Volkswagen - Tutti i prezzi della nuova T-Roc
La Volkswagen ha aperto gli ordini della nuova T-Roc, presentata pochi giorni fa. La seconda serie della Suv tedesca è disponibile con un powertrain mild hybrid declinato in due livelli di potenza, 115 e 150 CV, abbinato al cambio automatico DSG e alla trazione anteriore. Tre gli allestimenti, con prezzi che partono da 33.900 euro. Le consegne inizieranno a gennaio. T-Roc Life. La gamma della nuova Volkswagen T-Roc si apre con l'allestimento Life, che prevede cerchi di lega da 17, specchietti ripiegabili elettricamente, sensori luci e pioggia e fari a Led, anteriori e posteriori. All'interno troviamo l'avviamento senza chiave, il climatizzatore automatico monozona, la strumentazione digitale da 10,25, l'infotainment da 12,9 con connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto, sensori di parcheggio e telecamera posteriore, piastra per la ricarica a induzione degli smartphone e volante multifunzione con palette per il cambio. Per quanto riguarda la sicurezza, oltre agli Adas obbligatori per legge la T-Roc prevede il cruise control adattivo e il monitoraggio dell'angolo cieco con avviso di traffico in arrivo quando si aprono le portiere posteriori. T-Roc Style e R-Line. L'allestimento Style aggiunge i cerchi da 18, i fari a Led evoluti con listelli luminosi e logo illuminato, il tetto a contrasto, il climatizzatore a tre zone, i cristalli posteriori oscurati, l'apertura e chiusura senza chiave, la selezione delle modalità di guida, assistente di parcheggio, volante e sedili (rivestiti in ArtVelours) riscaldabili. La versione top di gamma R-Line completa la dotazione con assetto sportivo, battitacco con il logo R, paraurti specifici, pedaliera con inserti in acciaio, sterzo progressivo, sedili e volante sportivi. Optional e accessori. Per la carrozzeria sono disponibili sei tinte: il giallo pastello Canary Yellow (senza sovrapprezzo), il Pure White pastello (450 euro), il Grenadill Black, il Wolf Grey e il Celestial Blue metallizzati (810 euro), oppure il Flame Red premium (960 euro). Il pacchetto Tech per l'allestimento Life (890 euro) comprende l'assistente di parcheggio e l'antifurto, mentre sulle versioni Style e R-Line (1.090 euro) offre la telecamera a 360, l'head-up display sul parabrezza e la guida assistita di Livello 2. Il tetto panoramico elettrico costa 1.350 euro. Sulle versioni Style e R-Line sono disponibili l'Adaptive Chassis Control - DCC, (980 euro), i fari a matrice di Led (550 euro) e il portellone ad apertura elettrica (390 euro). Il listino. Ecco tutti i prezzi della nuova Volkswagen T-Roc per il mercato italiano:T-Roc 1.5 eTSI 115 CV DSG Life: 33.900 euroT-Roc 1.5 eTSI 150 CV DSG Life: 36.650 euroT-Roc 1.5 eTSI 115 CV DSG Style: 37.500 euroT-Roc 1.5 eTSI 150 CV DSG Style: 40.250 euroT-Roc 1.5 eTSI 150 CV DSG R-Line: 41.350 euro
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BYD Seal 6 DM-i - Aperti gli ordini per berlina e wagon plug-in
La BYD ha aperto gli ordini della Seal 6 DM-i: disponibile con carrozzeria a tre volumi oppure station wagon (denominata Touring), l'auto è mossa da un powertrain ibrido plug-in da 135 kW (183 CV) oppure 156 kW (212 CV), abbinato rispettivamente a una batteria da 10 e 19 kWh. Quella con capacità maggiore permette di percorrere fino a 100 km in modalità Ev, senza far ricorso all'unità termica. L'autonomia complessiva, con il pieno di carburante e di corrente, arriva a 1.350 km. Spaziosa e accessoriata. La Seal 6 DM-i Touring è lunga 4.850 mm, larga 1.890 e alta 1.505 mm, e ha un passo di 2.790 mm. Il bagagliaio, al quale si accede dal portellone con apertura elettrica, ha una capacità dichiarata di 675 litri, che diventano 1.535 abbattendo gli schienali dei sedili posteriori. Nella plancia trova posto l'infotainment da 15,6 (che ruota di 90), con navigatore e connettività wireless per Apple CarPlay e Android Auto. Di serie per tutta la gamma i cerchi di lega da 18, il tetto panoramico e la guida assistita di Livello 2. La carrozzeria è di serie in Polar White; per 1.100 euro si può scegliere tra l'Obsidian Black, l'Atlantis Blue e il Sandstone metallizzati. I prezzi per l'Italia. Ecco quanto costa la BYD Seal 6 DM-i sul mercato italiano:Seal DM-i 183 CV 10 kWh Boost: 37.900 euroSeal DM-i 212 CV 19 kWh Comfort Lite: 42.900 euroSeal DM-i 212 CV 19 kWh Comfort: 43.900 euroSeal DM-i Touring 183 CV 10 kWh Boost: 39.400 euroSeal DM-i Touring 212 CV 19 kWh Comfort Lite: 44.400 euroSeal DM-i Touring 212 CV 19 kWh Comfort: 45.400 euroLa versione Comfort Lite è disponibile fino a esaurimento scorte, poi verrà tolta dal listino.
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BMW - La prima fuel cell di serie debutterà nel 2028
Nel 2028 la BMW introdurrà sul mercato il suo primo modello di serie alimentato a idrogeno. Il cuore del veicolo, ovvero la cella a combustibile, nascerà nella fabbrica di Steyr, mentre altri componenti del powertrain, come l'Energy Master, saranno assemblati nell'hub tecnologico di Landshut. Terza generazione. La BMW ha iniziato lo sviluppo delle celle a combustibile presentando il prototipo 535iA nel 2014, mentre la seconda generazione è quella che è stata invece utilizzata per la flotta sperimentale delle iX5 Hydrogen del 2022. Oggi come allora, la tecnologia viene sviluppata in collaborazione con Toyota e i prototipi sono in via di sviluppo nella sede centrale della BMW a Monaco. Un'auto compatta ed efficiente. Le celle a combustibile di terza generazione sono più piccole del 25% e possono essere integrate in architetture molto diverse tra loro, da quelle per le vetture passeggeri a soluzioni per veicoli commerciali leggeri, offrendo ai partner del progetto la massima flessibilità di utilizzo. Non ci sono ancora dati tecnici su cui ragionare, ma è certo che autonomia, potenza ed efficienza saranno superiori rispetto alle soluzioni del passato.
