Regno Unito - Il governo ribadisce: nessun incentivo per le auto elettriche

4 Ruote - Mar 07,2024

Il settore automobilistico britannico ha chiesto per mesi una svolta nelle politiche del Regno Unito e un ritorno all'erogazione di incentivi per le auto elettriche. A Downing Street, però, non pare proprio che ci sia l'intenzione di dare soddisfazione ai costruttori. Infatti, il budget di primavera varato dal cancelliere dello scacchiere Jeremy Hunt (ricopre un ruolo simile a quello che una volta in Italia era il ministro delle Finanze) non prevede alcuna risorsa per accelerare l'adozione della mobilità alla spina. In pratica, il governo ha previsto delle agevolazioni solo per le flotte e le società, ma assolutamente nulla per il canale dei privati.

Dure critiche. Hunt non ha fatto alcun cenno neanche alla possibilità che in un futuro prossimo venga ripristinato uno schema di incentivi che ormai manca da oltre un anno e mezzo: l'esecutivo guidato da Rishi Sunak ha cancellato i sussidi, improvvisamente e a sorpresa, nel mese di giugno del 2022, attribuendo la decisione alla continua crescita delle vendite e all'affermazione delle elettriche come fenomeno ormai di massa. Il cancelliere è stato così costretto a subire un'ondata di critiche. E non soltanto perché la maggior parte delle misure annunciate sono state lette come di corto respiro e funzionali a salvare le attuali prospettive elettorali del governo conservatore. L'associazione di settore Smmt, infatti, ha parlato di occasione persa, mentre alcuni manager come James Taylor della Vauxhall hanno sottolineato le difficoltà dell'intero settore nel sostenere l'offerta di elettriche senza adeguati incentivi, a fronte dell'obiettivo imposto dal governo di accrescere il peso delle Bev nel mercato all'80% delle vendite totali per il 2030.

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Stellantis - L'intelligenza artificiale entra in fabbrica per migliorare efficienza e qualità

4 Ruote - Mar 07,2024

Non la troviamo solo a bordo delle auto tramite assistenti vocali e aiuti alla guida: l'intelligenza artificiale è sbarcata da tempo anche negli impianti dove quelle vetture vengono prodotte. Il gruppo Stellantis, per esempio, ha appena annunciato IA4Q, un programma da oltre 10 milioni di euro che porta il cervello digitale all'interno dell'impianto di Saragozza, in Spagna, dove nascono modelli come la nuova Lancia Ypsilon, la Peugeot 208 e la Opel Corsa.

L'IA ci aiuta. Finanziato con i fondi del programma TransMisiones del Ministero della Scienza, dell'Innovazione e dell'Università spagnolo attraverso il Centro per lo sviluppo e l'innovazione tecnologica (Cdti) e l'Agenzia statale per la ricerca (Aei), IA4Q che sta per "Artificial Intelligence for Quality and Inspection in Industrial Plants" punta a studiare e industrializzare tecnologie che fanno leva sull'IA per per il controllo qualità e l'ispezione degli impianti. Sotto questo cappello sono stati individuati 19 progetti che dovrebbero vedere la luce entro il 2027 e ottimizzare la qualità, ridurre gli sprechi, incrementare l'efficienza energetica e accelerare il processo di digitalizzazione della fabbrica aragonese.

Non solo Stellantis. IA4Q è un ulteriore passo nel piano strategico Dare Forward 2030 di Stellantis (qui tutti i dettagli) ma ha pure una rilevanza per l'economia spagnola, oltre che per la transizione digitale ed ecologica del governo di Madrid. Non a caso, oltre al gruppo guidato da Carlos Tavares, il progetto vede coinvolte sei Pmi come partner industriali e due centri di ricerca e sviluppo tecnologico locali, l'Instituto Tecnológico de Aragón e l'Università di Saragozza.

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Renault Scénic - Con l'elettrico cambia tutto

4 Ruote - Mar 07,2024

Sono passati 27 anni da quando ha rivoluzionato il concetto di monovolume compatta: e ora, anche per la Renault Scénic, è arrivato il momento del passaggio (definitivo) all'elettrico. Dietro la sigla E-Tech Electric, infatti, si nasconde una Bev che mette al centro, come sempre, spazio e praticità. Due i tagli di batteria, da 60 o 87 kWh per percorrenze fino a 620 km stando al dichiarato. Ecco le prime impressioni di guida.

 

Un po' di tecnica. La base su cui poggia la quinta generazione della Scénic è quella della Mégane E-Tech, ossia la piattaforma Cmf-Ev. Qui però ci sono dimensioni più importanti: la lunghezza è di 4 metri e 47, mentre il passo raggiunge i 2 metri e 79 (+10 cm rispetto alla Mégane). Altezza e larghezza si fermano, rispettivamente, a 1,57 e 1,86 metri. Maggiore è anche la capacità del bagagliaio, per un valore dichiarato pari a 549 litri, quand'erano 506 sulla generazione precedente. Il reparto sospensioni è affidato a uno schema MacPherson all'anteriore e un multilink a tre leve e mezzo dietro; la massa resta al di sotto dei 1.800 kg in ordine di marcia, che non è male per un'elettrica.

Disposizione a L. In abitacolo ritroviamo una plancia molto simile, per non dire identica, a quella della Mégane, dominata dalla struttura a L rovesciata che ingloba gli schermi del quadro strumenti (nuove le grafiche) e dell'infotainment, da circa 12 pollici ciascuno. L'interfaccia intuitiva e la notevole reattività a ogni input rendono questo impianto un bel prodotto. La cosa interessante è che essendo basato su Android Automotive, il sistema multimediale R Link assomiglia in tutto e per tutto a uno smartphone, specie per intuitività di utilizzo. aggiornabile over the air, utilizza come navigatore Google Maps (che vi dice pure quando e per quanto fermarvi a ricaricare, a seconda dell'energia contenuta nella batteria alla partenza) e può essere arricchito con oltre 50 app scaricabili da Google store.

Tutto in silenzio. Dal posto guida individuo subito un paio di comandi che mi saranno utili: il pulsante tondo delle modalità di guida e i paddle dietro alle razze per gestire i livelli di rigenerazione. Trovo un po' affollata, invece, la parte destra del piantone dello sterzo, dove, dall'alto, ci sono la leva (stile Mercedes) per la marcia, il devio tergi e il satellite per l'audio; occorre memorizzare bene le loro posizioni per muovere lì in mezzo le dita con cognizione di causa. Nel complesso, l'ambiente offre una percezione di buona qualità: design intrigante, come detto, finiture ricercate e ampia disponibilità di spazio, con l'enorme vasca portaoggetti che separa i due sedili anteriori. Dietro, poi, l'abitabilità è notevole, soprattutto per quanto riguarda lo spazio per la testa e le ginocchia. Il pavimento piatto aiuta a sistemare i piedi senza difficoltà, per chi dovesse occupare il posto centrale.

