Maserati - GranTurismo e GranCabrio saranno prodotte a Modena
Stellantis ha fornito un primo dettaglio dell'aggiornamento del Piano per l'Italia anticipato dal responsabile per l'Europa, Jean-Philippe Imparato le Maserati GranTurismo e GranCabrio non saranno più prodotte a Torino, bensì a Modena. Le conseguenze per Mirafiori. Le due vetture del Tridente verranno assemblate, entro la fine del 2025, all'interno dello storico stabilimento di viale Ciro Menotti, che oggi sforna MC20, MC20 Cielo e GT2 Stradale. Il trasferimento implica, ovviamente, delle conseguenze per la fabbrica di Mirafiori. A tal proposito, il gruppo ha spiegato che "parallelamente allo spostamento dell'attuale produzione di GranTurismo e GranCabrio, partirà a Torino la produzione della nuova 500 ibrida, che garantirà continuità operativa alle Carrozzerie di Mirafiori e alle sue persone". Infatti, la maggior parte dei lavoratori impegnati sulla linea della Maserati sarà riallocata sulla produzione della versione elettrificata della 500, mentre altri saranno "riassegnati nell'ambito delle altre attività esistenti nel comprensorio di Mirafiori", tra cui le produzioni dei cambi eDCT e C514 e le iniziative nell'ambito dell'economia circolare. A ogni modo, non saranno rescissi i legami tra Torino e Modena: nella fabbrica torinese, infatti, "continueranno ad essere realizzate le attività di lastratura e verniciatura di Maserati GranTurismo e Gran Cabrio".
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Pirelli - rottura totale con l'azionista cinese Sinochem
I rapporti tra il dirigenza della Pirelli e l'azionista cinese Sinochem sono arrivati alla rottura forse definitiva: le trattative avviate pochi giorni fa per risolvere lo scontro scatenato dalla dichiarazione di decadenza del controllo in capo al colosso della petrolchimica si sono infatti concluse senza esito positivo, aprendo la porta a sviluppi che probabilmente saranno anche di natura legale. Il Golden Power e la decadenza cinese. La diatriba ha le sue radici prima nella decisione del governo di esercitare il cosiddetto "Golden Power" e poi in una conseguente iniziativa del management: la dirigenza ha approvato una relazione finanziaria comprensiva di un'informativa che recepisce sia la disposizione dell'esecutivo Meloni, sia un provvedimento della Consob sulla necessità di applicare il principio contabile Ifrs 10 (quest'ultimo definisce il concetto di controllo e i suoi effetti sulla redazione dei bilanci societari) e stabilisce, per l'appunto, la decadenza del controllo in mano ai cinesi. Attualmente Sinochem controlla China National Tire and Rubber Corp. e quindi Marco Polo International Italy, il veicolo intestatario diretto del 37% circa dell'azienda della Bicocca (il secondo maggior azionista è la Camfin con il 26,6%). L'informativa è quindi diventata l'oggetto di una contesa che ha portato i rappresentanti del colosso del Dragone a non approvare la relazione finanziaria, ad accusare il management della Pirelli e a sottolineare il peso ancora detenuto in seno all'assemblea ordinaria dei soci.Voti contro. Negli ultimi giorni sono state condotti dei negoziati per risolvere la questione, ma non è stata raggiunto un adeguato compromesso. Lo dimostra quanto avvenuto ieri 14 maggio, in occasione della riunione del consiglio di amministrazione per l'approvazione dei conti del primo trimestre. I risultati al 31 marzo 2025 sono stati sì approvati, ma solo a maggioranza: 9 membri su 15 hanno dato il loro assenso, mentre hanno votato contro il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua e Tang Grace. Si tratta, in pratica, dei rappresentanti di Sinochem, che hanno motivato "il loro dissenso unicamente in ragione della dichiarazione di avvenuta cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli ai sensi dell'Ifrs 10, non condividendone le relative motivazioni anche in considerazione del fatto che il patto parasociale fra Camfin e Cnrc/Mpi Italy è ancora in vigore e che pertanto, a loro parere, Cnrc/MPI Italy mantiene il controllo" su Pirelli ai sensi dell'articolo 93 del Testo Unito della Finanza (Tuf). L'azienda ha spiegato che le proposte avanzate a Sinochem per risolvere la diatriba sono state "rifiutate" dalla controparte. Non solo. Al tavolo negoziale, i rappresentanti di Sinochem hanno rivelato di aver presentato una "proposta agli Uffici del Golden Power" e tale proposta "non è stata condivisa con Pirelli". Insomma, lo scontro sta prendendo anche altre strade e non è escluso che dopo l'assemblea del 12 giugno non coinvolga anche le aule dei tribunali. Il peso degli Stati Uniti. D'altro canto, lo scontro con i cinesi ha riflessi diretti sul futuro della multinazionale della Bicocca perché non riguarda solo aspetti esclusivamente di governance, ma anche, se non soprattutto, lo sviluppo sull'importante mercato statunitense: gli Usa generano un quinto dei ricavi e gli italiani temono di subire conseguenze per le normative di Washington sui vincoli alle aziende che hanno legami con la Cina. A tal proposito, il management ha spiegato che i "risultati del primo trimestre, nonostante il difficile quadro economico e geopolitico, confermano l'ottimo andamento di Pirelli dal punto di vista dei risultati economici" e "l'apprezzamento dei clienti italiani, inglesi, americani e cinesi per il sistema hardware e software Cyber Tyre dimostra che la strategia e lo sviluppo tecnologico di Pirelli procedono nella giusta direzione. Forte di tali risultati, il management rimane fiducioso che con il supporto degli azionisti storici e del mercato gli interessi di Pirelli saranno pienamente tutelati nel rispetto di tutti gli stakeholder. Pirelli rimane pertanto aperta a esplorare soluzioni che possano consentirle la piena compliance con le regole anche del mercato americano e continuerà a fare quanto in suo potere per tutelare lo sviluppo della società in un mercato strategico come quello degli Stati Uniti", afferma ancora la società, riferendosi, in particolare, al ruolo della Camfin (tra i suoi soci maggiori figurano Marco Tronchetti Provera e le banche Intesa Sanpaolo e Unicredit).Il sostegno di Camfin e il possibile intervento di Roma. Proprio la Camfin è uscita alla scoperto per confermare "il proprio supporto alle strategie di Pirelli" e per evidenziare "l'atteggiamento non collaborativo e apparentemente non motivato di Sinochem. Qualora non si riuscisse a definire rapidamente l'attuale situazione con Sinochem, Camfin si vedrebbe costretta a valutare gli effetti di tali comportamenti su Pirelli e sul patto parasociale", aggiunge la holding. Non mancano comunque delle aperture, con Tronchetti Provera, che pur non nascodendo la sua delusione per la posizione dei cinesi, si detto fiducioso che "presto o tardi" verrà trovata una soluzione "ragionevole" e che Sinochem "si riallineerà con gli interessi di Pirelli". "Nella mia vita non ho mai visto un socio votare contro gli interessi della società, sarebbe come spararsi nei piedi", anche perché "c'è il mercato e ci sono le regole del mercato. Se non motivi il tuo comportamento contro gli interessi della società ci sono delle conseguenze", ha affermato l'imprenditore e vice presidente della stessa Pirelli durante la conference call con gli analisti, ricordando un altro aspetto che potrebbe accedere ancor di più lo scontro tra italiani e cinesi: infatti, il governo potrebbe a breve emanare un provvedimento in merito alla possibile violazione delle prescrizioni del Golden Power da parte della stessa Sinochem. Insomma, la partita è ancora lunga.
