Renault Twingo - Il prototipo dal vivo a Parigi - VIDEO
La Renault presenta al Salone di Parigi la Twingo E-Tech Electric Prototype. La vettura è stata svelata a fine 2023, ma non è mai stata mostrata in pubblico: il bagno di folla parigino servirà a ingannare l'attesa per il modello di serie elettrico, previsto nel 2026, con prezzi d'attacco inferiori ai 20 mila euro. L'auto sarà sviluppata dalla divisione Ampere con il supporto di partner asiatici, ma verrà costruita in Europa, in Slovenia.
Anni 90. Il design è frutto della medesima filosofia che ha riportato sul mercato la Renault 5, che proprio a Parigi sarà affiancata dalla 4: il richiamo è quindi ai modelli originali della serie, che nel caso della Twingo risale al 1992. Tutte e tre le auto condividono la piattaforma AmpR Small, anche se la più piccola citycar adotterà sospensioni posteriori semplificate e batterie più piccole e meno costose. Nella Twingo E-Tech ritroviamo le forme da piccola monovolume ed elementi molto caratterizzanti come i gruppi ottici a semicerchio, le maniglie rotonde e il tetto panoramico. La carrozzeria, infine, passa da tre a cinque porte per una maggiore praticità.
Stellantis - A Melfi un impianto a biogas: sarà operativo nel 2026
Stellantis ha presentato alla Regione Basilicata un progetto per costruire un impianto a biogas all'interno del complesso produttivo di San Nicola di Melfi. Stando a quanto comunicato dall'ente lucano, la nuova struttura verrà realizzata grazie a un investimento di circa 17 milioni di euro e sarà operativa entro l'estate del 2026: i lavori dovrebbero iniziare già nell'aprile del prossimo anno, una volta espletate tutte le procedure burocratiche.
Meno CO2. L'impianto, che darà lavoro a 55 persone tra manutenzione, servizi e pulizie, consentirà di tagliare i costi energetici della fabbrica di Melfi e di ridurre l'impatto ambientale del complesso produttivo, evitando l'immissione in atmosfera di circa 50 mila tonnellate di CO2 in 15 anni, pari a quanto assorbito da un bosco di circa 700 ettari. Come "combustibile" non saranno utilizzati rifiuti, ma sottoprodotti agroindustriali, come le acque di vegetazione dei frantoi e il materiale derivante dal trattamento di effluenti zootecnici (liquame suino e bovino). L'impianto, uno dei cinque dello stesso tipo programmati da Stellantis, avrà una capacità produttiva di circa 500 metri cubi l'ora di metano (6 MW) e sarà installato dalla "Bioenergy Melfi Srl" della Rienergy E.S.Co. Srl, un'azienda specializzata in impianti energetici da fonti rinnovabili. Bioenergy Melfi rimarrà proprietaria del sistema per un periodo di 15 anni durante il quale Stellantis acquisirà il gas in base a uno specifico accordo e garantirà la disponibilità delle aree interessate grazie a un contratto di locazione. Alla fine del periodo la proprietà dell'impianto passerà al gruppo automobilistico.
Rolls-Royce - Ghost Series II, aggiornamento in arrivo per la berlina inglese
La nuova Ghost Series II prende spunto dall'aggiornamento della Cullinan e si evolve stilisticamente in maniera molto leggera: davanti debuttano la nuova griglia illuminata Pantheon, gruppi ottici e Led diurni ridisegnati e paraurti modificati, mentre il posteriore riprende lo stile della sorella elettrica Spectre. I cerchi di lega da 22 sono proposti con due diversi stili, e tra le infinite possibilità di personalizzazione del reparto Bespoke spicca il nuovo colore Mustique Blue, ispirato a un esemplare unico della Phantom II Continental del 1929 di proprietà di Henry Royce.
Gli interni della Ghost Series II sono ancor più lussuosi ed esclusivi. La plancia adotta un unico elemento in vetro che include l'infotainment con sistema operativo proprietario Spirit, lo Spirit of Ecstasy Clock Cabinet e la strumentazione digitale: le grafiche delle schermate possono essere personalizzate e coordinate con le finiture dell'abitacolo. Per i passeggeri posteriori è prevista l'inedita possibilità di collegare i propri device agli schermi in maniera indipendente, ed è stata aggiornata l'interfaccia di controllo per le regolazioni dei sedili, le funzioni di massaggio e di climatizzazione. Migliorato anche l'impianto audio: di base c'è quello da 1.400 watt con 18 diffusori, mentre in opzione è previsto il sistema Bespoke Audio con controllo dinamico del volume. Tra le infinite opzioni di finitura e personalizzazione spiccano infine i nuovi materiali ecosostenibili, come il tessuto Duality Twill ricavato dal bamboo che richiede ben 2,2 milioni di punti di cucitura su una singola vettura.