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Formula 1 - MonzaFuoriGP 2025: tutto pronto per levento in città
MonzaFuoriGP 2025 cala un poker d'assi: dal 4 al 7 settembre, per quattro giorni, la città brianzola si anima offrendo un'esperienza immersiva che va dallo spettacolo all'intrattenimento, passando per i motori e la cultura, con uno show fuori dal circuito in parallelo a quello in pista di domenica. L'evento urbano ospiterà lo stand di Quattroruote, che espone per tutta la durata della manifestazione la Kia EV3 allestita con il wrap della campagna di sicurezza stradale Stop Cellular contro la distrazione da uso improprio del telefonino in auto. Le novità. In cabina di regia ci sarà la Sinapps, agenzia monzese specializzata in comunicazione integrata e attivazioni territoriali, vincitrice della gara indetta dal Comune per l'affidamento dell'evento nel biennio 20252026. Nell'ottica di valorizzazione del territorio, il MonzaFuoriGP 2025 diventa una piattaforma di narrazione reale e digitale per raccontare, anche tramite i social, una città che sta diventando sempre più internazionale, attraverso il Villaggio dello sport (con attivita dedicate a famiglie, scuole e associazioni), il Concorso di eleganza di auto storiche, l'Area Showcase dedicata a musica dal vivo, performance e inediti talenti. Le serate coinvolgeranno anche il commercio cittadino, all'insegna della convivialita e dell'inclusione, coi negozi aperti fino a tardi.
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Mercato italiano - Cardinali (Unrae): "Il governo acceleri sugli incentivi"
In vista degli incentivi 2025, Andrea Cardinali, direttore generale dell'Unrae, lancia l'allarme sulle criticità dell'iniziativa varata dal ministero dell'Ambiente: nel mirino, l'eccesso di paletti per chi vorrà acquistare un'auto elettrica e l'incognita legata all'Ecoscore, che ancora non è disciplinato. E un avvertimento: se i fondi non saranno utilizzati se li riprenderà la Commissione Ue. Dal mercato arrivano alcune chiare indicazioni. Per esempio, dopo l'impennata di inizio anno, la quota del noleggio a lungo termine è tornata sotto il 20%. Contemporaneamente c'è stata una marcata crescita delle autoimmatricolazioni, salite al 17,3% di quota... Le autoimmatricolazioni nel mese sono salite di 5,4 punti rispetto allo scorso anno, ma restano ben 9 punti al di sotto del 2019, e in volume sono la metà di allora. Non è un fenomeno eclatante. La quota NLT è scesa già da luglio. In particolare, da vari mesi è iniziato un calo delle società captive, emanazione delle Case. Benché siano in generale multimarca, potrebbe esistere un nesso fra i due trend. Non dimentichiamo però che i dati mensili sono sempre poco rappresentativi, e agosto è un mese anomalo: queste considerazioni vanno prese con le molle. E le Plug-in? C'è un effetto riforma del fringe benefit sulla recente crescita delle Phev? Credo di sì, ma la norma impatta solo sulle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. merito anche dell'offerta di prodotto, che continua ad ampliarsi. Comunque, anche grazie a questo dato, le emissioni medie di CO2 ad agosto sono scese a 112,3 g/km, il livello più basso da quando sono monitorate.In otto mesi il consuntivo segna -3,7%%, quarto calo consecutivo. possibile che vi sia un effetto annuncio-incentivi sul mercato? L'effetto annuncio esiste eccome, purtroppo, ma non dovrebbe impattare sul mercato totale: gli incentivi riguarderanno solo le auto elettriche con rottamazione e solo una fascia della popolazione. Però i mezzi di comunicazione mandano messaggi confusi e il pubblico tende a fare di tutta l'erba un fascio. Una fetta della clientela sente parlare di incentivi e li aspetta anche se vuole comprare una termica, nonostante gli operatori cerchino di fare chiarezza. Anche stavolta gli incentivi sono stati annunciati con larghissimo anticipoStavolta l'annuncio era inevitabile, perché si tratta di fondi europei dirottati da un altro capitolo del Pnrr, quello - fallimentare - delle infrastrutture di ricarica. Quindi questa operazione doveva passare necessariamente dalla Commissione Ue seguendo un iter pubblico.Sì, ma gli annunci continuanoIn effetti secondo me, prima di richiedere ufficialmente a Bruxelles la modifica del Pnrr, il governo avrebbe dovuto approntare tutto lo schema operativo. Invece la stesura del decreto, ora alla Corte dei Conti, è avvenuta solo dopo e ha richiesto molto tempo. E finché non c'è il decreto non si inizia a sviluppare la piattaforma informatica. Oltretutto è stato stravolto il sistema, prevedendo l'erogazione diretta dei bonus all'acquirente anziché tramite il venditore, ed è stata incaricata Consip anziché Invitalia, che gestendo l'Ecobonus dal 2019 aveva il know-how per procedere speditamente. Magari queste complicazioni si potevano evitare.C'è una possibilità che l'iniziativa parta a settembre? No, ormai si va a ottobre, ma molti media parlano ancora di settembre, generando ulteriore confusione. Il bonus è alto, ma i paletti sono tanti e stretti. Qualcuno ipotizza che siano stati messi apposta per far fallire l'iniziativa Non credo. So che c'è stata una dura negoziazione con la struttura tecnica della Commissione dedicata al Pnrr ed è stato contrastato ogni tentativo di allargare le maglie.Sì, ma se l'obiettivo è ambientale, ossia sostituire una vecchia auto termica con una nuova elettrica, le maglie dovrebbero essere più larghe, no? Vero, ma senza limite Isee il governo avrebbe prestato il fianco all'accusa populistica di sovvenzionare i ricchi. Ci vedo un tentativo di evitare le critiche di chi considera gli incentivi soldi sprecati.Ma siamo sicuri che il maxi bonus induca i redditi medio-bassi con una vecchia macchina da rottamare ad abbracciare l'elettrico? A giugno 2024 avevamo scommesso contro l'extra bonus previsto per persone fisiche con Isee sotto i 30.000 euro. E invece usufruì