliasco si aggiunge ai già esistenti poli di Milano (a San Donato e Rescaldina), Brescia, Venezia, Bologna, Forlì e Roma. Si prenderà cura dei truck, dei bus/coach (anche Neoplan, ovviamente) e dei van TGE per trasporto di cose, così come dei minibus, su un area di circa 10 mila metri quadri, di cui la metà coperti. Provvista di carro ponte, oltre ai soliti sollevatori a colonna, di una zona consegne e di uno showroom, la nuova sede copre un bacino d'utenza molto ampio, alimentato da direttrici autostradali molto frequentate dai camion come Frejus e gli altri trafori, la Torino-Piacenza e la Torino-Milano), ed è ubicata in un zona industriale popolata da parecchi corrieri internazionali.
Numeri in crescita. Tutte le divisioni del marchio del Leone registrano segni ampiamente positivi, oltretutto con notevoli recuperi di quote di mercato, perché se l'immatricolato camion in Italia è cresciuto del 25%, quello dei MAN ha fatto un balzo quasi triplo: +71%. Stesse proporzioni per i van, che su un totale che sale del 23%, i TGE migliorano di oltre il 60% i risultati dell'anno precedente. Buona performance anche degli autobus: +30% ma su un mercato complessivo che è quasi raddoppiato. In attesa del TGX elettrico, già ordinabile e in consegna dal 2024. Continua, poi, l'offensiva sugli autocarri, con le offerte di veicoli già allestiti del programma MAN for Fresh, dedicato ai TGL con furgonatura refrigerata, così come l'offerta degli usati rigenerati, Top Used, che adesso abbraccia fino a veicoli di 10 anni vita. A questo proposito, dal mese prossimo a Piacenza aprirà un centro dedicato con un piazzale di 7 mila metri quadri e officina annessa. A novembre, la MAN Italia cambia casa anche a Verona, trasferendo il quartier generale da Sommacampagna al complesso di Volkswagen Group.
Lucid - Inaugurata la prima fabbrica di auto dell'Arabia Saudita
La Lucid ha ufficialmente inaugurato la prima fabbrica automobilistica in Arabia Saudita. L'impianto è sito in una zona industriale alle porte di Gedda, a pochi chilometri dal Mar Rosso e da una serie di infrastrutture in grado di garantire un facile accesso alla catena di approvvigionamento via mare e via terra.
I piani. Il progetto, che per la Lucid rappresenta anche il debutto manifatturiero all'estero, può contare su investimenti per 3,4 miliardi di dollari e sul sostegno di diverse autorità saudite, tra cui il Fondo per lo sviluppo industriale, e si inserisce nel programma avviato dal governo di Riad per diversificare l'economia locale e raggiungere, entro il 2030, un mix di vendite per il 30% coperto da auto a batteria. In tale contesto rientra un accordo sottoscritto dalla Lucid per vendere all'Arabia Saudita fino 100 mila veicoli in dieci anni. L'impianto ha già iniziato le sue attività industriale, utilizzando kit di assemblaggio prefabbricati nello stabilimento di Casa Grande (Arizona), ma l'azienda, controllata dal fondo sovrano saudita Pif, ha in programma di avviare la produzione completa dei suoi modelli dopo la metà del decennio, con una capacità massima annuale di 155.000 auto e una forza lavoro di migliaia di lavoratori: per i primi anni, il piano prevede la produzione di 5 mila auto all'anno, da destinare al mercato locale e alle esportazioni, e l'impiego di poche centinaia di dipendenti.
Skoda Kodiaq - Le linee della nuova serie nei bozzetti ufficiali
Dopo aver visto i teaser, i muletti e gli interni della seconda generazione della Kodiaq, la Skoda ne mostra anche i bozzetti completi, svelando di fatto il design definitivo della vettura. La Suv ceca è stata rivista totalmente all'insegna del dinamismo, con una gamma di propulsori elettrificati completamente aggiornata: la piattaforma Mqb Evo ha permesso infatti di adottare le varianti mild e plug-in hybrid basate sul 1.5 TSI aggiornato, che affiancano i classici benzina e diesel di ultima generazione.