Il propulsore rimane il classico V12 6.75 litri biturbo da 420 kW (571 CV), abbinato alla trazione integrale e al cambio automatico a otto marce. Con la coppia massima di 850 Nm, disponibile già da 1.600 giri, la Ghost Series II si guida senza sforzo, garantendo però prestazioni in linea con lo spirito da driver's car della Ghost rispetto alle altre Rolls. Sono confermate anche le sospensioni attive pneumatiche Planar, che utilizzano il sistema di telecamere Flagbearer ed il sistema Gps per leggere le condizioni della strada e impostare di conseguenza la risposta della vettura alle sollecitazioni.
Come per il modello che va a sostituire, la nuova Ghost Series II è affiancata da due varianti aggiuntive: la Extended, con un passo allungato di 170 mm per aumentare ulteriormente lo spazio per i passeggeri posteriori, che possono beneficiare anche della variante Serenity Seating reclinabile dei sedili. Per i clienti più sportivi è disponibile la variante Black Badge, solo su ordinazione: oltre alle finiture specifiche, cerchi e paraurti ridisegnati, l'auto adotta una variante più potente del motore V12 (con 29 CV e 50 Nm in più) e un setup specifico dell'assetto Planar combinato con l'asse posteriore sterzante.
Vincenzo Florio - Luomo che si dedicò una Targa
Tutti pensiamo che sia così. Ma non è vero niente. Diciamolo: Filippo Tommaso Marinetti è un millantatore. E tutti i libri di storia raccontano delle gran balle. Perché è facile attribuire a uno che vive nella Milano dei primi del 900 la paternità di quello che, più che un movimento culturale, è uno stato dell'anima, anzi no, un moto (e che moto!) dello spirito. La verità è che il futurismo, a voler essere onesti, non è nato all'ombra della Madonnina in quel lontano 1909. Ma tre anni prima, sotto il sole della Sicilia. Grazie a Vincenzo Florio: l'uomo che si (auto) dedicò una Targa.
Una visione diversa. Magna Grecia che fu, ombelico del Mare Nostrum quanto vuoi, la Sicilia di più di un secolo fa, tutto poteva ispirare fuorché una gara di velocità. Eppure Vincenzo Florio, detto Junior perché in famiglia andava distinto dal nonno senatore del Regno, guardando quelle strade sterrate punteggiate dai fichi d'India vedeva chicane Colpo di sole o di genio?
Il nome. In realtà, la domanda giusta è un'altra: chi era costui? Vincenzo, nella Sicilia dei gattopardi, è la massima evoluzione della specie, una sorta di ultimo modello, una splendida final edition di quel mondo che fu. Fatto di nobiltà dal respiro internazionale e di sicilianità autentica, splendido condensato di memorie, decadute e decadenti. Vincenzo era il rampollo di una famiglia che non aveva lo stemma araldico sulla facciata del palazzo, ma il cognome sulle etichette di un Marsala bevuto in tutto il mondo. Che, tra l'altro, campeggiava anche sulle navi della flotta mercantile e su una serie di attività varie e eventuali (tonnare comprese). Insomma, Vincenzo uomo nuovo. Futurista per vocazione, vive in una modernità che se non c'è, bisogna inventarsela. La sua dote? Saper unire i puntini: la passione per le corse, i suoi bastimenti che si possono riempire di auto e piloti e quelle montagne alle porte di Palermo, che sembrano fatte apposta per mettere alla prova genti e motori.
Le origini del mito. E così, le Madonie su cui prima osavano solo i carretti, si trasformano nel prototipo della gara ideale. Sì, perché quel tracciato mette insieme velocità, durata e avventura. La formula è vincente, a tal punto che qui ci vengono a correre tutti. Ma proprio tutti: anche gente che da grande avrebbe firmato bolidi e ammiraglie, come Enzo Ferrari e Vincenzo Lancia. Gente che i locali han visto correre sotto le mentite spoglie di piloti, coperti di polvere.