dei maxi-contributi quasi metà degli acquirenti di auto con emissioni tra 0 e 20 g/km a fronte di rottamazione, accelerando l'esaurimento dei fondi, che durarono poche ore. Stavolta l'incentivo è solo per emissioni zero, ma è presumibile, o almeno auspicabile, che con la clientela a basso reddito funzioni ancora. Quindi avrà successo l'iniziativa? Difficile dirlo, perché ci sono altri paletti, come le Aree urbane funzionali dell'Istat. Il requisito nasce dalle procedure di infrazione per la qualità dell'aria, ma non capisco perché un pendolare residente appena fuori dall'area funzionale, che ci entra in auto tutti i giorni, non abbia diritto all'incentivo. C'è un tema di equità, oltre che di efficacia della misura. Per non parlare dell'Eco-scoreChe non si è capito come dovrebbe funzionare Appunto. previsto nella norma, ma non conosciamo il criterio con cui stabilire quali modelli sono dentro e quali fuori. La Francia, a cui ci si ispira, ha impiegato tempo per approntare il suo algoritmo. Nato, peraltro, come misura anti-cinese prima che l'Unione varasse i dazi sull'import di Bev. Se venisse semplicemente copiato sarebbe un paradosso, perché avvantaggerebbe il Made in France: un parametro chiave sono infatti le emissioni nella generazione dell'energia elettrica impiegata per produrre le auto, e favorirebbe il nucleare d'Oltralpe. Se invece si vuole studiare un sistema autarchico oggettivo e trasparente, servirà altro tempo. Altrimenti, si rischiano controversie con i marchi penalizzati in modo arbitrario. In ogni caso, per fare del protezionismo ammantato di ambientalismo si riduce la platea dei modelli, alzando il rischio di non utilizzare tutti i fondi.Ma insomma, secondo lei gli incentivi funzioneranno oppure no? L'operazione dovrebbe riguardare 39 mila Bev in 10 mesi, più di tutte quelle immatricolate nella prima metà del 2025, noleggio incluso, senza vincoli di prezzo, reddito, residenza e rottamazione. Considerando che 600 milioni sono il triplo dei fondi 2024, il rischio di non riuscire a spenderli è concreto. E gli avanzi di questa operazione non possono essere destinati ad altro: se non funzionerà, i soldi torneranno a Bruxelles.
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Hyundai - La concept di Monaco si chiama Three
Dopo le immagini dei giorni scorsi, la Hyundai ha pubblicato il primo bozzetto della Three, svelando così anche il nome della concept car che verrà presentata all'IAA Mobility 2025, in programma a Monaco di Baviera dal 9 al 14 settembre prossimi. Si tratta di una sportiva elettrica compatta, che introduce anche un nuovo linguaggio stilistico per il brand Ioniq chiamato Art of Steel (l'arte dell'acciaio). Linee tese. L'immagine mostra una sportiva a due porte molto aggressiva: una linea che la Hyundai definisce Aero Hatch, con il cofano corto e i fianchi scolpiti. Una silhouette dalle superfici scolpite, intersezioni pulite e linee decise, che enfatizzano il movimento e la precisione, seguendo la suggestione della flessibilità dell'acciaio che si piega e scorre. Il bozzetto riprende alcuni degli elementi visti nei giorni scorsi, dai gruppi ottici sottilissimi allo spoiler posteriore ducktail, a cui si aggiunge il grande splitter anteriore e la linea di cintura che nella parte posteriore sale decisa verso il lunotto. Arriverà anche la versione di serie. Il nome della concept anticipa quello che sarà la denominazione del modello definitivo, ossia Ioniq 3, che potrebbe arrivare sul mercato nella seconda metà del prossimo anno. L'auto sarà costruita sul pianale E-Gmp degli altri modelli elettrici del gruppo coreano, ma al momento non ci sono informazioni in merito a powertrain e batterie, che potrebbero arrivare già durante il Salone di Monaco.
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Rally - La Lancia torna nel mondiale con la Ypsilon HF Integrale
La Lancia tornerà nel mondiale Rally. Forse già dal prossimo anno. Dopo essere entrata nell'italiano rally con le Ypsilon Rally 4 e Rally 6 (ribattezzata HF Racing), la Casa di Torino si appresta a lanciare una Rally 2: un prototipo dell'auto utilizzato per lo sviluppo, infatti, è stato appena avvistato su strada durante alcuni test privati. Già dotata di una livrea che sembra essere quella definitiva, con tanto di logo Integrale sulla fiancata, la Lancia Ypsilon destinata a correre nel WRC2 è praticamente pronta per correre, con la data più papabile per il suo debutto che potrebbe essere fissata per l'inizio del prossimo anno, alla più iconica delle gare del calendario: il Rally di Monte Carlo, in programma dal 19 al 25 gennaio 2026. Per ora non c'è nulla di ufficiale, sia chiaro, ma gli appassionati possono già iniziare a sognare. Cos'è una Rally2. La Lancia, probabilmente, correrà solo alcune tappe del mondiale, partecipando al campionato WRC2 con una vettura del gruppo Rally2 (in precedenza chiamato R5). Si tratta di una categoria inferiore rispetto alla massima serie, il WRC, con regolamenti che impongono motori meno performanti, sospensioni più semplici e dettagli meccanici diversi rispetto alle World Rally Car vere e proprie. La trazione è comunque integrale, il peso minimo di ogni vettura deve essere di 1.230 kg e il motore, turbo, può avere un massimo di quattro cilindri e una cilindrata inferiore ai 1.620 cm3. Il gruppo Stellantis già partecipa da diversi anni a questo campionato con la Citroën C3 Rally2 (spinta da un 1.598 cm3 da 282 CV), la cui omologazione però dovrebbe scadere proprio quest'anno: dall'anno prossimo il Double Chevron potrebbe così proporre una nuova evoluzione della sua piccola, con una meccanica forse condivisa con la Lancia Ypsilon. Dal punto di vista aerodinamico, però, l'italiana avrà un'impostazione specifica: nel filmato qui sopra si possono notare un paraurti con un'enorme presa d'aria frontale, dei passaruota posteriori molto pronunciati e un grande alettone.
