Suzuki - Online una nuova sezione dedicata alla sostenibilità
Suzuki Italia ha inaugurato una nuova sezione del proprio sito web interamente dedicata alla sostenibilità. Il filo conduttore scelto è il ciliegio sakura, simbolo giapponese di armonia e benessere, a rappresentare l'impegno della Casa di Hamamatsu verso l'ambiente e la responsabilità sociale.
Tutte le iniziative. La pagina illustra le principali iniziative avviate da Suzuki in Italia, come la piantumazione di oltre 1.100 alberi con il progetto Green Friday, la raccolta di 115,6 tonnellate di rifiuti tramite Save The Green e la riduzione delle emissioni di CO grazie all'installazione di pannelli solari nella sede di Robassomero. Non mancano iniziative per la tutela della biodiversità, come la creazione di Bug Hotels e il progetto Autostrada delle Api.
Gli obiettivi a lungo termine. Suzuki presenta anche la sua strategia globale per una mobilità sostenibile, ispirata al principio giapponese "Sho Sho Kei Tan Bi", che promuove la riduzione del peso e delle dimensioni dei veicoli, il miglioramento dell'efficienza energetica e il riciclo dei materiali. L'azienda punta alla neutralità carbonica entro il 2050, con un obiettivo intermedio fissato al 2030. Con questa iniziativa, Suzuki rafforza la trasparenza nei confronti di clienti e stakeholder, fornendo un quadro chiaro delle azioni concrete intraprese per un futuro più sostenibile.
Hyundai - La easyWallbox di Free2move inclusa nel prezzo della Inster
Hyundai ha stretto un accordo in Italia con Free2Move per offrire ai clienti dei modelli elettrificati le soluzioni personalizzate di ricarica domestica. Parliamo quindi dei modelli plug-in hybrid ed elettrici della gamma del costruttore coreano: Tucson, Sante Fe, Kona, Ioniq 5, Ioniq 6 e la nuova Inster.
Fino a 7,4 kW. Hyundai fornirà la easyWallbox di Free2Move eSolutions, un dispositivo plug&play che di base offre la ricarica a 2,3 kW con presa Schuko. Sarà possibile inoltre raggiungere i 7,4 kW con un adeguamento dell'impianto e controllare da remoto le funzioni attraverso la App dedicata.
Wallbox inclusa con la Inster. La easyWallbox sarà offerta gratuitamente ai clienti che acquisteranno in fase di lancio la Hyundai Inster: in alternativa sarà possibile richiedere un voucher Charge myHyundai che coprirà una percorrenza di circa 5.000 km.
Lotus Emira - Debutta la Turbo SE da 400 CV
Lotus raggiunge il traguardo delle 10.000 Emira prodotte e aggiorna la gamma. La sportiva, unica endotermica rimasta nei listini della Casa inglese, viene declinata ora nelle due varianti V6 e Turbo SE.
Motore AMG da 400 CV. La nuova Turbo SE adotta una variante da 400 CV e 480 Nm del motore 4 cilindri Turbo di origine AMG, che sostituisce la precedente I4 con il medesimo motore in versione da 360 CV. In questa configurazione potenziata, che prevede come unica opzione il cambio automatico, la Emira tocca i 100 km/h da ferma in 4 secondi netti e raggiunge i 290 km/h di punta massima. L'allestimento Turbo SE, che riprende una sigla storica dei modelli Lotus del passato, include di serie il Lotus Drivers Pack con sospensioni sportive, l'impianto frenante maggiorato con pinze rosse, il Launch Control e i cerchi forgiati da 20".
C'è ancora il V6 manuale. La V6 con il 3.5 litri con compressore volumetrico di origine Toyota rimane a listino: anche questa unità eroga 400 CV ed è disponibile sia con cambio manuale (abbinato al differenziale autobloccante), sia con l'automatico sei marce. In attesa di conoscere prezzi e disponibilità per l'italia, la Lotus ha confermato i listini per l'Inghilterra: 89.500 sterline (poco più di 108 mila euro) per la Turbo SE e 92.500 sterline (111.700 euro) per la V6, con ordini aperti dal mese di aprile.
Punti di ricarica - La rete italiana continua a crescere: superata quota 64 mila
Non si arresta la crescita della rete italiana delle colonnine per le auto elettriche. In particolare, secondo la sesta edizione dello studio "Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia" dell'associazione Motus-E, le colonnine hanno superato quota 64mila attestandosi, alla fine del 2024, a 64.391 unità. L'anno scorso sono stati 13.713 i nuovi punti installati, di cui 4.052 solo negli ultimi tre mesi. In termini percentuali la rete è cresciuta di oltre il 27% rispetto al 2023 e del 75% negli ultimi due anni.
Potenza e distribuzione. Migliora anche l'incidenza delle prese più potenti: il 47% delle installazioni nel 2024 è di tipo rapido e ultrarapido. Si tratta, per l'associazione, di un record assoluto visto che lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni. Quanto alla distribuzione per macroaree, al Nord si concentra il 57% delle colonnine, al Centro il 20% e al Sud il 23%. La Lombardia si conferma la prima Regione (12.926) davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita della rete nel 2024, con 3.531 nuovi punti, seguita da Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945). Tra le città è Roma a contare più colonnine (3.117), seguita da Milano (1.400) e Napoli (1.235). La classifica cambia considerando la densità: Napoli sale sul gradino più alto del podio, con 11 punti ogni chilometro quadrato, davanti a Torino (8) e Milano (poco meno di 8). Infine, per quanto riguarda le autostrade, le colonnine sono 1.087 (il 63% oltre i 150 kW,), a fronte delle 932 di fine 2023. Lo studio comprende un aggiornamento dell'analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati: considerando anche le aree più remote e isolate del Paese, nel 94% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km, con un rilevante passo avanti rispetto all'86% di copertura del 2023. Avvicinandosi alle aree urbanizzate e alle arterie stradali la densità cresce in maniera esponenziale, superando anche i 2.000 punti di ricarica nel raggio di 10 km dalle grandi città. In autostrada le colonnine arrivano a 3.447 considerando anche quelle entro 3 km dall'uscita.
