Dazi - Accordo tra Usa e Regno Unito: per le auto tariffe al 10%
La Casa Bianca ha raggiunto un accordo con il Regno Unito sulla questione dei dazi. L'intesa, la prima del genere da quando Donald Trump ha scatenato la sua guerra commerciale, è di particolare importanza per il settore automobilistico britannico perché prevede una netta riduzione delle tariffe doganali sull'esportazione di veicoli oltreoceano.Le nuove aliquote. Washington e Londra hanno concordato di ridurre dal 27,5% (il 25% già annunciato e aggiuntivo rispetto al 2,5% già da tempo in vigore) al 10% i dazi sui veicoli britannici esportati negli Stati Uniti: la nuova aliquota, più alta del 2,5% in vigore prima del 3 aprile scorso, ma comunque decisamente più favorevole di quella annunciata, si applica a una quota di 100 mila vetture, poco meno dei 102 mila mezzi spediti l'anno scorso verso i porti statunitensi dai costruttori presenti nel Regno Unito. Al momento non è ancora chiaro come funzionerà in dettaglio il meccanismo doganale della quote, ma il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha spiegato che i costruttori britannici dovranno pagare tariffe del 25% una volta superato il limite dei 100 mila veicoli esportati. Tuttavia, il premier britannico Keir Starmer non ha escluso "la possibilità di aumentare la quota". L'impatto dell'accordo. L'accordo riguarda aziende come Aston Martin, Bentley, Rolls-Royce, McLaren, Mini e, soprattutto, Jaguar Land Rover. Il gruppo controllato dall'indiana Tata sarebbe stato il più penalizzato dal neo protezionismo americano e non a caso ha sospeso tutte le esportazioni fino al 4 maggio. Gli Stati Uniti rappresentano di gran lunga il maggior mercato per JLR: le 128.988 vendite dell'esercizio fiscale al 30 marzo pesano per il 32% sui volumi totali. Tuttavia, un parte consistente delle esportazioni negli Stati Uniti è rappresentata dalle Suv Defender e Discovery, prodotte in un impianto in Slovacchia e quindi ancora sottoposte ai dazi sui beni europei. A ogni modo, l'amministratore delegato Adrian Mardell ha "accolto con grande favore questo accordo". Dello stesso tono il primo commento a caldo di Mike Hawes, numero uno dell'associazione di settore britannica Smmt: "L'applicazione dei dazi ha rappresentato una minaccia grave e immediata per gli esportatori automobilistici del Regno Unito, quindi questo accordo fornirà un sollievo più che necessario". Del resto, gli Usa sono il principale mercato di sbocco per le produzioni britanniche, rappresentando il 17% delle esportazioni totali nel 2025. Lo stesso vale per le isole britanniche: importano ben il 27% dell'export automobilistico statunitense. Gli altri beni. L'intesa, accolta con molte critiche da un'associazione di settore americana (l'American Automotive Policy Council ha accusato la Casa Bianca di aver dato priorità alle trattative con Londra e non ai ben più importanti negoziati con Canada e Messico), non interessa solo il mondo dell'auto, ma anche altri comparti produttivi: per esempio, vengono annullati i dazi del 25% sui prodotti siderurgici britannici e sull'etanolo (a sua volta, Londra li ha eliminati su 1,4 miliardi di litri di etanolo statunitense). Inoltre, è stato concordato un "accesso reciproco al mercato della carne bovina", con una quota esente da tariffe di 13.000 tonnellate metriche assegnate agli agricoltori britannici e statunitensi e nessun allentamento degli standard del Regno Unito sulle importazioni di prodotti alimentari. L'accordo prevede anche la conferma delle attuali tasse britanniche sui servizi digitali. Le parti hanno anche concordato di proseguire i negoziari su tante altre questioni, tra cui le tariffe sui prodotti farmaceutici, i dazi reciproci o l'accesso ai rispettivi mercati dei servizi digitali e finanziari.
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Aci - In Italia le auto sono sempre di più. E sempre più vecchie
L'Aci ha pubblicato il suo Annuario Statistico per il 2024, un compendio di alcune delle principali informazioni sul mercato dell'auto italiano. Tra queste spiccano alcuni dati sul parco circolante: sulle nostre strade si muovono sempre più auto e, soprattutto, veicoli sempre più anziani. Di più, e più vecchie. L'anno scorso, il parco italiano è cresciuto di altre 425 mila unità, arrivando a sfiorare i 41,3 milioni. Di conseguenza, è cresciuto anche il rapporto vetture/popolazione, salito a 701 auto ogni mille abitanti. Se si considera, invece, il totale dei veicoli, il rapporto è di 942 veicoli ogni mille (entrambi i valori in crescita rispetto al 2023). L'Aci sottolinea che entrambi gli indici sono i più alti in Europa. Cresce anche l'anzianità delle auto in movimento sulle nostre strade: il parco circolante ha raggiunto un'età mediana di 13 anni, due mesi in più rispetto al 2023. Inoltre, i veicoli pre-Euro 4 (da Euro 0 a Euro 3), ossia con almeno 19 anni, rappresentano il 24% circa del totale. Iscrizioni, radiazioni, usato. L'Annuario fornisce altri numeri. Le prime iscrizioni al PRA sono state poco meno di 1,6 milioni di unità (+0,7% sul 2023), un valore ancora lontano dagli oltre 2 milioni della prima decade degli anni 2000 e dai livelli pre-Covid (2017-2019), quando si erano registrate circa 1.900.000 immatricolazioni. La "domanda netta" (prime iscrizioni meno le radiazioni) è cresciuta di poco meno di 350 mila unità, a causa del numero di radiazioni riscontrate nel 2024 (circa 1.245.000: terzo anno più basso del periodo 2000-2024). Il saldo positivo è andato a incrementare ulteriormente la consistenza del parco autovetture. Nel 2024 l'età mediana delle autovetture radiate era di 18 anni e 9 mesi, in aumento di tre mesi rispetto al 2023. Quanto all'usato, i trasferimenti netti di proprietà sono aumentati dell'8,5% a oltre 3,15 milioni di contratti. Nel 2024, il rapporto passaggi netti/prime iscrizioni è stato pari a 1,98 (ogni 100 vetture nuove ne sono state vendute usate 198), in aumento rispetto all'1,84 del 2023.Spesa e gettito. In crescita anche la spesa per l'auto: nel 2024, gli italiani hanno sborsato poco più di 165 miliardi di euro (+3%). Le principali voci di spesa (il 57% del totale) sono acquisto e ammortamento (53 miliardi) e carburante (41 miliardi), seeguiti da manutenzione e riparazione, con oltre 29 miliardi. La spesa media per l'utilizzo dell'auto è stata pari a circa 4.000 euro, in aumento di poco meno di 100 euro rispetto al 2023. Infine, aumenta anche il gettito fiscale: poco meno di 71 miliardi, il 2,2% in più. L'entrata maggiore per l'erario è ancora una volta quella derivata dalla vendita dei carburanti (39 mld). Seguono Iva per acquisto veicoli (9,8 miliardi) e tassa automobilistica (7,5 miliardi).