Agile e piacevole. In marcia, la Scénic mi pare subito piuttosto comoda, gli ammortizzatori filtrano in modo impeccabile l'asfalto e la silenziosità è elevata. Anche perché il rumore di rotolamento è pressoché inavvertibile e non c'è nemmeno qualche artificio sonoro che accompagni l'erogazione del propulsore elettrico, se non quello a bassissima velocità per farsi sentire dai pedoni. Silenzio totale, dunque, almeno finché non si lambiscono le andature autostradali, quando invece compaiono fruscii ben percepibili nella zona dei montanti. Anche lo sterzo, assai diretto, mi è piaciuto: è sempre possibile utilizzare poco angolo per curvare, con una conseguente sensazione di agilità. Un mix che rende questa Scénic piacevole da guidare, con la massa che inizia a farsi avvertire soltanto quando si calca davvero la mano. 

Le chicche. Si chiama tetto Solar Bay non è apribile non ha neppure la classica tendina, ma protegge dal sole opacizzandosi con un sistema a cristalli liquidi: come quello che troviamo, per capirci, sulla Porsche Taycan. Progettato in collaborazione con Saint-Gobain e realizzato anche con vetro riciclato, si comanda con un tasto sul padiglione oppure tramite i comandi vocali di Google Assistant e permette di mettere in ombra solo i sedili davanti, solo quelli dietro o tutti quanti, grazie al pannello oscurante elettronico suddiviso in nove segmenti. Altra chicca, il bracciolo posteriore Ingenius, una sorta di coltellino svizzero: ha due staffe orientabili che si aprono come le lame di un temperino e fungono da leggìo per tablet e smartphone, così da poter guardare comodamente video e serie tv in viaggio. Non mancano due prese Usb-C, per non rischiare di rimanere a secco con le batterie e un sottile cassetto rivestito di moquette per nascondere il tablet quando si scende dall'auto.

Il QRescue può salvarti la vita. Anche sul fronte sicurezza, la nuova Ev francese stupisce. Come già sulla Mégane, sotto la seduta del divano posteriore si trova un bocchettone chiamato Fireman Access e serve per permettere ai vigili del fuoco di inondare la batteria in caso di incendio: così da domare più alla svelta le fiamme che, come si sa, sulle auto elettriche sono più difficili da spegnere. Ma non è tutto: in caso di incidente, un QR Code sul parabrezza permette di accedere con lo smartphone alle istruzioni su come intervenire. Per esempio, viene indicato dove la carrozzeria è più morbida per un eventuale taglio, o come inibire la batteria. La cosa interessante è che questo QRescue - questo il suo nome funziona anche in totale assenza di segnale, permettendo di accorciare di una quindicina di minuti il tempo di intervento.

Solo a trazione anteriore. Due, al momento, i motori disponibili sulla Renault Scénic E-Tech Electric, entrambi installati sull'asse anteriore, di tipo sincrono a rotore avvolto (quindi privi di terre rare). Si parte da un 170 CV e 280 Nm di coppia alimentato da una batteria (al nichel-manganese-cobalto, prodotta da LG) con capacità di 60 kWh. Ricarica in corrente continua fino a 130 kW e autonomia dichiarata di 420 km; può raggiungere i 150 km/h e accelerare da 0 a 100 in 9,3 secondi. Il gradino successivo è rappresentato dalla Scénic mossa da un motore con 220 CV e 300 Nm, alimentato da una batteria da 87 kWh. La ricarica alle colonnine ad alta potenza sale fino a 150 kW e l'autonomia, sempre secondo i dati dichiarati, arriva fino a 620 km con un pieno d'energia. Archivia lo 0-100 in 8,4 secondi e raggiunge una punta massima autolimitata di 170 km/h. In entrambi i casi, la ricarica in corrente alternata avviene a 22 kW, un plus ancora poco diffuso tra le elettriche, che Renault offre come optional.

Qui prezzi. Quattro gli allestimenti: Evolution, Techno, Esprit Alpine e Iconic al top di gamma. I prezzi partono da 40.050 euro per l'entry level con batteria più piccola, per arrivare a 50.450 della versione con batteria grande in allestimento Iconic.

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Lotus Emeya - Svelati i prezzi della hyper-GT elettrica

4 Ruote - Mar 07,2024

Lotus ha svelato i listini italiani della Emeya: la hyper-GT elettrica della Casa inglese è disponibile con prezzi compresi tra 111.490 e 157.200 euro. Gli ordini sono stati aperti e òa vettura si puà configurare online. Le prime consegne sono fissate per il terzo trimestre dell'anno.

Due powertrain e tre allestimenti. La gamma è composta da tre varianti: Emeya, Emeya  S ed Emeya R, replicando così la gamma della sorella a ruote alte Eletre. Le prime due adottano il powertrain da 612 CV e 710 Nm di coppia massima, mentre la R offre in esclusiva la variante da 905 CV. Per tutte, la batteria è da 102 kWh con ricarica a 350 kW: l'autonomia prevista nel ciclo Wltp può raggiungere i 610 km e servono 18 minuti per passare dal 10 all'80% della carica. In attesa dei dati tecnici completi e omologati, la Lotus ha inoltre confermato che la Emeya R può toccare i 100 km/h da fermo in meno di 2,8 secondi.

Colori e accessori. La Emeya offre un bagagliaio da 509 litri di capienza e propone accessori premium come il tetto panoramico elettrocromatico, i sedili con cinque tipologie di massaggio e fianchi regolabili, l'impianto frenante carboceramico, le sospensioni pneumatiche e fino a cinque modalità di guida. L'infotainment, basato sul sistema operativo Lotus Hyper OS, si gestisce attraverso schermo centrale da 15,1" con grafica 3D Unreal Engine. Inoltre, è previsto, tra le dotazioni, l'head-up display. I clienti potranno poi personalizzare il proprio esemplare scegliendo fra le tinte esterne Boreal Grey, Fireglow Orange, Solar Yellow, Akoya White, Stellar Black e Kaimu Grey.

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Skoda - il momento dell'elettrica da 25mila euro? - VIDEO

4 Ruote - Mar 07,2024

Il prossimo 15 marzo, nel corso di una conferenza stampa trasmessa in streaming, la Skoda presenterà i risultati finanziari del 2023 e gli obiettivi dell'anno appena iniziato. Durante la diretta verrà anche presentato il design di un nuovo modello elettrico, destinato ad ampliare la gamma Ev della Casa boema, che al momento comprende solo la Suv Enyaq (anche nella sua variante coupé).

Una piccola Ev in arrivo? Il brevissimo teaser pubblicato dalla Skoda mostra solo il frontale dell'auto, il che rende difficile capirne le dimensioni. Dovessimo tirare a indovinare, anche guardando la dimensione degli specchietti in proporzione al corpo vettura, diremmo che si tratta di un modello compatto, collocato nel range delle Ev da 25.000 euro, cugino della Volkswagen ID.2 (la cui presentazione ufficiale dovrebbe essere imminente).