Il confronto europeo. Non manca un confronto con gli altri grandi Paesi europei. Con 19 punti di ricarica ogni 100 auto elettriche circolanti, l'infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti ogni 100 Bev), Germania (8 punti ogni 100) e Regno Unito (7 punti ogni 100 auto elettriche circolanti). Vale lo stesso per le colonnine rapide in corrente continua: l'Italia (3,4 punti in DC ogni 100 Bev circolanti) supera, nell'ordine, Francia (2,6), Germania (1,7) e Regno Unito (1,2). Il primato italiano riflette "i grandi passi avanti compiuti sul fronte infrastrutturale", ma l'associazione riconosce "il notevole ritardo dell'Italia sulle immatricolazioni elettriche": la quota di mercato è ancora ferma intorno al 5% e il parco circolante esiguo. L'Italia è davanti anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di 1 punto di ricarica ogni 4 km di strade. A seguire ci sono Regno Unito (1 punto ogni 5 km), Germania (1 ogni 6 km) e Francia (1 ogni 7 km). Infine, le installazioni sono sulla buona strada per rispettare gli obblighi del regolamento europeo AFIR, con una "compliance del 75-80% sugli obiettivi Ue da centrare entro la fine dell'anno".
Tanto lavoro da fare. Il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, pur sottolineando come il processo di infrastrutturazione proceda spedito, riconosce che "c'è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno, dove la limitata penetrazione dei veicoli elettrici non agevola i grandi investimenti richiesti, in particolar modo per le colonnine ad alta potenza". A tal proposito, Pressi auspica che "vengano estesi i termini per l'utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l'impiego e supportare la crescita dell'infrastruttura nelle zone meno coperte, facendo leva anche sul prezioso monitoraggio della Piattaforma Unica Nazionale gestita dal Gse". In generale, il presidente dell'associazione ritiene "fondamentale una sempre più stretta cooperazione tra tutti gli attori coinvolti" e chiede una "semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, la cui complessità si riflette in una quota del 16% di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali (valore in lieve calo rispetto al 18% del 2023), o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori locali dell'energia, o per altre vischiosità burocratiche". In ogni caso, per Pressi, i dati "smentiscono completamente la narrazione di un'Italia arretrata dal punto di vista delle infrastrutture al servizio della mobilità elettrica. Adesso però è il momento di valorizzare al massimo il lavoro fatto con un maggior coordinamento pubblico-privato, anche attraverso l'atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE), per il quale la nostra associazione è a completa disposizione delle Istituzioni".
Stati Uniti - Trump difende le sue politiche: "Con i dazi l'America torna ricca e grande"
Donald Trump torna a difendere a spada tratta le sue politiche protezionistiche, nonostante l'avvertimento lanciato dai mercati globali: ieri, 4 marzo, i principali indici borsistici hanno subìto un crollo generalizzato a causa dei timori per le conseguenze negative delle nuove tariffe doganali statunitensi sulle merci canadesi, messicane e cinesi e delle ritorsioni commerciali annunciate o promesse dai Paesi interessati. Il presidente degli Stati Uniti, pur riconoscendo la possibilità di un "periodo di aggiustamento", ha ribadito come i dazi daranno "slancio" all'economia e nuova ricchezza agli americani: "Servono a rendere l'America di nuovo ricca e grande. Sta già succedendo e succederà piuttosto in fretta. Ci saranno dei piccoli problemi, ma va bene lo stesso perché saranno pochi e gestibili", ha affermato Trump davanti al Congresso, riunito in seduta plenaria per ascoltare un discorso caratterizzato dallo slogan "l'America è tornata".
Le minacce. Dunque, non ci sono ripensamenti, nè tentennamenti: il neo protezionismo trumpiano andrà avanti secondo le modalità finora delineate dal tycoon e incentrate, sostanzialmente, su uno scontro commerciale con qualunque Paese e perfino con alleati storici, come i canadesi o gli europei. "Qualunque tariffa ci applichino, noi la applichiamo a loro: se loro applicano tariffe non monetarie per tenerci fuori dal loro mercato, allora noi applichiamo barriere non monetarie per tenerli fuori dal nostro mercato", ha minacciato ancora una volta Trump, confermando l'intenzione di imporre a breve tariffe del 25% su acciaio e alluminio e ulteriori dazi contro chiunque tassi le esportazioni americane. Il motivo? Sempre lo stesso. Secondo l'inquilino della Casa Bianca, "gli Stati Uniti sono stati derubati per decenni da quasi tutti i paesi della Terra e non permetteremo che ciò accada ancora". In poche parole, Trump ha ribadito quanto va affermando da ormai diversi mesi e soprattutto la sua convinzione che i dazi siano lo strumento più efficace per creare occupazione e ricchezza economica.
La grande promessa. Intanto, però, i primi dati macroeconomici stanno delineando un quadro diverso: l'attività industriale è in stagnazione, mentre la fiducia dei consumatori è in calo e Wall Street è da settimane in ribasso, a dimostrazione di come gli investitori siano sempre più pessimisti sulle politiche della Casa Bianca dopo l'iniziale euforia post-elettorale. Anche per questo, le continue minacce di Trump stanno iniziando a preoccupare sempre di più gli apparati interni e spingendo i suoi stessi consiglieri a più miti consigli. Lo dimostrano le affermazioni del Segretario al Commercio, Howard Lutnick, che ha lasciato intendere la possibilità di ampie esenzioni per le merci provenienti da Messico e Canada. Per ora, però, Trump non intende scostarsi dal suo trionfalismo. Nel suo discorso, il più lungo di sempre per una seduta plenaria del Congresso, l'ex immobiliarista ha ribadito di aver ereditato un Paese al collasso per colpa della precedente amministrazione Biden, ha garantito una fine in tempi rapidi per la guerra in Ucraina, ha ringraziato Elon Musk per il suo lavoro e ha confermato l'intenzione di annettere la Groenlandia e di prendere il controllo del Canale di Panama. Basta? No, perché il presidente non intende fermarsi al nostro pianeta: "Andremo su Marte e oltre e pianteremo la bandiera americana". E il tutto è stato sintetizzato dalle conclusioni: "Tenevi pronti per un futuro incredibile perché l'età dell'oro dell'America è appena cominciata e sarà qualcosa che non si è mai visto".