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Auto elettriche - Bev "made in Europe", allarme dei costruttori sui piani di Bruxelles
L'Associazione dei costruttori Acea lancia l'allarme sul piano "Made in Europe" relativo alle vetture elettriche. La Commissione, infatti, pianifica di imporre per legge soglie minime di contenuto interno alll'Unione per le celle e le componenti di batterie, introducendo requisiti di sostenibilità e resilienza negli appalti: l'intento è di sostenere i prodotti a basse emissioni di carbonio rafforzando le capacità industriali del Vecchio continente. Le Case, però, avvertono che l'introduzione di requisiti di contenuto locale (Lcr) deve essere gestita con attenzione, per evitare impatti negativi sulla competitività, sull'efficienza della catena di approvvigionamento e sulle dinamiche di mercato. Soluzioni. Per evitare il peggio, l'Acea ha già presentato diverse raccomandazioni alla Commissione Ue. Anzitutto il settore, già pesantemente regolamentato, chiede che i nuovi obblighi di rendicontazione siano ridotti al minimo. Inoltre, un approccio unico per tutti i veicoli (one-size-fits-all) rischia di creare distorsioni e ridurre la competitività. Sono essenziali politiche industriali e commerciali di supporto, come costi energetici più bassi, permessi semplificati e manodopera qualificata. E comunque, i requisiti di contenuto locale dovranno essere bilanciati per preservare i partenariati internazionali. L'Associazione dice infine no a criteri basati sul valore aggiunto o su regole di lavorazione specifiche: un cambiamento nella classificazione tariffaria sarebbe l'opzione meno onerosa.
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Tesla Master Plan - Arriva la "parte IV": largo a robot e AI
La Tesla ha presentato il Master Plan Part IV, la quarta fase delle strategie di sviluppo dell'azienda, incentrate principalmente sul ruolo dell'intelligenza artificiale e dei robot nel progresso dell'umanità e nella transizione verso una mobilità più sostenibile, senza limiti e senza compromessi. Il ruolo chiave della AI. Diversamente dal passato, la Parte IV non parla di novità sul fronte dei nuovi modelli. Semmai, con il sempre maggiore impatto e influenza dell'intelligenza artificiale, la mission della Tesla diventa costruire prodotti e servizi che portino l'AI nel mondo fisico, con l'obiettivo di accelerare la prosperità globale e il benessere umano, sostenuti da una crescita economica condivisa da tutti. Un processo figlio di un rinascimento tecnologico a cui la Tesla ha lavorato in questi ultimi vent'anni, per arrivare alla sovrabbondanza sostenibile. Una "rivoluzione" in arrivo. Per portare avanti questi obiettivi, la Tesla punterà a integrare hardware e software, a sviluppare prodotti in maniera più efficiente e sostenibile, accessibili a tutti, a ridurre l'inquinamento e promuovere la mobilità tramite i veicoli a guida autonoma, restituire tempo alle persone con l'impiego sempre più massiccio dei robot umanoidi Optimus. Abbiamo realizzato un ecosistema di prodotti sostenibili, dai trasporti alla produzione di energia, stoccaggio di energia e robotica", recita la Casa texana. "Siamo sull'orlo di una rivoluzione tecnologica che porterà a una crescita senza precedenti. Non sarà un piccolo passo, ma un balzo in avanti enorme per la Tesla e per l'intera umanità. Gli strumenti che stiamo sviluppando ci aiuteranno a costruire il mondo che abbiamo sempre sognato, nel quale vengono ridefiniti gli elementi costitutivi fondamentali del lavoro, della mobilità e dell'energia. Non c'è il "metallo". Come si concretizzerà tutto questo, però, al momento non è chiaro. Il piano è stato presentato con un articolo su , il social network di proprietà di Elon Musk, e non nel corso di un evento pubblico, e già questo è un segnale. Il master plan della Casa americana è piuttosto generico nelle intenzioni, con grandi proclami di crescita e benessere universale, ma è privo di elementi concreti: l'esatto opposto di quanto visto nel 2006 e nel 2016, con i primi master plan che parlavano di auto elettriche sportive, ma anche di modelli accessibili (la tanto attesa Model 2, per dire), soluzioni per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili e sviluppo industriale su larga scala. Obiettivi misurabili di cui, in questo quarto piano, si è persa traccia.
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Auto elettriche - Anche Catl vende la sua quota nella Valmet
Dopo la Porsche, anche Catl vende la quota del 20,6% della finlandese Valmet Automotive, specializzata nella produzione a contratto di veicoli: il motivo, spiega il governo di Helsinki, è una situazione di mercato difficile in Europa, dovuta alla transizione verso le Bev che avviene a un ritmo inferiore al previsto. La conferma arriva dal gigante cinese, leader mondiale di batterie, che aveva acquisito la società nel 2017. I compratori (non reso noto il prezzo di acquisto) saranno un azionista e lo Stato finlandese, che detiene già il 44,96% dell'azienda di Uusikaupunki attraverso la sua società di investimento Finnish Industry Investment Ltd, e che inietterà altri 35 milioni di euro nella fabbrica. Per le stesse ragioni, come detto, la Porsche ha rescisso il contratto col fornitore Valmet, dopo aver già fatto altrettanto con la sua filiale Cellforce. Armi. Curioso che, come per l'impianto VW di Osnabrück, anche per l'azienda finlandese si parli di possibile produzione di armi: La società ora sta espandendo le sue attività a nuovi settori industriali come la produzione su contratto per l'industria della difesa, ha affermato il governo di Helsinki.
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Hyundai Motor Group - Un'alleanza per la mobilità inclusiva
Il gruppo Hyundai ha presentato il progetto Numa (Next Urban Mobility Alliance), iniziativa pubblico-privata coreana che nasce con l'obiettivo di dar vita a un ecosistema di mobilità basato sulle AI e sulle tecnologie di guida autonoma. Il progetto, già stato anticipato lo scorso marzo con l'annuncio del brand Pleos, si occuperà delle persone con limitazioni alla mobilità e delle comunità poco servite dal trasporto pubblico; per questo coinvolgerà amministratori, agenzie governative, industria e mondo accademico, per trasformare il trasporto urbano nelle città in un'ottica più inclusiva e che porti a un'accelerazione verso le smart city. Un piano in tre fasi. Numa si basa su un modello di alleanza aperta, che accoglie tutti i soggetti interessati a perseguirne gli obiettivi: sarà una piattaforma per test tecnologici e rafforzamento della collaborazione tra stakeholder. La roadmap è strutturata in tre fasi: la trasformazione dei sistemi di trasporto locali con l'integrazione dell'intelligenza artificiale, l'implementazione della mobilità autonoma come servizio, l'ampliamento della mobilità basata su AI per lo sviluppo delle smart city. Non solo Numa. Il gruppo Hyundai sta già lavorando in maniera attiva, per migliorare l'accesso alla mobilità delle zone più isolate e per le persone con difficoltà motorie, con una serie di progetti. Tra questi, la piattaforma di trasporto on demand Shucle, le soluzioni di mobilità integrate R1 e Nano Mobility, per migliorare l'accessibilità dei gruppi sociali più vulnerabili, e la Autonomous Vehicle Foundry, iniziativa che punta a fornire veicoli elettrici dotati con tecnologie di guida autonoma alle aziende di mobilità e ai fornitori di servizi.