Prime anticipazioni. I pochi fotogrammi disponibili consentono comunque di anticipare qualche prima informazione. Innanzitutto, sulla concept della Skoda debutterà una nuova firma luminosa, con le luci diurne collegate tra loro da una sottile linea tratteggiata che corre alla base del cofano, illuminata come la scritta Skoda. Il caratteristico rigonfiamento al centro del cofano è più largo del normale, forse a sottolineare la vocazione sportiva di questo modello. Da ultimo, la presenza dei mancorrenti sul tetto fa pensare che si tratti di un crossover. Le risposte a queste ipotesi arriveranno il prossimo 15 marzo.

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Mirafiori - Cassa integrazione prolungata fino al 20 aprile

4 Ruote - Mar 07,2024

Stellantis ha deciso di prolungare il periodo di cassa integrazione per le carrozzerie di Mirafiori, il reparto dedicato alla produzione della Fiat Nuova 500 e delle Maserati. Il ricorso allo strumento della Cig per circa 2.240 lavoratori era stato annunciato inizialmente per l'intero mese di marzo e fino al 2 aprile, ma ora riguarderà anche le successive tre settimane e quindi fino al 20. 

Le richieste sindacali. La richiesta è stata motivata dall'azienda con un andamento del mercato ancora a rilento in assenza dei nuovi incentivi per l'acquisto di auto elettriche ed elettrificate: sono passati oltre 30 giorni dall'annuncio, ma finora non sono entrati in vigore anche per delle pastoie burocratiche che stanno rallentando le procedure di approvazione del relativo Dpcm. In ogni caso, durante le due settimane di aprile l'azienda ha istituito un turno di lavoro 'comandato' che consentirà un minimo livello produttivo per soddisfare le richieste attualmente in corso. La comunicazione ha comunque spinto i rappresentanti dei lavoratori a ribadire la richiesta di nuove assegnazioni produttive per lo storico impianto torinese: "A Mirafiori serve un nuovo modello", osseva Luigi Paone, segretario generale della Uilm Torino. "Chiediamo alle istituzioni di accelerare un percorso che dia prospettive a tutto il comparto automotive torinese".  

Chiude anche la Proma. Intanto, si fa sempre più complessa la situazione per l'intero indotto dell'auto torinese, coinvolto dalla chiusura dell'impianto di Grugliasco. Le difficoltà non riguardano solo la Lear, ma anche un impianto del produttore di componentistica Proma, sempre a Grugliasco. I vertici hanno comunicato ai sindacati la decisione di chiudere il sito e di trasferire i 110 addetti a Bruino, nell'hinterland torinese. "Gli effetti della mancanza di assegnazione di nuovi modelli a Mirafiori, aggravate dalla fine produzione delle Maserati, ha inevitabilmente degli effetti nefasti sulla componentistica", dice la Fiom-Cgil di Torino. "Se non altro, non ci saranno tensioni occupazionali in quanto tutti i lavoratori verranno trasferiti nel sito di Bruino".

 

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Renault 4 - L'elettrica da 20 mila euro debutta a ottobre

4 Ruote - Mar 07,2024

La 90esima edizione del Mondial de l'Auto, conosciuto anche come Salone di Parigi, si terrà dal 14 al 20 ottobre al Parc Expo di Versailles. In quell'occasione Luca de Meo, amministratore delegato del gruppo Renault (in procinto di essere rinnovato nell'incarico), presenterà la versione definitiva della nuova Renault 4, crossover elettrico ispirato alla R4 degli anni 70.

Il ritorno di un'icona. Anticipata dalla concept Renault 4Ever Trophy presentata a Parigi due anni fa, la nuova Renault 4 E-Tech sarà costruita sulla piattaforma AmpR Small, la stessa della R5, e sarà una piccola crossover cittadina elettrica da meno di 20.000 euro. Anche se in maniera meno evidente rispetto alla 5, la nuova 4 interpreta in chiave moderna le linee della storica francesina, prodotta in oltre otto milioni di esemplari, dal 1961 al 1992 (quando venne sostituita dalla Twingo, un'altra icona dell'automobilismo francese prossima al ritorno in versione elettrica). Assemblata nello stabilimento di Cleon, la Renault 4 verrà commercializzata nel 2026.

Non è l'unica. La Renault 4 è solo l'ultima di una serie di auto storiche rivisitate in chiave moderna e riproposte in versione elettrica: qualche settimana fa, al Salone di Ginevra è stata presentata ufficialmente la nuova Renault 5, che debutterà nel 2025 a un prezzo base intorno ai 25.000 euro. Nel corso del Capital Markets Day di Ampere dello scorso anno Luca de Meo ha presentato la concept della nuova Twingo, che con gli altri modelli della Renault "contribuirà alla diffusione di massa delle EV": arrivo nel 2025, con un listino che anche in questo caso dovrebbe partire da 20.000 euro.

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Marelli - Il 12 marzo la decisione sul futuro di Crevalcore

4 Ruote - Mar 07,2024

La crisi della fabbrica della Marelli a Crevalcore si avvicina alla conclusione. Stando a quanto comunicato dalle organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, durante l'ultimo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy è stato indicato il 12 marzo come giorno in cui l'azienda di componentistica annuncerà la sua decisione finale sull'investitore che riceverà l'esclusiva per finalizzare l'operazione di acquisto dell'impianto. 

I pretendenti. Successivamente, partirà il confronto tra tutte le parti in causa sul piano di rilancio. Al momento, sono due gli investitori rimasti in gara rispetto ai cinque iniziali (un terzo, finora ignoto, non viene più citato nelle comunicazioni di sindacati e autorità locali, mentre altri due si sarebbero tirati indietro quasi immediatamente): il primo è la piemontese Tecnomeccanica, intenzionata ad assorbire 152 dei 220 lavoratori per avviare la produzione di componenti pressofusi e un più piccolo reparto di stampaggio di componenti in plastica. Il piano, sostenuto da investimenti per 22 milioni di euro fino al 2027, prevede l'assunzione effettiva già a maggio di circa 100 persone, mentre gli altri verrebbero impiegati progressivamente entro dicembre 2024. Una seconda proposta è stata presentata da Niche Fusina, azienda veneta della multinazionale Dada attiva nel campo della lavorazione dell'alluminio. Il progetto, che consiste nella trasformazione di Crevalcore in una fonderia di alluminio secondario con un investimento di circa 12-15 milioni di euro, prevede una prima fase di prosecuzione della attuale produzione dell'impianto emiliano e poi una reindustrializzazione vera propria, per arrivare nel 2028 alle nuove produzioni. In tal caso, è previsto l'assorbimento di circa 120-130 persone, ma i sindacati anticipano un ridimensionamento della forza lavoro "in un secondo momento". La proposta di Tecnomeccanica, grazie a maggiori garanzie sul fronte dell'opccupazione, sarebbe la preferita. 