Mercedes-Benz GLC - Primo sguardo alla Bev
La Mercedes-Benz ha pubblicato le prime immagini ufficiali dei muletti della nuova GLC elettrica. La Suv, destinata ai principali mercati globali, è stata progettata espressamente per la motorizzazione a batteria con tecnologia EQ e, nella variante bimotore, sfrutta la trazione 4MATIC con motore anteriore disattivabile per una maggiore efficienza.
Bev inserita nella gamma endotermica. La GLC Bev sostituirà la EQC bloccata dopo pochi anni di carriera e seguirà la nuova strategia del marchio, che prevede varianti elettriche dei modelli principali, come già accaduto per la Classe G. Per il momento non sono stati diffusi dettagli sulle caratteristiche della piattaforma e sui dati tecnici di motori e batterie, che rappresenteranno un passo avanti rispetto alla tecnologia attuale.
Stile e piattaforma su misura. Sul fronte del design, nonostante camuffature e grafiche sgargianti, la GLC mette in luce alcuni elementi caratteristici: rispetto alla variante endotermica si notano infatti gruppi ottici ridisegati, maniglie a filo carrozzeria ed una unica presa frontale inferiore. Molte scelte sono chiaramente dettate dall'aerodinamica per ottimizzare l'efficienza. Non è escluso infine che ci siano alcuni stilemi in comune con il restyling della GLC endotermica previsto nel corso di quest'anno, dal momento che l'attuale generazione è sul mercato dal 2022.
Piano Automotive - La bozza Ue stanzia fondi per incentivi e batterie
Continuano a trapelare indiscrezioni sul Piano d'Azione per il settore automotive alla vigilia della sua presentazione da parte della Commissione europea: la versione definitiva del documento, secondo anticipazioni di stampa, conterrebbe anche alcune indicazioni di Bruxelles agli Stati membri volti allo svecchiamento del parco circolante.
Incentivi 2026. Stando alle indiscrezioni della vigilia, Bruxelles invierà ai governi alcune "linee guida" che comprenderanno, tra l'altro, l'incoraggiamento a "iniziative di leasing sociale". Il piano voluto dalla Commissione dovrebbe riguardare "auto nuove o usate" e dare priorità ai soggetti più vulnerabili: la sua messa in atto, stando alle anticipazioni della vigilia, dovrebbe realizzarsi attingendo al tesoretto del Fondo sociale per il clima, che metterà a disposizione 86,7 miliardi tra il 2026 e il 2032. Tra le misure attese nei prossimi mesi, inoltre, c'è una vera e propria "toolbox", con le opzioni a disposizione degli Stati per sostenere incentivi all'acquisto di auto elettriche a livello nazionale, nonché la possibilità di introdurre "schemi per incentivi a livello europeo" a partire dal 2026.
1,8 miliardi per le batterie. La bozza farebbe anche riferimento a "un'alleanza per i veicoli a guida autonoma" e a uno stanziamento da 1,8 miliardi di euro in favore della produzione di batterie in Europa, che verrebbe erogato nell'arco del biennio 2025-27. Le risorse, stando a quanto riportato dall'Ansa, che ha visionato la bozza del documento, dovrebbero essere reperite dal Fondo europeo per l'innovazione e contemplerebbero anche un sostegno diretto nei confronti delle aziende. La misura, in ogni caso, non è del tutto inedita: è la Commissione stessa a evidenziare come siano già stati annunciati finanziamenti per "3 miliardi di euro per la produzione di celle" e che il primo bando da un miliardo è stato lanciato lo scorso dicembre.
E-fuel, mezzi pesanti, auto aziendali. Tra gli altri nodi che dovrebbero essere sciolti domani, c'è anche quello degli e-fuel: in nome della neutralità tecnologica, ricordata nei giorni scorsi proprio da von der Leyen, la Commissione avrebbe promesso un'accelerazione sul fronte dei carburanti sintetici, che potrebbero essere effettivamente introdotti nella revisione del regolamento prevista per il 2026. Saranno inoltre resi disponibili 570 milioni di euro per l'implementazione di infrastrutture per combustibili alternativi "con un focus particolare sui veicoli pesanti", nel 2025 e 2026. Entro la fine dell'anno, infine, dovrebbe essere varata anche una proposta per l'elettrificazione completa delle flotte aziendali.
Stella Li - BYD chiama Musk: "Lavoriamo insieme per combattere il termico"
"Il nostro nemico comune è l'auto con motore a combustione interna: dobbiamo lavorare insieme alla Tesla per cambiare l'industria". Una dichiarazione che rappresenta un segnale di apertura storico e che è stata rilasciata da Stella Li, vicepresidente della BYD, nel corso di un'intervista al Financial Times.
Rivali sul mercato. Il numero uno dell'elettrico in Cina, che proprio nel 2024 si è vista scavalcare di un soffio nelle vendite mondiali di auto a batteria dal marchio di Elon Musk (1,79 milioni di unità contro 1,76) parrebbe dunque pronto a una collaborazione con la rivale diretta d'Oltreoceano, nel nome del comune interesse per una transizione energetica più rapida e completa possibile.
Pechino "aperta alla condivisione di tecnologie". Un obiettivo da perseguire anche, se non soprattutto, in Europa, il principale terreno di scontro tra le due Case (la Tesla sta perdendo quote di mercato, mentre i cinesi sono in crescita), e che non esclude la condivisione di tecnologie. Tema sul quale Li ha un'opinione molto netta: "Il governo cinese è più aperto a condividere tecnologie per l'elettrico e la guida autonoma" con aziende straniere, e questo nonostante le recenti contrapposizioni in campo commerciale, ma al riguardo "c'è un grosso problema di percezione" in Occidente. Non soltanto: Pechino, afferma Li, "supporta le aziende straniere che investono in Cina e le aiuta a lavorare sulle nuove tecnologie".