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Modellini - Le ragioni del collezionismo
Dal sogno al ricordo, le ragioni che spingono una persona verso l'acquisto di un modello sono innumerevoli: vediamo come e perché diventiamo collezionisti. Passione sportiva. Chiunque abbia tifato per una qualsiasi squadra può trovare l'auto che desidera tra centinaia di proposte sul mercato: Formula 1, rally, Mille Miglia... Nel corso degli anni è stato prodotto quasi tutto, sommando le maggiori scale disponibili: 1:43, 1:24 ed 1:18. Dai pezzi più noti come la Ferrari di Villeneuve, la Delta di Miki Biasion o l'Alfa di Nuvolari, fino alle auto meno conosciute. Spesso, la passione sportiva dà il via a collezioni che si espandono nel tempo, i modelli vengono affiancati da altri della stessa disciplina o dello stesso pilota. Ricordi personali. Quando in un negozio di modellismo gli occhi si posano su un'auto è raro che questa resti sullo scaffale, specialmente se ricorda un particolare momento o ancor più una persona. La prima auto guidata, la macchina del nonno o altri momenti come gite o vacanze, rivedere un modello posseduto durante l'infanzia e perduto chissà dove e come. Chi acquista un modellino legato ad uno di questi fattori, difficilmente diventerà proprietario di grandi garage in scala, ma con buona probabilità sarà in grado di apprezzarlo per sempre. I grandi brand. Normalmente in questa categoria troviamo i possessori di auto reali affezionati ad un determinato brand con la volontà di ripercorrerne la storia attraverso una collezione in miniatura: sono collezionisti specifici, alla ricerca di un solo marchio. Le serie. Il vero e proprio termine di collezionista appartiene a chi dedica ricerche per completare una serie, cosa quasi mai possibile per via di modelli in continua uscita o introvabili. Ma questo dà il piacere della ricerca e le serie possono essere di vari ordini: tutte le Ferrari, le auto utilizzate nel mondo del cinema, le muscle car anni 70, qualsiasi genere definito e amato, lontano dall'ossessione ma sempre con un occhio aperto alla ricerca. Accumulatori seriali. In questo caso, la collezione si basa sul numero totale: gli accumulatori seriali acquistano praticamente tutto senza quasi mai completare una serie, non dividono acquisti per brand, per scala o per valore. Modellismo o ferri da stiro, non farebbe poi così tanta differenza.
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Stellantis - Possibile dietrofront sul "tutto elettrico" in Europa
Stellantis avrebbe in programma di rinviare l'obiettivo europeo del "tutto elettrico". Il condizionale è d'obbligo perché non c'è ancora nulla di ufficiale: del rinvio parla solo Les Echos, testata francese che negli ultimi anni ha più volte anticipato molte decisioni importanti ai vertici dei gruppi dell'auto transalpini. "Stellantis si sta preparando attivamente a posticipare il suo obiettivo di offrire solo auto elettriche in Europa entro il 2030", scrive il quotidiano, ricordando come il traguardo del decennio prossimo fosse uno degli elementi chiave del piano strategico Dare Forward dell'ex amministratore delegato Carlos Tavares. Focus sull'ibrido. In sostanza, la rivoluzione promessa da Tavares sembra aver ceduto il passo alla cautela dell'attuale management: ai vertici del gruppo si sarebbe deciso di puntare più sull'ibrido che sull'elettrico per affrontare un mercato europeo, dove le vendite di Bev rallentano anche per effetto delle titubanze di gran parte dei consumatori. "L'obiettivo del 100% elettrico entro il 2030 non è più rilevante", ha affermato a Les Echos una fonte a conoscenza delle discussioni all'interno della prima linea manageriale guidata oggi dal presidente John Elkann, che di recente ha criticato le politiche dell'Unione Europea favorevoli solo alle auto a batteria.