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Smart fortwo - L'usato (termico) impazza sul web
Se tutta l'Europa fosse popolata solo da milanesi e romani, la Smart fortwo sarebbe un'icona automotive come la Model T e il Maggiolino. All'ombra della Madonnina e del Colosseo, infatti, la prima serie della Swatch Mercedes Art (questo l'acronimo) ha riscosso, dal 1998 al 2007, un successo senza pari, mentre nel resto d'Europa le vendite non sono sempre state all'altezza delle attese. Stessa buona sorte, sempre da noi, per la seconda generazione della due posti, almeno sino al 2015, quando è sbarcata l'elettrica. Grosso modo, si calcolano 600 mila fortwo targate in Italia nel giro di un quarto di secolo, di cui 200 mila solo nella capitale. Un esercito. Il botto italiano della fortwo, figlio di un concetto certamente avveniristico per il suo tempo, ha un'eco che si propaga tuttora nel mercato dell'usato. Non che la cosa stupisca più di tanto: la piccoletta è ancora uno status symbol sfizioso, consuma poco, ha costi di manutenzione contenuti, è ben rivendibile ed è tuttora la regina dei parcheggi cittadini. Anche di quelli in perpendicolare rispetto al senso di marcia, quasi un fenomeno di costume seppur vietato e sanzionabile. Veniamo ai prezzi. Sul web, come detto, la fortwo impazza e la richiesta varia molto in base alle condizioni del mezzo: comunque, dando un'occhiata, è possibile scovare di tutto. Per esempio, una fortwo a benzina del maggio 2015 con 100 mila km è proposta a 7 mila euro; per un'omologa targata ad aprile 2017, con 70 mila km, ne servono 14 mila; oppure 11 mila per una giugno 2016 con 80 mila km. Passando al gasolio, si trovano fortwo del febbraio 2011 con 150 mila km, o dell'ottobre 2012 con 190 mila, a circa 4 mila euro. C'è trippa anche per gli ambiziosi: una Brabus di fine 2018, con 29 mila km, si porta a casa con "solo" 22 mila euro. Tanto? Poco? Dipende dai punti di vista. Di sicuro, prima o poi qualcuno si farà avanti. Perché è una Smart.
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Smart #2 - Il ritorno della citycar più piccola (e amata)
Dopo mesi di annunci, indiscrezioni e smentite, la smart ha confermato ufficialmente la decisione di tornare nel mercato delle ultra compatte con la #2, citycar full electric a due posti erede, di fatto, della fortwo. La decisione di produrre questo modello, spiega il ceo di smart Europe Dirk Adelmann, arriva al momento giusto, dopo il successo del lancio della #5 e con un forte supporto da parte di nuovi investitori. La smart #2 nasce per rispondere "alle richieste dei clienti nelle aree urbane di tutta Europa, il suo mercato principale: prodotta in Cina, dunque con una logica industriale che ne dovrebbe garantire la sostenibilità economica, l'auto sarà però disegnata dal centro stile della Mercedes. L'arrivo sul mercato è previsto per il 2026. Occuperà sempre poco spazio. Per presentare il suo nuovo modello, la smart (che dal 2020 è gestita da una joint venture tra la Mercedes e il gruppo Geely) ha deciso di ambientare la silhouette della piccola elettrica in alcune delle più grandi - e trafficate - città del mondo: Pechino, Londra e Roma. E non certo per caso: la piccola a due posti è sempre stata estremamente apprezzata nei contesti più affollati, per la sua agilità e la facilità con cui trovare parcheggio. Il nuovo modello andrà ad allargare verso il basso una gamma che attualmente comprende la crossover compatta #1, la sua versione coupé #3 e la più grande #5, squadrata Suv di segmento D (è lunga 470 cm). Evoluzione della specie. Per il momento, tutte le informazioni sulla nuova smart #2 si limitano all'ombra della silhouette che vedete in queste immagini. Che comunque racconta già molto: le proporzioni sono rimaste le stesse della fortwo originale, con il cofano cortissimo che lascia spazio a un abitacolo accogliente per due persone. Il muso ha una forma rientrante, che potrebbe anticipare uno sguardo più aggressivo rispetto al passato (e che in parte si ritrova anche nella #5). Il lunotto è un po' meno in verticale rispetto ai modelli precedenti, con un vistoso spoiler sulla sua sommità. Anche se non c'è modo di capirlo dalla sagoma, si sa che gli sbalzi del corpo vettura saranno molto corti, con le ruote praticamente agli angoli dell'auto. Dal canto suo, la smart si limita a dire che la due posti elettrica offrirà soluzioni tecnologiche volte a offrire un'esperienza di guida rilassata e non stressante, evolvendo le qualità fondanti dell'originale fortwo icon. Una storia indimenticabile. La svolta "electric only" della smart non è stata facile da digerire per i clienti del brand: le vendite dei modelli Bev, arrivati nel 2020, sono sempre state una frazione di quelli endotermici, che ancora oggi risultano ricercatissimi sul mercato dell'usato. In alcune città, gli esemplari più recenti e in buone condizioni (con motore a scoppio) possono raggiungere cifre stratosferiche, vicine a quelle di un'utilitaria nuova. In attesa di nuove informazioni, ripercorriamo la storia della smart in questa galleria d'immagini e in questo articolo, pubblicato un anno fa, quando l'icona della mobilità urbana era appena uscita di scena.