Le plug-in per l'Europa. Li si è anche soffermata sull'attuale scenario internazionale, evidenziando come la BYD sia "pronta" a rispondere al calo delle vendite delle elettriche in Europa con una serie di nuovi modelli ibridi plug-in (esenti peraltro dai dazi fino al 35,3% sui modelli a batteria decisi da Bruxelles).
Le elettriche "sono auto migliori". Netto, d'altra parte, il "no" allo sbarco negli Usa, dove le elettriche cinesi sono sottoposte a tariffe del 100%: un nodo, quello dei dazi, che per BYD potrebbe avere un peso decisivo sulla scelta di aprire una fabbrica in Messico, appena colpito dalle misure varate dall'amministrazione Trump. Gli ostacoli della politica, tuttavia, non sembrano preoccupare Li sul lungo termine: "Perché in Cina il mercato sceglie ancora le elettriche? Perché sono auto migliori, più intelligenti e di maggiore qualità".
Audi A6 Avant - L'altra metà del cuore - VIDEO
La wagon regina dei Quattro Anelli è cresciuta ancora: adesso è lunga 4,99 metri, con un passo di 2,93. E si conferma un'auto e accogliente, dagli interni comodi e spaziosi. Una volta aperto il portellone (azionato automaticamente) si schiude un vano ampio e regolare, ben sfruttabile sia in larghezza sia in profondità, ma non da record quanto a numeri. Dal momento che in Italia verranno proposte solo versioni elettrificate, che prevedono la presenza di un pacco batterie al retrotreno, la capienza massima nominale, con tutti e cinque posti in uso, è di 466 litri, che diventano quasi 1.500 una volta abbattuti gli schienali. Anche il taglio sportivo del lato B, con lunotto e montanti molto inclinati, forse toglie qualcosa (ce lo diranno i rilevamenti del Centro Prove). Lo stile, impreziosito da fari matrix Led e luci Oled di ultima generazione, enfatizza ancor più di prima il dinamismo, con una carrozzeria plasmata e scolpita (vedi le prese d'aria anteriori) per massimizzare l'aerodinamica: da questo punto di vista, il suo Cx di 0.25 ne fa la wagon termica più efficiente della storia dei Quattro anelli.
All'interno, la plancia dell'A6 ripropone il digital stage visto sulla A5, col virtual cockpit da 11,9 pollici, il touch screen del sistema MMI da 14,5 e lo schermo per il passeggero opzionale, da cui è possibile navigare o vedere video in streaming: una distesa di pixel attorno alla quale non mancano, soprattutto sul volante e sul maniglione della portiera lato guida, qualche tasto fisico con cui richiamare alcune funzioni. Se gli schermi non bastano, il tutto si può integrare con l'head-up display proiettato sul parabrezza, su una superficie più ampia che in passato e con infografiche ampliate (anche relative all'infotainment). L'assistente vocale, evoluto, interagisce con ChatGPT: se non è in grado di rispondere a una richiesta dell'utente, chiede aiuto all'intelligenza artificiale. A voce si può impostare anche il clima, che nella sua massima si può regolare in maniera indipendente in quattro zone. Anche in seconda fila, sfruttando l'apposito quadro di comando.
A differenza di altri mercati, per cui è previsto anche un benzina liscio all'ingresso della gamma, in Italia la nuova A6 sarà solo ibrida leggera. Sia il diesel, 2.0 TDI da 204 CV e 400 Nm, sia il sei cilindri benzina 3.0 TFSI da 367 CV e 550 Nm sono supportati dal nuovo sistema a 48 volt di Audi; e mentre l'A6 diesel quattro cilindri è disponibile sia a trazione anteriore sia integrale, la V6, che beneficia di un differenziale sportivo posteriore, è solo quattro. Verso la fine dell'anno arriverà anche un 3.0 litri diesel, ampliando l'offerta a gasolio. E per le flotte, ma non solo, in un prossimo futuro il listino si arricchirà di varianti ibride plug-in, anche ad alte prestazioni, con un'autonomia in elettrico sostanziosa.
L'A6 può contare su tre varianti d'assetto: oltre a quello standard, con molle elicoidali e ammortizzatori telescopici, c'è quello sportivo, con altezza da terra ribassata di 2 centimetri (di serie con l'allestimento S line edition). E, a un livello superiore, le sospensioni pneumatiche adattive, con cinque settaggi selezionabili e un'altezza da terra variabile a beneficio dell'aerodinamica o del confort sulle strade bianche. Sempre a richiesta, la wagon può disporre dell'assale posteriore sterzante, che vede le ruote posteriori sterzare (a bassa velocità e fino a 60 km/h) in controfase rispetto a quelle anteriori fino a un massimo di 5 gradi.
Nuovo Quattroruote - Scopri il numero di marzo - VIDEO
Il nuovo numero di Quattroruote, già disponibile in Digital Edition e in edicola dal 4 marzo, dedica la copertina alla Fiat Grande Panda: con lei, il marchio sale di livello e si riporta nel segmento B; noi vi raccontiamo com'è fatta e come va la versione elettrica, ripercorrendo anche la storia del mito originale. L'Attualità, poi, vi propone un'inchiesta sul campo: abbiamo percorso l'Italia in autostrada per vedere come controllano l'olio nelle aree di servizio. Risultato? Tanti rabbocchi inutili. Ma non finisce qui, perché Quattroruote di marzo è pieno di altre prove, di anteprime, di approfondimenti: scopriteli leggendo le anticipazioni qui sotto.
Come richiedere allegati e dossier. Chi è abbonato a Quattroruote può richiedere gli allegati e i dossier inviando un'email a uf.vendite@edidomus.it, oppure telefonando al numero 02.56568800 (da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 18).
Jeep Compass - La nuova generazione si mostra... a Melfi
La Jeep ha pubblicato nuove immagini che anticipano la prossima generazione della Compass. La Suv americana sarà prodotta nello stabilimento di Melfi, dove viene costruito il modello attuale e dove sono state scattate le immagini che vedete, almeno stando a quanto comunicato dalla Casa. La presentazione globale della nuova Compass si terrà in primavera, mentre la produzione dovrebbe iniziare entro l'estate.