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De Tomaso P72 - Purezza meccanica
Ci sono voluti sei anni alla De Tomaso per portare a termine il progetto della P72, erede spirituale della P70 del 1965, nata da una collaborazione tra Alejandro De Tomaso e Carroll Shelby. Dopo la concept presentata nel 2019 al Goodwood Festival of Speed, ecco il primo esemplare definitivo, chiamato DT0001. Un'anima meccanica, una bellezza senza tempo e un'esperienza di guida che si eleva sopra le convenzioni moderne: così descrive l'auto Norman Choi, ceo della De Tomaso. Stile rétro. Le linee sinuose ed eleganti della P72 sono ispirate al modello originale degli anni 60, con inevitabili concessioni alla modernità e una colorazione in Avorio Rosa, con le strisce in Oro Rosa, colore ripreso dai cerchi a cinque razze, dalle calotte degli specchietti e da altri dettagli, come i profili delle minigonne e del diffusore posteriore. I clienti potranno comunque personalizzare l'auto a proprio piacimento, scegliendo tra colori storici, fibra di carbonio a vista e una nutrita serie di pellami e finiture per gli interni. Niente digitalizzazione. Il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio, senza elementi saldati, che riduce il peso e migliora la rigidità complessiva, un elemento definito di purezza strutturale. Lo stesso concetto torna anche nell'abitacolo, interamente costruito a mano, dove l'obiettivo principale dei designer era ripartire dai fondamentali: nessun infotainment né schermi digitali, solo elementi analogici circolari e un cambio con leveraggi a vista. L'unica concessione alla modernità è uno spazio per alloggiare il telefono, ma senza possibilità di connetterlo all'auto. Sedili, plancia e pannelli porta hanno elementi in fibra di carbonio a vista e sono rivestiti in pelle cucita a mano, mentre gli elementi metallici sono in alluminio spazzolato in Rosa Oro. 710 CV sulle ruote posteriori. A muovere la P72 c'è un V8 di 5.0 litri di derivazione Ford (come la Pantera del 1970), sviluppato esclusivamente per questo modello e capace di una potenza massima di 710 CV e 820 Nm di coppia, abbinato a un cambio a sei rapporti manuale collegato alle ruote posteriori. In omaggio alla sua ostinazione analogica, la P72 non offre nessuna modalità di guida e anche le sospensioni si regolano solo manualmente. Il prezzo? Mistero. Come i numeri relativi alle prestazioni, anche il prezzo della De Tomaso P72 non è noto: negli anni si sono susseguite indiscrezioni di ogni genere, secondo cui l'auto potrebbe costare dai 750 mila euro a 1,5 milioni. La cifra finale potrebbe essere svelata verso la fine dell'anno, quando cominceranno le prime consegne. Anche se pare ormai assodato che tutti e 72 gli esemplari previsti siano già stati venduti. Quello presentato oggi non rientra nel lotto produttivo e non sarà messo in vendita.
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Studio LoJack - Furti d'auto in aumento: ecco i modelli nel mirino dei ladri
In Italia i furti d'auto continuano ad aumentare: il 2024 ha registrato un incremento del 6% rispetto al 2023 e un'inversione di tendenza non è all'orizzonte. Sono i dati che emergono dall'ultimo studio pubblicato da LoJack, elaborato su dati forniti dal ministero dell'Interno e integrati con quelli provenienti da altri report e studi sul fenomeno. Rubate, smontate e spedite. Lo scorso anno sono stati rubati complessivamente 136.201 veicoli, contro i 131.679 del 2023 (+3%): aumentano le auto in generale (+6%), diminuiscono le Suv in particolare (-2%) e raddoppiano i veicoli commerciali. La refurtiva, si legge nel rapporto, viene nella maggior parte dei casi smontata e inviata lungo le direttrici dell'Est Europa, del Nord Africa e del Medio Oriente. Rimane stabile il tasso di ritrovamento dei mezzi sottratti, pari a circa il 45%: lo scorso anno ne sono stati recuperati oltre 60 mila. Nel complesso, però, sono più di un milione i mezzi che, dal 2003 a oggi, sono spariti e non sono mai più stati trovati. Le auto più rubate. Con oltre 76 mila furti, le automobili rappresentano il 56% dei veicoli rubati, a cui si aggiunge il 15% delle Suv/crossover. Ecco la classifica dei modelli più sottratti:Fiat Panda (13.311 furti)Fiat 500 (5.254)Lancia Ypsilon (5.048)Fiat Punto (4.295) Alfa Romeo Giulietta (3.606)Fiat 500 L (3.452)Smart Fortwo (2.150)Citroen C3 (1.917)Volkswagen Golf (1.608) Ford Fiesta (1.496)Per quanto riguarda le Suv/crossover, sono oltre 20.500 i furti registrati:Jeep Renegade (2.192 furti)Fiat 500X (2.168)Range Rover Evoque (1.634) Jeep Compass (748)Peugeot 3008 (737)Volkswagen T-RocVolkswagen TiguanPeugeot 2008Renault CapturFord KugaNel 2024 sono stati rubati anche 31.713 motocicli, un numero sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente. Solo il 43% di questi mezzi è stato effettivamente recuperato. La classifica è dominata dall'Honda SH (8.050), seguita dalla Piaggio Liberty (2.757), dall'Aprilia Scarabeo (1.913), dalla Kymco Agility (1.729) e dalla Vespa (1.559). Le zone più a rischio. Prevedibilmente, le zone più a rischio di furto sono anche le più popolose: otto furti su dieci (il 78%) si concentrano in cinque regioni: Lombardia (11%), Lazio (18%), Campania (23%), Sicilia (14%) e Puglia (14%). In Molise, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta si verificano meno di 600 furti all'anno. Campania e Lazio sono anche le regioni in cui le probabilità di recuperare il veicolo sottratto sono più basse: in due casi su tre al proprietario non rimane che rassegnarsi alla perdita definitiva del veicolo.
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Carburanti - Su il diesel, giù la benzina: le nuove accise sono in vigore
entrata ufficialmente in vigore la riforma delle accise sui carburanti varata dal governo in ottemperanza delle direttive comunitarie sull'eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi. Ieri 14 maggio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale che stabilisce l'aumento delle imposte sul diesel e la contestuale riduzione di quelle sulla benzina. 1,50 centesimi in più (e in meno). Il decreto, firmato dai ministri dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, di concerto con i responsabili delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, e dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, stabilisce che "a decorrere dal giorno successivo alla data di pubblicazione" nella Gazzetta Ufficiale, ossia da oggi 15 maggio, "l'aliquota di accisa applicata alla benzina è ridotta di 1,50 centesimi di euro per litro" e quella "applicata al gasolio impiegato come carburante è aumentata" di un pari importo. Con le nuove imposte, la tassa sulla verde scende da 0,7284 euro/litro a 0,7134 e quella sul gasolio sale da 0,6174 a 0,6324 euro. Il provvedimento sarà seguito da ogni anno da un'analoga disposizione che darà seguito al decreto legislativo, approvato a metà marzo, che ha stabilito il riordino e il progressivo allineamento in cinque anni delle due accise.