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Mercato italiano - Anche agosto chiude in rosso: -2,7 %
Continua il periodo negativo per il mercato italiano dell'auto: dopo il -5,1% registrato a luglio, anche ad agosto la tendenza rimane negativa. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, il mese scorso sono state immatricolate 67.272 nuove vetture contro le 69.126 del pari periodo del 2024, per un calo del 2,68%. Con 1.040.734 nuove targhe, il dato complessivo dei primi otto mesi dell'anno è in peggioramento del 3,7%: nel periodo gennaio-agosto 2024, infatti, le nuove targhe erano state 1.080.464. Aumenta ulteriormente il divario rispetto ai livelli pre-pandemia: secondo le elaborazioni dell'Unrae, lo scarto con il 2019 è pari al 21,6%, corrispondente a 285.000 vetture in meno. Stellantis. Ad agosto il gruppo Stellantis ha immatricolato 17.645 auto, registrando un incremento del 2,41% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Nel cumulato da inizio anno si registra invece una flessione dell'11,53%. Questo mese spicca l'ottimo risultato della Citroën (2.247 unità, +75,27%), mentre continua la crescita di Alfa Romeo (978 immatricolazioni, +24,59%), Fiat (6.266, +31,75%) e Maserati (103 targhe, +49,28%). Calano tutti gli altri marchi: Jeep perde l'8,12% (2.884 unità), DS il 9,66% (159), Lancia il 67,25% (446), Opel il 18,74% (1.635) e Peugeot il 19,76% (2.927).Gruppo Volkswagen. Con 11.806 immatricolazioni, contro le 12.126 dell'agosto del 2024, Wolfsburg cala del 2,64%. Dall'inizio dell'anno la perdita complessiva è del 3,63%. Guadagnano Cupra (1.029 immatricolazioni, +52,67%), Lamborghini (20, + 33,33%), Seat (409, 2%) e Skoda (2.344, +4,27%). Segno meno per Audi (3.250 nuove targhe, -10,71%) e Volkswagen (4.754, -7,65%). Renault. Forte contrazione per il gruppo Renault, che con 7.428 nuove vetture segna un -18,09% complessivo: un risultato legato al calo sia del marchio della Losanga (2.967 immatricolazioni, -28,13%), sia della Dacia (4.461, -9,71%).Toyota. Segno meno anche per il costruttore nipponico, che totalizza 5.922 nuove immatricolazioni, il 4,88% in meno rispetto ad agosto 2024. Il brand Toyota archivia 5.677 registrazioni (-4,44%) e Lexus 245 (-14,04%). BMW. Il gruppo bavarese ha registrato 4.258 immatricolazioni, mettendo a segno una crescita del 2,33%; a trainare i numeri pensa la Mini, con un +114,12% (758 nuove targhe), mentre il marchio dell'Elica perde l'8,06% (3.500 unità).Ford e Gruppo Hyundai. Con 4.258 nuove targhe l'Ovale Blu perde il -20,92%. Nel gruppo coreano, invece, si registrano buoni risultati per la Hyundai (2.676 registrazioni, +19,36%) e un risultato negativo per la consociata Kia (2.394, -9,25%). Mercedes-Benz. Per il costruttore di Stoccarda sono 1.928 le immatricolazioni, il 11,92% in meno rispetto ad agosto 2024. La Stella a tre punte perde il 10,25% (1.917 auto), mentre crolla la Smart: con 11 targhe, il calo è del 79,25%.Le altre giapponesi. Alti e bassi per gli altri costruttori del Sol Levante: salgono Mazda (437 nuove immatricolazioni, +6,59%), Honda (404 targhe, +34,22%) e Subaru (80, +70,21%), mentre sono in perdita Nissan (985 auto, -14,64%), Suzuki (989, -32,63%) e Mitsubishi (59, -21,33%). Premium e sportive. Anche se più contenuto (pure rispetto alla media europea), prosegue il calo della Tesla: in agosto, la Casa americana ha immatricolato 416 elettriche contro le 435 di agosto 2024 (-4,37%). Tra gli altri marchi del segmento premium, il gruppo Jaguar Land Rover perde il 38,03% con 290 nuove targhe (-34,09% per Land Rover e -100% per Jaguar, ferma a zero immatricolazioni). La svedese Volvo è a quota 453 unità (-42,8%), mentre la Polestar passa dalle 35 auto di agosto 2024 alle 20 del 2025. In calo la Ferrari (26 targhe, -39,53%), così come la Porsche (237 immatricolazioni,-0,42%).Gli altri brand. In contrazione il gruppo DR Automobiles, con un -15,13% (1.189 nuove immatricolazioni): calano i numeri del brand DR (-21,38%, 820 unità) ed Evo (233, -32,27%) ma cresce Sportequipe (136 unità contro le 14 dell'anno prima, + 871,43%). Prosegue la crescita della anglo-cinese MG (2.259 nuove targhe, pari al +12,84%) e BYD passa da 227 a 876 immatricolazioni, con una crescita del 285,9%. Numeri rilevanti anche per Omoda & Jaecoo, da 312 a 924 unità (+196,15%). Eurasia Motor Company cresce del +107,04%, così come DFSK (+151,35%) e Lynk & Co (+262,50%). La top ten delle più vendute. Con 4.123 targhe, anche ad agosto la Fiat Panda guida la classifica delle immatricolazioni. Seguono, nell'ordine, Dacia Sandero (2.442), Jeep Avenger (2.374), Toyota Yaris Cross (1.698), Dacia Duster (1.634), Toyota Yaris (1.593), Volkswagen T-Roc (1.360), MG ZS (1.358), Ford Puma (1.343) e Kia Sportage (1.152).I canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, si registra l'ennesima contrazione per i privati, che perdono il 7,6% e arrivano al 55,1% del totale (52,4% nel cumulato, per un -3,8%). Si conferma il buon periodo per le autoimmatricolazioni, che segnano un incremento in volume e guadagnano 5,4 punti, salendo al 17,3% di quota e all'11,2% nel cumulato. Prosegue il recupero nel noleggio, che guadagna 1,6 punti e arriva al 19,9% del totale, grazie anche all'aumento delle finanziarie captive; il breve termine sale al 2,4% del totale e al 7,3% negli otto mesi. Le società perdono lo 0,2%, attestandosi sul 5,4% del mercato.