Look aggressivo. Realizzata sulla piattaforma Stla, la nuova Jeep Compass conferma lo stile muscoloso anticipato dai bozzetti pubblicati qualche settimana fa, in particolare per quanto riguarda i passaruota e l'andamento filante del tetto. La griglia anteriore, con i caratteristici sette elementi della calandra, ha uno sviluppo più verticale rispetto al modello attuale ed è attraversata da una serie di inediti led luminosi. I fari posteriori, di nuovo disegno, hanno uno stile squadrato con quattro elementi a Led separati.
Ibrida oppure elettrica. Sulla nuova Jeep Compass saranno disponibili solo powertrain elettrificati, con le varianti e-Hybrid, e-Hybrid plug-in e 100% elettrici, anche con trazione integrale: quest'ultima, come sugli altri modelli a quattro ruote motrici della Casa americana, è ottenuta con un secondo motore elettrico al posteriore, senza albero di trasmissione centrale.
Limiti di velocità - Anche Pavia diventa "Città 30"
Pavia Città 30: è questo il nome del progetto del Comune lombardo, che dall'estate 2025 prevede il progressivo aumento delle strade dove il limite massimo imposto sarà, per l'appunto, di 30 km/h. Come noto, l'obiettivo teorico è di migliorare la sicurezza a beneficio specie degli utenti vulnerabili, soprattutto pedoni, ciclisti e monopattinisti. Seguendo l'esempio di numerose amministrazioni locali (come Bologna) che, con modalità differenti, hanno optato per questa soluzione.
Un pizzico di enfasi. Alice Moggi, vicesindaco e assessore alla Mobilità di Pavia, ha spiegato come il provvedimento sia una visione diversa di città. Affinché diventi più a misura di persona. Non vogliamo dichiarare guerra alle auto, ma deve esserci spazio per tutti. In futuro, dove è possibile, toglieremo le vetture dai marciapiedi e dalle piazze, che devono tornare a essere luoghi di aggregazione e non solo parcheggi. Se non è guerra questa...
Eni - Aumenta la produzione di petrolio e gas
Far crescere la produzione di petrolio e gas del 3-4% l'anno: questo uno dei punti chiave del Piano strategico 2025-2028 di Eni, presentato di recente. Che prevede anche il lancio di una società satellite dedicata alle tecnologie per catturare, utilizzare e immagazzinare la CO2, nonché l'intesa con l'azienda petrolifera statale malese Petronas per una joint venture futura in Indonesia e Malesia. Gli investimenti netti annuali ammontano a 7 miliardi di euro.
Transizione. In parallelo, il piano del cane a sei zampe scommette che la capacità installata in rinnovabili di Plenitude cresca di quattro volte al 2030, arrivando a 15 GW complessivi. E, sempre per quella data, intende produrre cinque milioni di tonnellate di biocarburanti, con la possibilità di generare due milioni di tonnellate di carburanti sostenibili per l'aviazione. Mentre prosegue il suo percorso nella biochimica e nella bioraffinazione.
Volkswagen Tera - La Suv per il Sud America e l'Africa
In Brasile la Volkswagen presenta in Brasile la Tera, in occasione dei festeggiamenti per il Carnevale: la Casa proporrà il modello nello stesso Brasile e in Argentina, inserendolo nella gamma tra Polo e Nivus, ma l'obiettivo è quello di commercializzare questo prodotto in 25 Paesi tra Sud America e Africa.
Stile Volkswagen. Il design della Tera riprende gli stilemi degli ultimi prodotti del brand, con la grande presa d'aria frontale che domina l'aggressivo paraurti. I gruppi ottici anteriori, con luci diurne posizionate nella parte superiore, si collegano con la classica barra cromata della mascherina, mentre i fari posteriori sono piuttosto compatti ed inseriti in una fascia scura a tutta larghezza. I passaruota in plastica grezza sono un classico dei Suv urbani, mentre la linea di cintura alta e rialzata verso il posteriore ricorda la recente Skoda Kylaq di dimensioni simili. Gli interni, con schermi separati per strumentazione e infotainment, sono stati disegnati sfruttando elementi già visti su altri prodotti del Gruppo Volkswagen, con una disposizione ormai classica.
Nessuna rivoluzione dentro il cofano. Per il momento non sono stati diffusi dati tecnici, ma è molto probabile che la Tera sia stata sviluppata sulla piattaforma MQB A0 a trazione anteriore. I powertrain dovrebbero essere quindi quelli già noti, con il 3 cilindri 1.0 con cambio manuale o automatico in vari step di potenza.
Stati Uniti - Scattano i dazi contro Canada, Cina e Messico
Scatta ufficialmente la guerra commerciale globale promessa e voluta da Donald Trump. Oggi, 4 marzo, entrano in vigore i nuovi dazi statunitensi sull'importazione di beni provenienti da Canada, Cina e Messico.
Le aliquote. "Non c'è più spazio di manovra per Messico e Canada. I dazi sono un dato di fatto. Entreranno in vigore domani", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti durante un evento alla Casa Bianca. Sulle merci canadesi e messicani graverà ora un'aliquota del 25%, mentre per quelle cinesi Trump ha firmato un ordine esecutivo per raddoppiare le tariffe doganali al 20%.
I prossimi passi. La nuova amministrazione non intende, però, fermare la sua fame di protezionismo. Il 2 aprile, assieme ai dettagli su ulteriori barriere commerciali contro l'Unione Europea e in particolare su auto, farmaci e semiconduttori, dovrebbero entrare in vigore anche tariffe sui prodotti agricoli. Trump, tramite il suo account su Truth, ha esortato gli agricoltori americani a "iniziare a produrre molti prodotti da vendere nel mercato degli Stati Uniti: le tariffe saranno applicate ai prodotti esteri il 2 aprile. Divertitevi!". Per ora non ci sono informazioni né sulle aliquote, né su quali merci verranno colpite.
