Opel - Grandland 2025, ecco come va la plug-in
Dopo il test della nuova Opel Grandland nella variante full hybrid, con l'1.2 da 136 CV, ora tocca alla plug-in: l'ibrida alla spina completa l'offerta della Suv tedesca assieme alle versioni elettriche, andando a comporre una gamma completa alla stregua di altri modelli Stellantis. Il powertrain è quello che abbiamo già visto sulla Peugeot 3008, con cui la tedesca condivide la piattaforma STLA Medium - ed è composto da un 1.6 turbo benzina 4 cilindri da 150 CV (300 Nm) e da un'unità elettrica da 125 CV (300 Nm), alimentata da una batteria agli ioni di lito con capacità effettiva di 17,9 kWh che accetta solo la corrente alternata fino a 7,4 kW (a differenza di diverse concorrenti che accettano anche quella continua). Entrambi i motori agiscono solo sulle ruote anteriori - la precedente Grandland X offriva anche la trazione integrale - per una potenza combinata di 195 CV (350 Nm). Il cambio è un doppia frizione a 7 rapporti. Secondo i dati Wltp, la nuova Opel può percorrere 87 km in modalità elettrica, che diventano 102 in città, mentre a batteria scarica si fanno circa 14 km/l; per lo scatto da 0 a 100 km/h bastano 7,8 secondi e la velocità massima è di 220 km/h. Sono prestazioni interessanti, tenendo presente che questa Grandland sfiora le due tonnellate in ordine di marcia (la sola batteria pesa 160 kg). Una massa dovuta anche alle maggiori dimensioni del corpo vettura, che ora raggiunge i 465 cm (17 più di prima) e che colloca il Suv Opel alle soglie del segmento D. In effetti, la larghezza di 193 cm e l'altezza di 167 cm definiscono un abitacolo molto spazioso e un vano bagagli la cui capacità minima è di 550 litri. Insomma, la nuova Grandland è senza dubbio un'auto per tutta la famiglia, che non stupisce con effetti speciali ma che punta tutto sul confort e sulla tecnologia utile. Lo dimostra la presenza di equipaggiamenti come i fari a matrice di Led con 50.000 pixel o i sedili con la certificazione AGR (l'associazione tedesca dei posturologi) che sono ormai un marchio di fabbrica Opel. Per il resto, la plancia e la strumentazione non riservano sorprese ed è apprezzabile la scelta di mantenere alcuni tasti fisici sia per la climatizzazione che per l'infotainment, il cui display è da 10 o 16 pollici a seconda degli allestimenti; ci sono anche gli immancabili inserti in tessuto ricavati da plastiche riciclate. Su strada la Grandland è facile da guidare (ci sono solo tre modalità di guida tra cui scegliere), intuitiva e confortevole, anche se la silenziosità di marcia è lievemente disturbata dal alcuni fruscii provenienti dagli specchietti e dal rumore di rotolamento degli pneumatici anteriori. Le sospensioni lavorano generalmente bene, anche se patiscono un po' le sconnessioni più secche. Infine, per quanto riguarda i prezzi, la Grandland plug-in parte da 42.500 euro, che diventano 45.500 nell'allestimento GS.
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Panda a Pandino - Aperte le iscrizioni per ledizione 2025
Si svolgerà dal 20 al 22 giugno prossimi l'ottava edizione di Panda a Pandino, il raduno nato nel 2017 per celebrare la piccola e amatissima utilitaria torinese. L'edizione 2025 punta a battere il record di presenze stabilito nel 2023, quando all'appello avevano risposto ben 1.051 Panda, provenienti da tutto il mondo. Iscrizioni aperte da domenica. Il programma prevede numerose sorprese, tanti ospiti, attività per grandi e piccini, giochi, musica e animazione. Al raduno sono attese le Panda in versioni speciali, celebrative e prototipi unici. L'unico requisito per partecipare è presentarsi all'evento a bordo di una Fiat Panda, immatricolata dal 1980 in avanti. Le iscrizioni apriranno ufficialmente domenica prossima, 16 marzo, nel corso della Fiera di San Giuseppe di Pandino, e potranno essere sottoscritte in loco oppure sul sito internet dell'evento. Come sempre, il ricavato (tra iscrizioni e contributi dei partner) verrà devoluto ad associazioni e realtà benefiche del territorio.
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Northvolt - Lazienda di batterie dichiara bancarotta
A nulla sono bastati gli sforzi di questi ultimi mesi per risollevare le sorti della Northvolt. L'azienda di batterie per veicoli elettrici ha infatti dichiarato bancarotta in Svezia, dove si trovano gli stabilimenti principali. La società non è stata in grado di assicurarsi le condizioni finanziarie necessarie per proseguire le sue attività, spiega la stessa Northvolt in una nota stampa. Il consiglio di amministrazione ha ritenuto questa strada l'unica percorribile, ed esplorerà ogni possibile opzione per continuare a finanziare le attività dell'azienda durante il processo di bancarotta, che prevede la vendita di tutti gli asset e la risoluzione anticipata dei contratti. Competizione e mercato. Come molte altre compagnie nel settore delle batterie, prosegue la nota, anche la Northvolt ha dovuto affrontare una serie di sfide negli ultimi mesi che ne hanno eroso la posizione finanziaria: tra queste l'aumento del costo del capitale, l'instabilità geopolitica con i relativi problemi nella catena dei fornitori e i cambiamenti nel mercato. A tutto questo si aggiungono anche importanti e non sempre prevedibili sfide interne per aumentare la produzione. Le altre sedi rimangono aperte. Le attività in Nord America, in Germania e in Polonia per il momento vanno avanti: ogni decisione sul loro futuro è nelle mani del fondo che si occupa delle pratiche in Svezia, insieme ai creditori. Quando il grosso del lavoro sarà stato fatto, ci saranno domande su quanto è accaduto che richiederanno una risposta, ha dichiarato alla Reuters Marie Nilsson, a capo del sindacato IF Metall, che impiega circa 1.800 persone presso la Northvolt. chiaro che molte cose sono andate storte, e il prezzo lo pagheranno i nostri lavoratori. Al momento, degli oltre cinquemila dipendenti in tutto il mondo non è noto quanti rimarranno senza lavoro. Un destino segnato. La decisione arriva dopo mesi di difficoltà economiche, che hanno portato l'azienda a finire in amministrazione controllata negli Stati Uniti a novembre e a cedere gradualmente le sue unità secondarie come la Novo Energy, joint venture nata con Volvo (che l'ha rilevata a fine gennaio) e la divisione Sistemi Industriali per i mezzi pesanti, rilevata a febbraio dalla Scania, controllata dalla Traton del gruppo Volkswagen. Fondata nel 2016 con l'obiettivo di aiutare l'Europa ad affrancarsi dalla Cina nella produzione delle batterie, negli anni la Northvolt ha raccolto quasi 15 miliardi di investimenti e fondi europei, soci e clienti importanti come Volkswagen e BMW.
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