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Dealer Day 2025 - DFSK presenta la Glory 500 Turbo
Si svolgerà dal 13 al 15 maggio a Verona l'Automotive Dealer Day 2025, evento B2B nel quale si incontrano Case costruttrici, dealer, filiera e operatori del settore. Durante l'evento la China Car Company, che distribuisce in Italia il brand Dfsk, presenterà la Suv Glory 500 Turbo, che verrà commercializzata nel corso dell'anno. 44 CV in più. Il nuovo modello è mosso da un quattro cilindri 1.5 da 110 kW (150 CV) e 220 Nm di coppia massima: sono 44 i cavalli extra rispetto alle motorizzazioni già presenti a listino (che rimarranno comunque in gamma), e che permettono alla Suv cinese di raggiungere i 190 km/h di velocità massima. La trazione è anteriore, il cambio può essere manuale a sei rapporti oppure con trasmissione a variazione continua. Offerte e garanzia. Come per il resto della gamma, anche per la Dfsk Glory 500 Turbo viene offerta una garanzia di 5 anni o 100.000 km. Fino alla fine del mese è inoltre in vigore la campagna Momenti di Glory, che offre incentivi senza vincoli di permuta o rottamazione.
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Bosch - Si punta alla crescita del fatturato, ma il 2025 resta "denso di incertezze"
Dal settore automotive continuano ad arrivare segnali negativi per via di diversi fattori, a partire dal neo-protezionismo americano. L'ultimo operatore a manifestare il proprio pessimismo è la Bosch: il maggior produttore al mondo di componentistica, alla luce degli "sviluppi volatili del commercio globale", ritiene che "le prospettive per l'anno in corso siano piene di incertezze", al punto da rendere difficile qualsiasi esercizio di "valutazione". Le prospettive. Per quest'anno, la Bosch punta sempre a una crescita organica del fatturato compresa tra l'1 e il 3% (è escluso il contributo delle recenti acquisizioni di alcuni rami d'azienda di Johnson Controls e Hitachi) e a un magine operativo in miglioramento rispetto al 3,5% del 2024, anche se il contesto economico è destinato a una persistente debolezza, in particolare in alcuni mercati chiave. "Dobbiamo impegnarci ancora di più per mantenere i costi competitivi e porteremo avanti la nostra strategia di crescita attraverso investimenti, innovazioni e acquisizioni", ha detto il direttore finanziario Markus Forschner. A tal proposito, Bosch ha annunciato la costituzione della consociata Bosch Ventures e la disponibilità a investire circa 250 milioni di euro su startup tecnologiche. Inoltre, l'azienda punta sempre a sfruttare opportunità nel campo della mobilità elettrica (solo quest'anno saranno avviato altri 50 progetti, in particolare tra Europa e Cina), dell'idrogeno e dei veicoli software-defined. "Il futuro della mobilità sarà determinato dal software e vogliamo rimanere all'avanguardia come partner delle Case automobilistiche", ha affermato il presidente Stefan Hartung. "Una tecnologia importante per il futuro è il motore a idrogeno, un sistema di propulsione che non emette CO2 a livello locale ed è particolarmente adatto per camion pesanti, fuoristrada e macchine agricole e per l'edilizia".I conti annuali. L'anno scorso, la Bosch ha visto uscire dal suo organico quasi 11.600 persone e, alla luce dei tagli varati in autunno, prevede una continua riduzione del personale, soprattutto in Germania ed Europa. L'esercizio 2024 si è chiuso con risultati finanziari in calo, il fatturato è sceso dell'1,4% a 90,3 miliardi e l'utile operativo da 4,8 miliardi a 3,1 miliardi, per un margine in discesa al 3,5%, mentre i flussi di cassa sono diminuiti da 2,2 miliardi a 900 milioni. In calo anche gli investimenti, passati da 5,5 miliardi a 5,1 miliardi. Le attività legate al mondo dell'auto hanno, invece, dimostrato una maggior resilienza, con ricavi in flessione di appena lo 0,7% a 55,8 miliardi (+0,2% a cambi costanti) e un margine operativo in contrazione dal 4,4% al 3,8%. L'azienda, però, è stata in grado di invertire la rotta già nel primo trimestre con vendite in miglioramento del 4%. I vertici aziendali hanno quindi confermato il target di un margine operativo al 7% nel 2026 e l'obiettivo di una crescita media annuale del fatturato tra il 6 e l'8% fino al 2030. Tuttavia, Hartung non ha fatto mistero delle crescenti difficoltà legate ai continui cambiamenti nello scenario globale e all'intensificazione della concorrenza asiatica.