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Desner Y300 - Tre metri e quattro posti a meno di 9.000 euro
Tre metri di lunghezza, fino a quattro posti veri e un prezzo d'attacco di 8.500 euro comprensivo di bonus e sconti. La Desner Y300 è un quadriciclo elettrico leggero pensato per la città, che riprende la base tecnica della sorella maggiore W300 ma ne semplifica alcuni aspetti per contenere ulteriormente costi e dimensioni. L'equipaggiamento comprende aria condizionata, finestrini elettrici e impianto audio, mentre tra gli optional non mancano cerchi di lega e un sistema multimediale compatibile con Android Auto e Apple CarPlay wireless. L'auto facile. Con una batteria da 13,9 kWh e 170 km di autonomia dichiarata, la Y300 si inserisce nel panorama della mobilità urbana come alternativa alle microcar tradizionali. Ultra compatta fuori, ma con spazio sufficiente per ospitare una piccola famiglia, punta forte su maneggevolezza e facilità d'uso quotidiana. Super squadrata. La Y300 adotta lo stesso stile della W300 (qui la prova), con proporzioni piuttosto insolite per un veicolo a quattro ruote: è più alta che larga (163 cm contro 149) e lunga esattamente 3 metri. L'aspetto è così squadrato da farla sembrare una monovolume in miniatura, e le colorazioni pastello unite alle minuscole ruote posizionate ai quattro angoli (145/70) raffrozano l'identità giocosa. Due le varianti disponibili: la Family, omologata per quattro passeggeri, e la Cargo, con due posti e un vano di carico maggiorato. Autonomia coerente. Nell'utilizzo misto tra città e tangenziali, l'autonomia dichiarata è sembrata realistica.L'abitacolo è semplice ma razionale: la presenza del climatizzatore, dei finestrini elettrici e di un impianto audio base rende la permanenza a bordo tutt'altro che penalizzante, pur restando entro i limiti tecnici della categoria. Resta da approfondire il comportamento della Y300 in situazioni d'emergenza o manovre ad alta velocità, aspetto che valuteremo con i prossimi test in pista. Ma per il momento, su strada, la più piccola delle Desner si è dimostrata una soluzione concreta per la mobilità urbana quotidiana. Come va. Più leggera e semplificata rispetto alla W300, la Y300 ne eredita però le doti dinamiche di base, confermando un'impostazione ben pensata per l'uso urbano. Il raggio di sterzata ridottissimo, il peso contenuto e la coppia di 92 Nm rendono il veicolo relativamente scattante e facile da manovrare. Nelle svolte strette o nei parcheggi, la Y300 si muove con l'agilità di uno scooter, trasmettendo sempre una buona sensazione di controllo. Le sospensioni MacPherson all'anteriore e l'assale posteriore a ruote interconnesse gestiscono adeguatamente le asperità del fondo, con una taratura che privilegia il confort. Logicamente non c'è nessuna pretesa dinamica, ma la guida è fluida e rilassata, coerente con la sua destinazione d'uso. Prezzo e dotazione. Grazie al contributo Desner e all'ecobonus statale riservati ai quadricicli elettrici, la Y300 abbassa notevolmente il prezzo iniziale di 14.500 euro, fino a toccare la soglia di 8.500 euro per la versione Cargo a due posti. Il costruttore fa sapere che sono inclusi anche anche cinque anni di copertura per il soccorso stradale dedicato all'elettrico. Parlando di dotazione, la Y300 base è già abbastanza completa, dotata di finestrini elettrici e impianto audio a due speaker. Attingendo alla lista degli optional si possono avere anche il sistema multimediale con touchscreen, il clima, la compatibilità Android Auto e Apple CarPlay wireless e i cerchi di lega da 13 pollici, che sostituiscono quelli in acciaio con pneumatici 165/55 R13.
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Pneumatici - Pirelli P Zero: festa in famiglia
Quando arrivo in autodromo a Monza c'è un'aria di festa. L'occasione è di quelle importanti: la nascita della quinta generazione del Pirelli P Zero, il prodotto che dal 1985 porta sulle auto stradali tutta l'esperienza del costruttore della Bicocca nel motorsport. Quale posto migliore, quindi, per riunire decine di auto sportive e vere e proprie supercar, per esempio le Pagani Utopia o Huayra R Evo Roadster? Sicurezza e durata. A marzo, il produttore della P Lunga ha annunciato l'arrivo del nuovo P Zero, con una gamma di 50 misure già disponibili comprese fra 18 e 23 pollici. Rispetto alla precedente generazione è stato rivisto il disegno - pur riprendendo nella spalla il family feeling introdotto con la terza generazione - per migliorare performance (anche sul bagnato), sicurezza, scorrevolezza e rumorosità. Fra le modifiche più evidenti ci sono la forma dei canali longitudinali (più aperti), mentre quelle invisibili riguardano le nuove mescole del battistrada e delle altre parti del pneumatico, oltre alla struttura interna più rigida. Il costruttore parla di netti miglioramenti in termina di frenata e handling (anche sul bagnato) e in fatto di resa chilometrica. In buona compagnia. Questa novità si aggiunge agli altri pneumatici della famiglia, che si chiamano P Zero E (progettato ad hoc per le elettriche sportive), P Zero R (per auto ancora più prestazionali) e P Zero Trofeo RS per le vere e proprie hypercar, come la McLaren W1, il bolide ibrido da 1.275 CV esposto proprio nell'headquarter di Pirelli alla vigilia dell'evento in pista. Performance green. E ci credereste se vi dicessi che proprio le P Zero Trofeo RS sono fra i prodotti dell'azienda milanese che più puntano sulla sostenibilità? Almeno il 50% dei materiali che le compongono è di origine naturale (caucciù, resine, lignina, rayon) oppure ottenuto riciclando altri materiali. Lo sottolinea un apposito simbolo sul fianco del pneumatico, ad affiancare misure e codici di velocità da capogiro (la McLaren W1, per esempio, al posteriore ha delle 335/30R20 e può raggiungere