I prossimi passi. In entrambi i casi i lavoratori coinvolti avranno la garanzia di mantenimento delle medesime condizioni economiche e normative. Quanto ai prossimi passaggi, sindacati e azienda hanno già iniziato a esaminare nel dettaglio le due proposte industriali e tra la fine di marzo e aprile definiranno il piano sociale per i lavoratori che non rientrano nella cessione del ramo d'azienda. Infine, è emersa una novità durante l'ultimo incontro, ossia il coinvolgimento di Invitalia, l'agenzia governativa per lo sviluppo d'impresa che ha già aiutato Niche Fusina nell'operazione di salvataggio dell'ex impianto Alcoa di Porto Marghera. Nel caso di esclusiva a Tecnomeccanica, è previsto che Invitalia esegua la "due diligence per confermare il supporto richiesto. Dopo di che, ci sarà la "finalizzazione" dei termini e delle condizioni dell'accordo per la cessione del ramo d'azienda. Dunque, nel caso di esito positivo di tutti i passaggi, la vertenza potrebbe chiudersi tra la fine di maggio e l'inizio di giugno.

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Stellantis - Investimenti per 5,6 miliardi in Sud America: 40 novità entro il 2030

4 Ruote - Mar 07,2024

Stellantis ha varato un piano di investimenti per il Sud America, stanziando la cifra record di 30 miliardi di reais (5,6 miliardi di euro al cambio attuale) per il quinquennio 2025-2030. Il nuovo programma, il più grande mai lanciato nella storia dell'industria automobilistica brasiliana e sudamericana, andrà a sostenere il lancio di oltre 40 novità di prodotto, lo sviluppo delle nuove piattaforme Bio-Hybrid, tecnologie innovative di decarbonizzazione nell'intera filiera automobilistica e nuove opportunità di business. Inoltre, gli investimenti sono funzionali a consolidare la leadership di mercato nella regione, a rafforzare lo sviluppo dell'industria locale e ad accelerare la realizzazione del piano strategico Dare Forward 2030.

Contesto favorevole. Stellantis è solo l'ultimo gruppo automobilistico ad annunciare ingenti investimenti nella area e in particolare in Brasile. Basta qualche esempio degli ultimi mesi: la Toyota ha stanziato 11 miliardi di reais fino al 2030, la Volkswagen 9 miliardi fino al 2028, la Byd 3 miliardi, la Nissan 2,8 miliardi e la Renault 2 miliardi. Tutti i grandi costruttori sono tornati a guardare al mercato brasiliano grazie alle condizioni di contesto rese favorevoli dalle politiche di attrazione degli investimenti esteri varate dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva sin dal suo ritorno al Palácio do Planalto, la sede del governo federale nella capitale Brasilia. Non a caso, l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares ha descritto il nuovo di Stellantis come una "risposta al favorevole contesto imprenditoriale di questa regione". 

Le nuove tecnologie. Del resto, il Sud America ha un ruolo di primo piano nel "terzo motore" di crescita del gruppo, ossia la combinazione di diverse regioni geografiche (oltre al Sud America, anche Medio Oriente & Africa, Cina, India & Asia Pacifico). Lo dimostra anche la recente decisione di portare avanti lo sviluppo di nuove architetture basate sulla tecnologia Bio-Hybrid, che unisce l'elettrificazione a motori ibridi alimentati da biocarburanti (etanolo). Lo stabilimento ex Fiat di Betim, nello Stato brasiliano del Minas Gerais, rappresenterà il centro di competenza globale delle piattaforme, portando così avanti una lunga tradizione nello sviluppo dei motori a biocarburanti. Il Bio-Hybrid, estremamente flessibile al punto da essere compatibile con tutte le linee produttive dell'area, sarà introdotto su diversi modelli entro la fine del 2024.

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Sicurezza - Richiami Chevrolet: Opel si è attivata in Italia

4 Ruote - Mar 06,2024

Le Chevrolet Aveo, Cruze, Orlando e Trax sono oggetto di richiamo. Il dispositivo di gonfiaggio dell'airbag anteriore del guidatore, in presenza di temperature elevate, potrebbe subire alterazioni: in caso di incidente, esiste il pericolo di un'esplosione troppo violenta, con schegge metalliche che mettono a rischio l'incolumità degli occupanti. Così dice, in sintesi, la lettera di richiamo ricevuta in questi giorni da chi è proprietario di queste auto in Italia. E dal momento che la Casa americana del gruppo General Motors non opera più in Europa dal 2013, gli interventi di sostituzione in officina verranno organizzati dalla tedesca Opel, che ha fatto parte di GM 1929 al 2017 per poi entrare in PSA (Stellantis dal 2021). Il via alle operazioni è partito nei giorni scorsi.

Meglio online. I clienti possono seguire due strade per rispondere al richiamo, della durata di circa mezz'ora, gratuito e a carico del produttore. La prima via, più semplice, è cliccare su questo link: la pagina web del sito Opel dedicata alla campagna di richiamo Chevrolet, così da cercare i riparatori abilitati (c'è poi una sezione specifica dedicata alle risposte ai possibili dubbi dei consumatori). Basta inserire la città di residenza: per esempio, digitando Milano, compare la lista di 10 dealer nel raggio di una trentina di km. Si telefona alla concessionaria, che prende nota dei dati ripromettendosi di ricontattare il cliente al più presto. L'alternativa è rivolgersi al numero indicato nella lettera di richiamo: 0238591173, dove risponde il Servizio Clienti, che in questi giorni è stato prontamente potenziato. Per il momento l'attesa è di una decina di minuti, come abbiamo verificato telefonando in mattinata: l'addetto che risponde indica la concessionaria più vicina a chi ha chiamato.

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Accordi - Auto Horizon per i collaboratori Würth

4 Ruote - Mar 06,2024

Le forme di mobilità innovativa sono alla base della partnership tra Horizon Automotive e Würth Italia. Le due realtà coopereranno tramite una piattaforma dedicata, nella quale il consorzio di concessionari dedicato alle forme di mobilità più avanzate fornirà a 4mila collaboratori e collaboratrici della filiale italiana del gruppo specializzato nei sistemi e attrezzi di montaggio e di manutenzione opzioni vantaggiose di noleggio a lungo termine con un elevato grado di personalizzazione. Programmi su misura per i quali Horizon dichiara di poter offrire canoni alle migliori condizioni sul mercato su un'ampia gamma di veicoli che include praticamente tutti i marchi, con una grande quantità di soluzioni in pronta consegna. L'iniziativa è dedicata sia alle auto del personale viaggiante, o assegnate come benefit, sia alle vetture dei dipendenti per utilizzo personale. L'operazione è stata seguita in particolare da uno dei soci di Horizon, Alberto Rolli, amministratore delegato di Frentauto Group. L'obiettivo di Würth è di incentivare il benessere aziendale offrendo capillarità a livello nazionale (20 gli store di Horizon a livello nazionale e oltre 2 mila le auto disponibili) e riduzione dei ritardi nella consegna e nell'approvvigionamento dei veicoli aziendali.

