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Aggiornato: 18 min 47 sec fa

Emissioni Ue - La Nissan si allea con la Byd

Ott 20,2025
Il tema delle emissioni europee e delle relative multe per lo sforamento dei limiti riserva sempre qualche sorpresa. Negli ultimi mesi, per esempio, ha fatto scalpore il maxi-pool formato da decine di grandi costruttori con la Tesla. La notizia delle ultime ore riguarda, invece, la Nissan, che ha scelto di unire le forze non con la Renault o la Mitsubishi, suoi storici alleati, bensì con la cinese BYD.  Il pool cino-giapponeseIl pool, secondo la documentazione disponibile nei canali informatici dell'Unione europea, è gestito da Nissan Automotive Europe, con sede in una cittadina alle porte di Parigi, e vede la partecipazione, per l'appuno, di BYD Europe BV, la filiale di diritto olandese del colosso cinese. Il raggruppamento, valido per tutto il 2025, è ancora aperto: chiunque sia interessato ad aderire ha tempo fino al 17 novembre prossimo per presentare alla Nissan la richiesta di adesione. Ancora aperto è anche un altro pool recente: è gestito da KG Mobility (l'ex Ssangyong) e vede la presenza di Zhaoqing Xiaopeng Investment of New Energy, una controllata della XPeng.  Il meccanismo del poolingLa Nissan, che negli anni scorsi ha unito le emissioni con gli alleati Renault e Mitsubishi, ha quindi preferito la BYD per sfruttare il meccanismo del pooling. Si tratta di uno degli strumenti esplicitamente previsti dai regolamenti comunitari per agevolare i costruttori: consente alle case automobilistiche di unire le proprie flotte per soddisfare i requisiti e quindi evitare il pagamento delle multe relative a eventuali sforamenti dei limiti di CO2 e già oggi quantificate in diversi miliardi di euro. In sostanza, chi ha valori elevati può sfruttare chi è più "virtuoso", come nel caso della BYD, per abbassare la propria media e avvicinarsi ai requisiti o soddisfarli del tutto. Si tratta, però, di un meccanismo a doppio taglio: l'alleanza prevede sempre il pagamento di oneri per l'acquisto di crediti verdi a favore di chi ha livelli emissivi più bassi. 
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2035 - Von der Leyen apre ai biocarburanti

Ott 20,2025
Ursula von der Leyen continua a tendere la mano alla filiera automobilistica. Dopo le E-Car, espressamente richieste da alcuni costruttori, il presidente della Commissione Ue ha deciso, per la prima volta, di aprire una porta all'inclusione dei biocarburanti nella prossima revisione dei regolamenti comunitari sulle emissioni di auto e furgoni. E l'ha fatto in una lettera sulla competitività e le transizioni verde e digitale indirizzata ai leader politici del blocco comunitario in vista della riunione del Consiglio europeo di giovedì 23 ottobre L'apertura ai carburanti avanzatiNella missiva, Von der Leyen ricorda, innanzitutto, il processo di revisione del regolamento sulle emissioni, che di fatto impone il divieto alla vendita di auto a benzina o diesel per il 2035: "Specificamente per il settore automobilistico, e a seguito dell'ultimo Dialogo Strategico, ho deciso di accelerare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni", che ora è "previsto entro la fine di quest'anno". "In tale contesto, rimaniamo fedeli al principio di neutralità tecnologica e di efficienza dei costi", aggiunge il presidente della Commissione, che poi fa la sua apertura: "Nel preparare la revisione, stiamo anche valutando il ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni di carbonio nella transizione verso un trasporto su strada a zero emissioni oltre il 2030, come gli e-fuel per i quali mi sono già impegnata nelle Linee Guida Politiche e i biocarburanti avanzati". Si tratta, tra l'altro, di una rischiesta più volte avanzata dal governo italiano e dai leader di altri Paesi. Il mantra della flessibilitàDetto questo, bisognerà vedere se e come l'apertura di von der Leyen si concretizzerà in un atto pratico anche perché il presidente della Commissione continua a difedere a spada tratta le sue politiche ambientali nonostante le ormai incessanti pressioni di varie cancellerie a cambiare rotta nell'approccio alla decarbonizzazione. A tal proposito, von der Leyen ha ancora una volta confermato gli obiettivi climatici stabiliti negli anni scorsi, pur lasciando la porta aperta a una maggior flessibilità, un termine diventato ormai un mantra delle sue uiltime dichiarazioni. "Nessuno dovrebbe poter sottoporre il nostro tessuto economico e sociale a tensioni tali da provocarne il collasso. Questa combinazione è stata al centro del mio secondo mandato ed è chiaramente illustrata nella nostra proposta relativa all'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2040". Per von der Leyen "si tratta di un obiettivo ambizioso: una riduzione del 90%. E flessibile: la nostra proposta prevedeva una notevole flessibilità per gli Stati membri e le industrie in merito alle modalità di raggiungimento dell'obiettivo. Per esempio, Il nostro obiettivo interno di riduzione delle emissioni può essere inferiore al 90%, a condizione che questo sia compensato da riduzioni simili, economicamente vantaggiose e ad alta integrazione, al di fuori dell'Ue".
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