i 350 km/h, autolimitati). Quanto alla provenienza e alla lavorazione del caucciù, un'altra indicazione sul fianco la sigla FSC richiama la certificazione internazionale sul rispetto di procedure di approvvigionamento rispettose delle foreste. Il battistrada parla. L'ecosostenibilità è uno dei pilastri della strategia Pirelli, come ci conferma l'amministratore delegato Andrea Casaluci, insieme all'utilizzo delle nuove tecnologie: dalla prototipazione virtuale, all'uso di simulatori di guida, per arrivare al cyber tyre (chip e sensori da pochissimi grammi all'interno dei pneumatici ne permettono l'interazione con la vettura, come già avviene nella Pagani Utopia). E poi c'è ovviamente l'intelligenza artificiale: quest'ultima, sottolinea il chief tecnical officer Pierangelo Misani, permette non soltanto di ridurre i tempi di sviluppo (anche del 30% per le gomme stradali) e di limitare il numero di prove fisiche di prototipi (con benefici evidenti anche per l'ambiente), ma soprattutto di risolvere sfide tecnologiche all'apparenza insormontabili, come il coniugare performance, sicurezza e scorrevolezza. L'ingegner Pisani cita fra gli esempi la classe di scorrevolezza A per il P Zero Winter: chiunque conosca le gomme invernali sa quanto sia difficile questo risultato. Ha le corse nel sangue. Il nuovo P Zero riassume bene tutti questi temi, oltre ovviamente all'esperienza maturata nelle corse: oltre ai metodi di progettazione, molti dei sofisticati macchinari per i test indoor nel reparto sperimentazione della Bicocca sono utilizzati anche per il motorsport, incluse quelle di Formula 1, della quale la Pirelli è fornitore unico dal 2011. Oltre alla massima serie, nelle competizioni Pirelli è attiva ogni anno in altri 350 campionati, e dal 2027 approderà anche in Moto GP, dopo essere diventata uni nei mondiali Superbike, Moto 2 e Moto 3. Ecco quindi spiegato perché oggi a Monza la famiglia P Zero si sente proprio a casa. E non in questa festa non poteva ovviamente mancare la Lancia Delta S4 Stradale, il modello che nel 1985 ha fatto debuttare la prima generazione di questo pneumatico. Parlando di sport A questo proposito, emblematico e divertente l'aneddoto che ci ha raccontato l'ex campione del mondo di rally Miki Biasion (trovate l'intervista video sul nostro canale Instagram), che ci ha rivelato come in occasione dei rally di Sanremo del 1985, contro il parere contrario del suo team manager Cesare Fiorio e di tutta la squadra decise di usare per una tappa bagnata della gara il pneumatico stradale usato nei trasferimenti fra una tappa ufficiale e l'altra: quella gomma era proprio il prototipo del P Zero. Come finì? Miki vinse la tappa
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Stellantis - La Jeep Avenger sarà prodotta anche in Brasile
La Jeep è pronta ad ampliare la gamma destinata al mercato brasiliano. Il gruppo Stellantis ha infatti deciso di portare in Brasile anche l'Avenger, la Suv finora prodotta nell'impianto polacco di Tychy sulla base della piattaforma e-Cmp e venduta solo in Europa. Si parte l'anno prossimo. L'Avenger sarà assemblata e quindi commercializzata in Brasile a partire dal 2026. Stellantis non ha svelato dove sarà prodotta tra Betim, Goiana e Porto Real, ma secondo diverse testate locali sarà proprio quest'ultima a produrre la Suv: d'altronde, le sue linee sfornano già modelli sviluppati e assemblati sulla stessa architettura, come la Citroën C3. Rispetto alla versione europea, l'Avenger brasiliana dovrebbe avere alcune differenze, in particolare dentro il cofano: monterà, infatti, il tre cilindri 1.0 turbo Flex da 130 CV che caratterizza già numerosi prodotti locali del marchio Fiat. Il propulsore sarà abbinato al sistema mild hybrid a 12 volt già offerto su Pulse e Fastback e non è da escludere l'utilizzo dell'inedita tecnologia sviluppata in loco per sfruttare etanolo e altre combinazioni di combustibili. Inoltre, potrebbero anche esserci delle novità a livello di esterni e interni. Gamma e mercato. L'Avenger brasiliana amplierà una gamma Jeep, che già include da tempo Renegade, Compass e Commander, tutte prodotte nello stabilimento di Goiana, fortemente voluto da Sergio Marchionne, nel quadro di una strategia di espansione della presenza globale del brand statunitense. Proprio la Renegade è stato il primo modello Jeep commercializzato in Brasile: il suo assemblaggio è stato avviato nel 2015 e da allora la Casa ha scalato le classifiche di vendita, passando dalle poco più di 3 mila unità del 2014 a 121.287 veicoli nel 2024. Nel giro di una decina di anni, nel Paese la Jeep ha consegnato oltre 1 milione di Suv, diventando il leader incontrastato del segmento con ben un quinto di tutte le vetture a ruote alte vendute nel decennio. Per festeggiare i dieci anni di produzione a Goiana è stata lanciata anche la "Renegade 10 Years", un'edizione limitata in 1.010 esemplari della Suv prodotta anche a Melfi.
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FuoriConcorso 2025 - Pagani porta la Huyra Epitome e la Imola sul lago di Como
Anche la Pagani Imola è della partita: l'hypercar della Casa modenese sarà esposta dal 23 al 25 maggio al FuoriConcorso di Villa del Grumello, sul Lago di Como. Secondo i dati della Casa, il bolide ha un V12 Mercedes-AMG da 827 CV e 1.100 Nm, per un peso di soli 1.246 kg. L'Imola, però, non sarà sola. Ci sarà anche l'Epitome. Contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza, la Pagani porterà al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este (qui tutti gli appuntamenti) la Huayra Epitome, anch'essa una figlia della Grandi Complicazioni, la divisione della Casa dedicata ai progetti speciali. Parliamo di un esemplare unico: la Epitome è infatti l'unica Huayra dotata di cambio manuale. Gareggerà nella categoria "Concept Cars & Prototypes".