I bozzetti definitivi. Lo stile di questa imminente nuova generazione appare fortemente legato al Dna del marchio, ma allo stesso tempo più slanciato rispetto al modello uscente. Nel frontale spiccano i gruppi ottici sdoppiati e le prese d'aria verticali, mentre in coda una barra a Led orizzontale collega gli elementi luminosi principali. La linea di cintura ascendente e i parafanghi muscolosi donano ulteriore dinamismo all'insieme, ma la fiancata è originale anche grazie alla linea caratteristica e all'incavo che percorrono le portiere.
La Kodiaq è la Suv più venduta della Skoda. Dal 2009 a oggi la Skoda ha prodotto oltre tre milioni di Suv, partendo dalla Yeti fino ad arrivare alla gamma attuale. La prima generazione della Kodiaq ha convinto oltre 840 mila clienti, risultando così il modello più venduto tra tutti quelli proposti dal marchio nei segmenti a ruote alte. Curiosamente, la Skoda ha voluto anche ricordare nelle sue statistiche un modello poco noto, ma decisamente importante a livello storico: la Trekka, una sorta di antesignano delle Suv odierne sviluppato nel 1966 su misura per l'importatore del marchio in Nuova Zelanda e costruita in circa tremila esemplari sulla meccanica dell'Octavia dell'epoca.
Polestar - Lutz: "L'Italia dovrebbe fare di più per insediare la produzione di elettriche"
A dieci mesi dal debutto sul nostro mercato, la Polestar inaugura a Milano il primo punto vendita italiano. Il marchio che fa del design il proprio punto di forza ha scelto il capoluogo lombardo come punto di riferimento: la struttura si trova in via Gaudenzio Fantoli 28/14 (nei pressi dell'aeroporto di Linate) e aprirà al pubblico sabato 30 settembre. A seguire, entro la fine del 2023, la Casa scandinava raggiungerà anche Roma, dove verrà inaugurato un secondo Space.
Online e offline. L'apertura dello store milanese è stata seguita in prima persona dall'amministratore della Polestar, Alexander Lutz, il quale ha sottolineato l'importanza della struttura nel rapporto tra la Casa e gli automobilisti: "Lo Space non è un semplice concessionario, è un luogo esperienziale che permette ai clienti di giocare con i nostri prodotti", ha detto il top manager. "Una volta conosciuto il nostro marchio sul web, gli acquirenti possono venire nel nostro spazio per costruirsi e personalizzarsi la vettura che preferiscono, oppure prenotare dei test drive, sempre assistiti dai nostri consulenti. Insomma, è come essere in una sartoria. E oltre a fornire un servizio su misura ai clienti privati, abbiamo un dipartimento flotte che si prende cura delle aziende". Il Polestar Space di Milano è stato ricavato da uno spazio recuperato e ha una facciata in allumino realizzata senza trattamenti chimici: la struttura risponde ai valori di sostenibilità e di design minimalista della Polestar. Lo store sarà anche un luogo polivalente: offrirà un punto di ricarica pubblico con due colonnine fast charge e potrà anche ospitare esposizioni ed eventi.
Cambiare la percezione. Durante l'evento, Lutz ha anche analizzato la situazione della mobilità elettrica in Italia: "Numeri alla mano, l'infrastruttura di ricarica non è male", ha detto l'ad. "In realtà, la nostra sfida è cambiare la percezione che ha il pubblico sul mondo dell'elettrico. un peccato che l'Italia non stia supportando la nuova mobilità, che presto arriverà: anzi, il Paese dovrebbe fare di più per insediare la produzione di auto elettriche, essendo protagonista da anni del settore automotive. Anche l'abolizione dell'Iva per le flotte sarebbe un supporto alla crescita dell'elettrico".