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Germania - Elettriche in forte calo senza incentivi

4 Ruote - Mar 06,2024

Dalla Germania arriva un nuovo segnale negativo per la domanda di auto elettriche. A febbraio, secondo i dati della Kba (Kraftfahrt-Bundesamt, l'autorità dei trasporti federale), le immatricolazioni di Bev si sono attestate su 27.479 unità, il 15,4% in meno rispetto al pari periodo dell'anno scorso, nonostante un mercato in crescita del 5,4% a 217.388 unità. Di conseguenza, la penetrazione delle Bev sul totale dell'immatricolato si attesta al 12,6%.

Effetto incentivi. Il forte calo delle elettriche si accompagna a una ripresa di tutte le altre tipologie di alimentazioni (+9,7% per il diesel, +2,3% per le auto a benzina, +17,6% per le ibride, +22,3% per le plug-in e +49,9% per le Gpl), ed è la diretta conseguenza della decisione del governo federale di anticipare lo stop alle agevolazioni a causa delle ristrettezze di bilancio. Già a gennaio si era riscontrato un primo effetto: le immatricolazioni, pari a 22.474, sono sì cresciute del 23,9%, ma rispetto a dicembre sono crollate del 54,9% in scia alla corsa agli ordini dell'ultimo mese dell'anno scorso. Per l'ennesima volta, si conferma l'essenzialità degli incentivi per le politiche di sostegno della mobilità alla spina, nonché la lontananza della politica dalla realtà del mercato. Nel 2022, Robert Habeck, leader dei Verdi e ministro dell'Economia, aveva motivato la decisione di rivedere profondamente il sistema delle agevolazioni con la necessità di tener conto dell'ormai consolidata affermazione delle Bev. "La mobilità elettrica è ormai passata al mercato di massa", aveva spiegato il ministro. "Le auto elettriche stanno diventando sempre più popolari e non avranno più bisogno di sussidi governativi nel prossimo futuro". I numeri, però, dimostrano il contrario o quantomeno un deciso rallentamento della domanda rispetto a un recente passato caratterizzato da tassi di crescita a doppia cifra. 

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Stellantis - La Cina dà l'ok alla joint venture con Leapmotor

4 Ruote - Mar 06,2024

Stellantis fa un passo avanti nell'alleanza con la Leapmotor. Secondo indiscrezioni della Reuters, la Commissione nazionale cinese per lo sviluppo e le riforme avrebbe infatti autorizzato la joint venture tra i due costruttori, una delle iniziative previste dall'accordo di collaborazione annunciato alla fine dello scorso ottobre

Produzione all'estero (e forse in Italia). L'alleanza, infatti, prevede non solo l'ingresso di Stellantis nell'azionariato della Leapmotor con quasi il 21% del capitale, ma anche la costituzione di un'impresa congiunta denominata Leapmotor International. Il gruppo guidato da Carlos Tavares avrà il 51% del capitale e diritti esclusivi per l'esportazione, la vendita e la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della Cina. Oltre al via libera cinese, Stellantis ha avviato le procedure di autorizzazione in altri mercati. Per quanto riguarda l'Italia, di recente si è parlato di Mirafiori come di un possibile sito adatto a ospitare la produzione di modelli Leapmotor (qui potete consultare l'attuale gamma): voci che al momento restano tali, visto che il gruppo non ha confermato (né smentito) l'eventualità.

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Karma Gyesera - L'elettrica del rilancio

4 Ruote - Mar 06,2024

La Karma Automotive ha presentato la berlina elettrica Gyesera, aprendo così un nuovo capitolo nella propria storia. La vettura è la prima di tre modelli strategici per l'affermazione sul mercato: dopo la Gyesera è in programma il debutto della coupé Kaveya, oltre a una nuova generazione della attuale Revero.

Ennesimo restyling. La Gyesera non nasconde le sue origini: bastano pochi secondi per riconoscere il design della GSe-6 elettrica, a sua volta derivata dalla Revero e ispirata alla Fisker Karma del 2011. Le modifiche del nuovo modello si concentrano nel frontale, ma in realtà è tutta l'aerodinamica a essere stata rivista in funzione del powertrain, e tutti i pannelli della carrozzeria (in alluminio e carbonio) sono inediti. La lunghezza totale supera di slancio i 5 metri, il passo è di 3,16 metri.

590 CV e oltre 400 km di autonomia. La Karma ha previsto un unico motore elettrico posteriore da 590 CV e 940 Nm di coppia, abbinato a una batteria da 120 kWh. Secondo i dati preliminari, la vettura è in grado di scattare da 0 a 60 miglia orarie in 4,2 secondi, con una velocità massima di oltre 215 km/h, mentre l'autonomia prevista è di oltre 400 km.

2.000 unità a circa 200.000 dollari. Per la Gyesera è prevista una produzione di 2.000 unità, con le prime consegne tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025. Il prezzo non è stato ancora comunicato ufficialmente, ma sarà comunque posizionato nella fascia alta del mercato, a circa 200.000 dollari. La Casa ha già aperto le prenotazioni con un deposito di 5.000 dollari.

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Transizione green - Il programma-giravolta del Ppe: "No ai bandi, sì alla neutralità tecnologica"

4 Ruote - Mar 06,2024

Il Partito Popolare Europeo (Ppe) è pronto per le elezioni del 6-9 giugno 2024: lo dimostra il manifesto elettorale pubblicato sul sito dell'organizzazione di centrodestra (ne fanno parte, tra i partiti del nostro Paese, Forza Italia e la Südtiroler Volkspartei) in vista della sua discussione e della conseguente approvazione al confresso che si sta tenendo a Bucarest proprio in questi giorni. Tra i tanti argomenti inseriti nel testo, uno è di particolare rilevanza per il settore automobilistico perché riguarda lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel nel 2035. Nel manifesto non c'è un'esplicita citazione del bando delle endotermiche, ma quando si parla di trasporti le indicazioni su una retromarcia (se non una vera e propria giravolta) rispetto al passato sono chiare: "Le nuove tecnologie hanno il potenziale per rivoluzionare il modo in cui ci muoviamo, rendendo la nostra mobilità più intelligente, più efficiente e più sostenibile. Abbiamo bisogno di più tecnologia, non di divieti". In buona sostanza, il testo non conferma la promessa del presidente Manfred Weber di cancellare il bando ("Se il mio gruppo riuscirà a ottenere la maggioranza annulleremo il divieto sui motori a combustione", ha detto il politico), ma ci sono indicazioni sulla necessità di rivedere le attuali politiche comunitarie, abiurando un approccio fatto di imposizioni dall'alto. 