Le reazioni. I Paesi colpiti dai dazi Usa sono già pronti a reagire. Il Canada, per esempio, ha confermato l'intenzione di imporre tariffe proprie su prodotti statunitensi per un valore di 155 miliardi di dollari, mentre la Cina ha minacciato ritorsioni nel caso di una conferma dei dazi al 20%, come effettivamente avvenuto. Non mancano le reazioni interne: Trump è sì riuscito a convincere la taiwanese Tsmc a investire 100 miliardi di dollari negli Usa per realizzare nuovi impianti di semiconduttori, ma deve anche affrontare le prime conseguenze delle sue politiche.
I primi effetti. L'Ism (Insitute for Supply Management) ha pubblicato un dato fondamentale per comprendere l'andamento dell'economia Usa: si tratta dell'indice Ism, elaborato sulla base di un sondaggio mensile condotto tra i responsabili acquisti dell'industria manifatturiera. Ebbene, l'indicatore per il mese di febbraio si è attestato su 50,3 punti, in calo rispetto ai 50,9 di gennaio e al di sotto delle attese degli analisti (50,6). L'indice si mantiene comunque sopra la soglia dei 50 punti, considerata lo spartiacque tra espansione e contrazione delle attività produttive, ma il suo calo è il segnale dei primi timori sull'effetto dei dazi. A destare particolare preoccupazione è il dato sui nuovi ordini: il relativo indice è sceso a 48,6 da 55,1 di gennaio. Male anche la componente sull'occupazione, in calo a 47,6 da 50,3, mentre quella relativa ai prezzi è salita a 62,4 da 54,9 punti, il che fa aumentare i timori per la spirale inflazionistica tanto temuta dagli esperti di macroeconomia e legata soprattutto alla crescente carenza di prodotti importati. il caso delle scarpe da ginnastica, che stanno iniziando a sparire dagli scaffali dei negozi. Ma gli americani, con i nuovi dazi, rischiano di non poter accedere a diversi altri beni di larghissimo consumo penalizzati da problematiche interne: l'influenza aviaria sta determinando una crescente indisponibilità di uova, mentre il maltempo ha messo a dura prova la produzione di arance.
Stati Uniti - Effetto dazi: la nuova Civic verrà prodotta in Indiana
Dopo l'introduzione dei dazi del 25% per le merci prodotte in Messico e in Cina, la Honda ha fatto sapere che la nuova generazione della Civic verrà prodotta nello stato dell'Indiana e non più in Messico. La decisione della Casa giapponese, legata alla volontà di evitare dazi su una delle sue best seller negli Stati Uniti, è solo la prima in ordine di tempo: molti costruttori, che già avevano espresso preoccupazione per le politiche economiche dell'amministrazione Trump, annunceranno le loro mosse nei prossimi giorni. Nel 2024, la Casa giapponese ha venduto 1,4 milioni tra auto e veicoli commerciali negli Stati Uniti, il 40% dei quali importati da Messico e Canada.
Ritardo di sei mesi. La produzione della nuova Civic sarebbe dovuta iniziare alla fine del 2027 nello stabilimento Honda di Guanajuato. Con l'introduzione dei nuovi dazi, la berlina ibrida verrà invece costruita in Indiana a partire da maggio 2028. Un ritardo di sei mesi, per un modello che uscirà tra più di tre anni, sottolinea ancora una volta i rischi di misure protezionistiche così aggressive, che creano scompiglio in un settore nel quale investimenti e linee produttive vengono pianificate con molto anticipo. La Honda stima di produrre in Indiana circa 210.000 unità all'anno: se la domanda dovesse essere superiore, la Casa giapponese punta a importare altri esemplari da paesi non colpiti dai dazi.
Mercato italiano - Un altro mese in rosso: a febbraio -6,3%
Non si ferma la crisi del mercato italiano dell'auto. Secondo i dati del ministero dei Trasporti, a febbraio sono state immatricolate 137.922 vetture, per un calo del 6,3% sul pari mese dell'anno scorso. Si tratta della settima contrazione consecutiva, ennesima conferma di una realtà sempre più lontana dai livelli pre-Covid. Unito al -5,9% di gennaio, il "rosso" di febbraio porta il consuntivo annuale a 271.638 targhe, il 6,1% in meno sui primi due mesi del 2024 e il 21% circa in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Tuttavia, c'è un fattore da non trascurare: i dati di febbraio, come già quelli di gennaio, sono falsati dalla giornata lavorativa in meno rispetto all'anno scorso.
Stellantis. A febbraio, il gruppo ha immatricolato 41.864 auto, il 14,72% in meno rispetto a un anno fa. Tutti i marchi sono in territorio negativo, con l'unica eccezione dell'Alfa Romeo (2.308 targhe, +22,18%). Citroën perde l'1,5% (6.368 registrazioni), DS il 15,4% (367), Fiat il 16,1% (14.7531), Jeep il 3,1% (6.297), Lancia il 77,8% (926), Maserati il 24,4% (167), Opel il 26,1% (3.035) e Peugeot l'1,1% (7.643.
Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le immatricolazioni totali sono 22.280, pari a un calo dell'8%. Audi perde il 12,7% (5.591 targhe), Cupra il 22,1% (1.421) e Seat il 67,6% (589), mentre Lamborghini guadagna il 16,2% (43), Skoda l'8,8% (3.467) e Volkswagen del 3,1% (10-169).
Renault. Il costruttore francese subisce un calo dell'1,4%, registrando16.152 vetture, di cui 10.289 Dacia (+14,6%) e 5.863 del marchio della Losanga (-20,9%).
Toyota. In crescita il gruppo delle Tre ellissi: le 11.663 immatricolazioni implicano un miglioramento del 3,2%. Il marchio Toyota segna un +1,7% (11.084 unità), mentre la Lexus balza del 45,5% (579 immatricolazioni).
BMW. Per il costruttore bavarese le registrazioni sono 7.581, il 5,6% in meno rispetto a un anno fa: il marchio dell'Elica targa 6.371 vetture e guadagna il 5,1%, mentre la Mini, con 1.210 immatricolazioni, sale dell'8,4%.