La "3" per la prima volta in Italia. Nello Space milanese, la Polestar ha portato anche la 3, al debutto in Italia: un modello strategico per il marchio. La Suv di taglia media sarà disponibile nel secondo quadrimestre del 2023 con prezzi a partire da 94.900 euro per la versione Long Range Dual Motor da 489 cavalli, 840 Nm e 610 km di autonomia nel ciclo Wltp (dato provvisorio), mentre la Performance Pack, da 101.900 euro, porterà la potenza a 517 CV e la coppia massima a 910 Nm. Entrambe le versioni potranno essere consegnate presso l'abitazione del cliente. Anche la 3, come le sorelle 1 e 2, sfodera la carta del design minimalista con soluzioni insolite per il segmento, come la canalizzazione aerodinamica integrata nel cofano anteriore e gli "aero blade" posteriori. Ricca la dotazione tecnologica, forte di cinque radar, altrettante telecamere e dodici sensori a ultrasuoni, integrati nel design del frontale con uno stilema denominato SmartZone (portato al debutto dalla Polestar 2 Model Year 24).
Mercedes - La guida assistita di livello 3 sbarca in California e Nevada
Colpo "tech" negli Stati Uniti per la Mercedes-Benz, prima Casa automobilistica a ricevere il via libera all'installazione di sistemi di guida assistita di livello 3 secondo la classificazione Sae: forte delle nuove autorizzazioni, il costruttore tedesco ha già avviato l'offerta del Drive Pilot, l'Adas che consente ai conducenti di delegare la guida del veicolo in determinate condizioni. La tecnologia è già pronta: farà il suo debutto in California e Nevada alla fine dell'anno su un numero limitato di berline EQS, per trasferirsi anche sulla Classe S all'inizio del 2024.
Le funzioni. Il Drive Pilot, che sarà offerto in abbonamento a partire da 2.500 dollari tramite la piattaforma Mercedes me connect (in un secondo momento saranno rese disponibili ulteriori opzioni d'acquisto), permette al computer di bordo di guidare il veicolo solo in determinate condizioni: velocità massima pari a 40 miglia orarie (64 km/h abbondanti), percorrenza di tratti autostradali adatti e in condizioni di traffico intenso. Il conducente, ovviamente, deve essere sempre pronto a riprendere il controllo del veicolo quando viene sollecitato dal sistema.
La tecnologia. Il Drive Pilot si basa su un pacchetto di numerosi dispositivi, in particolare nel rilevamento degli altri veicoli nelle vicinanze: tra tutti, spiccano i numerosi sensori che la Mercedes-Benz considera indispensabili, tra cui il laser Lidar, una telecamera posizionata nel lunotto posteriore, appositi microfoni per accertare la presenza di veicoli di emergenza e una specifica soluzione per la guida con la pioggia. Inoltre, sono previste tecnologie "ridondanti" per lo sterzo, i freni e l'elettronica di bordo, al fine di sopperire a eventuali guasti o problemi, un sistema di posizionamento e geolocalizzazione ad alta precisione (più potente dei Gps convenzionali) e una mappa tridimensionale con informazioni riguardanti la geometria stradale, le caratteristiche del percorso, i segnali stradali, eventuali incidenti o cantieri. La Mercedes-Benz, infine, ha sviluppato speciali luci di posizione per segnalare l'attivazione del Drive Pilot.
Volkswagen - Perquisizioni negli uffici per l'inchiesta sugli stipendi ai sindacalisti
Diversi uffici della Volkswagen In Germania sono stati oggetto di perquisizioni da parte della polizia tedesca su mandato dell'ufficio del pubblico ministero di Braunschweig. Stando alla stampa tedesca, l'iniziativa è legata alle indagini condotte dalla procura sulle retribuzioni ai membri del consiglio di fabbrica e alla presunta violazione delle normative sul divieto di favoritismo all'interno delle organizzazioni aziendali.