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Mercato italiano - I marchi emergenti valgono già il 6%
Il mercato italiano dell'auto sta mostrando livelli di fidelizzazione degli automobilisti sempre più bassi e, di conseguenza, una crescente apertura a nuovi operatori, soprattutto cinesi. Lo dicono i numeri presentati all'Automotive Dealer Day: secondo il New Brand Observatory di Quintegia, entro il 2028 la pattuglia dei brand emergenti presenti nel nostro Paese raggiungerà quota 27, per il 90% di origine o proprietà cinese, mentre quelli già presenti hanno raggiunto il 6% nel primo trimestre del 2025.Un'invasione di marchi. Per la precisione, la quota dei nuovi marchi è arrivata al 5,8%, oltre due punti percentuali in più rispetto al 2024. Tuttavia, a sorprendere è il balzo rispetto al 2021, quando la penetrazione si fermava ad appena lo 0,4%. A comporre la quota hanno contribuito soprattutto MG, con il 3,5%, e BYD con lo 0,9%, mentre gli altri brand si collocano sotto lo 0,5%. D'altro canto, il trend riguarda anche tanti altri Paesi europei. Tra il 2021 e il 2024, in Italia sono entrati 18 marchi emergenti contro i 27 nei principali mercati europei, mentre tra quest'anno e il 2028 ne sono attesi altri nove. Nei Paesi della Top 5 si arriverebbe invece a un totale di 43, 16 in più rispetto al nostro Paese, dove pure l'interesse è crescente visto che il 49% dei concessionari (era il 36% nel 2024) ha un focus su nuovi marchi per il prossimo futuro. Per quanto riguarda l'offerta, l'attenzione è concentrata nelle fasce delle Suv dei segmenti C e D: si contano una decina di brand per ciascuno in Italia e una quindicina in Europa. Più debole è, invece, la proposta nei segmenti A e B, poco coperti dai marchi emergenti e gradualmente meno presidiati dai legacy brand. Consumatori e concessionari. Detto questo, l'invasione dei marchi sta forse preoccupando i costruttori tradizionali, ma non i consumatori. Infatti, secondo l'Automotive Customer Study 2025 di Quintegia, si dichiara pronto a considerare questi brand il 44% degli acquirenti, una percentuale che sale a ben il 74% tra i giovani della Generazione Z, ossia i nati a cavallo del millennio. Fra i brand emergenti più noti in Italia ci sono la MG di Saic, i diversi marchi del gruppo DR, BYD, Omoda e Jaecoo di Chery, Lynk & Co e Polestar di Geely, la EMC di Eurasia Motor Company, la Leapmotor di Stellantis e quelli di matrice Dongfeng come DFSK. Non mancano realtà presenti in Europa e non in Italia come Nio e, fra quelle non asiatiche, Ebro in Spagna, la vietnamita VinFast e la turca Togg. Il New Brand Observatory evidenzia anche che il numero di punti vendita di nuovi marchi in Italia è superiore a 800, mentre negli altri mercati varia dai circa 300 della Germania agli oltre 400 della Gran Bretagna. I concessionari italiani che rappresentano brand emergenti sono più di 400 e hanno un portafoglio multi-brand e multi-costruttore per oltre il 75%. Ovviamente, l'ingresso di nuovi operatori ha determinato un impatto anche sulla dinamica della rete distributiva in Italia: nel 2015 i concessionari rappresentavano al massimo due marchi, un dato oggi salito a 3,5. Infine, un concessionario su tre di brand tradizionali rappresenta ormai anche brand emergenti.
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Pagani Huayra R Evo Roadster - Debutto a Monza per la nuova hypercar da 900 CV
Il nuovo mostro da pista di Horacio Pagani si chiama Huayra R Evo Roadster ed è l'auto che aprirà l'edizione 2025 del Milano Monza Motor Show durante la Hypercar e One-Off Parade, che si svolgerà nel pomeriggio di venerdì 27 giugno lungo il tracciato storico dell'autodromo. Nella giornata di ieri, durante un evento organizzato da Pirelli, la Huayra R Evo si è scatenata in pista proprio a Monza, davanti a un pubblico di appassionati pronti a immortalare e riprendere ogni passaggio della vettura, soprattutto durante le soste nella pitlane. Inarrestabile. Mossa da un V12 potenziato da 900 CV e 770 Nm di coppia, abbinato a un cambio a sei rapporti e innesti frontali, rispetto alla versione stradale la R Evo Roadster presenta un nuovo splitter allungato di 10 cm, il posteriore allungato di 19 cm stile codalunga, una nuova pinna aerodinamica posteriore e un estrattore ridisegnato, per ottenere un aumento complessivo del 45% della deportanza. La Huayra R Evo Roadster adotta pneumatici PZeroSlick in dimensione 280/680 R19 all'anteriore e 345/725 R20 al posteriore.
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FuoriConcorso 2025 - I capolavori Alfa Romeo in mostra sul Lago di Como
Con il tema Velocissimo Italian Race Cars, si svolgerà dal 24 al 25 maggio a Villa Sucota, sul lago di Como, l'edizione 2025 di FuoriConcorso, tributo alle vetture da corsa che hanno fatto la storia del motorsport. In quest'occasione la location si trasformerà in Casa Alfa Romeo, dove Stellantis Heritage metterà in esposizione alcuni dei modelli più celebri della Casa del Biscione, tra cui la 6C 1750 Gran Sport del 1930, la P2 Gran Premio, la TZ2 del 1965 e la 33 TT12 del 1975. Spazio alle leggende. Nelle vicinanze della villa sarà allestita un'area completamente dedicata alla Formula 1, con l'Alfetta 159 dominatrice di due mondiali (con Farina nel 1950 e Fangio nel 1951). Accanto a questo bolide anche la Lancia D50 con cui Villoresi ha partecipato al Gran Premio del Valentino del 1955, e sulla cui base è stata poi costruita la Ferrari che ha permesso a Fangio di vincere il mondiale nel 1956. C'è anche l'ultima arrivata. La rassegna delle sportive dell'Alfa Romeo al FuoriConcorso si chiude con la 33 Stradale, prodotta in soli 33 esemplari: una supercar che rende omaggio alla storica sportiva del 1967, e che abbiamo provato su pista qualche giorno fa.