La vera essenza della gara. Il testamento morale di Florio, continuate la mia opera perché l'ho creata per sfidare il tempo, viene citato, anche recitato, come si fa con una poesia. O un salmo religioso. Ma il rischio è non capire veramente cosa volesse dire. Perché in realtà il suo lascito non è un invito a proseguire una gara di cancelli, più o meno arrugginiti, ma un inno futurista al progresso, all'inventiva, alla sperimentazione. Anzi, di più: alla passione per la velocità. E non tanto delle macchine, ma del pensiero, delle decisioni, del dire sì dai, facciamolo. Cambiamenti, non regolamenti. Automobilismo versus immobilismo: questa fu la risposta di Vincenzo. Che aveva capito una cosa: la vita è una sfida contro il tempo. Il proprio. E se vai piano, sei lento o dormi, bello mio, l'hai già persa in partenza.
Ferrari Roma Spider - La scoperta su misura di Maranello
La Ferrari ha presentato un esemplare unico della Roma Spider, realizzata dalla divisione Tailor Made, che si occupa della personalizzazione delle vetture in base alle esigenze dei clienti. Un'auto nata per mostrare le possibilità disponibili, le tecniche di lavorazione e i materiali innovativi utilizzati dal laboratorio di Maranello. La vettura sarà esposta da oggi al Museo Enzo Ferrari di Modena, all'interno della mostra Ferrari One of a Kind, dove resterà fino a febbraio 2025.
Per disegnare sulle lamiere. Con questa Roma Spider la Ferrari ha inaugurato una nuova tecnica di laseratura dei componenti in alluminio della scocca, utilizzata per lo scudetto sul parafango anteriore, e che ha permesso ulteriori customizzazioni, come il design del cofano, arricchito dalla rosa dei venti e dalle coordinate geografiche di Maranello. L'alluminio riciclato in questa fase viene successivamente riutilizzato per realizzare alcuni componenti del V8 biturbo da 620 CV, così da minimizzare la produzione di scarti.
Materiali responsabili. All'interno dell'auto è stata utilizzata pelle nappa senza cromo, oltre a legnami di origine controllata per il tonneau cover e il pavimento posteriore. Alcuni componenti sul tunnel centrale sono in sabbia, ricavati dal riciclo delle lavorazioni di sterratura dei getti all'interno della fonderia di Maranello. Ancora, il filato delle cuciture della specchiatura centrale dei sedili, eseguite a mano, è ottenuto dal riciclo dei pneumatici.
Partnership con Montblanc. Prosegue anche per questo modello la collaborazione con il produttore tedesco, che ha realizzato un'edizione speciale della stilografica Meisterstück, colorata nello stesso Oro Mida usato per la carrozzeria della Roma Spider. Il pennino è in oro massiccio Au750 lavorato a mano e rivestito in platino con un motivo a compasso, così come il tappo e i raccordi. Il taccuino che accompagna la penna è nella stessa pelle usata per i sedili.
Volkswagen Tayron - La Tiguan diventa XL - VIDEO
La Volkswagen porta sul mercato italiano una nuova Suv, la Tayron, declinazione extralarge della best seller Tiguan. Parliamo di un veicolo in grado di ospitare fino a sette passeggeri, ma dotato al contempo di un bagagliaio decisamente importante: 885 litri nella versione a cinque posti (345 in quella a sette), quanto basta per piazzarsi ai primissimi posti di un'ipotetica classifica di vetture con maggiore capacità di carico.
Il frontale della Tayron è del tutto simile a quello della sorella di una taglia più piccola; dalla Tiguan sono ripresi, oltre alle forme generali, anche i fari Led Matrix Hd e il listello luminoso che li collega. A distanziare nettamente i due modelli sono, ovviamente, le dimensioni: 4.770 mm per la Tayron contro i 4.539 mm della Tiguan. Di fatto, il nuovo modello si posiziona tra quest'ultima e la Touareg (4.902 mm).