Raccolti dati e documenti. Il raid, che ha interessato anche la sede di Wolfsburg ed è durato diverse ore, ha portato gli inquirenti a sequestrare numerosi documenti e file. Inoltre, sono stati perquisiti quattro appartamenti privati di proprietà di persone che, secondo diverse ricostruzioni, "non hanno nulla a che fare con la Volkswagen" e sono da ritenersi come dei perfetti insospettabili. L'operazione, per la quale il costruttore ha assicurato la massima collaborazione, è il seguito di un'inchiesta giudiziaria in corso ormai da anni, partita dall'ipotesi che l'azienda abbia pagato stipendi eccessivi ai componenti del consiglio di fabbrica, ossia ai rappresentanti dei lavoratori, per ottenere in cambio una serie di benefici, a partire da una sorta di pace sindacale nelle trattative sul rinnovo del contatto di lavoro o sui piani di investimento. Pochi mesi fa la corte federale di giustizia ha annullato l'assoluzione di quattro ex dirigenti dell'ufficio del personale della Volkswagen, accusati di appropriazione indebita: di conseguenza, sono stati riaperti il procedimento giudiziario presso il tribunale regionale di Braunschweig e il relativo fascicolo d'inchiesta.
K5 Blazer - (Nuovo) sogno americano
Era il 1969 quando dalle linee di produzione Chevrolet,a Janesville in Wisconsin, iniziarono a uscire i primi esemplari di K5 Blazer, il capostipite dei Suv a marchio Chevy. Un veicolo poliedrico dal passo corto, due porte e grande capacità di carico. A due o quattro ruote motrici, poteva essere equipaggiato con un sei cilindri inlinea di 4.0 o 4.7 litri, oppure con un V8 di 5.0 o 5.7 litri. Cambio automatico a tre marce o manuale con tre o quattro rapporti. Un ventaglio di opzioni meccaniche e tecniche che permisero al Blazer K5 di diventare il veicolo preferito della classe media. Operai e manovali lo acquistavano per le grandi capacità di carico, hippy e campeggiatori lo sceglievano per la possibilità di trasformarlo, tramite il kit dedicato, in un veicolo per vivere all'aria aperta. Il grande amore tra gli yankee e il Suv del brand GM terminò a metà degli anni 90, quando ne fu interrotta la produzione.
A quasi trent'anni di distanza, Velocity ha riportato sul mercato il K5 Chevy con un progetto che lo ha visto trasformato: da veicolo operoso a esclusiva opera d'arte su ruote. Al primo sguardo sembrerebbe un semplice Blazer perfettamente restaurato. Forme e dettagli sono quelle del passato: eleganti ed audaci. Livrea bicolore con un verde dai leggeri riflessi metallizzati e una bella tinta di bianco. Il frontale massiccio presenta la sontuosa griglia con il logo incastonato nelle cromature. Posteriormente si fa notare la scritta Chevrolet che campeggia nel portellone di carico, solo in un angolo il piccolo logo di chi gli ha donato nuova vita. Quando si sale a bord, una comoda pedana fa capolino meccanicamente dal sottoscocca, facilitando il movimento anche alle persone di bassa statura. Gli interni sono più sontuosi di una suite: tappezzeria, moquette, cruscotto, cinture di sicurezza e pannelli delle portiere sono tutti della medesima tinta dai toni vintage. I materiali dei rivestimenti interni e la componentistica elettronica valorizzano l'anima rétro del Blazer: la pelle pieno fiore trattata per l'uso outdoor riveste le poltrone (climatizzabili a richiesta) e la panca posteriore Procar, piantone dello sterzo inclinabile Ididit e volante di legno con razze ricavate dal pieno; cruscotto Dakota Digital, infotainment Alpine interfacciabile con dispositivi Android o iOS, altoparlanti Focal Audio con subwoofer e telecamera posteriore. Molti comandi e gran parte dei pulsanti, come anche le razze del volante, sono realizzati con metalli nobili. La posa dei rivestimenti è stata fatta artigianalmente, tutte le cuciture sono doppie e i disegni a doppio diamante. A protezione dei passeggeri c'è un roll-bar a sei punti con all'interno un sistema di illuminazione a Led per l'abitacolo.