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Renault - Un nuovo full hybrid da 160 CV per Captur e Symbioz
La Renault ha presentato una nuova motorizzazione full hybrid E-Tech da 160 CV, ordinabile già da oggi per la Captur, con prezzi che partono da 30.250 euro. Nel mese di giugno debutterà anche sulla Symbioz, sostituendo l'attuale powertrain da 145 CV. Calano i consumi. La nuova motorizzazione utilizza lo schema full hybrid del gruppo Renault, e si basa su un 1.8 quattro cilindri da 109 CV a iniezione diretta, abbinato a un'unità elettrica da 36 kW (49 CV) e un motogeneratore da 15 kW, che si occupa anche degli innesti del cambio multimodale a quattro rapporti. Cresce la dimensione della batteria, che passa da 1,2 a 1,4 kWh: in questo modo, secondo quanto dichiarato dalla Casa francese, ci si può muovere nel traffico cittadino in modalità elettrica fino all'80% del tempo di percorrenza, con consumi pari a 4,4 l/100 km ed emissioni pari a 99 g/km di CO2. Subito disponibile per Captur. La Captur con la nuova motorizzazione E-Tech da 160 CV può già essere ordinata, negli allestimenti techno ed esprit Alpine, con prezzi rispettivamente di 30.250 e 33.050 euro. Le consegne inizieranno a luglio. Con l'ingresso in gamma del nuovo motore, spariscono dal listino la precedente motorizzazione da 145 CV e la mild hybrid da 160 CV. Sulla Symbioz arriva più tardi. Il motore full hybrid da 160 CV arriverà solo a giugno, per sostituire quello da 145 CV attualmente a listino. La gamma si amplierà con una nuova motorizzazione benzina mild hybrid da 140 CV, mossa da un quattro cilindri turbobenzina da 1.3 litri abbinato a un cambio manuale a sei rapporti.
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Changan - La Deepal S07 sbarca in Europa
Il costruttore cinese Changan ha iniziato la produzione dei primi esemplari della Deepal S07 destinati al mercato europeo (qui trovate i dettagli). La Suv elettrica, realizzata nello stabilimento di Nanchino ma disegnata nel Centro stile della Casa a Torino, arriverà a giugno in Germania, Norvegia e Regno Unito, con consegne previste da settembre anche in Olanda e Danimarca. I prezzi partono da 45.000 euro. Assalto all'Europa. Per supportare la commercializzazione, Changan ha predisposto un centro ricambi nei Paesi Bassi in collaborazione con Kuehne+Nagel e con la S07 punta a incrementare le vendite globali puntando al Vecchio continente. Nato 40 anni fa e forte di 20 milioni di veicoli prodotti, il gruppo cinese punta a consolidarsi in Europa proprio col marchio Deepal: a oggi, complessivamente, il brand ha venduto circa 400.000 in poco meno di due anni e mezzo, di cui 240.000 solo nel 2024.
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Motor Valley Fest 2025 - L'industria automobilistica del futuro tra innovazione e sostenibilità
Dal 5 all'8 giugno Modena ospiterà la settima edizione del Motor Valley Fest (qui le scorse edizioni), dedicata quest'anno al tema "Industria di domani" e alla visione 5.0 del settore automotive. Il programma si aprirà al Teatro Storchi con un talk inaugurale che vedrà la partecipazione di esperti, manager e rappresentanti delle istituzioni. Il convegno esplorerà le traiettorie evolutive dell'industria automobilistica nel contesto della transizione digitale e sostenibile. Da Ferrari a Dallara. Tra gli interventi, McKinsey & Company presenterà una ricerca sul comportamento dei clienti ultra-high-end, mentre Teodoro Lio, Ceo di Accenture Italia, offrirà una visione del settore automotive alla luce delle trasformazioni guidate dall'Intelligenza Artificiale. Brunello Cucinelli condividerà invece una riflessione sull'eccellenza artigianale, l'estetica e la responsabilità sociale. A chiudere la mattinata sarà la Motor Valley Top Table, confronto tra i vertici dei principali brand della Motor Valley: Ferrari, Maserati, Pagani, Lamborghini, Dallara e Ducati. Il dibattito si concentrerà sulle sfide e le opportunità in un contesto sempre più complesso di tensioni commerciali internazionali.
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<p>Modellismo</p><p> </p> - Fiat 1300 1961 Scala 1:18 di Laudoracing Models
Riordinando la mia collezione di Quattroruote, mi sono imbattuto nel numero di ottobre del 1961: in copertina, un gioco di specchi mostrava la Fiat 1300. Oggi, la troviamo in scala perfettamente riprodotta da Laudoracing-Models: vediamola più da vicino. Lo stile strizzava l'occhio alle linee statunitensi dell'epoca, più precisamente a quelle espresse dalla Chevrolet Corvair. La riproduzione in scala 1:18 è di altissima fedeltà, sia per la linea, sia per gli interni; la verniciatura è curata, non copre e non nasconde dettagli; cerchi e gomme sono ben proporzionati, i pneumatici ben scolpiti e dalla classica spalla bianca. Le cromature si apprezzano per la qualità, sia sui paraurti che sul sottile profilo perimetrale, così come per la calandra. Realistici i gruppi ottici anteriori, buona la trasparenza e il dettaglio delle righe di rifrazione. La targa, rigorosamente torinese è in rilievo, dettagli spesso usati sulle Laudoracing. Guardando l'interno si apprezzano i particolari di questa 1300, come la corona che fungeva da clacson all'interno del volante. La strumentazione è ben visibile e graficamente corretta, bene il resto della plancia. A catalogo, al prezzo di 116,90 euro sul sito del produttore sono possibili vari abbinamenti cromatici tra interni ed esterni. Realizzati con attenzione i sedili, così come i pannelli interni delle portiere.
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Recaro - Il rilancio passa da Torino
Recaro è uno dei grandi nomi dell'automotive tedesco, ma il suo futuro passa ormai da Torino e, per la precisione, da Caselette. Dallo scorso gennaio, il marchio è entrato in una nuova fase di rilancio sostenuta dalla Proma: l'azienda italiana di componentistica per l'auto (25 impianti in tre continenti e un fatturato di 1,1 miliardi di euro) ha firmato a dicembre l'accordo con la curatela fallimentare della Recaro per garantire la continuità operativa della sede tedesca e da allora ha avviato un programma di investimenti incentrato anche sull'espansione delle produzioni in Italia. Il rilancio. La strategia della società guidata da Luca Pino ha il suo elemento chiave proprio nell'impianto di Caselette, dove sono già operative le linee produttive per le forniture di primo equipaggiamento ai costruttori: la Ineos, per esempio, è riuscita a riavviare le sue attività di assemblaggio ad Hambach grazie all'intervento della Proma nel salvataggio della Recaro. L'operazione ha quindi consentito di avviare un progetto di ampliamento del sito torinese. Il polo, già attivo da tempo nell'assemblaggio di sedili destinati al mercato europeo, diventerà presto un Recaro Campus e sarà potenziato nei prossimi mesi sia sul fronte della capacità produttiva, che in termini occupazionali. Inoltre, nel primo trimestre è ripartita anche l'attività aftermarket a Stoccarda e non mancano diverse altre iniziative volte a evidenziare la rinascita del marchio tedesco: l'1 maggio è stato organizzato un raduno di appassionati al circuito del Nürburgring, il GERCollector Trackday, mentre per i prossimi mesi è in programm la partecipazione al MIMO Milano Monza Motor Show, dove si terrà anche la Recaro Parade, e al Salone dell'Auto di Torino.