Abitacolo all'avanguardia. All'interno, la Tayron offre il Digital Cockpit Pro, con strumentazione da 10,25 pollici, mentre il sistema infotainment al centro della plancia presenta un display da 12,9 pollici, integrato con Apple CarPlay, Android Auto e navigazione. La versione top di gamma Discover Pro Max sostituisce lo schermo centrale con uno più grande (15 pollici) e un head-up display sul parabrezza, assieme all'assistente vocale Ida con integrazione di ChatGPT. La seconda fila di sedili è regolabile e ribaltabile, offrendo ampio spazio per i passeggeri e maggiore flessibilità. Nella configurazione a sette posti, i sedili posteriori si spostano invece in avanti per facilitare l'accesso alla terza fila, composta da due sedute singole ripiegabili nel bagagliaio quando non in uso, pensate per lo più per due bambini.
Ampia gamma motori. Sul fronte powertrain, la Tayron è disponibile nella versione plug-in hybrid da 204 o 272 CV, con una batteria da 25,7 kWh (lordi) che supporta ricariche rapide fino a 50 kW; nella configurazione mild hybrid, invece, la Suv è equipaggiata con il 1.5 eTSI da 150 CV. Infine, si può scegliere tra i due litri TDI e TSI con potenze da 150 a 265 CV. Per tutti, la trasmissione è solo automatica e abbinata alla trazione integrale 4Motion, mentre solo nel caso del diesel meno potente troviamo la trazione anteriore. Il sistema DCC Pro con regolazione adattiva degli ammortizzatori permette di adattare l'assetto della vettura in tempo reale, offrendo sia confort sia una dinamica di guida sportiva, gestita dal Vehicle Dynamics Manager, che ottimizza il comportamento dell'auto in base alle condizioni di marcia. Volete sapere di più sulla Volkswagen Tayron? Guardate il video qui sopra.
Dacia Bigster - Tanta macchina - VIDEO
La Bigster è lunga 4 metri e 57, larga 1 e 81, alta 1 e 71 e con un passo di 2 e 70. Lo stile sottolinea la sua stazza: linee tese e volumi geometrici. In nome dell'ecologia, ma anche del risparmio, la corazza di questa Suv sfoggia parti tinte all'origine: meno inquinanti nella loro lavorazione e meno inclini a graffiarsi nell'uso. Alcune componenti sono realizzate in Starkle, materiale parzialmente derivato dal riciclo e utilizzato allo stato grezzo. Al tempo stesso, la Bigster non si fa mancare qualche vezzo estetico, come grandi cerchi (le misure vanno da 17 a 19 pollici) e la livrea bitono opzionale.
Nell'abitacolo, il quadro strumenti (digitale) può essere da 7'' o 10'' a seconda degli allestimenti; il touch screen dell'infotainment, invece, è da 10,1'' su tutte le versioni. Già da quella d'accesso (Essential), il sistema garantisce quattro altoparlanti e connettività wireless con Apple CarPlay e Android Auto. Salendo di grado, subentrano la navigazione connessa (con mappe aggiornate per 8 anni) e lo stereo Arkamys 3D a sei altoparlanti.
I sette posti rimangono appannaggio esclusivo della Jogger. La Bigster è "solo" per cinque e in seconda fila riserva una discreta dose di centimetri (24, secondo la Casa) alle gambe dei passeggeri. Ma si può anche godere di una certa versatilità se si opta per gli schienali del divanetto frazionati 40/20/40 (abbattibili con un comando elettrico dal vano posteriore), grazie alla possibilità di ribaltare un bracciolo portaoggetti tra le due sedute più esterne o di aprire uno spazio per il carico passante. La lunghezza massima di carico di 2,7 metri, mentre il bagagliaio conta 667 litri e può avere l'apertura automatica del portellone.
La gamma della Bigster è interamente elettrificata e offre quattro opzioni. Al vertice troviamo l'ibrido full, che è un inedito per tutto il gruppo Renault: la versione Hybrid 155 è l'evoluzione di quella già vista su Jogger e Bigster e, oltre ad essere più potente (155 CV), dispone di un quattro cilindri dalla cubatura maggiore (1.8 litri). Il motore termico è coadiuvato da due unità elettriche: una da 50 CV e una che funge da starter/generatore. Completano il powertrain una batteria da 1,4 kWh e il cambio Multimode, che fa della full hybrid l'unica versione automatica della Bigster. Le altre, tutte mild hybrid a 48 volt, sono la TCe 140, dotata di un tre cilindri turbobenzina di 1.2 litri con cambio manuale a sei marce; la ECO-G 140 (stesso motore, ma con alimentazione bifuel, che può contare su 50 litri di benzina e 49 litri di Gpl); e la TCe 130 4x4 da 130 CV, con cinque diverse modalità di guida (di cui tre dedicate ai fondi scivolosi).