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DS N4 - Il nuovo corso della segmento C - VIDEO
La DS svela la N4, erede della DS 4: sviluppata sulla medesima piattaforma, la EMP2, la hatchback francese evolve la formula della segmento C a livello stilistico e tecnologico. Tre i powertrain disponibili: elettrico, mild hybrid e plug-in. Entro breve tempo verranno fornite indicazioni su prezzi di listino e tempi di consegna in Italia. La "4" cambia così. Il design, elemento centrale del marchio, è stato ulteriormente evoluto rispetto alla serie precedente lavorando sulle proporzioni e, soprattutto, sui gruppi ottici. Il frontale in particolare è caratterizzato da una nuova griglia nero lucido attraversata dalla parte alta dalla fascia dei gruppi ottici e in quella centrale da elementi Led che si collegano a quelli verticali sui lati e al logo illuminato centrale. I gruppi ottici, su alcune versioni, sono i DS Matrix Led Vision. Il montante posteriore e la verniciatura a contrasto fanno sembrare il tetto sospeso rispetto alla carrozzeria, mentre le linee scolpite nella zona della portiera posteriore alleggeriscono e rendono più aggressiva la fiancata. In coda è previsto un inedito elemento full Led con finitura Dark Chrome. La N4 misura 4,4 metri con passo di 2,67 metri, è alta 1,47 metri e sono di serie i cerchi da 19" (20" in opzione). Il vano bagagli offre capacità variabile in base al powertrain: 430 litri per la Hybrid, 390 litri per la plug-in hybrid e 360 litri per l'elettrica E-Tense. Doppio schermo e finiture top. Gli interni mantengono l'impostazione classica della DS, che prevede grande attenzione alle finiture e ai dettagli, con elementi unici rispetto alle cugine del Gruppo Stellantis. Davanti al guidatore è previsto lo schermo riconfigurabile da 10,25" con la medesima grafica introdotta dalla sorella maggiore N8 (abbinabile DS Extended head-up display da 21"), mentre al centro troviamo quello da 10" del DS IRIS System con ChatGPT, che può integrare anche l'impianto audio Focal Electra da 690 watt sviluppato su misura. In base agli allestimenti, denominati Pallas ed Etoile, cambiano materiali, cuciture e finiture, con personalità molto diverse tra di loro passando da pelle Nappa, tessuto e Alcantara. Alcuni modelli, inoltre, adottano all'anteriore sedili climatizzati con funzione massaggio. Mild, plug-in ed elettrica. Al momento del lancio saranno tre le motorizzazioni disponibili: la E-Tense elettrica da 213 CV e 450 km di autonomia con batteria da 58,3 kWh, l'ibrida plug-in da 225 CV con 81 km di percorrenza Wltp grazie alla batteria da 14,6 kWh e la Hybrid 145 CV da 116 g/km di C02 con l'1.2 turbobenzina e il motore elettrico da 28 CV integrato nel cambio automatico doppia frizione a sei marce. La Bev può ricaricare a 120 kW per passare dal 20 all'80% in circa 30 minuti oppure utilizzare la wallbox da 11 kW. La plug-in, che può ricaricare a 3,7 e 7,4 kW da wallbox, adotta il motore termico da 180 CV e quello elettrico da 110 CV integrato nel cambio automatico doppia frizione eDTC7.
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Maybach - SL 680 Monogram Series, a cielo aperto con 585 CV nel cofano
La Maybach, marchio di lusso della Mercedes, amplia la propria gamma annunciando il suo quarto modello, la SL 680 Monogram Series, realizzata sulla base dell'omonima roadster firmata AMG. La roadster a due posti affianca l'ammiraglia Classe S e le Suv EQS e GLS. Sportiva, ma di classe. Rispetto alla versione di serie, la Maybach SL 680 ha la griglia del radiatore illuminata, impreziosita da finiture cromate e sottili lamelle verticali. I fari hanno un accento in oro rosa all'interno, mentre sul cofano torna l'emblema della stella a tre punte e una venatura centrale placcata in cromo. Non mancano le cromature neppure dietro, nella parte bassa del diffusore e nel rivestimento dei terminali di scarico. I cerchi di lega da 21 sono disponibili nei design a cinque fori o multirazze. Su richiesta il vistoso cofano nero in ossidiana, con il motivo Maybach integrato in grigio grafite, dalla lavorazione parzialmente eseguita a mano. Il colore lo scegli tu. Gli interni presentano rivestimenti in pelle Nappa Manufaktur con design floreale, a cui si accompagnano alcuni elementi dei sedili (alla base dei poggiatesta e negli schienali) in cromo argentato galvanizzato. Altri interventi, meno visibili, contribuiscono al miglioramento del confort acustico, con l'utilizzo di schiume fonoassorbenti e inserti di fibra di vetro allo scarico per ridurre il rumore. Gli esemplari di queste immagini hanno la carrozzeria in bianco magno opalite e rosso granato metallizzato, entrambi presi dal catalogo Manufaktur, che mette a disposizione oltre cinquanta tinte. Potenza da supercar. Nel cofano della Maybach SL 680 si trova lo stesso V8 di 4.0 litri della AMG SL 63, capace di una potenza massima di 430 kW (585 CV) e 800 Nm di coppia, abbinato al cambio automatico 9G Tronic a nove rapporti e alla trazione integrale 4Matic+. L'auto accelera da ferma a 100 km/h in 4,1 secondi e raggiunge la velocità massima di 260 km/h. Di serie le sospensioni idrauliche e le quattro ruote sterzanti.
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Panasonic e Trump - Confermati gli investimenti per la gigafactory in Kansas
Panasonic ha ricevuto pressioni per incrementare la produzione di batterie negli Stati Uniti. Il Ceo Yuki Kusumi, in un' intervista riportata dalle principali agenzie americane, ha confermato gli investimenti previsti, ma ha anche sottolineato il clima di incertezza dato dalla flessione del mercato delle elettriche e dai dazi voluti dall'amministrazione Trump. Kansas operativo tra il 2026 e il 2027. La Panasonic, che recentemente ha annunciato anche il licenziamento di 10.000 dipendenti a livello globale, ha avviato nel 2022 la costruzione del secondo sito produttivo sul suolo americano, in Kansas, operativo tra il 2026 e 2027. Gli investimenti sono stati confermati, in controtendenza con quanto annunciato da altri giganti del settore: uno dei principali clienti di Panasonic è la Tesla (mai citata apertamente nell'intervista), con la quale il colosso giapponese ha realizzato la gigafactory in Nevada. La Tesla spinge per un consolidamento delle forniture, anche per evitare dazi dovuti all'importazione di componenti cinesi per l'assemblaggio delle auto.