Ciò che davvero caratterizza il Blazer K5 Chevy di Velocity è il suo cuore. Dentro il cofano pulsa un poderoso V8 sovralimentato Chevrolet Gen V LT1 di 6.2 litri, capace di sprigionare 460 cavalli e abbinato un cambio automatico a 10 rapporti completo di ridotte. Un propulsore senza velleità da velocista, ma dalla coppia mostruosa. Girando la chiave d'accensione, il rombo del V8 si trasforma in una meravigliosa colonna sonora grazie anche al terminale di scarico personalizzato Magnaflow. In partenza affondo con arroganza sull'accelerazione e le quattro ruote pattinano alzando una nuvola di polvere. Il Blazer K5 è intuitivo e facile da guidare, sia in strada che in off-road: il ripartitore Atlas amministra la potenza tra l'asse anteriore e il posteriore e, quando ci si deve fermare, entrano subito in azione i quattro freni a disco Wilwood da 11 pollici con pinze a sei pistoncini per l'anteriore a quattro pistoncini per il posteriore. Le sospensioni dedicate e i pneumatici di lega dalle grandi dimensioni 35X12.50R18/LT BFG T/A assorbono con disinvoltura ogni asperità. Come tutti i veicoli realizzati Veocity, Adas per l'assistenza alla guida non sono contemplati.
Insomma, questo Blaze K5 realizzato nei capannoni di Pensacola è la perfetta celebrazione della passione automobilistica, capace di combinare il fascino intramontabile del glorioso pick-up con la moderna tecnologia e le prestazioni elaborate da Velocity. Il prezzo di tutto ciò? Inevitabilmente allineato alla qualità e all'esclusività dell'oggetto: si parte da 330.900 dollari, più eventuali personalizzazioni e tasse.
Usato - Auto1, arriva Tagliavia
Gabriele Tagliavia è stato nominato vice president Italy di Auto1 group, di cui condurrà quindi i tre marchi dedicati alla compravendita di veicoli di seconda mano. Succede a Stefano Galluccio, che ha guidato in Italia la piattaforma digitale per l'acquisto e la vendita di auto usate negli ultimi sette anni. In particolare, Tagliavia gestirà noicompriamoauto.it, la piattaforma C2B per la vendita di auto usate di privati, Autohero.com, altro brand sviluppato nell'online ma per il canale B2C, e Auto1.com, il marchio specializzato invece nel B2B. Tagliavia, prima di approdare ad Auto1, ha lavorato in Europa e Nordamerica per McKinsey, Amazo, Spotahome, Reef, Gorillas e Getir.
Mercedes-AMG - GLC Coupé: debuttano le sportive AMG 43 e 63 S
La Mercedes-Benz presenta l'aggiornamento delle versioni sportive AMG della GLC Coupé: la Suv ha ricevuto un restyling nei mesi scorsi e ora completa la gamma con le medesime versioni ad alte prestazioni già introdotte a luglio sulla GLC: AMG 63 S E Performance e AMG 43 4Matic.
421 CV mild hybrid e 680 CV plug-in. La Mercedes-AMG GLC Coupé 43 4Matic, riconoscibile per i quattro scarichi circolari, adotta il 6 cilindri in linea 3.0 turbobenzina mild hybrid da 421 CV e 500 Nm, ai quali si aggiungono 14 CV di boost elettrico. In questa configurazione, la vettura chiude lo 0-100 km/h in 4,7 secondi, mentre la velocità massima è autolimitata a 250 km/h. Per chi vuole di più c'è la Mercedes-AMG GLC Coupé 63 S E Performance, che utilizza il medesimo powertrain Phev della GLC e della Classe C ed è riconoscibile per i terminali di scarico trapezoidali. I 680 CV e 1.020 Nm totali sono erogati dal 4 cilindri 2.0 turbo da 476 CV in combinazione con il motore elettrico da 204 CV e le prestazioni sono di livello: 275 km/h di punta massima e 3,4 secondi per toccare i 100 km/h da fermo. La batteria della 63 S deriva dall'esperienza in Formula 1: ha una capacità di appena 6,1 kWh ed è pensata per fornire costanza di rendimento alle massime prestazioni, mentre l'autonomia a emissioni zero è limitata a 12 km con ricarica a 3,7 kW. Per entrambe le Mercedes-AMG sono previsti il cambio automatico doppia frizione a nove marce, le sospensioni pneumatiche (con barre antirollio attive opzionali), l'asse posteriore sterzante e la trazione integrale.