Sono tre i livelli di allestimento previsti, ma per quattro versioni: Essential, Expression e, in cima alla gamma (a parità di prezzo), Extreme o Journey. La entry-level Essential offre cerchi di lega da 17'', il display centrale touch da 10,1'' abbinato a un quadro strumenti digitale da 7'', il clima manuale, sensori e telecamera di parcheggio. La Expression aggiunge, tra le varie dotazioni, il clima automatico bizona, i sensori pioggia, i retrovisori ripiegabili automaticamente e il divanetto frazionabile 40/20/40 con funzione Easy Fold. Sulla Extreme, dal look più avventuroso, troviamo i cerchi da 18'', il tetto panoramico apribile, il sistema keyless, i tappetini di gomma per abitacolo e bagagliaio, la strumentazione digitale da 10'', il navigatore e il controllo della velocità in discesa. La Journey, invece, nel mix punta più sul confort e offre, tra le varie dotazioni, il sedile del conducente con regolazioni elettriche, la piastra di ricarica wireless, il cruise adattivo, la livrea bi-tono e il portellone ad azionamento elettrico.
Audi Q6 Sportback e-tron - La prima immagine della Suv-coupé elettrica
La Audi ha diffuso il primo teaser della novità principale prevista per il Salone di Parigi, ossia la Q6 Sportback e-tron. La Suv sarà esposta insieme alle nuove Q6 e-tron, A5 e A6 e-tron, già presentate online e pronte per il debutto in pubblico.
Posteriore slanciato. La Q6 Sportback e-tron segue una strategia ormai consolidata in casa Audi: si tratta infatti della variante Suv-coupè della sorella Q6 e-tron, rispetto alla quale propone un design più slanciato e sportivo del posteriore. Non a caso, l'immagine pubblicata dalla Casa tedesca si concentra proprio sulla coda, mostrando il montante e il portellone. Non ci sono ancora dati relativi alla capacità del bagagliaio, che non dovrebbe comunque essere penalizzato dal diverso andamento della coda.
Tre versioni. A meno di - improbabili - sorprese dell'ultimo minuto, i powertrain dovrebbero essere gli stessi della Q6 e-tron: il modello d'attacco performance a trazione posteriore da 326 CV, la bimotore quattro da 388 CV e la sportiva SQ6 da 517 CV, tutte con batteria da 100 kWh e possibilità di ricaricare a 270 kW. Con 641 km di autonomia dichiarata, la versione performance è al momento la più efficiente della gamma Q6.
Sicurezza stradale - Casco per tutti sul monopattino elettrico? Il Consiglio di Stato boccia Firenze
A Firenze, gli over 18 che circolano su monopattino elettrico possono muoversi senza indossare il casco: lo ha deciso il Consiglio di Stato. Che in questo modo annulla il provvedimento del Comune dellagosto 2021, confermando la sentenza del Tar. Il motivo? La sicurezza stradale è una materia devoluta alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, che la esercita con l'adozione di norme valevoli su tutto il territorio nazionale. A Firenze - come nel resto d'Italia - resta la regola di sempre: solo gli over 14 anni possono viaggiare su monopattino elettrico, e i minorenni devono farlo col casco.
In attesa della riforma. Per limitare le conseguenze degli incidenti (in forte crescita) che coinvolgono questi veicoli, il legislatore mira a estendere l'obbligo ai maggiorenni con la riforma del Codice della strada, annunciata nell'estate 2023 e attualmente arenata in Parlamento. Diversi gli emendamenti al disegno legge: in particolare, uno propone di imporre l'obbligo di casco a tutti solo se il monopattino è di proprietà; se in sharing, e con velocità limitata a 20 km/h, la prescrizione non vale per gli over 18.
Carburanti - Giorgetti: "Accise giù per la benzina e su per il gasolio"
Giancarlo Giorgetti conferma il possibile intervento del governo sulle accise dei carburanti: "Abbiamo scritto allineamento, che è un obbligo che deriva da impegni europei rispetto ai sussidi ambientalmente dannosi", ha spiegato il ministro dell'Economia, durante un'audizione sul Psb (Piano strutturale di bilancio). "Significa che probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio. Dobbiamo calare quest'obbligo con gradualità, evitando contraccolpi alle categorie professionali".