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Emissioni di CO2 - Via libera all'emendamento sulle multe
L'atteso emendamento ai regolamenti comunitari sulle emissioni di anidride carbonica di auto e furgoni si può ormai dare per adottato nel corpus normativo dell'Unione Europea. Il Parlamento, infatti, ha votato a favore della proposta di modifica inserita dalla Commissione nel Piano d'Azione dello scorso marzo: i sì sono stati 458 e i no 101, mentre 14 deputati si sono astenuti. I prossimi passi. Ora, manca solo un passaggio prettamente tecnico legato al meccanismo di funzionamento delle istituzioni comunitarie. Lo stesso Parlamento ha deciso di trattare la questione dell'emendamento tramite una procedura d'urgenza al fine di accelerarne l'adozione, accogliere l'invito del presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per una rapida approvazione ed evitare un procedimento ordinario che avrebbe comportato mesi e mesi di dibattiti e ritardi. Ora, per entrare in vigore, il testo necessita solo del via libera formale del Consiglio Ue, che proprio ieri ha adottato lo stesso provvedimento proposto dalla Commissione, senza apportare alcuna modifica.Bene, ma non basta. L'emendamento, che introduce maggior flessibilità nelle sanzioni per lo sforamento dei limiti emissivi (i costruttori potranno rispettare gli obblighi per gli anni 2025, 2026 e 2027, calcolando la media delle loro prestazioni nel triennio e non nei singoli anni) rischia di rivelarsi un fuoco di paglia senza ulteriori misure di sostegno al settore o correttivi alle attuali politiche comunitarie. A tal proposito, il presidente dell'Anfia, Roberto Vavassori, ha rinnovato i suoi dubbi prima del voto parlamentare: "Seppur non risolutrice dell'annoso tema della sanzioni, l'adozione della misura, concedendo ai costruttori un più ampio respiro temporale per il raggiungimento dei target, deve essere il primo e fondamentale passo del più ampio e complesso percorso di revisione regolamentare settoriale che Anfia auspica possa concretizzarsi in questa legislatura europea, anche grazie al sostegno del governo e dei membri italiani al Parlamento europeo". Dello stesso tono il commento dell'Acea. Secondo il direttore generale Sigrid de Vries, l'emendamento "è un passo nella giusta direzione, perché riconosce le complessità e le difficoltà persistenti del mercato automobilistico". Tuttavia, "le sole flessibilità immediate non sono sufficienti a rimettere in carreggiata la transizione e la revisione" del regolamento sulle emissioni promessa nel Piano d'Azione "sarà un elemento essenziale per definire una strategia di decarbonizzazione a lungo termine".
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Toyota - I dazi Usa affossano le previsioni sui profitti annuali
La Toyota fornisce indicazioni decisamente negative sui dazi introdotti negli Stati Uniti da Donald Trump. Il colosso giapponese, infatti, prevede di chiudere l'esercizio fiscale 2025-2026 con un utile netto di 3.100 miliardi di yen (circa 19 miliardi di euro al cambio attuale), il 35% in meno rispetto a quanto consuntivato nell'anno chiuso il 31 marzo scorso. Il crollo è legato proprio alle nuove tariffe doganali, ma la Toyota ha precisato che le previsioni tengono conto, in via provvisoria, solo dell'impatto dei dazi nei mesi di aprile e maggio, mentre l'amministratore delegato Koji Sato ha evidenziato come le conseguenze di lungo termine siano "al momento difficili da prevedere". Insomma, c'è il rischio concreto che il neo-protezionismo americano produca danni ancor più consistenti sui bilanci del gruppo giapponese. I conti annuali. Per ora, la Toyota ha quantificato in 180 miliardi di yen (1,1 miliardi di yen) l'effetto dei dazi sull'utile operativo annuale, destinato, a sua volta, a subire un calo del 21% a 3.800 miliardi, per un margine di appena il 7,8% (i ricavi sono visti in leggera crescita a 48.500 miliardi). D'altro canto, già i numeri dello scorso esercizio mostrano qualche crepa nella tradizionale solidità contabile della Toyota, alle prese con gli stessi problemi evidenziati da tanti altri costruttori nelle loro ultime trimestrali. Nonostante un fatturato in mgilioramento del 6,5% a 48.037 miliardi, l'utile operativo è sceso del 10,5% a 4.795 miliardi, il margine è diminuito dall'11,9% al 10% e i profitti sono calati del 3,6% a 4.765 miliardi. Detto questo, non manca un segnale positivo per gli azionisti. Infatti, la Toyota ha precisato l'intenzione di continuare ad aumentare i dividendi (saliranno da 90 a 95 yen per azione), "sebbene la situazione sia incerta a causa dell'impatto dei dazi statunitensi e di altri fattori che influenzano le performance".
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Osram Automotive - Un secolo di vita... con una novità
Si chiama Night Breaker Led Smart Ece H11 ed è la prima lampada Light Emitting Diodes omologata Ece (Commissione economica europea): con questa novità, Osram Automotive festeggia i 100 anni di vita. Stando al colosso tedesco, il dispositivo elimina la necessita di abbinare i numeri di omologazione dei fari e di applicare adesivi, mantenendo la facilita d'uso delle lampade alogene tradizionali. Offre inoltre una luce bianca brillante con una temperatura di colore fino a 6000K, mentre l'abbagliamento degli altri utenti della strada scende al di sotto dei valori massimi consentiti fino al 50%. Dotata di struttura resistente alle vibrazioni, con una durata fino a sei volte superiore, consuma fino al 60% in meno di energia, promette l'azienda, che ha effettuato test in un laboratorio di simulazione ambientale per influenze esterne estreme in termini di ingresso di acqua e polvere. Un secolo di innovazione. Ma la storia di Osram Automotive inizia nel 1925, quando la società di Monaco di Baviera presenta a un gruppo di curiosi, a Berlino, la prima lampadina per fari a doppio filamento al mondo (Bilux), che permette agli automobilisti di passare dalla luce abbagliante a quella anabbagliante, rappresentando una svolta per la sicurezza stradale. In particolare, la tecnologia alogena per i fari delle auto dal 1960 e le lampade alogene H7 e D1 allo xeno del 1990, che consentono alla società di diventare leader mondiale del settore. In parallelo, vengono sviluppati prodotti come gli abbaglianti addizionali e i fari da lavoro, le lampade Led di emergenza e segnalazione, nonché attrezzature per la manutenzione di batterie e pneumatici, dashcam.
