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Lotus Emira - Debutta la Turbo SE da 400 CV

4 Ruote - Mar 05,2025

Lotus raggiunge il traguardo delle 10.000 Emira prodotte e aggiorna la gamma. La sportiva, unica endotermica rimasta nei listini della Casa inglese, viene declinata ora nelle due varianti V6 e Turbo SE.

Motore AMG da 400 CV. La nuova Turbo SE adotta una variante da 400 CV e 480 Nm del motore 4 cilindri Turbo di origine AMG, che sostituisce la precedente I4 con il medesimo motore in versione da 360 CV. In questa configurazione potenziata, che prevede come unica opzione il cambio automatico, la Emira tocca i 100 km/h da ferma in 4 secondi netti e raggiunge i 290 km/h di punta massima. L'allestimento Turbo SE, che riprende una sigla storica dei modelli Lotus del passato, include di serie il Lotus Drivers Pack con sospensioni sportive, l'impianto frenante maggiorato con pinze rosse, il Launch Control e i cerchi forgiati da 20".

C'è ancora il V6 manuale. La V6 con il 3.5 litri con compressore volumetrico di origine Toyota rimane a listino: anche questa unità eroga 400 CV ed è disponibile sia con cambio manuale (abbinato al differenziale autobloccante), sia con l'automatico sei marce. In attesa di conoscere prezzi e disponibilità per l'italia, la Lotus ha confermato i listini per l'Inghilterra: 89.500 sterline (poco più di 108 mila euro) per la Turbo SE e 92.500 sterline (111.700 euro) per la V6, con ordini aperti dal mese di aprile.

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Punti di ricarica - La rete italiana continua a crescere: superata quota 64 mila

4 Ruote - Mar 05,2025

Non si arresta la crescita della rete italiana delle colonnine per le auto elettriche. In particolare, secondo la sesta edizione dello studio "Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia" dell'associazione Motus-E, le colonnine hanno superato quota 64mila attestandosi, alla fine del 2024, a 64.391 unità. L'anno scorso sono stati 13.713 i nuovi punti installati, di cui 4.052 solo negli ultimi tre mesi. In termini percentuali la rete è cresciuta di oltre il 27% rispetto al 2023 e del 75% negli ultimi due anni. 

Potenza e distribuzione. Migliora anche l'incidenza delle prese più potenti: il 47% delle installazioni nel 2024 è di tipo rapido e ultrarapido. Si tratta, per l'associazione, di un record assoluto visto che lo scorso anno rappresentavano il 22% delle nuove installazioni. Quanto alla distribuzione per macroaree, al Nord si concentra il 57% delle colonnine, al Centro il 20% e al Sud il 23%. La Lombardia si conferma la prima Regione (12.926) davanti a Lazio (6.917), Piemonte (6.151), Veneto (5.880), Emilia-Romagna (5.086) e Campania (4.130). Lombardia in testa anche per crescita della rete nel 2024, con 3.531 nuovi punti, seguita da Lazio (+2.258), Piemonte (+982), Veneto (+966) e Sicilia (+945). Tra le città è Roma a contare più colonnine (3.117), seguita da Milano (1.400) e Napoli (1.235). La classifica cambia considerando la densità: Napoli sale sul gradino più alto del podio, con 11 punti ogni chilometro quadrato, davanti a Torino (8) e Milano (poco meno di 8). Infine, per quanto riguarda le autostrade, le colonnine sono 1.087 (il 63% oltre i 150 kW,), a fronte delle 932 di fine 2023. Lo studio comprende un aggiornamento dell'analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati: considerando anche le aree più remote e isolate del Paese, nel 94% del territorio nazionale è presente almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 km, con un rilevante passo avanti rispetto all'86% di copertura del 2023. Avvicinandosi alle aree urbanizzate e alle arterie stradali la densità cresce in maniera esponenziale, superando anche i 2.000 punti di ricarica nel raggio di 10 km dalle grandi città. In autostrada le colonnine arrivano a 3.447 considerando anche quelle entro 3 km dall'uscita. 