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Auto elettriche - Gaza, nel piano Usa c'è anche un polo per Bev
Spunta fuori anche un polo per auto elettriche fra le 38 slide del piano Great (Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Transformation), ovvero il controverso progetto dedicato alla ricostruzione della Striscia di Gaza discusso alla Casa Bianca: in una delle 38 slide di cui siamo entrati in possesso (e alla quale si riferisce l'immagine che trovate qui sopra), si parla di produzione avanzata in una zona industriale dove aziende americane di veicoli elettrici costruiscono fabbriche e strutture per i dipendenti nel nord di Gaza e nel sud di Israele. Qual è l'idea. In base al piano Great, voluto da Donald Trump e contestato da più parti, minerali e materiali vengono spediti dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, mentre l'assemblaggio è effettuato da personale qualificato, a basso costo, in fabbriche alimentate a gas da Gaza, con l'impiego di energia marina e fotovoltaica. E alla fine Dopodiché, il piano prevede la consegna delle auto elettriche in Europa con bassi costi di spedizione tramite il porto di El-Arish e tasse pari allo 0% perché in una zona di libero scambio. Per fare concorrenza alle auto cinesi. Questo la slide non lo dice esplicitamente, ma è il cuore della strategia: le Bev assemblate a Gaza avrebbero listini inferiori rispetto a quelle esportate dal Dragone in Europa, soggette agli extra dazi imposti da Bruxelles alle elettriche made in China. In questo modo, chiosa il piano Great, si "realizzerebbero profitti, offrendo al contempo un futuro migliore a palestinesi e israeliani. Tutto, ovviamente, da dimostrare.
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Porsche - In arrivo una nuova variante della 911
La Porsche ha dato appuntamento al 7 settembre per la presentazione di un nuovo modello. Le anticipazioni dei social non sono complete, ma gli indizi sono chiari: una sportiva con le sembianze della 911 con una accelerazione bruciante, un sound da motore sovralimentato e parafanghi piuttosto larghi. Ci sono tutti gli ingredienti per scoprire la 992.2 Turbo S e non è escluso che sia previsto anche un debutto in pubblico all'IAA di Monaco di Baviera. La 911 ha festeggiato nel 2024 con una serie speciale i 50 anni della Turbo, ma il restyling della gamma 992 impone anche un aggiornamento della regina delle varianti prettamente stradali. Secondo le indiscrezioni, non saranno però le novità estetiche legate a fari, prese d'aria e display interni a fare notizia, quanto i powertrain aggiornati e ulteriormente potenziati. Visto quanto accaduto con la GTS, che ha portato al debutto la tecnologia T-Hybrid, è possibile infatti che un sistema simile possa approdare anche sulla 911 Turbo.
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Xpeng - La P7 debutta in Europa
Xpeng ha confermato il debutto europeo della nuova P7 all'IAA Mobility di Monaco di Baviera. Con la P7+ già svelata a Parigi alla fine del 2024, la Casa cinese raddoppia e porta la berlina presentata in Cina nel maggio scorso, confermandone così l'introduzione nei listini del Vecchio continente in sostituzione del modello attualmente disponibile. Bev da 5 metri. La nuova P7 è l'evoluzione della berlina elettrica svelata nel 2020 e propone un design molto personale: i Led anteriori e posteriori sono unici nel loro genere, così come la forma stessa della coda da berlina-coupé e l'effetto visiera del parabrezza insieme al tetto e ai cristalli laterali. Tutto questo contribuisce a generare un Cx di 0,21, a fronte di dimensioni importanti: 5,01 metri di lunghezza con passo di 3 metri, 1,97 metri di larghezza e 1,43 di altezza. Fino a 820 km di autonomia nel ciclo cinese. In Cina, dove la P7 ha raccolto 10.000 prenotazioni in meno di 7 minuti dall'apertura del configuratore con prezzi a partire da 300.000 yuan (circa 35.900 euro al cambio attuale), la gamma include una versione a trazione posteriore da 367 CV e 702 km di autonomia nel ciclo CLTC con batterie da 74,9 kWh e una AWD bimotore da 594 CV con batterie da 92,2 kWh per 820 km di percorrenza. I tempi di ricarica non sono ancora noti, ma l'impianto di bordo è quello a 800 volt compatibile con i sistemi più rapidi.
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In arrivo - Le auto al debutto da settembre 2025 a febbraio 2026
Che cosa verrà presentato sul mercato italiano? Quali sono le auto inedite in arrivo nelle concessionarie? Quando debutterà il facelift di questo o quel modello? Sono domande che riceviamo molto spesso da voi lettori e che ci hanno spinto a riproporre anche sul nostro sito web uno dei contenuti più apprezzati sul magazine: la prima pagina della sezione Autonotizie, autentica bussola per orientarsi tra i lanci dei prossimi mesi. il punto d'osservazione ideale per farsi un'idea su "cosa esce quando". E per avvicinarsi con cognizione di causa a un momento importante come l'acquisto di un'automobile nuova. Settembre. Dopo l'estate si rientra nel vivo: sui blocchi di partenza ci saranno parecchie novità di peso. Occhi puntati, in particolare, sulle novità in arrivo dalla Corea (con l'avvio della commercializzazione della Kia EV4 e del restyling della Sportage) e su un paio di Suv importanti: la Renault Symbioz full hybrid e la sua gemella giapponese, la Mitsubishi Grandis. Ciliegina, ad alte prestazioni, sulla torta, la Polestar 5, superberlina elettrica da quasi 900 cavalli. Ottobre. Tra le novità di questo periodo spicca senza dubbio il lancio commerciale della Jaecoo 5, che va ad affiancare la sorella maggiore 7 riprendendone il design. Fari puntati anche sulla nuova generazione dell'Audi Q3 e su quella della Jeep Compass. A proposito di modelli ad alte prestazioni, invece, partirà nell'ultimo trimestre dell'anno la fase delle consegne della Ferrari F80. Novembre. Tra le big ai nastri di partenza in questo periodo dell'anno va senza dubbio menzionata la nuova Nissan Micra, che rinasce sulla piattaforma AmpR Small della Renault e che condividerà molte delle soluzioni adottate dalla R5. Da non dimenticare l'avvio delle consegne della Volvo ES90, la nuova ammiraglia elettrica del marchio svedese. Spazio anche alle cinesi, con la Omoda 7 che farà il suo debutto sul nostro mercato. Dicembre. Tra le novità attese al varco, spicca la Fiat 500 ibrida, ma sono da segnalare anche i lanci dell'Audi Q3 Sportback e della Ferrari 296 Speciale, che alza l'asticella delle prestazioni rispetto alla GTB. Occhio anche alla Toyota Aygo X restyling, che accoglie il debutto del full hybrid della sorella maggiore Yaris. Gennaio 2026. Le novità principali del periodo vanno dal lancio commerciale della Ferrari Amalfi a quello della nuova serie della Volkswagen T-Roc. Da non trascurare pure la coppia di elettriche giapponesi Suzuki e Vitara - Toyota Urban Cruiser, né il lancio delle varianti termiche della Mercedes CLA, che terranno a battesimo un nuovo 1.5 turbobenzina mild hybrid a 48 volt. Febbraio 2026. Da tenere d'occhio il lancio commerciale dell'Audi RS 5 Avant, che succederà all'omologa RS 4 portando al debutto un nuovo powertrain plug-in. Spazio anche alla Range Rover elettrica, modello a batteria che va a occupare il vertice della gamma del marchio britannico, e a un vero e proprio peso massimo del mercato: la Renault Clio, che arriva alla sesta serie. Riflettori puntati, infine, su un'esotica supercar elettrica made in China: la Xiaomi SU7.