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Codice della strada - Droga e guida, ecco quando si rischia
Dopo il caos mediatico delle settimane scorse, tra interpretazioni di fantasia e ipotesi di ripensamenti, può essere utile spiegare come funzionano i controlli sulla droga. E, dunque, se e quanto si rischia mettendosi al volante dopo avere assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. Dall'effetto alla guida alla semplice assunzione. Partiamo dalla novità che ha generato questa ridda di notizie e smentite. Il 14 dicembre 2024 è entrata in vigore la riforma del Codice della strada. Tra le norme modificate c'è anche l'articolo 187, quello che disciplina la guida dopo l'assunzione di sostanze stupefacenti. Semplificando al massimo, il legislatore è passato dal concetto di guida in stato di alterazione dopo aver assunto stupefacenti a quello di guida dopo l'assunzione di quelle sostanze. Insomma, affinché si configuri il reato è sufficiente, adesso, avere la prova dell'assunzione, indipendentemente dal fatto di esserne sotto un effetto visibile. Il dubbio e la polemica. Non solo. Siccome la norma non parla di quantità, è sufficiente che di queste sostanze vi sia traccia. Da lì l'ondata di polemiche che si è sollevata nelle settimane e nei mesi successivi in considerazione del tempo di permanenza nell'organismo di molte molecole, fino a tre giorni nella saliva, ma molti di più nelle urine, dove tracce di Thc, presente nella marijuana, possono persistere fino a 30 giorni. Prima smentita: solo saliva e sangue. Ma era davvero così? C'era davvero il rischio di essere denunciati per essersi fatti una canna un mese prima? No. Come già aveva spiegato su Quattroruote di febbraio 2025 Giandomenico Protospataro, ex dirigente della Polizia Stradale e autore per l'Egaf delle pubblicazioni di riferimento in materia stradale, la ratio della norma è provare che nei liquidi biologici sia presente la sostanza psicoattiva, non i suoi metaboliti, cioè le sostanze che il corpo produce per effetto della metabolizzazione della sostanza stessa. E l'urina è assolutamente inadeguata rispetto a questo scopo. scientificamente dimostrato, infatti, che solo se la sostanza è presente nel sangue, e quindi anche nella saliva, che del sangue è un microfiltrato, essa produce effetti sull'organismo. E infatti, la circolare del ministero dell'Interno dell'11 aprile scorso l'ha confermato: La presenza dei principi attivi delle sostanze stupefacenti o psicotrope deve essere determinata esclusivamente attraverso analisi di campioni ematici o di fluido del cavo orale del conducente. La presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope nelle urine non può essere indicativa di una intossicazione in atto. Seconda smentita: l'assunzione prima di guidare. Di più. L'impiego, ai fini dell'accertamento, di saliva o sangue, e non dell'urina, ha un'importante conseguenza: limita automaticamente il tempo utile ad accertare la presenza della sostanza a una ridotta finestra temporale collegata alla recente assunzione della sostanza stessa, come spiegava a Quattroruote Protospataro. E infatti, la nuova circolare lo conferma: Occorre provare che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell'organismo durante la guida. Insomma, come spesso accade, tanto rumore per nulla.
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Tesla - Lufficio brevetti Usa nega la registrazione del "Robotaxi"
L'ufficio dei brevetti americano ha rifiutato la richiesta della Tesla di registrare il marchio Robotaxi per il suo veicolo a guida autonoma, presentato lo scorso ottobre insieme al Robovan. Rimane il nome Cybercab. Il ceo della Tesla Elon Musk, presentando l'auto a due posti priva di comandi, l'ha chiamata sia Robotaxi sia Cybercab. La Casa ha presentato domanda di registrazione di entrambi i nomi: il primo è stato rifiutato perché troppo generico e già utilizzato per indicare genericamente i servizi di trasporto persone con veicoli a guida autonoma. Per quanto riguarda il secondo, l'ufficio brevetti deve ancora comunicare la sua decisione (che dovrebbe essere positiva, dal momento che Cybertruck è stato accettato). Tesla, comunque, potrebbe presentare ricorso. Niente range extender per il Cybertruck. A proposito del pick-up elettrico, la Tesla ha rinunciato a produrre il suo range extender (che in realtà è una batteria aggiuntiva): venduto a 16 mila dollari, occupava un terzo dello spazio disponibile nel cassone e doveva essere montato da un'officina specializzata. In questi giorni la Casa americana ha avviato la procedura di rimborso del deposito di 2.000 dollari per i clienti che ne hanno ordinato uno.
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Chevrolet Corvette - Il Model Year 2026 introduce nuovi interni
Debutta negli Stati Uniti il Model Year 2026 della Corvette. Si tratta di un aggiornamento che coinvolge le dotazioni e le personalizzazioni, ma che, soprattutto, introduce gli interni ridisegnati per assecondare il feedback dei clienti. Tre schermi, addio al ponte centrale. La caratteristica che ha stupito al lancio della C8, ovvero la posizione dei pulsanti secondari sul lungo profilo rialzato che divide i due sedili, è risultata tanto scenografica quanto poco pratica. La Corvette ha così deciso di rivedere la console centrale con un'impostazione più tradizionale: i comandi del climatizzatore sono stati inseriti in un elemento orizzontale sotto il display dell'infotainment, mentre l'elemento centrale è stato ridisegnato, ridotto nelle dimensioni e trasformato in una maniglia per il passeggero. Le novità proseguono con i tre schermi davanti il guidatore: 14" per la strumentazione, 12,7" per l'infotainment e 6,6" per le funzioni secondarie sul lato sinistro. Il nuovo design dei portabicchieri e del comando delle modalità di guida ha permesso infine di introdurre anche la piattaforma di ricarica wireless. Per la ZR1 debuttano i freni potenziati. Per il Model Year 2026 sono previste nuove opzioni di personalizzazioni: i clienti potranno scegliere finiture in colori asimmetrici per interni, le inedite tinte esterne Roswell Green e Blade Silver e un nuovo tetto elettrocromatico con trasparenza regolabile elettricamente, mentre per la E-Ray diventa di serie la finitura in tinta di tutti i pannelli carrozzeria. Non ci sono novità sul fronte dei powertrain, ma è prevista una nuova modalità di guida chiamata PTM Pro che disattiva tutti gli aiuti alla guida escluso l'ABS per l'uso estremo in pista. Per la ZR1, infine, viene reso disponibile lo ZTK performance package che porta in dote l'impianto frenante carboceramico con pinze anteriori a 10 pistoncini.