Le motivazioni. Dunque, Giorgetti ha fatto riferimento solo alla necessità di soddisfare specifiche disposizioni di Bruxelles, mentre non menziona la ricerca, da parte del governo, di risorse per sostenere conti pubblici messi a dura prova dal deterioramento del contesto macroeconomico. Del resto, pochi giorni fa è stato lo stesso ministero ad anticipare la possibilità dell'allineamento delle accise: "Sulla base degli impegni Pnrr, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica, approvato nel 2022, il governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi. L'intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell'innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due. Il Piano strutturale di bilancio di medio termine ha previsto che questo allineamento sarà definito nell'ambito delle misure attuative della delega fiscale".
La Corte dei Conti dice sì. Sempre sulla questione delle accise, il governo ha ottenuto il sostegno della Corte dei Conti. Anche l'organo presieduto da Guido Carlino è stato ascoltato dai parlamentari sul Psb e le conclusioni dell'intervento sono favorevoli all'allineamento. Infatti, nella relazione della Corte si legge che "il Catalogo sui sussidi ambientali del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica del 2022 evidenzia come siano stimabili maggiori costi esterni specifici della combustione del gasolio rispetto alla benzina (inquinamento da particolati, PM, ossidi di azoto e ozono) e, quindi, un trattamento fiscale preferenziale non sia giustificato". Tra l'altro, l'organo costituzionale non manca di criticare il governo perché nel Psb mancano indicazioni precise sul più ampio riordino e taglio dei regimi agevolativi. L'unica eccezione è rappresentata dall'allineamento delle accise, che "corrisponde alla rimozione di uno dei più discussi sussidi ambientali dannosi. Peraltro, anche altre agevolazioni per i carburanti non appaiono giustificate alla luce degli obiettivi di decarbonizzazione del trasporto".
Mini Cooper Cabrio - Linglesina viaggia a cielo aperto
Pressoché invariata rispetto alla versione chiusa, la nuova Cooper Cabrio si distingue solo per i cerchi di nuovo disegno, ottimizzati per migliorare l'aerodinamica, disponibili nelle misure da 16 a 18. Dietro i poggiatesta posteriori si trova il sistema di protezione antiribaltamento. Quasi identiche anche le dimensioni esterne: la Cooper Cabrio è lunga 3.879 mm (3 mm più della berlina), larga 1.744 e alta 1.431 mm (1 mm in meno). A capote aperta il bagagliaio mette a disposizione 160 litri, che diventano 215 viaggiando con il tetto chiuso. Per aumentare la praticità, il portellone posteriore si apre verso il basso. Dodici i colori disponibili per la carrozzeria, tra cui il Copper Grey di serie; su richiesta le calotte degli specchietti retrovisori in Jet Black o Glazed White.
Fa anche da tettuccio. La capote di tela si aziona con un pulsante sul tunnel centrale, si apre in 18 secondi e si chiude in 15, fino a una velocità di 30 km/h. In alternativa all'esperienza en plein air è possibile aprire solo parzialmente il soft-top, fino a 40 centimetri, trasformandolo in un vero e proprio tettuccio. La capote è offerta di serie in nero e su richiesta in grigio con il disegno dello Union Jack. La funzione Always Open Timer permette di vedere sullo schermo dell'infotainment il tempo di viaggio percorso con il soft-top aperto.
Invariati anche gli interni, dove spiccano il display circolare a Oled al centro della plancia da 24 cm di diametro, e la piccola pulsantiera sottostante (impiegata per l'accensione, il cambio, il controllo del volume e la selezione delle diverse Experiences di bordo): diverse, invece, sono le modalità di guida, i colori delle luci ambientali e la grafica dello schermo. In base all'allestimento, i sedili sono rivestiti di tessuto, di pelle vegana sintetica Vescin, oppure sportivi con cuciture a contrasto.
Sulla nuova Cooper Cabrio non c'è spazio per il tre cilindri da 115 kW (156 CV) della berlina: la scoperta inglese prevede solo un quattro di 2.0 litri, declinato in varie potenze e abbinato a un cambio automatico a 7 rapporti con doppia frizione. La versione d'attacco C ha un'unità da 120 kW/163 CV, con una coppia massima di 250 Nm, capace di far accelerare l'auto da ferma a 100 km/h in 8,2 secondi, fino alla velocità massima di 220 km/h. La Cooper Cabrio S ha invece una potenza di 150 kW/204 CV, con una coppia di 300 Nm; scatta da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi e arriva a 237 km/h.