Ford e gruppo Hyundai. L'Ovale Blu cala del 16,8%, fermandosi a 5.308 registrazioni. La Hyundai, con 4.059 targhe, scende del 19,7%, mentre la consociata Kia, con 3.428 immatricolazioni, flette del 13,5%.
Mercedes-Benz. Il costruttore di Stoccarda registra 4.448 vetture e un +22,4%: la Stella a tre punte segna un incremento del 27,1% (4.353) e la Smart un calo del 54,8% (95).
Le altre giapponesi. Alti e bassi per gli altri costruttori del Sol levante: +10,3% per Nissan (4.073 immatricolazioni), -29,6% per Suzuki (2.930), +17,8% per Mazda (861), +17,8% per Honda (781), -36,5% per Mitsubishi (141) e +64,2% per Subaru (197).
Premium e sportive. Tra i marchi del segmento premium, la Volvo vede le immatricolazioni contrarsi del 27,8%, a quota 1.232 unità, mentre il gruppo Jaguar Land Rover ne registra 670 (-17,3%), di cui 21 per il marchio del Giaguaro (-82,2%) e 649 per il brand delle fuoristrada (-6,21%). In attivo Polestar, che passa da 9 a 28 targhe, mentre Tesla crolla del 54,5% (843 elettriche). Nel segmento delle sportive di lusso, la Ferrari segna un -24,7% (61 vetture) e la Porsche un -38,8% (487).
Gli altri brand. Performance positiva per il gruppo DR, con un +8,4% (2.224 targhe). Tra i marchi di origine cinese, MG sale del 48,9% (4.643), BYD passa da 41 a 1.350 registrazioni e Omoda&Jaecoo migliora da 22 a 523 targhe. Lynk & Co perde l'80,5% (17 immatricolazioni) mentre Eurasia Motor Company, con 237 registrazioni, riscontra un aumento del 125,7%.
La top ten. Nulla cambia al vertice della classifica dei modelli più popolari: la Fiat Panda, con 11.896 unità, è sempre prima. In seconda posizione troviamo la Dacia Sandero (5.896) e in terza la Citroën C3 (5.767), Seguono, nell'ordine, la Jeep Avenger (4.665), la Toyota Yaris (3.567), la Dacia Duster (3.512), la MG ZS (3.177), la Peugeot 208 (3.086), la Toyota Yaris Cross (2.989) e la Volkswagen T-Roc (2.737).
I canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati flettono dell'11,2%, mentre il noleggio lancia timidi segnali di ripresa, con la componente di lungo termine in miglioramento dell'11,1% e quella di breve in peggioramento del 17,2%. Male anche società ed enti, con un -4,6%%, mentre le autoimmatricolazioni perdono il 9,7% (-12,7% l'uso privato e +49,8% l'uso noleggio).
In spolvero Phev e Bev. La suddivisione per alimentazioni mostra una netta differenza tra le motorizzazioni tradizionali e quelle elettrificate. Le auto a benzina perdono il 20,7% e passano dal 30,9% al 26,3% del mercato, mentre le diesel crollano del 38,5% e scendono ancora una volta sotto la soglia del 10%: la quota si contrae dal 14,8% al 9,7%. Male anche il Gpl (-5,1%, ma la penetrazione migliora dal 9,7% al 9,9%). Per il metano non si registrano immatricolazioni (erano 350 un anno fa) e pertanto la loro quota è pari a zero. Il grosso delle targhe è rappresentato dalle ibride non ricaricabili: le Hev, grazie a un +10,3% (+16,6% per le full, +8% per le mild), salgono dal 37,8% al 44,6% del mercato. Le ibride alla spina crescono per il secondo mese di fila: a febbraio, le Phev segnano un +31,9%, per una quota in miglioramento dal 3,2% al 4,5%. Infine, nuovo rimbalzo per le Bev: le immatricolazioni, pari a 6.980 unità, salgono del 38,2% e spingono la quota di mercato dal 3,4% al 5%. Detto questo, non va trascurato l'effetto statistico: l'anno scorso, il segmento è stato fortemente penalizzato dall'attesa per i nuovi incentivi.
La classifica delle elettriche. All'interno dell'aggregato delle sole Bev, in cima si piazza la Citroën C3 (664 targhe), seguita dalla Tesla Model 3 (501), dalla Dacia Spring (460), dalla Tesla Model Y (339), dalla Hyundai Inster (274), dalla Renault R5 (238), dalla Jeep Avenger (208), dalla Fiat 500 (207), dalla Leapmotor T03 (204) e dalla BYD Dolphin (178).
Emissioni. Il trend positivo delle vetture elettrificate influisce sull'andamento delle emissioni. La CO2 media scende del 4,1% a 115,2 g/km a febbraio e del 4,4% a 116,1 g/km nel bimestre. Nel secondo mese dell'anno sono state immatricolate 10.332 auto (7,4% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 2.778 vetture (2% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 94.603 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 67,9% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state targate anche 25.989 auto (pari al 18,7% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 2.578 (1,9%).
Il commento dell'Unrae. L'Associazione delle Case estere pone l'accento su quanto finora trapelato in merito al Piano d'Azione della Ue. Per il presidente Michele Crisci, non sembrano ancora emergere misure concrete per rendere il settore più competitivo e affrontare con decisione la transizione verso la decarbonizzazione. La Commissione intende supportare concretamente lo sviluppo della domanda di auto a zero emissioni, ma non parla più di incentivi europei. Con un approccio del genere e senza un fondo centralizzato per il loro finanziamento", prosegue Crisci, "si allontana indefinitamente l'obiettivo di ottenere dei programmi di incentivazione omogenei a livello europeo. L'associazione apprezza, invece, la possibilità di spalmare su tre anni le multe per lo sforamento dei limiti alle emissioni. Quanto al Tavolo Automotive dell'11 marzo prossimo al Mimit, l'Unrae ribadirà la necessità di istituire a livello nazionale un piano pluriennale di sostegno alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni, di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e di rifornimento di idrogeno e di riformare in tempi brevi il regime fiscale delle auto aziendali.