Il confronto europeo. Non manca un confronto con gli altri grandi Paesi europei. Con 19 punti di ricarica ogni 100 auto elettriche circolanti, l'infrastruttura italiana si conferma davanti a quelle di Francia (14 punti ogni 100 Bev), Germania (8 punti ogni 100) e Regno Unito (7 punti ogni 100 auto elettriche circolanti). Vale lo stesso per le colonnine rapide in corrente continua: l'Italia (3,4 punti in DC ogni 100 Bev circolanti) supera, nell'ordine, Francia (2,6), Germania (1,7) e Regno Unito (1,2). Il primato italiano riflette "i grandi passi avanti compiuti sul fronte infrastrutturale", ma l'associazione riconosce "il notevole ritardo dell'Italia sulle immatricolazioni elettriche": la quota di mercato è ancora ferma intorno al 5% e il parco circolante esiguo. L'Italia è davanti anche per quanto riguarda il numero di punti di ricarica rispetto alla lunghezza totale della rete stradale, con una media di 1 punto di ricarica ogni 4 km di strade. A seguire ci sono Regno Unito (1 punto ogni 5 km), Germania (1 ogni 6 km) e Francia (1 ogni 7 km). Infine, le installazioni sono sulla buona strada per rispettare gli obblighi del regolamento europeo AFIR, con una "compliance del 75-80% sugli obiettivi Ue da centrare entro la fine dell'anno".

Tanto lavoro da fare. Il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, pur sottolineando come il processo di infrastrutturazione proceda spedito, riconosce che "c'è ancora un importante lavoro da fare per aumentare la capillarità in alcune aree, specialmente nel Mezzogiorno, dove la limitata penetrazione dei veicoli elettrici non agevola i grandi investimenti richiesti, in particolar modo per le colonnine ad alta potenza". A tal proposito, Pressi auspica che "vengano estesi i termini per l'utilizzo dei fondi PNRR ancora disponibili, rivedendo i meccanismi di cofinanziamento per facilitarne l'impiego e supportare la crescita dell'infrastruttura nelle zone meno coperte, facendo leva anche sul prezioso monitoraggio della Piattaforma Unica Nazionale gestita dal Gse". In generale, il presidente dell'associazione ritiene "fondamentale una sempre più stretta cooperazione tra tutti gli attori coinvolti" e chiede una "semplificazione e omogenizzazione degli iter autorizzativi, la cui complessità si riflette in una quota del 16% di infrastrutture installate ma non ancora utilizzabili dagli utenti finali (valore in lieve calo rispetto al 18% del 2023), o perché non è stato finora possibile realizzare il collegamento alla rete da parte dei distributori locali dell'energia, o per altre vischiosità burocratiche". In ogni caso, per Pressi, i dati "smentiscono completamente la narrazione di un'Italia arretrata dal punto di vista delle infrastrutture al servizio della mobilità elettrica. Adesso però è il momento di valorizzare al massimo il lavoro fatto con un maggior coordinamento pubblico-privato, anche attraverso l'atteso aggiornamento del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica (PNIRE), per il quale la nostra associazione è a completa disposizione delle Istituzioni".

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Stati Uniti - Trump difende le sue politiche: "Con i dazi l'America torna ricca e grande"

4 Ruote - Mar 05,2025

Donald Trump torna a difendere a spada tratta le sue politiche protezionistiche, nonostante l'avvertimento lanciato dai mercati globali: ieri, 4 marzo, i principali indici borsistici hanno subìto un crollo generalizzato a causa dei timori per le conseguenze negative delle nuove tariffe doganali statunitensi sulle merci canadesi, messicane e cinesi e delle ritorsioni commerciali annunciate o promesse dai Paesi interessati. Il presidente degli Stati Uniti, pur riconoscendo la possibilità di un "periodo di aggiustamento", ha ribadito come i dazi daranno "slancio" all'economia e nuova ricchezza agli americani: "Servono a rendere l'America di nuovo ricca e grande. Sta già succedendo e succederà piuttosto in fretta. Ci saranno dei piccoli problemi, ma va bene lo stesso perché saranno pochi e gestibili", ha affermato Trump davanti al Congresso, riunito in seduta plenaria per ascoltare un discorso caratterizzato dallo slogan "l'America è tornata". 