Neutralità tecnologica. Dunque, il manifesto rompe con il recente passato: il Ppe fa parte dell'attuale maggioranza e pertanto ha approvato molte delle direttive della Commissione europea, tra cui proprio il bando delle endotermiche. Ora, invece, si vuole privegiare un approccio multi percorso sulla falsariga di quanto indicato da alcuni importanti manager del settore automobilistico, a partire dal presidente della Toyota, Akio Toyoda. "Il Ppe sostiene un approccio tecnologicamente neutrale per lo sviluppo di combustibili alternativi, di tecnologie legate all'idrogeno e nuovi motori per veicoli, aerei e navi", si legge nel programma. "Supportiamo i nuovi combustibili liquidi sostenibili poiché possono essere utilizzati nelle attuali infrastrutture di rifornimento e nelle catene di approvvigionamento". Questo non significa mettere in dubbio il Green Deal europeo, ma iniziare a valutarne rischi e opportunità e, soprattuto, "le esigenze di ciascun ecosistema: il Green Deal europeo è nato dalla necessità di proteggere le persone e il pianeta. Ma è stato concepito anche come un'opportunità per costruire la nostra prosperità futura", scrive il partito conservatore. Sottolineando, però, come la nuova fase di attuazione dello stesso Green Deal implichi la necessità di sostenere "l'industria europea durante la transizione" verso la decarbonizzazione: "Dobbiamo fare in modo che la politica climatica vada di pari passo con la nostra economia e la nostra società. Sappiamo che senza la protezione del clima la nostra economia non può restano competitiva nel lungo termine; ma sappiano anche che, senza un'economia competitiva, non può esistere una protezione sostenibile del clima. Per noi il Green Deal non è una nuova ideologia come sostenuto dai Verdi o dai Socialisti, bensì il segno distintivo di quell'Europa più prospera, innovativa, competitiva e sostenibile immaginata dal Ppe".

Spazio agli ingegneri. I conservatori confermano il proprio impegno sugli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% per il 2030 e della neutralità climatica per il 2050. Tuttavia, sottolineano che "l'Europa non deve deindustrializzarsi" ma, al contrario, deve dimostrare al mondo che una "trasformazione verso la neutralità può essere raggiunta con successo grazie alle sue imprese". Imprese da sostenere finanziariamente anche per individuare le "migliori soluzioni" per ridurre le emissioni. E il Ppe è convinto che "le migliori soluzioni" saranno raggiunte solo utilizzando "tutte le possibilità tecnologiche senza alcun pregiudizio o ideologia". Insomma, si deve privilegiare "il principio della neutralità tecnologica". Non solo. Per il partito popolare, "l'Unione Europea può anche fissare obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, ma deve lasciare spazio agli attori privati, locali e industriali per trovare soluzioni tecnologiche adeguate". Infine, una stoccata all'attuale maggioranza parlamentare che sembra essere stata presa pari pari dalle recenti dichiarazioni di manager dell'auto, come l'ad della Renault e presidente dell'Acea, Luca de Meo: "Siamo a favore dell'apertura tecnologica nell'economia, nell'energia e nel protezione del clima. Ma sono gli ingegneri, non i politici, che dovrebbero decidere insieme al mercato la miglior tecnologia per raggiungere la neutralità carbonica". Il dietrofront è ben avviato.

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Transizione elettrica - "L'Europa è un Titanic che sta andando contro l'iceberg"

4 Ruote - Mar 06,2024

Si è svolto il 5 marzo al Politecnico di Torino il convegno Vetture elettriche, combustibili alternativi e mix energetico: la loro evoluzione, organizzato da CAReGIVER in collaborazione con l'ateneo piemontese. Si tratta del secondo incontro, dopo quello dello scorso marzo, dedicato al tema della transizione energetica, in particolare per quel che riguarda il ruolo dei combustibili, delle fonti alternative e delle auto elettriche. Dopo il saluto del Rettore Guido Saracco, sono intervenuti come relatori Renzo Porro, fondatore di CAReGIVER, Federico Brivio di Bosch, David Chiaramonti, Paolo Massai di Quattroruote, Fabio Mingrino, Mario Petronio e Renzo Porro.

Non solo Bev. In questo periodo di transizione, "delicato ma ricco di opportunità, il settore automotive deve portare a termine l'innovazione necessaria per raggiungere gli obiettivi globali di sostenibilità", ha ricordato il rettore del Politecnico. Ed è proprio la strada dell'innovazione che non può essere a senso unico, ma deve sfruttare tutte le possibilità offerte dalla tecnologia attuale e che verrà. "Temo invece che l'Europa, con il suo pensiero unico nei confronti dell'auto elettrica, stia andando contro l'iceberg come il Titanic", ha sottolineato Renzo Porro, fondatore di CAReGIVER. "Occorre aumentare il numero delle vetture più piccole in circolazione per ridurre gli sprechi, difendere l'industria europea dell'auto dalla concorrenza cinese, spingere verso la diffusione di combustibili alternativi per i motori attuali, l'utilizzo dell'idrogeno e il ritorno al nucleare oltre all'utilizzo delle sorgenti rinnovabili perché queste sono meno facilmente utilizzabili di quanto non si creda".

Il ruolo dell'idrogeno (e non solo). Una possibile via che molti stanno percorrendo, Bosch per prima, è quella dell'idrogeno come carburante, e non solo come vettore per la produzione di elettricità per le fuel cell. Lo ha ricordato Federico Brivio, responsabile per l'idrogeno di Bosch: "Si tratta di un elemento strategico per raggiungere la neutralità climatica a livello globale. Il nostro motore a idrogeno, che trasforma il carburante direttamente in energia, debutterà quest'anno ed è praticamente a impatto zero". "Defossilizzare i trasporti richiede l'impiego di tutte le soluzioni disponibili", aggiunge David Chiaramonti, docente del Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino. "I biocombustibili e gli e-fuel avranno una parte importante di un futuro mix nel prossimo decennio e i mercati dell'energia possono offrire opportunità per la transizione all'agricoltura rigenerativa".

La situazione in Italia. L'ingegnere Paolo Massai, collaboratore di Quattroruote, ha quindi esaminato le proposte di vetture sul mercato in Italia, dove "le ibride, al contrario delle elettriche, hanno successo: le mild sono le più vendute, trascinate dalla Panda, che garantiscono una riduzione della CO2 quanto basta. Più consistenti le full hybrid, che non richiedono ricarica esterna della batteria e riducono la CO2 emessa in città dal 15% al 50%". L'incontro è stato concluso da Mario Petronio, ex direttore Abarth e squadra corse Lancia e Alfa Romeo, che si è soffermato sugli sviluppi più recenti nel campo delle Bev, in particolare quelli relativi ai processi fortemente ecoimpattanti (estrazione del litio), di grossa rilevanza sociale (estrazione del cobalto) e di politica internazionale (dipendenza dalla Cina per le terre rare). Dal punto di vista tecnico, Petronio ha infine evidenziato i vantaggi delle nuove Blade Battery (usate dalla BYD), di quelle agli ioni di sodio e a stato solido.