La firma AMG trasforma la Suv. Entrambi i modelli sono caratterizzati da un pacchetto estetico e aerodinamico firmato AMG che include paraurti, minigonne e parafanghi in tinta e la mascherina a listelli verticali, oltre ai cerchi di lega con pneumatici differenziati tra gli assi. L'abitacolo offre i sedili sportivi e le finiture specifiche, ma tra gli optional figurano anche le sedute e il volante AMG Performance. La grafica della strumentazione e dell'infotainment Mbux offre elementi specifici AMG, mentre è di serie sulla 63 S l'AMG Track Pace con sistema di telemetria per la guida in pista.
La 63 S Edition 1. In occasione del lancio commerciale, la Mercedes ha previsto anche una variante in serie limitata che sarà offerta solo per 12 mesi: si tratta della GLC Coupé 63 S E Performance Edition 1, caratterizzata dalla tinta esterna Graphite Gray Magno o Silver Magno, dai cerchi AMG forgiati da 21" in nero opaco, dalle pinze freno gialle, dal pacchetto aerodinamico, dai sedili AMG Performance e dalle finitute interne di pelle Nappa nera con cuciture gialle.
BMW Serie 5 - Debuttano le 530e e 550e xDrive plug-in hybrid
La BMW completa la gamma della nuova Serie 5 berlina introducendo a listino le varianti plug-in hybrid 530e e 550e xDrive. Le due motorizzazioni Phev saranno disponibili a partire da novembre ed entro breve tempo saranno pubblicati i listini per il mercato italiano.
Batterie da 19,4 kWh. La progettazione dell'ottava generazione della Serie 5 ha permesso di integrare al meglio tutti gli elementi dei powertrain elettrificati: per questo, le due berline Phev offrono la stessa capacità di carico (520 litri) delle versioni endotermiche già presenti a listino. Per entrambe le motorizzazioni, la batteria impiegata ha una capacità di 19,4 kWh, ricaricabile in poco più di tre ore con una wallbox da 7,4 kW. Utilizzando una comune presa di corrente casalinga il tempo sale a poco meno di 12 ore. Oltre agli elementi aerodinamici specifici, le due versioni plug-in sono caratterizzate da cerchi ad hoc da 19" e dal BMW IconicSounds Electric, in grado di generare un suono digitale quando viene utilizzato il solo motore elettrico.
La 530e da 299 CV. La BMW 530e dichiara una media di 0,6-0,8 l/100 km e 13-17 g/km di CO2. Il powertrain è composto dal 4 cilindri 2.0 turbo da e dal motore elettrico da 184 CV integrato nel cambio automatico otto marce Steptronic Sport, per una potenza totale di sistema di 299 CV e 450 Nm. La velocità massima è pari a 230 km/h (140 utilizzando solo l'elettrico), mentre i 100 km/h da fermo vengono raggiunti in 6,3 secondi. L'autonomia in elettrico varia da 93 a 103 km.
La 550e da 489 CV. La 550e xDrive dichiara un media di 0,8-1,0 l/100 km e 19-23 g/km di CO2. Il sei cilindri 3.0 benzina e il motore elettrico da 197 CV integrato nel cambio offrono una potenza totale di sistema di 489 CV e 700 Nm. La vettura può toccare i 100 km/h da ferma in 4,3 secondi, mentre la velocità massima è limitata a 140 km/h in elettrico e a 250 km/h con l'aiuto dell'endotermico. La 550e percorre da 83 a 90 km nel ciclo Wltp con la sola energia delle batterie ed è dotata di serie dell'Adaptive Chassis Professional con ammortizzatore a controllo elettrico e asse posteriore sterzante.