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Dacia - Le Vot lascia l'azienda
Il mese di settembre inizia con una serie di grosse novità per il gruppo Renault, a cominciare dalla Dacia: l'amministratore delegato Denis Le Vot lascia infatti l'azienda, per motivi che non sono stati comunicati ufficialmente. Al suo posto arriva Katrin Adt, ex vicepresidente della Mercedes: la manager tedesca entrerà anche nel Comitato di direzione del Gruppo e risponderà a Fabrice Cambolive, già ceo della Renault. Le sfide della nuova ceo. Con circa 26 anni di esperienza nell'automotive, Adt ha lavorato soprattutto nel gruppo Mercedes-Benz, con una carriera incentrata su vendite e retail. Tra i suoi compiti, quello di affrontare insieme la prossima sfida della Casa romena, spiega Cambolive, ossia elettrificare la gamma in stile Dacia. un privilegio poter contribuire a scrivere il prossimo capitolo della sua straordinaria storia di successo, ha aggiunto Adt. Un responsabile per lo sviluppo del gruppo. Proprio Cambolive è anche il nuovo chief growth officer del gruppo Renault: una posizione appena creata, resasi necessaria per affrontare le sfide che ci attendono, spiega Franois Provost, ceo del gruppo Renault. Abbiamo bisogno di un'organizzazione in grado di prendere decisioni con rapidità, agire con intelligenza e restare vicino ai clienti. Nel suo nuovo incarico Cambolive supervisionerà entrambi i marchi, Renault e Dacia, garantendo un solo approccio strategico e aumentando al massimo i ricavi su tutti i mercati, permettendo al gruppo di sfruttare appieno i vantaggi dell'identità e del posizionamento sul mercato delle singole Marche. Cambolive si occuperà anche dello sviluppo internazionale del gruppo, in particolare sui mercati ritenuti prioritari di India, America Latina e Corea. Le altre nomine. Con l'inizio del mese Franois Provost ha ufficializzato una serie di altre nomine all'interno del gruppo. Tra queste, quella di Philippe Brunet a chief technology officer (al posto di Philippe Krief, confermato ceo di Alpine), per occuparsi della nuova fase di trasformazione ingegneristica del gruppo Renault e della divisione software Ampere. Anthony Plouvier è stato nominato chief procurement officer al posto di Provost, si occuperà di migliorare la competitività nel ramo acquisti. Thierry Charvet rimane responsabile industria e qualità ma si occuperà anche dei fornitori, mentre alle risorse umane è stata nominata Claire Fanget, ex responsabile HR del marchio Renault. Succede a Bruno Laforge, che lascia l'azienda.
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Ferrari 312T - Il destriero di Lauda - VIDEO
Non doveva fare il pilota, Niki Lauda. Cresciuto in una famiglia borghese viennese, avrebbe dovuto occuparsi di finanza, non di corse. Ma a 19 anni scelse un'altra strada: mollò l'università, chiese prestiti alle banche e inseguì il suo sogno. Lauda non era il talento istintivo, il funambolo che guida di pancia: era razionalità, metodo, calcolo. Un approccio che, unito alla sua determinazione feroce, lo portò in pochi anni al tanto agognato titolo iridato a bordo di una Ferrari 312T come quella che troverete in questo documentario, dedicato alle tre italiane che nel 1975 salirono sul gradino più alto del podio nelle rispettive categorie. Il punto di svolta fu l'ingresso in Ferrari nel 1974. Enzo Ferrari vide in lui qualcosa di raro: un pilota veloce, ma anche capace di dialogare con gli ingegneri, primo fra tutti Mauro Forghieri. In un momento complicato per la Scuderia senza vittorie e con una monoposto, la 312B3, competitiva ma non tanto da portare a casa il titolo serviva una rivoluzione tecnica. Forghieri la trovò ruotando di 90 gradi il cambio e sviluppando un nuovo telaio con radiatori spostati all'interno del passo: nacque così la Ferrari 312T, dove la T indicava proprio quel cambio trasversale che avrebbe definito le doti dinamiche della monoposto. Con quella vettura, Lauda nel 1975 vinse cinque Gran Premi e il titolo mondiale. Ma fu nel 1976 che il suo nome si trasformò in leggenda. Dopo un inizio dominante, l'incidente al Nürburgring cambiò tutto: ustionato, gravemente ferito, ricevette l'estrema unzione. E invece, solo 42 giorni dopo era di nuovo in griglia, a Monza. Col volto segnato, certo, ma con la mente lucida come sempre. Il mondiale sfuggì per un solo punto, ma comunque Lauda conquistò il rispetto assoluto del mondo intero. Il secondo titolo arrivò nel 1977, poi l'addio alla Ferrari e un primo ritiro. Ma nel 1982 tornò con McLaren, e due anni dopo, nel 1984, vinse il terzo titolo per mezzo punto. Una vittoria costruita con l'intelligenza, l'esperienza, la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto. Dopo il ritiro definitivo, Lauda non lasciò mai davvero la Formula 1. Fu protagonista del ritorno della Mercedes in F1, artefice dell'ingaggio di Lewis Hamilton, mentore silenzioso ma autorevole. Morì nel 2019, a 70 anni, lasciando un vuoto che ancora oggi pesa nel paddock. La Ferrari 312T era nata per vincere, ma è grazie a un uomo come Lauda che è entrata nella storia. E alla fine, come spesso succede nel motorsport, non si può raccontare l'una senza parlare dell'altro. Buona visione!
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