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Opel - La prima GSe elettrica è in arrivo
Opel ha diffuso il video di un nuovo modello della gamma GSe. La sigla, che fino ad oggi ha caratterizzato gli allestimenti plug-in hybrid sportivi di Astra e Grandland, assume però un nuovo significato: è infatti in arrivo la prima Opel GSE a batteria. La sigla GSe, riportata sul mercato nel 2022 dopo il debutto negli anni 70, conferma quindi lo slogan "Grand Sport Electric" e propone ora un logo ridisegnato. Il teaser punta sulle emozioni. Il video mostra il frontale del nuovo modello in alcuni fotogrammi: a giudicare dal taglio delle luci diurne a Led, potrebbe trattarsi di una delle Suv più recenti della Casa tedesca, ma per il momento l'identità della prima GSe elettrica non è snota. Non ci sono inoltre riferimenti al powertrain, alla potenza e alle prestazioni, né è stata indicata una data ufficiale di lancio.
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Videogiochi - Project Motor Racing lancia la sfida ad Assetto Corsa
Project Motor Racing è un nuovo simulatore di guida sviluppato dagli inglesi di Straight4 Studios: l'uscita del gioco è prevista per il prossimo autunno (prima che il mercato venga fagocitato da Grand Theft Auto VI) su PlayStation 5, Xbox Series S|X e PC. Lo studio di sviluppo è stato fondato da Ian Bell ed è composto da veterani del genere, che in passato hanno creato GTR, i due capitoli di Need for Speed: Shift e la serie Project Cars. Da soli o in compagnia. L'obiettivo del gioco, spiegano i suoi creatori, è accendere la passione, la bellezza e l'intensità del motorsport professionistico. Project Motor Racing comprenderà oltre 27 tracciati, dieci classi di competizione e più di settanta veicoli, con licenze ufficiali di case come Lamborghini, Aston Martin e Audi. Ogni classe comprende mezzi attuali e storici, dalle LMP alle GT3, passando per le granturismo e le sportive degli anni Settanta e Ottanta. Le modalità di gioco previste comprendono la carriera single player e una ricca serie di sfide online, con campionati e classifiche. I tracciati, ricostruiti digitalmente con la tecnica del laser scan, offriranno meteo in tempo reale, condizioni dell'asfalto dinamiche e il ciclo giorno notte. Il realismo prima di tutto. Il motore fisico che si occupa di gestire il comportamento delle auto è stato sviluppato ex-novo, con l'obiettivo di essere il più realistico e naturale possibile, e non solo con i volanti e le periferiche dedicate ai simulatori. Non si tratta di guidare, ma di correre. Con quello che consideriamo il nostro modello di handling più realistico, vogliamo rendere omaggio al florido retaggio del genere, ma anche compiere un importante passo avanti per il futuro delle simulazioni, spiega Ian Bell, ceo di Straight4 Studios. Come i precedenti lavori di Bell, anche Project Motor Racing potrà essere ampiamente modificato - almeno su PC - dalla community di giocatori.
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Gruppo BMW - Finisce un'era: Reithofer va in pensione
Fine di una (lunga) era per la BMW: Norbert Reithofer, uno dei massimi artefici dei successi del costruttore bavarese, va in pensione. "Dopo 38 anni, è giunto il momento per me di dire addio al gruppo BMW", ha detto il top manager nel suo discorso di commiato all'assemblea degli azionisti. " stato un onore far parte di questa azienda eccezionale. Desidero ringraziare tutti i nostri associati, azionisti e stakeholder per la fiducia e il sostegno. Insieme, abbiamo superare sfide enormi e celebrato successi senza precedenti. Credo fermamente che il gruppo continuerà a seguire il suo percorso unico". La stessa assemblea ha votato a favore della proposta (annunciata lo scorso dicembre) della sostituzione di Reithofer ai vertici del consiglio di sorveglianza con l'ex direttore finanziario Nicolas Peter. Una lunga carriera. Reithofer, nato a Penzberg (Baviera) nel 1956 e laureato in ingegneria meccanica all'Università di Scienze Applicate di Monaco, è approdato alla BMW nell'autunno del 1987 e ha ricoperto ruoli di crescente importanza sia in madrepatria che all'estero. Nel marzo del 2000 è entrato nel consiglio di gestione con l'incarico di responsabile delle attività produttive e sei anni dopo è stato nominato amministratore delegato, subentrando a Helmut Panke. Ha tenuto il timone dell'azienda fino al 2015, quando è diventato presidente del consiglio di sorveglianza al posto di Joachim Milberg. A lui si devono molte delle più importanti iniziative strategiche del costruttore tedesco come il piano "Number One", che ha portato il marchio BMW e l'intero gruppo a conquistare i vertici del segmento premium e a superare l'arcirivale Mercedes. Inoltre, Reithofer ha voluto lo sbarco nel mercato dell'elettrico con sottomarchio 'i', ha scommesso sull'idrogeno, ha svolto un ruolo chiave nell'espansione internazionale, in particolare in Cina, e ha avuto un peso cruciale nello sviluppo e nel lancio di modelli alla base del successo della BMW e degli altri marchi come Mini.Il tributo di azionisti e manager. Non è un caso il tributo a lui riservato dagli azionisti e dall'attuale prima linea manageriale: "A nome della mia famiglia e di tutti i nostri azionisti, vorrei ringraziarti per i tuoi eccezionali risultati imprenditoriali, che hanno portato la BMW alla posizione in cui si trova oggi. Posso dire con assoluta convinzione: è davvero la fine di un'era", ha detto Stefan Quandt, vicepresidente del consiglio di sorveglianza e rappresentante dell'omonima famiglia che dal 1959 controlla l'azienda dell'Elica. "Reithofer è uno dei principali artefici del successo del gruppo BMW", ha aggiunto l'attuale amministratore delegato Oliver Zipse. "Durante il suo mandato di presidente del consiglio di gestione, ha elevato tutte le cifre chiave rilevanti dell'azienda a un nuovo livello. In qualità di presidente di consiglio di sorveglianza, è sempre stato una preziosa fonte di slancio e orientamento, supportando il lavoro del consiglio di gestione in modo costruttivo, critico e motivante. Le sue iniziative di successo continueranno a plasmare il corso dell'azienda ben oltre la fine del suo mandato".
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