Le minacce. Dunque, non ci sono ripensamenti, nè tentennamenti: il neo protezionismo trumpiano andrà avanti secondo le modalità finora delineate dal tycoon e incentrate, sostanzialmente, su uno scontro commerciale con qualunque Paese e perfino con alleati storici, come i canadesi o gli europei. "Qualunque tariffa ci applichino, noi la applichiamo a loro: se loro applicano tariffe non monetarie per tenerci fuori dal loro mercato, allora noi applichiamo barriere non monetarie per tenerli fuori dal nostro mercato", ha minacciato ancora una volta Trump, confermando l'intenzione di imporre a breve tariffe del 25% su acciaio e alluminio e ulteriori dazi contro chiunque tassi le esportazioni americane. Il motivo? Sempre lo stesso. Secondo l'inquilino della Casa Bianca, "gli Stati Uniti sono stati derubati per decenni da quasi tutti i paesi della Terra e non permetteremo che ciò accada ancora". In poche parole, Trump ha ribadito quanto va affermando da ormai diversi mesi e soprattutto la sua convinzione che i dazi siano lo strumento più efficace per creare occupazione e ricchezza economica.

 

La grande promessa. Intanto, però, i primi dati macroeconomici stanno delineando un quadro diverso: l'attività industriale è in stagnazione, mentre la fiducia dei consumatori è in calo e Wall Street è da settimane in ribasso, a dimostrazione di come gli investitori siano sempre più pessimisti sulle politiche della Casa Bianca dopo l'iniziale euforia post-elettorale. Anche per questo, le continue minacce di Trump stanno iniziando a preoccupare sempre di più gli apparati interni e spingendo i suoi stessi consiglieri a più miti consigli. Lo dimostrano le affermazioni del Segretario al Commercio, Howard Lutnick, che ha lasciato intendere la possibilità di ampie esenzioni per le merci provenienti da Messico e Canada. Per ora, però, Trump non intende scostarsi dal suo trionfalismo. Nel suo discorso, il più lungo di sempre per una seduta plenaria del Congresso, l'ex immobiliarista ha ribadito di aver ereditato un Paese al collasso per colpa della precedente amministrazione Biden, ha garantito una fine in tempi rapidi per la guerra in Ucraina, ha ringraziato Elon Musk per il suo lavoro e ha confermato l'intenzione di annettere la Groenlandia e di prendere il controllo del Canale di Panama. Basta? No, perché il presidente non intende fermarsi al nostro pianeta: "Andremo su Marte e oltre e pianteremo la bandiera americana". E il tutto è stato sintetizzato dalle conclusioni: "Tenevi pronti per un futuro incredibile perché l'età dell'oro dell'America è appena cominciata e sarà qualcosa che non si è mai visto". 

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Mercedes-Benz GLC - Primo sguardo alla Bev

4 Ruote - Mar 05,2025

La Mercedes-Benz ha pubblicato le prime immagini ufficiali dei muletti della nuova GLC elettrica. La Suv, destinata ai principali mercati globali, è stata progettata espressamente per la motorizzazione a batteria con tecnologia EQ e, nella variante bimotore, sfrutta la trazione 4MATIC con motore anteriore disattivabile per una maggiore efficienza.

Bev inserita nella gamma endotermica. La GLC Bev sostituirà la EQC bloccata dopo pochi anni di carriera e seguirà la nuova strategia del marchio, che prevede varianti elettriche dei modelli principali, come già accaduto per la Classe G. Per il momento non sono stati diffusi dettagli sulle caratteristiche della piattaforma e sui dati tecnici di motori e batterie, che rappresenteranno un passo avanti rispetto alla tecnologia attuale.

Stile e piattaforma su misura. Sul fronte del design, nonostante camuffature e grafiche sgargianti, la GLC mette in luce alcuni elementi caratteristici: rispetto alla variante endotermica si notano infatti gruppi ottici ridisegati, maniglie a filo carrozzeria ed una unica presa frontale inferiore. Molte scelte sono chiaramente dettate dall'aerodinamica per ottimizzare l'efficienza. Non è escluso infine che ci siano alcuni stilemi in comune con il restyling della GLC endotermica previsto nel corso di quest'anno, dal momento che l'attuale generazione è sul mercato dal 2022.

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