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Dodge - Muscle car... elettrica (ma il serbatoio ha ancora un futuro)

4 Ruote - Mar 06,2024

Disponibile con carrozzeria a due e quattro porte (riunendo, di fatto, due modelli precedenti, Charger e Challenger), la nuova Dodge Charger interpreta in chiave moderna lo stile inconfondibile e senza tempo che l'ha sempre caratterizzata, senza tanti fronzoli e vezzi estetici. All'anteriore debutta un alettone sul cofano, un richiamo alle Charger Daytona del passato ma al tempo stesso un importante elemento aerodinamico concepito per aumentare la deportanza.

Luci a tutta larghezza. I fari a led anteriori sono collegati tra loro da una striscia luminosa a Led, mentre quelli posteriori disegnano quello che la Dodge chiama anello di fuoco. Sia davanti sia dietro campeggia, illuminato, il logo Fratzog destinato ai nuovi modelli della Casa americana. Il nome Dodge è inciso con il laser nei proiettori anteriori. Nove i cerchi disponibili, con misure da 18 a 20. Di serie il tetto color nero lucido a contrasto, su richiesta quello panoramico di vetro. La carrozzeria potrà essere nei colori After Dark, Bludicrous, Destroyer Grey, Diamond Black, Peel Out, Redeye, Triple Nickel e White Knuckle.

L'abitacolo, che si ispira - abbastanza alla lontana - a quello della Dodge Charger del 1968, è dominato dallo schermo centrale da 12,3 dell'infotainment Uconnect 5: orientato verso il conducente, offre la connettività wireless per Android Auto e Apple CarPlay. La strumentazione digitale dietro il volante è riportata su un display da 10,25 che, nella Scat Pack, diventa da 16 (e su richiesta c'è anche l'head-up display). Il volante riscaldato ha la corona piatta sopra e sotto, tanti comandi sulle razze laterali e ulteriori pulsanti che consentono di selezionare la modalità di guida e la funzione boost Powershot. Di serie l'impianto stereo Alpine da 506 Watt e nove altoparlanti, su richiesta quello da 18 altoparlanti e 914 Watt.

Il cambio sembra una pistola. Nella console centrale si trovano il pulsante d'avviamento, la piastra di ricarica wireless per gli smartphone compatibili e la leva del selettore di marcia dall'impugnatura a pistola. La luce ambientale da 64 colori dispone della funzione Attitude Adjustment, che reagisce autonomamente a eventi come l'accensione dell'auto o l'apertura delle portiere. I sedili sportivi sono di tessuto ed ecopelle, su richiesta possono essere riscaldabili e rivestiti di pelle Nappa di colore nero o rosso. Con le sedute posteriori abbassate si ha a disposizione un pavimento completamente piatto e un bagagliaio dalla capacità di 1.090 litri, più del doppio rispetto al modello uscente. Il frunk anteriore aggiunge ulteriori 42 litri di spazio.

Suona come una V8. La Charger Daytona offre l'esclusivo sistema Fratzonic Chambered Exhaust, che sfrutta due radiatori passivi per generare il sound rabbioso di una muscle car, pensato per frantumare i preconcetti sulla silenziosità di un'elettrica, degno della Brotherhood of Muscle. Per chi ama viaggiare nel silenzio è comunque disponibile la modalità Stealth.

La prima muscle car elettrica della Dodge permette di utilizzare il proprio smartphone come chiave digitale tramite la tecnologia Nfc. Il pacchetto Track offre un sistema di telemetria in tempo reale che registra audio, video e dati del veicolo, con una dashcam anteriore, una telecamera rivolta verso l'interno dell'abitacolo e una porta Usb per collegare dispositivi di memoria su cui salvare i video. I dati raccolti possono essere rivisti e analizzati in auto, oppure tramite strumenti di terze parti.

Adas. Di serie sulla nuova Dodge Charger elettrica sono previsti diversi sistemi di sicurezza, come la frenata automatica d'emergenza con riconoscimento di pedoni e ciclisti, la guida assistita di livello 2 con cruise control adattivo e mantenimento della traiettoria, il monitoraggio degli angoli ciechi, il riconoscimento dei segnali stradali e il rilevamento della stanchezza del conducente. Su richiesta si possono avere anche la telecamera a 360, i sensori di parcheggio laterali e le telecamere ad altezza marciapiede per i parcheggi.

La nuova Dodge Charger Daytona porta al debutto la piattaforma multienergia Stla Large di Stellantis, flessibile per quanto riguarda dimensioni, powertrain ed efficienza energetica (verrà utilizzata anche per l'erede delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio, delle nuove Levante e Quattroporte e della prossima Jeep Wagoneer S). La muscle car ha una distribuzione dei pesi perfettamente bilanciata, con sospensioni multilink a quattro bracci al posteriore. L'architettura del powertrain è a 400V e prevede due motori elettrici, uno per asse: quello davanti può essere disattivato per ridurre i consumi e aumentare l'autonomia, mentre quello posteriore integra un differenziale meccanico a slittamento limitato. Entrambi i motori hanno un'architettura 3 in 1 che comprende inverter e cambio, ciascuno genera 250 kW (340 CV) e 300 Nm di coppia.

Due versioni. La Dodge Charger Daytona R/T monta di serie il kit Direct Connection Stage 1 con 40 CV extra, così da arrivare a 496 CV totali; la Daytona Scat Pack monta il kit Stage 2, che di cavalli ne aggiunge 80, e porta la potenza massima a 670 CV. In attesa di conoscere i dati tecnici ufficiali, la Dodge fa sapere che la Scat Pack scatta da ferma a 100 km/h in 3,3 secondi. Alle normali modalità di guida (Auto, Eco, Sport, Wet/Snow) si aggiungono - in base alla versione e all'allestimento - quelle per la pista, le drag race, i donut e i drift.

I motori Hurricane. Nel corso del 2025, la gamma della Dodge Charger si amplierà con due versioni a benzina battezzate Sixpack, sempre con trazione integrale, dotate dei sei cilindri in linea biturbo di 3 litri della famiglia Hurricane, rispettivamente con potenze da 420 e 550 CV. Motori più potenti degli Hemi che stiamo mandando in pensione, specifica il ceo della Dodge Tim Kuniskis.

Pacchetto per la pista. Oltre alla telemetria in tempo reale, il Track Package offre una serie di extra pensati per chi vuole portare la propria Charger in pista: ammortizzatori adattivi a due valvole, impianto frenante Brembo con dischi autoventilanti da 16 e pinze a sei pistoncini davanti e quattro dietro, ruote Goodyear Eagle F1 Supercar 3 305/35Z R20 all'anteriore e 325/35Z R20 al posteriore.