Come la berlina, anche la nuova Cooper Cabrio è disponibile in tre allestimenti: Classic, Favoured e JCW, con una caratterizzazione più sportiva. Di serie per tutte i cerchi di lega da 16, la capote di colore nero, il climatizzatore bizona, il volante riscaldabile, i sensori luci e pioggia, i sensori di parcheggio e la telecamera posteriori, la connettività con Apple CarPlay e Android Auto wireless. Gli Adas sono quelli previsti per legge.
Tre taglie di optional. Come per il resto della gamma Mini, gli optional sono divisi in pacchetti di diverse "taglie": la S comprende l'antifurto, i sedili anteriori riscaldabili, l'head-up display, la ricarica wireless per gli smartphone e la selezione per le modalità di guida. La M aggiunge il deflettore frangivento, mentre la L il navigatore con realtà aumentata, l'assistente al parcheggio e l'impianto audio Harman/Kardon. La XL completa la dotazione con la guida assistita di Livello 2, i sedili a regolazione elettrica e la capote con lo Union Jack.
I prezzi. Ecco il listino completo di Mini Cooper Cabrio per l'Italia
- Cooper Cabrio C 163 CV Classic: 32.900 euro
- Cooper Cabrio C 163 CV Favoured: 37.100 euro
- Cooper Cabrio C 163 CV JCW: 39.180 euro
- Cooper Cabrio S 204 CV Classic: 35.900 euro
- Cooper Cabrio S 204 CV Favoured: 40.100 euro
- Cooper Cabrio S 204 CV JCW: 42.180 euro
Elettriche cinesi - Pechino propone un prezzo minimo di 30 mila euro: no di Bruxelles
Bruxelles e Pechino trattano per trovare una soluzione alla questione dei dazi all'importazione di auto elettriche di origine cinese. Al centro delle discussioni ci sarebbe un particolare meccanismo per definire prezzi minimi di vendita, ma è proprio su questo punto che si starebbe concretizzando lo stallo tra le parti. Infatti, secondo indiscrezioni della Reuters, l'Unione Europea avrebbe respinto la proposta cinese su un prezzo minimo di vendita di 30 mila euro.
L'ostacolo. Tale valore rappresenta un dettaglio rilevante, perché finora era emersa solo la conferma, da parte della Commissione europea, di uno stallo proprio sulla definizione dei prezzi minimi. Bruxelles, infatti, ha confermato di aver respinto già un mese fa le proposte cinesi di fissare una soglia sotto la quale non scendere per la vendita in Europa delle elettriche prodotte in Cina. Per il massimo organo esecutivo della Ue, un eventuale accordo sui dazi non deve solo includere un meccanismo di impegni precisi su determinate soglie di prezzo, ma anche risolvere il problema dei sussidi e delle agevolazioni garantite dal Dragone ai suoi costruttori. A tal proposito, il ministero del Commercio cinese ha confermato il focus dei negoziati su una una qualche forma di "impegno per prezzi flessibili", mentre Bruxelles si è detta pronta a valutare non solo prezzi minimi, ma anche ulteriori impegni, per esempio su possibili quote di importazione.
Le trattative. Una soluzione potrebbe essere un prezzo minimo calcolato singolarmente per ogni Casa automobilistica e che tenga conto anche della tipologia, della dimensione e dell'autonomia del modello. I funzionari europei punterebbero, inoltre, a un prezzo minimo tra 35 e 40 mila euro, un intervallo ritenuto un "miglior metro di misura per le trattative". D'altro canto, la questione dei prezzi è di estrema rilevanza. Attualmente, secondo i dati del primo semestre elaborati dalla Jato Dynamics, il prezzo medio di una Bev in Cina si aggira intorno ai 32 mila euro, con alcuni modelli come la BYD Seagull che viene commercializzata a meno di 10 mila euro. In Europa, invece, la media schizza a circa 66 mila euro. Il differenziale è enorme, mentre i tempi per una soluzione sono sempre più stretti. La Commissione europea annuncerà una decisione definitiva a favore dei dazi entro e non oltre il 31 ottobre prossimo, ma intende proseguire le trattative anche dopo tale scadenza, inserendo una specifica disposizione nel regolamento finale.