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WEC - La 6 Ore di Spa e lesame di coraggio
Ancora poche ore, poi si apriranno i cancelli del circuito più affascinante del Mondiale Endurance: Spa-Francorchamps. Un tempio lungo 7 chilometri e 4 metri, con 19 curve (nove a sinistra, 10 a destra) che raccontano la storia del motorsport. Qui, dove le nuvole si rincorrono con i prototipi e la nebbia si fa sipario tra una staccata e l'altra, si corre la terza tappa del WEC 2025. La chiamano "l'università" per un motivo: Spa non perdona. Richiede una perfetta combinazione di tecnica, coraggio e visione. Chi ci arriva impreparato, si smarrisce. Chi osa, scrive il proprio nome accanto a quelli di Senna, Schumacher, e Raikkönen. Chi sogna di vincere sa che qui serve anche fortuna. I punti di sorpasso sono scolpiti nel rischio: La Source in apertura, stretta e invitante; il Kemmel Straight, dopo la roulette di Eau Rouge-Raidillon, dove si vola con il DRS spalancato; la Bus Stop Chicane, ultima trappola per duelli all'ultimo respiro. E poi ci sono curve che non si discutono, si temono: Blanchimont, da fare in pieno ma con margini inesistenti. Raidillon, dove un sorpasso è una sfida ai propri limiti.Lo scorso anno, proprio a Spa, la gara si trasformò in dramma e attesa. Un violento incidente tra la Cadillac di Earl Bamber, la Porsche di Neel Jani e la BMW di Sean Gelael portò a una lunga interruzione: un'ora e 47 minuti di bandiera rossa per sistemare le barriere. La gara, pensata per durare 6 ore, si allungò fino a 7 ore e 44 minuti. La Ferrari #50, retrocessa in fondo per irregolarità di peso nonostante la pole, fu protagonista ma poi penalizzata da una strategia a due soste contro la sola sosta della Porsche Jota, che vinse con Ilott e Stevens. Quest'anno si riparte con le Ferrari al comando. Nella classifica costruttori, Maranello guida con 92 punti, seguita da BMW a 63. Tra i piloti, il trio della #51 Pier Guidi, Calado e Giovinazzi è in testa con 50 punti, tallonato dai colleghi della #83 e della #50. Il Balance of Performance (BoP) arriva a Spa con il suo consueto carico di polemiche e aggiustamenti: Ferrari, Toyota e BMW correranno con più peso e meno potenza. Aston Martin, finora a secco, proverà a rifarsi. L'appuntamento è fissato per sabato 10 maggio. La gara inizierà alle 14:00, dopo le qualifiche del venerdì pomeriggio. Tutto sarà visibile in diretta su Eurosport, Discovery+, e in streaming su FIAWEC.tv. Spa è pronta. Il pubblico anche. E i piloti? Devono solo dimostrare se sono degni di una laurea nell'endurance più dura che c'è. La tappa sulle Ardenne sarà anche l'ultima prima della 24 Ore di Le Mans, banco di prova definitivo per ogni costruttore. A Spa non si viene per prepararsi, ma per dimostrare di essere già pronti. Chi sbaglia, paga caro. Chi eccelle, entra nella leggenda.
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BYD - Le fabbriche europee produrranno anche le ibride plug-in
La BYD ha deciso di modificare le sue strategie produttive in Europa: i due stabilimenti attualmente in fase di costruzione in Ungheria e Turchia assembleranno sia auto elettriche, sia vetture ibride plug-in. La decisione, stando a una ricostruzione di Automotive News Europe, è legata a logiche di mercato e tiene conto del rallentamento delle Bev e della contestuale ascesa delle altre motorizzazioni elettrificate. Il cambio di programma. L'azienda di Shenzhen sta investendo 5 miliardi di euro per i suoi impianti di Szeged (Ungheria) e Smirne (Turchia): fino a qualche mese fa, l'intenzione era di produrre solo elettriche, per approfittare della crescita a doppia cifra delle vendite di auto a batteria. Tuttavia, il progressivo rallentamento della domanda ha spinto la BYD a cambiare i suoi programmi: a ottobre il vicepresidente esecutivo, Stella Li, ha annunciato l'aggiunta delle Phev alle produzioni europee, ma non ha precisato quali dei due impianti sarebbe stato interessato dal nuovo orientamento strategico. Successivamente, durante l'incontro di Torino con i fornitori italiani, i manager hanno precisato che Szeged sarebbe stato dedicato alle elettriche e Smirne alle ibride plug-in. Ora, l'azienda ha confermato ad Automotive News di aver ulteriormente modificato i suoi programmi, decidendo di impegnare entrambi gli impianti sulle due tipologie di motorizzazioni.Prodotti e piani. La fabbrica magiara dovrebbe entrare in funzione a ottobre, con una capacità produttiva di 150 mila unità l'anno (raddoppiabile in caso di necessità), la stessa dell'impianto turco, destinato ad aprire i battenti nel mese di marzo del 2026. Quanto ai prodotti, Li ha precisato i programmi di lancio: Szeged produrrà inizialmente la Dolphin e la Atto 3, poi saranno affiancate dalla Atto 2 e dalla Seagull, che in Europa si chiamerà Dolphin Surf. Inoltre, entro la metà del 2026, ogni modello sarà offerto nella variante sia elettrica, che ibrida plug-in. Del resto, i numeri dimostrano quanto le Phev stiano dando una spinta decisiva alla vendite della BYD: nei primi tre mesi dell'anno, secondo le elaborazioni di Dataforce citate da Automotive News, l'azienda cinese ha quadruplicato le vendite europee, da 7.701 a 28.842 veicoli, e portato il peso delle Phev al 38% dei volumi, a fronte di una quota quasi nulla nello stesso trimestre del 2024. E questo spiega, più di ogni altra cosa, il cambio delle strategie produttive.
