Ponte sullo Stretto - La costruzione fa gola ai cinesi
Il Ponte sullo Stretto di Messina, con il suo valore di almeno 10 miliardi di euro, fa gola a molti, ma forse il ministro delle Infrastrutture Salvini, strenuo sostenitore del progetto, non si aspettava che i primi a candidarsi per la realizzazione dell'opera fossero proprio quei cinesi la cui minaccia in campo automotive ha ripetutamente denunciato. Eppure, è proprio così: a manifestare interesse per il colossale lavoro, da poco inserito nei propri piani dal governo Meloni, è stata la China Communications Construction Company, colosso del settore delle costruzioni nel quale occupa il terzo posto a livello mondiale.
La dichiarazione. A dichiarare l'interesse per il Ponte, in una intervista rilasciata al quotidiano Sole 24 Ore, è stato Pei Minshan, vice general manager dell'azienda, che candida alla realizzazione del progetto la CCCC "in qualità di più grande società di progettazione e costruzione di ponti al mondo", aggiungendo di sperare di "poter utilizzare la tecnologia aziendale, già collaudata nella costruzione di altri due ponti simili, per contribuire a promuovere lo sviluppo economico e l'integrazione nel Sud e nel Nord Italia". Il progetto originale, che risale al 2011 e richiede aggiornamenti, prevede la costruzione del ponte strallato più lungo del mondo, basato su due soli piloni posti alle estremità e su cavi di sostegno a essi ancorati, per una estensione complessiva di 3,2 chilometri. La CCCC ricorda di aver lavorato solo nell'ultimo decennio a oltre 1.500 progetti infrastrutturali anche al di fuori dei confini cinesi, in Paesi come la Mauritania, la Serbia e la Croazia, per un totale di oltre 7 mila chilometri di strade, più di 100 ponti e 80 porti. Due di quest'ultimi si trovano in Italia, a Genova e Vado Ligure (SV), dove l'azienda cinese è intervenuta nella creazione di un terminal automatizzato. Ora nel suo mirino c'è anche il porto di Taranto, ma la presenza di Pechino in queste realtà ha suscitato un certo allarme nel mondo occidentale, desideroso di proteggere la propria riservatezza industriale. Come potrebbe essere accolto, allora, il coinvolgimento di un colosso cinese di questo livello nella realizzazione di un'opera strategica come il Ponte di Messina?
Mercato italiano - La Top 3 per alimentazione di marzo - FOTO GALLERY
Sullo sfondo di una crescita della domanda in accelerazione a marzo, dopo aver messo in evidenza le dieci auto più vendute del mese, analizziamo l'andamento delle immatricolazioni in base alle principali alimentazioni.
I numeri. Le auto a benzina, grazie a un aumento del 45,9%, vedono la loro penetrazione migliorare dal 27,3% al 28,4%, mentre le diesel, nonostante un +35,1%, scendono nella quota di mercato dal 21% a 20,3%. Andamento positivo pure per le Gpl, con un +15%, sebbene la loro penetrazione passi dal 9,3% al 7,6%. Le vetture a metano crollano dell'85,8% e scendono dall'1,1% allo 0,1%. Prosegue la crescita delle ibride: +48,2% e quota in salita dal 32,6% al 34,5%. Sul fronte delle vetture alla spina, le ibride plug-in guadagnano il 19,6%, perdendo però quote di mercato (dal 5,1% al 4,3%), mentre le elettriche segnato un +81,5% e vedono la loro penetrazione risalire dal 3,7% al 4,8%.
Sfoglia la nostra galleria fotografica per scoprire i podi delle auto più vendute a febbraio nei tre segmenti di alimentazione: benzina, gasolio, Gpl, metano, ibride, ibride plug-in ed elettriche.