La batteria alloggiata nel pianale ha una struttura prismatica delle celle che la rende più stabile ed efficiente dal punto di vista termico. La capacità lorda è di 100,5 kWh, che secondo la Casa dovrebbero garantire un'autonomia, sulla meno potente R/T, di circa 510 km, e di 418 km sulla più performante Scat Pack. I paddle al volante permettono di selezionare tre livelli di frenata rigenerativa. La potenza di ricarica massima indicata dalla Casa è di 350 kW, per passare dal 20% all'80% della batteria in meno di mezz'ora, pari a circa 10 miglia (16 km) di autonomia al minuto. I clienti Dodge potranno contare sul pacchetto di servizi offerto dalla piattaforma Free2move Charge di Stellantis.

La produzione della nuova Dodge Charger a due porte inizierà a metà del 2024 nello stabilimento di Windsor, in Ontario; la versione a quattro porte e quelle con propulsori a benzina Sixpack cominceranno a essere prodotte nei primi mesi del 2025. Al momento la Dodge non ha comunicato ufficialmente nessun prezzo per le sue nuove muscle car elettriche.

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Auto elettriche - in arrivo la registrazione doganale dell'import cinese

4 Ruote - Mar 06,2024

La Commissione europea sta per avviare un'iniziativa di particolare importanza per il settore automobilistico continentale. Secondo quanto anticipato dalla Reuters, nei prossimi giorni sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale una disposizione che avvierà la registrazione doganale delle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina: non si tratta di una semplice questione burocratica, perché la novità comunicata dal massimo organo esecutivo della Ue è direttamente legata all'indagine anti-dumping annunciata lo scorso autunno. Se l'inchiesta dovesse accertare la validità delle accuse mosse a Pechino, ovvero la concessione di sussidi ai produttori locali di elettriche in spregio delle regole sulla concorrenza, allora gli eventuali dazi partirebbero, in modo retroattivo, proprio dalla data di pubblicazione del dispositivo.

A novembre l'esito dell'indagine. L'inchiesta è stata annunciata a sorpresa lo scorso settembre dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ma ufficialmente è partita all'inizio di ottobre. I funzionari di Bruxelles stanno cercando di verificare le prove di sovvenzioni concesse da Pechino in grado di distorcere la libera concorrenza e quindi il mercato. A tal fine sono state avviate diverse iniziative, tra cui ispezioni presso le sedi in Cina di aziende come BYD, Geely e Saic. L'obiettivo è determinare se sia necessario imporre dei dazi doganali anche per evitare conseguenze devastanti per il settore automobilistico europeo, come già accaduto, per esempio, nel campo dei pannelli fotovoltaici. L'indagine dovrebbe concludersi entro novembre, ma la Commissione potrebbe anche decidere di imporre dei dazi provvisori già a luglio e in tal caso scatterebbe l'applicazione retroattiva: il periodo di pagamento scatterebbe non da luglio, bensì dall'avvio delle registrazioni doganali (generalmente, una disposizione di questo tipo ha inizio il giorno successivo alla pubblicazione del relativo regolamento in Gazzetta Ufficiale).  

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Jeep - Le Beach Edition di Wrangler e Gladiator

4 Ruote - Mar 06,2024

In occasione dell'evento Jeep Beach a Daytona, la Casa americana ha presentato due nuove serie limitate: sono le Wrangler e Gladiator Beach Edition. Nell'edizione 2023 il raduno ha ospitato 225.000 spettatori e 2.500 Jeep, mentre quest'anno si terrà dal 19 al 28 aprile. Come sempre, parte del ricavato dell'evento verrà devoluto in beneficenza.

Il debutto della Gladiator. la prima volta che il pick-up Gladiator viene proposto in versione Beach Edition. Questa serie deriva dall'allestimento Willys ed è offerta solo con motore V6 3.6 benzina. La dotazione include l'hardtop in tinta, il tetto in tela apribile Sunrider Fliptop, i gruppi ottici a led, i rock rail laterali, i pneumatici off-road da 32", il differenziale posteriore autobloccante, gli interni in pelle Katzkin con ricami personalizzati e le grafiche della serie speciale. La produzione è limitata ad appena 250 unità, per le quali sarà possibile selezionare tutti i colori presenti nella gamma standard del Gladiator.

La Wrangler Beach Edition. La Jeep Wrangler Beach Edition è basata invece sulla versione Willys 4xe, ovvero quella con powertrain PHEV benzina. Le personalizzazioni sono le stesse della Gladiator, ma la dotazione include i pneumatici da 33" e la tinta speciale esterna denominata Earl. La produzione di questa serie sarà limitata a soli 500 esemplari. 

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Pirelli - Ricavi e utili in crescita nel 2023

4 Ruote - Mar 06,2024

La Pirelli ha chiuso il 2023 con risultati economici in crescita e superiori ai target del piano industriale, peraltro già rivisti al rialzo nel corso dell'anno. In particolare, i ricavi si sono attestati a quota 6,65 miliardi, con una crescita dello 0,5% legata soprattutto al maggior contributo del segmento "High Value".

Redditività elevata. La crescente esposizione a prodotti ad alto valore aggiunto (il loro peso sul fatturato totale è passato dal 71% al 75%) ha compensato un calo dei volumi dell'1,8% e determinato un miglior mix di prezzo (+8,6%) che si è rifletto sulla reddiitività: il margine operativo lordo adjusted, ossia depurato dalle componenti straordinari, è cresciuto del 2,7% a 1,45 miliardi, mentre l'utile operativo è salito del 2,5% a 1,002 miliardi, per un'incidenza sui ricavi del 15,1% (14,8% nel 2022). L'azienda milanese, che ha registrato flussi di cassa positivi per oltre 1 miliardo e una riduzione dell'indebitamento netto a 2,26 miliardi, visto l'utile netto attestarsi a 495,9 milioni (+13,8%). Di conseguenza, il Cda ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo di 0,198 euro, per un monte totale di 198 milioni.

Piano aggiornato. Il consiglio ha anche aggiornato il piano industriale 2024/2025 per tener conto del "mutato e volatile scenario esterno che ha caratterizzato gli ultimi tre anni: crescenti tensioni geopolitiche, forte rallentamento della crescita economica e della domanda, penalizzata da elevata inflazione e dal rialzo dei tassi di interesse". In tale contesto, la Pirelli punta a rafforzare ulteriormente la sua esposizione alla fascia alta del mercato dei pneumatici e prevede per il 2024 ricavi fra 6,6 e 6,8 miliardi di euro e per il 2025 fra 6,8 e 7 miliardi di euro, mentre la redditività, grazie al miglior mix di prezzo, è attesa in progressivo miglioramento, con un margine operativo di almeno il 15% quest'anno e intorno al 16% per l'anno prossimo. Per i prossimi due anni, inoltre, sono previsti investimenti complessivi per circa 820 milioni di euro: verranno destinati principalmente al miglioramento del mix di prodotto (saranno lanciate 20 novità), all'upgrade tecnologico, al miglioramento della produttività e alle misure di sostenibilità volte a raggiungere la neutralità carbonica nel 2040.

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