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Toyota Corolla Cross - La Suv media si aggiorna: ecco tutte le novità
La Toyota ha presentato il restyling della Corolla Cross, la Suv media che ha debuttato nel 2022: tra le novità in arrivo l'allestimento con caratterizzazione sportiva GR Sport e, nelle versioni con trazione integrale AWD-i, una modalità neve specifica per i climi più rigidi. L'arrivo del nuovo modello è previsto per l'estate mentre la versione GR Sport arriverà più avanti, in autunno. Cambia davanti. All'esterno le novità si concentrano principalmente nel frontale, dove troviamo una nuova griglia con finiture a nido d'ape integrata nel paraurti, nel quale sono state inserite anche delle prese d'aria verticali. Rinnovata anche la firma luminosa, davanti e dietro (dove i gruppi ottici presentano piccoli elementi aerodinamici per migliorare la gestione dei flussi d'aria). Di serie per tutta la gamma i cerchi da 18 di nuovo disegno. Diventa più pratica. Più sostanziali le modifiche all'interno, in particolare nella zona del tunnel centrale, completamente ridisegnata, con una nuova e più compatta leva del cambio e spazio per la doppia piastra di ricarica a induzione per gli smartphone, di serie su tutta la gamma. La strumentazione digitale è di 10,5 nell'allestimento base, ma per il mercato europeo dovrebbe essere di serie quella più grande da 12,3. Nelle versioni più "ricche" saranno disponibili volante e sedili riscaldabili. Miglioramenti anche sul fronte del confort, con l'utilizzo di un maggior quantitativo di materiali fonoassorbenti per tetto e plancia. Pronta per la neve. Invariate le motorizzazioni, con i powertrain full hybrid da 140 e 197 CV, quest'ultimo anche nella versione AWD-i con un secondo motore elettrico sull'asse posteriore per la trazione integrale. Per questa versione arriverà anche la modalità Snow Extra, pensata per migliorare stabilità e trazione sulle strade molto innevate. Di serie per tutta la gamma la suite di Adas Toyota T-Mate, con la guida assistita di Livello 2. Corolla Cross GR Sport. Per la prima volta entra a listino anche l'allestimento GR Sport, che si caratterizza per un look più aggressivo: cerchi da 19 di colore nero, paraurti e griglia sportivi, il logo Toyota di nero lucido e la disponibilità di una tinta esclusiva per la carrozzeria, lo Storm Grey con tetto nero a contrasto che vedete in queste immagini. All'interno i sedili sportivi sono rivestiti di Brin-Naub, pellame sintetico con il logo GR goffrato sui poggiatesta e cuciture rosse a contrasto. A livello meccanico l'assetto è stato abbassato di 10 mm, mentre sterzo e software del cambio automatico hanno impostazioni specifiche per questo modello, che può anche sfruttare la nuova modalità Sport.
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Emissioni di CO2 - Il Consiglio europeo approva l'emendamento sulle multe
Nuovo passo avanti nell'iter di approvazione dell'emendamento ai regolamenti sulle emissioni di anidride carbonica di auto e furgoni: alla vigilia del voto del Parlamento europeo, il Consiglio Ue ha approvato il suo mandato negoziale in vista delle trattative del cosiddetto Trilogo, adottando una posizione del tutto simile alla proposta inserita dalla Commissione europea nel Piano d'azione di inizio marzo. Dunque, i rappresentanti dei 27 Paesi membri non hanno apportato alcuna modifica, a dimostrazione della loro piena disponibilità ad accogliere la richiesta del presidente del massimo organo esecutivo di Bruxelles, Ursula von der Leyen, per una rapida approvazione del provvedimento. Maggior flessibilità. Il regolamento comunitario stabilisce obiettivi annuali, su periodi di cinque anni, per tagliare le emissioni medie di CO2 delle autovetture e dei furgoni. Per il quinquennio 2025-2029, è entrato in vigore il primo gennaio scorso un target di riduzione del 15% rispetto ai valori del 2021. Con l'emendamento, già adottato dal massimo organo esecutivo della Ue, si punta a concedere ai costruttori la possibilità di rispettare gli obblighi per gli anni 2025, 2026 e 2027, calcolando la media delle loro prestazioni nel triennio e non in ogni singolo anno. In sostanza, si inserisce nei regolamenti una maggior flessibilità sulla questione delle sanzioni. Detto questo, diversi manager ed esperti del settore hanno già criticato il provvedimento, che rischia di rivelarsi solo un inutile palliativo.I prossimi passi. A ogni modo, la modifica ai regolamenti è ormai instradata lungo un percorso di rapida approvazione. A tal proposito il Parlamento europeo ha deciso di adottare una procedura d'urgenza per evitare i tradizionali passaggi che rischiano di produrre mesi e mesi di dibattito tra gli eurodeputati. Grazie a questa decisione, il provvedimento sarà sottoposto al voto oggi, 8 maggio: il calendario prevede la votazione tra le 12 e le 14 di diversi ordini del giorno, tra cui, per l'appunto, l'emendamento. Qualora il Parlamento approvi, in prima lettura e senza ulteriori modifiche, il testo della proposta della Commissione, il Consiglio accoglierà la posizione dello stesso Parlamento e l'atto sarà adottato in via ufficiale e definitiva nel corpo normativo dell'Unione Europea.