Stati Uniti - Biden in tour tra gli operai in sciopero: "Vi meritate un aumento"
Lo sciopero del sindacato Uaw contro le "Big di Detroit" è considerato storico per molti aspetti, ancor di più dopo un evento avvenuto ieri a Wayne, in Michigan: per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un presidente ha presenziato a un picchetto di lavoratori in sciopero. Infatti, Joe Biden si è presentato davanti a una delle fabbriche della General Motors per esprimere la propria solidarietà e sostenere le istanze sindacali nella vertenza nata con lo stallo delle trattative sul rinnovo del contratto collettivo di lavoro
"Vi meritate un aumento". Biden ha ribadito tutto il suo sostegno alla campagna del sindacato per ottenere maggiori retribuzioni, migliori condizioni di lavoro, garanzie precise sugli investimenti e, soprattutto, la salvaguardia degli organici nel passaggio alla mobilità elettrica. "Avete salvato l'industria automobilistica. Avete fatto molti sacrifici quando le aziende erano in difficoltà. Ora stanno andando incredibilmente bene e dovreste andare bene anche voi", ha affermato Biden, parlando con un megafono agli operai. "Wall Street non ha risollevato il Paese, è stata la classe media. Sono stati i sindacati. Vi meritate quello che avete guadagnato. E avete guadagnato molto di più di quanto vi pagano".
La visita di Trump. Biden ha anticipato di un giorno un'altra visita di alto profilo, quella del suo possibile rivale Donald Trump alle prossime elezioni per la Casa Bianca. La presenza del discusso Tycoon, però, non è stata accolta in modo favorevole da tutti gli operai: alcuni ritengono che la sua visita possa contribuire a risolvere l'impasse a loro favore, ma molti temono una politicizzazione della vertenza sindacale e chiedono ai partiti di "stare alla larga" da Detroit. Da parte sua, Trump ha definito la visita di Biden una "trovata pubblicitaria" per "distrarre" il pubblico americano da altre questioni come l'immigrazione e la sicurezza. In tale contesto, uno dei protagonisti dello sciopero sta assumendo un ruolo imprevisto e, per alcuni aspetti, sorprendente. Si tratta di Shawn Fain, il numero uno dello Uaw: l'ex operario della Chrysler si è presentato da perfetto carneade alle elezioni per la presidenza del sindacato, riuscendo per un soffio a battere la concorrenza di Ray Curry, e ora sta acquisendo una crescente popolarità (non solo tra i lavoratori dell'industria automobilistica) per la sua fermezza e determinazione al tavolo delle trattative con le tre Big di Detroit. Secondo molti sondaggi, la maggioranza degli americani sostiene la causa dell'Uaw e, più in generale, le attività dei sindacati.
L'Alleanza al bivio - Renault-Nissan-Mitsubishi, processi "più agili" e stop agli acquisti in comune
Renault, Nissan e Mitsubishi forniscono nuovi dettagli sul futuro della loro alleanza. Il sodalizio è ormai destinato a cambiare pelle rispetto agli anni scorsi, passando dalla struttura rigida e gerarchica plasmata da Carlos Ghosn a un'organizzazione più "agile". Lo dimostra la decisione di modificare uno dei cardini delle strategie dell'ex plenipotenziario franco-libanese, ovvero la struttura per gli acquisti in comune che doveva generare la gran parte delle sinergie tra i vari membri dell'Alleanza. Come spiegato dai tre partner, l'organizzazione degli acquisti "evolverà verso funzioni distinte, con un approccio per progetto": l'azienda responsabile di tale progetto "potrà stabilire in autonomia le specifiche e i processi per rispondere ai requisiti di prodotto delle singole entità, nel rispetto delle normative della regione interessata". "La nuova organizzazione consentirà di prendere decisioni più velocemente e di migliorare l'efficienza operativa in vari settori - mercati, tecnologie, veicoli e non solo - per sostenere l'implementazione dei piani dell'Alleanza per l'Europa, l'America Latina e l'India".