Nlt & energia - Flotte sempre cariche
La fornitura alle aziende non solo di veicoli elettrici ma di un intero ecosistema di servizi - in particolare quelli che rendono più semplice l'esperienza di ricarica è al centro dell'attenzione delle società di noleggio, che sempre più spesso sviluppano partnership con i protagonisti della fornitura di energia. Il gruppo BNP Paribas ha dedicato a questa finalità il suo brand Mobility, il cui primo progetto in Italia vede la partecipazione anche di Arval con Plenitude. Charge & Lease è il nome del nuovo servizio, attraverso il quale Arval può offrire soluzioni personalizzate di ricarica a partire dalla progettazione dell'infrastruttura presso le aziende, corredate dai servizi finanziari a supporto dell'investimento. In pratica, il nuovo prodotto permette alle imprese di accedere alle proposte di ricarica On The Road di Plenitude (gruppo Eni), finanziandole grazie a BNP Paribas Leasing Solutions.
Analisi dei dati. L'offerta integrata per i clienti corporate prevede anche il servizio di gestione Be Smart Business di monitoraggio dei livelli di prestazione delle ricariche, fatturazione, manutenzione e assistenza da remoto e accesso a una piattaforma web aziendale per il monitoraggio delle stazioni e delle ricariche, compresa la possibilità di estrazione e analisi dei dati. Arval ha appena annunciato i risultati 2024 in Italia, dove, con 83 mila immatricolazioni, la flotta ha raggiunto quota 282.611 veicoli (+7% sul 2023), con incrementi maggiori nel segmento piccole e medie imprese, professionisti e privati e una quota di ibridi full, plug-in ed elettrici pari a un quarto del proprio circolante.
Una carta per 800 mila stazioni. rivolta sia ai clienti di veicoli elettrici sia a quelli che hanno noleggiato modelli ibridi plug-in da Athlon la Charge Card della società di locazione di Mercedes-Benz Mobility che dà accesso a tutta la rete di 800 mila impianti di ricarica europei di Charge Now, marchio di Digital charging solutions (Dgs, joint venture fra BMW, Mercedes e BP). Il servizio prevede l'utilizzo di una carta fisica e di un'app che serve per l'attivazione della tessera e la gestione delle varie funzioni, a cominciare dalla localizzazione delle colonnine libere, e include l'analisi in fattura dei dati di consumo di energia e dei processi di ricarica di ciascun veicolo.
Roma - I furbetti della Ztl: targhe alterate per ingannare i varchi
Più di 150 transiti irregolari e circa 16.000 euro di sanzioni: è questo il bilancio dell'operazione svolta dalla Polizia Locale di Roma Capitale con accertamenti mirati a individuare i "furbetti" della ZTL cittadina. Come spesso accade, tutto è partito dalle segnalazioni di cittadini cui sono arrivate multe per ingressi mai effettuati. Le indagini, condotte dal Gruppo Pronto Intervento Traffico (GPIT), hanno permesso di individuare le persone coinvolte incrociando le immagini delle telecamere ai varchi con i dati delle carte di circolazione.
Nastro adesivo e bacchette magnetiche. Se negli anni scorsi era assai diffuso lo straccio appeso al tergicristallo posteriore per nascondere la targa alle telecamere, stavolta si è alzato il tiro con delle vere contraffazioni: mediante del nastro adesivo nero collocato con cura, o con bacchette magnetiche nere, gli utilizzatori delle auto modificavano le lettere delle targhe. Per esempio, la "F" diventava una E, e la P una R. Tra i pizzicati, ci sono autisti di van adibiti alle consegne nel centro storico, ma pure conducenti di auto prese a noleggio, pure di lusso. Le indagini, fanno sapere i vigili, proseguono per accertare le eventuali responsabilità delle aziende coinvolte.
Volkswagen ID.Every1 - L'elettrica da 20 mila euro si mostra in nuove immagini
La Volkswagen mostra nuovi dettagli della ID.Every1, la concept che anticipa la futura elettrica da 20 mila euro in vendita a partire dal 2027 (e quasi certamente denominata ID.1). Un breve video diffuso sui social mostra il frontale della vettura interamente a nudo, mentre in altri post si nascondono come il design dei cerchi e alcuni piccoli easter egg: delle scritte, sparse in più punti, in cui ricorre il motivo a parentesi che caratterizza la firma luminosa dei fari anteriori. La ID.Every1 è imminente: la presentazione è fissata per il 5 marzo.
Una per tutti. Con dimensioni sotto i 4 metri, la ID.1 sarà la futura elettrica entry-level del marchio Volkswagen, ancor più accessibile della ID.2 attesa nel 2026 (una segmento B che partirà da circa 25 mila euro). E, se possibile, un modello ancor più cruciale per le strategie di Wolfsburg, chiamato a centrare obiettivi, in termini di volumi, molto ambiziosi, rendendo effettivamente alla portata di tutti - come dice il nome della concept - l'auto a batteria. In passato, il progetto di questo modello è stato al centro di trattative con la Renault per uno sviluppo congiunto, con i francesi che proponevano la Twingo come base di partenza. Alla fine, i tedeschi hanno deciso di procedere in autonomia e ora sono pronti a svelare la propria mano.
Tante rivali. A mancare sono soprattutto le prime indicazioni tecniche sulla vettura e qualche immagine degli interni. L'aspetto esteriore, infatti, è per lo più noto grazie ai teaser e ai bozzetti diffusi nei giorni scorsi, e tradisce un netto distanziamento dagli stilemi delle Volkswagen elettriche attualmente in commercio, grazie a un design meno eccentrico, più familiare alla clientela del marchio. Al suo arrivo sul mercato, la ID.1 troverà pane per i suoi denti. Oltre alla già citata Renault Twingo, tra le concorrenti dirette ci saranno diverse cinesi, tra cui la Leapmotor T.03, e la coreana Hyundai Inster. Non mancano la Kia, con la futura EV1, e la Dacia, con una piccola Suv dal listino a partire da 18 mila euro, andranno ad alimentare il segmento delle citycar elettriche.