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Rapporto Aniasa - La corsa del noleggio: aumentano il giro daffari e la flotta
raro trovare un settore economico di peso non solo in salute, ma con ampi margini di crescita. Certo, anche nel mondo dell'autonoleggio e della sharing mobility le ombre e le incognite non mancano, soprattutto nel car sharing, ma la forza dei numeri del 2024 e del primo trimestre dell'anno, svelati oggi a Milano nel corso della presentazione del 24 rapporto Aniasa, mostrano un business solido dalle prospettive rosee. Vediamo nel dettaglio partendo proprio dalla prima parte del 2025. L'anomalo boom di targhe nel 1 trimestre. Nel lungo termine il fatturato è aumentato del 10,1% a 2,3 miliardi di euro, la flotta è cresciuta del 4,7% fino a sfiorare 1,3 milioni di veicoli e le immatricolazioni si sono impennate dell'11,5%. Un dato, quest'ultimo, da leggere però in controluce, visto il boom delle immatricolazioni appannaggio delle cosiddette captive, ossia le società di long term rent emanazione delle case automobilistiche. A questo proposito, lo stesso presidente dell'Aniasa, Alberto Viano, ha ammesso che non tutte queste vetture hanno un cliente. Un modo elegante per non dire che parte di quei numeri, molto probabilmente, sono il frutto di una forzatura sul mercato da parte della Casa controllante: il noleggio sta supportando il mix di immatricolato, ha spiegato Viano. Rent-a-car in chiaroscuro, ma non è crisi. Il noleggio a breve termine, invece, intimamente legato al turismo, ha scontato nel consuntivo trimestrale la diversa collocazione della Pasqua, caduta lo scorso anno a fine marzo. E dunque, pur presentando un fatturato in salita del 6,4% e un leggero aumento dei noleggi (+0,8%), il rent-a-car ha registrato un calo dei giorni di noleggio (-3,5%), della flotta in circolazione (-5,5%) e delle immatricolazioni (-2,7%). Si vedrà nel prosieguo dell'anno se questo andamento in chiaroscuro sarà confermato oppure no.Fatturato 2024 dell'Nbt a 1,5 miliardi (+4,8%). Di certo c'è che questo segmento del business ha archiviato il 2024 con più luci che ombre: un giro d'affari che ha superato 1,5 miliardi di euro (+4,8%), una crescita dei noleggi del 10,1% a quota 4,7 milioni, un aumento del 6,2% dei giorni di noleggio, che hanno superato i 38 milioni, e una flotta che si è allargata a 140 mila unità (+2,3%) per soddisfare una domanda in aumento. Uniche note stonate, in un panorama comunque luminoso, sono stati il calo della durata media del noleggio (-3,5%) e il leggero calo del fatturato per giorno di locazione (-1,4%). Secondo l'Aniasa, le aziende di maggiori dimensioni affrontano un aumento dei costi dovuti all'acquisto della flotta, provocato dal consistente innalzamento dei listini, e un crescente incremento dei costi gestionali causato, soprattutto, dalla crescita esponenziale dei danni e dei furti (totali e parziali) e dei canoni concessori pagati ad aeroporti e stazioni ferroviarie, con pericolose riduzioni dei margini operativi che rischiano di non compensare adeguatamente gli investimenti necessari a garantire gli standard richiesti dal mercato. Record di ricavi e flotta per il long term. Restando sul 2024 ma spostando lo sguardo sul lungo termine, anche in questo ambito le luci sovrastano le ombre: una flotta di quasi 1,3 milioni di veicoli (+5,8%), nonostante una forte frenata delle immatricolazioni (-14,7%), una crescita record del fatturato, salito del 17,9% a 12,5 miliardi (di cui 8,7 da contratti di locazione di veicoli e 3,6 dalla rivendita dell'usato). Tra i principali trend registrati dal long term rent, l'aumento delle durate dei contratti (l'80% supera i 36 mesi), il ritorno alla crescita del canale dei privati (+3%), l'aumento costante del business dei veicoli commerciali leggeri, oggi 225 mila (+7,5%). Complessivamente, la platea degli utilizzatori ha raggiunto 268.000 soggetti, di cui 95 mila aziende, 3 mila amministrazioni pubbliche e 170 mila privati (con e senza partita Iva). Car sharing in difficoltà: -16% di noleggi nel 2024. In un panorama complessivamente roseo, continua a soffrire, invece, il car sharing, ormai concentrato a Roma e a Milano, dove circola l'80% della flotta complessiva. Nel 2024 sono stati effettuati poco più di 4,2 milioni (-16%) di noleggi di vetture (erano 5 mln nel 2023 e ben 10 milioni nel 2019) da 330.000 utenti attivi iscritti al servizio. Si è contratta ulteriormente la flotta di mezzi su strada, a circa 3.300 unità (tutte ibride ed elettriche), metà delle quali restano mediamente non disponibili a causa dei furti (parziali e totali) e dei danneggiamenti che da sempre colpiscono questi veicoli. Unica nota positiva, l'aumento significativo delle durate dei noleggi (in media 126 minuti), un trend che proietta l'offerta del settore verso formule giornaliere, ben diverse da quelle orarie per cui era nato. Senza un adeguato supporto da parte delle istituzioni nazionali e locali, ha sottolineato Viano, questo business - di supporto strategico al trasporto pubblico locale, al decongestionamento dei centri urbani e alla salvaguardia dell'ambiente - rischia di contrarsi ulteriormente nei prossimi anni. Obiettivo: la riforma fiscale. Dopo aver faticosamente incassato la salvaguardia della previgente disciplina del fringe benefit sulle auto ordinate prima dell'entrata in vigore l'1 gennaio scorso - della riforma che ha archiviato il parametro delle emissioni in favore delle alimentazioni, il sodalizio guidato da Alberto Viano si prepara a nuove sfide. La prima è più importante è quella costituita dalla delega fiscale, che il governo ha ottenuto nell'agosto del 2023 e che, dunque, dovrebbe arrivare al traguardo entro tre mesi. Dichiarato l'obiettivo di superare gli attuali e anacronistici paletti sulla deducibilità dei costi dell'auto aziendali, pari ai vecchi 35 milioni di lire fissati nella seconda metà degli anni 90 del secolo scorso e mai adeguati all'inflazione, e sulla detraibilità dell'Iva, attualmente al 40% in perenne deroga alle norme europee. Secondo Viano la riforma dovrebbe essere costruita per far diventare il noleggio la leva della decarbonizzazione, ossia fiscalmente premiante per le vetture a basse o nulle emissioni di anidride carbonica. Le flotte a noleggio a breve e lungo termine e del car sharing, ha sottolineato, costituiscono lo strumento più efficace per accelerare l'elettrificazione della mobilità, come confermato dagli obiettivi annunciati dalla Commissione Ue sulla decarbonizzazione delle flotte. Per andare in questa direzione il nostro Paese deve superare i numerosi dazi occulti' che frenano lo sviluppo e gli investimenti in mobilità pay-per-use.
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