Cambio di rotta. Le modifiche organizzative si inseriscono nell'accordo firmato il 6 febbraio scorso per chiudere anni di incomprensioni tra francesi e giapponesi e aprire un nuovo capitolo nella collaborazione tra Renault, Nissan e Mitsubishi, anche grazie a una revisione della governance, dei legami azionari e delle sfere di influenza. L'obiettivo, come più volte spiegato dai vertici aziendali, è creare un nuovo modello operativo meno rigido e in grado di rafforzare la competitività di ogni singolo costruttore e, quindi, "di massimizzare la creazione di valore". In tale contesto rientra anche la decisione di trasformare, entro la fine dell'anno, l'organizzazione dell'Alleanza "da un modello standard su scala mondiale a una collaborazione incentrata sui progetti, per consentire un processo decisionale più agile e veloce, adatto alle esigenze delle singole regioni". Come già spiegato più volte nei mesi passati, i tre costruttori punteranno sui punti di forza geografici, sulle risorse tecniche e sulle competenze di mercato di ciascun partner, al fine di adattarsi "alla nuova tendenza dell'industria automotive: i mercati stanno diventando, infatti, sempre più regionali a causa di differenze a livello di normative, ritmi di adozione dei veicoli elettrici ed esigenze di connettività".
Tecnica - Perché le auto elettriche (non) hanno il cambio?
La maggior parte delle auto elettriche non monta un cambio. E non nel senso che non abbiano una leva per scegliere se andare avanti o indietro: non c'è proprio, a livello tecnico, un tradizionale cambio. Il motore è collegato alle ruote tramite un rapporto fisso. Una scelta decisamente vantaggiosa quanto a semplicità costruttiva e manutenzione, ma forse non ideale. Tanto che alcuni costruttori stanno adottando scelte diverse e colossi delle trasmissioni come ZF e GKN hanno iniziato a produrre trasmissioni dedicate alle elettriche! Ma quindi il cambio, sulle elettriche, serve? Oppure no?
Per capire la logica sottesa a queste scelte partiamo dalle basi: un motore termico può mediamente funzionare in un range che va dai 1.000 ai 6.000 giri al minuto, con un'erogazione di coppia tutt'altro che costante all'interno di questa finestra. Così diventa necessario un cambio, che permetta di avere sempre il giusto rapporto di trasmissione (vale la pena ricordare che un rapporto corto, ad esempio 10:1, significa che serviranno 10 giri del motore per avere 1 giro di ruota e questo permetterà anche di moltiplicare per 10 la coppia scaricata a terra. Viceversa, un rapporto più lungo, di 1:1, permetterà di avere un giro ruota ogni giro motore, marciando così a velocità molto più elevate, ma con meno spunto.
Un motore elettrico per uso automobilistico, al contrario, può funzionare da 0 ad addirittura 20.000 giri al minuto. Un range molto più ampio, in cui anche la coppia ha una distribuzione più efficace: massima fin da zero giri, presenta un calo solo alle velocità più alte. Non c'è da sorprendersi, quindi, che un'auto elettrica possa partire da ferma e arrivare a velocità autostradali con la stessa marcia.
Le cose iniziano a complicarsi, però, quando si vogliono raggiungere velocità massime particolarmente elevate, che richiederebbero un rapporto di trasmissione lungo che, a sua volta, limiterebbe lo spunto da fermi. Così la Porsche, per esempio, ha dotato la Taycan di una trasmissione a due rapporti, per far andare d'accordo uno 0-100 in 2,8 secondi con una velocità massima di 260 km/h; e la stessa cosa l'ha fatta la Lotus con la versione R della sua nuova Eletre.
Ma c'è di più. Come detto, la coppia di un motore elettrico cala alle alte velocità, accompagnata anche da un calo dell'efficienza. Così, avere un cambio che permetta al motore di ridurre i giri ad alte velocità può aiutare non solo le prestazioni, ma anche l'autonomia. Lo sa bene la Tesla, che sui modelli Dual Motor ha adottato una soluzione molto ingegnosa per ottenere il massimo pur non montando un vero cambio: dotare i due propulsori di due rapporti diversi. Quello posteriore più corto, pensato per favorire l'accelerazione, e quello anteriore più lungo, per massimizzare l'efficienza alle alte velocità.